impedenza dinamica altoparlanti

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
Avatar utente
audiofanatic
sostenitore
Messaggi: 5754
Iscritto il: 11 ott 2005, 15:46
Località: Italy
Has thanked: 1 time
Been thanked: 28 times
Contatta:

Messaggio da audiofanatic »

Massimo e Mauro, conisiderate anche che uno stadio classico a TU senza NFB pone in uscita una impedenza analoga (circa) a quella dell' altoparlante.
In questi casi gran parte delle variazioni di impedenza presenti vengono assorbite in un certo senso da questa situazione, più o meno quello che si è discusso nel 3D sul "pilotaggio in potenza".

In pratica si possono visualizzare 2 situazioni potenziali:

a. Ampli con buona erogazione e bassissima impedenza di uscita, assimilabile ad un generatore di tensione. Il carico varia l' assorbimento in modo più o meno dinamico e l' ampli compensa con erogazioni di corrente proporzionali. Questo tende a mantenere anche la pressione sonora entro i parametri di targa.

b. Ampli con scarsa erogazione e/o alta impedenza di uscita, assimilabile ad un generatore "di potenza". il carico varia la propria impedenza ma l'ampli non lo segue o lo segue poco, quindi le variazioni di corrente restano limitate. Tutte le condizioni di assestamento dinamico vengono tradotte in variazioni di movimento meccanico (quindi di pressione sonora).

La conseguenza si dovrebbe percepire come una maggiore energia istantanea, specie negli attacchi violenti. Peccato che essa sia generata dalla rindondanza del sistema meccanico, quindi dal potenziale aumento di pressione localizzata in condizioni di transiente. (una specie di controllo di sharpness usato nel video, ossia un "amplificatore di transienti" incorporato nell' sistema ampli diffusore)

Sarà mica anche questo che contribuisce a dare un effetto "energetico" al suono di certi sistemi ?

E se si, quanto sbaglio a ribadire che l' uso di speciali equalizzatori (con effetti simili a questo) possa tranquillamente rispondere a molte leggende ?

ciao



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html



Originariamente inviato da mauropenasa - 09/09/2006 : 09:45:26

per la cronaca, ho avuto alcune indiscrezioni circa il grande sistema presentato da Audioreview al TopAudio, da quello che ho capito il sistema usa due nastri Strathearn da 75", una pletora di scanspeak e due sub pilotati in corrente, magari proprio su questi ultimi si potrà chiacchierare circa l'argomento di questo 3D

Filippo
mauropenasa
R.I.P.
Messaggi: 712
Iscritto il: 15 ott 2005, 20:33
Località: Italy

Messaggio da mauropenasa »

Grazie a Massimo e Mauro.
Mauro, non riesco a capire la frase che ho quotato sopra, un po troppo sintetica per me.
Si riferisce ad ampli a tubi con bassa resistenza interna o con 'alta' Rint ??????? Hai voglia di spendere 5 righe per chiarirmela meglio?

Per ampli a tubi con bassa Rint intendo finali ( penso ai triodi ) che per scelte costruttive (alto rapporto di trasformazione Pri/Sec del TU, diametro e numero degli avvolgimenti del secondario, un poco di CR locale ecc) presentino Rint attorno ad 1 ohm o anche decisamente inferiori
Per ampli a tubi con alta Rint intendo finali a triodo 'classici', con Rint dell' ordine di 3-4 ohm.

Scusa l' insistenza, ma vorrei tirarci fuori una mia 'morale' da tutta la vostra discussione.
Mauro
In questo caso ho fatto riferimento a discussioni ampie (un pò complesse a volte) avute qui:

http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1227

In realtà, non siamo neanche entrati nel merito della topologia, diciamo che le affermazioni che ho fatto sono semplicemente ascrivibili a semplici legami tra la pressione sonora prodotta dall' altoparlante e la resistenza serie complessiva che si trova a smorzare lo stesso. Questo valore è formato dalla immancabile Re (ossia la resistenza CC della bobina mobile) + quella posta dall' amplificatore, indipendentemente dalla sua struttura. Ipotizzando di avere un' ampli con DF (damping factor= fattore di somorzamento)=1, dovremmo avere una impedenza interna (virtuale o presunta) analoga a quella del carico, quindi vicino agli 8 ohm (sulla presa relativa del TU).
In questo caso, od in casi peggiori, in cui la impedenza di uscita dell' ampli possa essere anche maggiore di quella nominale dell' altoparlante, si può assistere ai fenomeni che ho descritto...

