Roberto,
la questione delle celle LC e della stabilizzazione del PSU è una patata bollente. Presumo che Aloia abbia le sue ragioni (almeno lui, visto la media di decisioni "per alzata di spalle" che si vedono in giro...), se propone queste soluzioni.
Io credo che siano armi a doppio taglio. Una cella LC moltiplica per centinaia di volte le dinamiche di risonanza descritte da mrjam qui:
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1573
Ne consegue che la loro gestione non è per nulla elementare, e credo di poter dire senza timore di smentita che ogni soluzione necessita di una messa a punto diversa e ben studiata.
La prima cosa che si genera con le LC, in quanto "non ideali", è un' aumento non indifferente della impedenza di PSU.
La seconda è un molto facile aumento di THD da induzione (percorsi diversificati, non a "modo comune" delle correnti di potenza ed energia magnetica che interessa le sezioni di segnale).
La terza è una tendenza alla risonanza (e ad una forma di "noise shape") che può caratterizzare molto le prestazioni dell'ampli, in modo molto simile a quello analizzato negli inviluppi di rumore di rettificazione nei PSU capacitivi, in presenza o meno di caps in grado di scambiare energia con il secondario del trafo.
E' ipotizzabile che un circuito accordato LC che possa in qualche modo controbilanciare quello che si forma a monte della rettificazione (Ltrafo e C inserita a valle, si veda Callegari...) "potrebbe" pure migliorare le sue prestazioni, ma siamo quasi nella fantascienza, nel senso che le sole tolleranze annullerebbero facilmente tutta la vicenda....
Va bene, o va meglio ?
Ci sono 2 strade per ottimizzare le prestazioni di un circuito, entrambe potenzialmente valide (almeno come risultato):
1. fare un circuito cercando di eliminare le condizioni potenzialmente critiche.
2. fare un circuito con condizioni critiche e poi affinarlo inserendo elementi di compensazione (dei problemi) sovrapposti
La seconda strada è sempre molto tortuosa, e non ho dubbi che la soluzione LC ne sia un' esempio. Un Aloia forse può pensare di gestire la cosa con buoni risultati, in nome di un background elettrotecnico adeguato, ma escludo che queste soluzioni siano applicabili "su larga scala" da tutti....
Regolatori lineari:
Molto diversa la cosa. Il caso LC aumenta mediamente l' impedenza di linea, quello con regolatore tende sempre a diminuirla (e questo non è mai un "male"). Semmai i problemi che ne derivano stanno nella capacità del regolatore di "seguire" le richieste energetiche dell' ampli.
In pratica quando usi un regolatore puoi pensare di usare 2 ampli in cascata, uno formato dal regolatore (in serie all'energia che si eroga, quindi perfettamente parte del segnale di potenza che va ai diffusori) e un' altro che genera il segnale amplificato. Vien da se che questo determina qualche "ponderazione".
Di norma queste soluzioni sono una mediazione tra 2 problemi:
1. La reiezione ai disturbi (e fluttuazioni) di PSU del circuito ampli
2. La difficoltà di regolare accuratamente un PSU di potenza in banda audio
Se hai un circuito molto elementare, con poca o pochissima NFB ecc.... la strada di usare regolatori di PSU diventa quasi obbligata.
Viceversa, in presenza di un amp con elevata immunità al PSU, porta lo studio di un regolatore di potenza specifico ad essere quasi inutile.
La cosa è quasi elementare:
Un circuito dotato di una ottima reiezione alle fluttuazioni di PSU lo è per una questione semplice:
Adotta in se dispositivi di stabilizzazione dei punti di lavoro, spesso identici ai regolatori stabilizzati che si mettono sul PSU....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html