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La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 08:22
da nullo
Non avendo più l'intenzione di intervenire nello "svaccato" trhead:

http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... f=7&t=8090

apro questa nuova discussione, con premesse più chiare.

Nella discussione relativa al link si era segnalato che qualcosa di particolare con le "cassine" poteva accadere. Ci sono stati interventi a vario titolo al riguardo, alcuni ne hanno segnalato i limiti dinamici, altri hanno segnalato problemi di timbrica ecc. Direi tutte cose che chi ha un minimo bagaglio di esperienza può riscontrare, insomma relative ovvietà.

Due volte è uscito un aggettivo relativo alla sensazione che si prova davanti ai cassoni, quando si viene da una prolungata esperienza su impianti ben assortiti e dotati di cassine:

Disorientato

Qui vorrei che entrasse in gioco il concetto di sequenza, a chi sia rivolta e sul come rispettarla.

Dimenticavo:
Unixman ha scritto:indubbiamente. Ma se non vado errato si stava parlando banalmente di acustica, di come i campi emessi dai vari trasduttori interagiscono tra di loro, con le strutture dei diffusori e con l'ambiente. In tutto questo il "fattore umano" e la sua percezione non hanno nulla a che fare (al più va considerata la presenza umana come parte integrante dell'ambiente fisico, ma da quel punto di vista non è diverso da un divano o altro elemento inanimato con le sue caratteristiche acustiche).
Questo è un modo di vedere che nulla ha a che fare con quanto si cerca di indagare al fine di conoscere, mi pare evidente.

L'invito a partecipare a Fabio con contributi che lui può, anzi dovrebbe doverosamente dare :angel: , mi pare altrettanto evidente, idem per chi ha avuto la sensibilità solleticata da un ascolto con tali prerogative.

Una parola per Max: registrare con più dettaglio gli elementi di un insieme, non comporta necessariamente il rispetto delle sequenza... sequenza, so che si può fare confusione quando esce questa parola, la discussione, vorrebbe metterne il luce le peculiarità.

Qui c'è tutto dei dettagli, ma la visione d'insieme?

Immagine

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 09:33
da stereosound
nullo ha scritto:
Una parola per Max: registrare con più dettaglio gli elementi di un insieme, non comporta necessariamente il rispetto delle sequenza... sequenza, so che si può fare confusione quando esce questa parola, la discussione, vorrebbe metterne il luce le peculiarità.
Qui c'è tutto dei dettagli, ma la visione d'insieme?
Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente?).

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 10:26
da dueeffe
stereosound ha scritto: Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente? ) .

Scusa Max, eh...abbi pazienza...
Ti rendi conto, si...

ciao.

FF

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 11:16
da stereosound
dueeffe ha scritto:
stereosound ha scritto: Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente? ) .
Scusa Max, eh...abbi pazienza...
Ti rendi conto, si...
ciao.
FF
Si mi rendo conto ovviamente ! però se si vuole partire da considerazioni la cui base assiomaticamente può essere condivisibile,seppur semplificata,si potrebbe provare anche a proseguire oltre.
Prima di parlare di posizionamento dei microfoni è corretto parlare di ascoltatore TIPO, dotato del proprio apparato uditivo complesso, che in una ipotetica condizione di semispazio : "mettiamo in aperta campagna!!!", si presta ad apprezzare l’interezza di una orchestra che esegue ad esempio un pezzo dello schiaccianoci di tchaikovsky.
Questo ipotetico ascoltatore quale posizione nello spazio,rispetto alla intera orchestra, dovrà assumere per apprezzare al meglio tutta l’esecuzione?
Non è una condizione reale ovviamente... ma cosa succederebbe in questo caso?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 11:50
da nullo
Max, parti col piede sbagliato.

La collocazione dei microfoni e del fruitore in teatro, non deve essere necessariamente la stessa, il discorso è complicatissimo.

I dettagli, come del resto il respiro o i cigolii, sono un falso problema, oltretutto ascoltare il respiro di chi suona il violoncello non ha senso, come non ha senso tanto altro a cui ci costringono.

Come dice giustamente Fabio, devi riproporre una sequenza che comprende un ambiente, non dobbiamo creare l'evento, dobbiamo riprodurre un evento :smile:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 12:35
da nullo
Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 13:17
da dueeffe
nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?

Roberto,
ok per la registrazione.
Per il semplice motivo che dobbiamo "accettarla" così com'è, e quindi considerarla perfetta (non è che possiamo andare in giro a registrare quel che ci pare e come ci pare. Ammesso poi di sapere esattamente come procedere).

Per il resto, invece, avrei molto da ridire.
A partire dal titolo (cioè dall'ambito di indagine).
La questione non è relegata ai soli diffusori.

Alla fine la questione è la solita. Il sistema va indagato nella sua completezza.
Pensa alle polemiche recenti nel 3D del digitale...
La sequenza è conservata nel digitale? E nell'analogico?
Tra i software digitali e/o analogici che hai a disposizione, quale scegli (e consideri, per forza di cose, perfetto)?
DVD-A? SACD? CD? Liquido (quale)? Nastro (quale)? Shellac (quale?) Vinile (33 o 45)? Radio FM?
Perchè?
E via discorrendo fino ai diffusori, l'ambiente e l'uomo.

Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
Perchè conosco più d'una persona che registra i programmi di RADIO 3 col "bobinone".
Perchè, a detta loro, il risultato finale è migliore rispetto al lettore CD.
Perchè?

saluti,

Fabio.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 14:03
da nullo
dueeffe ha scritto:
nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?

Roberto,
ok per la registrazione.
Per il semplice motivo che dobbiamo "accettarla" così com'è, e quindi considerarla perfetta (non è che possiamo andare in giro a registrare quel che ci pare e come ci pare. Ammesso poi di sapere esattamente come procedere).

Per il resto, invece, avrei molto da ridire.
A partire dal titolo (cioè dall'ambito di indagine).
La questione non è relegata ai soli diffusori.

Alla fine la questione è la solita. Il sistema va indagato nella sua completezza.
Pensa alle polemiche recenti nel 3D del digitale...
La sequenza è conservata nel digitale? E nell'analogico?
Tra i software digitali e/o analogici che hai a disposizione, quale scegli (e consideri, per forza di cose, perfetto)?
DVD-A? SACD? CD? Liquido (quale)? Nastro (quale)? Shellac (quale?) Vinile (33 o 45)? Radio FM?
Perchè?
E via discorrendo fino ai diffusori, l'ambiente e l'uomo.

Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
Perchè conosco più d'una persona che registra i programmi di RADIO 3 col "bobinone".
Perchè, a detta loro, il risultato finale è migliore rispetto al lettore CD.
Perchè?

saluti,

Fabio.
Ottimo, e collaborativo finalmente.

Fabio ti prego di non equivocare, tu un sistema lo valuti per intero, ma devi mettere delle premesse e devi porre le basi per una valutazione.

Presupposto che non abbiamo problemi di interfacciamento, di qualità di sw, di lettura ecc. ecc ecc., arriviamo al nostro ambiente ed alle modalità di immissione.

Quando scegli un componente, lo fai dopo aver fatto speculazioni, lo descrivi ( non parlo certo solo di misure), poi lo valuti nel sistema. Se devi sostituire le BG, fai un test su un diffusore alternativo a caso, o cerchi un sostituto con predeterminate caratteristiche, e poi lo impieghi e lo valuti in un contesto organizzato?

Io ho solo chiesto quali tipi di errori può compiere un diffusore (con esplicito riferimento alla percezione umana) e come comportarsi nella scelta e come indirizzare i nostri sforzi.

Solo un'attenta valutazione a posteriori, in un contesto ottimizzato può dirci se abbiamo colto nel segno, perché è l'insieme che permette il risultato, è l'insieme che va valutato.

Insieme che comprende la zucca che valuta.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 14:31
da mau749
nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?
In queste quattro righe probabilmente è contenuto il vero "nocciolo della questione", l'errore di fondo che commettiamo nell'affrontare il problema ed il motivo per il quale tutti i thread sull'argomento finiscono col diventare sempre interessanti ma sterili e per certi versi inutili discussioni sui "massimi sistemi" e finendo miseramente con l'esaurirsi per sfinimento ...

Proviamo a ribaltare i termini della questione.

Dispongo di un "sistema" e con questo intendo tutta la catena, sorgente, elettroniche, ambiente ed ascoltatore (!) e di un software (le registrazioni) delle quali non conosco nulla se non il titolo del brano ed il suo esecutore.

L'errore di cui parlavo sta tutto nella frase "... cosa ci aspettiamo di ascoltare..." : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!

Da quell'ascolto il mio cervello, la mia sensibilità e la mia esperienza "ricostruiscono" un "possibile" contesto "verosimile" dell'evento.

Se, in base alle mie esperienze, quella riproduzione oltre che "verosimile" è anche "piacevole" o addirittura "emozionante" allora il mio sistema "funziona"...punto...!

Se vado a casa di un amico e quindi in un diverso "contesto" ed ascolto il suo sistema non ci vado con la "prevenzione" di ascoltare le stesse cose e nello stesso modo in cui le ascolto a casa mia: ascolto e basta e, a posteriori, faccio le mie considerazioni sulle analogie e sulle differenze: probabilmente, anzi, sicuramente, ci saranno più differenze che analogie ma, se ho provato "emozioni" allora anche il suo sistema funziona.

Liberate le mente da preconcetti, pregiudizi ed aspettative d'ascolto,... usate le orecchie... ed il cuore...

Questa è dichiaratamente una provocazione ma... meditate gente,... meditate...

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 17:01
da stereosound
nullo ha scritto:Max, parti col piede sbagliato.

La collocazione dei microfoni e del fruitore in teatro, non deve essere necessariamente la stessa, il discorso è complicatissimo.

I dettagli, come del resto il respiro o i cigolii, sono un falso problema, oltretutto ascoltare il respiro di chi suona il violoncello non ha senso, come non ha senso tanto altro a cui ci costringono.

Come dice giustamente Fabio, devi riproporre una sequenza che comprende un ambiente, non dobbiamo creare l'evento, dobbiamo riprodurre un evento :smile:
NO! non era questo che intendevo dire...La mia considerazione voleva partire da lontano...dagli "archetipi" di una valutazione auditiva ed emozionale di un evento musicale complesso... acquisito con tutto l’Essere !
...lo studio della architettura acustica viene dopo!
Se l'evento(registrato) lo prendi già esistente... :sad: devi solo trovare il modo di utilizzarlo al meglio!!! :lol:
L'uomo ( come ascoltatore e fruitore ) " però " rimane sempre l'ultima barriera!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 17:46
da stereosound
dueeffe ha scritto:
Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
Perchè conosco più d'una persona che registra i programmi di RADIO 3 col "bobinone".
Perchè, a detta loro, il risultato finale è migliore rispetto al lettore CD.
Perchè?

saluti,

Fabio.
Migliore!?
...chissa !! forse preferiscono il fruscio del nastro e la compressione del segnale BF che si attua in una trasmissione radio !?
...o è la "parvenza" di ascoltare il vinile!?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 17:56
da UnixMan
come se poi, nel 2011, quello che viene trasmesso per radio non provenga da un CD o altra sorgente digitale...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 mar 2011, 20:52
da dueeffe
UnixMan ha scritto:come se poi, nel 2011, quello che viene trasmesso per radio non provenga da un CD o altra sorgente digitale...
I paraocchi.
Non c'è niente da fare...
I paraocchi.

FF

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 18 mar 2011, 14:02
da stereosound
mau749 ha scritto:
Proviamo a ribaltare i termini della questione.
Dispongo di un "sistema" e con questo intendo tutta la catena, sorgente, elettroniche, ambiente ed ascoltatore (!) e di un software (le registrazioni) delle quali non conosco nulla se non il titolo del brano ed il suo esecutore.
L'errore di cui parlavo sta tutto nella frase "... cosa ci aspettiamo di ascoltare..." : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!
Non ti sembra di essere un po' troppo riduttivo!?

Qualsiasi ascolto che si possa valutare e definire poi "soddisfacente", od in altro modo , presuppone necessariamente già il possesso di una "conoscenza antecedente" costruita,nel tempo, con esperienze di ascolto di eventi musicali diretti ed indiretti. Non si può affatto prescindere da un bagaglio esperienzale che dovrà/potrà rappresentare necessariamente il termine di paragone o un modello, benchè in evoluzione,a cui si fa riferimento.
L'elemento "UMANO",nella sua globalità, è una peculiarità sempre determinante,anche fondamentale in certi casi!
:-@
Il "Modello" tende ad essere "variante" nel tempo a motivo di evoluzioni o condizionamenti ( o disturbi della memoria!!! :lol: )
mau749 ha scritto:
Da quell'ascolto il mio cervello, la mia sensibilità e la mia esperienza "ricostruiscono" un "possibile" contesto "verosimile" dell'evento.
Infatti...le attività mentali (usare il termine cervello lo trovo inappropriato)possono verificare, sulla base di dati precedentemente immagazzinati nella nostra memoria,gli eventuali rapporti per poterne trarre una conclusione( volendo si potrebbe ricostruire o persino costruire un pezzo musicale nella propria mente senza ascoltare nulla).
mau749 ha scritto:
Se, in base alle mie esperienze, quella riproduzione oltre che "verosimile" è anche "piacevole" o addirittura "emozionante" allora il mio sistema "funziona"...punto...!
Perfetto...la realtà "soggettivata" di chi ascolta, attraverso una una valutazione(sintesi )percettiva , può essere elaborata come un confrontato di "verosimiglianza"! L'uguaglianza diventa utopistica! Il piacere dell'ascolto è un altro aspetto che non deve essere strettamente legato alla "verosimiglianza" anche se può derivare da una certa qualità riproduttiva o al semplice atteggiamento mentale finalizzato ad un certo tipo di appagamento.
mau749 ha scritto:
Se vado a casa di un amico e quindi in un diverso "contesto" ed ascolto il suo sistema non ci vado con la "prevenzione" di ascoltare le stesse cose e nello stesso modo in cui le ascolto a casa mia: ascolto e basta e, a posteriori, faccio le mie considerazioni sulle analogie e sulle differenze: probabilmente, anzi, sicuramente, ci saranno più differenze che analogie ma, se ho provato "emozioni" allora anche il suo sistema funziona.
Anche questo è esatto...però a livello di sintesi della percezione tendiamo ad adattare,se vogliamo e se ci sembra congruente,la nostra soddisfazione( derivante da un certo compiacimento autoindotto) a quella nuova realtà...anche se possiamo ribaltare facilmente,anche per aspetti minimi, la nostra valutazione!
mau749 ha scritto:
Liberate le mente da preconcetti, pregiudizi ed aspettative d'ascolto,... usate le orecchie... ed il cuore...
Fino ad un certo punto...anche questa affermazione è limitativa ...almeno per me.
mau749 ha scritto:

Questa è dichiaratamente una provocazione ma... meditate gente,... meditate...
Ciao
Perchè!? ...per me non è affatto una provocazione... :smile:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 19 mar 2011, 10:45
da mau749
La mia "provocazione" era solo riferita al fatto che, praticamente sempre, quando si affrontano questi argomenti si finisce troppo spesso con il cercare "a priori" il motivo di certi risultati d'ascolto ribaltando i canoni della ricerca classica basata essenzialmente "prima" sull'osservazione dell'evento e solo "dopo" su una possibile "teorizzazione" e creazione di un modello attendibile.

Quanto al fatto di essere stato "riduttivo" dicendo: "... cosa ci aspettiamo di ascoltare.. : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!" probabilmente hai trascurato di osservare che citando il "sistema" ho evidenziato (!) "l'ascoltatore" che quindi, proprio con il suo bagaglio di esperienze e di "conoscenza antecedente" ne è componente integrante e fondamentale.

Discutendo di "sensazioni" ci basiamo su modelli che, personalmente, sono lontanissimi da ogni realtà ed il classico esempio è la risposta in frequenza sia in camera anecoica che in ambiente: può avere un senso per capire se siano stati commessi errori grossolani ma non dice assolutamente nulla di come poi "suonerà" il sistema.

E' una realtà che tutti conosciamo, sulla quale ci si trova spessissimo d'accordo ma continuiamo a citarla come riferimento trascurando che a volte solo 1/2 dB di variazione in determinate gamme di frequenza stravolgono completamente il modo di suonare del sistema.

E anche questo non è teorizzabile perché poi intervengono gli altri componenti del "sistema" il cui "peso" non è ipotizzabile "a priori".

Con questo non voglio dire che non si possano definire della "macrocategorie" di diffusori con caratteristiche "simili" a prescindere dal resto della catena (ascoltatore ed ambiente inclusi) che possano far propendere la scelta per l'uno o per l'altro in base a considerazioni "misurabili" ma questa sarà sempre e solo una "base di partenza" su cui lavorare molto...

Detto questo vedo che sei abbastanza in sintonia con me per quanto riguarda la metodologia nell'approccio del problema.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 19 mar 2011, 22:21
da UnixMan
mau749 ha scritto:Detto questo vedo che sei abbastanza in sintonia con me per quanto riguarda la metodologia nell'approccio del problema.
credo che su questo in sintonia lo siamo un po' tutti... o almeno presumo che lo sia chiunque abbia un minimo di esperienza e si approcci al problema con un atteggiamento pratico/pragmatico e non astratto/preconcetto. ;)

Ovviamente, in mancanza di un modello teorico completo ed attendibile (ovvero in grado di prevedere il risultato finale, cioè il nostro "gradimento" soggettivo), un vero approccio teorico/programmatico è semplicemente impossibile. E quindi non si può fare altro che affidarsi ad un sano empirismo, sia pure per quanto possibile "guidato" e ragionato.

È per questo che, alla fine, tendiamo a seguire un po' tutti le stesse strade. Che però -sempre per lo stesso motivo- ci troviamo a percorrere quasi del tutto alla cieca, guidati da esperienze pregresse ed istinto (quando non dalle mode del momento o dal puro caso) più spesso che da considerazioni logiche. Il che inevitabilmente porta a ripetere errori su errori e rende difficile capire se/quando ci si sta' avviando lungo un vicolo cieco.

È per questo che da quando, poco dopo essermi avvicinato a questo hobby, ho scoperto con raccapriccio che tutto ciò che prima credevo essere ovvio e scontato non lo è affatto, il mio sogno più grande è diventato quello di riuscire a "trovare il bandolo della matassa", scoprire il nesso tra quello che possiamo conoscere, misurare, quantificare e quindi progettare e quella che invece è la "qualità percepita" dei nostri sistemi.

Riuscire in una impresa del genere vorrebbe dire poter progettare i sistemi (ed i relativi componenti) con cognizione di causa, in funzione della qualità finale anziché di parametri sostanzialmente arbitrari o quasi, talvolta del tutto scorrelati (se non addirittura controproducenti) rispetto alla qualità percepita. Col che si risparmierebbe un mucchio di tempo e di denaro e verosimilmente (oserei dire certamente) si otterrebbero risultati migliori di quelli ottenibili procedendo alla cieca.

Purtroppo, sebbene nel tempo qualche indizio più o meno vago qua e la lo abbia colto, l'obbiettivo finale resta sostanzialmente solo un sogno. Che probabilmente non si realizzerà mai. :( (io però non demordo... :) ).

Ma siamo finiti abbondantemente fuori tema... non si doveva parlare di diffusori e di "sequenze"? :)

Vogliamo provare a definire meglio il concetto? Cosa si intende per sequenza? i tempi di arrivo? di cosa, esattamente? rispetto a cosa? Perché sono importanti? Da cosa e come vengono alterate?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 01:01
da nullo
Vorrei porre all'attenzione degli interessati che la sequenza e la "Emozione", non sono necessariamente correlati.

Posso rispettare la sequenza e non ricavarne emozioni particolari, posso ascoltare un Ipod e commuovermi letteralmente.

Le aspettative esistono, perché esistiamo noi, l'attenzione ai particolari esiste, perché a noi possono interessare i particolari di un insieme. Se per certe persone, alcuni dettagli giustificano una catena, per altri, gli stessi, paiono del tutto insufficienti.

Alcuni particolari, possono essere contemplati nella sequenza errata, vedi immagine all'inizio della discussione.

Un orecchio e cervello allenato, possono ricavare condizioni sufficienti da un vero marasma, ormai ci hanno abituato così, con una sequenza corretta, non occorre sforzo alcuno.

Ora arriverà il genio del cocktail party ecc. ecc.

Se a teatro ci poniamo davanti ad un trio od un quartetto, non ci passa neanche per la capa di alzarli fino alle orecchie, di allargarli ecc. ecc. Sono lì davanti a noi e rappresentano senza problemi quello che devono. Se stiamo davanti ad una rappresentazione reale, quando chiudiamo gli occhi, possiamo notare a volte incongruenze che ad occhi aperti non c'erano.

Mentre ascolto un brano, se una chitarra , un piano ed una batteria, sono rappresentati in uno stesso punto, c'è qualcosa che non torna.

Se sono opportunamente distribuiti, va meglio.

Ma siamo all'ABC.

Se l'ascoltatore è sufficientemente sofisticato nelle esigenze, occorre che livelli relativi, eco e distribuzione delle sorgenti fantasma, siano opportune. Perché questo accada, occorre che ogni singolo suono emesso dai diffusori abbia dispersione, durata e livello adeguati, e che si incontri in maniera coerente con gli altri suoni emessi in precendenza, affinché la rappresentazione nello spazio e nel tempo sia sovrapponibile all'originaria, per la nostra percezione.

Le grossolane regolette non aiutano le esigenze sofisticate.

La musica la si può ascoltare anche tramite un citofono, nessuno direbbe che quel suono sia reale, tutti possono riconoscere vari strumenti, ma... è quello che ci interessa?

Perché noi alziamo, abbassiamo, allarghiamo le casse? Avviciniamo alle pareti, allontaniamo... Questo fa sì che la sequenza venga rispettata?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 09:43
da nullo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

è giusta?

1 2 3 4 5 6 7 8 10 9

è sbagliata?

a b c d e f

a b b c b e f

Anche in questo caso, quale è sbagliata?

do re mi fa sol la si do

una delle note è più bassa di intensità, ciò è sbagliato?

una nota è più lunga in modo tale che si sovrappone ad una altra, ciò è sbagliato?


Come si stabilisce l'ordine, tempo e l'intensità relativa fra gli elementi di una sequenza? Come la si conserva?

Se un coro esprime una sequenza di note, ma ogni persona componente l'insieme usa un tempo differito nell'esprimerle in attacco, intensità ed in tenuta, che succede?

Che tipo di modificazioni nascono in ampiezza, durata e frequenza?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 11:14
da plovati
. . . , . ?
? ? ? ? ? ?
!!!!!!!!!!!!
@#%@@#*&!
,,,,, ($)?
., . , !. .?

Quale é la sequenza migliore per un post? :grin:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 12:10
da nullo
Premesso che gradirei che ci fosse chi metta in evidenza gli errori e le incertezze, provo ad andare avanti.

Se possiamo sostenere che solo noi siamo giudici della correttezza o meno di una sequenza che ci viene proposta e lo facciamo in base a cultura ed aspettativa, riconoscendo le eventuali discrepanze con quello che ci propone la nostra conoscenza e la nostra aspettativa ....

che consideriamo una sequenza numerica, di lettere o note, non cambia poi tanto, le sequenze di PG, in base a questo, non vogliono dire nulla perché non conosciamo il valore che egli gli ha attribuito. Qualcuno potrà pensare ad uno scherzo, qualcuno potrà pensare a un dispetto.. ma lui ha aggiunto una emoticon che dovrebbe fugare il dubbio.

Se proviamo a dare un carattere di espressività alla sequenza di numeri, lettere o note, la cosa diventa più complessa, sia con la voce, che con uno strumento, aggiungiamo un altro tipo di codice, la emoticon nel caso citato, l'inflessione ed altro in altri casi, ma per ora direi di lasciare perdere.

Torno al post precedente:

Se l'esempio del coro che non è sincronizzato nei tempi e nella intensità delle componenti è passato senza problemi, e le conseguenze sulla comprensibilità della sequenza immessa in modo casuale e con livelli disomogenei sono chiare, direi di passare a quello con la voce di un singolo cantante che da unica sorgente diventa multipla.

Da tempo si parla di trattamento sul baffle:
Baffle diffraction 001.jpg
Vediamo già che le sorgenti sono più di una se abbiamo un solo ap, poiché ne aggiungiamo altre col baffle.

Col fatto che possiamo avere su un box più Ap che suonano contemporaneamente, altre ancora, (se gli Ap non sono pistoni perfettamente rigidi, ne abbiamo delle ulteriori, poi abbiamo i pannelli che vibrano, i filtri che sfasano, la inerzia degli altoparlanti, ecc. ecc., cui aggiungiamo le eco ambientali.

Poi raddoppiamo le sorgenti col secondo box, e dobbiamo farle interagire con le conseguenze che ciò comporta.

Ora pensare di buttare tutto il frullato in una stanza e che il frullato torni ad essere l'intero che ci aspettiamo, credo che sia impresa disperata.

Come rovesciare le parti di un puzzle in terra e sperare di vedere un immagine ricomposta perfettamente, il tutto, tenendo conto che abbiamo aggiunto delle parti che non sono affatto coerenti con l'immagine stessa.

Occorre pensare che questo è un grosso problema con una immagine statica...noi abbiamo a che fare un filmato, poiché dobbiamo tenere conto del tempo che scorre e di quello che doveva esistere un attimo prima e deve cessare nel giusto tempo, per lasciare spazio a quello che deve arrivare un attimo dopo.

Troppa luce per un istante in più, equivale a ridurre il buio che dovrebbe esserci un attimo dopo.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 13:31
da stereosound
nullo ha scritto:Vorrei porre all'attenzione degli interessati che la sequenza e la "Emozione", non sono necessariamente correlati.
Posso rispettare la sequenza e non ricavarne emozioni particolari, posso ascoltare un Ipod e commuovermi letteralmente.
Poichè si tende ad usare una terminologia poco ortodossa,ritengo sia corretto spiegare cosa intendi realmente per "sequenza"!
Se si tendiamo ad intendere,con questo termine,la corretta riproduzione spazio-tempo dei segnali elettrici convertiti in segnali fisici(dal diffusore) ed irradiati in un certo ambiente con ciò che ne può derivare...ciò si potrebbe benissimo scorrelare dal coinvolgimento emozionale derivante dall'ascolto.
In pratica questa è la condizione tipo di una effettuazione di misure specifiche(es: risposta in frequenza,all'impulso... e chi più ne ha più ne metta).
nullo ha scritto: Le aspettative esistono, perché esistiamo noi, l'attenzione ai particolari esiste, perché a noi possono interessare i particolari di un insieme. Se per certe persone, alcuni dettagli giustificano una catena, per altri, gli stessi, paiono del tutto insufficienti.
Mi pare ovvio!!! Qui subentra la diversità ,o meglio l'unicità( nel senso che ogni ascoltatore è un caso a sè) della sintesi percettiva umana elaborata in base a precisi schemi,gusti , sensibilità e cultura...oserei dire anche "fede" in ciò che si crede.
nullo ha scritto: Alcuni particolari, possono essere contemplati nella sequenza errata, vedi immagine all'inizio della discussione.
Questa considerazione non l'ho ben capita!
nullo ha scritto: Un orecchio e cervello allenato, possono ricavare condizioni sufficienti da un vero marasma, ormai ci hanno abituato così, con una sequenza corretta, non occorre sforzo alcuno.
L'apparato uditivo insieme agli altri organi sensoriali può essere considerato come una sonda(biologica)che il "cervello" utilizza per collegarsi all'ambiente esterno a sè...l'allenamento ,come tu lo chiami, è solo frutto di operazioni "mentali" che ci permettono di ricercare i rapporti tra gli eventi spazio-tempo che sondiamo attraverso,in questo particolare contesto, gli organi di senso (anche il corpo fisico partecipa a questa giostra percettiva!) ed nostro il bagaglio culturale-emotivo-empatico.
La sequenza corretta a cosa si riferirebbe qui!? Si torna alla "accezione" di cui al soggetto!
nullo ha scritto: Ora arriverà il genio del cocktail party ecc. ecc.
No...non c'è il genio del "cocktail party",secondo questo effetto...come per quello di "Haas",la capacità intrinseca della nostra capacità percettiva può metterci,spesso ma non sempre, al riparo da certi effetti deleteri indesiderabili!
nullo ha scritto: Se a teatro ci poniamo davanti ad un trio od un quartetto, non ci passa neanche per la capa di alzarli fino alle orecchie, di allargarli ecc. ecc. Sono lì davanti a noi e rappresentano senza problemi quello che devono. Se stiamo davanti ad una rappresentazione reale, quando chiudiamo gli occhi, possiamo notare a volte incongruenze che ad occhi aperti non c'erano.
Anche qui non capisco molto bene cosa vorresti dire...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 14:18
da stereosound
nullo ha scritto:
La musica la si può ascoltare anche tramite un citofono, nessuno direbbe che quel suono sia reale, tutti possono riconoscere vari strumenti, ma... è quello che ci interessa?
Per favore ...non scherziamo!!! : un citofono non può riprodurre tutto lo spettro audio come ben sappiamo, ma affermare che la "non realtà" di riproduzione corrisponda alla possibilità di riconoscere i vari strumenti è...eresia!
Se c'e realtà c'è anche il riconoscimento!!! In questo caso particolare manca solo il presupposto """dell'alta fedeltà"""nella riproduzione e basta!
In pratica il riconoscimento è possibile perchè ,in base all'analisi di fourier, se mancano anche le fondamentali...la nostra capacità percettiva può effettuare ugualmente il riconoscimento basandosi solo sulle armoniche di ordine superiore(anche non tutte) in quanto ri-conosce perchè...conosce!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 14:30
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto: Alcuni particolari, possono essere contemplati nella sequenza errata, vedi immagine all'inizio della discussione.
Questa considerazione non l'ho ben capita!
Eppure...

Se guardi lì'immagine cubista dettaglio per dettaglio, riconosci il violino, la tastiera ecc., così come ti soffermi su un particolare della riproduzione, puoi sentirti soddisfatto della risposta del sistema, in relazione al particolare in oggetto.

Se guardi il tutto, vedi un guazzabuglio incoerente, con attenzione puoi ricavarne indizi, ma devi fare un lavoro che non faresti se tutto fosse riproposto a dovere.