Il fenomeno:
In questo 3D abbiamo stabilito che in alcune condizioni dinamiche è possibile assistere ad una "fase di assestamento" sussultoria da parte del diffusore. Essa non è rappresentativa di picchi di corrente o di carico così preoccupanti come paventato da alcuni, ma si palesa comunque come uno stato di "idecisione meccanica" che viene riflessa sul amplificatore come una condizione di "carico variabile per un certo lasso di tempo".

un ampli a bassissima impedenza di uscita (a prescindere da come sia fatto, se con NFB tubi o meno....), quindi assimilabile ad un generatore di tensione, tende a compensare questo fenomeno transiente modulando la sua corrente istantanea. Questo lavoro (di modulazione di corrente, si vede dai miei grafici in questo 3D...) riesce a mantenere anche la pressione istantanea entro un certo range, diciamo grossomodo quello stabilito da chi ha progettato la cassa e dalle condizioni ambientali a quella frequenza, in modo simile a quando si riproduce un tono continuo.
Viceversa, se l' ampli pone una sua impedenza di uscita paragonabile o superiore a quella dei diffusori, esso non compenserà proporzionalmente modulando la corrente, diciamo perchè la sua impedenza di uscita lo rente "sordo" a questo fenomeno (la ragione si legge nelle discussioni che ho evidenziato, ma è un pò complessa da sintetizzare). La risultante è che mancando o risultando minima la compensazione di corrente, la pressione sonora (che dipende in modo quasi totale dalla corrente) tenderà ad essere più alterata (a seguire l' andamento altalenante di assestamento meccanico ed elettrico) che nel caso precedente....
E' un pò come smorzare molto o poco una molla di ammortizzatore. Se si lascia lasca, essa tenderà ad avere una "risposta eccessiva" allo stimolo....

Come detto sopra, la topologia e la struttura interna del nostro generatore non ha molta importanza, in questo genere di analisi (fermo restando la capacità di erogazione e di "coerenza con il segnale"). Chiaramente il riflesso che questo genera sulla struttura interna dell' ampli è un' argomento discutibile e da approffondire, topologia per topologia, possibile oggetto di altri 3D....
per la cronaca, ho avuto alcune indiscrezioni circa il grande sistema presentato da Audioreview al TopAudio, da quello che ho capito il sistema usa due nastri Strathearn da 75", una pletora di scanspeak e due sub pilotati in corrente, magari proprio su questi ultimi si potrà chiacchierare circa l'argomento di questo 3D
Hehehe, magari... :D
Speriamo che non si debbe essere noi a spiegare ai nostri baldi espositori come funzionano i loro sistemi... :grin:

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
MBaudino
sostenitore
Messaggi: 3266
Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
Località: Italy

Messaggio da MBaudino »

Grazie Mauro,
il termine "indecisione meccanica" mi ha permesso di capire meglio i termini della questione. Avevo sbagliato approccio alla lettura.

Molto gentile, ricomincerò da capo la lettura.
Ciao Mauro(2)
Avatar utente
plovati
sostenitore
Messaggi: 7960
Iscritto il: 05 ott 2005, 20:19
Località: Italy
Has thanked: 3 times
Been thanked: 38 times

Messaggio da plovati »

Un amico 'timido' mi ha suggerito da dove si origina la storia dell'impedenza dinamicamente bassa:

dal sito AES

Preprint Number: 2293 Convention: 79 (September 1985)
Authors: Otala, Matti; Huttunen, Pertti
E-library Location: (CD aes10) /pp8185/pp8510/2389.pdf


Measured terminal impedances of several commercial loudspeaker systems are developed into their equivalent electrical circuits by using the Brune network synthesis method. The synthesized circuits accurately describe the properties of the load as seen by the amplifier feeding the loudspeaker system. A group of non-sinusoidal audio signal sequences, which cause the loudspeaker system to draw momentary currents considerably in excess of what could be expected from the rated terminal impedance is identified using computerized network analysis methods. The maximum value of peak current of peak current reported for a commercial loudspeaker system is 6.6 times larger than that of an eight ohm resistor. The current peaks typically last a few hundred microseconds. The current peaks are caused by simultaneous parallel excitation of several of the drivers of a multiway system, by summation of cancellation currents originating from the energy stored in the mechanical and electrical reactances of the circuit, and by impedance transformation effects in the crossover network. The results imply that for short periods of time, an amplifier should be able to drive, with full output voltage swing and without appreciable distortion, loads equal to a resistor of one ohm.
_________
Piergiorgio
mauropenasa
R.I.P.
Messaggi: 712
Iscritto il: 15 ott 2005, 20:33
Località: Italy

