Allora, proviamo a vedere le differenze tra i due circuiti.
La "mia" versione (OH! mia per modo di dire, non vorrei essere tacciato di megalomania o peggio...) e` piu` semplice, ha meno componenti e soprattutto il suo corretto funzionamento non dipende dalla precisone (dal preciso accoppiamento) di alcuni di questi (le R del ponte).
Tranne nel caso in cui l'impedenza "di pilotaggio" non sia troppo bassa rispetto ad R1, non ho visto problemi di stabilita`. E non vedo motivi per cui ce ne debbano essere se tale condizione e` verificata (*) ed il rapporto R1/R2 e` sufficentemente elevato.
La versione di Mauro invece e` (dovrebbe essere) stabile anche con l'ingresso in corto (e piu` in generale con impedenze di pilotaggio minori della resistenza di conversione I/V in ingresso, R6 nello schema di Mauro... che fa la stessa funzione della R1 nel mio).
Per il resto, in linea di principio i due circuiti sono sostanzialmente equivalenti (grazie x la verifica simulata... se puoi, posta i risultati).
In pratica pero` le inevitabili imprecisioni nel bilanciamento del ponte IMHO possono compromettere le prestazioni della versione di Mauro.
(anche le maggiori impedenze viste dagli ingressi dell'Op-Amp, interagendo con le correnti di ingresso e di offset potrebbero avere effetti negativi sulla precisione del circuito - distorsioni e IM varie. Ma questo e` solo un "educated guess", non ci giurerei senza prima verificare).
Quindi, a meno di non voler ottenere impedenze di uscita estremamente basse, non vedo motivi per complicarsi la vita con lo schema a ponte. Specie con un front-end a valvole che sicuramente ha una impedenza di uscita >> di R1 e quindi non pone problemi di sorta.
N.B.: il circuito va completato almeno con una coppia di diodi di protezione tra l'ingresso ed i due rail di alimentazione del chip (ovviamente collegati in modo che, con ingresso a massa, i diodi siano entrambi polarizzati inversamente!) ed un paio di resistenze che garantiscano sempre un riferimento a massa in DC sia in ingresso che in uscita. Sul prototipo ho messo 100K in ingresso ed 1K in uscita (di fatto in parallelo al carico).
Da provare anche l'aggiunta sull'uscita di uno "snubber" come nel circuito proposto da Mauro e/o di una rete di Zobel (io al momento non ho messo ne l'uno ne l'altro).
http://www.planetanalog.com/showArticle ... 717&pgno=5
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(*) Nel prototipo ho un potenziometro da 100K sull'ingresso, residuato del controllo di volume del vecchio circuito che era costruito sullo stesso "tavolaccio". Visto che c'era, l'ho temporaneamente lasciato li` proprio per fare prove di questo genere. Inoltre, sull'ingresso del circuito c'e` anche una R da 100K verso massa per garantire un riferimento di massa in DC anche nel caso di ingresso scollegato o accoppiato in AC.
Quindi, con l'ingresso scollegato ed il pot ruotato "sul massimo volume" (cursore in cima, R=100K), l'impedenza vista all'ingresso vale 50K, mentre con il "volume" a zero l'ingresso e` in corto. Riducendo progressivamente la resistenza (ruotando il potenziometro) con l'oscilloscopio collegato, si vede che tutto fila perfettamente liscio fino ad un certo punto (con la manopola quasi a zero). Scendendo oltre... zac, si mette ad oscillare. Cmq, almeno nel mio prototipo, nulla di particolarmente preoccupante o distruttivo: abbiamo visto una oscillazione di qualche 100io di mV a circa 5MHz che si "spegne" senza indugi non appena si riporta il potenziometro (l'impedenza di ingresso) al di sopra del punto critico.
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»