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nullo
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Messaggio da nullo »

...lo conosco bene Kaiser Sose :)

Ciao, Roberto
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audiofanatic
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Messaggio da audiofanatic »

Baet Takeshi...Filippo, dove lo hai visto per la prima volta su uno schermo italiano?

Takeshi's Castle ti dice nulla? Forse no...ma se cerchi il titolo della trasmissione italiana basata su questo show comico giapponese.... :D

Marco


Originariamente inviato da titano - 26/10/2006 : 19:47:03
lo so, lo so, mai dire banzai!

ma film assurdi come Adrenaline, Existenz o magari Brian di Nazareth (spaziando nei vari generi) non vi piacciono?

e L'inquilino del terzo piano di Polansky?? che mi dite?

Filippo
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Ora che ci penso,
un film che mi è sembrato geniale.

Ma veramente.

Essere John Malcovich

Sui giapponesi non entro nel merito, credo di aver visto tutti i film di Takeshi Kitano, al tempo, apprezzandoli, ma non ne sono stato travolto.
La cosa che mi è rimansta maggiormente impressa è il concerto della danza dei tamburi.

Saluti

R.R.
Riccardo
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nullo
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Messaggio da nullo »

Essere John Malcovich
.....deve essere il frutto di una mente perversa e malata, è totalmente fuori dai canoni.

Impossibile non sorprendersi in più di un passaggio...semplicemente fantastico :) .

Ciao, Roberto
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Messaggio da titano »

..era uno dei pochi film della tua lista a non aver visto Marco, così ieri sera ho rimediato...non ho capito però il nesso col Silenzio ecc. :?:
Non hai capito semplicemente perchè ho detto "silenzio" pensando a "soliti sospetti", riferendomi ad una trama ricca di intrecci e false piste, che si risolvono, seppur in modo assai meno memorabile, col classico colpo di scena finale.
Mi è sembrato fatto con dettami alla moda ma non freschi, mi aspettavo forse di più....

Un buon intreccio ma poi tende a perdersi per strada.
Uno dei motivi che mi spingono a non leggere le trame o a non farmi stupire dagli effetti speciali dei trailer è la devastazione da aspettativa.

In realtà il film è molto ben congegnato. I "dettami alla moda" che citi credo che siano gli stessi che mi hanno fatto apprezzare il film. In realtà c'è ben poco "alla moda", a me pare che il film incarni i canoni classici del noir, rivisti in chiave moderna. Se ci pensi bene il noir è l'unico genere che sopravvive fin dalla sua nascita, imprecisa come la stessa definizione del genere in sé.
Vedendo il film ho pensato alla definizione che Bignardi diede del genere:

"Sono l'inquietudine, l'insicurezza, l'angoscia, la scheggia impazzita e deviante della realtà le qualità speciali e diversificanti del nero... all'incrocio tra il mistery, la detective story... rappresenta l'impossibilità di mettere le cose in ordine, di recuperare l'ordine, perché non c'è."


Slevin fa parte di questa categoria di film a mio avviso. Le ambientazioni di stile fumettistico, le luci irreali e la forte caratterizzazione ambientale (che descrive il personaggio che la plasma) fanno parte di un mondo che si avvicina al reale, ma lo lambisce solamente
Le battute iniziali non fanno altro che sviare lo spettatore, lo sbattono “in centrifuga” e per mostrargli la realtà dall’oblò della lavatrice. La «Kansas City Shuffle», gli esilianti dialoghi iniziali, l’intromissione incomprensibile della vicina di casa (Lucy Liu), lo stordimento apparente del “povero” Slevin (che sembra lo stupido del villaggio) ti portano a domandarti che diavolo di film stai guardando. Non si capisce, non si vede la fine del tunnel. Il puzzle non sembra mai completo.

Tra alti e bassi, tra una briciola e l’altra, tra un dialogo memorabile e l’altro, lo spettatore è trascinato fino alla resa dei conti con insospettabile velocità. E anche se la calma di slevin ti ha fatto sospettare fin dall’inizio la verità, la mannaia che cala sul condannato resta sempre uno spettacolo atroce e sadicamente soddisfacente. Almeno questo è quello che ho pensato io.