Messaggio da mauropenasa »

Desolazione.... :(

Ma e vedere le prove di queste affermazioni ?
Cioè:
- se mi usi un sistema di altoparlanti che ha una Re complessiva (resistenza dc della bobina mobile) di 1 ohm, è vero.
- se mi usi una rete RC di rifasamento parallelo con R di 1 ohm, è scontato che un caps anche piccolo per qualche microsecondo sarà in corto per cui è vero ma scontato (quasi elementare)

In pratica, se hai nella catena una rete reattiva a bassa ESR equivalente si possono generare dei picchi, altrimenti no, e questo è semplicemente incontrovertibile. La componente resistiva equivalente di una rete complessa non è mutabile, almeno a casa mia.... :twisted:
Mi pare che Otala aveva nei nodi questi elementi e non se ne è accorto....

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Avatar utente
plovati
sostenitore
Messaggi: 7960
Iscritto il: 05 ott 2005, 20:19
Località: Italy
Has thanked: 3 times
Been thanked: 38 times

Messaggio da plovati »

Boh, l'articolo è acquistabile online per 5$. Se qualcuno ha voglia e 5$ da spendere potrebbe leggerselo e dirci se vale la spesa.

_________
Piergiorgio
_________
Piergiorgio
Avatar utente
UnixMan
sostenitore
Messaggi: 12096
Iscritto il: 27 ott 2005, 22:34
Località: L'Aquila (Italy)
Has thanked: 79 times
Been thanked: 48 times

Messaggio da UnixMan »

Ciao,

scusate il ritardo, leggo solo ora. Come al solito, arrivo con l'ultimo treno... :oops:
Guarda le condizioni identiche su cassa QL65:

Immagine

ancora più evidente, ma secondo me qui ci mettono del loro anche i filtri cross (ipotizzo....).

ciao

dimenticavo:
Questi plot sono eseguiti usando un My_ref revC come ampli. Non posso escludere che il suo modo di lavorare sul carico possa divergere più o meno leggermente da quello di un generatore di tensione idealizzato, dato che io ho scelto che la NFB di tensione segua in modo preciso l' impedenza del carico e non la semplice tensione di uscita (uscita a transconduttanza = Zout open loop >> Zload).


Originally posted by mauropenasa - 31/08/2006 :  13:59:40
a questo punto resta da stabilire se l'effettiva uscita acustica del sistema (rilevabile unicamente ripetendo la misura ed utilizzando un bel microfono per vedere cosa accade "dall'altra parte") assomiglia piu` alla curva blu, a quella rossa, o a qualcosaltro... ;)

Inoltre, sempre guardando anche all'output acustico, sarebbe altrettanto interessante ripetere le misure anche con amplificatori diversi dal my_ref: uno con bassa impedenza di tipo "tradizionale" (e.g. un banale gainclone, ma meglio uno che abbia Zout molto bassa anche ad anello aperto), uno con Zout nell'ordine di 4-8 ohm (e.g. un my_ref modificato per ridurre il tasso di NFB v/v globale) e magari anche un bel valvolare bensuonante. :p

...ma magari ne parliamo nell'altro thread sul pilotaggio in potenza. :)

P.S.: se puoi, x i vari plot che hai postato sarebbe simpatico vedere anche le curve relative ai prodotti vi (potenza istantanea).


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
Avatar utente
UnixMan
sostenitore
Messaggi: 12096
Iscritto il: 27 ott 2005, 22:34
Località: L'Aquila (Italy)
Has thanked: 79 times
Been thanked: 48 times

Messaggio da UnixMan »

Il fenomeno:
In questo 3D abbiamo stabilito che in alcune condizioni dinamiche è possibile assistere ad una "fase di assestamento" sussultoria da parte del diffusore. Essa non è rappresentativa di picchi di corrente o di carico così preoccupanti come paventato da alcuni, ma si palesa comunque come uno stato di "idecisione meccanica" che viene riflessa sul amplificatore come una condizione di "carico variabile per un certo lasso di tempo".


