Pilotaggio in potenza: Pout=(Vin)^2

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione delle elettroniche
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Messaggio da mauropenasa »

Questo è lo stesso plot ma con il woofer paralellato da 1ohm+12uF, cella usata nella cassa con filtri attivi presa a modello...

Immagine

Non cambia molto, nella velocità del cono, non ti pare ? 8)

Il problema che le celle reattive non dispongono di efficienza in zona di risonanza, perchè essa ha al suo massimo una componente resistiva (bilanciamento tra L e C del sistema). Solo un' altra cella risonante inversa sarebbe in grado di assorbire bene la cosa, ma essa assorbirebbe anche gran parte della energia destinata al movimento....

Morale, la cosa è gestibile ma solo studiando un filtro attivo o passivo perfettamente tarato alla situazione, e ripeto, un DF=1 è già una situazione non corretta per una rete studiata "in tensione"...


Mauro
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Messaggio da Giaime »

(figuraccia)

Grazie della spiegazione Mauro :oops:



Saluti termoionici


Giaime Ugliano

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Messaggio da mauropenasa »

Non hai fatto una figuraccia, un esperto "rifasatore" potrebbe anche metterci "una pezza" realmente. La questione è che normalmente non si tende a mettere celle sotto i 100Hz capaci di assorbire totalmente un picco del genere, a causa della grande energia che andrebbe sprecata.
Di solito si tende ad ammorbidire situazioni di fase troppo gravose, anche perchè si deve considerare che quel picco corrisponde ad uno dei pochi punti di "carico facile" data la sua impedenza elevata, e un sistema rifasato per tutta la gamma adatto ad elevate impedenze del generatore dovrebbe avere una impedenza costantemente analoga ad Re, che in molti casi renderebbe il sistema molto molto duro da gestire....
Si fa di più, vedo, in gamma alta, dove esiste sempre un buon margine di energia da sfruttare....

ciao


Mauro
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Messaggio da mauropenasa »

Ultimo contributo per questa prima fase, la dimostrazione della mia tesi (scontata) riguardo alla autocompensazione del sistema in presenza di back_emf (risonanza), nel caso di sistemi "in tensione". Plot della corrente del generatore al variare della Rg, ossia della impedenza interna del generatore stesso:
Immagine

La curva in alto e più ondulata riguarda Rg=0, quella in basso Rg=16ohm. Da questo plot si evince:

a. basta una Rg non elevatissima per generare forti scompensi nel Q del sistema, e quindi nella sua risposta in frequenza (ps. magari più avanti si può anche definire l'equazione che lega la risposta in frequenza effettiva con la velocità del cono, che ovviamente risente di altri coefficienti esterni...)
b. Che la Re introduce già di suo una forma di compensazione, inpedendo al generatore di avere un controllo totale del sistema meccanico (la curva non è perfettamente simmetrica a quella dell' impedenza ma più ampia e smussata)
c. più diventa costante la corrente più aumenta il Q del sistema meccanico, e sarà neccessaria introdurre appunto una forma di equalizzazione fittizia nella erogazione della corrente per ottenere grossomodo la curva di corrente sagomata in alto per mantenere un Q di sistema come quello in tensione.

Adesso che almeno abbiamo una base su come IO vedo un altoparlante, e su come io credo che lo veda il mio ampli, possiamo discutere cosa cambiare e perchè.... 8)
Personalmente ritengo che ragionare su una "media quadratica" senza entrare nel merito se questo concetto ha una sua ragione nel sistema in oggetto oppure no, sia forviante.

PS: Io non faccio l'avvocato del diavolo per il gusto di farlo (forse :twisted: ) ma solo per capire. Quindi non sono "io contro Paolo unixman", sono le mie limitate conoscenze vs altri punti di vista. Solo che perchè io possa cambiare idea, mi si deve convincere con qualcosa di più che "suona meglio". Poi volendo possiamo anche parlare di come la vedo io veramente su questo tema, cosa che per ora non ho neanche sfiorato, essendomi limitato ad esporre quello che "si promulga" in giro.....

ciao


Mauro
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Messaggio da Giaime »

In sostanza, con gli altoparlanti tradizionali e senza particolari compensazioni, tu stai dicendo che aumentare la Rint del generatore non fa molto bene alla risposta in frequenza che i progettisti si erano prefissati, no?

E questo è piuttosto "universale", per tutti gli altoparlanti. Evidentemente il mito del DF basso è legato ad un'equalizzazione che facciamo nell'ambiente d'ascolto, legata a parametri più complessi?

Forse il problema è un altro: che oggi molti diffusori sono proprio pensati per DF non elevatissimi, per i monotriodi etc etc.

Saluti termoionici


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Messaggio da mauropenasa »

Rispondo a Giaime in tempo reale:
In sostanza, con gli altoparlanti tradizionali e senza particolari compensazioni, tu stai dicendo che aumentare la Rint del generatore non fa molto bene alla risposta in frequenza che i progettisti si erano prefissati, no?

E questo è piuttosto "universale", per tutti gli altoparlanti. Evidentemente il mito del DF basso è legato ad un'equalizzazione che facciamo nell'ambiente d'ascolto, legata a parametri più complessi?
Esattamente, anche se queste conclusioni non sono originali e sono attribuite a molti progettisti....
Forse il problema è un altro: che oggi molti diffusori sono proprio pensati per DF non elevatissimi, per i monotriodi etc etc.

Mi dai lo spunto per dire 2 cose:
Io non sono tanto sicuro che queste problematiche sia ben chiare a tutti i progettisti di casse. Poi mi piacerebbe vedere come si possa lavorare su un woofer per poterlo definire "adatto a bassi DF". Certamente è possibile aumentare lavorare meccanicamente per portare Res (sospensioni e resistenza al movimento in generale, aria ecc...) a livelli tali da smorzare moltissimo il picco di risonanza, ma non eliminare del tutto ne i punti di risonanza ne la generazione delle back emf in tali punti.
Sicuramente esistono sistemi linearizzati, spesso "a mano" su ampli a bassissimo DF, ma restano sistemi chiusi, esattamente come lo sono un pilotaggio in corrente con correzione locale della risposta. Eccellenti ma "chiusi su se stessi".

In ogni caso, io non ho mai sentito un sistema con DF minore di qualche decina non esibire un picco palese ed imbarazzante in zona di risonanza della cassa, specie se essa è una cassa piccola e pone quella zona in gamma bassa piena (50-100Hz). Ovviamente se usi un sistema che ha la risonanza a bassissima frequenza magari uno non se ne accorge....