Molto azzeccata la scelta di dare una caratterizzazione comune alle scenografie. Se hai notato ci sono forti caratterizzazioni ambientali legate al carattere del personaggio “di casa”, molto meno sul piano temporale. I flash back non sembrano mai lontani nel tempo. E’ come se la ferita fosse ancora aperta, a vent’anni di distanza…mi sono commosso. Ma sai, io amo la commistione scenografia/sceneggiatura…

Tra l’altro amo anche la tecnica cinematografica, e devo dire che McGuigan ha fatto un lavoro eccellente. I giochi di inquadratura mi fanno impazzire. Il sapiente passaggio da campo lungo a primo piano, le panoramiche rapide e l’alternanza tra nitidezza e grana satinata mi hanno fatto molto piacere.
Inoltre il Killer buono col bimbo ci può stare, che poi benedica la storia d'amore è forse un pò eccessivo, non trovi?
Hai ragione, ma da una produzione come questa era inevitabile aspettarsi un finale del genere.
Gli americani pensano sempre a controbilanciare la vendetta con l’amore…

A proposito, il film che preferisco tuttora della saga del "cannibale/Hannibal", è il primo e ormai vecchio Man hunter / Frammenti di un omicidio. Lo avete visto all'epoca? ..aveva lo scontro finale col martellante In a gada da vida degli Iron Buttrfly.
Ce l’ho…il giovane “Grissom” ahahahha. Kitch come solo i film anni ottanta possono essere, ma valido sicuramente. Ammetto che ho una passione per Ralph Feinnes e quindi…quasi quasi ho preferito red dragon.
Marco
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Messaggio da nullo »

.. hai dimenticato di parlare dell'atarassia! ;)

Quando parlavo di canoni alla moda non potevo prescindere anche dalla mancanza di reazioni che noi "normali", riterremmo adeguate alle sollecitazioni a cui era sottoposto il nostro Slevin... e chiaramente dei killer/gorilla alla Stanlio e Ollio.

Rimane gradevole, stante le migliaia di ciofechè che ci propinano, ma, per me, non diverrà un cult, anche se c'erano tutte le premesse, storia, attori ( e la tua recensione :D ).

Ciao, Roberto

ps
quindi…quasi quasi ho preferito red dragon.
Bellissimi quei due quasi :D , il primo Hannibal era più vero e credibile, il Killer era capace di commuoverti, in Red Dragon, non vedevi l'ora che lo stendessero, troppo arrogante....D'accordo sul kitch!!!
Ciao, Roberto

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Messaggio da titano »

.. hai dimenticato di parlare dell'atarassia! ;)

Quando parlavo di canoni alla moda non potevo prescindere anche dalla mancanza di reazioni che noi "normali", riterremmo adeguate alle sollecitazioni a cui era sottoposto il nostro Slevin... e chiaramente dei killer/gorilla alla Stanlio e Ollio.

Rimane gradevole, stante le migliaia di ciofechè che ci propinano, ma, per me, non diverrà un cult, anche se c'erano tutte le premesse, storia, attori ( e la tua recensione :D ).
Sono d'accordo, non diverrà mai un cult. Sarà il classico film che finirà nel dimenticatoio tra qualche anno.
Detto questo resta un film da vedere, soprattutto se si apprezzano anche i particolari oltre alla trama.
ps
quindi…quasi quasi ho preferito red dragon.
Bellissimi quei due quasi :D , il primo Hannibal era più vero e credibile, il Killer era capace di commuoverti, in Red Dragon, non vedevi l'ora che lo stendessero, troppo arrogante....D'accordo sul kitch!!!
In tutta onestà, di manhunter non avevo gradito proprio la figura del "drago rosso". Prima di esprimermi...me lo riguardo, tanto per capire se ricordo male oppure se è veramente fuori ruolo come penso :D


Marco
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Messaggio da nick »

Hmmm... difficile, molto difficile....
bene:
Dersu Uzala di Kurosawa
la strada di casa di Zhang Yimou
Master & commander (lo so, non è un granchè, ma sono un fan di O'Brian)
Blade runner
I film di Harry Potter

per la roba da cinefili necrofili :D :

I sette samurai di Kurosawa
La fortezza nascosta, idem
Club Dread (il film cult + cretino che probabilmente abbia mai visto)
I film di Ozu
La serie di The Kingdom, di L.Von Trier (se non l'avete visti, fatelo; l'equivalente di E.R. ma vi chiederete chi vi ha venduto la roba :D )

Sono un po' sbilanciato ad oriente, ma che volete...
Have a nice day,
Nick
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Messaggio da plovati »

Ho visto recentemente " La Sconosciuta " di Tornatore.
Lo inserirei tra i capolavori degli ultimi 10 anni.

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Piergiorgio
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Piergiorgio
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