Originariamente inviato da mauropenasa - 13/09/2006 :  14:12:01
Bingo!?

ovvero: siamo sicuri che questi transitori elettromeccanici non si sentano? e che magari pilotaggi diversi da quello in tensione a bassa impedenza non possano magari ridurne l'udibilita`?

Urge andare a misurare (col microfono!) quello che ascoltiamo realmente e confrontarlo con quello che c'e` ai morsetti dell'AP!

...ma anche questo e` argomento piu` pertinente al 3D sul pilotaggio in potenza che a questo, per cui magari ne riparliamo li`.


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
mauropenasa
R.I.P.
Messaggi: 712
Iscritto il: 15 ott 2005, 20:33
Località: Italy

Messaggio da mauropenasa »

a questo punto resta da stabilire se l'effettiva uscita acustica del sistema (rilevabile unicamente ripetendo la misura ed utilizzando un bel microfono per vedere cosa accade "dall'altra parte") assomiglia piu` alla curva blu, a quella rossa, o a qualcosaltro...
Volendo si.
Per i dati che ho io direi che dovrebbe esserci una fluttuazione acustica non molto diversa da quella subita dalla corrente, probabilmente non sempre o un pò meno evidente della stessa corrente.
Io non dispongo di un setup affidabile per questo tipo di rilevazione con microfono, anche se credo che si dovrebbe notare facilmente,in valore relativo, una eventuale variazione di quel tipo....
Inoltre, sempre guardando anche all'output acustico, sarebbe altrettanto interessante ripetere le misure anche con amplificatori diversi dal my_ref: uno con bassa impedenza di tipo "tradizionale" (e.g. un banale gainclone, ma meglio uno che abbia Zout molto bassa anche ad anello aperto), uno con Zout nell'ordine di 4-8 ohm (e.g. un my_ref modificato per ridurre il tasso di NFB v/v globale) e magari anche un bel valvolare bensuonante.
Certo, su un piano di sperimentazione "causa effetto", probabilmente questa chiave di lettura potrebbe dare qualche risultato, a patto di disporre di qualcosa di ripetibile (un setup di misura microfonica attendibile).

Guardate che se qualcuno isola la possibilità di vedere differenze acustiche tra elettroniche con questo tipo di test voglio riconosciuta la paternità..... :D :D
P.S.: se puoi, x i vari plot che hai postato sarebbe simpatico vedere anche le curve relative ai prodotti vi (potenza istantanea).
Ma che "fissa", sta potenza.... :D

Guarda che questi grafici sono in presa diretta con un oscilloscopio a memoria per PC a 50Mps di banda, con sonda in corrente a rilevamento induttivo (direttamente sul cavo di potenza)....
Graficamente, se guardi istante per istante le curve scopri che la tensione esegue il suo andamento seno senza grandi cambiamenti, mentre la corrente, sostanzialmente in fase (o meglio senza grandi cambiamenti di fase relativa) con la tensione subisce delle variazioni. un prodotto eventuale non genererebbe altro che un' andamento identico a quello della corrente ma con diverso fattore di scala, per ovvie ragioni....

Diciamo che mi sembra pià utile ragionare direttamente con le singole forze in gioco che con "prodotti calcolati", almeno in ottica "impedenza dinamica altoparlanti". Volendo si può fare il tuo ragionamento in chiave "impedenza dinamica e potenza di picco negli amplificatori".... :)
ovvero: siamo sicuri che questi transitori elettromeccanici non si sentano? e che magari pilotaggi diversi da quello in tensione a bassa impedenza non possano magari ridurne l'udibilita`?
Mo si gasa.... :D
Per quel poco che uno può ipotizzare con un buon grado di "buon senso" direi che sarebbe più "strano" che non si sentissero, questi fenomeni, che il contrario.
Il problema è che i primi dati dicono che meccanicamente queste incertezze sono tanto più ampie quanto più lasco è il sistema elettrico, per cui credo verosimile ipotesi contrarie alle tue.
Se osservi le fluttuazioni della corrente, scopri che per la maggior parte della fase di assestamento essa è MINORE di quella della fase in regime stazionario (quella degli ultimi cicli), mentre in un sistema con DF=1 esse sono limitate.
Questa situazione è tale perchè il sistema rileva le backemf prodotte dalle sovraelongazioni meccaniche e ne tiene conto riducendo (adattando) la corrente istantanea.
Nel caso del DF=1 invece l' apporto delle backemf istantanee viene in parte assorbito dalla impedenza di uscita, per cui il "coefficiente di adattamento motorio" si riduce in proporzione...