Ma scusate, c' è in giro gente che misura diffusori a tempo pieno. perchè non chiediamo di mettere li un microfono e fare una misura con un ampli ad elevato DF prima e con in serie una resistenza di qualche decina di ohm dopo ?
Almeno non sarò costretto a passare la vita a dire cose scontate.... :D

ciao


Mauro
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Messaggio da Giaime »

Mauro, fossero tutti preparati la metà di te.

La realtà è che moltissimi dei diffusori, anche molto costosi, "adatti ai monotriodi", sono dei banalissimi progetti reflex accordati tenendo conto di una resistenza del generatore di un paio di ohm.

Cioè, hai presente il parametro da inserire in WinISD? 8) una cosa del genere.

Francamente, non credo, salvo casi eccezionali, che ci sia tutto questo studio dietro.

Ah, per non parlare dei crossover minimalisti, il condensatore in serie al tweeter. Apriamo gli occhi, i diffusori da monotriodo sono così, ne ho ascoltati parecchi, e sono piuttosto sicuro che la scelta del valore del condensatore, così come la lunghezza ottimale del tubo reflex, non sono valori calcolati, ma "indovinati" ad occhio e poi ottimizzati molto soggettivisticamente con l'orecchio.

Ripeto, ne sono piuttosto sicuro perchè conosco come lavora più di un costruttore italiano.

Spero che non serva fare l'esempio di quel sito di un produttore in cui il progettare così i diffusori è definito come l'unico modo possibile per sentire la musica.

Saluti termoionici


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Messaggio da mauropenasa »

Mah Giaime,
io metterei di nuovo da parte sia le mie opinioni personali soggettive che la questione costruttori, anche perchè non mi interessano manco, la messa a punto certosina di un sistema di altoparlanti, e demando ad altri la loro progettazione (sono tra i pochi che non si sente la preparazione sufficiente per una progettazione accurata, non avendo manco gli strumenti adatti per la verifica....).
Diciamo che mi andava di ribadire un aspetto elettrotecnico, che secondo me incide quando si decide di pensare una tecnica di pilotaggio diversa da quella tradizionale.

Io sono stato (e sono) un forte sostenitore del pilotaggio in corrente o misto, ma ho dovuto fare i conti da tempo con le cose che ho elencato sopra.




Mauro
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Messaggio da Giaime »

Certo, anzi perdona il mio intervento un po' OT molto "piedi per terra".

Saluti termoionici


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Messaggio da UnixMan »

ehmmm, Paolo unixman, capisco le tue recriminazioni psico-intuitive, ma guarda che nel modellino semplice che ti ho postato la resistenza delle sospensioni e dell' aria c' è ed è in bella mostra..... (Res)

Quindi se ti riferisci a quello vorrei vederlo plottato, il tuo ragionamento....
eccoti servito... Il circuito e` lo stesso identico che hai usato tu; Rg=0.1 ohm. Il primo plot si riferisce alla potenza dissipata su Res, cioe` alla potenza utile effettivamente trasdotta (vs tempo). Ogni curva si riferisce ad una frequenza diversa da 20Hz ad 1KHz (step 20, 40, 80, ...).

Immagine

Il secondo invece mostra tensione e potenza su Res in funzione della frequenza per vari valori della resistenza interna del generatore Rg: 0, 1, 2, 4, 8 e 16 ohm.

Immagine

Come vedi, pilotando l'altoparlante in tensione, tanto la tensione (che rappresenta la velocita`) quanto la potenza dissipata su Res -che rappresenta il lavoro utile- dipendono fortemente dalla frequenza... l'andamento della tensione (cioe` della velocita`) non cambia poi piu` di tanto con Rg almeno fintanto che` Rg < Re, mentre cominciano ad essere piu` significative quando Rg >= Re (nulla di nuovo sotto il sole...).

Le differenze piu` significative pero` si notano rispetto alla potenza trasdotta... si direbbe che al limite, per il pilotaggio in corrente pura, la "risposta in potenza" diventi piatta e si annullino gli effetti della risonanza.

Mi viene un dubbio: sara` mica che -nel nostro caso- il piotaggio "a potenza attiva costante" coincide con quello in corrente?! mmmh... ah, certo... ovvio, nel modello Res e` costante...

Tornando al punto, siamo poi cosi` sicuri che tutto cio` che importa sia solo la velocita` del cono, e non piuttosto quanta energia acustica viene introdotta nell'ambiente nell'unita` di tempo?

Ripeto, io di (elettro)acustica ne so` pochino, per cui magari mi si puo` dimostrare che sto` dicendo c*****e ma, fino a prova contraria, "a naso" sono molto piu` propenso a credere all'importanza della "quantita` di energia" (cioe` della potenza) trasmessa all'aria piuttosto che a quella della sola e pura velocita` istantanea del cono...

Non fosse altro perche`, mentre tra velocita` del cono e suono prodotto nel mezzo c'e` l'efficenza di trasduzione meccanico/acustica (cioe` in sostanza dell'accoppiamento meccanico tra cono ed aria) che notoriamente (almeno nei comuni sistemi a cono a radiazione diretta) e` piuttosto scarsina e ad occhio e croce potrebbe verosimilmente essere dipendente dalla frequenza e/o dalla stessa veocita` del cono, la potenza dissipata su Res (tolte le perdite meccaniche) rappresenta proprio la potenza "assorbita" dal lavoro di pompaggio e quindi direi che sia proprio il parametro piu` direttamente correlato alla potenza acustica prodotta.

Ribadisco che io mi trovo in territorio assolutamente neutro, su questo discorso, voglio solo capire PERCHE' dovrei pensare un sistema in potenza, dato che io amo fare le cose solo se credo di avere un problema davanti, e non solo perchè credo che "suonino meglio"...
qui` e` la principale differenza nei nostri modi di pensare... per me un sistema di riproduzione sonora e` destinato alla soddisfazione dei nostri sensi, per cui l'aspetto "percettivo" e` l'unica cosa che conta veramente... per te sembra invece che si tratti della progettazione di un sistema di misura destinato ad un computer... ;) :D

Tanto per fare un esempio banale, per quanto mi riguarda se un sistema che ha il 10% di THD suona meglio di uno che ne ha solo il 0.0001%, significa solo che (almeno entro certi limiti, cioe` fintanto che all'ascolto non percepisco distorsioni degne di nota) il paramtro "THD" non e` un parametro rilevante e che quindi bisogna rivolgere l'attenzione a qualcosaltro.

Mi pare di capire che, invece, dal tuo punto di vista un sistema che ha (ad es.) THD piu` bassa "deve" necessariamente essere migliore di uno che distorce di piu`, "a priori" ed a prescindere dalle impressioni di ascolto.

