Alimentatori giapponesi
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Sfogliando la 'Rassegna stampa' dei vecchi CHF vedo negli ampli giapponesi uno sfruttamento intensivo degli avvolgimenti dei trasformatori. Non sempre, ma molto frequentemente. Con il termine 'intensivo' non intendo la richiesta di potenza, ma il gran numero di circuiti di raddrizzamento che fanno capo allo stesso avvolgimento. Sugli stessi terminali del TA si vede, ad es., un ponte di diodi a vuoto e un ponte di diodi al silicio; su una presa intermedia dello stesso avvolgimento parte un duplicatore di tensione e così via. Molto spesso, anzi quasi sempre, c'è almeno un duplicatore di tensione (raramente un triplicator). Inoltre, raramente sono usate celle RC o LC per alimentare prestadi ma si ricorre appunto spesso a raddrizzatori separati, in genere derivati dallo stesso avvolgimento. In pochi casi ho visto ingressi induttivi.
Ovviamente non sempre, tuttavia facendo una fotografia di 'gruppo' dei progetti Giapponesi, la linea guida mi sembra questa.
I progetti italiani tendenzialmente usano avvolgimenti separati per ogni raddrizzatore, quasi mai dupicatori ( a parte Nardi) e ricorrono in maniera frequente a gruppi RC ( raramente LC) per derivare le varie tensioni. I progetti USA sono (per quello che mi sembra) in una situazione intermedia.
Mi sfugge un poco il perchè di questa filosofia differente, e di quanto questo possa ripercuotersi sulla qualità della riproduzione e sull' eventuale rumore dell' alimentatore verso la rete o verso il suo interno. Sono i Giapponesi a non capire (cosa, poi?) o siamo noi troppo esagerati?
Nella pratica, il dubbio mi è nato dalla necessità di alimentare i filamenti di una valvola a 27v 0.3 a partire da un avvolgimento a 10,5v: l' unica idea che mi è venuta in mente è di raddrizzare con un triplicatore e livellare con cura, ma il pensiero successivo è stato: '' un triplicatore ??? E quando mai?". Ammaestrato (male) ad ingressi induttivi, snubber, filtri ecc l' idea di usare un triplicatore (anche solo sul filamento di un tubo a riscaldamento indiretto) mi è suonata strana, sbagliata : senza però riuscire a trovare una reale giustificazione.
Cosa ne pensate? COnsigli?
Ciao
Mauro
Ovviamente non sempre, tuttavia facendo una fotografia di 'gruppo' dei progetti Giapponesi, la linea guida mi sembra questa.
I progetti italiani tendenzialmente usano avvolgimenti separati per ogni raddrizzatore, quasi mai dupicatori ( a parte Nardi) e ricorrono in maniera frequente a gruppi RC ( raramente LC) per derivare le varie tensioni. I progetti USA sono (per quello che mi sembra) in una situazione intermedia.
Mi sfugge un poco il perchè di questa filosofia differente, e di quanto questo possa ripercuotersi sulla qualità della riproduzione e sull' eventuale rumore dell' alimentatore verso la rete o verso il suo interno. Sono i Giapponesi a non capire (cosa, poi?) o siamo noi troppo esagerati?
Nella pratica, il dubbio mi è nato dalla necessità di alimentare i filamenti di una valvola a 27v 0.3 a partire da un avvolgimento a 10,5v: l' unica idea che mi è venuta in mente è di raddrizzare con un triplicatore e livellare con cura, ma il pensiero successivo è stato: '' un triplicatore ??? E quando mai?". Ammaestrato (male) ad ingressi induttivi, snubber, filtri ecc l' idea di usare un triplicatore (anche solo sul filamento di un tubo a riscaldamento indiretto) mi è suonata strana, sbagliata : senza però riuscire a trovare una reale giustificazione.
Cosa ne pensate? COnsigli?
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Mauro
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Scusa ma non ho capito. Mi riferivo all' uso ''multiplo'' dei secondari in cui spesso lo stesso avvolgimento fa capo a piu' raddrizzatori.E' che i giap hanno 110V, spesso ancora 100.