la mia spiegazione del "sentire" di queste dinamiche è quella di sempre:

Se l' ampli si comporta come driver in tensione (DF<< Re)*** ed oppone una "fase inversa" (impedenza di uscita dinamica) sostanzialmente resistiva (in fase con la tensione prodotta su Re) la modulazione di corrente assorbe in modo "ideale" le fasi transienti degli altoparlanti, mentre quando la sua impedenza di uscita dinamica varia in ampiezza ed in fase rispetto alla caduta di tensione su Re), si assiste a sfasamenti e ingolfamenti istantanei del transiente meccanico.
Questa, peraltro, mi pare sia la tesi di gente come Aloia, una volta mediata ed adattata alla situazione che stiamo discutendo. Di certo Aloia è stato tra i primi a battere sulla importanza dell' impedenza dinamica di uscita di un ampli, infatti mi risulta che i suoi ampli siano piuttosto lineari in questo senso.... Come a dire, gira e rigira cambiano i personaggi ma le tesi (valide) restano....

Nel caso di ampli con DF=1 o ad alta impedenza di uscita viene a mancare (o attenuato) il feedback con il movimento generato dalle back emf, per cui la meccanica, in teoria, è libera di debordare.
Come ho fatto notare spesso, non sarà questo che da quella sensazione di "maggiore presenza" ed "energia nei transienti" prodotta da sistemi con DF=1 ?

ciao

***edit successivo: scusate, ho usato una espressione poco felice. Si parla di Rg << Re, quindi di DF elevato, in caso di pilotaggio "in tensione".....

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Avatar utente
UnixMan
sostenitore
Messaggi: 12096
Iscritto il: 27 ott 2005, 22:34
Località: L'Aquila (Italy)
Has thanked: 79 times
Been thanked: 48 times

Messaggio da UnixMan »

a questo punto resta da stabilire se l'effettiva uscita acustica del sistema (rilevabile unicamente ripetendo la misura ed utilizzando un bel microfono per vedere cosa accade "dall'altra parte") assomiglia piu` alla curva blu, a quella rossa, o a qualcosaltro...
Volendo si.
Per i dati che ho io direi che dovrebbe esserci una fluttuazione acustica non molto diversa da quella subita dalla corrente, probabilmente non sempre o un pò meno evidente della stessa corrente.
Io non dispongo di un setup affidabile per questo tipo di rilevazione con microfono, anche se credo che si dovrebbe notare facilmente,in valore relativo, una eventuale variazione di quel tipo....
!?! ho capito bene? tu pensi che dal lato acustico l'andamento sia sostanzialmente simile a quello della corrente?

perche` se cosi` fosse, allora pilotare in tensione (alto DF) sarebbe sostanzialmente e fondamentalmente sbagliato dato che, come si evince dai grafici delle misure che hai postato, distorce clamorosamente la forma d'onda acustica (quantomeno) nei transienti! :o
Inoltre, sempre guardando anche all'output acustico, sarebbe altrettanto interessante ripetere le misure anche con amplificatori diversi dal my_ref
Certo, su un piano di sperimentazione "causa effetto", probabilmente questa chiave di lettura potrebbe dare qualche risultato, a patto di disporre di qualcosa di ripetibile (un setup di misura microfonica attendibile).
visto che, almeno x cominciare, si tratterebbe di misure relative, io comincerei proprio provando con il setup standard... utilizzato per l'ascolto, i.e. piazzando un microfono laddove normalmente ci sarebbero le nostre orecchie!