Ovvio che da questo punto di vista non potremo mai essere daccordo... :)

BTW, non e` detto (anzi, io di questo ne sono convinto) che non sia possibile trovare una correlazione diretta tra misure oggettive ed impressioni di ascolto. Si tratta solo di misurare la cosa giusta. Piazziamo un bel microfono nel punto di ascolto, facciamo suonare un CD e registriamo in digitale l'uscita del microfono. Poi cambiamo un componente (e.g. l'ampli) e ripetiamo la "misura". Infine, proviamo a confrontare in tutti i modi possibili (spettri, distorsioni lineari e non, etc.) le registrazioni tra loro e con "l'originale"... cosi` magari riusciremmo ad ottenere informazioni un po` piu` attendibili e complete su quanto stia accadendo complessivamente e su quali e quante "distorsioni" affliggano il nostro sistema di riproduzione... dopo di che, proviamo a correlare quello che ci dicono le registrazion con le impressioni di ascolto che abbiamo avuto durante il test. IMHO solo a questo punto potremmo avere una valida base di partenza per "tracciare" i veri problemi, capirne l'origine e cercare di risolverli.

Riguardo la tua disamina ampia sulle prestazione acustiche presunte dei sistemi, io non voglio più entrare nel merito perchè non porta da nessuna parte. Dico solo che se vuoi, per peggiorare un sistema SS fino ad avere tutte le variabili negative dei tuoi sistemi di riferimento non ci vuole molto, con tanto di piacevolezza auditiva.
se davvero ne saresti capace, perche` allora non lo fai? :twisted: ti garantisco che faresti soldi a palate! ...un solid-state con il suono di una 845, il doppio (o piu`...) della potenza ad un costo molto piu` basso si venderebbe come il pane! :p

Permettimi pero` di avere quache dubbio. ;) Se davvero fosse cosi` facile, come mai allora nessuno lo ha ancora fatto o, se ci ha provato (e qualcuno lo ha fatto), non ci e` riuscito?

Non conosco le tue esperienze di ascolto ma, se quello che hai in mente come "suono valvolare" e` il classico stereotipo del suono un po` moscio, "eufonico" e "ruffiano", sei completamente fuori strada. Ti posso garantire che (ad esempio) i miei sistemi non hanno alcuna di queste caratteristiche; al contrario sono veloci, dinamici e molto dettagliati... (secondo mia moglie, che ha un udito migliore del mio ma preferisce un suono magari un po` ruffiano all'iperdettaglio, l'ultima evoluzione del prototipo del powertotem per i suoi gusti suona anche troppo definito e dettagliato... :D ).
Tecnicamente, però, non si può dire che un DF=1 non cambia il suono dei diffusori e non crea degli evidenti variazioni di livello localizzato in risposta in frequenza..... basta un simulatore qualsiasi per vedere gli effetti, calcolabili in diversi dB. Un conto è che "non si senta" o "tu non lo senta", un conto è cercare di fare dei sistemi lineari.
vedi sopra... se misuri la tensione e` una cosa, se andiamo a vedere la potenza trasdotta si direbbe che le cose stiano in modo piuttosto diverso... siamo sicuri di quale delle due sia la piu` importante per il nostro sistema uditivo?

Il probema e` sempre quello. La maggior parte delle misure elettriche ed elettroacustiche comuni sono autoreferenziali in quanto di fatto non tengono conto della effettiva risposta dell'orecchio/cervello, per cui la loro effettiva utilita` nei confronti di un sistema destinato all'ascolto (e non ad un sistema di misura... ;) ) sono a dir poco discutibili.

Ovvio che poi le differenze ci sono e che se si scoprisse che e` meglio pilotare in corrente, in potenza, ad alta impedenza od in un qualsiasi altro modo sarebbe opportuno/necessario riprogettare i cross-over... o meglio, se si riesce a trovare una soluzione a stato solido a costi accettabili, la cosa migliore e` senza dubbio ELIMINARE completamente ed una volta per tutte i cross-over passivi e multiamplificare, che e` la soluzione migliore comunque (anche se per assurdo alla fine venisse fuori che tutto sommato e` meglio lavorare in tensione).

Io resto scettico, e non leggo argomenti diversi dai miei sopra per giustificare "le tue sensazioni di ascolto".
Non dovrò mica simulare un diffusore completo e dimostrarti anche dove e come cambia la risposta in frequenza ?
posso immaginarmelo, ma hai presente come e quanto cambia la risposta in frequenza da un ambiente all'altro, od anche solo spostando (talvolta anche solo di pochi cm!) i diffusori?

Per cui, con le simulazioni in questo caso non si puo` dimostrare nulla, sarebbe casomai necessaria una misura in ambiente.

Ora, se i diffusori sono appena decenti per un uso valvolare (cioe` non presentano carichi "impossibili", etc), sono pronto a scommettere che gli effetti di cui giustamente parli sono sostanzialmente trascurabili rispetto agli effetti dell'ambiente. Tanto rumore x nulla... :D
Questione Res costante o non costante:
Non puoi girare intorno al problema di continuo. Se ti fa piacere, nel sistema modellato NESSUNA DELLE COMPONENTI E' ASSOLUTAMENTE COSTANTE:
Re -> subisce variazioni discrete a causa del regime termico elevato
Le -> varia a causa del non costante flusso magnetico al variare della velocità del cono e delle deformazioni meccaniche

Il parallelo RLC che simula la meccanica -> pressione e temperatura ambiente, regime termico, variazioni di intensità magnetica al variare del movimento ecc....
in effetti, se la mia ipotesi che quel che conta e` la potenza trasdotta (cioe` quella dissipata su Res) e` corretta, le variazioni di Re sono le uniche che mi preoccupano. Se ci pensi bene, nell'ipotesi di pilotaggio a "potenza attiva costante" tutto il resto diventa ininfluente!
dallo stesso studio però emerge UN RUOLO DEL TUTTO MARGINALE di Res nel sunto distorsivo complessivo, mentre la parte del leone la fanno altri elementi, in particolare quelli serie come Re ed Le, oppure mi verrebbe da dire, in base a studi Kef, legati al complesso magnetico quindi a tutto fuorchè a Res....
Per l'appunto!

Res rappresenta l'energia assorbita dall'ambiente; il lavoro di pompaggio potra` si` presentare delle non linearita`, ma queste sono senza dubbio marginali rispetto a quelle dovute ai limiti "interni" del trasduttore.

Se noi pilotiamo a potenza attiva costante, l'unica cosa che ci disturba (perche` altera la potenza attiva in maniera indipendente da Res) sono le variazioni di Re dovute agli effetti termici, ma sarebbe comunque un bel passo avanti rispetto alla situazione attuale, non trovi?! :D

D' altronde, se analizzi la posizione di Res, posizione condivisa da tutti gli analisti del problema, essa ha escusivamente un ruolo "smorzante" essendo in parallelo al sistema risonante, e non rappresenta in nessun caso un "problema" rilevante
Res NON e` e non PUO` essere un problema: comunque la si guardi, Res rappresenta l'USCITA acustica del nostro sistema!!!