Noi 230, a volte anche di più.
Le valvole pero' richiedono tutte la stessa anodica...
_________
Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 04/01/2006 : 10:32:51
Ciao
Mauro
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Mi riferivo solo alla loro moda di usare duplicatori e triplicatori.
A tensioni più basse, gli avvolgimenti saranno dimensionati anche per sopportare maggiori correnti e una presa intermedia potrebbe fornire una corrente aggiuntiva senza troppo squilibrare l'avvolgimento principale.
_________
Piergiorgio
A tensioni più basse, gli avvolgimenti saranno dimensionati anche per sopportare maggiori correnti e una presa intermedia potrebbe fornire una corrente aggiuntiva senza troppo squilibrare l'avvolgimento principale.
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Piergiorgio
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Piergiorgio
Piergiorgio
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Per la verità il dubbio era venuto anche a me.
Sto cercando di fare un integrato che sia in sostanza un pre+ finale (perchè direte voi? mah, un idea nata così! se poi aggiungo che è completamente dual mono sin dalla presa di corrente...) Comunque il dubbio mi è nato perchè ho 450V su B+ e 420 su B++ ma me ne servono solo 100 sulla premaplificatrice. 150 li perdo nella resistenza di carico dello stadio preamplificatore, altri 170 li devo "buttare giù" con una ulteriore resistenza prima del condensatore di B+++.
Facile (almeno sembra): il punto di lavoro della preamplificatrice prevede 10mA per cui una resistenza da 17K prima del condensatore (cella RC) e una da 15K dopo (carico dello stadio). Il problema è che queste resistenze assorbono abbastanza potenza, cioè sono costose e generalmente non popolano i cassetti degli avanzi, e bastano piccole variazioni dei valori per cambiare sensibilmente il punto di lavoro della preamplificatrice.
I trasformatori sono ormai fatti, ma se dovessi rifarli userei probailmente una presa in più sul secondario e un'altra sezione rettificatrice, magari con una EZ81, solo per la preamplificatrice.
Sto cercando di fare un integrato che sia in sostanza un pre+ finale (perchè direte voi? mah, un idea nata così! se poi aggiungo che è completamente dual mono sin dalla presa di corrente...) Comunque il dubbio mi è nato perchè ho 450V su B+ e 420 su B++ ma me ne servono solo 100 sulla premaplificatrice. 150 li perdo nella resistenza di carico dello stadio preamplificatore, altri 170 li devo "buttare giù" con una ulteriore resistenza prima del condensatore di B+++.
Facile (almeno sembra): il punto di lavoro della preamplificatrice prevede 10mA per cui una resistenza da 17K prima del condensatore (cella RC) e una da 15K dopo (carico dello stadio). Il problema è che queste resistenze assorbono abbastanza potenza, cioè sono costose e generalmente non popolano i cassetti degli avanzi, e bastano piccole variazioni dei valori per cambiare sensibilmente il punto di lavoro della preamplificatrice.
I trasformatori sono ormai fatti, ma se dovessi rifarli userei probailmente una presa in più sul secondario e un'altra sezione rettificatrice, magari con una EZ81, solo per la preamplificatrice.
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Fanno 1w assorbiti. Tanto per dire, potresti mettere un piccolo trafo da cs con il secondario (es 12v) collegato al secondario dei filamenti e tirare fuori 110v dall' ex primario....ma me ne servono solo 100 sulla premaplificatrice. .....il punto di lavoro della preamplificatrice prevede 10mA
Potrebbe funzionare?
Mauro
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Di secondari da cui tirarli fuori ne ho fin che voglio:
370-390 200ma
3.15-0-3.15 2A (Filamenti pentodo per mu-follower)
7-3.15-0-3.15-7 2A (Filamenti pre + driver)
0-5-7.5 2A (filamento finale)
2.5-0-2.5 3A (filamenti rettificatrice)
solo che la mia mente è troppo schemtica per digerire una soluzione come la tua. Preferivo uno schema più classico.
