Io ho realizzato anni fà, per una Ditta, un pre con ECC88 alimentato a circa 20 V (meno di 24 V per risparmiare sui condensatori), ma questa Ditta voleva
esplicitamente un pre che distorcesse di seconda armonica (un "valvolizzatore") per ridare un po' di corpo al suono digitale. Il tasso di distorsione era reso variabile da un potenziometro.
Del pre linea di Traina se ne è parlato in Audiofaidate qui:
viewtopic.php?t=7402 e sono emrsi alcuni problemi costruttivi.
Al di là di queste considerazioni, permettimi di essere un po' didattico e di inserire alcuni criteri generali di progettazione nel discorso.
Gli audiofili, in genere, tendono a progettare i loro sistemi con un approccio TOP>DOWN: si inamorano di uno schema perchè lo trovano bello, oppure hanno i componenti per costruirlo in casa, oppure le recensioni sono buone, oppure...
L'approccio corretto di un progettista audio è invece il BOTTOM>UP;
la prima domanda è:
cosa mi serve (pre-pre, preamplificatore di linea) ?
La seconda domanda è:
cosa ci collego in ingresso (preamplificatore RIAA, sintonizzatore, registratore, CD, server di musica liquida) ?
La terza domanda è:
cosa ci collego in uscita (barra di effetti, DSP, finale di potenza); da cui discende
la quarta domanda:
qual è la sensibilità di ingresso per la minima distorsione o la massima potenza dell'apparato collegato in uscita ?
La quinta domanda: qual è il sovraccarico ammissibile sull'ingresso con il x% di distorsione in uscita ?
Dopo aver risposto a queste domande mi chiedo:
qual è il rumore massimo che sono disposto a tollerare (espresso come rapporto tra tensione di rumore del dispositivo chiuso su impedenza nota e tensione di uscita nominale del dispositivo stesso). Io non tollero molto il rumore in un dispositivo elettronico; per me questo è un parametro molto importante, ad es.
Analogamente mi chiedo:
qual è la distorsione massima ammissibile alla tensione nominale di uscita ?
Passo poi a definire altri parametri importanti, ma (quasi) secondari, come il numero di ingressi e la loro diafonia, l'impedenza dei vari ingressi, l'impedenza di uscita del pre, il suo guadagno, ecc.
Ti do una mano a definire almeno i parametri di sensibilità e guadagno, che sono i primi a essere tirati in ballo.
Supponiamo che il tuo pre accetti in ingresso fonti audiofile tradizionali (
pre RIAA, tuner, registratore): queste sorgenti hanno di solito un'uscita nominale (non c'è convenzione) pari a -7,8 dBu (0,316 V RMS), che corrispondono ad un valore picco-picco di circa 0,89 V
Questo è il valore
minimo di accettazione in ingresso che devi predisporre se usi quelle sorgenti.
se invece entri con un
lettore di CD o (forse) con un
server di musica liquida, posso supporre che l'uscita nominale sia a 0 dBu (=0,77 V RMS o 2,19 V picco-picco), anche se alcuni di questi dispositivi escono a +$ dBu (=1,78 V RMS o 3,47 V picco-picco).
A seconda del dispositivo in ingresso, potresti trovarti a gestire fino a 3,47 V di sovraccarico. Supponiamo però di fare come facevano gli antichi e di tenere come livello massimo di ingresso quello pari a -7,8 dBu (0,89 V picco-picco), usando degli attenuatori fissi sugli ingressi CD e server liquida che riportino il massimo sgnale nominale a -7,8 dBu
Avrai quindi un dispositivo che deve gestire in sicurezza 0,89 V in ingresso, per un livello di uscita che ora devi definire.
Come livello di uscita prendiamo i +8 dBu, che corrispondono a 1,95 V RMS (5,5 V picco-picco) che dovrebbero funzionare per tutti i finali a sato solido e anche per molti single ended valvolari "audiofili".
Calcoliamo il guadagno: 5,50/0,89 =
6,2 Questo è il guadagno che avrà il tuo preamplificatore
[Segue alla prossima]