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Messaggio da gluca »

Leggertmente OT ... ma vorrei mostrarvi questo progetto. Ho trovato solo questo link ma se ne è parlato anche altrove

Ciao
Gianluca

[url=http://]http://[/url]http://db.audioasylum.com/cgi/m.mpl?for ... =&session=

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------
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Messaggio da plovati »

Scusate ma non vorrei che si stiano sovrapponendo due cose differenti, legate tra loro ma distinte nelle origini ed effetti:
1. il comportamento dell’altoparlante come generatore di suono proporzionale ad un segnale applicato
2. la risonanza meccanica del sistema
Fino a che non si entra nella zona di risonanza e lontano da possibili breakup a frequenze più alto, la pressione sonora prodotta è proporzionale alla velocità e la velocità e proporzionale alla accelerazione*tempo, cioè alla forza impressa (Bli) e alla frequenza del segnale. Quindi il suono seguirà fedelmente la corrente. Per avere pressione costante al crescere della frequenza posso limitarmi a dare una forza piccola, quindi non è necessario fornire grandi correnti e il pilotaggio in corrente in questa zona funzionerebbe ottimamente, con qualsiasi altoparlante.
Nella zona della risonanza invece senza utilizzare un qualche metodo per smorzarla si otterebbe un suono prolungato e sbrodolato.
Il punto è come smorzare la risonanza. Di suo l’altoparlante ha un certo smorzamento meccanico misurato dal Qt (più è basso più è smorzato) ma nella totalità dei casi non è sufficiente da solo (Qt tra 5 e 15) e va aiutato quindi in qualche altra maniera. Il metodo tradizionale è di utilizzare uno smorzamento addizionale (e prevalente) di tipo elettrico mediante un amplificatore di resistenza di uscita nulla. Nel caso di un pilotaggio in pura corrente, con resistenza di uscita elevata, siccome l’impedenza a risonanza cresce di molto, un pilotaggio in corrente richiederebbe elevate tensioni, cioè bisognerebbe disporre di un amplificatore dalle capacità dinamiche 10 o 100 volte quelle dell’utilizzo nominale. Oppure lo smorzamento della risonanza dell’altoparlante potrebbe essere fatto con sistemi puramente meccanici (un sistema controoscillante) passivi o attivi (le sospensioni elettroniche delle automobili) e a questo punto il pilotaggio in corrente potrebbe operare su tutta la banda. Questa è la ragione per cui il pilotaggio in corrente necessita di altoparlanti espressamente dedicati, come ha chiarito Thorsten in un thread su diyaudio.
Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l’idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell’amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l’impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l’impedenza cresce.
White sostiene (meglio spiegato in un articolo che mandero' a Danilo) che la IMD THD etc sono parziali espressioni della distorsione di potenza, cioè di quando la potenza elettrica inviata dall'amplificatore al carico non rispecchia fedelmente il segnale di ingresso. Poichè il suono è una parte (costante ??Lineare?? nota mia) della potenza elettrica fornita, controllando per mezzo del feedback il termine V^2/Z, anche se varia l'impedenza del carico dovuta a risonanza o altro, la potenza convertita in suono resta quella deve essere. Il Powtron ha una max distorsione di potenza, sostiene White, di 1dB contro gli 8dB di un amplificatore convenzionale.
Quello di White è l’esempio più famoso, grazie alla entusiastica riscoperta di Hiraga mi sembra, ma ci sono altri esempi di reazione mista tensione-corrente (se li ritrovo li posto) forse anche precedenti.
Probabilmente tali sistemi, proposti negli anni ’50, sono stati fortemente limitati dalle tecnologie e dalla conoscenza dell’epoca e forse ora si potrebbe fare di meglio. Ho la sensazione che le possibilità ultime di queste applicazioni non siano state raggiunte.

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Piergiorgio
_________
Piergiorgio
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Messaggio da mauropenasa »

Paolo, con i grafici hai dimostrato solo che Res dissipa una potenza in funzione della ampiezza di risposta della cella risonante, cosa evidente già alla osservazione dei plot iniziali della velocità del cono.
Sarebbe importante stabilire se è vero che essa possa variare e in che entità, prima di gridare al miracolo.
In ogni caso, gli unici documenti significativi sugli altoparlanti (che non sono di White, non mi risulta sia uno specialista di queste cose...) ribadiscono la rilevanza di Re (resistenza serie della bobina) nelle THD e non di Res. Hawksford dimostra con misure strumentali che un pilotaggio in corrente riduce di parecchi dB la THD, specie nei Woofer in zona di massima distorsione, e lui dimostra che ciò accade a causa dell' inibizione degli effetti di Re e Le sul circuito, non per un presunto lavoro di stabilizzazione di potenza di Res...

Detto questo, resto ricettivo alla cosa, ma ripeto che non vedo nulla di utile all' orizzonte.

Non commento minimamente la lunga disamina sul "vissuto acustico o vissuto scientifico". La mia posizione è ribadita da molto tempo. Se devo stabilire se la THD si sente o non si sente, io uso un sistema SENZA THD e poi comincio ad introdurla gradualmente fino a sentirla. Singolare che tu, preferisca usare un sistema palesemente distorsivo per stabilire cosa si senta o no.
In ogni caso, andando per la mia strada strumentale qualche risultato e qualche analisi tra causa ed effetto l' ho colta, mentre nell' ambito termoionico colgo solo discorsi esoteristi ed inconcludenti.

Piergiorgio, Certo, molti hanno negli anni usato tecniche del genere, compreso Aloia Hiraga e Kaneta che non fa un' ampli senza un minimo di loop corrente/tensione.
Queste tecniche sono ibride tra corrente e tensione, che in qualche modo possono essere paragonate a roba in potenza.
Non mi risulta che siano state considerate un gran che da molti, ipotizzo anche per uno scarso impatto "reale" della cosa. Io ho testato quelle cose circa 10-12 anni fa, ma non ne ho tenuta una che sia una valida. Ma io notoriamente non uso ne diffusori ne ampli all' altezza di queste situazioni....
L' unica risultante reale di queste situazioni è di ottenere un DF minimo per effetto di una NFB di corrente e basta.

La mia vera sensazione è che esite il partito preso del DF=1 che ha già deciso che la cosa funziona (lo dice anche White, mo me lo segno.... :p ), per cui auguri e figli maschi.
Ma perchè ogni volta che io pongo questioni tecniche mi si dice che io ho un approccio sbagliato con il problema ?
Se argomento di audiofilia litigo con tutti, se la butto sul tecnico sbaglio perchè devo regolarmi con le orecchie invece che con gli strumenti.... boh....

ah, dimenticavo, la cose delle "trappole" di Paolo... :D
Guarda che di gente che emula tranquillamente un sistema termoionico, negli anni, se ne sono succeduti non pochi. Il problema è che se manca la psicologia, puoi emulare quello che vuoi, non attacca. Una vota si diceva che "non c'è più sordo di chi non vuol sentire".
La gente vuole essere certa di avere in casa un sistema "raro ed irripetibile", non un "ottimo sistema".
Ma il complesso di edipo lo conosci già no ? :D

Mauro
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Messaggio da mauropenasa »

Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l’idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell’amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l’impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l’impedenza cresce.
Guarda Piergiorgio che la THD del altoparlante è massima in zona di risonanza, non altrove. lavorare "abbastanza in tensione" nell' unico punto dove serve è una "non scelta".
L' unico sistema che io conosco per ridurre fattivamente la THD in un driver elettromagnetico è di usare un pilotaggio in corrente (non dico "puro" ma con Rg>>Re) ed un servocontrollo o una equalizzazione inversa (della erogazione di corrente) del picco di risonanza.
I meccanismi di generazione di THD nel cono non sono (secondo me e secondo i produtturi di altoparlanti, che però non sono White... :twisted: ) per nulla associabili alle cose che caldeggia Paolo, ma a tutte le deformazioni meccaniche del sistema. Esse essendo massime nella zona di massima risonanza (massimo movimento), coincidono e convivono con le back-emf, e si possono leggere tranquillamente in esse usando un pilotaggio in corrente ed un FFT in tensione. Nel caso di un pilotaggio in tensione queste componenti (in tensione) vengono cortocircuitate ed aumentano la loro incidenza perchè generano correnti di perturbazione nel circuito magnetico. Nel caso di un pilotaggio in corrente esse non sono messe nella possibilità di generare correnti di ricircolo, per cui la THD tende a ridursi.
Anche questo induce ad usare queste tecniche per lavorare. Peccato che serva sempre una equalizzazione specifica per ogni applicazione, e che si tenda a vanificare completamente il lavoro dei cross, con il pilotaggio in corrente....
Le argomentazioni portate da questi sistemi misti lasciano lo spazio che trovano sia su un piano teorico che strumentale. Certo, ci saranno zone di incidenza in cui si può anche ipotizzare un lieve miglioramento (dove la corrente lavora indisturbata), ma in zone a bassa velocità del cono, quindi dove la THD è già accettabile.

Ma siccome abbiamo scoperto che sia le sospensioni che l'aria mutano di massa facilmente, opponendo un lavoro variabile al sistema in funzione di qualche parametro che ci illustrerà Paolo, le mie conoscenze si fermano....




Mauro
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Messaggio da plovati »

Guarda Piergiorgio che la THD del altoparlante è massima in zona di risonanza, non altrove. lavorare "abbastanza in tensione" nell' unico punto dove serve è una "non scelta".
L' unico sistema che io conosco per ridurre fattivamente la THD in un driver elettromagnetico è di usare un pilotaggio in corrente (non dico "puro" ma con Rg>>Re) ed un servocontrollo o una equalizzazione inversa (della erogazione di corrente) del picco di risonanza.
Originariamente inviato da mauropenasa - 28/08/2006 :  18:40:45
solo che un pilotaggio in corrente o 'abbastanza in corrente' a risonanza (in genere a frequenze basse dove il contenuto energetico del segnale musicale è elevato) richiede una dinamica in tensione esorbitante.
Piuttosto che saturare l'amplificatore mandandolo in clipping per insufficiente tensione si cerca di preferire la limitazione a valori gestibili del picco di risonanza.

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Messaggio da UnixMan »

Fino a che non si entra nella zona di risonanza e lontano da possibili breakup a frequenze più alto, la pressione sonora prodotta è proporzionale alla velocità e la velocità e proporzionale alla accelerazione*tempo, cioè alla forza impressa (Bli) e alla frequenza del segnale. Quindi il suono seguirà fedelmente la corrente.
mmmh, mettetevi daccordo! ;) da una parte sento dire che tutto quel che conta e` solo la velocita` x cui la tensione su Res, dall'altra che invece quel che conta e` la forza applicata e quindi la corrente che ci scorre...

non sara` per caso che contano entrambe? (daltronde, come giustamente dice Piergiorgio a=dv/dt, forza e velocita` non sono indipendenti...) e che magari, in particolare, quel che conta e` la quantita` di energia trasferita nell'unita` di tempo, cioe` per l'appunto proprio la potenza attiva?

Guarda caso, guardando il grafico della potenza dissipata su Res, si direbbe che -se Res e`/fosse (circa?) costante- il pilotaggio in corrente coinciderebbe (circa) con quello a potenza attiva costante, e tutto tornerebbe anche con le verifiche di Hawksford.
Nel caso di un pilotaggio in pura corrente, con resistenza di uscita elevata, siccome l'impedenza a risonanza cresce di molto, un pilotaggio in corrente richiederebbe elevate tensioni, cioè bisognerebbe disporre di un amplificatore dalle capacità dinamiche 10 o 100 volte quelle dell'utilizzo nominale.
mah, IMHO e` lo stesso discorso (a termini invertiti) del pilotaggio in tensione, dove invece l'ampli deve essere in grado di fornire correnti molto alte. Pero`, tutto sommato, e` molto piu` semplice e crea molti meno problemi fornire tensioni (relativamente) alte e correnti relativamente basse che non correnti molto alte con tensioni basse (dove ogni resistenza di contatto, cavi e collegamenti vari, etc. diventano fonte di perdite e distorsioni varie...).
Oppure lo smorzamento della risonanza dell'altoparlante potrebbe essere fatto con sistemi puramente meccanici (un sistema controoscillante) passivi o attivi (le sospensioni elettroniche delle automobili) e a questo punto il pilotaggio in
se questo e` il problema, perche` non banalmente con sistemi acustici? un bel risuonatore accordato sul picco di risonanza nel cabinet e via andare... (un pezzo di tubo ed un po' di fonoassorbente, non mi pare questo problema insormontabile che dice Thorsten!)
Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l'idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell'amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l'impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l'impedenza cresce.
ma siamo proprio sicuri che questo sia davvero un problema, se l'ampli e` in grado di fornire tutta la tensione necessaria (cioe` e` in grado di continuare a controllare la corrente) anche in risonanza?