La potenza nello stadio è 1W, ma quella sulle due resistenze è 1,5 e 1,7, troppo per usare quelle da 2W. Ho ordinato delle mills non induttive da 10W, ma se non vanno bene non è che uno può ordinare tutti i valori tanto per provare (a 4$ l'una).
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solo che la mia mente è troppo schemtica per digerire una soluzione come la tua. Preferivo uno schema più classico.
La potenza nello stadio è 1W, ma quella sulle due resistenze è 1,5 e 1,7, troppo per usare quelle da 2W. Ho ordinato delle mills non induttive da 10W, ma se non vanno bene non è che uno può ordinare tutti i valori tanto per provare (a 4$ l'una).
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Qualche ipotesi alla disperata, guardando dal punto di vista di un rottamaio (cioe il mio): fare il primo salto con un IRF 840 o 860 e un piccolo dissipatore (penso 2 euro tot.)? Almeno puoi fare tutte le prove che servono. O direttamente l' anodo su un ccs (mai servisse ti aumenta anche il guadagno)? Se sei fedele alle resistenze, puoi partire da un valore poco superiore a quello stimato (antiinduttiva, di potenza adeguata ecc) e poi parallelare con normali resistenze di alto valore e minore wattaggio. O 5R in parallelo normali da 2w (eventualmente antiparallelo tipo RF, ma in BF non credo che sia apprezzabile il vantaggio), sempre tenendosi un poco alti con il valore iniziale, e poi correggendo con altre in parallelo di valore adeguato.La potenza nello stadio è 1W, ma quella sulle due resistenze è 1,5 e 1,7, troppo per usare quelle da 2W. Ho ordinato delle mills non induttive da 10W, ma se non vanno bene non è che uno può ordinare tutti i valori tanto per provare (a 4$ l'una).
Mauro
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triplicare? basta duplicare. 10,5x1,41=14,8X2=29,6Nella pratica, il dubbio mi è nato dalla necessità di alimentare i filamenti di una valvola a 27v 0.3 a partire da un avvolgimento a 10,5v: l' unica idea che mi è venuta in mente è di raddrizzare con un triplicatore e livellare con cura, ma il pensiero successivo è stato: '' un triplicatore ??? E quando mai?".
Cosa ne pensate? COnsigli?
Ciao
Mauro
Originariamente inviato da MBaudino - 04/01/2006 : 10:22:09
Filippo
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Perchè antiinduttive?Se sei fedele alle resistenze, puoi partire da un valore poco superiore a quello stimato (antiinduttiva, di potenza adeguata ecc) e poi parallelare con normali resistenze di alto valore e minore wattaggio.
A me sembra, visto che formeranno un filtro pi greco, che un poco di induttanza in HF semmai faccia comodo.
Ciao
Massimo
Ciao, Massimo
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Probabilmente si (non ho ancora provato), ma ci sono anche le cadute sui diodi, la R dell' avvolgimento, la corrente che sul trafo risulta doppia ecc. Ottenessi anche solo 24-25v o giu' di li, andrebbero benissimo per il filamento. Vorrei però evitare di portare sul filamento troppo ripple. Di qui' l' idea di metterci un moltiplicatore di C o uno stabilizzatore: diciamo che altri 3V se ne vanno ed il triplicatore diventa necessario.triplicare? basta duplicare. 10,5x1,41=14,8X2=29,6
Filippo
Originariamente inviato da audiofanatic - 04/01/2006 : 17:16:12
Secondo te, la regola di 1000 micro per 1A è ragionevole?
Ciao
Mauro
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Una è quella anodica (se ho capito bene), e mi sembrerebbe meglio che fosse antiinduttiva (anche se, visti i valori di R e le frequenze in gioco e la posizione, dubito che cambi qualchecosa).Perchè antiinduttive?
A me sembra, visto che formeranno un filtro pi greco, che un poco di induttanza in HF semmai faccia comodo.
Per l' altra (dentro al pigreco) hai ragione.