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto: Ora arriverà il genio del cocktail party ecc. ecc.
No...non c'è il genio del "cocktail party",secondo questo effetto...come per quello di "Haas",la capacità intrinseca della nostra capacità percettiva può metterci,spesso ma non sempre, al riparo da certi effetti deleteri indesiderabili!
Il riferimento era a chi, spesso, crea un collegamento dicendo che la cosa è risolvibile in tal senso, secondo quel tipo di analisi... cioè, ciò che vorremmo ovviare.
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto: Se a teatro ci poniamo davanti ad un trio od un quartetto, non ci passa neanche per la capa di alzarli fino alle orecchie, di allargarli ecc. ecc. Sono lì davanti a noi e rappresentano senza problemi quello che devono. Se stiamo davanti ad una rappresentazione reale, quando chiudiamo gli occhi, possiamo notare a volte incongruenze che ad occhi aperti non c'erano.
Anche qui non capisco molto bene cosa vorresti dire...
Mai ascoltato un trio amplificato? Bene, loro sono in tre punti, ma il suono esce da un altro/i, se tu vedi loro e la/e cassa/e, fai un certo ragionamento e sistemi la cosa. Se non vedi loro, hai le poltrone orientate in un senso e ascolti il suono venire da una direzione a volte non coerente ( fortemente di lato ad es.) e i tre possono essere sovrapposti nella sorgente fantasma. Non è incoerente con la tua aspettativa?


Ma sono dettagli dell'intero.

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
La musica la si può ascoltare anche tramite un citofono, nessuno direbbe che quel suono sia reale, tutti possono riconoscere vari strumenti, ma... è quello che ci interessa?
Per favore ...non scherziamo!!! : un citofono non può riprodurre tutto lo spettro audio come ben sappiamo, ma affermare che la "non realtà" di riproduzione corrisponda alla possibilità di riconoscere i vari strumenti è...eresia!
Non hai mica letto bene :oops: Ed io probabilmente non mi sono espresso abbastanza chiaramente, in ogni caso non ho capito l'obiezione.

Ho detto che non basta riconoscere vari strumenti, una voce la riconosci anche per telefono, o al citofono.

Ho inteso non è quello che si sta cercando, nel senso che solo quello ovviamente non basta, non parlavamo di sequenza?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 17:25
da UnixMan
Come suggerivo, e poi ribadito anche da "stereosound" (e credo che quello fosse anche il senso dell'intervento di PG), prima di poter andare avanti devi necessariamente definire in modo preciso ed univoco il significato dei termini che utilizzi, altrimenti non è possibile capire di cosa si stia parlando.

Cos'è questa non meglio precisata "sequenza"? Sequenza di cosa?
nullo ha scritto:do re mi fa sol la si do

una delle note è più bassa di intensità, ciò è sbagliato?

una nota è più lunga in modo tale che si sovrappone ad una altra, ciò è sbagliato?

Come si stabilisce l'ordine, tempo e l'intensità relativa fra gli elementi di una sequenza? Come la si conserva?
allora, da quello che dici, suppongo che tu stia parlando di una sequenza di note musicali, ovvero dei suoni complessi (che a loro volta sono sequenze di onde di pressione con determinate caratteristiche...) cui queste sono associate.

Stiamo parlando di riproduzione, non di produzione. Quindi la nostra sequenza "originale" è predeterminata e contenuta nei dati scritti nel CD, o nelle "oscillazioni" impresse nei solchi di un disco in vinile, ecc, insomma più in generale nella registrazione (come giustamente dicevi, non mettiamo troppa carne al fuoco ed almeno per ora lasciamo fuori la registrazione ed i suoi problemi, altrimenti non ci caviamo più i piedi).

Provo a riformulare la domanda (o almeno quella che credo sia la tua domanda) in maniera (IMHO) molto più diretta e comprensibile:

può il sistema di riproduzione (inteso nel suo complesso, ambiente compreso) alterare in qualche modo la sequenza "originale"?

E se questo è possibile, in che modo/i?

(il passo successivo è vedere se e come sia possibile evitare che questo accada, ovvero più realisticamente come limitare i danni nei limiti del possibile... ma ogni cosa a suo tempo).

nullo ha scritto:Se un coro esprime una sequenza di note, ma ogni persona componente l'insieme usa un tempo differito nell'esprimerle in attacco, intensità ed in tenuta, che succede?
[OT ma non troppo]
questo in verità è quello che succede sempre nella realtà... e noi lo chiamiamo musica. ;) :lol:

Nessun coro, orchestra o gruppo di esecutori "naturali" (umani) è mai completamente "accordato" e sincronizzato alla perfezione. Neanche un singolo esecutore esegue mai uno spartito "alla lettera", con tempi, attacchi, intensità e decadimenti tutti perfettamente uguali e prestabiliti.

(ovvero: dando per scontato che la "sequenza" originale in quel caso è lo spartito, nessun esecutore o gruppo di esecutori umani la rispetta alla perfezione. Tutti la alterano in qualche modo).

Solo un esecutore "meccanico" (e.g. un computer con interfaccia MIDI) può avere una "perfezione" simile. Curiosamente, però, proprio quelle piccole "imperfezioni", quelle piccole discrepanze fanno la differenza tra una esecuzione (e sottolineo esecuzione, non riproduzione) che troviamo piacevole ed emozionante ed una che invece troviamo noiosa e meccanica...
[/OT]

tornando più in tema (di riproduzione) e continuando a ragionare in questi termini (che se si vuole arrivare a qualcosa di concreto prima o poi si dovranno tradurre in quelli più rigorosi dell'acustica, elettroacustica ed elettronica), viene da chiedersi se questo abbia in qualche modo a che fare con la domanda precedente e cioè se per caso i nostri sistemi di riproduzione possano in qualche modo "alterare le alterazioni", andando quindi ad influire proprio su una parte estremamente delicata ed al tempo stesso estremamente importante di un messaggio musicale.
nullo ha scritto:Che tipo di modificazioni nascono in ampiezza, durata e frequenza?
Ecco, qui si comincerebbe a scendere più nel dettaglio e nel concreto.

Ma sfortunatamente torniamo al punto precedente: ampiezza, durata e frequenza di cosa?

Serve una definizione più accurata e puntuale di quello di cui si parla, altrimenti non andiamo da nessuna parte.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 18:10
da stereosound
nullo ha scritto:
Non hai mica letto bene :oops: Ed io probabilmente non mi sono espresso abbastanza chiaramente, in ogni caso non ho capito l'obiezione.

Mi riferivo al fatto che tu abbia preso come "non reale" una condizione di chiaro riconoscimento !!!
Nella riproduzione audio la larghezza di banda,appunto,non è l'elemento determinante che stabilisce il presupposto della riproduzione "reale"!
Anche se siamo fuori dal concetto di alta fedeltà!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 18:27
da nullo
UnixMan ha scritto:
nullo ha scritto:do re mi fa sol la si do

una delle note è più bassa di intensità, ciò è sbagliato?

una nota è più lunga in modo tale che si sovrappone ad una altra, ciò è sbagliato?

Come si stabilisce l'ordine, tempo e l'intensità relativa fra gli elementi di una sequenza? Come la si conserva?
allora, da quello che dici, suppongo che tu stia parlando di una sequenza di note musicali, ovvero dei suoni complessi (che a loro volta sono sequenze di onde di pressione con determinate caratteristiche...) cui queste sono associate.
Tu hai troppa fretta, come sempre e finirai per incasinare, come sempre.

stiamo parlando di

do re mi fa sol la si do

non di onde di pressione, ma di una sequenza di sillabe. Una sequenza che conosciamo in molti e a cui associamo, se pensiamo ad una scala, delle sonorità con valori relativi in altezza e che ci aspettiamo uguali come intensità e durata. Se non è uguale l'intensità delle note di una scala, presupponi un difetto?...non sei sorpreso?

UnixMan ha scritto:
nullo ha scritto:Se un coro esprime una sequenza di note, ma ogni persona componente l'insieme usa un tempo differito ( differito di molto, in modo che anche Paolo capisca che non è una cosa normale) nell'esprimerle in attacco, intensità ed in tenuta, che succede?
[OT ma non troppo]
questo in verità è quello che succede sempre nella realtà... e noi lo chiamiamo musica. ;) :lol:

Nessun coro, orchestra o gruppo di esecutori "naturali" (umani) è mai completamente "accordato" e sincronizzato alla perfezione. Neanche un singolo esecutore esegue mai uno spartito "alla lettera", con tempi, attacchi, intensità e decadimenti tutti perfettamente uguali e prestabiliti
Tu sei incredibile, come sempre del resto, non ti poni mai nelle condizioni di capire e accettare, ma sempre di cavillare, se rileggi, ho aggiunto una frase di specifica, per chi non vuole cercare di capire; tu non aiuti il ragionamento, tu lo opprimi, tu non sottolinei curando l'evoluzione, tu, appunto, cavilli e basta.

La chiami musica? fino a quale ritardo di attacco e differenza di tenuta è musica e poi diviene casino dissonante?
UnixMan ha scritto:
nullo ha scritto:Che tipo di modificazioni nascono in ampiezza, durata e frequenza?
Ecco, qui si comincerebbe a scendere più nel dettaglio e nel concreto.

Ma sfortunatamente torniamo al punto precedente: ampiezza, durata e frequenza di cosa?

Serve una definizione più accurata e puntuale di quello di cui si parla, altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Se pensi a quel che è scritto sopra con calma e poi provi a contribuire, vedrai che ce la fai anche tu, se parliamo di note espresse in sequenza ordinata con tempi di attacco giusti e tempi di tenuta giusti, confrontata con una con tempi diversi ecc ecc.

E' 'n'esempio, una metafora, usala come tale.

Se vuoi continuare di questo passo, ti lascio tutto lo spazio che vuoi, come sempre.

Se dai una mano invece, mi sorprendi, e ti ringrazio.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 18:32
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Non hai mica letto bene :oops: Ed io probabilmente non mi sono espresso abbastanza chiaramente, in ogni caso non ho capito l'obiezione.

Mi riferivo al fatto che tu abbia preso come "non reale" una condizione di chiaro riconoscimento !!!
Nella riproduzione audio la larghezza di banda,appunto,non è l'elemento determinante che stabilisce il presupposto della riproduzione "reale"!
Anche se siamo fuori dal concetto di alta fedeltà!
Si possono riconoscere e non essere realistici, la condizione di riconoscimento non è sufficiente, cerchiamo tutti altro qua dentro, il problema non era la banda, ma la qualità che, con tutta evidenza, risente d i più fattori.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 19:32
da UnixMan
nullo ha scritto:Tu hai troppa fretta, come sempre e finirai per incasinare, come sempre.
allora come al solito non si capisce dove vuoi andare a parare.
nullo ha scritto:Una sequenza che conosciamo in molti e a cui associamo, se pensiamo ad una scala, delle sonorità con valori relativi in altezza e che ci aspettiamo uguali come intensità e durata. Se non è uguale l'intensità delle note di una scala, presupponi un difetto?...non sei sorpreso?
no. Dovrei?

È un pattern che conosco e quindi riconosco ben prima che sia completo. So già (mi aspetto) fin dall'inizio (dal momento in cui l'ho riconosciuto) come "dovrebbe" essere e come "dovrebbe" andare a finire. La eventuale "sorpresa" deriva dalla mancata aderenza alla "attesa".

Praticamente quasi tutte le forme artistiche si basano in un modo o nell'altro su questo principio... creare una sequenza nota, riconoscibile (quindi una "attesa") e poi romperla creando una "sorpresa".

Dopotutto, il nostro ampiamente sovrastimato cervello (vista la generale idiozia del genere umano... ma questo è un altro discorso) è poco più che una complessa rete neurale che fa' riconoscimento di pattern.

nullo ha scritto:Tu sei incredibile, come sempre del resto, non ti poni mai nelle condizioni di capire e accettare, ma sempre di cavillare, se rileggi, ho aggiunto una frase di specifica, per chi non vuole cercare di capire; tu non aiuti il ragionamento, tu lo opprimi, tu non sottolinei curando l'evoluzione, tu, appunto, cavilli e basta.
Sei evidentemente prevenuto nei miei confronti. Ma quale cavillare?! Ho cercato di seguire la tua logica e perfino di esprimermi come te. Ma evidentemente continuiamo a parlare lingue diverse.

Senza quella "piccola" aggiunta, la tua frase poteva assumere un significato completamente diverso. Ad es. come la ho interpretata io. O credi che chi legge quello che scrivi possa anche leggerti nel pensiero per scoprire quale sia l'interpretazione "giusta" (quella che avevi in mente tu) di una frase di per se ambigua?

È per quello che da non so' quanto tempo continuo a ripeterti di precisare e contestualizzare. Non esprimerti per metafore ma andare dritto al sodo. Usare termini precisi e ben definiti, univoci e non ambigui. Frasi dal significato univoco.

Il linguaggio tecnico è scarno ed allo stesso tempo prolisso, brutto, noioso... ma c'è un motivo perché è così. Deve essere diretto ed univoco. Privo di qualsiasi ambiguità. Come un programma per computer. Deve trasmettere informazioni, non emozioni.
nullo ha scritto:Se dai una mano invece, mi sorprendi, e ti ringrazio.
nonostante tu sembri aver capito il contrario, per l'ennesima volta ci stavo provando... ma evidentemente proprio non mi riesce. Ci rinuncio ancora una volta. Buon proseguimento. :)

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 22:25
da UnixMan
Stavo rileggendo da capo il thread... e mi è caduto l'occhio su questa affermazione (che in precedenza deve essermi sfuggita):
nullo ha scritto:Se l'ascoltatore è sufficientemente sofisticato nelle esigenze, occorre che livelli relativi, eco e distribuzione delle sorgenti fantasma, siano opportune. Perché questo accada, occorre che ogni singolo suono emesso dai diffusori abbia dispersione, durata e livello adeguati, e che si incontri in maniera coerente con gli altri suoni emessi in precendenza, affinché la rappresentazione nello spazio e nel tempo sia sovrapponibile all'originaria, per la nostra percezione.
Scusa per la divagazione, ma se quella dovesse essere una premessa importante nei tuoi ragionamenti, forse è il caso di rifletterci su' un attimo.

Secondo me quell'affermazione è totalmente falsa.

IMHO è del tutto irrilevante che la "rappresentazione" (riproduzione) sia sovrapponibile ad un "evento originale" che è del tutto sconosciuto.

Proprio dal momento che non conosciamo l'originale, non abbiamo nessun metro di confronto, nessuna attesa nei suoi confronti. Nessun riferimento a cui sovrapporlo.

Quello che invece IMHO (anche sulla basa di un bel po' di letture fatte di recente sull'argomento) conta davvero è che quello che ci arriva sia "verosimile", credibile e coerente con se stesso.

Anche se non ha assolutamente nulla a che vedere con alcuna "realtà reale" mai accaduta.

Mi spiego (ci provo). La registrazione potrebbe essere avvenuta per parti separate, ciascuna registrata in una stanzetta insonorizzata di un qualche studio di registrazione (anche in tempi e luoghi diversi), con riprese ravvicinate prive di ambienza naturale. E poi riunite insieme successivamente, creando un "palcoscenico virtuale" posizionando le parti con i vari trucchi del mestiere ed aggiungendo ambienza artificiale.

(per farlo, quelli più bravi oggi registrano la risposta impulsiva dell'ambiente in cui si vuole "ambientare" l'evento e ne fanno la convoluzione con la registrazione priva di ambienza naturale. I risultati sono praticamente perfetti: se non lo sai, sei convinto di stare ascoltando una registrazione fatta proprio in quell'ambiente!).

In effetti, procedimenti analoghi sono applicati anche quando si registra un evento "dal vero" (che sia live o in studio) con tecniche multimicrofoniche "spinte".

Ascoltando la registrazione a noi potrebbe apparire che le parti abbiano suonato/cantato insieme in un ambiente "naturale". Ed il tutto ci può sembrare perfettamente credibile, coerente e naturale; in una parola, "reale".

Se le cose sono state fatte per benino, a regola d'arte, non c'è alcun "hint", nessun indizio (acustico) che possa farci capire che la registrazione in realtà è stata interamente "costruita" ad arte e che quindi, in un certo senso, quello che stiamo ascoltando è completamente "artificiale".

Non è una ipotesi fantascientifica o strampalata: un gran numero di registrazioni moderne (in effetti quasi tutte quelle degli ultimi 20 o 30 anni) sono fatte più o meno così.

E se è vero che alcune sono fatte male ed i "trucchi" si notano (talvolta solo con impianti molto raffinati, altre fatte peggio con praticamente qualsiasi cosa le si ascolti), quelle veramente ben fatte sono del tutto impossibili da identificare (se non eventualmente dalle note di copertina e/o da foto delle sessioni di registrazione).

Quindi, non è la sovrapponibilità con un (ipotetico) originale reale che conta, ma solo la "coerenza interna" delle informazioni acustiche presenti inserite in un contesto credibile.

(per inciso, facendo un momentaneo balzo in avanti che forse non ti piacerà, io arrivo ad anticipare che IMHO il problema nella riproduzione è far si che tale "coerenza interna" -ove presente nella registrazione - sia poi mantenuta anche nel campo acustico riprodotto, quantomeno in un limitato intorno del punto di ascolto. E questo evidentemente ha molto a che fare con tempi di arrivo ed intensità relative dei campi diretti, riflessi e riverberati, risposte in frequenza relative dei campi indiretti, ecc).

Chiusa parentesi. Non ho capito se questo sia o meno rilevante ai fini del tuo discorso, quindi vedi tu cosa farne...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 22:37
da audiofanatic
:rofl:

Più vi leggo, o cerco di farlo, e più mi convinco che siete l'apoteosi della più pura Patafisica...

Tra l'altro nel 2011 cadono i 100 anni dalla pubblicazione del trattato di Patafisica del Dottor Faustroll, che già nel nome richiama il Troll, entità assurta a nuova fama con la nascita dei forum...
http://www.adelphi.it/libro/9788845905735

http://it.wikipedia.org/wiki/Patafisica

in particolare citerei:

Nel tentativo di criticare il pregiudizio generato da una visione condizionata dall'abitudine, Jarry dimostra come sia sciocco decifrare in modo univoco un fenomeno quando ne esistono infinite interpretazioni

La Patafisica è la scienza delle Soluzioni Immaginarie.
Ci regala l’illusione di mettere a posto qualcosa che invece resta nel caos più assoluto. :o Detta così sembra una pratica molto tranquillizzante. Infatti, a volte lo è. Ma non sempre. Sembra la strategia dello struzzo. In realtà, dentro, c’è del genio. Forse anche nello struzzo, se interpretiamo la sua strategia in termini zen.
I Patafisici si inventano restrizioni logiche (all)e quali cercano di evadere mediante la creatività. In pratica, sono come dei topi che si costruiscono trappole dalle quali cercano di scappare.
Che cosa fa un patafisico? Che cosa lo contraddistingue dagli altri esseri umani? Parla continuamente di cose che non ci sono ma ne parla con tale entusiasmo e con tale convinzione che è come se ci fossero. :lol:
da: http://www.maigret-e-magritte.it/index. ... &Itemid=13

fantastico, sembra stia parlando di voi :rofl:

e anche io credo di essere sempre stato un Patafisico, senza saperlo :grin:

Filippo

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 20 mar 2011, 23:02
da nullo
UnixMan ha scritto:
nullo ha scritto:Una sequenza che conosciamo in molti e a cui associamo, se pensiamo ad una scala, delle sonorità con valori relativi in altezza e che ci aspettiamo uguali come intensità e durata. Se non è uguale l'intensità delle note di una scala, presupponi un difetto?...non sei sorpreso?
no. Dovrei?

È un pattern che conosco e quindi riconosco ben prima che sia completo. So già (mi aspetto) fin dall'inizio (dal momento in cui l'ho riconosciuto) come "dovrebbe" essere e come "dovrebbe" andare a finire. La eventuale "sorpresa" deriva dalla mancata aderenza alla "attesa".

Praticamente quasi tutte le forme artistiche si basano in un modo o nell'altro su questo principio... creare una sequenza nota, riconoscibile (quindi una "attesa") e poi romperla creando una "sorpresa".

Minchia Paolo!

Ma che caspita! Parlo di una scala e di mancata attinenza ad una sequenza nota e tu mi parli di musica e di forme artistiche... ma ti rendi conto?
UnixMan ha scritto: Senza quella "piccola" aggiunta, la tua frase poteva assumere un significato completamente diverso. Ad es. come la ho interpretata io. O credi che chi legge quello che scrivi possa anche leggerti nel pensiero per scoprire quale sia l'interpretazione "giusta" (quella che avevi in mente tu) di una frase di per se ambigua?
Ma ci fai?

faccio tre esempi, metto una sequenza di numeri in disordine, una scala in disordine, parlo di un coro che si esprime non a tempo, non a livello ecc. e tu capisci che parlo di un pezzo musicale?

UnixMan ha scritto:
nullo ha scritto:Se dai una mano invece, mi sorprendi, e ti ringrazio.
nonostante tu sembri aver capito il contrario, per l'ennesima volta ci stavo provando... ma evidentemente proprio non mi riesce. Ci rinuncio ancora una volta. Buon proseguimento. :)
Che mi prenda un accidente se tu rinunci...

non sono prevenuto e non ho mai pensato che tu sia in malafede, ma se uno ti chiede aiuto, tu devi ascoltare ciò che ti chiede, non prendere le tue visioni e ossessionarlo con quelle. Guardati quel filmato che ti ho linkato.
UnixMan ha scritto:Stavo rileggendo da capo il thread... e mi è caduto l'occhio su questa affermazione (che in precedenza deve essermi sfuggita):
nullo ha scritto:Se l'ascoltatore è sufficientemente sofisticato nelle esigenze, occorre che livelli relativi, eco e distribuzione delle sorgenti fantasma, siano opportune. Perché questo accada, occorre che ogni singolo suono emesso dai diffusori abbia dispersione, durata e livello adeguati, e che si incontri in maniera coerente con gli altri suoni emessi in precendenza, affinché la rappresentazione nello spazio e nel tempo sia sovrapponibile all'originaria, per la nostra percezione.
Scusa per la divagazione, ma se quella dovesse essere una premessa importante nei tuoi ragionamenti, forse è il caso di rifletterci su' un attimo.

Secondo me quell'affermazione è totalmente falsa.
Eccolo là, sono salvo, l'accidente non mi prende.

Com'è che avevo detto? Facciamo conto che il segnale arrivi perfetto ai diffusori e siamo qui a parlare di registrazioni.

Com'è che dovremmo figurarci la riproduzione, attinente alle aspettative? Devo quindi aspettami una rappresentazione del cavolo, un suono del cavolo, perchè registrano a cavolo? e se scegliessi i dischi giusti, perché non sopporto quelle del cavolo?


Tanto per chiarire:

Non sono certo un divulgatore, ma figurati che sbagliano e fanno esempi anche i divulgatori. Sono uno che vorrebbe leggere non scrivere, se avessi le idee già chiare non avrei neanche bisogno di leggere. Se tu avessi le idee già chiare, faresti il divulgatore, invece stai qui a lambiccarti il cervello.



Invece di inseguire la cazzate, perché non rispondi a quello che è chiaro nelle domande?
nullo ha scritto:Perché noi alziamo, abbassiamo, allarghiamo le casse? Avviciniamo alle pareti, allontaniamo... Questo fa sì che la sequenza venga rispettata?
Perché non dici come risolveresti questi problemi?

nullo ha scritto:Vediamo già che le sorgenti sono più di una se abbiamo un solo ap, poiché ne aggiungiamo altre col baffle.

Col fatto che possiamo avere su un box più Ap che suonano contemporaneamente, altre ancora, se gli Ap non sono pistoni perfettamente rigidi, ne abbiamo delle ulteriori, poi abbiamo i pannelli che vibrano, i filtri che sfasano, la inerzia degli altoparlanti, ecc. ecc., cui aggiungiamo le eco ambientali.

Poi raddoppiamo le sorgenti col secondo box, e dobbiamo farle interagire con le conseguenze che ciò comporta.

Ora pensare di buttare tutto il frullato in una stanza e che il frullato torni ad essere l'intero che ci aspettiamo, credo che sia impresa disperata.

Come rovesciare le parti di un puzzle in terra e sperare di vedere un immagine ricomposta perfettamente, il tutto, tenendo conto che abbiamo aggiunto delle parti che non sono affatto coerenti con l'immagine stessa.

Occorre pensare che questo è un grosso problema con una immagine statica...noi abbiamo a che fare un filmato, poiché dobbiamo tenere conto del tempo che scorre e di quello che doveva esistere un attimo prima e deve cessare nel giusto tempo, per lasciare spazio a quello che deve arrivare un attimo dopo.

Troppa luce per un istante in più, equivale a ridurre il buio che dovrebbe esserci un attimo dopo.
Edit:
Dimenticavo di ringraziare Filippo, quel <<SIETE>>, mi ha riempito il cuore :clap:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 08:29
da stereosound
...la sequenza,L'UOMO e i giusti diffusori!
Questo è il titolo del 3D in questione!
L'uomo (come essere umano)è l' elemento cardine e fruitore finale con tutte le complessità che lo contraddistinguono!
Può essere trascurato o far finta che non esista !?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 09:02
da nullo
Max, credo che il famoso e stra citato articolo di Nuti, lo abbiamo letto tutti.

La differenza fra noi ed un microfono, almeno grossomodo, la conosciamo. Il nostro giudizio dopo una esperienza lo diamo noi, in base a ciò che abbiamo già discusso, il microfono non ne da, siamo di nuovo noi a dover interpretare ciò che legge, sempre che riusciamo a stare al netto degli errori.

Io vorrei capire quali ulteriori esperienze fare per migliorare la mia capacità di giudizio, devo perciò limitare gli errori, e quindi torno a chiedere agli uomini di buona volontà:





nullo ha scritto:Perché noi alziamo, abbassiamo, allarghiamo le casse? Avviciniamo alle pareti, allontaniamo... Questo fa sì che la sequenza venga rispettata?
....come risolvereste questi problemi?

nullo ha scritto:Vediamo già che le sorgenti sono più di una se abbiamo un solo ap, poiché ne aggiungiamo altre col baffle.

Col fatto che possiamo avere su un box più Ap che suonano contemporaneamente, altre ancora, se gli Ap non sono pistoni perfettamente rigidi, ne abbiamo delle ulteriori, poi abbiamo i pannelli che vibrano, i filtri che sfasano, la inerzia degli altoparlanti, ecc. ecc., cui aggiungiamo le eco ambientali.

Poi raddoppiamo le sorgenti col secondo box, e dobbiamo farle interagire con le conseguenze che ciò comporta.

Ora pensare di buttare tutto il frullato in una stanza e che il frullato torni ad essere l'intero che ci aspettiamo, credo che sia impresa disperata.

Come rovesciare le parti di un puzzle in terra e sperare di vedere un immagine ricomposta perfettamente, il tutto, tenendo conto che abbiamo aggiunto delle parti che non sono affatto coerenti con l'immagine stessa.

Occorre pensare che questo è un grosso problema con una immagine statica...noi abbiamo a che fare un filmato, poiché dobbiamo tenere conto del tempo che scorre e di quello che doveva esistere un attimo prima e deve cessare nel giusto tempo, per lasciare spazio a quello che deve arrivare un attimo dopo.

Troppa luce per un istante in più, equivale a ridurre il buio che dovrebbe esserci un attimo dopo.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 09:45
da stereosound
nullo ha scritto:Max, credo che il famoso e stra citato articolo di Nuti, lo abbiamo letto tutti.
Non mi riferivo affatto a quell'articolo!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 11:39
da nullo
Max, non è la bibbia, ma quell'articolo spiega piuttosto bene una cosa.

Se l'ho citato, è per sottolineare che quello che chiedi/affermi:
Stereosound ha scritto:Può essere trascurato o far finta che non esista !?
potesse essere dato per scontato. Chi non lo da per scontato, può tranquillamente continuare a vivere con le proprie idee.

Il riferimento alla differenza fra noi ed un microfono, mi sembrava una ulteriore sottolineatura.

Io ho iniziato questa discussione (che, per carità, può anche inseguire alcuni rivoli inerenti), per capire quali accorgimenti usare per sperimentare diffusori, tenendo conto di quel che hai detto, e tenendo bene a mente che abbiamo a che fare con la interpretazione di dati che scorrono nel tempo. Se i dati immessi, non rispettano una sequenza precisa e durano nel tempo più del dovuto, abbiamo a che fare con varie problematiche.

Per cui vale la richiesta di prima.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 12:08
da stereosound
nullo ha scritto:
Io ho iniziato questa discussione (che, per carità, può anche inseguire alcuni rivoli inerenti), per capire quali accorgimenti usare per sperimentare diffusori, tenendo conto di quel che hai detto, e tenendo bene a mente che abbiamo a che fare con la interpretazione di dati che scorrono nel tempo. Se i dati immessi, non rispettano una sequenza precisa e durano nel tempo più del dovuto, abbiamo a che fare con varie problematiche.
Per cui vale la richiesta di prima.
Quando si parla di sperimentazione ,almeno secondo il mio modo di vedere,vi sono varie strade possibili da da percorrere :
-Misure specifiche sui diffusori (avendo la giusta strumentazione e preparazione tecnica).
-Misure diffusori-ambiente(idem coma sopra).
-Valutazione t60 nello spettro acustico più critico ed ottimizzazione dello stesso ottimizzando l' ambiente, studio modi propri dell'ambiente e loro effetti.
-Sperimentazione empirica ad "orecchio" e relativi aggiustamenti :alla portata di tutti o quasi...ma senza pretese di dati eventualmente confrontabili.
-Valutazione e sintesi percettiva= zona di difficile trattazione.............................................. :tmi:
Personalmente non potrei ricorrere alle due prime condizioni per mancanza di attrezzatura specifica e di adeguata esperienza sulle misure tipo. :sad:
La terza e la quarta ipotesi sarebbero,almeno per me,più percorribili.
La quinta sarebbe ostica per tutti...qualche teoria l'ho messa già in evidenza ma vi è stata una risposta refrattaria oltre che disinteressata!

Tu da quale parte vorresti eventualmente cominciare se gradisci questa scaletta!?
Sarebbe inoltre auspicabile che la partecipazione non si limitasse a pochi iscritti...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 13:16
da nullo
Ora tu hai fatto la domanda da un milione di dollari ( si diceva la tempo, ora sarebbe meglio usare gli euro)

Misure, dovremmo avere una correlazione che, allo stato, mi pare alquanto grossolana, per quanto sarà sicuramente interessante una verifica in tal senso.