Cosi` magari potremmo cominciare a vedere se all'oscilloscopio (e/o alla FFT) si riesce ad identificare qualche traccia delle differenze che normalmente siamo abituati a sentire solo con le nostre orecchie...
Guardate che se qualcuno isola la possibilità di vedere differenze acustiche tra elettroniche con questo tipo di test voglio riconosciuta la paternità..... :D :D
ahem... :oops:
Guarda che questi grafici sono in presa diretta con un oscilloscopio a memoria per PC a 50Mps di banda, con sonda in corrente a rilevamento induttivo (direttamente sul cavo di potenza)....
lo immaginavo... mi chiedevo solo se il software permetteva anche di fare calcoli "al volo", e/o di salvare i campioni su file e post-processarli successivamente. BTW, era solo per visualizzare le cose in maniera piu` immediata, ma se non si puo` o e` troppo complicato farlo, poco male... :)

Graficamente, se guardi istante per istante le curve scopri che la tensione esegue il suo andamento seno senza grandi cambiamenti, mentre la corrente, sostanzialmente in fase (o meglio senza grandi cambiamenti di fase relativa) con la tensione subisce delle variazioni. un prodotto eventuale non genererebbe altro che un' andamento identico a quello della corrente ma con diverso fattore di scala, per ovvie ragioni....
questo e` vero nel caso del pilotaggio in tensione, ma non in quello del pilotaggio a basso DF...
Diciamo che mi sembra pià utile ragionare direttamente con le singole forze in gioco che con "prodotti calcolati", almeno in ottica "impedenza dinamica altoparlanti". Volendo si può fare il tuo ragionamento in chiave "impedenza dinamica e potenza di picco negli amplificatori".... :)
in realta` il mio ragionamento e` sempre in chiave "uscita acustica vs. pilotaggio"... quello che mi interessa e` capire come pilotare l'altoparlante per ri-ottenere un'onda acustica che somigli il piu` possibile a quella "vista" in origine dal microfono e successivamente registrata nei ns. dischi.

Per quel poco che uno può ipotizzare con un buon grado di "buon senso" direi che sarebbe più "strano" che non si sentissero, questi fenomeni, che il contrario.
Il problema è che i primi dati dicono che meccanicamente queste incertezze sono tanto più ampie quanto più lasco è il sistema elettrico, per cui credo verosimile ipotesi contrarie alle tue.
dipende... il problema e` che siamo di fronte ad una situazione che assomiglia a questa:

abbiamo una vecchia "2CV" sopra un carro attrezzi che viaggia su un "carro merci" ferroviario.

- la "2CV" e` la nostra aria, ed il suo movimento e` l'onda acustica che vorremmo riprodurre;
- il "carro attrezzi" e` il cono del ns. altoparlante;
- il "carro merci", o meglio le sue sospensioni sono l'impedenza di uscita del ns. ampli;

infine, l'andamento (verticale) delle rotaie unitamente alla velocita` del treno (x semplicita` consideriamola costante! :) ) rappresentano il ns. segnale di ingresso.

Ora, quello che noi vorremmo e` che la "2CV" si muova seguendo _esattamente_ (al piu` con un "ritardo" costante) le ondulazioni delle rotaie su cui viaggia il treno, cioe` che l'aria davanti all'altoparlante si muova esattamente nello stesso modo di quella che ha prodotto le vibrazioni della membrana del microfono di ripresa conservate sotto varia forma nelle ns. registrazioni.

Ci ritroviamo con ben 3 oscillatori smorzati "in serie". Quello che ci interessa controllare e` proprio l'ultimo, ma possiamo controllare direttamente soltanto il primo e lo smorzamento del secondo...

Dato che ne` le sospensioni del treno ne` quelle del "carro attrezzi" potranno mai essere perfettamente rigide, e che su quelle della 2CV possiamo farci poco o nulla (e` l'accoppiamento cono-aria... possiamo migliorarlo utilizzando una tromba, ma e` un'altra storia), io non sarei poi cosi` sicuro che cercare di massimizzare lo smorzamento delle sospensioni del "carro attrezzi" sia poi la soluzione migliore... anzi, sono convinto esattamente del contrario.

Ingegneri meccanici, fatevi sotto... :D

Nel caso di ampli con DF=1 o ad alta impedenza di uscita viene a mancare (o attenuato) il feedback con il movimento generato dalle back emf, per cui la meccanica, in teoria, è libera di debordare.
Come ho fatto notare spesso, non sarà questo che da quella sensazione di "maggiore presenza" ed "energia nei transienti" prodotta da sistemi con DF=1 ?
qui` la penso _QUASI_ come te... :D

Salvo per una fatto: IMHO per riprodurre correttamente il segnale e` necessario che lo smorzamento del cono sia "critico".

Se e` sottosmorzato (pilotaggio in corrente) il cono fa` un po` quello che gli pare, e ad ogni transiente del segnale segue una oscillazione (spuria) del cono stesso.