Mauro
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più che il livello è la frequenza, se triplichi hai ripple a 400Hz (se non erro, 100Hz dopo il ponte e poi due duplicazioni), e potresti sentirlo più facilmente.Probabilmente si (non ho ancora provato), ma ci sono anche le cadute sui diodi, la R dell' avvolgimento, la corrente che sul trafo risulta doppia ecc. Ottenessi anche solo 24-25v o giu' di li, andrebbero benissimo per il filamento. Vorrei però evitare di portare sul filamento troppo ripple. Di qui' l' idea di metterci un moltiplicatore di C o uno stabilizzatore: diciamo che altri 3V se ne vanno ed il triplicatore diventa necessario.triplicare? basta duplicare. 10,5x1,41=14,8X2=29,6
Filippo
Originariamente inviato da audiofanatic - 04/01/2006 : 17:16:12
Secondo te, la regola di 1000 micro per 1A è ragionevole?
Ciao
Mauro
Originariamente inviato da MBaudino - 04/01/2006 : 17:46:23
Per i filamenti abbonda pure con le capacità, IMHO 1000 micro non bastano
Filippo
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Alla frequenza piu alta non avevo pensato. Pensavo comunque ad un filtro finale con molte migliaia di micro + un moltiplicatore di C.più che il livello è la frequenza, se triplichi hai ripple a 400Hz (se non erro, 100Hz dopo il ponte e poi due duplicazioni), e potresti sentirlo più facilmente.
Per i filamenti abbonda pure con le capacità, IMHO 1000 micro non bastano
Relativamente ai 1000 micro, pensavo ai 3 condensatori in serie all' alternata ( quelli fra i diodi). Mi ricordavo una regoletta, che indicava 1000 micro per ogni amper di corrente ( nel mio caso 300 mA ---> almeno 330 micro, poi in pratica abbonderò).
Grazie
Ciao Mauro
- PPoli
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Si, quella da 15K è il carico anodico, l'altra invece è nel filtro pi greco. Non ci avevo pensato che induttiva magari era meglio, grazie del consiglio. Avevo pensato anch'io di trovare il valore aggiungendo resistenze in serie e in parallelo, salvo poi sostituirle alla fine con resistenze del valore adeguato, ma a questo punto diventa ancora più facile, fisso quella anodica scegliendola buona e non induttiva, e poi trovo l'altra, tanto non mi sposta quasi nulla se faccio il salto di 320V con 170 e 150 o con ad esempio 180 e 140.A me sembra, visto che formeranno un filtro pi greco, che un poco di induttanza in HF semmai faccia comodo
Dissipatore e 840 ce ne ho nei cassetti, quello che manca è la competenza sufficiente per farlo in due minuti. Mi sembra interessante comunque. Cerco di studiarlo un po'.fare il primo salto con un IRF 840 o 860 e un piccolo dissipatore (penso 2 euro tot.)
Grazie
- plovati
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Per le resistenze sugli alimentatori sono utilissime quelle a filo con il cursore centrale aggiustabile. Una piccola scorta di queste resistenze evita di riempirsi i cassetti di resistori di potenza sempre del valore sbagliato.
Ai mercatini si trovano a 2-3 euro cadauna (Ercole, quello con la coda di cavallo è sempre ben fornito).
_________
Piergiorgio
Ai mercatini si trovano a 2-3 euro cadauna (Ercole, quello con la coda di cavallo è sempre ben fornito).
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Piergiorgio
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Piergiorgio
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- Giaime
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Ciao Paolo dai un occhio sul mio sito nella pagina del preamp, c'è lo schema del regolatore della B+ con IRF840 + LM317, funziona una meraviglia.Dissipatore e 840 ce ne ho nei cassetti, quello che manca è la competenza sufficiente per farlo in due minuti. Mi sembra interessante comunque. Cerco di studiarlo un po'.
Grazie
Originally posted by PPoli - 04/01/2006 : 19:51:50
Saluti termoionici
Giaime Ugliano
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Giaime Ugliano
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