Ambiente, interessante lo studio, c'è molto disponibile in internet, possiamo cominciare a studiare quello che è disponibile e capire il senso del numero dopo la t, quello che comporta dilatare o restringere tale numero legato ad una ampiezza, ma con conseguenze sulla durata. Dovremmo parlare anche di livello di emissione. Una cosa da cui non possiamo prescindere proprio perché sia l'ambiente e l'uomo, reagiscono diversamente quando sollecitati da pochi dB del segnale di test, rispetto a quando lo sono da tanti (dB). Ci sono poi da considerare pure le sollecitazioni sulle strutture, mobilia ecc..

Sperimentazione, trovo che partire da oggetti semplici, noti e poco costosi per modificarli, possa generare una base comune ampiamente condivisibile. Sarebbe anche una ottima palestra per tastare con mano ciò che la teoria non può trasmettere a livello di consapevolezza. Parlo delle (a volte esigue) entità in gioco, e della loro influenza sulla percezione.

La successiva elaborazione di teorie e raccolta statistica di dati, può essere una conseguenza più facile da conseguire, con tale bagaglio di esperienze condivise.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 18:43
da stereosound
nullo ha scritto:
Misure, dovremmo avere una correlazione che, allo stato, mi pare alquanto grossolana, per quanto sarà sicuramente interessante una verifica in tal senso.
Mi era sembrato di essere stato chiaro nella breve esposizione parlando di" misure sui diffusori" che sono altra cosa rispetto ad una eventuale correlazione tra esse e la "sensazione" all'ascolto in un un preciso contesto di ambiente tipo, a tal proposito avevo riportato in altro 3D quanto segue:
La correlazione c'è,questo è inequivocabile altrimenti non potremmo sintetizzare nessuna valutazione seppur limitata ai nostri concetti astrattivi!!!
I rapporti tra tecnologia e gli aspetti percettivi (complessi ) esistono eccome! anche se non ne conosciamo i parametri e le eventuali leggi... chi si ostina a voler affermare che le sensazioni e le acquisizioni percettive e successive elaborazioni sono solo "fumo", inganna solo se stesso.
Però sarebbe corretto precisare cosa s'intende per "correlazione" in questo preciso ambito...se si pensa ad un modello matematico per ora siamo in alto mare!
Come ho già ribadito altre volte, almeno per le mie idee, la percezione,i condizionamenti ambientali ed il bagaglio culturale sono elementi fondamentali ai fini valutativi ( a prescindere dalla qualità intrinseca di una apparecchiatura o di un sistema di diffusori o di una catena riproduttiva con proprie caratteristiche tecniche ): il mio concetto di percezione e sua elaborazione,secondo la mia formazione culturale, è stato già espresso in altri 3D e non mi va di ripetermi.

Quello che al momento mi sfugge sono le tue "idee"in proposito !!! :sad:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 19:30
da nullo
La mia posizione è riassunta in quel "grossolano" e in quanto detto in precedenza.

C'è una enorme montagna da scalare, qualche passo è stato fatto, ma l'uomo e il modo con cui si relaziona col mondo, mi pare ancora lontano dall'essere modellizzato. Chi ha mezzi, attenzione, attitudine e mestiere, può probabilmente partire da situazioni già decorosamente valide, ma un grosso problema rimane la definizione del bersaglio.

Si sono spesso spesi tempo e soldi ad inseguire inutili chimere, non parlo ovviamente di professionale, che ha esigenze diverse dalle nostre.

Le premesse che stiamo ponendo, possono aiutare a definire un particolare target, se qualcuno sente di potervi aderire, l'idea di testare in maniera condivisa un prototipo, dopo averne definito le particolari caratteristiche, sarebbe interessante.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 21 mar 2011, 23:36
da nullo
Specifico che grossolano, è riferito ad aspettative molto particolari.

Correlazioni statistiche ce ne sono, se usiamo il passato come riferimento, tantissimo lavoro è stato fatto.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 22 mar 2011, 07:08
da stereosound
nullo ha scritto:Specifico che grossolano, è riferito ad aspettative molto particolari.

Correlazioni statistiche ce ne sono, se usiamo il passato come riferimento, tantissimo lavoro è stato fatto.
Attualmente,dopo l'avventura auditiva delle Visonik david ,quale sistema di diffusori accompagnano i tuoi ascolti..!?
Hai abbandonato definitivamente la tipologia "Golia?"
Cosa hai potuto desumere da questa esperienza?
Quali e quante tipologie di diffusori hai realizzato nel tuo percorso di crescita ?
Dato che stiamo parlando di diffusori...che cosa chiederesti ad un diffusore "modello" se ritieni che possa esistere!?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 22 mar 2011, 16:01
da audiofanatic
nullo ha scritto: Edit:
Dimenticavo di ringraziare Filippo, quel <<SIETE>>, mi ha riempito il cuore :clap:

di nulla, tra l'altro è un SIAMO... :rofl:
Comunque nulla da dire, state facendo un lavoro ...fantastico :lol:

Filippo

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 22 mar 2011, 23:49
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:Specifico che grossolano, è riferito ad aspettative molto particolari.

Correlazioni statistiche ce ne sono, se usiamo il passato come riferimento, tantissimo lavoro è stato fatto.
Attualmente,dopo l'avventura auditiva delle Visonik david ,quale sistema di diffusori accompagnano i tuoi ascolti..!?
Hai abbandonato definitivamente la tipologia "Golia?"
Cosa hai potuto desumere da questa esperienza?
Quali e quante tipologie di diffusori hai realizzato nel tuo percorso di crescita ?
Dato che stiamo parlando di diffusori...che cosa chiederesti ad un diffusore "modello" se ritieni che possa esistere!?
Max, credo che farò un sunto :grin:

Le cassine sono oggetto di attenta valutazione, sto lavorando sulla sistemazione in altezza ed in larghezza, pare che più larghe stiano e meglio è.

Sto inoltre ripassando la discoteca alla ricerca di problemi e incongruenze, è un lavoro molto lungo. Ci sono molte frecce nel loro arco.

Se dovessi guardare un sistema con occhi per così dire, normali, non potrei mai scendere sotto le quattro vie per parlare del massimo, probabilmente ad alta efficienza. Ma perdono inesorabilmente nei confronti dei piccoli su parametri che ora mi interessa indagare.

Ho avuto tanti diffusori, da piccoli e medi due vie, fino a robusti tre/quattro vie, l'ultimo con cui ho convissuto è stato un tre vie ad alta efficienza.

Una svolta è arrivata con la lettura degli interventi di Russo, su vari forum, probabilmente l'insoddisfazione residua era tale che sono arrivati nel giusto momento.

Giusti o sbagliati in toto o in parte, non sono certo io a dover giudicare, quegli interventi mi hanno spinto a farmi domande e tentare test, sono anche andato a Roma per ascoltare un suo sistema, io normalmente non vado mai a mostre, raduni ecc. ecc.. Una esperienza decisamente interessante, ma troppo breve, forse sarebbe bello riprovare quale impressione ne ricaverei ora che ho maturato un poco di più, ma ormai Russo ha scelto una china, nel rapportarsi col mondo, che la cosa non mi pare assolutamente pensabile.

Tu mi chiedi cosa dovrebbero fare dei diffusori?

Inseriti in un giusta catena, dovrebbero avvicinarsi a qualcosa che ha a che fare con la realtà della voce e degli strumenti, che ora tipicamente non c'è. Intendersi sul termine realtà, realismo ecc. è un momento grave del contendere.

Cose che dovrebbero forse fare le trovi citate in questa discussione ( quando un sistema non prende nullo, mi registro col nick uffa!):

http://www.mosshifi.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=27
da uffa! » 27/01/2009, 22:39

Mi sono sempre chiesto come fosse possibile e comunemente accettato che un diffusore possa tranquillamente disperdere suoni, con angoli che vanno in pratica da 360° per i gravi, fino ad uno molto più ristretto, per gli acuti.

Cosa succederebbe se si potesse rendere omogenea per tutte le frequenze quella dispersione e ridurla ad un angolo ristretto?
Ciao, Roberto
la discussione finisce con una delle mie solite ed inutili domande:
da uffa!

Sono tornato al centro ed alcuni suoni ( le voci ad esempio) erano di nuovo localizzate in maniera netta ma innaturale, sopratutto quelli al centro della cosiddetta scena, sono tornato leggermente fuori asse, e tutto appariva decisamente più naturale. La cosa si è ripetuta con diverse registrazioni, quindi nessun abbaglio, cosa c'è in quella posizione che crea la sensazione di artificio?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 01:17
da UnixMan
Robbe', ma l'hai letto quel pdf di Carlsson che ho nominato più volte di recente? Perché tra le tante altre cose, c'è anche la risposta proprio a questa tua ultima domanda!

Ed anche a varie altre, in verità; incluso il problema della dispersione, dell'interazione con l'ambiente, ecc. Se non lo hai fatto, leggilo. È molto interessante. IMHO dovresti provare a replicare un sistema simile ai suoi (o magari procurarti proprio uno dei suoi) e vedere che succede.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 08:53
da nullo
Certo che l'ho letto :smile:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 10:05
da stereosound
nullo ha scritto:

Giusti o sbagliati in toto o in parte, non sono certo io a dover giudicare, quegli interventi mi hanno spinto a farmi domande e tentare test, sono anche andato a Roma per ascoltare un suo sistema, io normalmente non vado mai a mostre, raduni ecc. ecc.. Una esperienza decisamente interessante, ma troppo breve, forse sarebbe bello riprovare quale impressione ne ricaverei ora che ho maturato un poco di più, ma ormai Russo ha scelto una china, nel rapportarsi col mondo, che la cosa non mi pare assolutamente pensabile.
Personalmente ho altre idee rispetto alle considerazioni di cui parli...se non si conoscono bene i meccanismi "percettivi"certe affermazioni potrebbero essere
logiche ma partire anche da presupposti paradigmatici!
nullo ha scritto:
Inseriti in un giusta catena, dovrebbero avvicinarsi a qualcosa che ha a che fare con la realtà della voce e degli strumenti, che ora tipicamente non c'è. Intendersi sul termine realtà, realismo ecc. è un momento grave del contendere.
...infatti,esiste per caso un modello largamente accettato od universale del concetto ""di realtà !?"" oppure sappiamo cosa intendere chiaramente se parliamo di Essa? Hai mai provato a spiegarti logicamente che cosa intendi quando usi questo termine?
I filosofi si sono impegnati parecchio per definire questo "concetto"!!!
E non mi dire che non devo scomodare la filosofia in quanto non serve!

Hai mai provato anche a definire il possibile significato del "nulla"?
Molte teorie enunciate con tanta "competenza" spesso si perdono su termini di questo genere!!!
nullo ha scritto:

Cose che dovrebbero forse fare le trovi citate in questa discussione ( quando un sistema non prende nullo, mi registro col nick uffa!)
Divertente...ma significativo!
nullo ha scritto:
http://www.mosshifi.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=27
da uffa! » 27/01/2009, 22:39

Mi sono sempre chiesto come fosse possibile e comunemente accettato che un diffusore possa tranquillamente disperdere suoni, con angoli che vanno in pratica da 360° per i gravi, fino ad uno molto più ristretto, per gli acuti.

Cosa succederebbe se si potesse rendere omogenea per tutte le frequenze quella dispersione e ridurla ad un angolo ristretto?
Ciao, Roberto
La discussione l'ho letta brevemente e la trovo interessante per certi aspetti.
PS: si potrebbero prendere alcuni spunti per ulteriori riflessioni.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 11:01
da UnixMan
nullo ha scritto:Certo che l'ho letto :smile:
bene. Sarei curioso di sapere che ne pensi, come si colloca quella visione rispetto alla tua. Volendo anche in un altro thread o in pvt, se ritieni che qui sia OT.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 19:03
da Echo
Possono due parallelepipedi 20X20X50cm messi ad un metro circa uno dall'altro e distanti dall'ascoltatore non più di 80cm (più o meno in linea con la posizione dei piedi per capirci) ricreare un'evento musicale credibilissimo sia acusticamente che come "ambienza" ??
Possono questi due parallelepipedi essere "apparentemente privi di suono" dal punto di ascolto posizionati come detto sopra??

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 20:16
da plovati
foto foto..

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 21:59
da nullo
stereosound ha scritto: Personalmente ho altre idee rispetto alle considerazioni di cui parli...se non si conoscono bene i meccanismi "percettivi"certe affermazioni potrebbero essere
logiche ma partire anche da presupposti paradigmatici!
Bene, quelli erano alcuni aspetti, parla delle eventuali incongruenze che vi hai trovato e di come risolveresti la problematica, siamo qui ad ascoltare :smile:

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Intendersi sul termine realtà, realismo ecc. è un momento grave del contendere.
...infatti,esiste per caso un modello largamente accettato od universale del concetto ""di realtà !?"" oppure sappiamo cosa intendere chiaramente se parliamo di Essa? Hai mai provato a spiegarti logicamente che cosa intendi quando usi questo termine?
I filosofi si sono impegnati parecchio per definire questo "concetto"!!!
E non mi dire che non devo scomodare la filosofia in quanto non serve!

Hai mai provato anche a definire il possibile significato del "nulla"?
Ci sarebbe da scrivere per anni :smile: ti rispondo invece telegraficamente:

Realtà

ciò che viene percepito ed elaborato con metodo già considerato da noi a proposito dell'ascolto, cioè in base a logiche considerazioni fatte sulla base di esperienze e proiezioni.

Realistico

Ciò che è attinente alla realtà, con proprietà riconducibili alle esperienze di cui sopra, ma con riconoscibili incongruenze

Nulla

la mancata percezione di qualcosa a livello di sensi e/o di logica

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:

Cose che dovrebbero forse fare le trovi citate in questa discussione
http://www.mosshifi.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=27


La discussione l'ho letta brevemente e la trovo interessante per certi aspetti.
PS: si potrebbero prendere alcuni spunti per ulteriori riflessioni.
Ancora una volta ti invito a dire la tua.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 22:38
da stereosound
nullo ha scritto:
Intendersi sul termine realtà, realismo ecc. è un momento grave del contendere.
Ci sarebbe da scrivere per anni :smile: ti rispondo invece telegraficamente:
Realtà
ciò che viene percepito ed elaborato con metodo già considerato da noi a proposito dell'ascolto, cioè in base a logiche considerazioni fatte sulla base di esperienze e proiezioni.
Realistico
Ciò che è attinente alla realtà, con proprietà riconducibili alle esperienze di cui sopra, ma con riconoscibili incongruenze
Cerco di risponderti per argomento: Definizione di Realta!
Se fosse così semplice rispondere ti direi "telegraficamente "che non esiste una realtà assoluta nè una sola realtà possibile...nè tantomeno possiamo definirla in modo univoco ed inequivocabile!
Il fatto è che parte tutto dalla "percezione"... infatti gli estremi della realtà sono: " l'idea "che nasce dentro di noi che può essere presa come riferimento, oppure tutto ciò che sta "fuori" di noi...all'opposto, come modello standardizzabile per approssimazione e convenzione(dalla cultura in vista del dominio o dalla polis culturale).
La convenzione,infatti, tende ad oggettivare una percezione collettiva( costituita da una molteplicità di percezioni singole non tutte uguali tra di loro) modellizzandola forzatamente come se fosse una unica percezione singola ripetuta N volte ed ed uguale per tutti gli individui. :envy:

nullo ha scritto:
Nulla
la mancata percezione di qualcosa a livello di sensi e/o di logica

!!! se provi a pensare alla parola "" NULLA""e chiudi gli occhi per un istante, che cosa ti viene in mente?...rifletti per un attimo su questo termine...
Prima che tu possa avere una idea abbastanza chiara... ti posso anticipare che pensando intensamente a questo termine ti senti come se avessi la mente... VUOTA ,quasi sperduta!
Riprova a fare questo esperimento per un attimo sempre chiudendo gli occhi!
Ebbene, la categoria mentale del NULLA non esiste in effetti... in quanto non ti esorta a pensare al concreto,ad una contenuto ben definibile !!! ci siamo?
Il termine Nulla non ha nessun valore ""SEMANTICO"" e per tale ragione gli possiamo appioppare qualsiasi significato ci piace!!! :lol:

Spero tu riesca a recepire ciò che voglio dire!
Alla prossima.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 23:25
da kreisky
... non apporta nulla alla discussione, è solo un battuta :smile: ma neanche la parola CHE
ne l'articolo IL hanno contenuto semantico, ma non per questo gli si può attribuire un qualsiasi valore.
La realtà... è quello di cui si fa esperienza ? potrebbe andare come definizione ?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 23 mar 2011, 23:40
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Intendersi sul termine realtà, realismo ecc. è un momento grave del contendere.
Ci sarebbe da scrivere per anni :smile: ti rispondo invece telegraficamente:
Realtà
ciò che viene percepito ed elaborato con metodo già considerato da noi a proposito dell'ascolto, cioè in base a logiche considerazioni fatte sulla base di esperienze e proiezioni.
Realistico
Ciò che è attinente alla realtà, con proprietà riconducibili alle esperienze di cui sopra, ma con riconoscibili incongruenze
Cerco di risponderti per argomento: Definizione di Realta!
Se fosse così semplice rispondere ti direi "telegraficamente "che non esiste una realtà assoluta nè una sola realtà possibile...nè tantomeno possiamo definirla in modo univoco ed inequivocabile!
Il fatto è che parte tutto dalla "percezione"... infatti gli estremi della realtà sono: " l'idea "che nasce dentro di noi che può essere presa come riferimento, oppure tutto ciò che sta "fuori" di noi...all'opposto, come modello standardizzabile per approssimazione e convenzione(dalla cultura in vista del dominio o dalla polis culturale).
La convenzione,infatti, tende ad oggettivare una percezione collettiva( costituita da una molteplicità di percezioni singole non tutte uguali tra di loro) modellizzandola forzatamente come se fosse una unica percezione singola ripetuta N volte ed ed uguale per tutti gli individui. :envy:

Infatti ti ho telegraficamente risposto che essendo un concetto che non può prescindere da noi, dalla nostra logica e dalla nostra esperienza, non ha senso estenderla ad altri tramite forzature.

La famosa locomotiva in bianco e nero dei Lumiere, era vera? Eppure la gente scappò spaventata, una volta scoperto il trucco, da vera, fu declassata e ritenuta verosimile. Oggi farebbe sorridere un bambino, che però ha paura del buio :wink:

http://www.attracco.it/lumiere.html
L'Arrivo di un Treno, provocò un vero e proprio senso di panico fra i primi spettatori, che credettero di finire schiacciati dal treno che avanzava sullo schermo. Essi avevano identificato la loro visione con quella della macchina da presa, che per la prima volta diventava protagonista del dramma.
Noi viviamo continuamente quella condizione, superiamo l'esame e poi abbiamo bisogno di un artificio di qualità migliore, se la nostra attenzione ed il nostro gusto, sono sofisticati.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 00:03
da Echo
Echo ha scritto:Possono due parallelepipedi 20X20X50cm messi ad un metro circa uno dall'altro e distanti dall'ascoltatore non più di 80cm (più o meno in linea con la posizione dei piedi per capirci) ricreare un'evento musicale credibilissimo sia acusticamente che come "ambienza" ??
Possono questi due parallelepipedi essere "apparentemente privi di suono" dal punto di ascolto posizionati come detto sopra??
plovati ha scritto:foto foto..
...di foto non ne ho e comunque la descrizione è fatta al "ribasso" nel senso che le casse sono anche più piccole di quello che ho detto ed erano posizionate anche più vicine al punto di ascolto di quello che ho detto :wink:

The Division Bell traccia High Hopes solite cassine nella posizione già citata: c'è un campanile con una campana che suona e suona ad un'altezza da campanile che oltrepassa quella del soffitto ed ad una distanza che oltrepassa la parete di fondo ...il "seguito" c'è tutto, tutti gli strumenti suonano come devono suonare ...il piano il basso etc

Echo un disco registrato in una ampia chiesa dove i vari solisti dell'orchestra non sono posizionati in prima fila ma distanti uno dall'altro e in diverse parti della chiesa (quindi ad altezze diverse): solite cassine nella posizione già citata: strumenti e voci VERE con una percezione dell'ambiente di registrazione disarmante

Disco jazz voce piano contrabbasso: solite cassine nella posizione già citata: voce stupenda reale non sò! (non conosco la voce della cantante) contrabbasso eccezionale fedelissimo alla realtà (lo conosco bene!!) giusta la grandezza giusto il suono ...il basso c'è tutto!!

come è possibile tutto questo con le cassine di cui sopra???

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 06:57
da stereosound
kreisky ha scritto:... non apporta nulla alla discussione, è solo un battuta :smile: ma neanche la parola CHE
ne l'articolo IL hanno contenuto semantico, ma non per questo gli si può attribuire un qualsiasi valore.
La realtà... è quello di cui si fa esperienza ? potrebbe andare come definizione ?
...non è la stessa cosa! l'articolo in genere se lo si sente senza seguito ci mette in una condizione di "attesa" e ci aspettiamo qualcosa di definito!
L'esperienza ha attinenza con le realtà personali uniche.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 07:26
da stereosound
nullo ha scritto:
Infatti ti ho telegraficamente risposto che essendo un concetto che non può prescindere da noi, dalla nostra logica e dalla nostra esperienza, non ha senso estenderla ad altri tramite forzature.
Il definire "senza senso" è una attribuzione di " valore " arbitraria ed,allo stesso tempo, una scappatoia per fuggire da qualcosa a cui potremmo dare un preciso significato anche se non univoco.
nullo ha scritto:
La famosa locomotiva in bianco e nero dei Lumiere, era vera? Eppure la gente scappò spaventata, una volta scoperto il trucco, da vera, fu declassata e ritenuta verosimile. Oggi farebbe sorridere un bambino, che però ha paura del buio :wink:
Qui stiamo toccando un aspetto specifico della fenomenologia della percezione...ogni nuovo fenomeno non ancora conosciuto o acquisito dal nostro bagaglio esperienziale ci mette automaticamente "fuori strada", ci lascia con in piedi in aria perchè non sappiamo ancora dove attaccare il percepito e farlo corrispondere ad un tassello della memoria storica (una specie di macchina del tempo che può tornare indietro in modo fittizio(infatti è invariante) ma che ci permette di RI-CONOSCERE i percepiti).
Se la riproduzione cinematografica o di un qualsiasi brano musicale potesse riprodurre la stessa fenomenologia dell'evento "REALE"(in questa accezione questo termine assume una connotazione "oggettivata", sarebbe come tornare indietro nel TEMPO! è questo non è possibile. La storia non può essere ripetuta allo stesso identico modo in quanto è un unico evento (ma potrebbe essere replicata parzialmente se non troppo complessa).
L'esecuzione musicale dal vivo, per es. di un quartetto,può essere registrata e riprodotta ma non replicata!Se fosse così dovremmo poter ripetere la storia con tutti gli stessi elementi...vale a dire dovremmo tornare indietro nel tempo!
Questo è il motivo fondamentale per cui la riproduzione(qualsiasi) non corrisponde assolutamente all'esecuzione...la stessa fenomenologia non si ripete e non è ripetibile allo stesso modo...ci siamo?
Non credo sia necessario specificare che, anche ripetendo la stessa esecuzione in un momento diverso,il presupposto della identica ripetitività viene a cadere.
Qui parlo di un evento live(non registrato).
La ripetitività di una incisione,seppur diversa dall'evento live,è maggiormente garantita da una certa replicabilità delle condizioni di ascolto (l'ottimizzazione di alcuni parametri esula,però, da questa problematica in quanto incide prevalentemente sulla qualità globale della riproduzione e non certamente sulla veridicità dell'evento riprodotto attraverso l'incisione ).
Ci sono più modi per superare gli ostacoli: aggirarli non produce nessun frutto! :?:
Non vorrei sentirmi dire che queste cose le prendete per scontate!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 10:07
da nullo
No scontate no, ma da tanto tempo ne parliamo e qualcosa deve pur essere passato :smile:

Ora, se paRliamo del suono percepito come se venisse da lontano, dobbiamo avere in testa che esso deve avere determinate caratteristiche, se proviene dall'alto idem ecc ecc

Sono stati postati tanti link, ove è possibile seguire come questi meccanismi siano stati indagati.

Rimane possibile inoltre, fare un esperienza di ascolto tramite auricolari dove si sentono i suoni girare attorno a noi, allontanarsi o avvicinassi, grazie alle variazioni sullo spettro e sulla intensità. Trovateli in rete.

La campana citata da Giorgio ed altro, sono state riprese, e/o processate in tal senso, i singoli suoni possono essere anche riprodotti abbastanza bene. Se una voce che si trova la centro dei due diffusori viene ascoltata solo tramite uno dei due, appare più credibile. Piccole complessi, sono riprodotti più facilmente che non grandi masse.

Se oltre ad analizzare come percepiamo, parliamo finalmente come i vari suoni debbano trovare una reciproca collocazione nello spazio e nello sviluppo temporale, cominciamo finalmente ad approfondire i concetti che sono alla base della discussione in atto.

Spero sia arrivato finalmente il momento.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 10:51
da stereosound
Echo ha scritto:

The Division Bell traccia High Hopes solite cassine nella posizione già citata: c'è un campanile con una campana che suona e suona ad un'altezza da campanile che oltrepassa quella del soffitto ed ad una distanza che oltrepassa la parete di fondo ...il "seguito" c'è tutto, tutti gli strumenti suonano come devono suonare ...il piano il basso etc
Di questa esecuzione conosci soli i vari dati riproduttivi percepiti(anche emozionali) più volte nel corso della tua vita di audiofilo!...quindi come fai ad asserire che "tutto è come dovrebbe essere"(non credo tu abbia vissuto di persona l'esperienza di quella prima registrazione come testimone auricolare ),le uniche differenze percettive sono dovute essenzialmente alla disposizione casse-ascoltatore,livello di ascolto più adatto che,anche non volendo,hanno in un certo senso limitato le negative influenze ambientali,predisposizione mentale più consona ad una condizione più rilassante( poi le incisioni dei Pink Floyd sono piene di effetti speciali...si sa).
Echo ha scritto:
Echo un disco registrato in una ampia chiesa dove i vari solisti dell'orchestra non sono posizionati in prima fila ma distanti uno dall'altro e in diverse parti della chiesa (quindi ad altezze diverse): solite cassine nella posizione già citata: strumenti e voci VERE con una percezione dell'ambiente di registrazione disarmante
Disco jazz voce piano contrabbasso: solite cassine nella posizione già citata: voce stupenda reale non sò! (non conosco la voce della cantante) contrabbasso eccezionale fedelissimo alla realtà (lo conosco bene!!) giusta la grandezza giusto il suono ...il basso c'è tutto!!
Stesse considerazioni di cui sopra...non conosci l'evento live e non si può quindi fare un confronto...tutti i rapporti che fai sono confronti di percepiti basati su altri ascolti...il contrabbasso lo conosci ...ma affermare che è lo stesso sarebbe assurdo, forse la somiglianza ti coinvolge al punto da farti sembrare di avere lì lo strumento riprodotto con le giuste dimensioni... senza voler introdurre una condizione " di compiacenza" che ti spinge a relazionare il tutto molto positivamente.
Echo ha scritto:
come è possibile tutto questo con le cassine di cui sopra???
...potere anche della mente!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 11:42
da Echo
stereosound ha scritto:
Echo ha scritto:

The Division Bell traccia High Hopes solite cassine nella posizione già citata: c'è un campanile con una campana che suona e suona ad un'altezza da campanile che oltrepassa quella del soffitto ed ad una distanza che oltrepassa la parete di fondo ...il "seguito" c'è tutto, tutti gli strumenti suonano come devono suonare ...il piano il basso etc
Di questa esecuzione conosci soli i vari dati riproduttivi percepiti(anche emozionali) più volte nel corso della tua vita di audiofilo!...quindi come fai ad asserire che "tutto è come dovrebbe essere"(non credo tu abbia vissuto di persona l'esperienza di quella prima registrazione come testimone auricolare ),le uniche differenze percettive sono dovute essenzialmente alla disposizione casse-ascoltatore,livello di ascolto più adatto che,anche non volendo,hanno in un certo senso limitato le negative influenze ambientali,predisposizione mentale più consona ad una condizione più rilassante( poi le incisioni dei Pink Floyd sono piene di effetti speciali...si sa).
Echo ha scritto:
Echo un disco registrato in una ampia chiesa dove i vari solisti dell'orchestra non sono posizionati in prima fila ma distanti uno dall'altro e in diverse parti della chiesa (quindi ad altezze diverse): solite cassine nella posizione già citata: strumenti e voci VERE con una percezione dell'ambiente di registrazione disarmante
Disco jazz voce piano contrabbasso: solite cassine nella posizione già citata: voce stupenda reale non sò! (non conosco la voce della cantante) contrabbasso eccezionale fedelissimo alla realtà (lo conosco bene!!) giusta la grandezza giusto il suono ...il basso c'è tutto!!
Stesse considerazioni di cui sopra...non conosci l'evento live e non si può quindi fare un confronto...tutti i rapporti che fai sono confronti di percepiti basati su altri ascolti...il contrabbasso lo conosci ...ma affermare che è lo stesso sarebbe assurdo, forse la somiglianza ti coinvolge al punto da farti sembrare di avere lì lo strumento riprodotto con le giuste dimensioni... senza voler introdurre una condizione " di compiacenza" che ti spinge a relazionare il tutto molto positivamente.
Echo ha scritto:
come è possibile tutto questo con le cassine di cui sopra???
...potere anche della mente!
la frase tutto è come doveva essere era riferita al suono del piano e del basso non all'ambienza certo che quel campanile io non sò neanche dove sta, ma è anche vero che mi sembra una cosa più realistica percepirlo abbastanza alto e lontano rispetto al solito (di tutti gli altri ascolti nei quali è in una posizione abbastanza innaturale).
Riguardo al disco nella chiesa ugualmente non so se ho percepito le sensazioni spaziali "fedeli al vero al 100%" però le proporzioni erano molto credibili!
Riguardo il disco jazz contrabbasso e piano li consoco bene, ok tu dici non quel contrabbasso e non quel piano ma è la cosa che ho ascoltato che più si avvicina all'esperienze che ho avuto dal vivo in generale.
riguardo al potere della mente, sicuramente ha una grossa influenza, ma devo dirti che non mi sono seduto nella sedia ad ascoltare con piena cieca fiducia ...anzi dopo 10 minuti mi sono anche alzato per vedere se c'era il trucco, perchè non potevo capacitarmi :grin: ..ma non c'era

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 16:58
da nullo
Giorgio, ecco quello che succede in media con segnali elaborati, ben diverso da riprese non manipolate:
2.10.3. Differenze nel contenuto armonico
Riferendoci alla figura precedente vediamo che una delle due onde deve "girare attorno" alla testa per raggiungere l'orecchio più lontano. Ciò comporta una leggera perdita sulle alte frequenze a causa della diffrazione [Diffrazione ] .

Mettiamo ora in pratica ciò che abbiamo imparato sul contenuto armonico di un suono modificato dal padiglione auricolare. Supponiamo di eseguire un missaggio in cui è presente un flautino che ogni tanto fa capolino tra gli altri strumenti. Se vogliamo che sia una presenza eterea, avvolgente, indefinita, possiamo intervenire sul suono tagliandone le alte frequenze. Vedremo tra un momento che uno dei fattori più rilevanti per individuare la direzione di un suono è il suo contenuto di alte frequenze. In altre parole, riusciamo ad individuare più facilmente la direzione di un suono con un elevato contenuto di alte frequenze rispetto ad uno contenente solo basse frequenze. Dunque, se vogliamo che il flautino sia ben presente anche se lontano per esempio sulla destra del nostro mix, metteremo il pan-pot [Panpot ] a destra e accentueremo le alte frequenze (facendo naturalmente attenzione a non snaturare la natura del suono...).

Forse non è quello che ci interessa. Se la ripresa fosse fatta a dovere, le cose sarebbero diverse, ma rimane il problema di come fare in modo che i due segnali L ed R, siano percepibili senza che si generino iterazioni nefaste, senza che l'ambiente dica la sua in maniera distruttiva.

Non trovi e che un ascolto near field aiuti invece di peggiorare le cose, se l'ambiente non è trattato?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 19:22
da sinuko
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Infatti ti ho telegraficamente risposto che essendo un concetto che non può prescindere da noi, dalla nostra logica e dalla nostra esperienza, non ha senso estenderla ad altri tramite forzature.
Il definire "senza senso" è una attribuzione di " valore " arbitraria ed,allo stesso tempo, una scappatoia per fuggire da qualcosa a cui potremmo dare un preciso significato anche se non univoco.
nullo ha scritto:
La famosa locomotiva in bianco e nero dei Lumiere, era vera? Eppure la gente scappò spaventata, una volta scoperto il trucco, da vera, fu declassata e ritenuta verosimile. Oggi farebbe sorridere un bambino, che però ha paura del buio :wink:
Qui stiamo toccando un aspetto specifico della fenomenologia della percezione...ogni nuovo fenomeno non ancora conosciuto o acquisito dal nostro bagaglio esperienziale ci mette automaticamente "fuori strada", ci lascia con in piedi in aria perchè non sappiamo ancora dove attaccare il percepito e farlo corrispondere ad un tassello della memoria storica (una specie di macchina del tempo che può tornare indietro in modo fittizio(infatti è invariante) ma che ci permette di RI-CONOSCERE i percepiti).
Se la riproduzione cinematografica o di un qualsiasi brano musicale potesse riprodurre la stessa fenomenologia dell'evento "REALE"(in questa accezione questo termine assume una connotazione "oggettivata", sarebbe come tornare indietro nel TEMPO! è questo non è possibile. La storia non può essere ripetuta allo stesso identico modo in quanto è un unico evento (ma potrebbe essere replicata parzialmente se non troppo complessa).
L'esecuzione musicale dal vivo, per es. di un quartetto,può essere registrata e riprodotta ma non replicata!Se fosse così dovremmo poter ripetere la storia con tutti gli stessi elementi...vale a dire dovremmo tornare indietro nel tempo!
Questo è il motivo fondamentale per cui la riproduzione(qualsiasi) non corrisponde assolutamente all'esecuzione...la stessa fenomenologia non si ripete e non è ripetibile allo stesso modo...ci siamo?
Non credo sia necessario specificare che, anche ripetendo la stessa esecuzione in un momento diverso,il presupposto della identica ripetitività viene a cadere.
Qui parlo di un evento live(non registrato).
La ripetitività di una incisione,seppur diversa dall'evento live,è maggiormente garantita da una certa replicabilità delle condizioni di ascolto (l'ottimizzazione di alcuni parametri esula,però, da questa problematica in quanto incide prevalentemente sulla qualità globale della riproduzione e non certamente sulla veridicità dell'evento riprodotto attraverso l'incisione ).
Ci sono più modi per superare gli ostacoli: aggirarli non produce nessun frutto! :?:
Non vorrei sentirmi dire che queste cose le prendete per scontate!
Partendo dalle tue premesse (non valuto se corrette o sbagliate) si potrebbe giungere ad affermare che (è una domanda):
un sistema per la riproduzione musicale è giudicato attraverso il proprio pregresso (una volta che il cervello ha compreso l’inganno il sistema risulta superato, l’inganno farà leva su parametri differenti a seconda della tipologia di diffusore ) pertanto non è possibile giudicare un sistema migliore o peggiore tra un gruppo differenziato di ascoltatori che partano da esperienze di ascolto differenti (ognuno sarà abituato a percepire alcuni inganni e altri meno a seconda del percorso fatto sino a quel momento). Così come il migliore sistema in un dato istante è per ognuno di noi dipendente dal percorso fatto.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 mar 2011, 20:39
da stereosound
sinuko ha scritto:

Partendo dalle tue premesse (non valuto se corrette o sbagliate) si potrebbe giungere ad affermare che (è una domanda):
un sistema per la riproduzione musicale è giudicato attraverso il proprio pregresso (una volta che il cervello ha compreso l’inganno il sistema risulta superato, l’inganno farà leva su parametri differenti a seconda della tipologia di diffusore ) pertanto non è possibile giudicare un sistema migliore o peggiore tra un gruppo differenziato di ascoltatori che partano da esperienze di ascolto differenti (ognuno sarà abituato a percepire alcuni inganni e altri meno a seconda del percorso fatto sino a quel momento). Così come il migliore sistema in un dato istante è per ognuno di noi dipendente dal percorso fatto.
Prima di rispondere vorrei fare una breve premessa.
Tutto il bagaglio di esperienze e conoscenze che abbiamo è solo frutto della nostra attività percettiva(questo non si potrà mai negare). Con la formazione personale si tende nel tempo e col tempo ad acquisire una propria "forma mentis "che può evolvere ed anche mutare...l'unicità di questa forma,scevra da condizionamenti almeno in apparenza,ci permette di teorizzare fuori dalle attività percettive fino al punto di modificare le stesse adattandole alle proprie inclinazioni e tendenze...cioè vale a dire che è anche possibile negare una evidenza percettiva se non risulta in accordo con la linea mentis a cui si fa riferimento. :?
Penso che fin qui sia tutto più che scontato o quasi . :wink: Le esperienze si accumulano insieme ai dati e restano sempre a disposizione(con alcuni limiti però). Infatti non sempre riusciamo a ricordare tutti i particolari delle esperienze vissute per due motivi fondamentali: 1) Il sistema percettivo si protegge automaticamente filtrando solo ciò che ci interessa o ci colpisce particolarmente anche sotto l’aspetto emozionale scartando le spurie percettive che per la nostra capacità attenzionale in quel momento non sono di utilità( ci sono naturalmente anche percezioni automatiche che esulano dalla volontà o condizioni in cui l'attività attenzionale viene attivata forzatamente per una situazione inaspettata o improvvisa);
2)Nel tempo si tende a ricordare bene ciò che interessa e che manteniamo attivo (tralasciamo qui per semplificare gli aspetti che riguardano i disturbi della memoria).
L’inganno,se così lo vuoi chiamare,consiste nella adattabilità della nostra capacità percettiva ad una situazione di ascolto con la valutazione ed accettazione dei soli parametri che ci interessano in quel momento.
Se ascoltiamo un po’ di musica da una radio portatile,se siamo audiofili,non andremo a valutare in quel preciso momento quei parametri percettivi che invece apprezziamo meglio quando ascoltiamo il nostro sistema hi-fi dato che in quella occasione siamo più avvezzi ed attenti ad una qualità a cui siamo abituati e che ricerchiamo momento per momento(deformazione audiofila!!!).
La ricerca nella riproduzione sonora può essere focalizzata sia alla qualità che alla realtà(questo termine deve tenere presente il confronto molto difficile con la condizione live che molti forse non conoscono in modo approfondito o conoscono solo marginalmente) che sono due aspetti diversi di una stessa attività percettiva…il confronto dei due aspetti può avvenire unicamente con le esperienze percettive immagazzinate nella nostra memoria che sono uniche e diverse da altri(è normale che anche i confronti di qualità e realtà tendono ad evolversi quando si scoprono condizione nuove non ancora conosciute o approfondite). Se conosco il libro non avrò difficoltà a riconoscerlo dalla copertina…ma se devo riconoscerne il contenuto bisogna sapere molto di più…cioè devo averlo letto come minimo una o più volte, quindi più lo conosco e meglio saprò valutarne i contenuti, la storiografia ed i significati.
La tua considerazione è corretta :nod:
...fino a questo momento forse non hai badato ai tuoi atti respiratori ...ma se te lo faccio notare...cambia qualcosa...senti che respiri!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 00:26
da UnixMan
mi sembra ragionevole e sostanzialmente condivisibile. :nod:

Di particolare rilevanza il discorso sulla "selettività" dell'attenzione e della memoria. Entrambe cose che hanno conseguenze notevoli (specie -ma non solo- per quanto riguarda le valutazioni soggettive, le prove a confronto, ecc).

Però, quanto detto da Paolo:
sinuko ha scritto:pertanto non è possibile giudicare un sistema migliore o peggiore tra un gruppo differenziato di ascoltatori che partano da esperienze di ascolto differenti
(almeno in quei termini) mi sembra un po' troppo drastico.

Se da un lato è vero che talora vi possono essere pareri discordanti o addirittura opposti, è altrettanto vero che in altri casi ci sono pareri sostanzialmente univoci anche tra soggetti con background "culturali" (termine da intendersi in senso molto ampio) e di esperienze completamente diversi.

Daltronde, se per quanto riguarda l'audio riprodotto e/o la musica dal vivo possiamo avere esperienze molto diverse, ci sono cose (come ad esempio la voce umana, alcuni suoni o rumori ambientali, l'acustica stessa degli ambienti più comuni, ecc) per cui abbiamo tutti esperienze comuni sostanzialmente identiche. Quindi una base comune esiste sempre, quantomeno per i suoni "naturali" (non riprodotti).

Anche questo potrebbe avere delle implicazioni notevoli.

Ad es., presumibilmente, se un dato sistema "mette d'accordo tutti" potrebbe voler dire che è in grado di creare una riproduzione che inganna i meccanismi percettivi per così dire "di basso livello" (pre-cognitivi) talmente bene da non essere più distinguibile (a livello cognitivo) da un suono "naturale" di natura simile. Viceversa, sistemi che tendono ad ottenere giudizi contrastanti (magari esaltanti per un gruppo e deludenti per un altro) probabilmente fanno leva su "trucchi" che non appartengono alla "base comune" dei suoni naturali... oppure banalmente hanno dei difetti che sono trascurabili/irrilevanti per alcuni soggetti e fondamentali per altri. :?:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 08:11
da Echo
nullo ha scritto:
Non trovi e che un ascolto near field aiuti invece di peggiorare le cose, se l'ambiente non è trattato?
dici questo per "giustificare" il posizionamento delle cassine che ho citato?
...se è per questo volevo precisare che quel posizionamento è stata una "provocazione", nel senso che all'inizio erano posizionate in modo convenzionale ma una volta spostate nella posizione che ho detto non c'erano differenze ne timbriche ne di ambienza e dal punto di ascolto in nessuna delle due posizioni si percepivano suoni provenire dalle casse!! ...in un certo senso come se l'ambiente (che non era neanche trattato in nessun modo ...solo qualche mobile di una normale casa) non influenzasse il risultato.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 08:34
da mau749
Condivido pienamente le considerazioni di Max che molto mirabilmente ha approfondito quel concetto di "verosimiglianza" che io avevo citato in precedenza.

Dirò di più: da tutto questo risulta abbastanza evidente anche un altro aspetto che spesso è dato per scontato ma che poi tanto scontato non è.

Parlo della "cultura all'ascolto" e cioè della capacità di ascoltare o meglio, di "sapere" cosa ascoltare.

Chi si avvicina per la prima volta al mondo della riproduzione musicale e vuole iniziare a valutare la qualità di un sistema, in linea di massima, non sa esattamente "cosa" ascoltare, giudica il tutto "nel complesso" spesso trascinato dalla "emotività" della riproduzione ma senza significative attenzioni ai "particolari" che invece sono proprio i fattori determinanti.

Per fare un'analogia è quanto accade per la fotografia.

Anche in quel caso il "dilettante" che scatta la fotografia alla famigliola durante la gita domenicale giudicherà buona o eccellente un'immagine in base al concetto di "riconoscibilità" del soggetto trascurando quasi sempre elementi che l'occhio vede ma che il cervello cancella perché ritenuti non necessari: è il caso del classico palo della luce che spunta dietro la testa del figlio/a, moglie, compagna, o dei piedi "tagliati" senza motivo.

Anche in questo caso quindi si giudica "nel complesso".

Se però qualcuno farà notare questi "particolari" insegnando a guardarli "con gli occhi" e non con il cervello molte delle immagini ritenute valide finiranno inesorabilmente nel cestino.

Questo per condividere anche quanto affermato da Paolo (UnixMan) sulla univocità di certi pareri anche per soggetti con esperienze diverse: vero a patto che la "cultura d'ascolto" sia sostanzialmente comune e condivisa.

Mi piace la piega che sta prendendo questo thread...su queste basi condivise forse stavolta, senza polemiche o prese di posizione, riusciremo a cavarci qualcosa di positivo...

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 13:19
da nullo
Da sempre, in particolari negozi, si affinano gusti ed esperienze per gruppi omogenei, se ne parlò tanto tempo fa, come si parlò di realismo e realtà, se non ricordo male uno degli attori era Mauro Penasa.

Se una rivista pompa un oggetto, in tanti trovano nell'oggetto pompato la soluzione dei propri problemi, la griffe o la firma del recensore sono tranquillizzanti.

Quasi tutti i mei amici hanno il mio stesso ampli |( , uno sta facendo i conti per poterlo acquistare... che sia perché ci frequentiamo? Quasi tutti miei amici hanno taroccato in qualche modo gli apparecchi come ho fatto io, sarà che anche in questo perché ci frequentiamo e possiamo cogliere/condividere determinate impressioni?

Perché i grundighisti sono derisi/compatiti da chi è fuori e loro deridono/compatiscono chi non è dentro?

Che frequentandosi succeda che si veicoli l'attenzione su basi comuni, e se i riscontri sono omogenei, si finisca per trovarsi d'accordo?

Cosa stiamo cercando? il BAM BAM? realismo è anche un BAM BAM come dal vivo.

La voce rovinata da un impianto PA? realismo è anche una voce rovinata da un impianto PA.

Sequenza, relazione fra tempo e spazio, reciprocità e coerenza fra le sorgenti fantasma, mi parevano le premesse della discussione, volete dire la vostra al riguardo, pur percorrendo le strade tortuose piùconsone a voi?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 15:25
da mau749
Forse è opportuno che puntualizzi meglio il mio pensiero.

Premetto che sono almeno vent'anni che non compro né leggo riviste "specializzate", comprese quelle che, all'inizio e senza far nomi, mi erano parse molto interessanti e molto utili per un autocostruttore ma che poi hanno finito con il diventare un "piccolo orticello" riservato e coltivato sempre dalle stesse persone che cercano di propinarti solo le loro idee e considerando emeriti imbecilli chi non ha le loro stesse opinioni.

Aggiungo altresì che sono altrettanti anni che non compero un apparecchio commerciale preferendo di gran lunga, per personalissima soddisfazione, farmeli da me.

Questo probabilmente mi porta un po' "fuori dal coro" perché mi mette nella condizione di non pormi nemmeno il problema del pro o contro "grundighisti" o di qualunque altro marchio commerciale e non mi tocca assolutamente il sapere o meno di che marca sia l'amplificatore del mio amico.

Detto questo quando parlavo di "cultura d'ascolto" non intendevo "omologazione d'ascolto" intesa nel condizionamento, cosciente o meno, al giudicare nello stesso modo una certa prestazione, insomma non intendevo "l'effetto gregge" ma solamente una base comune di esperienze d'ascolto assolutamente "adattata" da ciascuno alla propria "personalità"

Insomma, in soldoni, ascoltare "le stesse cose" non coincide con il "giudicarle" nello stesso modo... se poi uno si lascia condizionare è tutto un'altro paio di maniche...!

Tanto per fare un esempio: a Rimini molti di noi hanno ascoltato lo Zaika di Paolo (sinuko) o le "periakusma" di Filippo (audiofanatic) in tempi diversi e con musica diversa; alla fine, pur con mille sfumature, il "giudizio di fondo" è stato praticamente unanime sulle qualità degli apparecchi, sensazione di grandissima facilità di emissione, completezza e correttezza del messaggio sonoro per l'uno o immagine spettacolarmente ampia a patto di sedersi per terra e non assoluta fedeltà timbrica per le altre.

Questo a mio (modesto) modo di vedere significa comune cultura d'ascolto.
nullo ha scritto: Sequenza, relazione fra tempo e spazio, reciprocità e coerenza fra le sorgenti fantasma, mi parevano le premesse della discussione, volete dire la vostra al riguardo, pur percorrendo le strade tortuose piùconsone a voi?
Roberto, mi meraviglio di te, stai cercando di "teorizzare" delle sensazioni: come puoi pretendere di definire un modello generale di relazioni spazio/tempo o di reciprocità e coerenza fra le sorgenti fantasma quando sai bene che tutte queste variabili sono pesantemente condizionate ed influenzate oltre che da chi ascolta anche dallo specifico sistema in uso e dall'ambiente circostante.

Si potranno, al massimo, credo, indicare QUALITATIVAMENTE alcuni aspetti generali: tipologia del sistema (mono/multivia), tipologia di caricamento (reflex, SP, tromba, TL), dimensione del baffle, distanza fra centri di emissione, diffrazioni ai bordi, rapporti dimensionali dei volumi, ecc. ma nulla di più.

Spetterà poi a ciascuno di noi, nello specifico, adottare la soluzione più consona alla propria "cultura"

Il sistema PERFETTO ed UNIVERSALE, a mio parere, NON ESISTE!

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 16:15
da nullo
mau749 ha scritto:cut.....

Tanto per fare un esempio: a Rimini molti di noi hanno ascoltato lo Zaika di Paolo (sinuko) o le "periakusma" di Filippo (audiofanatic) in tempi diversi e con musica diversa; alla fine, pur con mille sfumature, il "giudizio di fondo" è stato praticamente unanime sulle qualità degli apparecchi, sensazione di grandissima facilità di emissione, completezza e correttezza del messaggio sonoro per l'uno o immagine spettacolarmente ampia a patto di sedersi per terra.....CUT
nullo ha scritto: Sequenza, relazione fra tempo e spazio, reciprocità e coerenza fra le sorgenti fantasma, mi parevano le premesse della discussione, volete dire la vostra al riguardo, pur percorrendo le strade tortuose piùconsone a voi?
Roberto, mi meraviglio di te, stai cercando di "teorizzare" delle sensazioni: come puoi pretendere di definire un modello generale di relazioni spazio/tempo o di reciprocità e coerenza fra le sorgenti fantasma quando sai bene che tutte queste variabili sono pesantemente condizionate ed influenzate oltre che da chi ascolta anche dallo specifico sistema in uso e dall'ambiente circostante.

Si potranno, al massimo, credo, indicare QUALITATIVAMENTE alcuni aspetti generali: tipologia del sistema (mono/multivia), tipologia di caricamento (reflex, SP, tromba, TL), dimensione del baffle, distanza fra centri di emissione, diffrazioni ai bordi, rapporti dimensionali dei volumi, ecc. ma nulla di più.

Spetterà poi a ciascuno di noi, nello specifico, adottare la soluzione più consona alla propria "cultura"

Il sistema PERFETTO ed UNIVERSALE, a mio parere, NON ESISTE!

Ciao

A volte mi meraviglio anch'io di me :grin:

Rimpiango il non poter essere uno di fronte all'altro come a Rimini, che risolverebbe in un attimo le apparenti incomprensioni.

Non parlavo di omologazione forzata, ma di facilità di condividere la riuscita di un percorso, quando le premesse sono chiare ed i riscontri condivisibili.

I riferimenti a marchi e negozi, erano un esempio analogo, quello del riviste era relativo invece ad un problema di condizionamento, che può avere anche chi rifiuta una evidenza perché la sua cultura, che può essere anche specifica e scientifica, lo mette nelle condizioni di negarla. Vedi le tante discussioni sule entità in gioco e sulle misure, un discorso che abbiamo già ampiamente dibattuto. Es. Cavi, Cap, ecc ecc.

Quando mi riferisco alla sequenza ed altro, le cose cambiano, io non voglio la ricetta, io vorrei capire come agite, come vi ponete, come valutate, come pensate di uscirne.

Io vorrei spunti di riflessione per poter continuare il mio personalissimo percorso, se ne faremo una parte a braccetto, ben venga, non devo piegare, non mi dovete piegare. Dobbiamo solo parlarne.

Certo sarebbe interessante costruire qualcosa da avere in comune, sentire le impressioni, fare teak e condividere i risultati, permettere ad altri di vedere cosa possa succedere.

Quando dicevo che gli amici hanno pastrocchiato gli apparecchi come ho fatto io, è perché ciò che hanno rilevato era assolutamente opportuno e condivisibile, se non li avessi resi partecipi, non lo avrebbero fatto.

Vi vedo, in molti, a scambiare impressioni su varie soluzioni nei vari apparecchi elettronici, mentre difficilmente, a livello di diffusori, vedo provare soluzioni ed esperienze particolari, tese a comprendere meglio come si possano immettere e decodificare i segnali.

Non lo trovi strano?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 17:58
da stereosound
mau749 ha scritto:Condivido pienamente le considerazioni di Max che molto mirabilmente ha approfondito quel concetto di "verosimiglianza" che io avevo citato in precedenza.
Dirò di più: da tutto questo risulta abbastanza evidente anche un altro aspetto che spesso è dato per scontato ma che poi tanto scontato non è.
Parlo della "cultura all'ascolto" e cioè della capacità di ascoltare o meglio, di "sapere" cosa ascoltare.
Le basi potrebbero esserci per una parziale condivisione di alcuni aspetti riguardanti le possibili valutazioni...ma la strada da percorrere sembra tortuosa !

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 18:55
da mau749
La mia "meraviglia" era un po' una provocazione proprio perché ci siamo conosciuti personalmente e, almeno da parte mia, assolutamente stimati ed apprezzato il modo comune con cui approcciare i problemi.

Non sono incomprensioni quindi ma solo un ribadire, come dici giustamente, che non esiste "LA" ricetta giusta per "IL" diffusore giusto.

Chiarite, spero, le presunte incomprensioni posso solo cominciare a ragionare a voce alta su come IO ho affrontato ed affronto (per ora) il problema della riproduzione.

Cominciamo dall'inizio.

Il mio background di esperienze è essenzialmente indirizzato all'ascolto dal vivo della cosiddetta "musica classica" e quindi con strumenti "naturali" non amplificati in contesti diversissimi che vanno da un estremo dall'ascolto all'aperto all'altro del pianoforte (in casa mia ce ne sono due) in un normale ambiente domestico.

Questa "cultura d'ascolto" unita ovviamente a fattori personalmente caratteriali e di esperienze di vita mi hanno portato a "definire" una scaletta di priorità delle caratteristiche che deve (dovrebbe) avere il MIO sistema per fornirmi "emozioni"

In cima alla lista c'è sicuramente l'immagine.

L'ascolto dal vivo ti porta non solo a sentire ma anche a "vedere" gli strumenti, a "vedere" la loro dimensione fisica e la loro localizzazione spaziale.

Immagina di essere a teatro per ascoltare un'orchestra sinfonica: tu sei seduto (se sei fortunato o puoi permettertelo) in platea, diciamo nel primo terzo della sua lunghezza e in una delle dieci file centrali; la tua finestra d'ascolto sarà limitata in larghezza dalla dimensione fisica del palcoscenico, la sua profondità si estenderà dal bordo del palcoscenico stesso fino alla parete di fondo e l'altezza inizierà più in alto del tuo punto d'ascolto, definita dal dislivello fra la platea e la scena e la massima altezza occupata dal complesso degli esecutori.

I rapporti fra queste dimensioni possono variare ma il concetto è sempre valido.

Per inciso questo è uno dei tanti motivi per i quali i musicisti (ho tanti amici fra loro) sono i peggiori giudici della bontà di riproduzione di un impianto: il loro è SEMPRE un "punto di vista" diverso rispetto a noi semplici "fruitori"

Le tre dimensioni, per me, hanno pesi diversi.

La più importante è la profondità dell'immagine; io definisco istintivamente il piano che contiene i centri di emissione (il baffle del diffusore) come il bordo anteriore del palcoscenico e dunque risulta evidente come il sistema "giusto" debba localizzare SEMPRE e TUTTI i suoni emessi da quel piano in poi, verso il fondo.

A seguire viene la larghezza dell'immagine: normalmente e direi "fisicamente" questa è compresa fra i due diffusori e quindi è direttamente legata alle dimensioni dell'ambiente d'ascolto; poco pertanto si può fare a meno di non manipolare il segnale così come facevano (fanno?) gli "elaboratori d'immagine" con effetti molto spesso assolutamente assurdi e completamente irreali.

C'è però una considerazione da fare: immagina idealmente il classico triangolo ai cui vertici sono posizionati i diffusori ed il punto d'ascolto: se il sistema suona "dietro" al piano dei diffusori, "geometricamente", la base del triangolo si allarga e con essa la larghezza virtuale dell'immagine.

Per ultima viene l'altezza ed il motivo è semplice: se non sei fortunato o ricco può capitare di ascoltare magari dal loggione o, se vai a Torino al Lingotto o a Verona in Arena, la tua posizione d'ascolto reale sarà più alta del palcoscenico e quindi ascolterai sempre dall'alto appunto.

Questa situazione tende a comprimere questa terza dimensione e al limite ad annullarla completamente.

Per ora mi fermo qui un po' per non tediare chi mi legge ed un po' per dar modo a tutti di intervenire.

...to be continued...

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 25 mar 2011, 23:51
da nullo
Prima abbiamo parlato di caratteristiche che dovrebbe avere il suono per generare una sensazione legata all'altezza. Un suono percepito come proveniente dall'alto, ha caratteristiche particolari, un suono "normale" può essere, nel bene e nel male, manipolato alla bisogna, come riportato in precedenza nella citazione del riquadro.

Per avere una caratteristica che esprima la distanza relativa e inoltre la profondità, quale caratteristiche dovrebbe avere? è possibile percepire un suono come lontano, pur ascoltando da vicino?

Direi di sì, ma qualcuno deve averlo messo nel disco, altrimenti come verrebbe fuori? Eppure, ancora una volta, possiamo tranquillamente accorgerci che con lo stesso disco, come succede per l'altezza, al cambiar di cavi, ampli, supporti e casse ecc., la sensazione di larghezza e profondità, la capacità di far sparire le casse o meno, in qualche modo viene modificata.

Ma prescindendo da questo, almeno per ora, come dice Maurizio, come può un suono può essere percepito come proveniente da dietro le casse?

Ci sono più parametri, intanto, possiamo dare un'occhiata a questa immagine e ricordarci che le cosiddette casse audiophile, hanno generalmente una curva calante sulle alte, questione legate alle riflessioni sulle pareti e a quanto sostiene Moller?

Immagine

... il cosiddetto suono monitor è in genere sparato in avanti, e la curva è diversa.


Leggendo qua e là, in particolare:

Si osservi che, mentre lo spostamento destra-sinistra corrisponde a un fenomeno fisico con una metrica oggettivamente misurabile attraverso grandezze fisiche (il suono proviene realmente da una posizione, la distanza tra i due altoparlanti è esprimibile in metri, ecc.), la percezione di vicino e lontano, di avvicinamento e allontanamento corrispondono piuttosto a variabili di stato, cioè a grandezze che non hanno senso di per sé, ma solo una in relazione all'altra: è possibile che il fenomeno descritto, pur ripetibile con differenti ascoltatori, dia a ciascuno di questi differenti percezioni di lontananza e vicinanza .


Più compiutamente:

http://www.acusmetria.it/ita/scritti4.html

Fenomenologia acusmetrica

Nella trattazione affronteremo la percezione e la relativa rappresentazione di punti, di linee e di superfici acusmetriche; le sorgenti sonore (gli altoparlanti) saranno sempre considerate fisse; i punti sonori saranno ottenuti indicando una percezione sonora in una precisa posizione spaziale, mentre le fenomenologie acustiche legate a linee e superfici tenderanno a farle percepire come traiettorie tracciate da punti sonori, inducendo nell'ascoltatore il senso di movimento (è il corrispondente concetto geometrico di una linea geometrica come traiettoria di un punto nello spazio); in alcuni casi tratteremo di linee "fisse", come insieme di punti compresenti (interpretazione geometrica di linea come insieme di punti).

Il contesto mostrerà chiaramente le differenti interpretazioni.

Destra-sinistra. Siamo da tempo abituati alla stereofonia: impianti di ascolto con due altoparlanti sono la norma; possiamo senza dubbio assumere che una riproduzione su due canali stereofonici sia in grado di fornirci una percezione delle provenienze di un suono da destra o da sinistra, così come qualunque suo spostamento orizzontale.

Davanti-dietro. La percezione della profondità attraverso due soli altoparlanti per riproduzioni stereofoniche deve fare ricorso a metafore linguistiche e a interpretazioni indotte dall'esperienza.

Due sono i meccanismi adottabili, in funzione della fissità della sorgente o del movimento della stessa.

Nel caso di sorgenti sonore fisse, la nostra esperienza è che quelle più lontane ci comunicano segnali più deboli; conosciamo anche la legge con cui il segnale sonoro riduce la sua potenza, che è inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Potremo quindi agire sul volume di un segnale, seguendo la legge indicata, per far percepire un suono come proveniente da una zona più o meno lontana.

Nel caso di sorgenti sonore in movimento, se la velocità di spostamento delle stesse è bassa, valgono le considerazioni fatte sul volume, mentre nel caso di velocità di spostamento elevata, può essere sfruttato l'effetto Döppler, che innalza la frequenza delle sorgenti in avvicinamento e abbassa quella di sorgenti in allontanamento.

Tutto quanto indicato riguarda evidentemente le intenzioni progettuali del "costruttore" del suono: se questi vuole che venga percepita una sorgente lontanissima in rapido avvicinamento, in posizione centrale, davanti all'a-scoltatore, provvederà a un suono centrale (rispetto ai due altoparlanti) di volume inizialmente basso e fortemente crescente, insieme a un leggero innalzamento della frequenza dello stesso.

Come può un ascoltatore distinguere tra il fenomeno che rappresenta una sorgente sonora debole vicina e quello che rappresenta una sorgente forte lontana? Non può, evidentemente, ma la necessità di relazionare fenomeni e di dare continuità nel tempo fa sì, sulla base di sperimentazioni svolte, che, nel modulare il fenomeno con suoni deboli che aumentano di volume e nello spostarli da destra a sinistra e viceversa, si inducano nell'ascoltatore necessità di interpretazioni spaziali, che possono trovare maggior coerenza in un'interpre-tazione di spostamento in avvicinamento.

Quindi, in tutti questi fenomeni è più facile indurre interpretazioni attraverso la modellazione di punti sonori in movimento che non di punti fissi.

Altri problemi riguardano il davanti e il dietro: dati due altoparlanti posti sulla stessa linea dell'ascoltatore , un suono centrale debole, che cresce di volume e aumenta leggermente la frequenza, facilita l'interpretazione di una sorgente in avvicinamento; lo stesso suono che, raggiunto un apice, diminuisca frequenza e volume risulta in allontanamento; l'interpretazione più comoda per l'ascoltatore è che l'avvicinamento provenga dalla direzione in cui ha rivolto lo sguardo, e che l'allontanamento sia la continuazione della traiettoria; questa sorta di "economia" interpretativa dell'ascoltatore fa sì che il fenomeno sia percepito come illustrato in figura 3.


Fig. 3 - Percezione della profondità con uso di volume e frequenza

Immagine


Vale la pena di commentare la figura:
all'istante T0 la sorgente sonora comincia ad emettere un suono; il fatto che il volume sia debole lo fa percepire come tale, o come lontano; sarà l'evoluzione successiva del suono a suggerire una delle due interpretazioni;
all'istante T1 il volume cresce progressivamente, mentre la frequenza ha uno sbalzo verso un valore più alto, costante; questo è il tipico fenomeno Döppler: quando un'autoambulanza si avvicina a noi con velocità più o meno costante, sentiamo la tonalità del suono più alta, ma costante (aumento della frequenza a causa della somma delle velocità dell'autoambulanza e del suono), e sentiamo il volume aumentare, a causa dell'avvicinamento; l'inter-pretazione più comoda, a mo' di rasoio di Occam, è quella di una sorgente sonora in avvicinamento;
all'istante T2 di massimo volume il fenomeno s'inverte, e ancora l'interpretazione più conveniente è quella di una sorgente in allontanamento;
all'istante T3 il ritorno a un volume costante e a un tono leggermente più alto suggerisce come interpretazione più semplice l'arresto della sorgente sonora.
Si osservi che, mentre lo spostamento destra-sinistra corrisponde a un fenomeno fisico con una metrica oggettivamente misurabile attraverso grandezze fisiche (il suono proviene realmente da una posizione, la distanza tra i due altoparlanti è esprimibile in metri, ecc.), la percezione di vicino e lontano, di avvicinamento e allontanamento corrispondono piuttosto a variabili di stato, cioè a grandezze che non hanno senso di per sé, ma solo una in relazione all'altra: è possibile che il fenomeno descritto, pur ripetibile con differenti ascoltatori, dia a ciascuno di questi differenti percezioni di lontananza e vicinanza .

Alto-basso. L'induzione della percezione dell'altezza da cui proviene un suono con l'uso di due soli altoparlanti posti orizzontalmente passa ancora attraverso meccanismi linguistici e metaforici. I termini "alto" e "basso" sono tra i più potenti usati nella quotidiana comunicazione metaforica: così noi scendiamo le scale o saliamo in casa (con una reale percezione geometrica di alto e basso), ma diciamo che la borsa sale o scende, che siamo al settimo cielo, che ci sentiamo giù, e così via.

La metafora è potente anche nel suono, che sale (di frequenza) divenendo acuto (che ha metaforicamente valenza positiva, di chi punge, di chi capisce), divenendo alto (ancora con senso positivo, etimologicamente ben nutrito e quindi accresciuto), oppure scende (di frequenza), divenendo basso, grave (ancora con valenza negativa, di pesante, da sopportare). Insomma, un suono alto evoca metaforicamente l'alto geometrico, così come un suono basso evoca il basso geometrico.

Se vorremo dare a un ascoltatore l'impressione di una sorgente sonora che si muova verso l'alto sarà sufficiente far crescere la frequenza di un suono, e viceversa per fare percepire un movimento verso il basso.

Si noti che il fenomeno potrebbe interagire con il succitato effetto Döppler; di fatto ne è solo un rafforzamento: quando un'entità fisica si avvicina le sue dimensioni apparenti aumentano, e la crescita dell'altezza del suono percepito corrisponde alla crescita in altezza delle dimensioni della sorgente .

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 26 mar 2011, 01:18
da mau749
Accidenti... avevo cominciato a buttar giù la "seconda puntata" dicendo praticamente le stesse cose che hai postato e tratte da quel link che non conoscevo...

Pazienza, non ho certo la presunzione di essere depositario di verità né di essere arrivato per primo a certe conclusioni ed infatti qualcun'altro l'ha fatto prima (e meglio) di me!

Ormai l'ora è "indecente" e sarà il caso di andare a riposare un po' ma mi riservo di commentare e/o aggiungere qualcosa a quanto scritto.

Alla prossima.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 26 mar 2011, 16:56
da stereosound
nullo ha scritto:

Leggendo qua e là, in particolare:

"""Alto-basso. L'induzione della percezione dell'altezza da cui proviene un suono con l'uso di due soli altoparlanti posti orizzontalmente passa ancora attraverso meccanismi linguistici e metaforici. I termini "alto" e "basso" sono tra i più potenti usati nella quotidiana comunicazione metaforica: così noi scendiamo le scale o saliamo in casa (con una reale percezione geometrica di alto e basso), ma diciamo che la borsa sale o scende, che siamo al settimo cielo, che ci sentiamo giù, e così via"""
Se vorremo dare a un ascoltatore l'impressione di una sorgente sonora che si muova verso l'alto sarà sufficiente far crescere la frequenza di un suono, e viceversa per fare percepire un movimento verso il basso.
Mi pare di capire che questa affermazione non tenga conto o almeno non viene detto esplicitamente che la posizione nello spazio degli altoparlanti rispetto all'apparato uditivo ,specialmente in un sistema superiore ad una via ,è determinante ai fini di una corretta riproduzione sul piano verticale! Se ponessimo per ipotesi un tweeter a livello del pavimento e un woofer a 2 mt di altezza come sarebbe la ricostruzione sulla dimensione verticale?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 09:49
da mau749
Sono pienamente d’accordo sulle analisi citate e vorrei far notare alcune cose che ad una lettura superficiale possono essere sfuggite.

Il meccanismo della percezione “dimensionale” della scena sonora non può prescindere da una considerazione fondamentale: il nostro cervello interpreta i concetti di avanti/dietro e sopra/sotto SEMPRE rispetto ad un riferimento temporale immediatamente precedente; è necessario ed imprescindibile quindi che esista una SEQUENZA temporale di segnali che fornisce la relatività della percezione.

Diverso il discorso per quanto riguarda la percezione destro/sinistro.

In questo caso infatti il riferimento esiste a prescindere dalla sequenza temporale perché la nostra è una percezione binaurale: abbiamo due orecchie sistemate ai lati opposti della testa ed è il nostro naso che istantaneamente ci fa da riferimento spaziale “centrale” e che ci consente di definire la provenienza di un suono.

Pensiamo a cosa accade nella vita di tutti i giorni: quando alle nostre orecchie giunge un segnale “sbilanciato” , istintivamente giriamo la testa in una direzione o nell’altra per fare in modo di ri-bilanciare i livelli interpretando tutto questo, livelli simili alle due orecchie, come definizione geometrica della direzione di provenienza del segnale.

Non possiamo prescindere poi dal fatto che, ci piaccia o no, nel meccanismo di costruzione o ri-costruzione della sensazione spaziale sono coinvolti anche altri sensi, la vista in particolare.

Girando la testa in una direzione noi “guardiano” anche in quella direzione cercando istintivamente di individuare “visivamente” la sorgente che emette il segnale.

Tutto questo è una grossa fregatura quando si parla di sistemi stereofonici tradizionali di riproduzione musicale.

Pensate un attimo alla classica frase “… sento suonare le casse …” siete davvero sicuri che invece voi non stiate VEDENDO suonare i diffusori ?

Personalmente questo è uno dei principali motivi per i quali io ascolto al buio o, al limite, ad occhi chiusi: elimino il riferimento visivo “di disturbo” per concentrarmi unicamente su quello sonoro.

Da queste prime considerazioni scaturisce a mio avviso una prima conclusione importante: la “larghezza” dell’immagine sonora è relativamente semplice da analizzare e da modificare.

Per questa operazione è fondamentale ricercare il corretto posizionamento in ambiente: spesso, forse troppo spesso, si posizionano i diffusori secondo i canoni classici del triangolo EQULATERO con ai vertici i diffusori ed il punto d’ascolto e con i diffusori rivolti verso quest’ultimo.

In questo modo si ascolta in asse con gli altoparlanti ma siamo davvero certi che questa sia la condizione migliore?

Risulta evidente che allargando la base del triangolo e quindi allontanando le casse fra loro la larghezza dell’immagine si allarga “geometricamente” ma esiste il rischio concreto che si verifichi uno “svuotamento” centrale della stessa ed ecco allora che una diversa angolazione dei diffusori rispetto all’asse può modificare sostanzialmente la situazione.

Ancora: molti diffusori tendono a “sparare” un po’ le medio alte, è il caso ad esempio di quasi tutti i fullrange, Lowther in testa; ecco allora che allargando o stringendo l’angolo si ascolta un po’ fuori asse e le cose spesso si aggiustano.

E’ una situazione nota da anni ma spesso trascurata,… ricordate le ESB di Giussani?

Tutto questo è molto meno semplice di come l’ho descritto ed a volte ci vogliono mesi di paziente ricerca, di piccoli e quasi insignificanti spostamenti per modificare significativamente il risultato.

E tutto senza considerare l’importanza fondamentale dell’ambiente…

Alla prossima, sperando che qualcuno abbia qualcosa da dire e prima di affrontare gli argomenti decisamente più complessi delle altre due dimensioni.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 10:35
da stereosound
mau749 ha scritto:Sono pienamente d’accordo sulle analisi citate e vorrei far notare alcune cose che ad una lettura superficiale possono essere sfuggite.
Il meccanismo della percezione “dimensionale” della scena sonora non può prescindere da una considerazione fondamentale: il nostro cervello interpreta i concetti di avanti/dietro e sopra/sotto SEMPRE rispetto ad un riferimento temporale immediatamente precedente; è necessario ed imprescindibile quindi che esista una SEQUENZA temporale di segnali che fornisce la relatività della percezione.
Bene!...vedo che hai colto un aspetto importantissimo della percezione :smile:
Vorrei aggiungere ,per far meglio intendere i meccanismi percettivi, che ogni singola percezione completa è composta da 2 singoli percepiti: ogni singolo percepito consiste nel dare al soggetto/oggetto della percezione,in questo caso la riproduzione di segnali musicali attraverso due diffusori posti nello spazio in un certo ambiente di riferimento,un posto nello spazio ed un momento nel tempo.Una percezione singola completa consiste appunto in un minimo di due atti percettivi come specificato( due momenti diversi nel tempo-due percezioni singole in raffronto-atti percettivi-= percezione completa ). Più percezioni complete analizziamo e mettiamo in rapporto tra loro ,più riusciremo a valutare correttamente una sequenza completa. E' chiaro, come ho già detto in precedenza ,che simultaneamente alle percezioni vi è anche e necessariamente un confronto con i dati che abbiamo nella memoria storica(senza di questi non potremmo fare delle sintesi).
Dare all'evento un momento nel tempo significa servirsi della memoria tempo -variante o sospesa ,rispetto alla memoria storica( di cui ho già parlato in altro 3D alcuni mesi fa ,come al solito concluso in diatribe infruttuose a causa,secondo il mio personalissimo parere, di alcuni atteggiamenti di tipo fondamentalista :? ...non faccio comunque nessun riferimento per correttezza e per rispetto di tutte le ideologie e la libertà di pensiero! ) la quale è in grado di fissare un momento T di riferimento a cui poi far confrontare i momenti successivi( specifico che questi meccanismi sono automatici e non ne abbiamo la consapevolezza).
Dare invece un posto nello spazio significa individuare una precisa collocazione spaziale rispetto alla propria posizione di valutazione( ecco perchè è anche importante l'apparato visivo) . Anche qui per capire cosa succede dal punto di vista della collocazione spaziale servono due percepiti singoli. Infatti la dimensione dello spazio può essere percepita sia con l'apparato uditivo attraverso l'elaborazione delle percezioni sonore sia con la vista con l'elaborazione delle percezioni visive.
L'importanza della vista non deve essere sminuita anche se è possibile ascoltare solo ad occhi chiusi!
Nel complesso l'attività percettiva si serve simultaneamente di tutti gli organi sensoriali ed è composta da una molteplicità di percezioni singole tutte rapportate tra loro.
La collocazione spaziale completa si serve simultaneamente sia dell'apparato uditivo che di quello visivo. Questo perchè...La posizione del diffusore o meglio degli altoparlanti rispetto alla nostra posizione di valutazione è importantissima.
L'apparato uditivo e visivo,tagliati dalla salomonica sezione,possono garantire la giusta tridimensionalità alla percezione della musica riprodotta a motivo della loro diversa collocazione spaziale.
Con l'ascolto biaurale possiamo percepire,attraverso i ritardi di tempo rispetto ai T di riferimento per ogni atto percettivo , la corretta localizzazione spaziale : alto-basso;destro-sinistro;avanti-indietro sempre rispetto alla nostra posizione in rapporto alla collocazione spaziale dei diffusori.
Non sono solo i diffusori con la loro posizione a garantire la corretta collocazione spaziale nella riproduzione...siamo soprattutto noi,in rapporto ad essi, che ascoltiamo, con la nostra posizione assunta ,per garantirci un punto ottimale di valutazione(almeno per ascoltare un sistema stereo) . Se cambierò la mia posizione nello spazio rispetto ai diffusori ,cambierà anche tutta la sequenza percettiva e di conseguenza cambieranno anche le valutazioni soggettive.
Questo in sintesi... :hai: :hai: :hai:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 13:24
da nullo
stereosound ha scritto: Dare invece un posto nello spazio significa individuare una precisa collocazione spaziale rispetto alla propria posizione di valutazione( ecco perchè è anche importante l'apparato visivo) . Anche qui per capire cosa succede dal punto di vista della collocazione spaziale servono due percepiti singoli. Infatti la dimensione dello spazio può essere percepita sia con l'apparato uditivo attraverso l'elaborazione delle percezioni sonore sia con la vista con l'elaborazione delle percezioni visive.
L'importanza della vista non deve essere sminuita anche se è possibile ascoltare solo ad occhi chiusi!
Nel complesso l'attività percettiva si serve simultaneamente di tutti gli organi sensoriali ed è composta da una molteplicità di percezioni singole tutte rapportate tra loro.
La collocazione spaziale completa si serve simultaneamente sia dell'apparato uditivo che di quello visivo. Questo perchè...La posizione del diffusore o meglio degli altoparlanti rispetto alla nostra posizione di valutazione è importantissima.

Sgrat!
Immagine

Dunque, sono a teatro o in una cattedrale, se io aggiusto i dati in arrivo con la percezione della sequenza sonora a livello di orecchio, con quanto vedono gli occhi, mi costruisco un ambito spazio temporale, assegnando valori e dando priorità. Scarto ciò che è dubbio o incongruente.

Se chiudo gli occhi, sono portato a fare un super lavoro, poiché mi manca una parte dei dati che mi permettono l'analisi. I dati residui, dovrebbero essere addirittura di qualità migliore ( già preselezionati), se voglio ovviare a possibili errori.

Prima, potevo infatti scartare dati incongruenti e gestire la ridondanza di dati in quanto, quello osservato dagli occhi, aiutava nella selezione dei dati stessi, ad occhi chiusi questo non può succedere.

Ma se devo attribuire una collocazione in un spazio che non posso vedere perché mi trovo altrove, cioè quello dell'ambiente in cui è avvenuta la registrazione, che me ne faccio di vedere quello di ascolto? In questo caso, se ascolto un brano registrato in una cattedrale, guardando un salottino, posso solo introdurre una ulteriore ed insanabile incongruenza.

Per scegliere dove mettere i diffusori, userò le orecchie ed il cervello (se ho il pregresso oopportuno), ma che me ne faccio degli occhi?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 15:46
da stereosound
nullo ha scritto:
Dunque, sono a teatro o in una cattedrale, se io aggiusto i dati in arrivo con la percezione della sequenza sonora a livello di orecchio, con quanto vedono gli occhi, mi costruisco un ambito spazio temporale, assegnando valori e dando priorità. Scarto ciò che è dubbio o incongruente.
No! non funziona così...l'incongruenza consiste prevalentemente in una diseguaglianza tra rapporti dei percepiti ed i modelli di riferimenti che utilizziamo di volta in volta per analizzare e riconoscere una sequenza conosciuta o nota soprattutto in una riproduzione incisa !
In una esecuzione dal vivo, invece,con occhi ed orecchi abbiamo tutti i dati di cui abbiamo bisogno per esercitare correttamente quella percezione!
nullo ha scritto:
Se chiudo gli occhi, sono portato a fare un super lavoro, poiché mi manca una parte dei dati che mi permettono l'analisi. I dati residui, dovrebbero essere addirittura di qualità migliore ( già preselezionati), se voglio ovviare a possibili errori.
Prima, potevo infatti scartare dati incongruenti e gestire la ridondanza di dati in quanto, quello osservato dagli occhi, aiutava nella selezione dei dati stessi, ad occhi chiusi questo non può succedere.
No! questo può essere vero solo se conosco perfettamente in ogni dettaglio il brano (magari come un musicista o direttore d'orchestra o un Pico della Mirandola di dati musicali o l'autore stesso del brano...vedi ludwig van beethoven!!!, ) La qualità non c'entra niente con la mancanza del presupposto visivo.
La ridondanza non esiste...tutti i dati sono sempre sufficienti per avere una valutazione!
Bisogna vedere cosa intendi per incongruenti...se intendi la non corrispondenza dei rapporti tra percepiti e modelli di confronto della sequenza o ad un ordine ben preciso non li puoi eliminare affatto.
Rimarranno vissuti come errore.
Se invece intendi una differenza tra esecuzione e riproduzione...questi ci saranno sempre e non sono eliminabili.
nullo ha scritto:
Ma se devo attribuire una collocazione in un spazio che non posso vedere perché mi trovo altrove, cioè quello dell'ambiente in cui è avvenuta la registrazione, che me ne faccio di vedere quello di ascolto? In questo caso, se ascolto un brano registrato in una cattedrale, guardando un salottino, posso solo introdurre una ulteriore ed insanabile incongruenza.
Siamo alle solite! quello che dici non può essere realizzato,sei fuori binario! Credo tu stia confondendo le cose...
Tu vedi quello che ascolti solo in una esecuzione dal vivo...quando si riproduce attraverso due diffusori la stessa esecuzione (simile ma non uguale)vedi la collocazione degli stessi nell'ambiente servendoti dell'apparto visivo ...o forse noo! Non cerchi forse di triangolare geometricamente i diffusori nello spazio rispetto alla tua persona affinchè le condizioni di ascolto siano ottimizzate e per far questo ti servi della vista!
Quindi hai bisogno anche della vista...non ti pare? :lol:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 16:01
da Echo
stereosound ha scritto: Siamo alle solite! quello che dici non può essere realizzato,sei fuori binario! Credo tu stia confondendo le cose...
Tu vedi quello che ascolti solo in una esecuzione dal vivo...quando si riproduce attraverso due diffusori la stessa esecuzione (simile ma non uguale)vedi la collocazione degli stessi nell'ambiente servendoti dell'apparto visivo ...o forse noo! Non cerchi forse di triangolare geometricamente i diffusori nello spazio rispetto alla tua persona affinchè le condizioni di ascolto siano ottimizzate e per far questo ti servi della vista!
Quindi hai bisogno anche della vista...non ti pare?
Scusami, per capire, secondo te non è possibile percepire un suono con la sensazione che venga da un punto più lontano delle pareti della stanza dove viene riprodotto?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 16:09
da stereosound
Echo ha scritto:
Scusami, per capire, secondo te non è possibile percepire un suono con la sensazione che venga da un punto più lontano delle pareti della stanza dove viene riprodotto?
Se ho capito bene quello che chiedi ,la cosa è possibile...la lontananza rispetto ad una condizione di suono ravvicinato si serve di un livello più basso di emissione con una riverberazione aggiunta di solito(se non è naturale). Comunque io non sono certo esperto di tecniche di ripresa.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 16:15
da Echo
stereosound ha scritto:
Echo ha scritto:
Scusami, per capire, secondo te non è possibile percepire un suono con la sensazione che venga da un punto più lontano delle pareti della stanza dove viene riprodotto?
Se ho capito bene quello che chiedi ,la cosa è possibile...la lontananza rispetto ad una condizione di suono ravvicinato si serve di un livello più basso di emissione con una riverberazione aggiunta di solito(se non è naturale). Comunque io non sono certo esperto di tecniche di ripresa.
ma se è possibile percepire un suono come se provenisse da fuori le pareti della stanza di ascolto che te ne fai del riferimento visivo dei diffusori?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 16:22
da stereosound
Echo ha scritto:
stereosound ha scritto:
Echo ha scritto:
Scusami, per capire, secondo te non è possibile percepire un suono con la sensazione che venga da un punto più lontano delle pareti della stanza dove viene riprodotto?
Se ho capito bene quello che chiedi ,la cosa è possibile...la lontananza rispetto ad una condizione di suono ravvicinato si serve di un livello più basso di emissione con una riverberazione aggiunta di solito(se non è naturale). Comunque io non sono certo esperto di tecniche di ripresa.
ma se è possibile percepire un suono come se provenisse da fuori le pareti della stanza di ascolto che te ne fai del riferimento visivo dei diffusori?
Se permetti la tua osservazione non la trovo pertinente ! :lol: Se ti rileggi tutti i miei precedenti post vi puoi trovare la risposta più corretta alla tua domanda!!! :smile:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 27 mar 2011, 23:30
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Dunque, sono a teatro o in una cattedrale, se io aggiusto i dati in arrivo con la percezione della sequenza sonora a livello di orecchio, con quanto vedono gli occhi, mi costruisco un ambito spazio temporale, assegnando valori e dando priorità. Scarto ciò che è dubbio o incongruente.

No! non funziona così...l'incongruenza consiste prevalentemente in una diseguaglianza tra rapporti dei percepiti ed i modelli di riferimenti che utilizziamo di volta in volta per analizzare e riconoscere una sequenza conosciuta o nota soprattutto in una riproduzione incisa !
In una esecuzione dal vivo, invece,con occhi ed orecchi abbiamo tutti i dati di cui abbiamo bisogno per esercitare correttamente quella percezione!
Max, che vuol dire non funziona così? Se io ascolto una voce in una cattedrale vuota, so senza incertezze da dove proviene anche se le eco mi ubriacano? Certo che se vedo uno che parla, le problematiche si riducono..... Sappiamo che ci sono suoni musicali, cui è difficile attribuire una collocazione precisa, il fatto di vedere un esecutore, mi spinge a considerare maggiormente ciò che appare come congruente a livello di comparazione fra il messaggio ricevuto dai due sensi e il mio pregresso.

Se non ho un pregresso a cui rifarmi, sto facendo una esperienza nuova, e la posso fare anche durante un ascolto dal vivo.

Le direzioni da cui provengono i suoni in un ambiente con quel tipo di riverbero, non sono affatto univoche, devo scegliere cosa considerare giusto o sbagliato.

I sensi sono del resto facilmente ingannabili:

http://www.youtube.com/watch?v=ORMmNFRa ... re=related

Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Ma se devo attribuire una collocazione in un spazio che non posso vedere perché mi trovo altrove, cioè quello dell'ambiente in cui è avvenuta la registrazione, che me ne faccio di vedere quello di ascolto? In questo caso, se ascolto un brano registrato in una cattedrale, guardando un salottino, posso solo introdurre una ulteriore ed insanabile incongruenza.
Siamo alle solite! quello che dici non può essere realizzato,sei fuori binario! Credo tu stia confondendo le cose...
Tu vedi quello che ascolti solo in una esecuzione dal vivo...quando si riproduce attraverso due diffusori la stessa esecuzione (simile ma non uguale)vedi la collocazione degli stessi nell'ambiente servendoti dell'apparto visivo ...o forse noo!
?

Tutte le volte che ascolto un disco ove, ad es., suona un'orchestra sinfonica ripresa a dovere, o un coro ripreso in una grande cattedrale, posso aprire gli occhi e guardare due diffusori, un muro, oppure posso chiuderli e lasciarmi cullare da una bella illusione. Non mi interessa tener d'occhio i diffusori durante un ascolto e non mi interessa percepire la loro presenza, anzi....

Se chiudo gli occhi, posso invece collocare idealmente i vari esecutori nello spazio di loro pertinenza (e l'insieme in uno spazio abbastanza grande per contenerli e con peculiari caratteristiche sonore) , questo se l'impianto funziona a dovere e il fonico non era un fesso.

Percepire le eco appartenenti a un grande spazio chiuso, guardando un ambiente piccolo, rappresenta per me un grande problema, come sentire gli applausi di altre persone attorno a me e non poterle vedere.

Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.
stereosound ha scritto: Non cerchi forse di triangolare geometricamente i diffusori nello spazio rispetto alla tua persona affinchè le condizioni di ascolto siano ottimizzate e per far questo ti servi della vista!
Quindi hai bisogno anche della vista...non ti pare? :lol:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 07:15
da stereosound
nullo ha scritto:
Max, che vuol dire non funziona così? Se io ascolto una voce in una cattedrale vuota, so senza incertezze da dove proviene anche se le eco mi ubriacano? Certo che se vedo uno che parla, le problematiche si riducono..... Sappiamo che ci sono suoni musicali, cui è difficile attribuire una collocazione precisa, il fatto di vedere un esecutore, mi spinge a considerare maggiormente ciò che appare come congruente a livello di comparazione fra il messaggio ricevuto dai due sensi e il mio pregresso.
Se non ho un pregresso a cui rifarmi, sto facendo una esperienza nuova, e la posso fare anche durante un ascolto dal vivo.
Se torni indietro sui miei precedenti post potrai verificare quanto detto!
E' necessaria una distinzione tra evento dal vivo e riproduzione attraverso un sistema di diffusori !
Durante una percezione auditiva dal vivo ti servi anche della vista per dare un posto nello spazio all'evento...è una cosa che viene fatta in modo automatico! Allo stesso tempo l'organo uditivo continua la sua normale percezione con i presupposti già espressi.
L'esempio che mi fai sulla cattedrale mette in risalto ancora di più il problema...infatti se ,per pura ipotesi, tu non avessi la vista e senti una persona che ti chiama una sola breve volta come fai ad individuarla? ti basta l'udito per dare una collocazione nello spazio a quell'evento di breve durata?..direi di no!
Devi pensare ad una continuità dell'evento nel tempo per dare un preciso posto nello spazio alla fenomenologia servendoti solo dell'uditivo!
Quello che bisogna comprendere è che l'attivazione della percezione visiva è istintuale!...se senti passare improvvisamente un'aereo in cielo ti viene quasi spontaneo alzare gli occhi per individuarne la collocazione...oppure se senti un rumore improvviso cerchi subito di localizzarne il posto nello spazio.
L'attività percettiva funziona anche in questo modo...l'attenzione può essere richiamata/attivata in vari modi.
nullo ha scritto:
Le direzioni da cui provengono i suoni in un ambiente con quel tipo di riverbero, non sono affatto univoche, devo scegliere cosa considerare giusto o sbagliato.
I sensi sono del resto facilmente ingannabili
Devi cercare con percezioni ripetute nel tempo, se ti servi solo dell'apparato uditivo specie in presenza di echi o riverbero ...non scegliere !? Se non individui subito la collocazione con una percezione visiva rimani sempre col dubbio e con una sensazione di vuoto!!!
nullo ha scritto:
Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.
Se ascolti un evento dal vivo questo aspetto diventa secondario in quanto puoi prendere come buona quella fenomenologia indipendentemente da ciò che hai acquisito precedentemente...anche se ciò che è pregresso può servire a dare prevalentemente delle conferme !
nullo ha scritto:
Tutte le volte che ascolto un disco ove, ad es., suona un'orchestra sinfonica ripresa a dovere, o un coro ripreso in una grande cattedrale, posso aprire gli occhi e guardare due diffusori, un muro, oppure posso chiuderli e lasciarmi cullare da una bella illusione. Non mi interessa tener d'occhio i diffusori durante un ascolto e non mi interessa percepire la loro presenza, anzi....
Questo è vero! Ma la posizione dei diffusori la vedi costantemente anche senza rendertene conto, e ciò ti dà la sicurezza della loro corretta collocazione in quanto sai che sono lì al loro posto...!
nullo ha scritto:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.
...come detto prima...la certezza della posizione non può mancarti in quanto avvengono sempre e sistematicamente brevissime percezioni visive per avere conferma dello stesso posto nello spazio dei tuoi diffusori... percezioni automatiche

Se per ipotesi qualcuno li spostasse a tua insaputa te ne accorgeresti prima di ascoltare un po' di musica?
Oppure se qualcuno ti ruotasse un diffusore di 90° durante l'ascolto(ad occhi chiusi) non ti accorgeresti che qualcosa non va e cercheresti di capire anche visivamente quello che succede? :lol:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 11:16
da nullo
stereosound ha scritto: E' necessaria una distinzione tra evento dal vivo e riproduzione attraverso un sistema di diffusori !
Durante una percezione auditiva dal vivo ti servi anche della vista per dare un posto nello spazio all'evento...è una cosa che viene fatta in modo automatico! Allo stesso tempo l'organo uditivo continua la sua normale percezione con i presupposti già espressi.
L'esempio che mi fai sulla cattedrale mette in risalto ancora di più il problema...infatti se ,per pura ipotesi, tu non avessi la vista e senti una persona che ti chiama una sola breve volta come fai ad individuarla? ti basta l'udito per dare una collocazione nello spazio a quell'evento di breve durata?..direi di no!
Devi pensare ad una continuità dell'evento nel tempo per dare un preciso posto nello spazio alla fenomenologia servendoti solo dell'uditivo!
Quello che bisogna comprendere è che l'attivazione della percezione visiva è istintuale!...se senti passare improvvisamente un'aereo in cielo ti viene quasi spontaneo alzare gli occhi per individuarne la collocazione..
Certo , in quel che dici si può trovare un riscontro, e hai giustamente sottolineato degli aspetti interessanti, non intervengo per contestare o con affermazioni assolute, mi piace allargare la visione e stimolare gli interventi. :smile:

Poter attingere con continuità ad uno stimolo e osservare come si ruoti il capo per aiutare gli occhi, le orecchie o entrambi, a seconda di ciò che riteniamo più rilevante per individuare lo stimolo, è interessante. Sarebbe interessante anche potere fare dei paralleli fra le due situazioni, 1° evento, 2° evento.
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.
Se ascolti un evento dal vivo questo aspetto diventa secondario in quanto puoi prendere come buona quella fenomenologia indipendentemente da ciò che hai acquisito precedentemente...anche se ciò che è pregresso può servire a dare prevalentemente delle conferme !
Max, ci capiamo, ma alcune cose potrebbero apparire scontate e invece non lo sono del tutto.

Banale esempio, ce ne saranno di più centrati, ma tanto per capire cosa c'entri l'esperienza acquisita.

Ieri sera volevo farti al riguardo un esempio, riportandoti le assurde sensazioni che avevo provato davanti alla esecuzione di un concerto di Danilo Rea e Marco Tamburini, sulla spiaggia all'alba.

Il tutto era molto suggestivo, ma vederli davanti a me, e sentire il suono provenire da una posizione fortemente decentrata per via della dabbenaggine di chi aveva collocato i diffusori, era fonte di imbarazzo. La cosa era comunque risolvibile in qualche modo, ma pensa ad uno che non sappia cosa sia un impianto di amplificazione e diffusione.


stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.
...come detto prima...la certezza della posizione non può mancarti in quanto avvengono sempre piccole percezioni visive per confermare un posto nello spazio
dei tuoi diffusori... percezioni automatiche
Se per ipotesi qualcuno li spostasse a tua insaputa te ne accorgeresti prima di ascoltare un po' di musica? :lol:
Me ne accorgerei anche a occhi chiusi durante l'ascolto :grin:

Ora torno a citare Megamind, perché corre più di noi, nonostante sia arrivato da tempo:
Russo ha scritto:Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.
nullo
http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... 392#p89392



ecco la prova che il suo impianto non funziona ad emissione di sequenze a verifica di congruenza,

non starò certo a digli il perchè.

in quelle condizioni si sbomballa il cervello e poi ci va sul forum dei saldatorini a mostrarlo a quelli più sbomballati di lui.
In pratica si mette l'accento sulla possibilità di poter sovrapporre i due eventi con la tranquilla accettazione delle due distinte percezioni ambientali.

Se ne può ovviamente parlare, se ne può doverosamente parlare... eravamo già pronti per parlarne? In ogni caso: <<.. la cosa è di una semplicità bambinesca...>> citando in maniera letterale.

......spero che sia chiaro.
Groucho: Certo, lo capirebbe anche un bambino di 5 anni.
... Vammi a cercare un bambino di 5 anni, perché io non ci capisco nulla!
Dalla geniale guerra lampo dei fratelli Marx, es.:

http://www.youtube.com/watch?v=iFYPwDV2vTk

Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.

domandina per gli esercizi a casa:

come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?

A proposito di occhi chiusi, tanto per divagare e uscendo dal discorso riportato che in questo caso non c'entra, perché chi suona li chiude?.. e perché chi ascolta non dovrebbe sentire lo stesso bisogno?

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 13:15
da stereosound
nullo ha scritto:
Certo , in quel che dici si può trovare un riscontro, e hai giustamente sottolineato degli aspetti interessanti, non intervengo per contestare o con affermazioni assolute, mi piace allargare la visione e stimolare gli interventi.
Vorrei ricordarti che qui stiamo parlando di PERCEZIONE! Gli organi percettivi sappiamo quali sono. Un atto percettivo può riguardare uno o più organi simultaneamente : solo l'attività attenzionale si può dividere!..ci siamo!
Durante una ascolto di un evento live sono impegnati in primis l'attività uditiva e quella visiva (a meno che non si è ciechi!!!)
Usare solo l'attività uditiva ,pur avendo la possibilità di usare anche quella visiva,può essere anche una scelta possibile (stiamo sempre parlando di un evento live) ma andremo a rendere questa percezione ( che riguarda tutta la fenomenologia) non completa di tutti i dettagli!
Nell'ascolto della musica riprodotta ti fingi ,se vuoi anche ad occhi chiusi,la scena riprodotta attraverso la presenza dei diffusori. Questa presenza visiva ti aiuta a....mettici il termine che vuoi...la riproduzione! Questa attività si deve servire necessariamente dei dati pregressi(memoria storica), come detto più volte...altrimenti non senti musica ma ... :x (qualcosa che non sapresti identificare...)
nullo ha scritto:
Max, ci capiamo, ma alcune cose potrebbero apparire scontate e invece non lo sono del tutto.

Non ho capito bene quali cose potrebbero apparire scontate!
nullo ha scritto:

Russo ha scritto:Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.

Se si riferisce all'ascoltare una riproduzione, ciascuno è libero di farlo come meglio crede...anche ad occhi chiusi (un certo silenzio però è d'obbligo) magari immaginando di rappresentarsi mentalmente un palco dove sono collocati tutti gli esecutori!
nullo ha scritto:
Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.
domandina per gli esercizi a casa:
come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?
Dovresti chiedere a loro cosa intendono con l'uso di questi termini.
nullo ha scritto:
A proposito di occhi chiusi, tanto per divagare e uscendo dal discorso riportato che in questo caso non c'entra, perché chi suona li chiude?.. e perché chi ascolta non dovrebbe sentire lo stesso bisogno?

...qualsiasi esecutore che chiude gli occhi non lo fa certamente per realizzare ed ottimizzare la percezione di una precisa fenomenologia... egli già conosce perfettamente ciò che sta cercando di replicare ... probabilmente è solo una questione di pathos...e possibile simbiosi con lo strumento che si sta suonando!
Un immagine senza suono è come un suono senza immagine!!! :sad:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 19:05
da nullo
stereosound ha scritto:Vorrei ricordarti che qui stiamo parlando di PERCEZIONE! Gli organi percettivi sappiamo quali sono. Un atto atto percettivo può riguardare uno o più organi simultaneamente : solo l'attività attenzionale si deve dividere!..ci siamo!
Durante una ascolto di un evento live sono impegnati in primis l'attività uditiva e quella visiva (a meno che non si è ciechi!!!)
Sarà... In ogni caso, per me, anche se dovesse essere per me solo nulla cambia, se vedo presto meno attenzione agli aspetti qualitativi del suono.

Si può usare un monitor mentre si ascolta, e se il regista non mi stacca continuamente da una inquadratura all'altra, la necessità mia di qualità minima, si abbassa e di molto.
sterosound ha scritto: Usare solo l'attività uditiva ,pur avendo la possibilità di usare anche quella visiva,può essere anche possibile possibile(stiamo sempre parlando di un evento live) ma andremo a rendere questa percezione ( riguarda tutta la fenomenologia) non completa di tutti i dettagli!
Nell'ascolto della musica riprodotta ti fingi ,se vuoi anche ad occhi chiusi,la scema riprodotta attraverso la presenza dei diffusori. La presenza visiva del diffusore ti aiuta a....mettici il termine che vuoi...la riproduzione! Questa attività si deve servire necessariamente dei dati pregressi, come detto più volte...altrimenti non senti musica ma senti... :x
Che dirti, conosco persone che usano ascoltare ad occhi aperti, e di norma, mi sconcertano.

Posso però confermare, per quanto mi consta, che dopo un grosso balzo qualitativo in avanti, l'esigenza pare venir meno, ma appena mi abituo a tale livello, torno a trovare conforto nel buio.

Vai comunque avanti nella descrizione del tuo modo di vedere, che l'interesse, almeno da parte mia, c'è.


nullo ha scritto:
Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.
domandina per gli esercizi a casa:
come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?
Dovresti chiedere cosa intendono con l'uso di questo termine!!!
Nella discussione linkata in precedenza e che avevi ritenuto interessante, si parla di digerire rumori avulsi, appartenenti ad un ambiente o l'altro, non dovrebbe fare differenza.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 19:20
da stereosound
Scusami se nel mio post precedente,che poi ho corretto,ho commesso qualche errore di battuta (scema anzichè scena) e qualche ripetizione di termine. Quando scrivo di getto tendo a non rileggere.

Vi sono comunque alcuni aspetti che andrebbero valutati meglio... una certa terminologia usata andrebbe anche chiarita. :smile:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 28 mar 2011, 22:14
da mau749
Credo si stia tornando inconsciamente a commettere il solito errore: la nostra ri-produzione non può e mai potrà riprodurre nemmeno parzialmente l'evento originale ma solo un nuovo evento solo "verosimile" come ho più volte affermato.

Quindi, se da un lato Max ha ragione a sostenere, in generale e molto semplificando, che la nostra percezione della realtà non può prescindere dall'utilizzare tutti i sensi a nostra disposizione credo sia altrettanto vero che nel caso "dell'ascolto" di un sistema che è nato solo ed esclusivamente per emettere suoni (e non immagini o odori) queste percezioni "aggiunte" non contribuiscano affatto alla costruzione di "verosimiglianza" dell'evento e che anzi nel caso specifico siano assolutamente di disturbo.

Se ascolto un'orchestra sinfonica la sua immagine l'ho nella mia testa, non ho bisogno, "fisicamente" di vederla, so perfettamente che i primi violini (e anche i secondi, ma non sempre) sono all'estrema sinistra distribuiti su tutta l'altezza, che, da sinistra a destra, sulle file inferiori ci sono le viole, su quelle intermedie i legni (flauto, clarino, oboe, fagotto e controfagotto) e poi gli ottoni (trombe, tromboni, corni, tuba, ecc.) e all'estrema destra in basso i violoncelli ed in alto i contrabbassi con le percussioni (triangolo,timpani, grancassa, ecc.) sulla fila in alto variamente distribuiti sull'intero fronte.

Senza bisogno di vederlo so perfettamente che l'ottavino è uno strumentino lungo una ventina di centimetri mentre un contrabbasso è un "armadio" alto un metro e mezzo: il buio ed il basso rumore di fondo mi consentono non solo di individuare nello spazio la posizione fisica "virtuale" di ciascuno strumento o gruppo di strumenti ma anche, e soprattutto direi, di "intuirne" la/le dimensioni.

Che utilità c'è a guardare la parete di fondo della mia stanza in tutto questo?

Per inciso è proprio durante ascolti di questo genere che mi "inca**o come una bestia" quando ad un certo punto, in un assolo di flauto, me lo ritrovo davanti alla scena, al posto del direttore d'orchestra e che suona uno strumento lungo due metri, perchè solo con una dimensione simile, fiato permettendo, riuscirebbe ad emettere un simile livello e poi quando ha finito la sua parte se ne ritorna velocemente al suo posto, quasi avesse ai piedi i pattini a rotelle... certi cosiddetti "tecnici del suono" (?) sarebbero da appendere per i genitali all'albero di maestra a perenne ludibrio delle genti...!

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 06:15
da stereosound
mau749 ha scritto:Credo si stia tornando inconsciamente a commettere il solito errore: la nostra ri-produzione non può e mai potrà riprodurre nemmeno parzialmente l'evento originale ma solo un nuovo evento solo "verosimile" come ho più volte affermato.
Non credo si sia detto il contrario!
mau749 ha scritto: Quindi, se da un lato Max ha ragione a sostenere, in generale e molto semplificando, che la nostra percezione della realtà non può prescindere dall'utilizzare tutti i sensi a nostra disposizione credo sia altrettanto vero che nel caso "dell'ascolto" di un sistema che è nato solo ed esclusivamente per emettere suoni (e non immagini o odori) queste percezioni "aggiunte" non contribuiscano affatto alla costruzione di "verosimiglianza" dell'evento e che anzi nel caso specifico siano assolutamente di disturbo.
La mia semplificazione era solo finalizzata a ribadire che non solo l'udito prende parte alla percezione di un evento live,ma anche la vista ...altrimenti tutto ciò che riesci a ri-costruire con la memoria storica(anche gli aspetti visivi come la corretta collocazione nello spazio dei vari strumenti/esecutori) nell'ascolto ri-prodotto non sarebbe affatto possibile.
Non so se hai letto qualche mio post precedente riguardo la percezione dello spazio...questa peculiarità è dipendente dalla percezione : visiva;visiva+uditiva ; solo uditiva. La percezione completa dello spazio intorno ad un evento musicale live è solo possibile dalla combinazione di queste due capacità!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 10:52
da stereosound
nullo ha scritto:
Nella discussione linkata in precedenza e che avevi ritenuto interessante, si parla di digerire rumori avulsi, appartenenti ad un ambiente o l'altro, non dovrebbe fare differenza.
Fammi capire ,dato che ti stai interessando delle "dottrine ultime" ,cosa s' intende per rumore avulso e come si farebbe a digerirlo od eliminarlo..! poi l'ortogonalizzare... quali operazioni(mentali) contemplerebbe!?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 11:51
da mau749
stereosound ha scritto: La mia semplificazione era solo finalizzata a ribadire che non solo l'udito prende parte alla percezione di un evento live,ma anche la vista ...altrimenti tutto ciò che riesci a ri-costruire con la memoria storica(anche gli aspetti visivi come la corretta collocazione nello spazio dei vari strumenti/esecutori) nell'ascolto ri-prodotto non sarebbe affatto possibile.
Non so se hai letto qualche mio post precedente riguardo la percezione dello spazio...questa peculiarità è dipendente dalla percezione : visiva;visiva+uditiva ; solo uditiva. La percezione completa dello spazio intorno ad un evento musicale live è solo possibile dalla combinazione di queste due capacità!
Intendevo che IO stavo semplificando i concetti da te espressi e mi trovi sempre d'accordo su quanto hai affermato: in un evento LIVE ho necessità di utilizzare tutti i miei sensi, vista ed udito nello specifico, per la completa percezione di quanto sta accadendo.

Il punto però è sempre lo stesso: con il mio sistema di riproduzione non cerco di ricreare l'evento live di partenza ( e come potrei ? ) ma solo una specie di "surrogato verosimile", possibilmente "piacevole" e, sarebbe il massimo, anche "emozionante" ma con emozioni certamente distanti anni luce da quelle provate o provabili (che brutto termine!) all'ascolto dal vivo.

Per questo motivo ho affermato, convinzione assolutamente personale, che nel caso di ri-produzione il guardare un ambiente assolutamente avulso da un "possibile contesto originale" è per me elemento di disturbo che elimino semplicemente facendo in modo da non aver nulla da guardare...

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 12:11
da sinuko
il cross-posting non è gradito questo vale anche per i moderatori (Nullo).

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 12:23
da stereosound
mau749 ha scritto:

Intendevo che IO stavo semplificando i concetti da te espressi e mi trovi sempre d'accordo su quanto hai affermato: in un evento LIVE ho necessità di utilizzare tutti i miei sensi, vista ed udito nello specifico, per la completa percezione di quanto sta accadendo.
Scusami...in effetti ho letto non correttamente!
mau749 ha scritto:
Il punto però è sempre lo stesso: con il mio sistema di riproduzione non cerco di ricreare l'evento live di partenza ( e come potrei ? ) ma solo una specie di "surrogato verosimile", possibilmente "piacevole" e, sarebbe il massimo, anche "emozionante" ma con emozioni certamente distanti anni luce da quelle provate o provabili (che brutto termine!) all'ascolto dal vivo.
Per questo motivo ho affermato, convinzione assolutamente personale, che nel caso di ri-produzione il guardare un ambiente assolutamente avulso da un "possibile contesto originale" è per me elemento di disturbo che elimino semplicemente facendo in modo da non aver nulla da guardare...
Ciao
...si sa che ci si può concentrare meglio ad occhi chiusi o non guardando affatto l'ambiente per una possibile ricostruzione dell' evento.
Poi la ricostruzione può anche consistere in un semplice adattamento se non si hanno dati sufficienti.
Rimane il fatto che ci sono (di solito ) due diffusori collocati in un certo modo i quali "triangolati" con l'ascoltatore possono interagire con la sua facoltà mentale di ricostruire qualcosa di verosimile.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 12:24
da stereosound
Post cancellato! doppione per errore...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 12:25
da mau749
Ragionavo sul termine "ortogonalizzare".

Se facciamo un parallelo con la geometria classica ed intendiamo con questo termine la proiezione di una entità geometrica tridimensionale su un piano ortogonale ad uno di riferimento ci rendiamo subito conto che questa operazione comporta sempre la riduzione di una dimensione.

Se proiettiamo un cubo (3D) su un piano ortogonale ad una delle sue facce (ma non è strettamente necessaria questa condizione) otterremo come risultato un quadrato (2D), se proiettiamo quel quadrato su un piano ortogonale a quello che lo contiene otteniamo un segmento (1D) infine se proiettiamo questo segmento su un piano ortogonale alla sua direzione otteniamo un punto, ovvero dimensione zero.

Traslando questo concetto si potrebbe allora affermare che nel campo della riproduzione audio la "ortogonalizzazione" tende a ridurre di importanza (dimensione) uno o più elementi di disturbo "avulsi" dal contesto.

E' un po' l'operazione contraria e cosciente di quanto affermavo nella similitudine con la fotografia: il palo della luce che spunta dietro la testa del soggetto non è "visto" pur essendo presente perché essendo non necessario alla intelligibilità del soggetto il nostro cervello semplicemente lo "nasconde" alla vista.

La similitudine geometrica però mi fa pensare al fatto che questa non sia un'operazione "semplice" ma che richieda diversi passaggi per essere completamente attuata: devo ragionarci su...

Poi in fondo una sorta di ortogonalizzazione (semplice) non la effettuiamo quando ascoltiamo (seriamente) un LP del quale , se concentrati sul solo messaggio sonoro, non sentiamo più i tic, i toc ed il rumore di fondo?

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 13:59
da nullo
mau749 ha scritto:Ragionavo sul termine "ortogonalizzare". CUT.....

E' un po' l'operazione contraria e cosciente di quanto affermavo nella similitudine con la fotografia: il palo della luce che spunta dietro la testa del soggetto non è "visto" pur essendo presente perché essendo non necessario alla intelligibilità del soggetto il nostro cervello semplicemente lo "nasconde" alla vista.

La similitudine geometrica però mi fa pensare al fatto che questa non sia un'operazione "semplice" ma che richieda diversi passaggi per essere completamente attuata: devo ragionarci su...

Poi in fondo una sorta di ortogonalizzazione (semplice) non la effettuiamo quando ascoltiamo (seriamente) un LP del quale , se concentrati sul solo messaggio sonoro, non sentiamo più i tic, i toc ed il rumore di fondo?

Ciao
A prescindere da una esatta definizione del termine, abbiamo tic nello LP, abbiamo un colpo di tosse registrato nel brano.

Sono due rumori riconoscibili come non appartenenti al linguaggio musicale, impulsivi e, se non tropo ripetuti, la nostra concentrazione non ne è troppo disturbata, così come la capacità di lettura del significato.

Possiamo anche tranquillamente capire che uno appartiene ad un contesto ed uno all'altro, per la rappresentazione ai nostri sensi, che deriva dalle loro caratteristiche, uno reca con sé una storia appartenente ad uno spazio diverso da quello di ascolto, ed uno ne descrive un'altra nello spazio in cui viene creato, cioè quello di ascolto.

Questo a partire da un certo livello complessivo della qualità del sistema, ovviamente.

Se passa questo, e passano gli eventuali paralleli possibili, si può cominciare a parlare di ciò che invece ha aspetti in comune fra i due ambienti e di come possa essere possibile distinguere in ciò che ci arriva alle orecchie, quello che fa parte di un ambiente, e ciò che fa parte dell'altro. Inoltre dovremmo trovare il modo che tali sovrapposizioni, possano convivere senza configgere e limitare l'interpretazione.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 15:42
da mau749
Farei una distinzione fra i due esempi che hai citato, il tic nell'LP ed il colpo di tosse nella registrazione.

Il primo è decisamente estraneo alla riproduzione, è un rumore aggiunto arbitrariamente e casualmente alla riproduzione dal sistema, è realmente un "disturbo" che non dovrebbe esistere "in natura" perché è la tua "conoscenza", la tua "esperienza", la tua "cultura" ad insegnartelo mentre il secondo, il colpo di tosse, è parte integrante della registrazione stessa, è un'ulteriore informazione "plausibile e congruente" che contribuisce alla verosimiglianza della riproduzione.

Immagina di essere bendato e trasportato ad ascoltare in un ambiente che non sai essere una sala d'incisione o un teatro aperto al pubblico.

Se qualcuno durante l'esecuzione tossisce e tu, pur non potendo vedere (ricorda che sei bendato), riesci a localizzare la provenienza di quel colpo di tosse e realizzi che proviene da una direzione diversa rispetto a quella che tu hai individuato (immaginato) essere la posizione degli esecutori allora concludi certamente che sei in un teatro con pubblico presente; non è un'informazione di poco conto, questa...!

Ti confesso un piccolo segreto: una quindicina d'anni fa ho avuto la possibilità e l'occasione di effettuare una decina di registrazioni di alcuni eventi musicali con un DAT professionale TEAC ed una coppia di microfoni Neumann utilizzando la tecnica "binaurale".

Tutte le registrazioni sono state effettuate in tre diverse chiese con diverse caratteristiche dimensionali ed acustiche.

Orbene, quattro di queste (pianoforte solo, quartetto d'archi, violoncello solo, voce (baritono) e pianoforte) le ho rimasterizzate in CD e le uso come riferimento qualitativo per il mio impianto non tanto perché siano di loro registrazioni eccezionali, tutt'altro, quanto perché sono assolutamente "naturali" e perché conosco perfettamente le esecuzioni, gli artisti ed i luoghi in cui l'evento ha avuto luogo.

Ad ogni modifica significativa dell'impianto ascolto per prima quella con il pianoforte solo.

Quando sono passato dai "cassoni" ai fullrange al primo ascolto sono letteralmente sobbalzato sul mio comodo divano nel percepire ora "distintamente" il leggero scricchiolìo dello sgabello su cui Gilda (Buttà) era seduta eseguendo le sei danze argentine di Ginastera...!

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 29 mar 2011, 16:47
da nullo
Certo Maurizio, avevo infatti scritto che uno appartiene ad un luogo ed un ad un altro, potevo parlare di una qualsiasi cosa che cade ed il cui rumore, veiniva registrato, alposto del colpo di tosse.

Se hai ascoltato Harvest di N. Young in gioventù, ne hai un esempio.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 05:58
da stereosound
Quanto detto non mi sembra siano considerazioni così nuove!!! Già 30 anni fa circa si parlava della "decantazione del suono" : non è la terminologia che cambia la percezione della fenomenologia. I problemi sono sempre gli stessi...
Io avrei parlato di flocculazione del rumore attraverso l'attività depurativa e flocculante della mente!
Infatti ,a parte gli aspetti prettamente qualitativi della musica riprodotta , andrebbe educata la "mente"( non uso volutamente "cervello"in quanto non è assolutamente la stessa cosa) affinchè possa riuscire a discernere ciò che vuole!
Questo bisogna cercare di fare... :lol:
Nulla di nuovo è stato inventato...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 07:53
da nullo
La pretesa, non è l' innovazione, ma capire meglio alcuni meccanismi.
Anche Filippo ha proposto documenti molto vecchi, in cui si parlava di queste cose.

Max, quello di cui andiamo parlando riguarda la percezione dell'uomo, quanto meno, sarà vecchio quanto lui il problema della percezione, quello di far collimare info registrate con altre, è un poco meno vecchio, ma parliamo sempre di decenni :smile:

Porre una attenzione particolare su questi meccanismi, da parte di noi comuni mortali, ci propone premesse che sono diverse dalle problematiche legate alle sole prerogative del suono inteso come indagato attraverso le sole caratteristiche fisiche, tra l'altro spesso misurate e considerate in maniera selettiva e non a livello di compendio.

Giunti a questo punto, vorrei tornare al motivo di queta discussione, ovvero di cosa si sovrappone al messaggio e ne inficia la qualità, cioè un disturbo caratterizzato da caratteristiche attinenti al suono originario.

A me piaccio esempi banali:

Bam .... Bam .... Bam ....

Il tempo di intervallo fra i colpi su un timpano, sono una finestra che ci permette di vedere cosa succeda fra un colpo e l'altro. Se il Bam è tropo forte, il tempo si accorcia, perché il nostro orecchio, rimane "abbagliato", se il livello e opportuno, ma il nostro woofer non è smorzato e va per i fatti suoi idem e così via.

Se la finestra è più stretta noi "vediamo" cose diverse da quello che dovremmo, questo esempio lo si deve estendere in lungo ed in largo, ovviamente.

Non si tratta solo di vedere in maniera spicciola e grossolana, ma di cogliere quei dettagli apparentemente insignificanti, che invece sono assolutamente necessari al nostro sistema. Parliamo di grandezze molto contenute, che sono elaborate da noi e che donano al suono caratteristiche molto più naturali e attinenti a quanto ci aspettiamo come uomini.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 10:40
da nullo
Vorrei sottolineare una cosa, quando parliamo di suoni che si sovrappongono, forse nella nostra testa può apparire che vi sia una somma così come viene normalmente concepita.

Tre pere + due mele + tre limoni posti in una cesta, rimangono tre + due + tre pezzi. Se riguardiamo dall'alto, qualcuno potrebbe rimanere nascosto, ma quelli che vediamo sono assolutamente dotati delle loro caratteristiche peculiari.

Con suono non succede esattamente questo, nel momento in cui emetto un suono, se lo spazio è occupato da un campo sonoro che continua ad esistere ed a trascinarsi in ambiente, separarne gli effetti su di noi, rimane legato a particolari peculiarità dei vari suoni e con modalità assolutamente imprevedibili data la complessità della iterazione. Tanto sono più "vicini", tanto meno riesco a distinguere le prerogative dell'uno e dell'altro.

Ovviamente continua a contare il punto di vista.

Ma non esiste solo quel problema, due altoparlanti vicini che emettono lo stesso suono, come si condizionano e come condizionano il suono?.... solo nella dispersione? Non parlo espressamente di altoparlanti uguali, in un due vie, già si palesa il problema.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 13:27
da stereosound
nullo ha scritto: Vorrei sottolineare una cosa, quando parliamo di suoni che si sovrappongono, forse nella nostra testa può apparire che vi sia una somma così come viene normalmente concepita.
Scusami Roberto, ma ritengo che sia più corretto fare una premessa fondamentale! Definire "suoni"una fenomenologia consiste nell' essere consapevoli che lo diventano solo dopo aver operato una percezione completa mediante sintesi percettiva.
Prima che raggiunga il nostro apparato percettivo- uditivo e venga elaborato il suono non è ancora definibile come tale! Tutti i segnali elettrici che vengono convertiti in onde di pressione seguono un preciso andamento nel tempo e vengono distorti , quindi,al momento della immissione nell'ambiente di ascolto dal sistema casse e dalle interazioni ambientali spazio-tempo..!
Quando si parla di modellizzare questa conversione(comprendente anche la sintesi percettiva) siamo ,appunto,in alto mare e vaghiamo in acque profonde...
Questo benedetto rapporto tra fisico e percepito esiste in una forma che al momento non riusciamo a capire perfettamente...ma c'è!
Detto ciò non è il caso di scoraggiarsi!
nullo ha scritto: Ovviamente continua a contare il punto di vista.
Possiamo guardare questa tematica anche con angoli diversi...ma la problematica rimane invariata. :sad:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 15:59
da nullo
stereosound ha scritto: Detto ciò non è il caso di scoraggiarsi!
Un po' sì. :grin:
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto: Ovviamente continua a contare il punto di vista.
Possiamo guardare questa tematica anche con angoli diversi...ma la problematica rimane invariata. :sad:
Non era quello il senso, il riferimento era al cesto, al diffusore, ed al fatto che cambiando il punto di osservazione, si privilegi una visione rispetto ad un'altra. Per visione intendo la vista degli oggetti contenuti nel cesto e di quel che ne consegue a livello di intelligibilità del campo o suono, come l'ho chiamato io.

Il fatto che lo abbia chiamato suono e non campo, non cambia la sostanza della domanda, e neanche di quella fatta in precedenza. Lo chiamo suono, perché nella accezione comune così s'intende. Suono il violino, quel violino suona, quel trabiccolo fa rumore, se c'è troppo chiacchiericcio, si dice che c'è rumore, se una voce è soave, si dice che ha un bel suono.

Se dopo sei pagine, non riusciamo ad approcciare il problema in modo da ipotizzare una soluzione, una qualsiasi forma pratica e sperimentale, in modo da accompagnare le pur interessanti chiacchiere a qualcosa su cui fondare osservazioni comuni, vuol dire che non se ne sente la esigenza e che lo status odierno, tutto sommato soddisfa o non si ritiene di potere/dovere andare oltre.

L'intezione è quella di capire come si possa ovviare a certi problemi, del fatto che esistano mi pare che ne siamo consapevoli.

Posso chiedere perché due altoparlanti emettano contemporaneamente lo stesso suono e noi lo accettiamo come se nulla fosse, ma non succede nulla al suono? E poi due diffusori che emettono lo stesso suono, cosa compromettono.

Posso dire suono, perchè tanto mi riferisco a quello succede di conseguenza nella nostra testa,

Posso chiedere perché si mettano usualmente le trappole negli angoli e non fra i diffusori, perché non vicino ai diffusori, posso chiedere a che serve quello che rimbalza sul muro posteriore o sul pavimento.

Mi piacerebbe sentire una riflessione anche su queste cose.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 19:57
da stereosound
nullo ha scritto:
Non era quello il senso, il riferimento era al cesto, al diffusore, ed al fatto che cambiando il punto di osservazione, si privilegi una visione rispetto ad un'altra. Per visione intendo la vista degli oggetti contenuti nel cesto e di quel che ne consegue a livello di intelligibilità del campo o suono, come l'ho chiamato io.
Mentre il cesto è un osservato che non cambia nel tempo...non si può dire altrettanto per il campo sonoro che sia diretto o riverberato o tutti e due(ancora peggio)!
non si può semplificare in questi termini!!!
nullo ha scritto:
Il fatto che lo abbia chiamato suono e non campo, non cambia la sostanza della domanda, e neanche di quella fatta in precedenza. Lo chiamo suono, perché nella accezione comune così s'intende. Suono il violino, quel violino suona, quel trabiccolo fa rumore, se c'è troppo chiacchiericcio, si dice che c'è rumore, se una voce è soave, si dice che ha un bel suono.
Vero...però se cominciamo a delineare meglio anche la corretta terminologia avremo maggiori vantaggi, anche successivamente! Non è detto che si debba continuare a sbagliare solo perchè vi è una consuetudine ormai consolidata ed omologata erroneamente...
nullo ha scritto:
Se dopo sei pagine, non riusciamo ad approcciare il problema in modo da ipotizzare una soluzione, una qualsiasi forma pratica e sperimentale, in modo da accompagnare le pur interessanti chiacchiere a qualcosa su cui fondare osservazioni comuni, vuol dire che non se ne sente la esigenza e che lo status odierno, tutto sommato soddisfa o non si ritiene di potere/dovere andare oltre.
Se mi permetti una considerazione ... qui correre è controproducente...io non direi assolutamente che dopo sei pagine non si riesce ad approcciare il problema! ..molto è stato detto...molto però è rimasto !
Forse altre scuole di pensiero hanno già raggiunto la "verita "! :o
nullo ha scritto:
Posso chiedere perché due altoparlanti emettano contemporaneamente lo stesso suono e noi lo accettiamo come se nulla fosse, ma non succede nulla al suono? E poi due diffusori che emettono lo stesso suono, cosa compromettono.
Se pensi ad un sistema Bose 901 hai proprio questo esempio! cosa succede fisicamente si potrebbe anche misurare(ma con quali segnali?) ...poi tali misure sarebbero standardizzate? E quelle misure si potrebbero poi correlare in qualche modo alla diversa tipologia percettiva ed al diverso ambiente?
nullo ha scritto:
Posso chiedere perché si mettano usualmente le trappole negli angoli e non fra i diffusori, perché non vicino ai diffusori, posso chiedere a che serve quello che rimbalza sul muro posteriore o sul pavimento.
Mi piacerebbe sentire una riflessione anche su queste cose.

Semplice...anche troppo! correggere l'acustica di un ambiente, se diventa un sacrificio a svantaggio dell'estetica di una tipologia di arredamento,è difficile da accettare soprattutto da certe mentalità e mogli!
Se hai la fortuna, poi, di poter disporre di un ambiente dedicato ,hai la libertà di poterlo trattare come vuoi... e sperimentare secondo le tue precise teorie (solo quelle contano). Poi se qualcuno, il tecnico di turno, ti viene a dire che è tutto da rifare ... cadi nella più feroce delle depressioni e tenti di ricominciare dall'inizio in quanto credi che sino ad ora hai quasi sbagliato tutto!
Questa è una delle strade che porta alla completa insoddisfazione...il diffusore che prima ti sembrava ottimo ora non ti soddisfa più e così via.
Gli stessi diffusori commerciali sono costruiti in funzione degli arredamenti domestici e non concedono quasi nulla alla cura di certi particolari tecnici che sarebbero di grande utilità ai fini qualitativi... ad esempio rivestire le superfici del baffle con materiali fonoassorbenti adatti ,isolare meglio i componenti dai cabinets ,dare delle precise indicazioni sulla corretta collocazione e di come andrebbe trattato acusticamente l'ambiente ,spiegare la filosofia costruttiva...ecc.
Tutto è demandato all'uso anche improprio degli stessi che può farne l'utente...ma se poi non sai ascoltare a cosa ti serve cercare di ottimizzare questi aspetti?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 30 mar 2011, 20:28
da nullo
Per la frutta è 'n'esempio! Conosco/conosciamo la differenza, fra una foto ed un filmato. un alto tempo di latenza dell'immagine sullo schermo lo accetteresti?

La inclinazione alla depressione l'ho perduta da tempo e non mi torna certo perché qualcuno ha idee diverse e gusti diversi, si rimane tranquillamente a chiacchierare.

sterosound ha scritto:Gli stessi diffusori commerciali sono costruiti in funzione degli arredamenti domestici e non concedono quasi nulla alla cura di certi particolari tecnici che sarebbero di grande utilità ai fini qualitativi... ad esempio rivestire le superfici del baffle con materiali fonoassorbenti adatti ,isolare meglio i componenti dai cabinets ,dare delle precise indicazioni sulla corretta collocazione e di come andrebbe trattato acusticamente l'ambiente ,spiegare la filosofia costruttiva...ecc.
Beh, stiamo parlando di questo fin dalla discussione sulle cassine, siamo su un forum che si chiama Audiofaidate, che caspita ci interessa dei diffusori commerciali e della loro ragion d'essere?

Se hai voglia, approfondiamo questi discorsi.

Non sono inoltre affatto convinto che il trattamento ai fini della percezione e non di un ipotetico RT misurabile, sia semplice da attuare.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 10:49
da stereosound
nullo ha scritto:
Beh, stiamo parlando di questo fin dalla discussione sulle cassine, siamo su un forum che si chiama Audiofaidate, che caspita ci interessa dei diffusori commerciali e della loro ragion d'essere?
Non sono inoltre affatto convinto che il trattamento ai fini della percezione e non di un ipotetico RT misurabile, sia semplice da attuare.
Sarebbe il caso intanto di distinguere la parte fisica da quella percettiva.
Come dovremmo affrontare questi due aspetti?
Sono sufficienti, con una possibile analisi più o meno dettagliata, per avere risposte univoche o ci sarebbero altri aspetti importanti da considerare?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 11:07
da nullo
Ci sono alcune relazioni tra le due parti. Le considerazione tratte, sono spesso aleatorie, spesso si architettano stratagemmi che fanno tornare i conti dal punto di vista delle misure, ma che tolgono sostanza al risultato.

La cosa si potrebbe anche ribaltare volendo, l'uomo decide cosa guardare, cosa tenere in considerazione e cosa no, in questo caso i conti tornano sempre, lo vediamo nella vita di tutti giorni, politica compresa, si scusano comportamenti assurdi, per salvare quel poco di buono che interessa.

Un po' di bagaglio tecnico esiste già, il problema è sfruttarlo appieno con premesse chiare, che non possiamo salvare tutto lo sappiamo. Io non faccio le analisi per stare dentro la forcella media, io vorrei sentirmi bene.

Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.

Per ascoltare una voce al centro, non farei parlare due gemelli ai lati, ma neanche metterei due gemelli uno sopra l'altro al centro, peggio ancora due gemelli per lato, che ne pensi? Che ne pensa un microfono, un analizzatore di spettro e... Ecc. Ecc.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 11:55
da stereosound
nullo ha scritto:
Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.
Se fai queste considerazioni forse si torna un passo indietro... abbiamo appena detto che gli ascolti richiedono tutta una serie di combinazioni percettive che presuppongono una corretta sintonia tra lo storico ed il tempo reale! Tutto questo richiede quindi una corretta educazione all'ascolto...credo che su questo aspetto si sia detto sufficientemente forse,non ti pare?
nullo ha scritto:
Per ascoltare una voce al centro, non farei parlare due gemelli ai lati, ma neanche metterei due gemelli uno sopra l'altro al centro, peggio ancora due gemelli per lato, che ne pensi? Che ne pensa un microfono, un analizzatore di spettro e... Ecc. Ecc.
Non so se ricordi gli albori della Chario...alcuni dei lori primi sistemi di casse stereo erano caratterizzati da tre unità : due laterali L ed R ed una centrale R+L.
La cassa al centro in effetti conteneva nello stesso cabinet i due medi ciascuno collegato alla propria cassa attraverso il filtro.
La cassa centrale appunto serviva a migliorare la ri-collocazione spaziale dell'evento da riprodurre nel mezzo della scena in un arco di frequenze abbastanza ristretto(meno di tre ottave).
Mi ricordo che questi diffusori non piacquero molto e non ebbero seguito,però colpirono il raro ascoltatore più attento...
Per far parlare una voce al centro,in un sistema stereo, questa deve essere riprodotta simultaneamente con lo stesso livello e fase dai due diffusori (L+R) e non esiste altra possibilità.
Tu hai qualche altro suggerimento in merito?
Se il microfono pensasse saremmo quasi a posto...esso riprende solo secondo le sue caratteristiche ma non ricorda più nulla!
Neanche l'ambiente ricorda e tantomeno i diffusori o altri elementi della catena...
L'incisione sul disco è una memoria che si vuole raccontare in modo differito anche se non perfettamente ricostruita e pertanto richiede un'altra memoria per essere compresa , elaborata! Se riesce a riferire una sostanza e non un accidente (Aristotele) significa che ha svolto bene il suo preciso compito.
Tutto il resto è noia!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 12:34
da nullo
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.
Se fai queste considerazioni forse si torna un passo indietro... abbiamo appena detto che gli ascolti richiedono tutta una serie di combinazioni percettive che presuppongono una corretta sintonia tra lo storico ed il tempo reale! Tutto questo richiede quindi una corretta educazione all'ascolto...credo che su questo aspetto si sia detto sufficientemente forse,non ti pare?
Non fraintendere sempre Max, se tu hai anche solo una minima coscienza dei problemi che abbiamo discusso finora, pretendi buoni ascolti, non è necessariamente l'opposto. I buoni ascolti devono avere quelle premesse sennò, che buoni ascolti sono?

stereosound ha scritto: Chario... cut
Tu hai qualche altro suggerimento in merito?
No, se non quello che al momento mi pare che più tolgo e più mi pare di ascoltare ( più inteso come quantità e qualità), in questo momento non aggiungerei certo altri altoparlanti. Sto anche imparando a valutare gli ascolti dirigendo l'attenzione verso una sola cassa. Chissà quanto vale il crosstalking in questo caso.
stereosound ha scritto: Se il microfono pensasse saremmo quasi a posto...esso riprende solo secondo le sue caratteristiche ma non ricorda più nulla!
Neanche l'ambiente ricorda e tantomeno i diffusori o altri elementi della catena...
L'incisione sul disco è una memoria che si vuole raccontare in modo differito anche se non perfettamente ricostruita e pertanto richiede un'altra memoria per essere compresa , elaborata! Se riesce a riferire una sostanza e non un accidente (Aristotele) significa che ha svolto bene il suo preciso compito.
Tutto il resto è noia!
Svicolone, ti chiamerò Svicolone :grin:
Immagine

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 12:55
da stereosound
Svicolare da chi o cosa? :lol:

Tralasciando l'incisione... se non credi nelle misure...a cos'altro attribuisci importanza allora e con quale tipo di fede!? :smile:
Sai bene cosa vorresti ed all'uopo hai già un riferimento a cui tendere?
Descrivi...sperando che non svicoli tu stavolta! :?:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 31 mar 2011, 22:35
da nullo
Cominciamo da una tua affermazione, io non ho fedi e le eventuali evidenze, sono quelle che possono apparire agli occhi di chiunque si sbatta un attimo.

Hai affermato che è facile trattare un ambiente, come e perché affermi questo?

Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 06:32
da stereosound
nullo ha scritto:
Hai affermato che è facile trattare un ambiente, come e perché affermi questo?
Quando parlo di ambiente in genere mi riferisco prevalentemente ad uno di tipo domestico e non ad uno dedicato solo all'ascolto!
La differenza tra le due situazioni è in effetti sostanziale per ovvi motivi.
Un ambiente domestico lo tratto con tappeti,tende,quadri,poltrone,librerie e quant'altro di utile come l'inserimento di supporti smorzanti di tipo commerciale o artigianale sempre rimanendo nei limiti di un ambiente abitabile-domestico.
Tali accorgimenti servono ad evitare dei T60 troppo alti soprattutto alle frequenze medio-alte( nella banda delle basse e medio basse il discorso non è così semplice da affrontare ed in questo contesto spesso rimane un aspetto irrisolto) e ad avere una condizione leggermente migliore di una fatta senza nessuna attenzione.
L'ascoltatore medio non si pone certo questi problemi in quanto non li conosce e non ne conosce bene la possibile soluzione anche parziale.
Il discorso cambia radicalmente se voglio ottenere la migliore ottimizzazione del mio sistema di ascolto dedicandogli un ambiente "tipo".
Se credo veramente ad alcune soluzioni particolari ed attente cercherò di eseguire tutti quegli accorgimenti che conosco e ne sperimenterei anche altri non conosciuti. Il mio operato diventerebbe un tendere verso una condizione sempre più soddisfacente che ora....non può considerarsi esistente...date le varie problematiche da affrontare e cercare di risolvere.
Inoltre perché condividere necessariamente le idee di una delle svariate scuole di pensiero come se fosse verità assoluta! Se voglio sperimentare mi documenterò gradualmente ,se mi interessa realmente,e applicherò solo ciò che riterrò veramente utile ai fini di una mia valutazione personale basandomi solo sulla mia capacità di discernere...e basta.
Gli altri pareri,anche definibili autorevoli,mi interessano molto relativamente e non mi faccio condizionare al punto da divenire una specie di adepto che raccoglie tutto passivamente...se devo sbagliare preferisco deciderlo con la mia testa.
Altro discorso importante sul fronte della PERCEZIONE...
Nessuno ha mai curato questo aspetto importantissimo...c'è chi parla semplicemente di cervello quando si riferisce alle condizioni di analisi-sintesi di un pensiero...poi chi lo fa non conosce neanche i più banali meccanismi percettivi e come possono avvenire...
I miei primi studi sulla percezione risalgono agli anni 70 e da allora non si è scoperto molto di più.... :x
nullo ha scritto:
Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?
Ti ho già risposto in effetti...questo avviene per consuetudine,per comodità e necessità... negli ambienti di tipo domestico per ovvi motivi!
Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 07:07
da nullo
stereosound ha scritto:
CUT......
L'ascoltatore medio non si pone certo questi problemi in quanto non li conosce e non ne conosce bene la possibile soluzione anche parziale.
Il discorso cambia radicalmente se voglio ottenere la migliore ottimizzazione del mio sistema di ascolto dedicandogli un ambiente "tipo".
Se credo veramente ad alcune soluzioni particolari ed attente cercherò di eseguire tutti quegli accorgimenti che conosco e ne sperimenterei anche altri non conosciuti. Il mio operato diventerebbe un tendere verso una condizione sempre più soddisfacente che ora....non può considerarsi esistente...date le varie problematiche da affrontare e cercare di risolvere.
Inoltre perché condividere necessariamente le idee di una delle svariate scuole di pensiero come se fosse verità assoluta! Se voglio sperimentare mi documenterò gradualmente ,se mi interessa realmente,e applicherò solo ciò che riterrò veramente utile ai fini di una mia valutazione personale basandomi solo sulla mia capacità di discernere...e basta.
Gli altri pareri,anche definibili autorevoli,mi interessano molto relativamente e non mi faccio condizionare al punto da divenire una specie di adepto che raccoglie tutto passivamente...se devo sbagliare preferisco deciderlo con la mia testa.
Altro discorso importante sul fronte della PERCEZIONE...
Nessuno ha mai curato questo aspetto importantissimo...c'è chi parla semplicemente di cervello quando si riferisce alle condizioni di analisi-sintesi di un pensiero...poi chi lo fa non conosce neanche i più banali meccanismi percettivi e come possono avvenire...
I miei primi studi sulla percezione risalgono agli anni 70 e da allora non si è scoperto molto di più.... :x
nullo ha scritto:
Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?
Ti ho già risposto in effetti...questo avviene per consuetudine,per comodità e necessità... negli ambienti di tipo domestico per ovvi motivi!
Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Io non conosco nessun ascoltatore medio, non voglio considerare, a livello teorico, limitazioni imposte da una moglie.

Dice, vorrei una formula uno, col bagagliaio capiente, per quando vado a fare la spesa.... |(

Il fatto che tu non pensi necessario, anzi deleterio, l'uso di assorbente distribuito ad hoc in ambiente, mi pare una grossa limitazione.

Banali aggeggi, possono già creare i presupposti per un cambiamento di grossa entità, uno sviluppo serio e ragionato, in tal senso, mi sarebbe piaciuto. Mi pare che siamo in stallo al momento.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 07:27
da stereosound
...non capisco se le risposte alle tue domande dovrei dartele io secondo il tuo modo di concepire gli aspetti di cui si sta parlando(questa è una cosa che puoi fare solo tu!)... quando ti dico che in questo specifico settore la cosa migliore è sperimentare secondo una logica personale e non necessariamente condivisibile ,ciascuno fa come meglio crede... e non esiste ,come ti ho già detto , una condizione ottimale da seguire o una scuola riconosciuta universalmente valida da perseguire. :o
Potresti affermare il contrario?
Se ne vogliamo parlare per me va bene ma sempre con un atteggiamento dialogico e non retorico! :lol:
Tu dici:
Il fatto che tu non pensi necessario, anzi deleterio, l'uso di assorbente distribuito ad hoc in ambiente, mi pare una grossa limitazione.
Non di sembra aver detto questo...
Ritengo che l'acustica ambientale vada curata per correggere essenzialmente il T60 nel un range di frequenze più critiche per una migliore intelligibiltà.
Queste frequenze rientrano prevalentemente nel range delle medie ed alte.
Poi ci sarebbero le interazioni con conseguenti somme o cancellazioni alle frequenze prevalentemente medio-basse...per queste la correzione è ben più complicata e difficile ma non impossibile.
Una possibilità,secondo me,sarebbe quella di isolare completamente la radiazione posteriore del woofer (montaggio su una parete di muratura, e non sul baffle di un mobile tradizionale , con un volume di carico necessario al corretto allineamento scelto). Altre considerazioni simili si potrebbero fare su gli altri componenti...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 09:31
da nullo
Max, hai detto testualmente << non coerente e corretto>>

Non ho bisogno di affermare, indirizzare, evangelizzare, ognuno deve poter avere le sue idee e poterle spiegare.

Da prima ho cercato di porre le basi per creare un piccolo giocattolo, da osservare, con le premesse che sai a livello della discussione relativa a meccanismi di cui abbiamo parlato.

Questo potrebbe permettere più persone di dialogare su basi di osservazioni comuni.

Prima ho anche detto che non inseguo lo rt per avere una misura buona, vorrei un particolare tipo di riverbero, non solo abbassarlo, ho detto che l'iterazione di più vie e più diffusori, porta delle conseguenze, vorrei potere limitare i danni, ma dobbiamo ritenere, per discutere di questo, che i danni esistano.

Sarebbe bello anche discutere cosa succede ad un ap al variare, carico, che succede all'aria, come si comporta e cosa perdiamo eventualmente ad inseguire un dB sulle note gravi. Ci interessa un dB a quelle frequenze? E 3, 4 db?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 10:13
da stereosound
nullo ha scritto:Max, hai detto testualmente << non coerente e corretto>>
Scusami ma non mi pare che abbia affermato qualcosa di simile sulla necessità di un trattamento acustico dell'ambiente di ascolto anche perché è contrario alle mie tipologie di vedute! Quel testualmente "non corretto e coerente"(riferendomi ad un trattamento acustico) non l'ho trovato nei miei post precedenti. :o

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 10:21
da nullo
Parlavo dello spazio dietro, fra i difusori e nell'area fra noi e i diffusori, e parlo dell'iterazione fra le varie emissioni ed eco, e della possibilità di leggerle distintamente.
stereosound ha scritto: Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 11:23
da stereosound
nullo ha scritto:Parlavo dello spazio dietro, fra i difusori e nell'area fra noi e i diffusori, e parlo dell'iterazione fra le varie emissioni ed eco, e della possibilità di leggerle distintamente.
stereosound ha scritto: Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Se tratto già acusticamente l'ambiente,secondo me,aggiungere un ulteriore trattamento nell'area tra noi e i diffusori non lo trovo coerente...ribadisco questo aspetto. Questo non vuol dire che è sbagliato farlo! E' solo un mio parere! Inoltre per trattare dietro il diffusore cosa intendi? per caso rivestire tutta la cassa compreso le pareti posteriori? Se è così non trovo la cosa la migliore soluzione per limitare quella che viene definita"trasparenza della struttura" a certe frequenze.
Trovo ottimale invece murare il componente deputato alla riproduzione delle basse frequenze o ,in alternativa, creare una intercapedine all'interno del diffusore che abbia il compito di assorbire al meglio eventuali emissioni extra-pistone(non dico posteriore in quanto nei reflex viene recuperata ai fini energetici ed utilità di estensione...se interessa un sistema siffatto).
Nelle sospensioni pneumatiche andrebbe curata diversamente l'emissione posteriore del woofer.
Se invece,parlando di trattamento posteriore ,ti riferisci anche alla eliminazione delle superfici riflettenti dei pannelli del cabinet,ritengo che la cosa sia relativa.
Andare ad esasperare certi trattamenti quale vantaggio comporterebbe!? Se abbassi troppo il T60 (esempio portarlo a valori vicini ai 0.4-0.5 sec o meno) avresti una parvenza di migliore nitidezza (solo apparente) ma ti perderesti un contributo ambientale che può essere visto anche utile entro certi limiti.
Se vai in una sala d'ascolto di un negozio Hi-Fi troverai moquette sul pavimento,trattamenti acustici su tutte le pareti,disposizione delle casse finalizzata al miglior rendimento,poltrona al centro della scena per stare al posto più adatto.
In un appartamento tutto questo è molto improbabile che si possa realizzare...devi avere,come ho già ribadito in altro post,una stanza dedicata...
Tu hai certamente(nella testa) quello che io chiamo modello di riferimento!...e potresti vederlo come un possibile punto di arrivo o come testa d'angolo!
Quale sarebbe questo "incognito"?
Ci sono molteplici lati da considerare parlando di diffusori acustici...quali di questi sarebbero utili? e quali invece dovremmo prendere in seria considerazione rispetto ad altri ?
Alcuni possibili aspetti potrebbero essere : quali componenti scegliere e perché,quante vie usare,come dimensionare il cabinet , come montare i componenti sul baffle , tipologia di filtro e così via.
E che dire poi sulle misure degli altoparlanti(dimensioni ottimali) , scelgo woofers da 30" oppure da 8" ? e quali altri parametri tecnici bisognerebbe considerare a ragione?
Esiste poi una sintesi convergente di molti pareri autorevoli in proposito?
NO!... c'è ampia libertà di azione, di scelta e di pensiero!
Si dice che......nella moltitudine dei consiglieri c'è la RIUSCITA"

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 22:38
da mau749
Sul trattamento dell'ambiente molto ci sarebbe da dire ed è difficile a mio parere dare la ricetta giusta tante sono le variabili in gioco.

Certamente alcune regole generali esistono e si sono dimostrate mediamente valide in tutti gli ambienti ma tanto credo si possa fare nello specifico per tentare un ulteriore miglioramento generale della qualità della riproduzione.

In particolare, Max, il "trattamento" dello spazio nell'area fra i diffusori ed il punto d'ascolto e quello a ridosso dei diffusori stessi può dare risultati significativamente importanti.

Ne ho avuto una conferma personale al Bottom a Rimini proprio con i "rotoloni" di Roberto che in maniera per me sorprendente hanno modificato in maniera sensibile dimensioni virtuali della scena sonora e definizione generale della riproduzione pur inseriti in un ambiente di base adibito a tutt'altro che la riproduzione musicale e dunque assolutamente non trattato.

Purtroppo, e sottolineo purtroppo, non posso utilizzarli nel mio contesto causa dimensioni ed occupazione di spazio con conseguente WAF prossimo a zero.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 01 apr 2011, 23:14
da nullo
Aggiungo che parliamo di un impianto non certamente ottimizzato in tal senso, ed il trattamento ( del piffero, realizzato velocemente per un test) fu messo lì in pochi minuti, senza ottimizzazione.
stereosound ha scritto:Se tratto già acusticamente l'ambiente,secondo me,aggiungere un ulteriore trattamento nell'area tra noi e i diffusori non lo trovo coerente...ribadisco questo aspetto. Questo non vuol dire che è sbagliato farlo! E' solo un mio parere! Inoltre per trattare dietro il diffusore cosa intendi?
Avevo scritto lo spazio dietro ( spazio vuoto tra diffusori e muri)

Ribadisci, ma spiegati.

stereosound ha scritto:
Nelle sospensioni pneumatiche andrebbe curata diversamente l'emissione posteriore del woofer
Come?
stereosound ha scritto: ti perderesti un contributo ambientale che può essere visto anche utile entro certi limiti.
Perché?

stereosound ha scritto: Se vai in una sala d'ascolto di un negozio Hi-Fi troverai moquette sul pavimento,trattamenti acustici su tutte le pareti,disposizione delle casse finalizzata al miglior rendimento,poltrona al centro della scena per stare al posto più adatto.
Semplicemente, non vado nei negozi e nelle fiere ecc. per il resto, non è detto, ma non è il punto.
stereosound ha scritto:
Ci sono molteplici lati da considerare parlando di diffusori acustici...quali di questi sarebbero utili? e quali invece dovremmo prendere in seria considerazione rispetto ad altri ?
Alcuni possibili aspetti potrebbero essere : quali componenti scegliere e perché,quante vie usare,come dimensionare il cabinet , come montare i componenti sul baffle , tipologia di filtro e così via.
E che dire poi sulle misure degli altoparlanti(dimensioni ottimali) , scelgo woofers da 30" oppure da 8" ? e quali altri parametri tecnici bisognerebbe considerare a ragione?
Si parlava di sequenza, uomo, non di spl o altro, se quelle sono le basi, dei grossi woofer non ce ne facciamo niente, di altro sì.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 02 apr 2011, 10:54
da stereosound
mau749 ha scritto:Sul trattamento dell'ambiente molto ci sarebbe da dire ed è difficile a mio parere dare la ricetta giusta tante sono le variabili in gioco.
In particolare, Max, il "trattamento" dello spazio nell'area fra i diffusori ed il punto d'ascolto e quello a ridosso dei diffusori stessi può dare risultati significativamente importanti.
Ne ho avuto una conferma personale al Bottom a Rimini proprio con i "rotoloni" di Roberto che in maniera per me sorprendente hanno modificato in maniera sensibile dimensioni virtuali della scena sonora e definizione generale della riproduzione pur inseriti in un ambiente di base adibito a tutt'altro che la riproduzione musicale e dunque assolutamente non trattato.
Ciao
Hai ragione...anch'io ho sperimentato molti anni fa simili accorgimenti. In modo particolare ho trattato tutta la parete di fondo ed una parte di quelle laterali fino al soffitto con uno strato di polistirolo da 5cm oltre a rivestire gli stessi diffusori completamente con lo stesso materiale ( compresa la base). Anche il baffle è stato rivestito e sullo stesso ho smussato i bordi a 45°in corrispondenza dei pistoni dei trasduttori.
In queste condizioni, variando i rapporti tra il campo diretto e quello riflesso, si migliorava in maniera evidente l' intelligibilità della ricostruzione...ma in un soggiorno di un appartamento certi trattamenti sono realizzabili?
Concordo con te che in casa si hanno molti limiti...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 02 apr 2011, 13:48
da stereosound
nullo ha scritto:
Avevo scritto lo spazio dietro ( spazio vuoto tra diffusori e muri)
Ribadisci, ma spiegati.
Come ho spiegato a Maurizio, riferendogli qualche esperimento di vari anni fa, i trattamenti se sono finalizzati al raggiungimento della propria soddisfazione personale sono certamente utili ed ,entro certi limiti, anche necessari( se si riesce a equilibrare al meglio il rapporto tra campo diretto e riverberato).I trattamenti acustici non sono certo difficili da attuare. Ci si può servire anche di apposite tabelle per calcolare il T60 alle diverse frequenze in base alla grandezza , i materiali costituenti gli arredi e altre suppellettili. Si potrebbero anche empiricamente inserire vari pannelli o strutture come i tupe traps...in commercio ne esistono di
vari tipi anche esteticamente accattivanti ad un certo costo.
Se parliamo invece di trattare anche i diffusori stessi (come struttura) dovremmo distinguere quali finalità ci vogliamo proporre.
Se lo scopo è evitare anche l'influenza negativa del cabinet del diffusore vi sono molte indicazioni pratiche su come poterle ridurre( spesso è sufficiente foderare tutto il diffusore con un materiale fonoisolante ed assorbente di un certo spessore). In un ambiente domestico, però, ricorrere a certi accorgimenti, non è la soluzione ideale! Inoltre la correzione del T60 operata su un ambiente di tipo specifico deve pure tenere conto che sotto un certo valore (di solito inferiore ai 04- 0.5 sec in una banda di frequenze medio-alte) si tende a perdere una certa ricostruzione in profondità della scena(appiattimento). Se elimino del tutto(in teoria) le influenze ambientali ( condizione di semispazio ) non avrei quasi più l'apporto del campo riflesso (eccetto quella piccola parte dovuta alla sola presenza del pavimento ipotizzando l'assenza di tappeti).
Dovremmo anche valutare la dispersione polare ,orizzontale e verticale, di ogni traduttore utilizzato, all'uopo potremmo considerare omnidirezionali tutte quelle frequenze al di sotto dei 1000hz anche se la caratteristica polare regolare omogenea sotto il profilo energetico si ha sotto i 300hz ca. Con i trattamenti acustici operati sul diffusore andremo a variare le peculiarità dispersive dei componenti e di conseguenza la riproduzione della scena sul piano orizzontale e verticale...
Se prendiamo come esempio un teatro dell'opera possiamo constatare che il T60, a teatro vuoto, tende ad assumere valori anche superiori ad 1 sec. (quando è vuoto). Durante una rappresentazione orchestrale la platea di persone contribuisce ad abbassare questo dato a valori più bassi . L'orchestra deve essere collocata in una postazione strategica strutturata in modo da essere riflettente acusticamente...
nullo ha scritto:
Si parlava di sequenza, uomo, non di spl o altro, se quelle sono le basi, dei grossi woofer non ce ne facciamo niente, di altro sì.
Come da titolo si parla anche di diffusori...dimmi su quale base asserisci che i grossi woofer non servono?
Vi è per caso una indicazione basata su questioni prettamente tecniche?
Quale sarebbe la misura ottimale degli altoparlanti in tal senso?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 02 apr 2011, 17:42
da mau749
Max, credo si stia parlando di cose diverse.

Quello messo in atto da Roberto, in un certo senso non è un trattamento acustico "classico" o tradizionale come quello che hai citato, stiamo parlando di questo...
00000013.jpg
A livello teorico la funzione è abbastanza ovvia ma è davvero stupefacente la loro influenza sull'immagine e sulla sensazione di definizione che operano ed è sufficiente un piccolo spostamento per cambiare le cose in maniera piuttosto sensibile.

Come vedi l'impatto non è trascurabile anche pensando ad una finitura meno grezza e certamente poco proponibile in un normale ambiente domestico "non dedicato"

Personalmente non ho abbandonato tutte le speranze di riuscire ad infilarli nel mio (ambiente), che è sì parzialmente dedicato ma pur sempre "aperto al pubblico"... magari senza quello centrale...

Per quanto riguarda i woofers "grossi" ci sarebbe molto da dire...magari, con MOLTA calma, lo affrontiamo successivamente...

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 02 apr 2011, 18:04
da stereosound
Grazie per la precisazione Maurizio, avevo comunque inteso parzialmente (anche se non vi era una indicazione molto precisa della tipologia e disposizione dei correttori d'ambiente ) cosa volesse dire Roberto. In effetti quei correttori acustici nella foto postata agiscono prevalentemente sulla dispersione polare del campo diretto (assorbendo una parte di energia irradiata prevalentemente sulle frequenze medie ed alte) e secondariamente su quello riverberato modificandone le condizioni percettive in maniera piuttosto sensibile oltre ad andare ad esasperare un po' la separazione stereo.
Sulla definizione non saprei però...bisognerebbe intenderci meglio sull'uso di questo termine.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 02 apr 2011, 21:56
da mau749
stereosound ha scritto:
................
Sulla definizione non saprei però...bisognerebbe intenderci meglio sull'uso di questo termine.
Anch'io ad un ascolto tutto sommato abbastanza frettoloso non saprei dire se l'aumento della definizione fosse reale ed infatti ho parlato di "sensazione".

Comunque sarebbe davvero opportuno dare "definizioni" univoche a certi termini per non ingenerare equivoci: in quel caso intendevo una migliore focalizzazione di strumenti e voci ed una loro migliore stabilità spazio/temporale.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 04 apr 2011, 06:38
da stereosound
mau749 ha scritto:
Anch'io ad un ascolto tutto sommato abbastanza frettoloso non saprei dire se l'aumento della definizione fosse reale ed infatti ho parlato di "sensazione".
Comunque sarebbe davvero opportuno dare "definizioni" univoche a certi termini per non ingenerare equivoci: in quel caso intendevo una migliore focalizzazione di strumenti e voci ed una loro migliore stabilità spazio/temporale.
Ciao
Tornando al discorso "definizione", direi che questo parametro è una peculiarità che appartiene prevalentemente alla qualità di tutta la catena audio ed in modo particolare all'amplificazione che deve essere qualitativa (affinché non cada questo presupposto). La definizione,quindi ,in sintesi, potrebbe essere definita genericamente, a parte il gioco di parole, come la capacità di riprodurre dettaglio e nitidezza. I diffusori in genere restituiscono,secondo le proprie caratteristiche ed alterazioni successive,quello che viene loro inviato(risulta evidente però che questi ultimi potrebbero anche compromettere la riproduzione se non sono intrinsecamente di qualità e correttamente interfacciati con tutto il resto,compreso l'ambiente e non ultimo,come importanza, col "fruitore finale").
Infatti la qualità fine a se stessa non ha nessuna ragione d'essere se non è possibile una "ricostruzione" in assenza del fruitore! :lol:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 04 apr 2011, 10:15
da mau749
Concordo sulla definizione di "definizione" e sul fatto che a questa contribuisca in maniera determinante tutta la catena, fruitore compreso.

Mi pare abbastanza plausibile comunque poter effettuare ascolti "relativi" a due situazioni in cui è cambiato solo un componente della catena: certo rimane il problema di una impossibilità di misura significativa di questi cambiamenti.

Alla fine chi decide è l'ultimo (il primo!) anello della catena: chi ascolta!

Ora perché non entriamo un po' più nel dettaglio e cominciamo a parlare delle varie tipologie di diffusori, con i nostri pareri sui loro pregi e difetti, il tutto, ribadisco, con la massima calma e tranquillità?

Dalle tue bellissime realizzazioni mi sembra che tu appartenga alla "scuola" dei multivia di dimensioni importanti: cosa puoi dirci in merito?

Così almeno speriamo di coinvolgere anche qualche altro amico in questa chiacchierata che allo stato attuale sembra essere un dialogo a tre.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 04 apr 2011, 18:27
da stereosound
mau749 ha scritto:
Ora perché non entriamo un po' più nel dettaglio e cominciamo a parlare delle varie tipologie di diffusori, con i nostri pareri sui loro pregi e difetti, il tutto, ribadisco, con la massima calma e tranquillità?
Dalle tue bellissime realizzazioni mi sembra che tu appartenga alla "scuola" dei multivia di dimensioni importanti: cosa puoi dirci in merito?
Così almeno speriamo di coinvolgere anche qualche altro amico in questa chiacchierata che allo stato attuale sembra essere un dialogo a tre.
Ciao
Mi è sembrato pertinente postare qualche mia realizzazione del passato che posso ancora documentare in quanto in mio personale possesso. Le altre realizzazioni non le ho più per le mani e non le potrei comunque postare...anche se ho realizzato un po' di tutto: diffusori da teatro,per discoteca,per complessi musicali,per usi domestici . Le tipologie sono state varie e non è mancato neanche il fullrange. Il mio interesse per l'autocostruzione risale agli anni 60 quando ho costruito il mio primo impianto definibile stereo con caratteristiche pseudo-hi-fi :
amplificatore a valvolare + casse costituite con vari full range di piccolo diametro in combinazione serie -parallelo(un Bose d'altri tempi) +giradischi recuperato con con puntina ceramica! Inoltre sempre in quel periodo mi occupavo, alternativamente, anche della amplificazione di un complesso musicale nei vari spostamenti estivi: bei ricordi... 8)
Spero che si aggiungano a questo 3D altri parei ed esperienze di altri costruttori del passato e del presente...ciascuno con la propria scuola ... e bagaglio di conoscenze.
A me personalmente è sempre piaciuta la tipologia " monitor " come le classiche JBL da studio... i sistemi Altec ed Electrovoice serie pro ,mi piacciono meno i prodotti inglesi in genere con qualche eccezione per le ottime Tannoy monitor più classiche.
Allora anche i giapponesi vennero fuori con diffusori che ritengo veramente ottimi ...ricordiamo le migliori Yamaha , la serie professionale Pioneer... solo per citarne alcuni.
C'è molta storia che racconta l'evoluzione dell'altoparlante sino ai giorni nostri.
Una solo cosa non è cambiata credo...la voglia di ascoltare della buona musica !

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 04 apr 2011, 20:05
da kreisky
... io non ho né le conoscenze né l'esperienza per poter aggiungere un commento a quanto dite. Non so se rientra nei vostri percorsi ed interessi ma dato che in passato avete parlato di cassone o cassine... che cosa ne pensate delle casse con mobili separati ? 3 o 4 vie... 2 o 3 mobili...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 04 apr 2011, 20:14
da stereosound
kreisky ha scritto:... io non ho né le conoscenze né l'esperienza per poter aggiungere un commento a quanto dite. Non so se rientra nei vostri percorsi ed interessi ma dato che in passato avete parlato di cassone o cassine... che cosa ne pensate delle casse con mobili separati ? 3 o 4 vie... 2 o 3 mobili...
La situazione non cambia...in un sistema multivia si può ricorrere ai cabinet separati ,tranquillamente, oppure,come avviene di norma,ricorrere un cabinet con due o tre settori autonomi nello stesso mobile.
E' solo una questione di scelte filosofiche o progettuali e di costi...e prezzi da chiedere all'acquirente :lol:
Questo è un esempio piuttosto costoso : http://www.soundbysinger.com/manf.php?doc_id=220

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 08:24
da Echo
stereosound ha scritto: Questo è un esempio piuttosto costoso : http://www.soundbysinger.com/manf.php?doc_id=220
Per curiosità ....ti piace come suonano quei cosi??

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 08:46
da stereosound
Echo ha scritto:
stereosound ha scritto: Questo è un esempio piuttosto costoso : http://www.soundbysinger.com/manf.php?doc_id=220
Per curiosità ....ti piace come suonano quei cosi??
Personalmente li ho sentiti (non ascoltati) in un negozio...per un tempo brevissimo... e non è mia abitudine dare delle valutazioni se non conosco il prodotto abbastanza bene!
Certamente sono diffusori di alta qualità e non sono paragonabili alla media delle varie realizzazioni che trovi in commercio!
Comunque quel link è stato messo per rispondere ad una domanda su una tipologia di costruzione che prevede moduli separati per ciascuna via.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 16:57
da Echo
stereosound ha scritto:Comunque quel link è stato messo per rispondere ad una domanda su una tipologia di costruzione che prevede moduli separati per ciascuna via.
Si lo avevo capito e letto... ma vedendole mi è venuto da chiedertelo perchè li ho sentiti anche io (forse nello stesso negozio dove li hai sentiti tu) e non mi hanno fatto tutta questa bella impressione ...anzi

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 17:21
da stereosound
Echo ha scritto:
Si lo avevo capito e letto... ma vedendole mi è venuto da chiedertelo perchè li ho sentiti anche io (forse nello stesso negozio dove li hai sentiti tu) e non mi hanno fatto tutta questa bella impressione ...anzi
Mi sembra di aver capito,anche da altri 3D letti, che tu sei un estimatore della tipologia fullrange e possiedi almeno un paio di coppie di questi diffusori. Mi chiedo se in precedenza hai realizzato anche altri generi di diffusori, come un due o 3vie, e quale sia stata la molla che ti ha fatto poi propendere per il full...In effetti anche l'apparato uditivo si abitua ad un certo tipo di sonorità...
a me però è sempre piaciuto il genere monitor...meno povero agli estremi di gamma rispetto al full anche se certamente meno sdolcinato!
Chi ascolta, in modo particolare, la classica sembra preferire più il full ...forse!

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 17:30
da Echo
stereosound ha scritto:
Echo ha scritto:
Si lo avevo capito e letto... ma vedendole mi è venuto da chiedertelo perchè li ho sentiti anche io (forse nello stesso negozio dove li hai sentiti tu) e non mi hanno fatto tutta questa bella impressione ...anzi
Mi sembra di aver capito,anche da altri 3D letti, che tu sei un estimatore della tipologia fullrange e possiedi almeno un paio di coppie di questi diffusori. Mi chiedo se in precedenza hai realizzato anche altri generi di diffusori, come un due o 3vie, e quale sia stata la molla che ti ha fatto poi propendere per il full...In effetti anche l'apparato uditivo si abitua ad un certo tipo di sonorità...
a me però è sempre piaciuto il genere monitor...meno povero agli estremi di gamma rispetto al full anche se certamente meno sdolcinato!
Chi ascolta, in modo particolare, la classica sembra preferire più il full ...forse!
Come costruzione, escluso qualche piccolo 2 vie, mi sono dedicato sempre al fullrange anche se in precedenza ho avuto o comunque ascoltato con attenzione molti sistemi multivia commerciali (anche costosetti).
Secondo me con quegli armadi è impossibile non "ascoltare la casse" la loro presenza è ingombrante e fastidiosa (e non sto parlando di presenza fisica)

riguardo al genere di musica in effetti io ascolto molta classica e jazz, però non sò se sia indicativo, le cassone grandi di Imai (che non ho mai ascoltato ma ascolterò presto) dicono che sono fantastiche con la classica e molto meno con gli altri generi, mentre i piccoli monitorini fullrange sempre di imai "sono più" da jazz bo...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 22:26
da kreisky
Salve,

in realtà la mia curiosità per i mobili a pezzi è dovuta ai differenti e possibili materiali da usare, oltre che alle dimensioni... e alle risonanze che si trasmettono tramite il mobile a tutti gli altoparlanti. Ma tutto ciò è abbastanza fuori luogo in questa discussione. Magari ne riparleremo un'altra volta :wink:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 05 apr 2011, 23:09
da mau749
Non credo, Marco, che la tua curiosità sia fuori luogo, anzi...

Non dimentichiamo un altro prodotto di pregio: le B&W 801 che utilizzano proprio mobili e materiali diversi per le tre vie.
B&W801.jpg
Molto personalmente sarebbero uno dei pochissimi sistemi multivia che mi metterei in casa.

Ciao

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 06 apr 2011, 13:26
da stereosound
Le 801 piacciono anche a me...e sono eccellenti con con quasi tutti i generi musicali (eccetto forse per quelli più rocchettari e disco). Non appartiene però a quella schiera di diffusori che vuole l'uso di piccoli woofers dato che utilizza un bel 12" ! Oltre a ciò hanno una accuratezza nella risposta entro ristrette tolleranze ed una estensione veramente invidiabile! Con i generi classici poi sono quasi un ideale...comunque è un multivia! :smile:
Non è però un articolo in controtendenza...è solo un prodotto d'alta scuola, non alla portata di chiunque certamente ! (costano come una automobile di media cilindrata)...ma è l'euro che non vale niente?..
La nautilus ne è la conferma:

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 08 apr 2011, 10:38
da nullo
Chiusa, spero, la parentesi sui cassoni B&W, mi piacerebbe si spendessero due parole sul funzionamento degli AP, per poter eventualmente fare scelte più consqpevoli.

Vorrei chiedere ad esempio a qualcuno del forum ( magari di quelli che non scrivono di queste sciocchezze) che ne pensano della relazione fra il segnale inteso come voltaggio, la corrente e la conseguente sollecitazione che muove gli AP.

Non credo che la cosa sia alla portata tutti e il meccanismo è complesso, due parole spese al riguardo forse farebbero bene per chiarire le idee... almeno a me :oops:

Metto giù alcune domande per sollecitare gli interventi.

La impedenza complessa, genera richieste che spesso un ampli reale non è in grado di soddisfare, che succede quando questo avviene? La distorsione della corrente quali problemi crea, ecc, ecc.

Secondo voi il movimento dello AP, copia effettivamente la forma della corrente? E come interagisce la sollecitazione col movimento residuo dovuto alle precedenti sollecitazioni ( comprese quelle generate dall'aria spostata in precedenza che presenta un carico variabile per la membrana), quel movimento genera a sua volta delle correnti, è un problema a cui si può porre rimedio?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 08 apr 2011, 11:29
da stereosound
nullo ha scritto:Chiusa, spero, la parentesi sui cassoni B&W
...( magari di quelli che non scrivono di queste sciocchezze)...
??? :?:


Un piccolo antipasto : http://www.ultrasound-hifi.com/Us_wh_1/ ... te_it.html
http://users.libero.it/plamzz/#progetti

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 08 apr 2011, 17:23
da nullo
Le B&W non mi hanno mai entusiasmato :smile:

L'invito, invece, era a chi, come Tiziano, aveva già indagato l'argomento, aveva infatti linkato un articolo di Pass a Francesco che chiedeva lumi al riguardo.

La pagina di Ultrasound, l'avevo letta diverso tempo fa, mi pare avessero semplificato molto.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 08 apr 2011, 20:57
da nullo
Trovato il vecchio 3d di Francesco: http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... o+corrente

qui il link segnalato da Tiziano:
Volendo "essere seri" ti allego il link dell'articolo suggerito, che almeno per alcuni monovia può avere senso.
http://www.passdiy.com/pdf/cs-amps-speakers.pdf

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 09 apr 2011, 18:16
da stereosound
Begli argomenti...trattarli con una certa disinvoltura non credo sia facile...
L'insostenibile leggerezza dell'essere ...ci pervade!
Al TITOLO avrei messo : l'uomo giusto e i diffusori...

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 10 apr 2011, 16:04
da stereosound
Un aspetto che va a vantaggio dei piccoli sistemi a due vie è la (più o meno perfetta) risposta in fase data la piccola differenza di distanza dei centri acustici dei due componenti e, di solito, alla minor complessità dei filtri crossover utilizzati . Tale aspetto non è altrettanto trascurabile,invece, nei sistemi multivia con componenti a tromba . Anche l'uso di filtri abbastanza complessi comporta notevoli distorsioni al segnale che pilota gli altoparlanti. Se si potessero realizzare sempre dei 6dB/oct (più semplici) si avrebbe un vantaggio evidente sotto quest'ultimo aspetto.
Una corretta risposta in fase migliora sensibilmente la coerenza prospettica,sui tre piani, dell'evento da riprodurre.
Per chi ha voglia di approfondire...
http://mariobon.com/Articoli_non_pubbli ... a_Fase.htm
http://www.albedoaudio.com/files/Fase%20It.pdf

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 11 apr 2011, 07:24
da nullo
Insomma, da una parte abbiamo chi spinge verso una scelta, come Ultrasound, dall'altra chi spinge verso l'altra:

Immagine

Tratto da:

http://motxam.interfree.it/Mariani.html

Niente da dire?

Poi abbiamo queste dal link citato da Max:
In sostanza oggi è chiaro che la distorsione di fase diventa udibile solo riducendo drasticamente il tempo di riverberazione dell’ambiente
Strumentalmente, nella risposta impulsiva in campo semivicino di un tweeter, sono visibili anche le riflessioni prodotte dalle teste delle viti di fissaggio. Tali riflessioni producono effetti visibili nella risposta in frequenza tra 3 e 4000 Hz . Grazie alle ricerche di Toole e altri sappiamo che le prime riflessioni provocano un allargamento delle dimensioni della sorgente con ripercussioni sulla localizzazione. C’è chi sostiene che ritardi nell’ordine della decina di microsecondi (corrispondenti a meno di un centimetro) siano sufficiente per produrre uno spostamento della sorgente virtuale. E’ certo che la diffrazione ai bordi “aiuta” a riconoscere le dimensioni della sorgente.
Ecc. ecc.

Ma se sono cose note, perché continuiamo a non tenerne conto?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 apr 2011, 00:17
da UnixMan
forse perché in pratica non sono poi così rilevanti? forse perché ci sono altri problemi ben più consistenti da risolvere prima? costi? estetica? consuetudine? pura ignoranza? :wasntme: chissà... :?

Cmq, vi invito a farvi un giro su questo interessantissimo thread (già citato qui), da cui vi riporto un estratto molto rilevante:
the hearing mechanism is processing what the ears receive in "stages" or "phases"
the first stage is sound source localization and it lasts <1 ms counting from first wave front arrival at the ear, the second is sound source size assessment and it lasts for the next 1<30 ms, the third is sound source identification which begins with pitch recognition occurring between 10<30 ms
[...]
in case of sound localization in reverberant space like a room hearing relies mostly on time difference mechanism - the law of first wave front and the precedent effect (Haas effect) and additionally on phase difference mechanism and in that regard most important are the spatial cues around 1 kHz
[...]
on the other hand the spatial cues encoded in a stereo recording are in most cases of the intensity type or at least they should be according to the original Blumlein stereo patent and a coincident stereo microphone set up invented by him for that application
this is simply how "stereo" should work
unfortunately this is often ignored diminishing the standard stereo ability of realistic spatial reproduction even more
(tratto da questo post).

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 17 apr 2011, 00:30
da UnixMan
E ancora (sempre dallo stesso post):
as I have already pointed to above in the thread the main problem with realistic spatial presentation of sound in audio reproduction at home is with the fact that we are listening to the speakers perceiving them as distinct sound sources, we are hearing the speakers – something that has no counterpart in nature

in spite we should listen to what the speaker do while staying unaware that this is done by the speakers
cioè i diffusori devono "scomparire" (frase molto comune tra gli audiofili, ma forse mai compresa fino in fondo).

prosegue:
ambiophonics is trying to achieve that by the means of stereo crosstalk cancelling and making the listening room a little anechoic chamber
in that way the speaker themselves are made "invisible" to the hearing

but I believe that this can be done as well by integrating the speakers into the side walls instead of projecting the sound in the direction of the listener
in that way we can perceive that sound just occurs in the room like it would be if the room was attached through the wall in front of the listener to an original recording space (see image attached)
buona lettura... ;)

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 14 set 2011, 22:13
da nullo
Ormai è finita l'estate, metto qui alcuni appunti, magari fra qualche tempo riprendiamo la discussione, c'è da distinguere fra le prerogative di un ascolto durante un accadimento e quelle della sua riproposizione, ho sottolineato un paio di punti su cui mi piacerebbe ricevere delle chiarificazioni:

http://www.iuav.it/Ateneo1/docenti/desi ... stica1.pdf
Quando ascoltiamo un suono in condizioni normali, oltre alle caratteristiche di
pitch, timbro, loudness,etc, altre sensazioni legate allo spazio fisico dove il
suono viene generato, sono percepite. Così possiamo avere sensazione di
ambiente (se siamo in una piccola stanza o in una grande chiesa, ad esempio) e
anche di distanza a la sorgente e di direzione dalla quale proviene il suono.
Come fa il nostro sistema uditivo per identificare queste caratteristiche legate
all’ambiente dove il suono viene prodotto?
I principali meccanismi d’identificazione spaziale sfruttano il fatto che abbiamo due orecchie in
diverse posizioni nello spazio. L’arrivo di un suono provoca pertanto delle asimmetrie che
dipendono dell’orientamento della testa rispetto alla direzione della sorgente sonora e che
vengono sfruttate dal sistema uditivo per la localizzazione della sorgente. Il primo meccanismo
e quello di differenza di intensità interaurale ed è causato fondamentalmente da “l’ombra”
acustica provocata dalla nostra testa. Un suono proveniente dalla destra, come si mostra nella
figura di sinistra, troverà l’ostacolo della nostra testa per arrivare all’udito sinistro fornendoci
una indicazione che il suono proviene dalla destra. Questo meccanismo funziona bene, come si
osserva nella figura di destra, per frequenze alte, cioè, per lunghezze d’onda piccole. Per
lunghezze d’onda grandi il suono aggira la testa dovuto al fenomeno di diffrazione e non ci sono
differenze apprezzabili tra le intensità delle onde che arrivano ad un orecchio o ad all’altro.
Se si ascoltano due versioni dello stesso suono mediante il dispositivo illustrato nella figura
che introduce un ritardo τ nel canale destro, il suono sembra provenire dell’altoparlante
sinistro per ritardi compresi tra 1 ms. e circa 40 ms. Per ritardi compresi tra 0 e 1 ms. il ritardo
viene invece interpretato come un’alterazione nella posizione spaziale della sorgente (τ=0
corrisponde a posizione frontale). In questo intervallo di tempi entra in azione il meccanismo
di localizzazione per differenza temporale prima descritto. Per ritardi superiori ai 40 ms.
(dipendendo anche del tipo di stimolo) si percepiscono due suoni separati, quello originale
ed il suo eco.

Se un suono complesso e il suo eco arrivano all’orecchio con un ritardo superiore al tempo
caratteristico dei ritardi di localizzazione interaurale (0.6 ms), i due suoni vengono percepiti
come uno solo proveniente dalla direzione spaziale di quello che ha la precedenza
temporale. Questo effetto si estende per suoni complessi fino ai 50 ms,
superati i quali il suono ritardato viene percepito come l’eco del suono precedente. Per
percepire il suono ritardato in modo distinto, questo deve presentarsi con un’ampiezza
superiore a quello precedente che è dipendente del tempo di ritardo. Questa dipendenza
si conosce come curva di Haas ed è rappresentata nella figura.
La presenza di riflessioni con tempo di ritardo ridotto non necessariamente
risulta negativa.
Riflessioni che arrivano entro i primi 20 ms favoriscono la sensazione
d’integrazione dell’ascoltatore con l’ambiente acustico.
Inoltre è conveniente
che queste prime riflessioni arrivino dalle pareti. Una densità d’energia
provenienti delle pareti maggiore che quella provenienti dal soffitto favorisce
anche una buona percezione delle caratteristiche di spazialità dell’ambiente.
Percezione della Distanza
-Intensità sonora (Loudness)
-Rapporto tra energia diretta e riverberante
-Contenuto in alte frequenze (attenuazione dell’aria)
Alcune qualità desiderate
- Intensità del suono diretto: nessun ascoltatore deve sentirsi troppo lontano dalla sorgente
acustica
- Livello del suono riverberante: d’accordo alla sorgente è uniformemente distribuito nella
sala
- Chiarezza: il livello del suono diretto più le prime riflessioni deve essere maggiore che il
suono riverberante
- Uniformità della distribuzione: buona distribuzione spaziale (diffusori e panelli riflettenti
irregolari)
- Rumore: sotto la curva NC-20
- Vivacità: legata al tipo di sorgente e al tempo di riverbero
- Intimità: presenza di riflessioni al di sotto dei 20 ms.
- Calore: riverberazione maggiore al di sotto dei 250 Hz.
Da evitare: Eco (forte riflessione > 50ms.), Flutter eco (due superfici parallele e riflettenti),
focalizzazione (riflessioni in superfici concave), ombre acustiche (oggetti con dimensioni >
lunghezza d’onda), rumore.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 15 set 2011, 00:08
da UnixMan
sbaglio o le parti quotate/l'intero documento (che leggerò con calma appena ho un attimo) si riferiscono ad eventi "reali" (live) piuttosto che alla loro riproduzione?

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 15 set 2011, 08:33
da stereosound
nullo ha scritto:Ormai è finita l'estate, metto qui alcuni appunti, magari fra qualche tempo riprendiamo la discussione, c'è da distinguere fra le prerogative di un ascolto durante un accadimento e quelle della sua riproposizione, ho sottolineato un paio di punti su cui mi piacerebbe ricevere delle chiarificazioni
Ciao Roberto...mi fai ricordare i tempi passati degli anni 70-80 quando discutevo con alcuni amici degli aspetti percettivi .
Personalmente io dividerei questa analisi in due settori distinti :
1) Aspetti fisici esterni al soggetto umano,
2) Aspetti sull'analisi della percezione interna al soggetto umano(tutta la parte biologica dell'apparato uditivo mi sembra relativa dato che può
essere considerata un mezzo di trasmissione,seppur complesso, delle sensazioni uditive raccolte dall'esterno).
Mi preme sottolineare,come già detto in altri post, che anche la sensibilità corporea prende parte alla percezione uditiva: vedi,a titolo d'esempio, anche la trasmissione ossea(mastoide).

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 15 set 2011, 12:43
da nullo
UnixMan ha scritto:sbaglio o le parti quotate/l'intero documento (che leggerò con calma appena ho un attimo) si riferiscono ad eventi "reali" (live) piuttosto che alla loro riproduzione?
Sì, come ho scritto nell'incipit, dobbiamo ovviamente distinguere le due parti, ma mi è parso doveroso sottolineare come quelle che accade nei primi millisecondi, sia in realtà molto importante. Mi pare che di solito ci si limiti a dire che un suono non è distinguibile dalla sua eco in tale intervallo temporale, ma questo non dovrebbe significare che ciò che succede nei primi millisecondi della riproduzione non condizioni il suono e lo posso rendere in qualche modo alieno.

Nella seconda parte, troviamo il discorso relativo alla naturale attenuazione delle alte frequenze in funzione della distanza, cosa che alcuni "esperti" di ripresa microfonica, sembrano dimenticare.

Mi piacerebbe inoltre sentire la vostra sulla localizzazione, oltre al livello e spettro interaurale, ci sono diverse cose che devono collimare.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 15 set 2011, 21:27
da nullo
stereosound ha scritto: Ciao Roberto...mi fai ricordare i tempi passati degli anni 70-80 quando discutevo con alcuni amici degli aspetti percettivi .
Personalmente io dividerei questa analisi in due settori distinti :
1) Aspetti fisici esterni al soggetto umano,
2) Aspetti sull'analisi della percezione interna al soggetto umano(tutta la parte biologica dell'apparato uditivo mi sembra relativa dato che può
essere considerata un mezzo di trasmissione,seppur complesso, delle sensazioni uditive raccolte dall'esterno).
Mi preme sottolineare,come già detto in altri post, che anche la sensibilità corporea prende parte alla percezione uditiva: vedi,a titolo d'esempio, anche la trasmissione ossea(mastoide).
Max, se riesco a farti ricordare i bei tempi, è già qualcosa :smile:

Non penso di riuscire minimamente ad essere organico, mi preme però dire che leggendo e rileggendo, vado lentamente ad acquisire una minima consapevolezza ed i miei piccoli test mi aiutano un poco.

Vorrei potere ricominciare col riconsiderare quali grandezze incidano e come incidano nel risultato, poiché speso abbiamo parlato di errori da ridurre, e spesso abbiamo parlato di misure che non ci danno le dovute certezze.

Un po' di ripasso e qualche nuova considerazione sui diversi errori e su come agiscano disturbando la percezione, non guasterebbero di certo. Si potrebbe "ricominciare" a mettere in fila qualche passaggio per verificare l'efficacia di un ipotetico percorso.

Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Inviato: 24 lug 2012, 14:15
da UnixMan
Un sito molto interessante che tratta argomenti correlati con questa vecchia discussione (e tante altre simili):

VIRTUAL ACOUSTICS AND AUDIO ENGINEERING
Fluid Dynamics and Acoustics Group
University of Southampton

http://resource.isvr.soton.ac.uk/FDAG/V ... ation.html

http://resource.isvr.soton.ac.uk/FDAG/VAP/html/nmh.html

http://resource.isvr.soton.ac.uk/FDAG/VAP/html/APM.htm