Se, come sostiene Mauro (ho capito male?), Res e` sostanzialmente costante come nel modello il problema non si pone, tanto piu` che in tal caso pilotaggio a corrente costante ed a potenza attiva costante sembrerebbero coincidere... :)

BTW, l'idea e` interessante... ;) :grin:

White sostiene (meglio spiegato in un articolo che mandero' a Danilo) che la IMD THD etc sono parziali espressioni della distorsione di potenza, cioè di quando la potenza elettrica inviata dall'amplificatore al carico non rispecchia fedelmente il segnale di ingresso. Poichè il suono è una parte (costante ??Lineare?? nota mia) della potenza elettrica fornita, controllando per mezzo del feedback il termine V^2/Z, anche se varia l'impedenza del carico dovuta a risonanza o altro, la potenza convertita in suono resta quella deve essere.
guarda caso, e` proprio quello che dicevo io! 8)

Considerando ancora il modello (semplificato) postato da Mauro, fisicamente Res rappresenta due cose: da una parte le perdite meccaniche del sistema, e dall'altra la cosa piu` importante di tutte: la potenza attiva assorbita dal trasduttore per svolgere il "lavoro di pompaggio", cioe` proprio la potenza acustica prodotta.

Se le perdite meccaniche si possono considerare almeno approssimativamente costanti, allora la potenza acustica e` proporzionale proprio alla potenza elettrica "dissipata" da Res.

E se (come probabile) Res non e` costante, allora solo il controllo in potenza puo` permettere di controllare correttamente l'uscita acustica.
Quello di White è l'esempio più famoso, grazie alla entusiastica riscoperta di Hiraga mi sembra, ma ci sono altri esempi di reazione mista tensione-corrente (se li ritrovo li posto) forse anche precedenti.
interessante... attendo con ansia di vederli... :p
Ho la sensazione che le possibilità ultime di queste applicazioni non siano state raggiunte.
inutile dire che sono assolutamente daccordo... :D


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

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Messaggio da enricopriami »

Ciao a tutti e complimenti per l'interessantissima discussione....

Scusate la domanda da semi analfabeta riguardo la parte elettronica, amplificatore...

Mi pare di capire che alla fine un pilotaggio in corrente non sia proponibile a patto di creare un diffusore cucito su misura sull'amplificatore quindi per adesso scarto un attimo questa ipotesi...
Un ampli retroazionato ha il vantaggio di essere praticamente abbinabile a qualsiasi diffusore standard perché non altera le caratteristiche del progetto diffusore (bassa Rg) però soffre del fatto che la back EFM produce tutti gli effetti indesiderati che meglio di me conoscete...
Domanda da profano... una sana via di mezzo cioè, un ampli SS non controreazionato che abbia come impedenza di uscita la sola impedenza generata dai finali, abbinando il tutto a un diffusore studiato per essere pilotato con ampli dall'impedenza di uscita media o medio alta, 2-3 ohm (non so quanto possa essere la Rg di un ss non controreazionato), fare una cassa pilotabile da Rg del genere non dovrebbe essere un problema, un diffusore adatto a piccoli valvolari per esempio.. Ma anche diffusori più importanti, basta sempre tenere in considerazione l'alta Rg...
Non potrebbe essere questa la via più semplice e tutto sommato più corretta??

Ciao
Enrico
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Messaggio da mauropenasa »

Paolo:
mmmh, mettetevi daccordo! da una parte sento dire che tutto quel che conta e` solo la velocita` x cui la tensione su Res, dall'altra che invece quel che conta e` la forza applicata e quindi la corrente che ci scorre...
Io parlo di velocità perchè essa è rappresentabile facilmente dal circuitino, ma il movimento (quindi anche la velocità, è assodato che nasce dalla corrente della spira immersa nel campo magnetico !
Che essa sia direttamente proporzionale alla corrente credo che sia lapalissiano.
non sara` per caso che contano entrambe? (daltronde, come giustamente dice Piergiorgio a=dv/dt, forza e velocita` non sono indipendenti...) e che magari, in particolare, quel che conta e` la quantita` di energia trasferita nell'unita` di tempo, cioe` per l'appunto proprio la potenza attiva?
Abbiamo ragione entrambe su questo punto, ma tu prendi un granchio sulla potenza. Come giustamente dice Piergiorgio, una concezione di potenza costante non può prescindere dal mantenere costante la Ztotale, quindi modulare Rg in funzione della Zint istantanea del sistema a valle, variazione che per inciso non dipende da Res ma dalle componenti reattive del sistema, e questo concetto mi pare che non passi.
Esattamente come dice lui, per ottenere questa situazione serve ridurre Zg in zona di risonanza ed aumentarlo fuori da quel punto, ma la cosa mi pare elementare...

Res può subire umanamente qualche variazione, ma si deve in primis capire se essa sia lineare (proporzionale alla velocità o alla pressione sonora istantanea, per esempio) oppure no, poi si deve valutarne l' entità percentuale. In ogni caso, nel sistema sembra che quel carico sia una parte minima (corrisoponde grossomodo alla massima impedenza di picco del sistema, che si palesa solo in zona di risonanza per poi essere "assorbita" da componenti più rilevanti per tutto il resto delle bande di frequenza....

La mia sensazione è che Piergiorgio abbia colto in modo preciso cosa sia un pilotaggio in potenza, a prescindere da Res, mentre tu Paolo ti sia un pò "incaponito" su questa componente con un concetto di "potenza attiva" abbastanza forviante. Già in un circuito semplice come quello mio, noterai che di potenze attive e reattive ve ne sono non poche, e dissipano tutte il loro controbuto energetico. Come evidenziato anche dai ragionamenti di Piergiorgio, gli elementi compensabili con Rg dai circuiti che cita sono la Ztot del sistema, non la Rtot. Questo perchè è evidente che un circuito legato a semplici relazioni V/I non è in grado di rispondere alle sole componenti in fase, quindi si dovrebbe definire come una amplificazione in "potenza apparente".
Il limite (che io ci vedo) di questa applicazione l'ho descritto qualche post fa....

Piergiorgio:
Garda che un pilotaggio in corrente NON DEVE seguire il picco di risonanza, perchè produrrebbe una ampiezza (quasi) quadratica dello stesso !
E' per questo che in teoria servirebbe una dinamica enorme (ma in pratica no...).
Se guardi i grafici di corrente che ho postato, scopri la (quasi) esatta funzione di trasferimento che un pilotaggio in corrente dovrebbe avere PER FARE SI CHE LA RISPOSTA IN FREQUENZA RESTI ANALOGA AD UN PILOTAGGIO IN TENSIONE. Vien da se che a quel punto non serve una dinamica teoricamente enorme, perchè la funzione di trasferimento provvederà a ridimensionare la risposta (in corrente) nelle zone di massima impedenza del carico. I tuoi ragionamenti sono legati ad una situazione diversa che non si implementa su queste applicazioni: il pilotaggio A CORRENTE COSTANTE. In quel caso avresti ragione....
Dato che questa funzione di trasferimento varia da altoparlante ad altoparlante, si implementa questa tecnica solo su sistemi studiati a tavolino. (oppure si introduce un feedback specifico) Ma questo non è ovvio ?
Il problema è che mentre un current driven in teoria non lavora su Rg (feedback di tensione) ma si limita a modulare una corrente di un generatore con Rg costante (ed alta), il pilotaggio in potenza, che di fondo fa un lavoro molto simile (come ha colto Paolo), va a modulare Rg proprio in zona critica (non può fare altro, se vuole mantenere costante la Ztot), vanificando parte del vantaggio...
Spero che ora si "intuiscano" almeno le mie affermazioni.

Ribadisco: Io condivido molte analisi che portano a ragionare su Rg e su come conviente gestire un carico di questo tipo. In mie applicazioni ho introdotto una NFB in tensione che ha nella sua funzione di trasferimento l' intera Ztot del carico, semplicemente perchè ho cercato una applicazione basata su ampli finali a transconduttanza, che ritengo superiore ad altre per questo motivo e per altre conseguenze pratiche.
Io ritengo però che oltre a questi sistemi si possa andare solo con tecniche molto più sofisticate non basate su NFB delle grandezze in gioco.

DF=1 o no:
Mi pare assodato che non possa funzionare su scala universale.
Facciamo i diffusori adatti a questo elemento ?
Beh, cosi come fare una cassa attiva, certo che si possono fare...
Devo ricordare che DF=1 significa inanzi tutto avere una perdita di energia acustica enorme, se la legge di ohm me lo permette, e questo non è esattamente il sogno di tutti i progettisti di casse. Poi che che se ne dica, esistono molti di più ampli "tradizionali" in tensione in circolazione che il contrario, per cui bisogna chiedersi cosa accade quando si invertono i problemi di interfacciamento...
Diciamo che si creano sistemi chiusi, quindi uno se vuole potrà progettarsi un gruppo ampli-diffusori assolutamente in simbiosi, come accade mi pare in tutta la realtà DIYs....
Io mi limito ad evidenziare gli aspetti tecnici che conosco, poi ognuno può fare quello che vuole.

Questione risonatori meccanici:
A me risulta che sia possibilissimo fare un sistema come descritto da Piergiorgio, ossia con risonatori e soluzioni meccaniche.
Perchè non si fa su larga scala ?
Mi pare ovvio, l' efficienza complessiva e la complessità progettuale (meccanica) del caso.
Controbilanciare una funzione di trasferimento spostando ed assorbendo risonanze non è esattamente un giochetto da ragazzini, anche perchè per quel poco che so ogni materiale che uno usa avrà altre sue risonanze ecc...
Anche la soluzione a celle risonanti a componenti passivi è fattibile, solo che dovrebbero assorbire direttamente tutta l' energia della risonanza con tanto di auto induzione e THD aggiunte, tendendo a vanificare la cosa...
Comunque esistono diffusori con una impedenza fissa di 1 ohm o minore, studiati verosimilmente con queste soluzioni, ma a quel punto non trovi più un ampli adatto....

Credo che di fondo ci sia un bel blog:
O stabiliamo che un altoparlante distorce e decidiamo di farlo distorcere di meno (con l'elettronica), ed allora ci possiamo rifare a molte esperienze passate in merito e costruire una cassa attiva ben studiata, oppure ragioniamo in termini di "differenza di ascolto". Le 2 cose sono molto diverse.
Nel caso delle"differenza di ascolto":
Io non associo le differenze percepite tra vari sistemi a questo fenomeno (oggetto del 3D), non almeno in modo macroscopico, per una ragione molto semplice:

I sistemi attivi di qualità in cui la THD del diffusore è scientificamente ridotta li ho sentiti, come molti di voi. Qualcuno se la sente di sostenere che un sistema attivo di qualità come prodotti in passato da Kef (pro) Audio pro ecc... avessero avuto un "suono valvolare" di qualsiasi tipo ?
Io no, e credo molti di voi, visto che non ambite a riprodurre quei sistemi....
Morale:
Ridurre la THD di solito porta a un risultato che non è neccessariamente collegato ad una impressione diretta di ascolto.
Generare avvallamenti di risposta a causa di un pilotaggio "sbagliato" per un certo tipo di diffusore genera agevolmente una impressione di ascolto diversa.

Quale delle 2 opzioni somiglia di più a quelle oggetto di questi post ?
Dando per assodato (ed io a questo non mi omologo...) che non ci si deve scandalizzare per una THD di un diffusore del 5% in gamma bassa, con aggiunta di un altro 5% (termoionico con TU non reazionato) per l' ampli, dove finiscono i pochi punti di riduzione palesati da White ?
Io non dovrei percepire un 10% di THD (e se ne può discutere in altra sede...) ma se essi mi passano da 10 a 9% mi cambio la vita ?

Vedete, anche su un piano strettamente psicoacustico, la cosa non da molto spazio di iterpretazione.

ciao


Mauro
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Messaggio da rusval »

Ciao ragazzi,
Res può subire umanamente qualche variazione, ma si deve in primis capire se essa sia lineare (proporzionale alla velocità o alla pressione sonora istantanea, per esempio) oppure no, poi si deve valutarne l' entità percentuale. In ogni caso, nel sistema sembra che quel carico sia una parte minima (corrisoponde grossomodo alla massima impedenza di picco del sistema, che si palesa solo in zona di risonanza per poi essere "assorbita" da componenti più rilevanti per tutto il resto delle bande di frequenza....
A mio avviso usare la Res per imbastire un discorso è un pò fuorviante. Mi spiego: la Res è la trasformata "elettrica" tramite il quadrato del fattore motore di una grandezza puramente meccanica, vale a dire la Rms (smorzamento meccanico delle sospensioni). Per la precisione, mi sembra che sia: Res=B*L^2/Rms. Dunque la Res dipende da due parametri, vale a dire che non è fisicamente misurabile per via diretta (come ad esempio la cms, inverso della rigidezza, occhio, non "cmes", si ricadrebbe nello stesso discorso di res).
L'errore di fondo (che si commette spesso) è il non aver pensato l'altoparlante scisso nei suoi elementi fondamentali: parte elettrica (re ed le), parte meccanica (mms, cms ed rms), uscita acustica. Tra i 3 vi sono di mezzo due trasformatori: B*L, fattore motore, coverte energia elettrica in meccanica; Sd (suoperficie radiante) converte energia meccanica in energia acustica.
Nessuno dei parametri soprastanti è costante (altrimenti da dove uscirebbero le non linearità a bassa frequenza, laddove il cono è considerabile sufficientemente rigido), tranne la mms.

Nel caso specifico: B*L dipende fortemente dall'escursione. Rms dipende più o meno fortemente dalla temperatura (dipende da quanto è "isterico" :-) il materiale di cui sono fatte le sospensioni e di quanto è isolante il supporto della bobina mobile). Lasciamo allora perdere Res...
Per inciso, non so se Rms dipenda dalla velocità, ed è un concetto che andrebbe approfondito perché molto allettante, potrebbe spiegare alcune cose. Notare che è possibile misurare, con l'attrezzatura di Klippel le non linearità dipendenti dall'escursione e temperatura ma non mi pare che si possa misurare la variazione di rms in base alla velocità. Notare che rms*v (velocità) è la forza di smorzamento alla risonanza, forza che, come giustamente sottolineava Mauro, agisce solo nei dintorni di questa, essendo bypassata a bassa frequenza dalla forza di richiamo delle sospensioni (zona di controllo della cedevolezza) e ad alta frequenza dalla forza d'inerzia (zona di controllo di massa).
Infine vi è da dire che il ruolo di Sd e B*L non è unilaterale: ogni risonanza del cono (non la fs), ogni rumore esterno, ogni riflessione, ce la troviamo ai morsetti dell'altoparlante e riflessa nella curva di impedenza. Notare infine che negli altoparlanti efficienti e\o con elevata Sd e B*L, la cosa è più evidente che negli altoparlanti poco efficienti o con smorzamento meccanico notevole. Ebbene, i primi, sono anche quasi sempre più dettagliati dei secondi...(solo che si tirano fuori spiegazioni fantasiose tipo "fattore di accelerazione" etc, ma lasciamo stare...)

Piuttosto, concentriamoci su un altro aspetto. Nei testi di fisica l'oscillatore smorzato viene trattato quasi sempre con forzamento sinusoidale e a regime. Nella Musica le condizione a regime quasistazionario non credo si instaurino tanto facilmente. Richiamiamo allora i concetti fondamentali e studiamo il transitorio: già solo se tutti i parametri dell'altoparlante fossero esattamente costanti, possiamo scordarci di usare il grafico di impedenza vs frequenza e quindi possiamo anche smettere di guardare tensione, corrente e potenza rms: queste sono definite a regime! Quando un transitorio ha delle rampe di salita e discesa elevate, la corrente richiesta sale molto più che se il carico fosse resistivo. Ma così si scopre l'acqua calda: è come dire che un altoparlante è essenzilamente reattivo. Se poi usiamo segnali particolarmente "bastardi" :-) la richiesta di corrente istantanea sale e diventa molte volte quella necessaria per la "resistenza equivalente".
Sul testo di Douglas Self si riporta una cosa simile, dovuta se non erro a Otala (nota: non mi è esattamente simpatica l'impostazione del libro, tutta basata sulla THD, ma bisogna dare atto che se altri argomenti non vengono sviscerati, perlomeno vengono accennati con almeno moderata apertura. Alla fine, quel libro è pur sempre una miniera...)
Tutto questo, senza considerare le non linearità prima accennate.

Ora, a prescindere dal tipo di pilotaggio, chiediamoci: posta una forma d'onda qualunque (purché limitata in banda audio) in ingresso all'amplificatore, è possibile ottenere all'uscita la corrente istantanea (in modulo e forma, ovvero dinamica e banda) richiesta? Ci sono cause di "reticenza" da parte dell'amplificatore ad erogarla? Si parla tanto di slew rate e lo riferiamo sempre alla tensione. Non capisco, è un controsenso!

Risolto questo :-)))))) chiediamoci se è meglio il pilotaggio in tensione, in corrente o misto. Ovviamente mi preme dire che non ho risposta...

Ciao!!
Valerio
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Messaggio da mauropenasa »

Valerio, intanto dico che condivido la tua analisi del sistema altoparlante.
Io mi fermo ad una analisi dei modelli elettrici equiparati a quelli meccanici (non conosco molto della meccanica teorica...) ma noto che la situazione non è molto diversa da quella che "intuisco" dai modelli semplificati.

La questione ultima che poni so che ti sta molto a cuore... 8)
Posso condividere qualche elemento di fondo, cosi come condivido che si deve sempre pensare di avere a che fare con un elemento reattivo per mille ragioni.
Ti dico però che devi tenere conto di Re (ed Le per frequenze più alte). Poniamo l' esempio di un trafo, elemento che più si avvicina come macchina elettrica ad un' altoparlante. In condizioni di transitorio iniziale, anche ipotizzando di partire dal famoso "first cicle", senza flusso residuo attivo e carico elevato in uscita, sappiamo che le componenti reattive riflesse sul primario possono richiedere un picco di corrente molto elevato ed in pratica l' unico elemento che la limita è la resistenza serie degli avvolgimenti.
Anche in questo caso, qualsiasi transitorio non potrà mai andare oltre ad un' ipotetico corto circuito istantaneo della sezione meccanica, ossia del secondario virtuale del nostro trafo. Dato che Re ed Le si trovano in serie a questo gruppo di trasformazione, il massimo picco di corrente che questa situazione può generare sarà equivalente alla corrente inducibile in Re dalla tensione istantanea prodotta dall'ampli. dato che mediamente Re ha un valore elevato, non sarà fisicamente possibile che il sistema richieda correnti istantanee più elevate di quelle grossomodo "nominali". Questo, nel bene e nel male è dimostrabile misurando la corrente istantanea durante un normale uso "audio", corrente che non va mai oltre questi limiti....

Questo determina lo stato che ho spesso descritto:
Re limita praticamente la massima corrente di pilotaggio generando una caduta di tensione "tampone" che smorza quindi eventuali transienti
Re cosi facendo inpedisce al ampli di avere un "controllo totale" delle dinamiche meccaniche (smorzamento), teoricamente possibile...

Diversamente, lo scambio energetico nelle celle "interne", ossia quelle meccaniche, può essere molto violento, perchè non mediato da nulla che non sia la Res (che però non limita molto l'energia che rimbalza tra le componenti reattive meccaniche...)

In sintesi, secondo me non è fisicamente possibile indurre dall' esterno (in un altoparlante normale, ovviamente) un transiente di corrente "troppo violento" (entro un range compatibile con l'azione lineare del sistema, non in saturazione ovviamente...) cosi come l' altoparlante non può fisicamente caricare un amplificatore con richieste di energia maggiori di quelle regolate da Re. Al contrario, come succede spesso, il sistema meccanico del altoparlante può andare in "crisi interna" per ragioni anche descritte da Valerio (meccanica). L' unico riflesso di questo che un ampli può "riconoscere" potrebbe essere la distorsione di ampiezza e di fase delle correnti e delle tensioni di back-emf, ma questo è un'altro capitolo....

ciao


Mauro
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