Se e` sovrasmorzato, il cono viene rallentato nel suo movimento e si ha una distorsione della forma del transiente, che "spegne" e rende artificioso il suono.

Quindi, come minimo un ampli "ideale" dovrebbe avere il DF regolabile (diciamo Zout da 0 a 10 ohm) per adattarsi al meglio ad ogni diffusore.

N.B.: quello che deve essere reso critico e` lo smorzamento effettivo del cono. Tenuto conto dello smorzamento proprio (meccanico), della Re e della Rdc dell'eventuale filtro xover e` evidente che il DF elettrico "ottimale" NON sara` praticamente mai = 1!

Infine, resta sempre da vedere (-> thread sul pilotaggio in potenza) se non sia possibile studiare un servocontrollo in grado di "autoregolarsi" dinamicamente e quindi pilotare automaticamente al meglio qualsiasi AP.



Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
enricopriami
new member
Messaggi: 49
Iscritto il: 29 dic 2005, 07:39
Località: Italy

Messaggio da enricopriami »

Una cassa ben progettata considera già nel suo progetto il giusto grado di smorzamento, nella stra grande maggioranza dei casi vengono progettate casse per ampli che hanno una Re di uscita molto bassa, se vai a cambiare questo parametro, o riprogetti la cassa o ascolti il sistema con i cambiamenti dovuti ad una situazione ampli-->cassa non ideale... anche se molte volte il risultato non è così drammatico come si possa pensare.
Però, se si parla di misure di laboratorio atte a verificare alcune teorie come quelle esposte in questo topic, la cosa che io mi chiedo, su eventuali prove col microfono variando il DF dell'ampli, per fare una vera prova fatta bene bisognerebbe avere due sistemi ampli cassa che in qualche modo siano complementari tra loro, mi spiego meglio, bisognerebbe avere una cassa progettata per essere pilotata con un ampli a basso DF e una cassa identica ma progettata per essere pilotata da ampli da alto DF... i due sistemi completi dovrebbero avere risposta analoga, stessa estensione, stesso andamento della risposta, quello che dovremmo misurare non è una variazione nella risposta in frequenza, ma la differenza nella capacità di restituire transienti e di poter misurare quale dei due sistemi produce minori distorsioni... altrimenti credo che qualsiasi prova sia in qualche modo falsata...
Cosa ne pensate??

Ciao,
Enrico
MBaudino
sostenitore
Messaggi: 3266
Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
Località: Italy

Messaggio da MBaudino »

.... nella stra grande maggioranza dei casi vengono progettate casse per ampli che hanno una Re di uscita molto bassa, ....


Originariamente inviato da enricopriami - 26/09/2006 :  01:21:35
Una domanda da vergognarsi a farla. :)
Se faccio misure SPL (con sistemi MLS) su un woofer nell' intorno della risonanza, cambia qualche cosa se utilizzo un ampli a bassa Re con NBF in tensione o un ampli (sempre a bassa Re) con NBF in corrente???
Ovvero, se faccio misure SPL-MLS con un my-ref o con un ampli tradizionale ( a bassa Re) ottengo lo stesso risultato????


Mauro
Avatar utente
UnixMan
sostenitore
Messaggi: 12096
Iscritto il: 27 ott 2005, 22:34
Località: L'Aquila (Italy)
Has thanked: 79 times
Been thanked: 48 times

Messaggio da UnixMan »

Però, se si parla di misure di laboratorio atte a verificare alcune teorie come quelle esposte in questo topic, la cosa che io mi chiedo, su eventuali prove col microfono variando il DF dell'ampli, per fare una vera prova fatta bene bisognerebbe avere due sistemi ampli cassa che in qualche modo siano complementari tra loro, mi spiego meglio, bisognerebbe avere una cassa progettata per essere pilotata


Originariamente inviato da enricopriami - 26/09/2006 :  01:21:35
Un segnale come quello usato da Mauro ha uno spettro estremamente ampio. Ovviamente, le variazioni di risposta in frequenza di un altoparlante (le prove in questione si possono fare anche su un singolo altoparlante "nudo") o sistema di altoparlanti (diffusore) variano in qualche misura al variare del DF e quindi quantitativamente ci si possono aspettare senza dubbio anche differenze legate a questi effetti... ma non e` questo che ci interessa!

Al momento, quello che ci interessa di piu` e` stabilire quali siano gli effetti delle variazioni di DF sulla risposta ai transienti da un punto di vista meramente qualitativo. Eventuali quantificazioni richiederebbero uno studio successivo una volta individuati e capiti i fenomeni in gioco.

BTW: considera poi che stiamo parlando di regime transiente, dove il concetto stesso di "frequenza" perde sostanzialmente di significato...


P.S.: Mauro: fossi in te allungherei la durata del transitorio ad almeno 200ms, cosi` da coprire l'intera banda audio... oppure (forse meglio?) proverei ad imitare una nota musicale "reale" aggiungendo una rampa lineare decrescente (decay...) con durata nell'ordine di 1sec alla fine del tratto orizzontale.

Alle misure dovrebbe essere sempre facile verificare il rispetto della linearita` dei tratti verticale-orizzontale-rampa dell'inviluppo del segnale all'uscita del microfono... ;)


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
mauropenasa
R.I.P.
Messaggi: 712
Iscritto il: 15 ott 2005, 20:33
Località: Italy

Messaggio da mauropenasa »

!?! ho capito bene? tu pensi che dal lato acustico l'andamento sia sostanzialmente simile a quello della corrente?

perche` se cosi` fosse, allora pilotare in tensione (alto DF) sarebbe sostanzialmente e fondamentalmente sbagliato dato che, come si evince dai grafici delle misure che hai postato, distorce clamorosamente la forma d'onda acustica (quantomeno) nei transienti!
Hai perfettamente ragione.... :)
Ho sbagliato completamente l' esposizione del concetto. Me ne scuso (faccio tutto a braccio ed al volo... :D )
Io intendevo dire che sarebbe logico intuire che "l' inviluppo acustico" nel caso che la corrente non segua correttamente il movimento (come "tenta di fare" con gli ampli in tensione e non fa bene con ampli in corrente o DF=1), dovrebbe essere simile (in deformazione) a quello della corrente "controllata" visibile nei plot con ampli in tensione.
Si capisce meno di prima ma tanto è.... :D
quote:
Graficamente, se guardi istante per istante le curve scopri che la tensione esegue il suo andamento seno senza grandi cambiamenti, mentre la corrente, sostanzialmente in fase (o meglio senza grandi cambiamenti di fase relativa) con la tensione subisce delle variazioni. un prodotto eventuale non genererebbe altro che un' andamento identico a quello della corrente ma con diverso fattore di scala, per ovvie ragioni....



questo e` vero nel caso del pilotaggio in tensione, ma non in quello del pilotaggio a basso DF...
?? :oops:
Ma non si diceva che in un sistema in tensione varia la corrente, in un sistema in corrente varia la (delta) tensione, ed in un sistema misto variano entrambe, e il tutto in nome della legge di ohm ?
A braccio, nel test con DF=1 che ho fatto la corrente varia molto meno che nel caso in tensione, ma in compenso "fluttua" la tensione ai capi dell' altoparlante, per cui un eventuale prodotto non dovrebbe cambiare poi in modo cosi eclatante.... :)
P.S.: Mauro: fossi in te allungherei la durata del transitorio ad almeno 200ms, cosi` da coprire l'intera banda audio... oppure (forse meglio?) proverei ad imitare una nota musicale "reale" aggiungendo una rampa lineare decrescente (decay...) con durata nell'ordine di 1sec alla fine del tratto orizzontale.
A parte il problema di generare forme particolari in un setup come il mio costruito al volo in una pausa caffè, devo dire che oltre i 20-30mS i miei diffusori si stabilizzavano (tensione e corrente) come da ampiezze nell' ultima semionda, per cui un numero maggiore di semionde non faceva altro che portare in regime continuo il sistema....

Enrico porta l' attenzione (anche se Paolo ha ribadito un concetto di "isolamento dei problemi incriminati" corretto) al solito discorso che anche io continuo a ribadire:
Non si possono escludere situazioni in cui il pilotaggio in potenza o in corrente possano essere vantaggiosi, ma non ci si esime da un ragionamento di ottimizzazione progettuale. Ma questo non è un segreto, Hawskford e altri hanno prodotto dei documenti (attendibili) in cui dimostrano i vantaggi di pilotaggi di singoli driver diversi da quello in tensione......

Per il resto delle argomentazioni, si vedano alcune comclusioni (anche altrui) nel 3D sul pilotaggio in potenza.


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio