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Sand games... (esperimenti a stato solido)

Inviato: 04 gen 2008, 02:43
da UnixMan
Ciao a tutti,

io che notoriamente sono un "tubista", cosi` x divertimento ho giocato un po` con la sabbia...

date una occhiata a questo test reverse driven (o inverse driven che dir si voglia):

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Ciao,
Paolo.

Inviato: 04 gen 2008, 03:54
da mariovalvola
Se andiamo a recuperare la famosa discussione di Mauro Penasa, tu hai costruito un amplificatore con un fattore di smorzamento molto più costante al variare della frequenza. (se ho capito bene) Puoi dirci qualcosa di più? :oops: :grin: :oops:

Mario Straneo

Inviato: 04 gen 2008, 05:33
da UnixMan
Se andiamo a recuperare la famosa discussione di Mauro Penasa, tu hai costruito un amplificatore con un fattore di smorzamento molto più costante al variare della frequenza. (se ho capito bene)
si`, ed anche la sfasamento e` ottimo, rimanendo nullo o quasi su tutta la banda audio. Ovviamente, va` fatto notare il fattore di scala; in senso assoluto il DF e` (volutamente) moolto piu` basso di quello e.g. di un my_ref e questo semplifica notevolmente le cose.

Ma non finisce qui`... infatti, questo "oggetto misterioso" (eh si`, voglio farvi stare ancora un po` sulle spine e giocare un po` anche con voi... ; ) :grin: ) ha anche alcune altre caratteristiche interessanti.

Andiamo a vedere come si comporta al variare del carico... ho simulato carichi variabili tra 0.125 ohm (praticamente un corto circuito) ed 1Mohm (praticamente un cavo staccato :D ).

Questa e` l'analisi nel dominio del tempo; il primo grafico, forse un po` inusuale, mostra l'andamento della potenza (di picco) sul carico rispetto alla tensione in ingresso al variare del carico stesso, mentre in quelli che seguono vediamo il piu` convenzionale grafico dell'andamento della tensione di uscita nonche` quello della corrispondente potenza sul carico rispetto al tempo, sempre al variare del carico (tensione di ingresso costante):

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sorpresa, sorpresa! :o ; )

nonostante stiamo pilotando "energicamente" l'ingresso (sul carico "nominale" di 8 ohm abbiamo circa una 15ina di Watt RMS), l'amplificatore "non si scompone" e rimane perfettamente lineare perfino su un "corto circuito"! :)

Infine, per completezza ecco l'analisi nel dominio della frequenza (anche in questo caso al variare del carico):

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Ciao,
Paolo.

Inviato: 04 gen 2008, 16:08
da plovati
Dì la verità.. stai usando un pentodo in uscita e un solo operazionale in reazione, altro che tutta sabbia... :)

_________
Piergiorgio

Inviato: 04 gen 2008, 16:49
da andypairo
L'aggeggio sembra interessante (anche se tropo misterioso imho :D )

Mi interessa però avere qualche dritta su come hai fatto i grafici: sembra che siano di Microcap , che ho anch'io e che vorrei imparare ad usare meglio.

Come si fa a fare un'analiso col carico "stepped"?
Ciao

Andrea

Inviato: 04 gen 2008, 23:00
da UnixMan
Dì la verità.. stai usando un pentodo in uscita e un solo operazionale in reazione, altro che tutta sabbia... :)


Originally posted by plovati - 04/01/2008 :  10:08:09
no-no, niente tubi stavolta... :D

solo bacarozzi ed un mix di NFB in tensione e corrente.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 05 gen 2008, 01:15
da UnixMan
L'aggeggio sembra interessante (anche se tropo misterioso imho :D )
va` beh, ogni bel gioco dura poco... :grin: e` ora di svelare il mistero... che in realta` non ha nulla di misterioso. :D

Si tratta di una semplice rielaborazione del mio vecchio "giocattolo" con DF variabile (un banale NIGC modificato con NFB misto tensione+corrente) che avevo fatto a suo tempo per sperimentare "uditivamente" l'effetto di differenti DF. Stavolta ho eliminato i trimmer e rivisto la rete di NFB per ottenere, oltre ad un miglior bilanciamento delle impedenze viste dagli ingressi dell'op-amp quantomeno in DC, l'effetto che ho un po` pomposamente battezzato "neverclip". :oops:

In pratica ho dimensionando la rete di NFB in modo che, in corrispondenza alla tensione di ingresso che produrrebbe la max tensione di picco possibile sull'uscita "aperta" (in questo caso ~32V), con l'uscita in corto-circuito produca una corrente pari a quella max erogabile dal chip senza clipping.

In questo modo, l'unico modo per "mandare in crisi" l'ampli e` eccedere con il volume oltre quella che e` la max "potenza di targa" sul carico nominale... ovvero in questo caso circa 15Wrms su 8ohm.

Se non si eccede questo limite (che con diffusori di sensibilita` appena decente in ambienti normali non e` neanche poi cosi` stringente...) l'ampli resta sempre e comunque lineare indipendentemente dal comportamento del carico (ecco perche` "never clip"), comportandosi come un generatore di corrente controllato in tensione laddove il carico dovesse scendere ad impedenze molto basse e come un generatore di tensione laddove il carico salisse ad impedenze molto elevate.

Questo e` un'altro vecchio "pallino" che avevo in testa da tempo... avendo a che fare con carichi complessi come sono i diffusori (tanto piu` se a piu` di una via) e segnali complessi quanto imprevedibili come sono quelli musicali, l'unico modo per essere sicuri di non avere sorprese e` NON fare alcuna assunzione sul comportamento del carico ed assicurarsi quindi che l'amplificatore sia in grado di gestire normalmente e senza scomporsi minimamente qualsiasi situazione, incluse quelle piu` estreme e, almeno apparentemente, improbabili (quindi anche casi limite come corto circuito e circuito aperto e magari con bruschi passaggi dall'uno all'altro).

Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL! :D

(questo pero` IMHO non e` un grosso problema perche`, come nel caso degli ampli a tubi, la potenza "max" e` pienamente sfruttabile e quindi in realta` ne basta ben poca).

Sara` un caso ma, sebbene abbia i suoi difetti, se non si esagera con il volume, all'ascolto l'oggetto in questione ha un suono incredibilmente "liscio" e privo di qualsiasi "indurimento", "ingolfamento" o "confusione". Insomma, ad un ascolto distratto potrebbe essere perfino scambiato per un valvolare! ; )

Anzi, probabilmente proprio a causa del suo maggior difetto -i bassi decisamente "poco controllati"- certi detrattori dei tubi lo scambierebbero senza dubbio per un valvolare... (peccato che invece i miei veri valvolari NON abbiano alcun problema di controllo dei bassi, ma questa e` un'altra storia! ; ) )

BTW, lo smorzamento decisamente scarsino in questo caso e` legato ai soli 4A di cui sono capaci i 3875 che avevo a disposizione; sono sicuro che con una 20ina di A ottenibili e.g. da un paio di 3886 messi in parallelo (in configurazione HCP) si potrebbe portare il DF ad un livello piu` che sufficente a far svanire completamente il problema...
Mi interessa però avere qualche dritta su come hai fatto i grafici: sembra che siano di Microcap , che ho anch'io e che vorrei imparare ad usare meglio.

Come si fa a fare un'analiso col carico "stepped"?


Originally posted by andypairo - 04/01/2008 :  10:49:24
si`, sono fatti con MicroCAP... anche se vorrei passare ad usare LTSpice (o SwitcherCAD III che dir si voglia) che, oltre a non avere le limitazioni della demo di MC, se non altro funziona molto meglio sotto Linux (alla LT non hanno purtroppo realizzato una versione Linux nativa ma, almeno, sono stati cosi` gentili da introdurre delle ottimizzazioni specifiche per farlo funzionare al meglio con Wine). Pero`, prima di scoprire SW3 avevo preso una certa dimestichezza con MC e, si sa`, una volta imparato qualcosa, la pigrizia di non ricominciare tutto da capo... :x

BTW: fare analisi stepped con MC e` facilissimo: basta aprire il dialog relativo (dopo essere entrato in una modalita` di analisi ci si arriva attraverso i menu` o direttamente con il tasto F11) e specificare che cosa si vuole far variare... si puo` fare stepping su qualsiasi cosa: elementi simbolici, parametri dei componenti, temperatura, etc, nonche` specificare i valori di stepping in vari modi, inclusa una lista esplicita dei valori da usare.

Poiche` un esempio vale piu` di mille parole, se vuoi ti mando in pvt qualche .cir...


Ciao,
Paolo.

Inviato: 05 gen 2008, 02:05
da UnixMan
ops, dimenticavo: anche se ormai e` abbastanza ovvio com'e` fatto, ecco lo schema:

Immagine

mmh, ora che lo rivedo, in questo schema c'e` un piccolo errore: Ri e` da 82K, non 100K, ma a parte l'offset DC (ed un po` la curva di attenuazione data con il potenziometro) non cambia molto.

BTW, se in casa avete un GC (e/o il materiale necessario) buttato da qualche parte e volete divertirvi a provare questa configurazione, vi conviene ricalcolare la rete di NFB in funzione dell'impedenza di ingresso che volete ottenere... cioe` del pot. di volume (preferibilmente lineare!) che volete usare. :)

In questo caso io ne ho scelto uno da 100K in primo luogo perche` ne avevo uno disponibile ed in secondo per avere una imp. di ingresso che non creasse problemi di interfacciamento anche con sorgenti dotate di uscita a valvole con Zout relativamente alte.

La Ri deve avere lo stesso valore del potenziometro (perche` allora io ho messo 82K? e` una storia lunga... ragioni "storiche" sul prototipo :D ), cosi` come la resistenza "vista" dall'ingresso invertente dell'op-amp, cioe` R1//(R4+(R3//R5)) che deve essere quanto piu` possibile vicina ad Ri per minimizzare l'offset DC ed ottimizzare il funzionamento dell'op-amp (l'ideale sarebbe avere un bilanciamento perfetto anche in banda audio, ma la cosa non si poteva fare senza complicare il circuito... :D ).

IMHO almeno in questo caso e` bene che R3 ed R5 siano sempre >> RL (anche nei picchi di risonanza) in modo da minimizzare l'influenza del carico sul funzionamento del circuito, quindi anche se avete sorgenti a bassa impedenza eviterei di scendere troppo con la resistenza.

Se poi avete a disposizione un paio di 3886 anziche` di 3875, ripetete la progettazione seguendo quanto dicevo nel post precedente: otterrete uno smorzamento molto migliore e quindi non solo un giocattolo (ancorche` simpatico e gradevole da ascoltare) ma, forse, addirittura un "vero" ampli utilizzabile... :)


Ciao,
Paolo.

Inviato: 05 gen 2008, 02:51
da andypairo
Mi manderesti i modelli spice per gli LM3875 e 3886 (e magari LM4780)National?

Ciao

Andrea

Inviato: 05 gen 2008, 06:00
da UnixMan
Mi manderesti i modelli spice per gli LM3875 e 3886 (e magari LM4780)National?


Originally posted by andypairo - 04/01/2008 :  20:51:15
purtroppo non ho modelli specifici... che io sappia purtroppo per questi chip la National non ne ha mai pubblicati. :(

Per poter fare qualche simulazione non ho fatto altro che impostare i parametri nel modello di op-amp generico di MC con i valori presi dai DataSheet corrispondenti (se non ricordo male disse di aver fatto cosi` anche Mauro).

BTW, ecco i parametri che ho usato per il 3875:

Codice: Seleziona tutto

*** From file C:\MC7\LIBRARY\LM3875.LBR
*** LM3875 with typical values
.MODEL LM3875 OPA (LEVEL=3 C=10P A=1T ROUTAC=250M ROUTDC=500M IOFF=200N
+ SRP=11MEG SRN=11MEG IBIAS=1U VEE=-84 VCC=84 VPS=80 VNS=-80 CMRR=1T GBW=8MEG
+ PD=125 IOSC=4)
edit: N.B.: la "M" anche se maiuscola sta` sempre ad indicare "milli"!

per la verita` il "modello" lo avevo fatto parecchio tempo fa`... nel postarlo per sicurezza lo stavo ricontrollando... a quanto vedo, x l'offset e la max corrente di uscita ho messo il caso peggiore anziche` quello tipico e questo era voluto... ci sono poi alcuni dati che non sono riportati direttamente nel D.S. e di cui non sono sicuro (non ricordo piu` [:xx(]) come ho ottenuto il valore. Potrei essere stato scrupoloso ed averli ricavati e/o stimati in qualche modo a partire dai dati disponibili, ma se invece andavo di fretta potrei anche averci messo dei valori piu` o meno "a capocchia"... quindi non prendetelo per oro colato e ricontrollate! (e magari avvertitemi se ci dovesse essere qualche valore sballato o cmq migliorabile! :oops: ).


Ciao,
Paolo.

Inviato: 05 gen 2008, 16:41
da plovati
Si tratta di una semplice rielaborazione del mio vecchio "giocattolo" con DF variabile (un banale NIGC modificato con NFB misto tensione+corrente) che avevo fatto a suo tempo per sperimentare "uditivamente" l'effetto di differenti DF.
Originally posted by UnixMan - 04/01/2008 :  19:15:58
Puoi raccontarci di più del test a vari DF?
Alla fine quanto vale il DF nominale di questo ampli?

Ti ricordi come si chiamava la discussione sul pilotaggio in potenza, dalla quale credo sei partito? Non la ritrovo più.


_________
Piergiorgio

Inviato: 06 gen 2008, 17:37
da andypairo
Dopo un po' di difficoltà per utilizzare il modello sono riuscito a replicare i grafici di Paolo.

L'impedenza di uscita, se ho fatto bene i conti, è di circa 1mOhm, costante sulla banda audio in modulo e fase.
Il DF nominale su 8 Ohm è 125.

Ciao

Andrea

Inviato: 07 gen 2008, 19:38
da mauropenasa
Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL!
Paolo, il DF non dipende da questi parametri, ma dalla Zout che imposti nel generatore. Disporre di una capacità energetica alla fonte non ha nulla a che vedere con la Zout impostata da un banale circuito U/I sviluppato su opamp. (fatto salvo una decenza di prevenzione dei parametri di lavoro di un circuito).

Per i ragazzi che possono seguire (e fraintendere):

Il circuito di Paolo deriva da applicazioni di questo tipo:

http://sound.westhost.com/project56.htm

L' impedenza di uscita dipende, nella situazione citata (ed in quella di Paolo) dal rapporto tra il guadagno (in tensione) definito dalla rete intorno al opamp e la resistenza di sensing di corrente.

Paolo ha usato una cella di NFB in tensione definita T-net, che altro non è che una "moltiplica di gain" determinata dalla ripartizione di tensione generata.
Nel caso specifico:

Zout = Rs* (R1+Requ/R1)

dove Requ è determinata dai rapporti di T-net = Requ= R4*(1+R3/R5)

(formulazione fatta ad occhio... verificate pure se non vi fidate....)


Ne consegue una Zout specifica intorno ai 5,7ohm, peraltro chiaramente visibile nei grafici livello out versus carico....

A tale riguardo, se si suppone un generatore con Zout di quei valori, innanzitutto il DF risulta di valori prossimi al unitario, per cui un grafico reverse driven deve plottare valori di circa -7dB, non di -23dB.

Come seconda considerazione, è noto che un generatore ad impedenza prossima a quella del carico non ha la possibilità fisica di imporre ne variazioni importanti di DF versus frequenza ne di fase.
un generatore di corrente NON ha una fase (di tensione) propria, ed aderisce totalmente alla fase (di tensione) del nodo a minore impedenza presente nella maglia che pilota.

Riguardo le solite teorie di Paolo sulla presunta superiorità di questo metodo di pilotaggio, invito a ripassare (meglio, viste le imprecisioni di valutazione precedenti) i 2 prinicipi di Kirchhoff, ipotizzando di essere di fronte ad un carico complesso comprensivo di filtri RLC....
Un conto è "credere" che un siffatto circuito non si "ingolfi" per cui "non debba essere messo in crisi da una cella complessa", un conto è analizzare cosa realmente accade nel carico. A titolo di cronaca, sempre stante a Kirchhoff, tutto quello che "non si vede" in tensione sulle uscite dell' ampli, esiste (in corrente, in questo caso) nelle maglie complesse del carico, e vice versa.....

PS: non ci fidiamo sempre di quello che i simulatori plottano, teniamoci i prontuari di elettrotecnica sempre sotto mano....

PS2:
A me pare che la Zout di questo circuito non "vari dinamicamente", almeno fintanto che l' opamp risponde ai rapporti di NFB impostati qui....

Inviato: 08 gen 2008, 00:37
da UnixMan
Scusate il ritardo... stavo rispondendo a PG quando ho riguardato il primo grafico e mi sono accorto di qualcosa che non quadrava... ci sono quasi 20dB di troppo! :o (fortuna che ero stato io a dire di tenere d'occhio il fattore di scala... :oops: a quanto pare io x primo non lo avevo neanche visto! :( )

Cosi` sono andato a riguardare come avesse fatto ad uscire fuori quel risutato... ed ho scoperto una svista pazzesca... mi ero scordato di 100 ohm di Ri nel generatore! :x
Puoi raccontarci di più del test a vari DF?

Originally posted by plovati - 05/01/2008 : 10:41:22
e` passato un mucchio di tempo... se non erro ne avevamo gia` parlato. BTW, in breve, le conclusioni (soggettive e poco... conclusive :) ) sono state le seguenti.

Con DF elevato il suono che si otteneva aveva le caratteristiche tipiche dei "Gain Clone" e comuni alla maggior parte degli ampli a stato solido "mainstream": "ruvido", poco interessante (come se fosse lento o poco dinamico), con una sensazione di artificiosita` e di mancanza di "vita", oltre che fastidioso a lungo andare (fatica d'ascolto).

Riducendo il DF fino a poche unita` il suono diventava evidentemente piu` "liscio" ed anche piu` "vivo" (come se fosse piu` dinamico e veloce). Per contro, ovviamente, specie con alcuni diffusori si va` perdendo il controllo sui bassi tanto piu` si riduce il DF.

BTW, con diffusori che non hanno bassi eccessivi e/o fuori controllo di per se` stessi unitamente ad un posizionamento adeguato, un DF di poche unita` e` gia` piu` che sufficente per avere un suono "naturale" con bassi controllati.
Alla fine quanto vale il DF nominale di questo ampli?
e` nell'ordine dell'unita`... Zout prossima a 8 ohm (non a caso dicevo che il suo piu` grosso problema e` la pressoche` totale mancanza di controllo in basso).
Ti ricordi come si chiamava la discussione sul pilotaggio in potenza, dalla quale credo sei partito? Non la ritrovo più.
no... forse "power drive"?


Ciao,
Paolo.

Inviato: 08 gen 2008, 00:53
da UnixMan
Dopo un po' di difficoltà per utilizzare il modello sono riuscito a replicare i grafici di Paolo.

L'impedenza di uscita, se ho fatto bene i conti, è di circa 1mOhm, costante sulla banda audio in modulo e fase.
Il DF nominale su 8 Ohm è 125.


Originally posted by andypairo - 06/01/2008 :  11:37:32
...come hai fatto a replicare un errore che nello schema non si vede?!? :o :grin:

scherzi a parte, se non ci sono errori grossolani, ottenere un DF cosi` alto con un andamento cosi` piatto sarebbe un risultato a dir poco MOLTO interessante! (...ancorche` alquanto diverso da quello che stavi cercando di replicare! :D )


Ciao,
Paolo.

Inviato: 08 gen 2008, 01:56
da andypairo
Sembrerebbe che io abbia preso una cantonata, comunque il DF l'ho stimato in questo modo: Generatore con Rserie 1 Ohm in uscita (tra Rl+ e Rl-), ingresso con pot a zero. RL= 1M per non falsare.
Insomma qualcosa di tipo "reverse driven", con VRl/VRserie ad indicare l'impedenza di uscita.

Immagine

Azz.. ecco l'errore!! 1M non è 1 Mega ma 1 milli.... che poi rimane l'impedenza "incriminata".
Vabbuò mi inginocchio sui ceci....
La "misura" con Microcap mi da circa 7 ,6 Ohm

Ciao

Andrea

Inviato: 08 gen 2008, 02:46
da UnixMan
Ciao Mauro,

bentornato, che piacere risentirti! :)
Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL!
Paolo, il DF non dipende da questi parametri, ma dalla Zout che imposti nel generatore. Disporre di una capacità energetica alla fonte non ha nulla a che vedere con la Zout impostata da un banale circuito U/I sviluppato su opamp. (fatto salvo una decenza di prevenzione dei parametri di lavoro di un circuito).


Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 : 13:38:11
mmmh, magari mi sono espresso male, ma non hai capito cosa intendevo dire! Quello che intendevo e` che la condizione e` necessaria per mantenere la caratteristica di "neverclip". Se per evitare fraintendimenti vogliamo tradurre il tutto in formule, dati:

Vclip = max tensione di uscita
Iclip = max corrente di uscita

La caratteristica di cui parlavo la si puo` ottenere solo quando:

Zout = Vclip / Iclip

quindi, se si vogliono ottenere potenze elevate (Vclip alte) e DF elevati (Zout bassa), Iclip deve necessariamente essere molto alta.

Cmq., x tornare alle esperienze di ascolto soggettive, IME avere DF "troppo" alti e` assolutamente deleterio rispetto alla qualita` percepita...
Ne consegue una Zout specifica intorno ai 5,7ohm, peraltro chiaramente visibile nei grafici livello out versus carico....

A tale riguardo, se si suppone un generatore con Zout di quei valori, innanzitutto il DF risulta di valori prossimi al unitario, per cui un grafico reverse driven deve plottare valori di circa -7dB, non di -23dB.
infatti... questa e` la simulazione "reverse driven" corretta:
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Un conto è "credere" che un siffatto circuito non si "ingolfi" per cui "non debba essere messo in crisi da una cella complessa", un conto è analizzare cosa realmente accade nel carico. A titolo di cronaca, sempre stante a Kirchhoff, tutto quello che "non si vede" in tensione sulle uscite dell' ampli, esiste (in corrente, in questo caso) nelle maglie complesse del carico, e vice versa.....
ahem, Mauro, altra incomprensione... i termini "ingolfamento", etc io li ho usati parlando di sensazioni di ascolto, nulla a che vedere con quello che succede o meno a livello elettrico.

L'unica cosa che ho detto a livello elettrico e` il fatto che, fintanto che non si eccede una certa tensione max in ingresso, quel circuitino resta sempre e comunque lineare a prescindere da quello che fa` il carico (poco importa in questo caso se sia attivo o reattivo).

E IMO/IME questa e` una caratteristica importante per la qualita` percepita.

PS2:
A me pare che la Zout di questo circuito non "vari dinamicamente", almeno fintanto che l' opamp risponde ai rapporti di NFB impostati qui....
qui` hai ragione... avevo in mente un altro progetto a cui sto` lavorando (e che dovrebbe avere quella caratteristica, per poter avere DF bassi sul carico nominale che crescano il piu` rapidamente possibile in corrispondenza delle risonanze) ed ho fatto confusione.

Ciao,
Paolo.

Inviato: 08 gen 2008, 03:34
da mauropenasa
Ciao Paolo,
Non voglio essere frainteso neanche io.
Ho capito il tuo punto, si cui discutemmo a lungo in passato.
La mia affermazione non verte ovviamente a confermare che lo stato di pilotaggio, visto ai capi del ampli (ed in tensione) non sia meno critico che nelle condizioni di elevato DF e/o con NFB ecc.... Visto che anche nelle simulazioni è facile notare tendenze a sovraelongazioni strane.
Il mio punto, già ribadito in passato, è che di norma, dato un carico più o meno complesso, le dinamiche di assestamento che non vedi in tensione avvengono nel dominio della corrente e viceversa.
Se rintracci alcuni test che feci su altoparlante reale su questo forum, dove plottai le dinamiche di assestamento di tensione e di corrente (si parlava di "presunti sovraccarichi dinamici dati dai diffusori reali), vedi che se io attenuo uno scalino di tensione (dinamico) ne aumento uno di corrente, e viceversa. Questo accade perchè nei diffusori, come in qualsiasi macchina elettromagnetica reale, il passaggio da uno stato di quiete (o stazionario) ad uno di movimento richiede un tempo finito, perfettamente rappresentato dalle componenti reattive usate nei modelli matematici.
Data una energia istantanea (o sufficientemente disponibile in tempi << di quelli di inerzia del sistema meccanico) fornita, possiamo solo scegliere se mantenere stabile la tensione (elevato DF) o la corrente (Bassissimo o nullo DF). Stabilito questo, assisteremo alla fluttuazione del parametro lasciato libero, quindi tensione o corrente (si vede benissimo nei plot che postai a suo tempo...).
apparentemente, in un sistema magnetico puro (al limite del singolo altoparlante non compensato) le fluttuazioni di corrente (in fase di ecccitazione) sembrano più becere di fluttuazioni di tensione.
Io credo invece che essendo l' unica causa di movimento (la corrente), il fatto che essa vari indica che il sistema motore si sta autoadattando (per via delle back-emf) al suo movimento, in modo naturale.
Viceversa, generando una corrente e mantenendola più stabile, si impedisce alla tensione ai capi del motore (con le sue componenti back-emf) di "frenare".
Presumo che questo sia all' origine di alcune sensazioni di ascolto, ma si badi, nello stesso sito di elliott si vedono bene le reali condizioni che questo crea dal punto di vista della coerenza elettro/acustica. Spikes e sovraelongazioni acustiche in prossimità degli attacchi violenti e altro.

Quello che appare o piace non è detto che sia anche "corretto" dal punto di vista della sua funzione di trasferimento.

Ribadisco alla noia poi che accetto (ed esorto, in alcuni casi) tranquillamente un pilotaggio in potenza o in corrente di un singolo trasduttore elettromagnetico, ma nessuno mi dimostrerà mai che una rete complessa di crossover possa essere pilotata alla stregua (leggi senza conseguenze tangibili e misurabili) sia in tensione che in corrente che in potenza. Basta vedere il comportamento diverso dei vari componenti reattivi nelle varie condizioni di lavoro per capire agevolmente di cosa parlo.
Il mio pensiero è tutto qui.
Ci sono un sacco di cose da discutere sulle THD dinamiche e statiche presenti nelle componenti di back-emf, componenti che molti progettisti di diffusori tendono ad insabbiare in cross incasinati (e quindi aumentano o diminuiscono le THD di conseguenza, quasi sempre in ordine caotico, salvo gridare al miracolo quando indovinano la combinazione) senza manco rendersene conto, ma questo è un ' altro problema....

Ultima chiosa, vorrei porre l' attenzione sul fatto che se ripeti le stesse misure (e simulazioni) ponendo il generatore di ingresso a 8ohm, ottieni le stesse caratteristiche di DF e fase (ovviamente senza le componenti di attenuazione HF date dalla degenerazione R Cinput dell' amp) di questo circuito, compreso quindi anche la stessa "sonorità".
L' unica differenza starebbe che in un caso adatti la potenza dissipata in modo dinamico sul chips mentre con la R 8ohm perdi tutta la potenza in calore....

ciao

Mauro

Inviato: 08 gen 2008, 05:48
da plovati
Presumo che questo sia all' origine di alcune sensazioni di ascolto, ma si badi, nello stesso sito di elliott si vedono bene le reali condizioni che questo crea dal punto di vista della coerenza elettro/acustica. Spikes e sovraelongazioni acustiche in prossimità degli attacchi violenti e altro.


Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 : 21:34:47
Buon punto. Se consideri che spesso le registrazioni sono compresse, un comportamento siffatto potrebbe giustificare la migliore naturalezza percepita. Fanno da espansore di dinamica in un certo senso, recuperando in parte quanto ha tolto il tecnico in sala di mixaggio.
Quello che appare o piace non è detto che sia anche "corretto" dal punto di vista della sua funzione di trasferimento.

Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 :  21:34:47
Idem come sopra, se la registrazione è passata attraverso un compressore nonlineare ( e spesso lo è) la funzione di trasferimento corretta non è detto sia una retta :)

Proposta di test: il miglior comportamento all'ascolto con DF unitario che notava Paolo lo si ha anche con brani presi da SACD audiofili o per esempio le registrazioni di epidauro?


EDIT sistemato il quoting sballato.

_________
Piergiorgio

Inviato: 08 gen 2008, 19:19
da mauropenasa
Idem come sopra, se la registrazione è passata attraverso un compressore nonlineare ( e spesso lo è) la funzione di trasferimento corretta non è detto sia una retta
Non è difficile rispondere.
Il primo problema è stabilire se un trasduttore di segnale debba o non debba tendere alla linearità, posto che questo sarebbe il presupposto alla base dell' incisione.
Il secondo problema, posta la scelta di manipolare deliberatamente un segnale, si pone nel "come", ossia in che condizioni di "non linearità", a che livello ecc... si debba lavorare.
In tutti i casi, gli orientamenti di decompressione porrebbero l' accento sull'uso di specifici manipolatori di segnale elettronici, non sugli ampli finali.
Le variazioni basate sul DF, poste pure vissute positivamente, sarebbero estremamente variabili in funzione dei trasduttori usati, definendo di fatto la necessità di combinare sistemi chiusi. A quel punto tanto vale usare tecniche complesse di servomeccanismi elettro assistiti e fare diffusori mirati.

Mauro

Inviato: 12 gen 2008, 10:12
da UnixMan
Ho capito il tuo punto, si cui discutemmo a lungo in passato.
infatti... anche se mi pare di ricordare che alla fine non arivammo da nessuna parte. :(
Il mio punto, già ribadito in passato, è che di norma, dato un carico più o meno complesso, le dinamiche di assestamento che non vedi in tensione avvengono nel dominio della corrente e viceversa.
esatto, e proprio questo e` il punto anche secondo me!

Evidentemente, per ovvi motivi tensione e corrente non sono (e non possono essere) "indipendenti"... se come dici tu si tenta di "spianare" la tensione "forzandola" con un DF molto elevato, necessariamente ci si ritrova quantomeno con picchi di corrente tanto piu` alti tanto piu` e` alto il DF (quello effettivo, cioe` tenendo conto anche delle Rdc dell'Ap, del xover, cavi, contatti, etc...).

La cosa e` abbastanza ovvia dal punto di vista elettrico anche solo pensando al fatto che su un carico reattivo la componente resistiva nel circuito di uscita e` tanto piu` bassa quanto piu` alto e` il DF effettivo.

Se poi andiamo piu` nello specifico, se non vado errato in un AP correnti e tensioni "rappresentano" dal lato elettrico il movimento meccanico dell'equipaggio mobile. In particolare, la corrente e` (almeno in prima approssimazione) direttamente proporzionale alla forza applicata all'equipaggio mobile mentre la tensione ai suoi capi lo e` alla velocita` dello stesso.

Ora, se la massa e` costante (cosa non del tutto vera se si considera la massa dell'aria spostata, ma non andiamo a complicarci la vita inutilmente... :D ), l'accelerazione dell'equipaggio mobile e` direttamente proporzionale alla forza applicata, e quindi alla corrente.

Immagino sia superfluo ricordare che fisicamente ad ogni variazione di velocita` corrisponde una accelerazione e viceversa... :D

Cerchiamo di capire cosa succede cominciando con un modello semplificato e provando a visualizzare la cosa dal punto di vista meccanico.

Prendiamo di un generico generatore (l'ampli) connesso ad un altrettanto generico "motore" ad induzione (quale quello che fa` muovere un Ap) connesso ad una massa (quella dell'equipaggio mobile). Per il momento, tralasciamo la presenza e gli effetti delle sospensioni meccaniche ed acustiche (che trasformano il tutto in un complesso sistema meccanico (multi)risonante...), altrimenti non ci caviamo piu` i piedi (BTW, se non vado errato in effetti questo modello semplificato corrisponde abbastanza bene ad una delle possibili "regioni" di funzionamento dell'Ap, cioe` ad una parte dello spettro che e` in grado di riprodurre).

Partiamo dal caso di un generatore di tensione in cui Ri e` nulla (o comunque piccola).

Se noi "imponiamo" una tensione, stiamo cercando di "imporre" una certa velocita`... e poiche` la massa dell'equipaggio mobile, ancorche` piccola, NON e` nulla, a qualsiasi variazione della tensione (velocita`) corrispondera` una corrente (~accelerazione) tanto piu` alta tanto piu` veloce e` la variazione della tensione che stiamo applicando.

Tradotto in formula, dal lato elettrico abbiamo che i = k dv/dt, relazione che ci dovrebbe ricordare qualcosa... :grin:

Come primo risultato direi che possiamo concludere che, a parita` delle altre condizioni (ed almeno per una parte dello spettro) tanto piu` e` alto il DF tanto maggiori sono le forze e quindi le accelerazioni a cui sono soggetti i nostri coni, il che implica anche una maggiore quantita` di energia scambiata, che si traduce in maggiore potenza termica dissipata dalla componente resistiva del "voice-coil" e quindi in maggiori distorsioni termiche... ma questo lo sapevamo gia` dal lavoro di Hawksford. Inoltre, forze ed accelerazioni maggiori aumentano la probabilita` di eccitare risonanze (elettriche e/o meccaniche) indesiderate.

Se viceversa imponiamo una corrente, cioe` controlliamo la forza applicata, almeno in prima approssimazione l'accelerazione imposta al cono seguira` fedelmente il nostro segnale di pilotaggio mentre la tensione, cioe` la sua velocita`, non potra` che seguire di conseguenza l'integrale (nel tempo) della corrente (questo almeno nella regione "dominata dalla massa"; quando entrano in gioco gli altri elementi le cose si complicano...).

Gia` questo comunque basterebbe a spiegare perche` nelle tue misure gli "assestamenti" della corrente con pilotaggio in tensione appaiono meno pronunciati di quelli che hai per la tensione nel caso di piotaggio in corrente... la grandezza lasciata "libera" in un caso varia con la derivata dell'altra mentre nel caso opposto varia con il suo integrale!

Comunque, a questo punto, una prima cosa da capire per stabilire se sia piu` corretto cercare di controllare la velocita` o l'accelerazione del cono sarebbe: il segnale elettrico che stiamo tentando di riprodurre che cosa rappresenta?

Per quanto mi consta oggi come oggi la maggior parte delle incisioni commerciali utilizzano mic. a condensatore (diverso e` il caso di alcune etichette "audiophile") ma, per evitare di mettere altra carne al fuoco, per il momento e per cominciare proviamo a pensare al caso in cui tale segnale provenga da un microfono dinamico.

Dicevamo, un mic. dinamico, cioe` una sorta di "Ap rovesciato". Ma e` stata registrata la sua tensione "a vuoto", cioe` la velocita` della sua membrana "libera" o piuttosto la corrente di "corto circuito", cioe` la forza applicata alla membrana con la membrana stessa "bloccata" dalla bobina chiusa su una impedenza nulla? O forse per caso nessuna delle due cose?!?

Proviamo a ragionarci sopra...

Per registrare correttamente la velocita`, cioe` la tensione "a vuoto", l'ingresso del preamplificatore microfonico dovrebbe avere impedenza infinita; in pratica ed in prima approssimazione quantomeno >> dell'impedenza interna dello stesso.

Viceversa, per registrare correttamente la forza applicata, cioe` la corrente, l'ingresso del pre dovrebbe essere un convertitore I/V con impedenza di ingresso pari a zero; in pratica ed ancora in prima approssimazione quantomeno << dell'impedenza interna del mic.

Ora, cosi` a naso escluderei l'ipotesi del convertitore I/V mentre scommetterei invece che, per ridurre la sensibilita` al rumore EM indotto, l'impedenza di ingresso dei pre microfonici "pro" sia verosimilmente tenuta relativamente bassa. Dall'altro lato, per avere sensibilita` decenti l'impedenza interna dei microfoni dovrebbe viceversa essere relativamente alta (immagino che probabimente siano state standardizzate entrambe, ma non ho info a proposito... che sia 600ohm?).

BTW, vuoi vedere che alla fine le due impedenze sono confrontabili (se non addirittura uguali!) tra loro e quindi il segnale che e` registrato nei nostri dischi non corrisponde ne` alla velocita` ne` alla forza? :shock:

E che quindi riproducendo dal lato dei diffusori una condizione simile (basso DF) otteniamo un risultato migliore proprio perche` la funzione di trasferimento complessiva di tutto il sistema e` "piu` corretta"??? :shock:

Beh, forse e` una spiegazione possibile... :?:

Anche se a questo punto resterebbe da capire cosa succede invece nel caso dei mic. a condensatore... visto che IME l'effetto del basso DF si sente ed e` tipicamente positivo con pressoche` tutte le incisioni e non solo con qualche disco "audiophile" e/o con vecchie registrazioni "vintage".
Se rintracci alcuni test che feci su altoparlante reale su questo forum, dove plottai le dinamiche di assestamento di tensione e di corrente (si parlava di "presunti sovraccarichi dinamici dati dai diffusori reali), vedi che se io attenuo uno scalino di tensione (dinamico) ne aumento uno di corrente, e viceversa. Questo accade perchè nei diffusori, come in qualsiasi macchina elettromagnetica reale, il passaggio da uno stato di quiete (o stazionario) ad uno di movimento richiede un tempo finito, perfettamente rappresentato dalle componenti reattive usate nei modelli matematici.
per l'appunto... di solito la chiamano inerzia. :D
apparentemente, in un sistema magnetico puro (al limite del singolo altoparlante non compensato) le fluttuazioni di corrente (in fase di ecccitazione) sembrano più becere di fluttuazioni di tensione.
Io credo invece che essendo l' unica causa di movimento (la corrente), il fatto che essa vari indica che il sistema motore si sta autoadattando (per via delle back-emf) al suo movimento, in modo naturale.
mmmh... io direi piuttosto che il sistema sta` tentando di inseguire come puo` una forzatura! ; )
Viceversa, generando una corrente e mantenendola più stabile, si impedisce alla tensione ai capi del motore (con le sue componenti back-emf) di "frenare".
pero`, se acceleriamo "piu` dolcemente", possiamo anche frenare "piu` dolcemente"... in medio stat virtus! ; )

E` un po` come andare su e giu` per una serie di saliscendi con un'automobile... se ad ogni cambiamento di pendenza schiacciamo a fondo il freno o l'acceleratore, in men che non si dica un eventuale malcapitato passeggero vomitera` anche le budella... ; ) :grin: se invece freniamo o acceleriamo con moderazione, possiamo mantenere l'andatura seguendo l'andamento della pendenza senza strappi e scossoni. :D

In effetti, per restare in campo automobilistico un paragone ancora piu` calzante e` quello delle sospensioni.

Se i nostri ammortizzatori fossero troppo "rigidi" (smorzano troppo, e.g. ne abbiamo montato un tipo non adatto alla nostra auto) oppure troppo "morbibi" (smorzano troppo poco, e.g. sono "scarichi"), le nostre ruote non riuscirebbero a seguire le asperita` della strada con cui perderebbero continuamente il contatto, compromettendo aderenza e stabilita`.

Soltanto se le sospensioni sono "a punto", cioe` se il sistema e` smorzato al punto giusto, le nostre ruote riusciranno a seguire le asperita` dela strada senza perdere il contatto con il terreno.

A ben pensarci, IMHO e` esattamente il nostro caso... la nostra strada con le sue asperita` e` il segnale che vogliamo far seguire al cono, mentre il DF e` il nostro ammortizzatore... ed ecco che non solo un DF troppo basso, ma anche uno troppo alto ci portano a deviare dalla condizione ideale.
Presumo che questo sia all' origine di alcune sensazioni di ascolto, ma si badi, nello stesso sito di elliott si vedono bene le reali condizioni che questo crea dal punto di vista della coerenza elettro/acustica. Spikes e sovraelongazioni acustiche in prossimità degli attacchi violenti e altro.
[...]
Quello che appare o piace non è detto che sia anche "corretto" dal punto di vista della sua funzione di trasferimento.
1. dipende... vedi sopra; se vogliamo parlare di funzione di trasferimento dobbiamo considerare TUTTO il sistema, a partire dai microfoni: siamo sicuri di sapere cosa rappresenta veramente il segnale che stiamo amplificando, e di come questo vada riprodotto per riottenere lo stesso segnale acustico che lo ha generato?!?

siamo sicuri che queste "sovraelongazioni" non ci fossero anche in origine salvo che poi la ripresa e/o i successivi trattamenti del segnale se le sono "mangiate"? ; )

2. e chi se ne frega! ci dobbiamo ascoltare musica per nostro puro godimento, mica e` uno strumento di misura... :D

Quello che conta e` che il risultato risulti gradevole e "credibile" al nostro orecchio, non agli strumenti.
Ribadisco alla noia poi che accetto (ed esorto, in alcuni casi) tranquillamente un pilotaggio in potenza o in corrente di un singolo trasduttore elettromagnetico, ma nessuno mi dimostrerà mai che una rete complessa di crossover possa essere pilotata alla stregua (leggi senza conseguenze tangibili e misurabili) sia in tensione che in corrente che in potenza. Basta vedere il comportamento diverso dei vari componenti reattivi nelle varie condizioni di lavoro per capire agevolmente di cosa parlo.
Ovviamente (e non a caso gli audiofili piu` navigati lo avevano scoperto gia` da un pezzo) mi sembra evidente che i risultati migliori si ottengono solo o con altoparlante singolo (monovia) o con piu` Ap pilotati singolarmente e direttamente (multiamplificazione attiva).

Ed e` altrettanto ovvio che non si puo` pilotare in corrente un diffusore multivia progettato per lavorare in tensione.

Cionondimeno, questo non significa che in pratica non lo si possa pilotare con DF moderati; se cosi` non fosse, nessuno ascolterebbe amplificatori a valvole con normali diffusori multivia...

Daltronde, quanti diffusori multivia hanno una resistenza ai morsetti (in DC) inferiore a 1/2 ohm ? e quanti altri invece arrivano allegramente ad 1 ohm o anche piu`?

Quindi, per quanto alto possa essere il DF "nominale" dell'ampli, in pratica il DF effettivo e` in realta` limitato dai diffusori stessi e su 8 ohm non e` mai superiore a 10 - 20 (ancora meno su 4).

Se passo da un ampli che ha DF=400 ad uno che ha DF=4 (cioe` il primo ha Zout = 20 milliohm mentre il secondo ha Zout = 2 ohm) non e` che lo smorzamento si riduca di due ordini di grandezza... in realta`, lo smorzamento effettivo tipicamente si riduce al piu` di un fattore 4 o 5 (e.g. passa da 16 a 3.2), che non e` poi un cambiamento cosi` drammatico...

Ci sono un sacco di cose da discutere sulle THD dinamiche e statiche presenti nelle componenti di back-emf, componenti che molti progettisti di diffusori tendono ad insabbiare in cross incasinati (e quindi aumentano o diminuiscono le THD di conseguenza, quasi sempre in ordine caotico, salvo gridare al miracolo quando indovinano la combinazione) senza manco rendersene conto, ma questo è un ' altro problema....
mmmh, questo sarebbe un altro discorso interessante! :p

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Inviato: 12 gen 2008, 18:42
da mauropenasa
Paolo:

Parte prima, disquisizione accelerazione/velocità:
Mi era parso di essere stato tra i primi a disquisire nei vari forum su alcune considerazioni in merito di Hawksford e altri, per cui non credo di avere idee molto diverse. Credo di avere scritto molte volte che come emerge da molti studi un pilotaggio in corrente (notare, in corrente) migliora oggettivamente le prestazioni di un trasduttore chiamato a forti escursioni ed energie conseguenti (altrimenti non serve quasi a nulla, per ovvie ragioni).
La tua disquisizione non fa altro che ribadire, se vogliamo da un punto di vista diverso, la stessa cosa.
Restano fuori dal discorso altri elementi chiave, su un piano elettrotecnico ed elettronico, ma forse non necessariamente totalmente attinenti al nodo in discussione ora, oppure si, dipende dai punti di vista.
Asserita la necessità di lavorare con una integrale o una derivata, (vuoi per esigenze automobilistiche, estetiche, o di motore elettroacustico ) per esempio, di norma un progettista decide (come fece Hawksford) di optare per una delle 2, non di lavorare con "il peggio" di entrambe come succede con un pilotaggio misto deliberato (o quantomeno con grandezze che a tavolino non permettono manco una striminzito coefficiente ">>" o "<<" che si tende ad usare nel mondo modellistico reale per sostenere uno straccio di giustificazione matematica.

Come discussi a suo tempo con Paolo Caviglia, i vantaggi tangibili (su un piano teorico e strumentale) di un pilotaggio misto sono quasi del tutto irrilevanti.
Aloia e Kaneta mettevano delle reti di feedback misto corrente / tensione, sempre rigorosamente dotate di un pot manuale a cura dell' utente.

L' efficacia su un piano tecnico di tale NFB non vale neanche il costo del potenziometro in più, ma cosi facendo davano la possibilità alla gente che non vive bene senza palesi rindondanze acustiche sotto i 300Hz, ma magari su questo faccio una chiosa finale...

Parte seconda, microfono e questioni di "sistema e funzione di trasferimento":

Io posso o potrei essere anche d' accordo con te, ma le tue asserzioni sullo stabilire se il segnale in tensione di cui disponiamo sia immagine di accelerazione o di velocità, perdonami, mi fa specie che lo si debba stabilire tra noi due. Da tecnico ti direi "- mettetevi d'accordo con i fonici ed i tecnici del suono delle più grandi multinazionali e quando avete trovato un punto fermo ditemi come devo considerare quel segnale....".
A me risulta che una incisione media viene elaborata sostanzialmente su tutti gli assi, ossia potenzialmente compressa in ampiezza, equalizzata nelle sue componenti armoniche dirette (livello armonico) ed indirette (decadimento armonico in funzione del tempo, ossia riverberazioni complesse ambientali ricostruite). Gli stessi microfoni sono compensati in ampiezza di risposta e quant' altro, cosi come la stessa posizione e forma (e tecnologia costruttiva) del microfono cambia radicalmente il suo modo di operare.

Riguardo la necessità di "validare" un concetto di linearità o quantomeno di coerenza di una funzione di trasferimento, mi risulta che sia una forma comune di ambienti esoterici, non tecnici.
Il concetto di funzione di trasferimento non è legato alla quantità dei nodi che lo comprende, ne alla presupposta "completezza di elaborazione".
Mi risulta che un sistema composto da una serie di sottosistemi "presupposti lineari" debba dare una elaborazione "presupposta lineare".
Non è ne obbligatorio, ne umanamente possibile, (ne peraltro assolutamente necessario) tenere conto di una situazione complessa nella sua totalità.
Io, a tempo perso, non mi occupo di ridefinire una tecnica migliore di ripresa, incisione, mixaggio e riproduzione. Non ne sarei capace, credo.
Mi fa specie che però, sulla base di qualche mese di sperimentazione con semplici ampli a basso DF, si possa arrivare a mettere in discussione tutto fino al microfono.

In questo mi aggancio alle questioni spicciole, come quella della impedenza di uscita di un circuito, attiva o passiva ecc...
Le opinioni, giuste o sbagliate che siano, oggettive o soggettive che siano, ho imparato a doverle sostanzialmente "subire" forse ancor prima e più che "accettare", specie quanto esse rimangono tali (ambienti esoterici e soggettivisti) per cui ho imparato la lezione.
Detto questo, Paolo, credo, (ma potrei anche sbagliarmi, non ne faccio una questione di primato) che anche solo considerando il brevissimo periodo in cui ho interloquito nei forum, di avere postato moltissimo materiale tangibile (misure reali, progetti e quant' altro), rappresentativo del fatto che "di sperimentazioni sul campo" ne ho fatta qualcuna.
Periodicamente qualcuno mi da lezioni di percezione, (evidentemente, implicitamente pensando che tutti "percepiscano " come lui), o cose di questo genere.
Io, caro Paolo, mi interessavo attivamente (provando i circuiti, intendo), di queste questioni a partire dai primi anni 80. Ho provato tutto il provabile nel campo dei BJT, degli opamp di potenza e quant' altro, tanto che arrivai pure a sperimentare autonomamente anche soluzioni con cascode di potenza.
Come suona una cofigurazione con DF 1, 0,5, 10, 100 e 1000, posso spiegarlo anche diviso per topologia, categoria di potenza, categoria di altoparlanti e quant' altro. Ho pure sperimentato direttamente quasi tutti i brevetti in auge nel mondo audio, dopo averli studiati.
Se sono arrivato alla conclusione che fare un ampli con DF=1 o DF=10 può vincere (ti comunico che il 98% degli ampli SS commerciali di tendenza hanno DF "bassi", mediamente compresi tra 1 e 50, quasi tutti ottenuti con una 0.22ohm in serie all' uscita, peraltro...) ma alla distanza "non convince", è per una ragione veduta, forse più ponderata delle tendenze del momento.
Ebbi anche una giovinezza passata con ampli a tubi, di vario genere, se è per questo, ma questa è un' altra storia....

Io pongo i miei consigli, poi chi ritiene di avere sperimentato di più, di avere idee più concrete, o di conoscere meglio di me le prestazioni di opamp di potenza che io stesso ho usato in tutte le salse, si può accomodare, io resto in attesa del circuito finale che faccia gridare al miracolo, felice di costruirlo e provarlo.

My_ref ed evo sono delle parentesi ludiche, che quasi senza volerlo scopro che aggradano gli ascolti di (ormai) molte centinaia di persone nel mondo intero. A me ovviamente non dispiacciono cosi come sono, altrimenti non li avrei proposti, ma non pretendo di imporli a nessuno. Se fossi stato convinto della superiorità del DF basso non avrei avuto problemi a fare un ampli che vada realmente "in potenza", dato che hai notato pure tu che le mie configurazioni (chissà perchè) si prestano naturalmente a quel tipo di pilotaggio.
Riguardo le questioni più tecniche, Rsense, questioni termiche, NFB e compensazioni....
Beh, io sono certo di conoscere i segreti legati a certe configurazioni, comprese le differenze enormi tra l' uso di un opamp come nel tuo circuito o configurato come nel mio, (leggi conoscere le grandezze ed i limiti dei sistemi operazionali standard e tecniche di compensazione complesse) se altri sono allo stesso livello o superiori non posso che esserne gratificato.
Io di solito mi pongo prima il problema di controllare al meglio le normali variabili legate ai semplici circuiti base, poi eventualmente passo a cose più avanzate (se serve). Tu mi insegni che usare componenti reattivi nelle reti di reazione è sempre problematico, ed il rischio di fare danni solo per risolvere problemi inesistenti o solo presunti è sempre dietro all' angolo....

Mi piacerebbe essere "sfidato" a colpi di "soluzioni circuitali avanzate funzionanti e riproducibili" ( magari economicamente), più che con l' esito di qualche prova soggettiva domenicale. Questo è il mio limite, mi fido poco delle parole e amo le soluzioni intelligenti. Quando non trovo materiale che valga la pena studiare, mi deprimo.... :)

PS: "Distorsioni termiche per effetto memoria".... Intrigante, specie se controbilanciate da cotanta piattaforma sperimental/teorica.

Solo che nei miei circuiti le Rsense sono interne al loop di NFB locale e globale, mentre nel tuo esempio ne è parte determinante, quindi posto non un generatore di disturbo a simulare tale componente, nel mio caso al massimo esso fa lavorare di più gli anelli NFB (e nello specifico ridefinire di qualche parte su 10.000 il DF), nel tuo caso la risultante si somma totalmente al segnale utile, peraltro amplificata del fattore di NFB scelto.
Pensa te, alle volte....

ciao

Mauro

Inviato: 13 gen 2008, 08:30
da UnixMan
Mauro:
Parte prima, disquisizione accelerazione/velocità:
[...]
La tua disquisizione non fa altro che ribadire, se vogliamo da un punto di vista diverso, la stessa cosa.
certamente (non era diretta a te o a chi abbia gia` seguito le discussioni precedenti, ed anzi mi scuso con chi si e` annoiato a rileggere per l'ennesima volta gli stessi ragionamenti... e` che ho la (pessima?) abitudine di "ragionare a voce alta", per cosi` dire, per cui x raccogliere le idee mi trovo spesso a ricapitolare cose gia` dette e ripetute... "ad nauseam" :D ).
Asserita la necessità di lavorare con una integrale o una derivata, (vuoi per esigenze automobilistiche, estetiche, o di motore elettroacustico ) per esempio, di norma un progettista decide (come fece Hawksford) di optare per una delle 2, non di lavorare con "il peggio" di entrambe come succede con un pilotaggio misto deliberato (o quantomeno con grandezze che a
mmmh... non ti seguo... "il peggio di entrambe" in che senso, per che cosa? :?:

certo e` piu` difficile farsi un modello e seguirlo, insomma la vita del progettista si complica non poco e questo di per se` potrebbe gia` bastare ampiamente a spiegare perche` di norma si preferisce aderire ad uno dei due modelli "estremi"... ma da un punto di vista "funzionale" (perdonami ma a volte sono un po` "duro di comprendonio"), non vedo un motivo per cui una soluzione "mista" debba essere necessariamente peggiore a priori. :?:

Daltronde, per quanto riguarda il discorso specifico del pilotaggio di un carico, complesso o meno che sia, il tuo discorso e` vero solo in campo audio o comunque BF; come mi insegni, se ci spostiamo a frequenze piu` alte (RF) il modo standard di operare e` proprio il "pilotaggio in potenza" con impedenza della sorgente uguale a quella del carico.
Come discussi a suo tempo con Paolo Caviglia, i vantaggi tangibili (su un piano teorico e strumentale) di un pilotaggio misto sono quasi del tutto irrilevanti.
perdonami, ma qui` torniavo di nuovo ad un altra vecchia questione irrisolta... quello che dici sarebbe giusto se fossimo sicuri di avere una teoria "completa" in grado di predire con sufficente precisione i risutati sperimentali nonche` un set di misure in grado di quantificarli.

Purtroppo, mi sembra fin troppo evidente che cosi` non e`, mancando troppe volte una qualsiasi correlazione convincente tra risultati teorici e/o strumentali e riscontri sperimentali (cioe` prove di ascolto). Noi possiamo prevedere accuratamente come si comportera` un circuito sul piano elettrico secondo tutti i parametri noti, ma di fatto non possiamo sapere ne` tantomeno decidere a priori come suonera`. :(

Pertanto, dire che non ci sono vantaggi tangibili "su un piano teorico e strumentale" nel nostro caso (purtroppo!) non vuol dire poi molto, anzi puo` essere addirittura fuorviante. Il problema e` che in realta` non sappiamo neanche COSA dovremmo cercare di misurare.

Voglio dire... ad esempio, e` stato dimostrato una infinita` di volte che se andiamo a raccogliere i dati delle THD misurate di vari ampli e li compariamo con le rispettive valutazioni soggettive, non c'e` praticamente correlazione tra le due cose! Questo ormai lo sanno anche i muri... e dovrebbe essere piu` che sufficente a far capire a chiunque ed una volta per tutte che la THD NON e` una misura significativa rispetto alla qualita` dell'audio. E invece no, ancora oggi e` uno dei primi parametri a cui si guarda e che si cerca di ottimizzare, ed e` pieno di gente che continua a farsi pippe mentali infinite per una frazione di punto percentuale in piu` od in meno. Magari ignorando allegramente -o addirittura inficiando- altri parametri -conosciuti o sconosciuti- che probabilmente sarebbero invece molto piu` importanti.

Aloia e Kaneta mettevano delle reti di feedback misto corrente / tensione, sempre rigorosamente dotate di un pot manuale a cura dell' utente.
che e` piu` o meno quello che avevo cercato di fare nella prima versione del mio "giocattolo"... :)

Purtroppo pero` quell'oggetto aveva dei seri problemi: se da un lato ero riuscito ad ottenere alcune caratteristiche desiderabili quali un suono sufficentemente "liscio" e "dinamico", quindi tutto sommato abbastanza gradevole, dall'altro anche rispetto ad un banale "gain clone" standard l'immagine stereofonica appariva "collassata" e si perdeva una gran quantita` di dettagli...

Forse proprio dalle discussioni fatte a suo tempo con te mi ero quasi convinto che il problema potesse essere legato alle caratteristiche ed al funzionamento stesso di quel "coso", essendo quindi per cosi` dire "innato" e percio` inevitabile.

Pero`... pero`, mi era rimasto piu` di un ragionevole dubbio... infatti, il problema NON cambiava minimamente da un settaggio "estremo" all'altro passando per qualsiasi stato intermedio. Anche facendolo lavorare sostanzialmente in tensione, con DF elevato, in una configurazione non molto diversa da un gain clone normale, il risultato era solo quello di riottenere un suono "piatto" e "ruvido" ma NON quello di migliorare in alcun modo l'immagine o il dettaglio.

Cosi` mi e` venuto il sospetto che, forse, i problemi non fossero poi cosi` "innati" ed inevitabili ma potessero derivare piuttosto da alcune soluzioni implementative, quali ad es. la presenza di un trimmer in un punto critico (loop di NFB), un non ottimale "bilanciamento" delle impedenze viste dagli ingressi dell'op-amp (anche in DC), la necessita` di dover ricorrere a compensazioni extra per tenere a bada una certa tendenza all'instabilita` ad alcuni settings, etc.

Quindi, di recente ho deciso di riprogettarlo cercando di risolvere quei possibili problemi (per quanto possibile senza complicare troppo il circuito...) e, visto che c'ero, ho deciso di dimensionarlo in modo da realizzare la condizione di "neverclip" cosi` da poter escludere con sicurezza che quasiasi eventuale "indurimento", "confusione", ruvidita` o altro che avessi riscontrato all'ascolto potessero essere causati da clipping per limitazione di corrente in regime transitorio (da qui`, disponendo dei 3875 e di una alimentazione "standard" da circa 35+35 V e` derivata la necessita` di avere DF~=1 almeno x un primo test).

Non appena ho trovato un po` di tempo libero ho cosi` rispolverato il vecchio tavolaccio, l'ho disassemblato e poi ricostruito secondo il nuovo schema. Per la verita`, il tutto l'ho fatto senza troppa convinzione, non e` che mi aspettassi gran che`.

I risultati invece mi hanno in un certo senso sorpreso, ed e` per questo che sono tornato a parlarne qui`. Come infatti dicevo in precedenza, stavolta non solo il suono e` risultato gradevolmente "sveglio" e "liscio" (anche piu` "liscio" che nella versione precedente, indipendentemente dal settaggio), ma un confronto con un my_evo ha confermato che dettagli ed immagine stavolta non sono affatto "spariti", essendo grosso modo allo stesso livello del "riferimento".

Come detto (e prevedibile), stavolta l'unico difetto evidente e sostanziale (tantopiu` evidente nel confronto con la "rocciosa" gamma bassa del my_evo) e` la mancanza di controllo in basso che, almeno nelle condizioni in cui l'ho provato finora, crea "rigonfiamenti" eccessivi e tende a "sporcare" anche il medio-basso.

In compenso, medi ed alti sono (sempre relativamente parlando, non vorrei che qualcuno gridasse al miracolo! ; ) ) sorprendentemente "belli" e puliti, quasi da valvolare.

Ovviamente, IMHO non e` pensabile di utilizzare un oggetto del genere cosi` com'e` (se non al limite in applicazioni "mirate" e senza troppe pretese...). Pero` ha decisamente rinnovato il mio interesse verso la possibilita` di riuscire ad ottenere prima o poi una amplificazione a stato solido dal suono soddisfacente (...anche per chi come me finora riesce ad ascoltare musica con piacere soltanto se l'amplificazione e` affidata a dei buoni vecchi tubi a vuoto ; ) ).

Parte seconda, microfono e questioni di "sistema e funzione di trasferimento":

Io posso o potrei essere anche d' accordo con te, ma le tue asserzioni sullo stabilire se il segnale in tensione di cui disponiamo sia immagine di accelerazione o di velocità, perdonami, mi fa specie che lo si debba stabilire tra noi due. Da tecnico ti direi "- mettetevi d'accordo con i fonici ed i tecnici del suono delle più grandi multinazionali e quando avete trovato un punto fermo ditemi come devo considerare quel segnale....".
sono daccordo, ma mi chiedo: qualcuno si e` mai posto il problema prima d'ora? Magari mi sbaglio ed e` solo un problema di ignoranza (mia), ma apparentemente sembrerebbe di no!

Daltronde...
A me risulta che una incisione media viene elaborata sostanzialmente su tutti gli assi, ossia potenzialmente compressa in ampiezza, equalizzata nelle sue componenti armoniche dirette (livello armonico) ed indirette (decadimento armonico in funzione del tempo, ossia riverberazioni complesse ambientali ricostruite). Gli stessi microfoni sono compensati in ampiezza di risposta e quant' altro, cosi come la stessa posizione e forma (e tecnologia costruttiva) del microfono cambia radicalmente il suo modo di operare.
purtroppo e` vero... ed in un certo senso questo "fa` a pugni" con tutte le preoccupazioni sulla necessita` di garantire la massima "correttezza" della funzione di trasferimento. ; )

Infatti, se il nostro segnale e` gia` stato ampiamente rimaneggiato in ogni modo possibile e immaginabile per soddisfare il gusto del fonico e/o del discografico di turno, perche` mai noi dovremmo preoccuparci tanto di non "alterarlo" piuttosto che cercare casomai di renderlo almeno il piu` gradevole e credibile possibile per le NOSTRE orecchie? ; )
Riguardo la necessità di "validare" un concetto di linearità o quantomeno di coerenza di una funzione di trasferimento, mi risulta che sia una forma comune di ambienti esoterici, non tecnici.
qui` non ti seguo, non mi risulta di aver mai detto nulla del genere.

Se ti riferisci al fatto che ho detto qualcosa tipo "verificare la funzione di trasferimento complessiva", intendevo ovviamente dire che bisognerebbe verificare la "correttezza" di ciascun passaggio, non certo che sia da verificare il fatto che la combinazione di piu` passaggi "corretti" possa dare origine a qualcosa che non lo e` o assurdita` del genere! Per chi mi hai preso?!? :evil:
Mi fa specie che però, sulla base di qualche mese di sperimentazione con semplici ampli a basso DF, si possa arrivare a mettere in discussione tutto fino al microfono.
e perche` no?

se gente in gamba come te e tanti altri prima di te hanno realizzato ampli e diffusori "perfettamente corretti" secondo ferree logiche tecniche senza che questo abbia portato a risultati di ascolto altrettanto soddisfacenti, il dubbio che forse ci possa anche essere qualcosa che non va` a monte dovrebbe nascere spontaneo...

arrivai pure a sperimentare autonomamente anche soluzioni con cascode di potenza.
mmmh, questo e` molto interessante... BJT, MOSFET o "ibrido" dei due? ci puoi dire qualcosa dei risultati che hai ottenuto?
Come suona una cofigurazione con DF 1, 0,5, 10, 100 e 1000, posso spiegarlo anche diviso per topologia, categoria di potenza, categoria di altoparlanti e quant' altro.
diamine, hai fatto tutte queste esperienze e te le tieni per te? perche` non scrivi un bel libro sull'argomento e ci racconti tutto in dettglio? :p
Ho pure sperimentato direttamente quasi tutti i brevetti in auge nel mondo audio, dopo averli studiati.
incluso quelli riguardanti l'effetto memoria? se si` con che risultati???
Se sono arrivato alla conclusione che fare un ampli con DF=1 o DF=10 può vincere (ti comunico che il 98% degli ampli SS commerciali di tendenza hanno DF "bassi", mediamente compresi tra 1 e 50, quasi tutti ottenuti con una 0.22ohm in serie all' uscita, peraltro...) ma alla distanza "non convince", è per una ragione veduta, forse più ponderata delle tendenze del momento.
mah, che vuoi che ti dica... io NON sono affatto sicuro che la chiave della questione sia il DF, la mia e` solo una ipotesi di lavoro confortata da qualche modesta esperienza. Ovviamente, e` anche possibile che stia prendendo una cantonata e alla fine tutta questa storia del DF e` marginale, la/e cosa/e importante/i sono magari altre ed e` solo per un caso fortutito se con una certa configurazione ed un certo DF si hanno dei buoni risultati (che pero` magari sono dovuti invece ad altri fattori).

Ad es., un certo ampli a tubi senza NFB che suona benissimo,

Inviato: 13 gen 2008, 16:19
da andypairo
Mi inserisco per chiedere a Mauro, che mi sembra di ricordare avesse sviluppato dei buoni modelli spice per l'LM3886, se può renderli disponibili anche a noi.

Ciao

Andrea

Inviato: 13 gen 2008, 16:43
da sinuko
Interessantissimo Paolo,
complimenti per la tua risposta che a cercato di sgombrare ogni traccia di nebbia polemica e ha rimesso l’accento su quello che Te hai fatto e proposto senza nessuna presunzione a disposizione di tutti gli utenti del forum.
Quando mi arrivano gli LM3886 proverò il tuo circuito.
La questione del pilotaggio in potenza - corrente o tensione è molto interessante.

Sono anche d’accordo con te Paolo quando dici che se Mauro ha qualcosa da dire/proporre lo faccia... ammesso e non concesso che sia disposto a condividerli, cosa non scontata visto che ognuno di noi è geloso del proprio lavoro.
Ciao Paolo

Inviato: 13 gen 2008, 18:19
da mauropenasa
quote:

Asserita la necessità di lavorare con una integrale o una derivata, (vuoi per esigenze automobilistiche, estetiche, o di motore elettroacustico ) per esempio, di norma un progettista decide (come fece Hawksford) di optare per una delle 2, non di lavorare con "il peggio" di entrambe come succede con un pilotaggio misto deliberato (o quantomeno con grandezze che a


mmmh... non ti seguo... "il peggio di entrambe" in che senso, per che cosa?
Non è difficile.
Se lavori in corrente (Zout>>Zload) Hawksford dimostra sia
matematicamente che strumentalmente che si eliminano o riducono alcune problematiche (anche termiche da te cosi temute... 8) ).
Se lavori in tensione, rinunci di fatto a ridurre la THD sul trasduttore a vantaggio di fornire alla rete di crossover (e al progettista di casse, che mediamente pensa ai suoi Q ipotizzando un ampli in tensione) un segnale in tensione con Zout << Zload.
Alcuni propendono per migliorare le prestazioni (se facessi un subW non avrei praticamente dubbi, corrente corrente corrente con qualche tentativo di feedback in tensione sulle back emf, che a quelle frequenze e con quel genere di motori potrebbe ancora funzionare....).
Altri come me prediligono un generatore a bassa impedenza.
Se fai un mix, perdi i vantaggi di offrire ai filtri una Zout << Zload, cosa che permette alle componenti reattive presenti nei cross di fare quello che vogliono (Kirchhoff, spero che lui sia considerato attendibile), ma quel che più conta è che non hai una Zout >> Zload, quindi non puoi pensare di concretizzare le equazioni di Hawksford e quindi se cominci ad avere vantaggi potrebbero essere veramente quasi non verificabili.
Questo è quello che chiamo: "il peggio dei 2".... :D
Poi sulla questione percettiva, beh, un discorso più complesso, ma uno che pensa ad un ampli deve pur partire da qualcosa, non può mica mettere nel suo capitolato di progetto la voce: "suono, suono, suono...."... :D

Daltronde, per quanto riguarda il discorso specifico del pilotaggio di un carico, complesso o meno che sia, il tuo discorso e` vero solo in campo audio o comunque BF; come mi insegni, se ci spostiamo a frequenze piu` alte (RF) il modo standard di operare e` proprio il "pilotaggio in potenza" con impedenza della sorgente uguale a quella del carico.
No, non sono d'accordo.
Un generatore di tensione resta tale a prescindere, cosi come uno in corrente. Se vuoi un consiglio spassionato, non buttare troppa carne al fuoco quando affronti questo genere di problematiche tecniche.
Le condizioni RF o video, sono condizioni mediamente molto diverse, ma per una questione estremamente semplice: la velocità della luce versus la velocità del segnale elettronico.
Uno degli errori (anche in alcune argomentazioni successive da te citate) più comuni, presenti anche in alcune teorie moderne sulle vibrazioni, è di accomunare molti fenomeni temporalmente. Tu mi insegni che esistono fenomeni di riflessione quando ti avvicini ai limiti fisici di propagazione di un segnale. Esistono per i segnali audio, (con tempi enormi se paragonati alla velocità intrinseca di reazione di un moderno circuito elettronico), esistono per i segnali HF o VHF o UHF e oltre.
Onde stazionarie, ossia teorie delle linee di trasmissione, teorie che ho notato tornate in auge di recente, significa non solo un segnale rindondante ed instabile, ma la morte certa per sovraccarico dei driver.
Per ovviare a ciò, ogni qualvolta che vedi un trasporto di segnale con un rapporto tra lunghezza di percorso e frequenza dello stesso potenzialmente passibili di onda stazionaria ci troverai implementate una serie di regolette derivate dalla teoria stessa, tra cui: impedenza di generatore = impedenza carico terminale = impedenza linea (applicazione non tassativa, come emerge facilmente dalle equazioni, solo la più pratica per ottenere un risultato decente "anti stazionarie").
Pensa che anche a 50Hz, la rete Enel, che ha lunghezze epiche (migliaia di Km), tiene conto di questi problemi. E' tutto una questione di "stare sul pezzo". In banda audio, in ambiente casalingo (cavi con lunghezze inferiori a 10-20m) e per le potenze in gioco in tali ambienti, i fenomeni di onde stazionarie NON SONO PRESENTI, senza ma e senza se (almeno stante alle equazioni che io conosco). Seppoi alcuni testano un cavo audio con un fronte di salita di 1nS, a beh.... cavolo se trovo le stazionarie. Ma quelle le trovava anche applicando una simulazione.....; )
Scusa, altro argomento....
Purtroppo pero` quell'oggetto aveva dei seri problemi: se da un lato ero riuscito ad ottenere alcune caratteristiche desiderabili quali un suono sufficentemente "liscio" e "dinamico", quindi tutto sommato abbastanza gradevole, dall'altro anche rispetto ad un banale "gain clone" standard l'immagine stereofonica appariva "collassata" e si perdeva una gran quantita` di dettagli...

Forse proprio dalle discussioni fatte a suo tempo con te mi ero quasi convinto che il problema potesse essere legato alle caratteristiche ed al funzionamento stesso di quel "coso", essendo quindi per cosi` dire "innato" e percio` inevitabile.
Lo è, per i dati che ho io.
Io provai queste situazioni anche con ampli SS molti diversi tra loro.
La tua esperienza finale, evidentemente ha la fortuna di far collimare le caratteristiche dei tuoi diffusori con quelle del ampli, chissà.
Diciamo che per quello che ne so io, ci sono l 80- 90% di probabilità di incappare nelle tue sensazioni negative. a prescindere dal modello di ampli che costruisci, e solo in casi particolarmente fortunati non rimpiangi un sistema classico (considera che per me un evo è una condizione minima, non un punto di arrivo di paragone....; ) )
Purtroppo, mi sembra fin troppo evidente che cosi` non e`, mancando troppe volte una qualsiasi correlazione convincente tra risultati teorici e/o strumentali e riscontri sperimentali (cioe` prove di ascolto). Noi possiamo prevedere accuratamente come si comportera` un circuito sul piano elettrico secondo tutti i parametri noti, ma di fatto non possiamo sapere ne` tantomeno decidere a priori come suonera`.

Pertanto, dire che non ci sono vantaggi tangibili "su un piano teorico e strumentale" nel nostro caso (purtroppo!) non vuol dire poi molto, anzi puo` essere addirittura fuorviante. Il problema e` che in realta` non sappiamo neanche COSA dovremmo cercare di misurare.
Non è del tutto vero, ma questo dipende dall' angolo di osservazione che ti scegli.
Se ti prendi ad esempio, conosco qualcuno che pensa di intuire che una certa topologia applicata (potenza o corrente ecc...) darà o dovrebbe dare luogo a un vissuto percettivo di un certo tipo.
Sullo stesso piano, dopo un tot di esperimenti, uno può benissimo farsi una idee di come suonerà un certo circuito, semplicemente perchè lo avrà già sperimentato e valutato sia su un piano tecnico che ascoltato...
Non è magia o chiromanzia o arroganza, solo background tecnico/sperimentale, lo stesso che porta un progettista senior a non ripetere errori di progettazione fatti in precedenza.... 8)
purtroppo e` vero... ed in un certo senso questo "fa` a pugni" con tutte le preoccupazioni sulla necessita` di garantire la massima "correttezza" della funzione di trasferimento.

Infatti, se il nostro segnale e` gia` stato ampiamente rimaneggiato in ogni modo possibile e immaginabile per soddisfare il gusto del fonico e/o del discografico di turno, perche` mai noi dovremmo preoccuparci tanto di non "alterarlo" piuttosto che cercare casomai di renderlo almeno il piu` gradevole e credibile possibile per le NOSTRE orecchie?
Annosa questione "filosofica" più che tecnica.
Io subisco giornalmente le conseguenze delle mie scelte (tendenza al lineare contro quella di un certo suono). Alcune parole tue su i miei lavori sono rappresentative, io sono consapevole di avere dato alla gente grossomodo un ampli economico e facile da fare che "si limita" ad emulare ampli SS con un minimo di qualità, proprio perchè le caratteristiche di targa tendono a somigliarsi (e quindi le prestazioni, anche questo dovrebbe far pensare rispetto alla tua riflessione sopra....).
Se volessi fare un ampli basato sulla filosofia inversa, lo potrei fare, e non escludo che nella mia vita questo non accada. Secondo me la cosa importante è come nelle sigarette, ossia scriversi sopra: "attenzione, ampli non lineare, non usare come riferimento strumentale".... :D

Scherzi a parte, devo dire che la volta che riesci a centrare un sistema veramente lineare, veramente ben inserito in ambiente, veramente pilotato da un segnale di alta qualità, anche se questo capitasse un sola volta, non hai più dubbi, la strada della linearità "paga" molto più di qualsiasi altra.
Il problema è che se ti va bene di "lineare" puoi pensare di avere il tuo ampli, al massimo il diffusore (elettrostatico nastro ecc....) e se va bene cosi cosi la fonte di segnale, e questo tu mi insegni che non basta.
Devo dire che paradossalmente ho in casa dischi di musica etnica incisi in cantina che fanno le pulci, come dinamica, a molte ciofeche ascoltate come demo nelle salette, per cui dipende anche molto cosa uno ascolta.
Per esempio, ho provato qualche brano di Epidauro, che va bene ma non mi ha colpito in modo incredibile, se qualcuno ascolta abitualmente Bregovic, ad esempio, non è raro incappare in brani con dinamiche realistiche anche maggiori.....; ) (ma questa è un' altra storia)..
diamine, hai fatto tutte queste esperienze e te le tieni per te? perche` non scrivi un bel libro sull'argomento e ci racconti tutto in dettglio?
Perchè non sono portato per i soldi, sono destinato a morire povero, come povero sono tuttora.... 8)
Le persone valide o creative non sono mai portate per il successo, lo vedrai anche nel tuo campo....; )
Comunque non è detto che ne sarei in grado, non sono un accademico, io...

A chiosa, Sono i dettagli che fanno le differenze, non le cose macroscopiche.
Non puoi ragionare sulla THD in senso generalizzato, non puoi ragionare sul DF in modo generico, e cosi via.

Le combinazioni sono complesse. Immagina di valutare le prestazioni di DF con un ampli con un forte grado di THD, potresti venire deviato dalla stessa.
Uguale per la prova contraria. Io tendenzialmente isolo il più possibile tutti i singoli fenomeni che penso servano, poi valuto di conseguenza, quando e se ci riesco.
Magari una THD dell' 1% si può trascurare, come vissuto acustico, ma in che condizioni ?
a che livello di suono ?
THD posta in corrente o in tensione (se generata dall' ampli) ?

E il trasduttore, come la mette in suono, una THD 1% di tensione o di corrente o entrambe ?

E una THD 1% con queste combinatorie tensione corrente quando si somma o quando tende a formare un effetto di cancellazione armonica con quella propria del trasduttore....

Vedi, non sono le conoscenze di base che mancano, ma un metodo preciso di valutazione. E' possibile fare prove e trarre conclusioni anche risolutive, anche sperimentalmente, ma solo se quando si valuta la THD si può essere certi che essa NON CI SIA VERAMENTE, almeno durante la prova, e già questo non è proprio semplicissimo.


Andrea, ho usato parametri simili ai vostri, editati a mano. Li ho prelevati dal datasheet partendo da NE5532, non dissimile di base tranne ovviamente vari parametri chiave...


Sinuko, mi dispiace che tu viva alcune mie espressioni in questo modo, non sei certo il primo. Diciamo che io non cerco la polemica fine a se stessa, e chi segue i miei interventi spesso sa che tra le righe possono emergere elementi molti utili a tutti, elementi non scontati.
Lo stesso Paolo, che conosce le mie "ire" è molto esperto nel farmi scrivere il più possibile per trarne il massimo vantaggio, in queste cose per entrare in polemica conta anche avere la coda di paglia.... :oops:


ciao


Mauro

Inviato: 13 gen 2008, 18:50
da sinuko
Sinuko, mi dispiace che tu viva alcune mie espressioni in questo modo, non sei certo il primo. Diciamo che io non cerco la polemica fine a se stessa, e chi segue i miei interventi spesso sa che tra le righe possono emergere elementi molti utili a tutti, elementi non scontati.
Ciao Mauro,
ok basta saperlo..insomma per farti parlare si deve fare la rissa :) :)
Adesso che lo so non hai scampo ; ) :? :? .
Non preoccuparti non sono le tue espressioni che mi fanno viver male....
adesso cerco di capire quello che hai scritto e magari contribuire anche io a questa interessante discussione.
Ciao Paolo

Inviato: 13 gen 2008, 20:13
da mauropenasa
ovviamente tu conosci quel progetto molto meglio di me, per cui magari sto` prendendo un abbaglio, ma cosi` a naso non mi sembrerebbe... la variazione della resistenza di sense cambia i parametri della HCP (loop "interno"); aumenta l'impedenza di uscita ad anello (esterno) aperto e riduce i margini di fase rischiando di innescare instabilita`; diminuisce inoltre il guadagno dello stadio, riducendo quindi anche il guadagno di anello del loop esterno e, come se non bastasse, tutto questo scombina almeno in parte il delicato equilibrio dello schema di compensazione che tanta parte ha nel tuo progetto... tu sei proprio sicuro di poter affermare con certezza che tutto questo non ha effetti udibili?

quote:
nel tuo caso la risultante si somma totalmente al segnale utile, peraltro amplificata del fattore di NFB scelto.
Pensa te, alle volte....


gia`, pensa te... chissa`, magari per pura combinazione nel mio circuito l'effetto memoria dovuto alla Rs si combina con quello del chip producendo una risultante complessiva minore... e cosi` magari e` proprio per quello che suona bene ed il DF non c'entra nulla...
Dimenticavo:
Paolo, sempre una questione di mettere in campo troppe problematiche assieme.
Effetto memoria e runtime termici; che dire, sono, come tante altre cose, questioni presenti nella fisica, quindi anche nei semiconduttori e nei conduttori. A dire il vero molte di queste cose mi pare siano in auge dopo gli approfondimenti sui superconduttori, e già questo dovrebbe dire molto, ai semplici sperimentatori (ossia che le fenomenologie valgono per determinate nicchie dove alcune "super prestazioni" sono richieste.).

Andiamo per gradi. Cominiciamo ad isolare tali problemi nei nostri circuiti, non andiamo nel mondo delle microonde come accade per la questione delle linee di trasmissione. Il runtime termico di un resistore a filo di potenza, cosi come quello di una lampadina, ha tempistiche estremamente elevate rispetto a quelle dello stesso segnale audio, figuriamoci relativamente ai tempi di assestamento di una rete NFB di un circuito elettronico decentemente strutturato.
Di fenomeni di run time ce ne sono a quintali, in un ampli audio, tutti fenomeni che propendono per una oculata scelta della gestione complessiva basata su NFB, locale e globale a seconda delle condizioni.

Non andrei nel merito di questioni complesse prima di avere strutturato un minimo di piattaforma
Per esempio, mi piacerebbe vedere un circuito audio realmente affetto da questo problema, quantificato nei suoi parametri, ecc...., perchè un conto è dimostrare che una resistenza cambia il suo valore in una delta time quando passa da 10 a 2000), e che questo può definire questi "pseudo effetti memoria", un conto è dimostrare che certe dinamiche avvengano ascoltando musica in condizioni normali.
Ma se avrò tempo non mancherò di leggere le ultime pubblicazioni in merito che evidentemente tu hai letto (ed io no).

Restando con i piedi per terra, ossia su un my_ref, a parte che non ho mai osservato su di esso (ne su circuiti diversi, a patto che non siano uno stasis di Pass o le allegre invenzioni esoterice NO-NFB di tendenza, che ha un runtime termico dei BJT finali, non reazionati termicamente in modo corretto, di ore ed ore, tanto che nella prima mezz'ora operativa un Treshold distorce come una saldatrice) fenomeni riportabili direttamente a queste questioni, vediamo cosa succede nel mio circuito ammesso che esse avvengano:

la Rsense è di 0.47ohm, serie al altoparlante.
Io sarei propenso a pormi più il problema dei run time della povera bobina pilotata, visto che Re di norma è di parecchi ohm, e quindi il mio Rsense subirà un runtime termico ben misero rispetto al resto dei nodi, ma andiamo avanti.

Nel mio circuito un ponte in tensione bilanciato mantiene su Rsense una delta V proporzionale alla Vin del ponte, qualsiasi cosa accada. A fare questo ho un margine di guadagno fisso, determinato dal Open loop gain del opamp di potenza, che per inciso si può definire "elevato".
Stante le cose, il ponte è già sufficientemente lineare e perfettamente tendente al bilanciamento di suo, ma, ovviamente, se varia Rsense varierà anche la Gm (transconduttanza) e la Zout.
Qui intra in gioco il nesting feedback, ossia il global NFB che trasforma il mio generatore di corrente in un generatore di tensione.

Il guadagno in tensione del ponte stesso dipende grossomodo dal rapporto tra Rload/gm e qui potremmo anche dire che se il problema è legato al runtime termico resistivo, essendo esso applicabile sia al Rload che gm (nel mio caso), potrebbe essere facile combinare variazioni istantanee di gm con le variazioni istantanee di Rload, fino alla totale e teorica compensazione, ma non divaghiamo:
Ammettendo che Rload rimanga invariata e gm cambi, nel mio ponte, per semplicità possiamo dire che gm è direttamente proporzionale a Rsense, per cui da una gm =1 (scelta da me non a caso) con un raddoppio istantaneo di

Rsense avremmo una gm = .5 ossia una diminuzione proporzionale di gain di tensione .
Questo avviene perchè ovviamente a parità di tensione di ingresso, il bilanciamento su una Rsense = 2Rsense pone una Iout 1/2 del caso precedente....

Il guadagno ad anello aperto globale, quello per intenderci che determina il DF e la stabilità del sistema nel mio ampli, diminuisci in modo proporzionale, essendo determinato dal guadagno OL del LM318 moltiplicato per la gm del ponte.

Ipotizzando una variazione del 100% su Rsense, avremmo quindi una perdita di gain di tensione, ma resta tutto il notevole margine di gain del LM318, che da solo è in grado di stabilizzare a fondo la tendenza alla diminuzione di DF *
Tolto questa questione, sul piano della stabilità abbiamo definito che ho solo da guadagnarci.**
Certo, LM318 dovrà esibire una tensione maggiore al ponte, per compensare la perdita di gm, ma con il dimensionamento che io ho fatto, con una gm di 0.5 ho ancora il margine per mandare in saturazione la capacita di erogazione di LM3886, ossia oltre 7A rms o 11A di picco, prima di saturare a mia volta LM318 e quindi tutto il sistema.

Conclusioni: io non ho mai rilevato variazioni determinate da runtime termici su un resistore a filo di potenza nei miei ampli, ma se esse esistessero un sistema come il mio è perfettamente in grado di compensarle, almeno entro valori umanamente ipotizzabili.

Il circuito come il tuo, al variare di Rsense cambia il rapporto di gm tra Rsense e Rload, moltiplicato per il gain della rete NFB in tensione, quindi hai le condizioni che ho nel howland current pump se applichi il circuito base (NFB diretta in corrente) o peggiorativo in modo proporzionale se usi una moltiplica T-net.

Riguardo la presunta compensazione del effetto memoria del LM3886 o equ, beh, mi piacerebbe vedere quantificato sia il fenomeno medesimo globale (ribadisco che io non l' ho mai riscontrato in un circuito ben funzionante e rispettoso di nyquist) e quindi capire in base a che principio tu penseresti di dire di poter fare "compensazioni"....

Escursus su un non problema:
Come anticipato prima, non possiamo stabilire che esistono problemi a prescindere dagli ordini di grandezza incriminati.
La frequenza di lavoro è determinante sia per quel che riguarda il problema dei criteri di stabilità, quello della trasmissione del segnale, quelli del NFB in generale.
Se un sistema reazionato ha un tempo finito di reazione, questo incide per forza, ma incide, per quel poco che ne so io, quando i fenomeni da "reazionare" assumono valori (in questo caso in frequenza, o meglio, in "variazioni di ampiezza nel tempo" prossimi a quelli del sistema medesimo.

Se ipotizziamo dei runtime in regime termico, sappiamo che essi in primis dipendono dal coefficiente di dispersione del materiale /componente in gioco, e poi che semplicemente sempre, salvo nel caso dei superconduttori, (cosa che non sto usando in audio in questo momento ... :D ) le modulazioni termiche sono di diversi ordini di grandezza rispetto quelle in gioco nei normali anelli di NFB ad uso audio (svariate decine di mS nei casi più dinamici, almeno prima di dare luogo a fenomeni come il cambio di resistenza o altro).
Nei modelli standard, tali ipotesi di variazione si modellano immettendo nel nodo incirminato una variabile, ed analizzandone le conseguenze. Mettiamo un generatore che simuli variazioni parametriche al posti della nostra Rsense, e vediamone le conseguenze. Anche il semplice formulario di equazioni che regolano gli NFB ci diranno che con opportune precauzioni, memoria o non memoria, un sistema dotato di NFB tenderà comunque ad autostabilizzarsi, e lo farà fintanto che le variazioni dinamiche non saranno superiori alla sua capacità di variazione. Ma questo lo si evince agevolmente da Otala, mi pare.....

Ipotizzo che un' eventuale runtime termico non possa, al massimo, che avere variazioni sincrone alla corrente in gioco, per cui perfettamente controbilanciabili da un sistema studiato per lavorare a quelle frequenze.

La Rsense rimane "diversa" un poco più a lungo (rispetto al segnale) ?
Poco male, avremmo un circuito (nel caso di un my_ref) che invece di avere un DF di 280 ne avrà uno che cambia tra 250 e 300 in qualche centinaio o migliaio di mS (sempre esagerando i parametri che a me non risultano), a seconda della energia.
Dato che mi pare di capire che alcuni filoni di pensiero, tra i quali tu, tendono a sostenere che un DF di 300 o di 50, ai capi del ampli, non fa nulla, credo che una variazione massima inferiore del 5% nella peggiore delle ipotesi non dovrebbe essere "udibile"....


Non è che invece proprio per questo (capacità di compensare problematiche dinamiche complesse) il my_ref è apprezzato ?; )

Al contrario, mi dici che sembrano migliori i circuiti no-nfb, situazioni che hanno seri problemi di runtime in tutte le sezioni, prova che anche questo aspetto non è poi cosi critico....

* aggiunta esplicativa: se partiamo da un DF =300 come standard, una tragica variazione del +100% su Rsense determinerebbe un cambiamento finale da 300 a 150 di DF. Visto cosi, l' ordine di grandezza del cambiamento "sembra" simile a quello di passare tra 1 e 0.5 come nel caso del circuito di Paolo. Infatti DF= 300 = 1/300 Rload, ossia meno di 30milliohm. in seguito allo stravolgimento, il mio sistema pone in uscita, sia nel caso di variazione dinamica che statica del componente, una Zout che passa a 60 milliohm.
Nel caso di Paolo, la Zout passa da 8 a 16, quindi l' incidenza risultante sarebbe di 1:1 mentre nel mio caso l' errore sarebbe di 1/150, come a dire che a fronte di una distorsione fenomenologica del 100% nel suo caso nel my_ref rimarrebbe inferiore al 1%, e scusate se è poco....
Peraltro, un ampli con queste caratteristiche mantiene comunque le condizioni Zout << Zload, e quindi il presupposto pilotaggio in tensione del carico....

**aggiunta per i meno pratici: Di norma un sistema complesso reazionato diventa instabile (tende ad oscillare) quando ad una determinata frequenza persiste un guadagno attivo contemporaneamente ad una rotazione di fase di 180°. La rotazione di fase avviene a causa degli elementi parassiti presenti nei circuiti a guadagno, elementi reattivi che diventano sempre più determinanti man a mano che la frequenza aumenta. Per controbatterli, si fa in modo di avere un calo progressivo di guadagno con la frequenza, in modo che alle frequenze dove diventano dominanti i poli parassiti non esista margine di guadagno tale da innescare una oscillazione.
Viene da se che data una frequenza critica, data la definizione di una attenuazione strategica di tale frequenza, esempio -1dB, se esistesse un' aumento di guadagno complessivo rischierei di andare a +1 o +6dB, quindi rischio di instabilità per le regole sopra citate. Se invece il gain complessivo diminuisce, il margine calcolato prima tende solo a migliorare, ossia il segnale a quella frequenza sarà più attenuato e quindi meno incidente sulla stabilità. Nel mio caso le questioni sono un poco diverse, ma diciamo che nell' esempio una semplice perdita di gm tende più a stabilizzare che il contrario...

ciao

Mauro

Inviato: 13 gen 2008, 22:38
da mauropenasa
A me sembra invece di poter dire senza grossi dubbi che la funzione di trasferimento tanto del my_ref quanto ovviamente dell'oggetto di questo thread (sebbene in maniera diversa) dipendono dalla "storia" passata del segnale... e questo evidentemente NON e` un bene...
Scusa il mio dilagare domenicale, ma questa mi era sfuggita e non mi piace.

Un segnale è determinato su 3 assi, ma va di moda considerarne solo 2 per cui mi adeguo, quindi ampiezza e tempo in cui l' ampiezza varia. Questo, (a casa mia e non a casa dei detrattori del NFB, evidetemente) determina che un segnale reale, o realistico che si voglia dovrà avere per forza una larghezza di banda massima prestabilita. Avere una larghezza di banda prestabilita significa scomodare almeno una ventina di teorie consolidate, ma in parole spicciole significa che: IN NESSUN CASO il segnale medesimo non potrà variare con maggiore velocità rispetto a quella stabilita dalla sua larghezza di banda.
A questo punto, un sistema con tempi di reazione maggiori o molto maggiori di quelli determinati dalla larghezza di banda del segnale sarà perfettamente in grado di stabilizzare le condizioni, ed il concetto id prima o dopo diventa del tutto velleitario.
Per la precisione, comunque, il utilizzo il feed forward nel my_ref, ossia reti anticipatrici in grado di porre determinate condizioni "prima" che un fenomeno avvenga, giusto per vedere qualche differenza.... 8)

In ogni caso, queste sono sciocchezze, perchè di fatto, quando il sistema è ben bilanciato, non esiste nessun prima o dopo, esiste una variazione di segnale adattata perfettamente in una sorta di "guida d' onda" precisa che gli impedisce di uscire dai parametri preposti.
Questo sussiste sia nel caso si utilizzi un sistema anticipatore che un sistema tradizionale inseguitore che misto.

A tale proposito, semmai, il problema non è il NFB, ma lo sfasamento di risposta del sistema, (Cattiva aplicazione del NFB) per esempio alcune questioni sollevate sul first cicle o sulla fase di DF.
Il problema non è stabilire se arriva prima l' uovo o la gallina, il problema è verificare che sia l' uovo che la gallina siano sani !! :D

Tutto quello che ci circonda è avvenuto prima della nostra osservazione, ma chissà perchè riusciamo tranquillamente a controreazionarlo senza che questo determini patemi d' animo.


ciao

Mauro

Inviato: 14 gen 2008, 02:16
da UnixMan
mmmh... non ti seguo... "il peggio di entrambe" in che senso, per che cosa?
Non è difficile.
[...]
ma quel che più conta è che non hai una Zout >> Zload, quindi non puoi pensare di concretizzare le equazioni di Hawksford e quindi se cominci ad avere vantaggi potrebbero essere veramente quasi non verificabili.
bah, non per banalizzare il lavoro di Hawksford (che banale non e`) ma il succo, per quanto riguarda questo discorso, IMHO si puo` riassumere banamente in due parole dicendo che piu` si limitano i picchi di corrente nella/e bobina mobile degli Ap e piu` si riducono le distorsioni di origine termica degli stessi, cosa per altro abbastanza ovvia; la relazione tra le due cose non e` certo una semplice proporzionalita` diretta, ma l'andamento e` comunque monotonico.
Un generatore di tensione resta tale a prescindere, cosi come uno in corrente.
non mi dire... :D
Forse proprio dalle discussioni fatte a suo tempo con te mi ero quasi convinto che il problema potesse essere legato alle caratteristiche ed al funzionamento stesso di quel "coso", essendo quindi per cosi` dire "innato" e percio` inevitabile.
Lo è, per i dati che ho io.
Io provai queste situazioni anche con ampli SS molti diversi tra loro.
La tua esperienza finale, evidentemente ha la fortuna di far collimare le caratteristiche dei tuoi diffusori con quelle del ampli, chissà.
mah, che vuoi che ti dica... la nuova versione finora ho avuto modo di provarla solo in tre diversi impianti, per cui non e` che abbia una grande statistica, ma finora i risultati sono stati simili in tutti e tre i casi. Le differenze maggiori da un caso all'altro riguardavano fondamentalmente solo la risposta in basso, che in un caso (per altro con diffusori accostati alla parete di fondo e vicini agli angoli...) erano talmente esagerati e fuori controllo da rendere il tutto praticamente inascoltabile, mantre in altri due (con diffusori ben lontani dalle pareti) erano ancora comunque decisamente "lunghi" e "gonfi", ma gia` piu` tollerabili.
Diciamo che per quello che ne so io, ci sono l 80- 90% di probabilità di incappare nelle tue sensazioni negative. a prescindere dal modello di ampli che costruisci, e solo in casi particolarmente fortunati non rimpiangi un sistema classico
permettimi di avere qualche dubbio su questa conclusione.... se cosi` fosse, i sistemi valvolari dovrebbero avere simili probabilita` di avere gli stessi difetti; al contrario, immagine e dettaglio sono uno dei punti di forza di ogni buon valvolare.

IMHO probabilmente molto dipende dal sistema in cui inserisci l'ampli... se e` stato pensato ed ottimizzato per un ampli a valvole, il basso DF non e` un problema. Ovviamente, se viceversa e` stato ottimizzato per uno SS ad alto DF e` verosimile che ci possa essere qualche problema in piu`.
(considera che per me un evo è una condizione minima, non un punto di arrivo di paragone....; ) )
un riferimento e` un riferimento, cioe` un valore noto che permette di fare una valutazione comparativa... da quanto dicevo in merito mi pare evidente che non lo considero un punto di arrivo neanche io... :D

Non è del tutto vero, ma questo dipende dall' angolo di osservazione che ti scegli.
Se ti prendi ad esempio, conosco qualcuno che pensa di intuire che una certa topologia applicata (potenza o corrente ecc...) darà o dovrebbe dare luogo a un vissuto percettivo di un certo tipo.
Sullo stesso piano, dopo un tot di esperimenti, uno può benissimo farsi una idee di come suonerà un certo circuito, semplicemente perchè lo avrà già sperimentato e valutato sia su un piano tecnico che ascoltato...
Non è magia o chiromanzia o arroganza, solo background tecnico/sperimentale, lo stesso che porta un progettista senior a non ripetere errori di progettazione fatti in precedenza.... 8)
cos'e`, ora ti metti a fare il sofista anche tu? :D

ovvio che sulla base dell'esperienza si possono fare delle "previsioni" di massima sui risultati che ci si possono ragionevolmente aspettare (per altro senza che si possa avere alcuna certezza di ottenerli davvero...), ma questo e` ben diverso dall'avere una teoria solida su cui basarsi che sia in grado di determinarli con certezza.
Secondo me la cosa importante è come nelle sigarette, ossia scriversi sopra: "attenzione, ampli non lineare, non usare come riferimento strumentale".... :D
beh, ma e` implicito... sopra c'e` scritto "amplificatore audio", mica "amplificatore per strumentazione"! :D
Scherzi a parte, devo dire che la volta che riesci a centrare un sistema veramente lineare, veramente ben inserito in ambiente, veramente pilotato da un segnale di alta qualità, anche se questo capitasse un sola volta, non hai più dubbi, la strada della linearità "paga" molto più di qualsiasi altra.
in generale ed in teoria sarebbe senza dubbio vero, ma in pratica mi mancano un sacco di riferimenti... cos'e` lineare (e rispetto a cosa) e cosa invece non lo e`?

Non dimentichiamoci poi che un sistema di riproduzione audio -almeno con le tecnologie attuali- non potra` mai essere perfettamente "lineare" e "corretto", non fosse altro perche` l'emissione e la geometria stessa delle onde acustiche "riprodotte" e` inevitabilmente ben diversa da quella di quelle "originali"!
Il problema è che se ti va bene di "lineare" puoi pensare di avere il tuo ampli, al massimo il diffusore (elettrostatico nastro ecc....) e se va bene cosi cosi la fonte di segnale, e questo tu mi insegni che non basta.
Devo dire che paradossalmente ho in casa dischi di musica etnica incisi in cantina che fanno le pulci, come dinamica, a molte ciofeche ascoltate come demo nelle salette, per cui dipende anche molto cosa uno ascolta.
ecco un altro problema... anche ammesso che fosse possibile, che senso avrebbe mettere insieme un sistema "perfetto" se poi tale perfezione esiste solo con una o due incisioni altrettanto "perfette" ad esso dedicate?

In pratica IMHO e` molto piu` utile mettere insieme un sistema magari "imperfetto" che pero` ci permetta di goderci "al meglio" il maggior numero di incisioni che sia possibile...
diamine, hai fatto tutte queste esperienze e te le tieni per te? perche` non scrivi un bel libro sull'argomento e ci racconti tutto in dettaglio?
Perchè non sono portato per i soldi, sono destinato a morire povero, come povero sono tuttora.... 8)
Le persone valide o creative non sono mai portate per il successo, lo vedrai anche nel tuo campo....; )
Comunque non è detto che ne sarei in grado, non sono un accademico, io...
non devi fare necessariamente un testo univeritario... anzi, sicuramente avrebbe molto piu` successo e diffusione se fosse impostato in una ottica piu` divulgativa e "generalista".

E poi, prova a dare uno sguardo alla tua libreria: quanti libri sono stati scritti da chi era veramente in grado di farlo? se guardo alla mia, scommetto che non saresti poi peggio di tanti altri... ; )

Oppure, se vuoi qualcosa di meno impegnativo magari potresti scrivere una serie di articoli tematici su qualche rivista del settore... se ti interessa, qualche contatto te lo posso anche trovare. :D
Vedi, non sono le conoscenze di base che mancano, ma un metodo preciso di valutazione.
certamente... IMHO quello che manca soprattutto e` stabilire un legame preciso tra parametri elettrici ed effetti psicoacustici che permetta di valutare correttamente l'importanza relativa dei vari parametri e quindi di poter impostare un progetto razionale a ragion veduta.

L'unico punto in cui (forse) dissentiamo (se ho ben interpretato il tuo pensiero) e` il fatto che io a priori non sarei cosi` sicuro di conoscere gia` TUTTI i parametri in gioco; IMHO infatti allo stato attuale non e` affatto detto che non ci possano essere degli effetti che fino ad oggi sono stati ignorati o trascurati e che magari invece hanno una rilevanza maggiore di quelli a cui fino ad oggi si e` attribuita la massima importanza.

Insomma, IMHO il problema se vuoi e` che, fondamentalmente, finora ciascuno ha guardato al suo orticello... e sostanzialmente nessuno si e` preoccupato di capire veramente cosa succede alla fine, quando il suono riprodotto arriva al cervello dell'ascoltatore. E men che meno si e` pensato di fare uno studio serio e sistematico per stabilire una relazione precisa tra i vari "mondi".

E, purtroppo, se non lo si e` fatto nella prima meta` del secolo scorso, quando la qualita` dell'audio era considerata un problema ed aveva una rilevanza economica in grado di "smuovere" cifre significative x la ricerca sul campo, di certo ci sono ben poche speranze che qualcuno possa farlo oggi che di migliorare la qualita` dell'audio riprodotto fondamentalmente non importa piu` niente a nessuno... :(
E' possibile fare prove e trarre conclusioni anche risolutive, anche sperimentalmente, ma solo se quando si valuta la THD si può essere certi che essa NON CI SIA VERAMENTE, almeno durante la prova, e già questo non è proprio semplicissimo.
questo e` un'altro discorso, non meno interessante... ad esempio in fondo proprio "smascherare" delle THD/IMD nascoste che sfuggono alle misurazioni convenzionali e` uno dei cardini del discorso sull'effetto memoria... l'hai letta la "serie" di "peufeu" in merito e gli scritti relativi di Perrot? (peraltro IMHO riduttivi, xche` si limitano a considerare solo alcune delle cose che possono dar luogo ad effetti del genere).



Ciao,
Paolo.

Inviato: 14 gen 2008, 03:01
da mauropenasa
Vabbè, Paolo, che vuoi che dica....
Diciamo che ti rimangono le perplessità sulle mie idee, posso avere preso abbagli provando molte configurazioni a stato solido, molto diverse tra loro ma con risultati simili, posso avere preso abbagli provando corrente e tensione con gli opamp di potenza....
Da Hawksford emerge un pochino di più, facciamo un tot di armoniche in meno misurate in uscita da un altoparlante a pressioni sonore simili a quelle domestiche ?
Facciamo un' andamento diverso sul Q dei diffusori, e quant' altro (per cui si indica di tenerne conto) ?

Insomma, che hawksford dimostri delle questioni strumentalmente non cambia la vita a nessuno, l' unica cosa importante è dimostrare che un pilotaggio in potenza è per forza più adatto al pilotaggio audio, a prescindere dal oggettivo e anche da molte dimostrazioni soggettive anche tue.

OK, mettere un T-net ad un convertitore U/I classico e di potenza forma una condizione rilevatrice al di la di ogni ragionevole dubbio, o meglio, di sicuro meno "dubbiosa" di test analoghi fatti da altri.
Ma c' è sempre il valvolare, l' intoccabile valvolare che in ogni caso si erge sempre e comunque sopra, sopra i miei riferimenti, sopra i tuoi (o meglio sembra che rappresenti il tuo riferimento), che si tira fuori a confutare prove fatte sugli SS.
Dimentichi di dire che non esistono miracoli manco tra esso, e che non mi risulta che nessuna commissione di saggi abbia stabilito che il suono è naturale solo se esce da tali sistemi. Ed allora ?

Allora continua tranquillamente il tuo percorso, ci mancherebbe.
Immagino che provando cotanto esperimento dovrò rimanere a bocca aperta.
Devo dedurre che bastava implementare un semplice circuitino ad opamp per fare un figurone con gli audiofili, ma non ne sono stato capace perchè ero reso cieco dalla mia supponenza tecnica.
Il fatto stesso di pretendere di intuire dei risultati a tavolino, che orrore, come ci si permette, trattasi di arroganza.
In fondo anche se avessi provato 10000 ampli non è detto che io possa avere la sagacia analitica dei miei interlocutori.

Poi feed forward, anticipo, ritardo, THD presente od assente, DF o non DF che importa, di certo esiste qualcosa che non va ed io lo cerco, certo anche di poterlo trovare. In fondo sono solo circa 100anni che la tecnologia giochicchia con questi strumenti.

Io spero di poter ancora dar contributi tecnici a quei pochi sprovveduti che ancora non sono al mio livello, mentre lascio andare avanti le punte di diamante della ricerca audio... :D

ciao

Mauro

Inviato: 14 gen 2008, 04:23
da sinuko
Visto che il tempo a disposizione è molto limitato…troppo limitato, vorrei chiedervi se l’articolo di Hawksford a cui vi riferite è “Distortion Reduction in Moving-Coil Loudspeakers System Using Current-Drive Tecnology” (peraltro scritto con P.G.L. Mills…diamogli un po’ di onori anche a lui) , se ho preso lucciole per lanterne vi sarei grato se mi dite il titolo dell’articolo e se è reperibile anche quello sul sito di Hawksford.
Ciao Paolo

Inviato: 14 gen 2008, 18:11
da plovati
Ebbi anche una giovinezza passata con ampli a tubi, di vario genere, se è per questo, ma questa è un' altra storia....

Originally posted by mauropenasa - 12/01/2008 :  12:42:47
Questo è uno scoop... :D
Scusate, ma nel botta è risposta alluvionale si era perso.

_________
Piergiorgio

Inviato: 14 gen 2008, 18:17
da plovati
Non dimentichiamoci poi che un sistema di riproduzione audio -almeno con le tecnologie attuali- non potra` mai essere perfettamente "lineare" e "corretto", non fosse altro perche` l'emissione e la geometria stessa delle onde acustiche "riprodotte" e` inevitabilmente ben diversa da quella di quelle "originali"!

Originally posted by UnixMan - 13/01/2008 :  20:16:04
In altri termini..

Quale è la linea più corta che connette due punti? La retta, diranno tutti, memori dei ricordi di geometria che una volta si insegnavano (ora chissà?).

Ma questo vale solo in un mondo piatto. In un mondo sferico, la linea di minor lunghezza che congiunge due punti è una curva, la geodetica.

Il nostro mondo è piatto o rotondo?

_________
Piergiorgio

Inviato: 14 gen 2008, 18:41
da audiofanatic
Non dimentichiamoci poi che un sistema di riproduzione audio -almeno con le tecnologie attuali- non potra` mai essere perfettamente "lineare" e "corretto", non fosse altro perche` l'emissione e la geometria stessa delle onde acustiche "riprodotte" e` inevitabilmente ben diversa da quella di quelle "originali"!

Originally posted by UnixMan - 13/01/2008 : 20:16:04
In altri termini..

Quale è la linea più corta che connette due punti? La retta, diranno tutti, memori dei ricordi di geometria che una volta si insegnavano (ora chissà?).

Ma questo vale solo in un mondo piatto. In un mondo sferico, la linea di minor lunghezza che congiunge due punti è una curva, la geodetica.

Il nostro mondo è piatto o rotondo?

_________
Piergiorgio


Originariamente inviato da plovati - 14/01/2008 : 12:17:16
http://it.wikipedia.org/wiki/Flatlandia :D

Filippo

Inviato: 16 gen 2008, 03:52
da UnixMan
Mauro,

perche` vuoi metterla per forza in polemica? :D

come si evince gia` chiaramente anche dal nome che gli ho dato, lo scopo di questo thread era ed e` semplicemente quello di presentare il risultato di un semplice "esperimento" (o, se preferisci, piu` modestamente di una "prova") che ho fatto, tutto qui`. Mi pare di averlo gia` detto e ripetuto chiaramente...

Per altro, visto che ne avevamo gia` parlato in passato, non ne avrei neanche parlato di nuovo se non avessi pensato che, tutto sommato, visti i risultati indubbiamente positivi (torno a sottolineare: RELATIVAMENTE!), un gingillo simile poteva tornare utile a qualcuno (ad esempio a qualche neofita squattrinato e/o a qualcuno che magari ha gia` tra le mani un "gain clone" tradizionale di cui non e` soddisfatto che puo` essere facilmente trasformato a costo praticamente zero in qualcosa di questo genere, con IMHO indubbi vantaggi sulla "godibilita`" del suono).

Ripeto, non mi pare di aver mai lasciato intuire ne` tantomeno affermato che si tratti della scoperta del secolo... al contrario, mi pare di aver detto chiaramente che cosa ci si puo` aspettare e quali siano i relativi limiti. Non vedo quindi proprio il motivo per certe "levate di scudi" da parte tua... :(

Per quanto riguarda in particolare il discorso sul pilotaggio "in potenza", ti rispondo con le parole di una vecchia canzone: "io di risposte non ne ho... io faccio solo Rock&Roll... se vi conviene, bene... io piu` di tanto non posso fare..." ; ) :D

Se non sbaglio, tra l'altro ho anche detto chiaramente che non sono affatto sicuro che sia necessariamente il pilotaggio a basso DF piuttosto che altri fattori la chiave del problema, ma che questa e` solo una possibilita`. Che vuoi piu` di questo, l'abiura come Galileo??? (non ci pensare neanche... piuttosto dovrai bruciarmi sul rogo, se ci riesci! ; ) :D )

(per il resto, visto che siamo finiti a dibattere la questione, io ovviamente dovevo fare la mia parte di avvocato del diavolo e portare ogni possibile argomentazione a favore della tesi contraria alla tua... altrimenti che ne parliamo a fare? :twisted: )


Ah, ancora una cosa prima di chiudere...
Ma c' è sempre il valvolare, l' intoccabile valvolare che in ogni caso si erge sempre e comunque sopra,
sopra i miei riferimenti, sopra i tuoi (o meglio sembra che rappresenti il tuo riferimento),
come sarebbe a dire "sembra che rappresenti"?! il suono valvolare E` il mio riferimento indiscusso! 8)

Non mi pare di averne mai fatto segreto (l'ho anche scritto chiaro e tondo all'inizio del thread per chi non mi conoscesse: "io che sono un valvolista", cosa pensavi che volessi dire?! :D ).

Sia qui` che altrove ho piu` volte ribadito che, almeno finora, l'unico suono riprodotto che mi abbia mai convinto fino in fondo proveniva da sistemi valvolari. Ed anche che, al contrario, non sono mai stato completamente soddisfatto da nessun sistema a stato solido.

In circa 20 anni di esperienze "audiofile" ho avuto modo di ascoltare un gran numero di sistemi a stato solido, anche rinomati e "ridicolmente" co$to$i (quanto in genere improponibili anche per ingombri e con$umi elettrici) ma quei pochi che abbia trovato quantomeno "accettabili" all'ascolto si contano (come direbbe l'Aloia... :D ) sulle dita di un vecchio falegname... e di certo anche tra i migliori di questi non ne avrei cambiato nessuno con i migliori sistemi valvolari che ho avuto modo di ascoltare. Anzi, per la verita` credo che non ne avrei cambiato nessuno neanche con il mio modesto impiantino!
Dimentichi di dire che non esistono miracoli manco tra esso, e che non mi risulta che nessuna commissione
di saggi abbia stabilito che il suono è naturale solo se esce da tali sistemi. Ed allora ?
ed allora e` quel che ho (gia`) detto... di miracoli non ce ne sono da nessuna parte ma, per quanto mi riguarda (ovviamente parlo per me e per il mio "sentire"... in tutti i sensi! :D ), per qualche motivo che NON conosco (magari lo sapessi...) in generale i sistemi a valvole "suonano meglio" di quelli a stato solido.

Tutti gli stato solido che ho ascoltato, anche i migliori, in qualche modo (permettetemi la licenza poetica :D ) "strappano via l'anima" dalla musica. C'e` sempre un che di artificioso e di "morto", le emozioni contenute nel messaggio musicale "non passano" o, nei casi migliori, lo fanno a stento.

Viceversa, per riuscire a fare altrettanto male con un sistema a valvole ci si deve mettere giu` d'impegno... ; ) persino certi giocattolini straeconomici cinesi messi insieme alla buona, pur con tutti i loro evidenti difetti riescono ad essere "godibili" ed a far passare buona parte dell'"essenza" della musica, cosa che invece pare essere una "mission impossibile" con i transistors, per quanto tecnicamente perfetti siano (o sembrino essere).

Per usare un'altra vecchia metafora usata ed abusata, IMHO la differenza piu` importante che c'e` tra un valvolare ed uno stato solido e` un po` come la differenza che passa tra guardare la foto di una bella donna ed una sua radiografia... la prima e` una gioia per gli occhi e per l'anima mentre della seconda, per quanto sicuramente piu` precisa e dettagliata, se non sei il suo medico non sai che fartene. :grin:

Altra cosa, verosimilmente legata alla precedente: per qualche motivo (e qui` ho notato che si tratta di una tendenza piu` o meno generale, non soltanto mia), ascoltando uno stato solido per avere quel minimo di "coinvolgimento" che si riesce ad ottenere si tende ad alzare il volume fino a livelli da lite con i vicini... al contrario, con il mio valvolare riesco a godermi ugualmente la musica anche ascoltando in piena notte a volumi che non disturbano chi dorme nella stanza a fianco.

(se sei capace di trovarmi un motivo tecnico e magari una soluzione per tutto cio`... sono tutto orecchie!).

Potremmo poi parlare di fatica d'ascolto... la maggior parte degli ampli a stato solido tipicamente mi fa` venire voglia di alzarmi ed andarmene dopo ben poco tempo che lo sto` ad ascoltare; se non mi alzo e me ne vado (o quantomeno riduco il volume a livelli da sottofondo) ma insisto e rimango, tipicamente va` a finire che mi ritrovo con un mal di testa insopportabile (non sto` scherzando, dico sul serio!).

Al contrario, posso ascoltare e godermi il mio sistema (valvolare) anche a livelli sostenuti per ore o pomeriggi interi, perfino addormentarmici davanti, senza provare il ben che minimo fastidio. Qualche differenza ci dovra` pur essere, no? :D

Per concludere, sara` un caso ma, mentre buona parte dei "valvolisti" che conosco si godono la musica con i loro impianti che spesso non cambiano piu` da mesi o anni, altrettanta buona parte degli "statosolidisti" che conosco sono invece sempre li` a dannarsi l'anima cambiando questo o quell'altro componente alla ricerca di un suono che tipicamente non trovano e, probabilmente, non troveranno mai... ; ) :D

P.S.: per tornare sul discorso sul pilotaggio in potenza, etc., per quanto mi riguarda e` evidente che il problema NON e` quello o, per meglio dire, quantomeno non e` SOLO quello... per il semplice e banale fatto che le considerazioni di cui sopra non valgono solo per finali ed integrati ma, sia pure in maniera e misura diverse a seconda dei casi, anche per oggetti che non si interfacciano direttamente con i diffusori quali preamplificatori e sorgenti. Per quella che e` la mia modesta esperienza personale (ed ovviamente la mia "sensibilita`" ed i miei gusti), tanto piu` silicio c'e` in un impianto e tanto peggio suona... ed il suono migliore lo si ottiene con sorgenti analogiche il cui segnale venga trattato esclusivamente da tubi a vuoto. E, naturalmente, il massimo lo si ottiene solo quando anche in origine il suono e` stato ripreso, mixato e registrato utilizzando esclusivamente apparecchiature a valvole... :)



Ciao,
Paolo.

Inviato: 17 gen 2008, 02:48
da audiofanatic

Potremmo poi parlare di fatica d'ascolto... la maggior parte degli ampli a stato solido tipicamente mi fa` venire voglia di alzarmi ed andarmene dopo ben poco tempo che lo sto` ad ascoltare; se non mi alzo e me ne vado (o quantomeno riduco il volume a livelli da sottofondo) ma insisto e rimango, tipicamente va` a finire che mi ritrovo con un mal di testa insopportabile (non sto` scherzando, dico sul serio!).

Al contrario, posso ascoltare e godermi il mio sistema (valvolare) anche a livelli sostenuti per ore o pomeriggi interi, perfino addormentarmici davanti, senza provare il ben che minimo fastidio. Qualche differenza ci dovra` pur essere, no? :D

Per concludere, sara` un caso ma, mentre buona parte dei "valvolisti" che conosco si godono la musica con i loro impianti che spesso non cambiano piu` da mesi o anni, altrettanta buona parte degli "statosolidisti" che conosco sono invece sempre li` a dannarsi l'anima cambiando questo o quell'altro componente alla ricerca di un suono che tipicamente non trovano e, probabilmente, non troveranno mai... ; ) :D



Ciao,
Paolo.



Originariamente inviato da UnixMan - 15/01/2008 : 21:52:20
mah, mi sembrano un po' delle frasi fatte :D
come dovrei inserirmi nel contesto? anche io ascolto per ore il mio impianto, con nessuna fatica di ascolto, e non lo cambio da anni, anzi, decenni, il pre lo acquistai nel 1987, il finale lo presi usato nel 90 o 91. non ricordo, ed è tutta "roba" silicica. L'ibrido al momento è parcheggiato con un canale da mettere a posto, l'ho usato moltissimo con le stesse soddisfazioni, ma è a tubi solo nel front end...

che sia una questione di diffusori? mah, quelli me li faccio io, sarà per quello :D in realtà il mio impianto di campagna utilizza diffusori commerciali, due Kef107Kube, pilotate da un finale Harman Kardon e pre Aloia, tutto al silicio, e devo dire che è un po' affaticante, ma sono certo che un minimo ritocchino al crossover Kef, (inezie a dire il vero, ma le 107 sono più che radiografanti, l'Harman è solo un 100W ch ed è "leggerino" e l'Aloia impietoso, un mix terribile per chi sente ancora fino ai 16KHz ; ) ), la cosa potrebbe rientrare completamente nei miei gusti. Nella realtà la cosa è sempre rimandata poichè ci ascolto fondamentalmente Radio3, e la sorgente è un sintonizzatore Kenwood d'epoca che stempera leggermente le spigolosità del tutto

Filippo

Inviato: 17 gen 2008, 03:05
da mariovalvola
Saranno frasi fatte, ma sono fatte molto bene. :D :D

Io ho apprezzato in Paolo sia l'esposizione che i contenuti (per quello che riesco a capire).
Le sensazioni che prova ascoltando molti amplificatori a stato solido, le ho provate molte volte anch'io. (non sono una frase ma sono sicuramente fatto :D )

Mario Straneo

Inviato: 17 gen 2008, 03:34
da 2slow4u
Le sensazioni che prova ascoltando molti amplificatori a stato solido, le ho provate molte volte anch'io.

Originally posted by mariovalvola - 16/01/2008 : 21:05:26
Beh, qualche eccezione c'e'...un certo Viola non mi ha propriamente schifato devo dire... :)

Mauro Agrosi

Inviato: 19 gen 2008, 17:19
da mauropenasa
Mauro,

perche` vuoi metterla per forza in polemica?

come si evince gia` chiaramente anche dal nome che gli ho dato, lo scopo di questo thread era ed e` semplicemente quello di presentare il risultato di un semplice "esperimento" (o, se preferisci, piu` modestamente di una "prova") che ho fatto, tutto qui`. Mi pare di averlo gia` detto e ripetuto chiaramente...
Paolo, non si tratta tanto di polemica o non polemica, cosi come sai che non stiamo parlando del semplice circuito in calce in quanto tale.
Io rispondo alle affermazioni di fondo che leggo, affermazioni in base alla quale si intuiscono molte cose.

Io affermo che non esistono elementi oggettivi per scegliere una strada di un certo tipo, porto a sostegno di tale tesi alcuni elementi, sempre oggettivi, correlati di un certo numero di valutazioni anche soggettive, colte negli anni, e alla fine si finisce sempre alle questioni di percezione pura.

Sul piano della percezione pura, io lascio carta bianca a tutti, ci mancherebbe. Quindi che uno usi un ampli piccolo, grande, in potenza, in corrente o in tensione, sono tutti cavoli suoi e delle sue orecchie.

Non per ribadire le solite cose, ma non sono stato io a minimizzare i lavori di pubblicazioni di altri, in nome di argomentazioni di cui io non ho ancora avuto l' onore di vedere documentate in modo altrettanto preciso.

Le pubblicazioni non sono bibbie, ci mancherebbe. La maggior parte di quelle AES, per mio modesto parere, sono del fumo negli occhi, cosi come lo sono le pubblicazioni scientifiche per definizione (esse servono per fare curriculum, non per far avanzare la scienza..... scusate la polemica.... magari venissi smentito con la realtà, ne guadagnerebbe la società :D )

Questione percettiva e solita trita diatriba termo/ss:
Questo piano non mi interessa l' ho ribadito molte volte. Se trasli i tuoi esperimenti chiaramente da un piano vagamente tecnico a questo, io faccio un passo indietro. Non mi occupo di fisiologia e psicologia.

Un ampli di potenza è parte integrante di un sistema fisiologico ?
Bene, si dimostri ed io vi strutturo la mia nuova funzione di trasferimento sulla nuova linee percettiva. Carver lo fece negli anni 70, con tutti i limiti del tempo. Farlo attualmente è alla portata di molte più persone.

Alcune mie riflessioni in merito sono (stranamente ? :) ) in sintonia con affermazioni di Filippo.
Sarà mica una questione di catena, di abitudini, e dulcis in fundo, di altoparlanti e del loro posizionamento ?
Proprio le Kef cube, volevo.
Ma quanta gente, esperta di percezione, avrà mai provato tutte le curva di emissione possibili di un sistema di diffusori ?
Curva a sella, effetto monitor, direttive, a dispersione controllata, con banda passante estesa o limitata....
Personalmente ritengo che parlare di ampli e loro comportamento da un punto di vista percettivo quando non si tiene conto della enormità di variabili nei diffusori e loro posizionamento è semplicemente sciocco.
La Kef mise in giro una serie completa "reference" dotata di correttore di emissione elettronico. Smanettando con esso, si aveva già una idea di cosa succeda, percettivamente, cambiando di qualche dB la risposta in asse in varie zone di frequenza. A mio dire, ma io non capisco nulla di percezione, sembra, le variazioni prodotte da questo tipo di equalizzatori sono mediamente molto maggiori di quelle prodotte al cambio di ampli, anche radicale.
Sento sempre i soliti discorsi "se non fosse per i bassi", "se non fosse per la definizione" se...." io non rilevo certezze neanche tra i valvolaristi, io rilevo semplicemente elementi di "quieta convivenza con palesi limiti", e per non fare torto a nessuno facciamo finta che essa sia perfettamente analoga a quella dei stato solidaristi.
Io riconosco un mondo diviso tra snob e non, non tra categorie tecnologiche.
Che sia SS o a tubi, un sistema di 1mq che pesa 100 o più Kg, che consuma Kwh per dare 10W è un non senso, anche nel nome dei presunti e mai raggiunti obbiettivi assoluti.
Al contrario, un sistema che può essere usato da una grande fetta di gente, senza problemi termici, di emissione, e con un rendimento decente, può essere ben visto a prescindere dalla tecnologia.
A dimostrazione di molte cose, vi è lo strano "fly down" dei sistemi a pentodo e retroazionati. Sarà mica perchè la questione non ha nulla a che vedere con la presunta superiorità del tubo a vuoto ma semplicemente con la forte caratterizzazione che solo i triodi sono in grado di dare al segnale ?

insomma, di questioni ridicole da discutere su questo tema ce ne sono da fare un libro, anche qui.
Se volete un suono palesemente edulcorato in modo da rendere l' ascolto "pseudo naturale", lo si può fare, con qualsiasi tecnologia.
Per piacere, però, non si pretenda di giustificare la risultante con questioni elettrotecniche, memoria termica e altro, la cosa è semplicemente un cocktail completo che emula una funzione di trasferimento di 2 o 3 ordini di grandezza più distorta di quella prevista da un progetto ponderato.

Paolo, tu disponi di un sistema di riferimento, ineguagliato da altri, secondo te ?
Dimostra le tue capacità analitiche misurando tutte le condizioni di trasferimento di tale ampli, e dato che tu conosci il significato di "funzione di trasferimento", non ho dubbi che sai anche quali sono i parametri chiave da analizzare in un ampli.
Raccolti i dati completi, ovviamente non ci saranno problemi a clonarli su un circuito considerato adattabile, io presumo. A quel punto avrai eseguito il processo di Carver, e avrai un clone quasi indistinguibile dal tuo riferimento, scevro da mal di testa eritemi e malori vari da audio.... :D
Qui si riconosce il valore di una analisi, anche empirica, non nelle chiacchiere sulle documentazioni prodotte in laboratorio da altri...

Pensi che non si possa fare, o che tu non possa farlo o altro ?
Almeno questo tipo di sfida ha un senso finale nobile e costruttivo. Meglio inseguire a vita una idea di clonaggio che stare qui ad offendersi a vicenda in base alla tecnologia appoggiata in soggiorno.

Io sono fermo per la cronica mancanza di tempo e perchè non ho stimoli determinati da ampli cosi palesemente superiori da sentire la necessità di clonarli.

Allora, Paolo, vuoi giocare con il percettivo ?
Giochiamo sul serio, allora, sennò non mi diverto..... :D

ciao

Mauro

Inviato: 21 gen 2008, 16:28
da plovati
Un ampli di potenza è parte integrante di un sistema fisiologico ?
Bene, si dimostri ed io vi strutturo la mia nuova funzione di trasferimento sulla nuova linee percettiva. Carver lo fece negli anni 70, con tutti i limiti del tempo. Farlo attualmente è alla portata di molte più persone.

Originally posted by mauropenasa - 19/01/2008 :  11:19:25
Come sarebbe? Bisogna dimostrare che un ampli serve per sentire musica, cioè per stimolare una grandezza fisiologica quale è l'udito?

Carver, scommettendo contro la redazione di Streophile negli anni '80, clonò la funzione di trasferimento di un Mark-Levinson ML2 (classe A da 25W) e di un CJ premier five (PP valvolare da 200W), non di un SE di 300B o un SE PX4 da 2W.
Io credo che questo faccia una certa differenza, ampli grossi e suono raffinato vanno raramente d'accordo. Anche (e sopratutto) per i diffusori usualmente accoppiati ai due tipi di amplificatori.

Inoltre per ammissione dello stesso Carver, le modifiche rese necessarie per emulare la funzione di trasferimento, si rivelarono instabili e non adatte ad una produzione di serie.

D'altra parte, se così tanta gente cerca e sceglie i costosi valvolari single ended e si è certi che lo stesso carattere sonico lo si possa ottenere a costi molto più bassi, perchè nessuno lo ha fatto ancora con successo? Se è solo per l'estetica basterebbe mettere delle valvole a vista con scopi puramente ornamentali...

Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.


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Piergiorgio

Inviato: 21 gen 2008, 19:59
da mauropenasa
Come sarebbe? Bisogna dimostrare che un ampli serve per sentire musica, cioè per stimolare una grandezza fisiologica quale è l'udito?
No, Piergiorgio, bisogna dimostrare che serva o meno alterare una funzione prevista lineare dalla filiera di partenza.
Io provengo dal video. Io credo di poter dire che anche la vista umana tenda ad essere "fisiologica".
Bene, le funzioni di trasferimento dei sistemi video prevedono la tendenza alla linearità di funzione di trasferimento, linearità verificata strumentalmente.
Un problema ?
No. Se io monto delle sequenze video seguendo i miei gusti "ottici" (temperatura colore, saturazioni cromatiche ecc...) usando un monitor campione di qualità, saprò che chiunque riproducerà il mio lavoro con altri strumenti con lo stesso grado di taratura (o quantomeno simile) fruirà adeguatamente del frutto del mio lavoro, cosi come io l' ho concepito.
Viceversa, più il mio sistema di riproduzione sarà deviato da quello di origine, meno avrò la possibilità di riprodurre con precisione il lavoro a monte.

Alla stregua, io credo che un lavoro di incisione non è "una realtà fisica", cosi come non lo sono le foto e i film. Dietro c' è la creatività dell' artista in simbiosi con il tecnico del suono. Una riproduzione è sviluppata per passare un certo vissuto, e alla stregua del mondo video, è presupponibile che per ricreare il vissuto posto in essere dall' artista sia più indicato riprodurre quello che lui ha sentito in fase di mixing, che un confronto con una non meno definita "realtà".
Carver, scommettendo contro la redazione di Streophile negli anni '80, clonò la funzione di trasferimento di un Mark-Levinson ML2 (classe A da 25W) e di un CJ premier five (PP valvolare da 200W), non di un SE di 300B o un SE PX4 da 2W.
Dimentichi di dire che i sistemi da clonare erano stati scelti dalla redazione in quanto considerati il top del momento. Non mi sembra di ricordare che Carver avesse posto limiti di tecnologia.
Se vogliamo, poi, si può discutere anche nel merito. Se accetti come "possibile" un lavoro di clonazione su base analitica, questa possibilità deve per definizione prescindere dalla tecnologia. In fondo non vedo grandissime sovrapposizioni tecnologiche manco tra i 2 esempi che citi. Per mio modo di vedere, forse sono più "diversi" quei 2 (potenze, topologia e strutturazione tecnica) che tra una piattaforma di base SS (anni 70-80) e un SE 300B, ma questo è una mia opinione gratuita...
Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.
In parte è vero, in parte dimentichi che nel calderone "funzione di trasferimento" coesistono anche le condizioni di accoppiamento ampli diffusore, come tutte le condizioni di DF, oltre alle condizioni di feedback dinamico collegate.
Se intendi indicare con la frase sopra che con un DSP inserito intimamente nella rete dell'ampli, o meglio, inserito con la tecnica feed-forward nel nodo ingresso/uscita si possa clonare un funzionamento, la risposta è SI.
La cosa importante è di poter agire su tutti i parametri chiave, compresi quindi la OLBW, il rapporto guadagno/larghezza di banda, group delay, e di conseguenza pure sulle caratteristiche di interfaccia di uscita (swing DF e quant' altro).

Poi se Carver è partito da un ampli cosi diverso da necessitare un certo grado di instabilità per allinearsi, questo è dipeso dal contenuto della loro scommessa, ossia la piattaforma di partenza basata sul suo ampli commerciale. Se il presupposto è riprodurre un clone con diversa tecnologia (anche ad opamp) ma con libertà di scelta della struttura di base , la questione non si pone quasi.

Le ragioni per cui questo genere di manovre non sono molto diffuse non dipendono da questioni tecniche, ma commerciali. Se chiedi cifre con 4 zeri in euro a uno, e questo lo giustifichi con tematiche esoteriche, compreso la selezione maniacale dei tubi, la costruzione a cura degli amanuensi Russi nelle notti di plenilunio, e quant' altro, come fai a giustificare altrettanta cifra per 4 bagarozzi neri da 5euro ?
Vabbè che puoi sempre montare lo stesso i tubi, ma a quel punto risparmi i costi di sviluppo ed accendi direttamente i tubi, non avrebbe senso mettere un clone dentro un originale solo per il gusto di "clonare"....
Va poi detto che mi sembra che di espertoni di tecnica audio ce ne sono molti, ma di gente con il background minimo per fare qualcosa del genere un pò meno. Alla fine qui in Italia queste persone sono sempre i soliti, soliti che hanno abbastanza lavoro e soddisfazioni nel loro lavoro per reinventare cloni o cose del genere.
Mi pare che però, ogni tanto, come il caso Galactron, qualcuno dei soliti ha tentato proposte che strizzavano l' occhio ai tubisti, ma quasi sempre senza successo, per le ragioni di cui sopra.

Potrei dimostrare nella realtà le mie tesi, solo che mi manca il riferimento assoluto ed il tempo. Se qualcuno mi prospetta una ipotesi commerciale in tale senso, ti clono anche il citofono di casa compreso nel prezzo della clonazione ampli.... :D

ciao

Mauro

Inviato: 22 gen 2008, 00:28
da Giaime
Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.

Originally posted by plovati - 21/01/2008 : 10:28:14
Per quanto riguarda ad es. il processo dei segnali in studio di registrazione, e in particolare per soddisfare le esigenze dei chitarristi è da molto che si è effettuata una "migrazione" verso effetti software. E' straordinario, per chi è abituato alle amplificazioni a valvole per strumento, l'effetto che fa suonare dentro un "DSP" appunto della Line6, pure io ne ho uno (eredità di quando suonavo) e c'è un consenso unanime sulla "fedeltà" di questi dispositivi ai rispettivi modelli di combinazione amplificatore-coni-microfono che simulano.

E bisogna anche dire che predire e simulare un amplificatore in overload è forse pure più difficile della simulazione di una funzione di trasferimento abbastanza lineare, come interesserebbe a noi... ; )

Immagine

PS se qualcuno ricorda un vecchio topic qui su audiofaidate, proposi i risultati di una (per me) interessante prova che feci un annetto fa: presi due PodXT (sono mono), settati su "tube preamp", beh l'effetto fu lo stesso dell'inserimento (faccio il paragone con ciò che conosco) di un noto kit di SE di 300B... che non è il suono del SE di 300B, ma ciò che gli audiofili di solito si aspettano da un amplificatore del genere...

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 22 gen 2008, 00:37
da mauropenasa
Giaime, stai contribuendo al mio equilibrio psicofisico... :D

A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno....

Ragazzi, ma se invece di organizzare ritrovi si organizzasse una gita di gruppo in uno studio di registrazione moderno, giusto per capire cosa é reale e cosa è rimasto solo nella fantasia romantica degli audiofili ?

ciao

Mauro

Inviato: 22 gen 2008, 02:47
da audiofanatic

In parte è vero, in parte dimentichi che nel calderone "funzione di trasferimento" coesistono anche le condizioni di accoppiamento ampli diffusore, come tutte le condizioni di DF, oltre alle condizioni di feedback dinamico collegate.
Se intendi indicare con la frase sopra che con un DSP inserito intimamente nella rete dell'ampli, o meglio, inserito con la tecnica feed-forward nel nodo ingresso/uscita si possa clonare un funzionamento, la risposta è SI.
La cosa importante è di poter agire su tutti i parametri chiave, compresi quindi la OLBW, il rapporto guadagno/larghezza di banda, group delay, e di conseguenza pure sulle caratteristiche di interfaccia di uscita (swing DF e quant' altro).



ciao

Mauro


Originariamente inviato da mauropenasa - 21/01/2008 : 13:59:21
tenendo presente che tutto si ferma ai morsetti dell'altoparlante, quello che succede dopo dipende dalle caratteristiche fisiche del trasduttore e dalla struttura del sistema intero (disposizione e distanze dei trasduttori) nonchè dall'ambiente in cui il tutto è posizionato e dalla distanza e posizione dell'ascoltatore, e non calcolo neppure il filtro, anche lui soggetto alle stesse problematiche delle elettroniche.
Ed è praticamente impossibile intervenire elettronicamente su queste caratteristiche, al limite si può aggirare la problematica delle posizione relativa intervenendo sulle fasi e pilotando le vie singolarmente, ma la dispersione è una caratteristica fisica non modificabile (a parte trovate particolari usate per gli http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t= e principalmente si tratta di controlli su un solo asse), tanto è vero che in ambito pro ancora si arrovellano su come rendere direttive le basse frequenze, e le soluzioni, peraltro parziali, trovate sono tutte "fisiche"

Filippo

Inviato: 22 gen 2008, 07:55
da UnixMan
x la serie: scusate il ritardo... :(

rispondo qui` brevemente al discorso effetti, studi di registrazione, etc:

lo abbiamo detto qualche post piu` indietro... sappiamo tutti molto bene che la maggior parte delle incisioni moderne sono piu` o meno "taroccate": immagino non sia un caso se, spesso, registrazioni vecchie di piu` di mezzo secolo suonano meglio di quelle moderne... e se le registrazioni moderne che suonano meglio sono quelle (purtroppo per lo piu` ben poco interessanti dal punto di vista musicale) di alcune etichette "audiophile" che ancora oggi registrano "live in studio" (o propriamente "live") curando la scelta del tipo e della disposizione dei microfoni ed evitando (o quantomeno minimizzando) gli interventi a posteriori...
non stiamo parlando del semplice circuito in calce in quanto tale.


Originally posted by mauropenasa - 19/01/2008 : 11:19:25
beh, a dire il vero in origine si`... poi come al solito quando ci "incontriamo/scontriamo" noi due, chissa` xche` il discorso finisce sempre con l'allargarsi a macchia d'olio! :D
Io rispondo alle affermazioni di fondo che leggo, affermazioni in base alla quale si intuiscono molte cose.

Io affermo che non esistono elementi oggettivi per scegliere una strada di un certo tipo, porto a sostegno di tale tesi alcuni elementi, sempre oggettivi, correlati di un certo numero di valutazioni anche soggettive, colte negli anni, e alla fine si finisce sempre alle questioni di percezione pura.
forse perche` il problema e` proprio quello... la pressoche totale mancanza di conoscenza sulle esatte relazioni tra elementi oggettivi e "soggettivi". Quando le due cose si intrecciano, "l'anello mancante" porta inevitabilmente ad un punto morto.

E` un po` come se chiedessi ad un ingegnere meccanico di cotruirmi un motore "migliore" senza specificargli quali caratteristiche questo debba avere... la prima cosa che questi mi chiederebbe sarebbe: cosa devi farci, ovvero quali sono le caratteristiche piu` importanti che devo ottimizzare? Ti serve un motore piccolo e leggero per spingere alla massima velocita` una monoposto da corsa od un grosso e lento ma "instancabile" diesel con tanta coppia in basso per tirare il peso di un grosso autotreno?

Per assurdo che possa sembrare, in campo audio di fatto ancora non conosciamo la risposta a questa semplice quanto fondamentale domanda. Abbiamo un certo numero di parametri elettrici che cerchiamo di ottimizzare sempre piu`, ed ogni tanto a quelli gia` noti ne viene aggiunto qualcun altro, ma siamo sicuri che siano quelli giusti? e, anche ammesso (e non concesso) che lo siano, siamo sicuri che l'ordine delle relative priorita` sia quello giusto? e infine che non stiamo ancora tralasciando qualcosa che riteniamo a torto irrilevante e/o trascurabile ma che invece magari dovrebbe essere prioritario rispetto ad altre cose?

Tornando all'analogia del motore, poiche` non sappiamo esattamente cosa ci serve, e` possibilissimo che da piu` di mezzo secolo stiamo perfezionando un motore da corsa... per spingere un camion, o viceversa!

Se prima non rispondiamo alla fondamentale domanda di cui sopra, non lo sapremo mai... e continueremo a brancolare nel buio, continuando a progettare e realizzare amplificatori sempre piu` sofisticati e "perfetti" che nondimeno continuano e continueranno a lasciare insoddisatti un gran numero di "utenti".

I quali ovviamente continueranno a preferirgliene invece altri che, per quanto apparentemente meno sofisticati e performanti, in pratica forse vanno meglio proprio perche`, verosimilmente, ottimizzano maggiormente qualche parametro che in questo contesto conta di piu` di quelli finora noti e/o (evidentemente a torto) ritenuti prioritari.
Non per ribadire le solite cose, ma non sono stato io a minimizzare i lavori di pubblicazioni di altri, in nome di argomentazioni di cui io non ho ancora avuto l' onore di vedere documentate in modo altrettanto preciso.
Mauro, io non ho affatto minimizzato alcun lavoro. Mi sono limitato a trarne una conclusione piu` generale, tanto parziale e limitata quanto scontata.

Se non ricordo male (ormai sono passati diversi anni da quando l'ho letto), correggimi se sbaglio, il lavoro in questione ha dimostrato, tanto teoricamente quanto sperimentalmente, l'esistenza di un "problema". Nonche` la soluzione dello stesso. Il problema sono gli effetti termici della corrente di pilotaggio sulle bobine degli altoparlanti, la soluzione corretta che elimina il problema "alla radice" (in quanto elimina la sensibilita` del sistema alle conseguenze dell'effetto stesso) e` il pilotaggio in corrente. L'autore ha anche tenuto a precisare ed a dimostrare come solo un pilotaggio in corrente "puro" sia in grado di eliminare il problema.

Cionondimeno, una volta stabilito che il fenomeno esiste e non e` trascurabile, non credo ci voglia un Ph.D per dedurre che, trattandosi di un fenomeno termico legato alla dissipazione su una resistenza, il fenomeno stesso e` tanto piu` accentuato quanto piu` alte sono le correnti in gioco. E quindi non mi pare "azzardato" postulare che in pratica l'effetto non puo` che essere tanto maggiore quanto minore e` l'impedenza di uscita del generatore, visto che e` proprio in tali condizioni che le correnti in gioco sono massime...
Questione percettiva e solita trita diatriba termo/ss:
Questo piano non mi interessa l' ho ribadito molte volte. Se trasli i tuoi esperimenti chiaramente da un piano vagamente tecnico a questo, io faccio un passo indietro. Non mi occupo di fisiologia e psicologia.
vedi sopra... se vuoi ottenere un risultato che e` imprescindibilmente legato a questioni di natura fisiologica e "psicoacustica", non puoi prescindere da tali aspetti. Altrimenti rischi di progettare un fantastico motore da F1... e poi montarlo su un TIR (salvo poi stupirti se il camionista che dovrebbe usarlo ti aspetta sotto casa... armato di pessime intenzioni!) :D

Come mi insegni, la realta` tecnica e` sempre "una coperta troppo corta". Qualsiasi progetto umano (e un ampli audio non fa` certo eccezione) non e` e non PUO` essere "perfetto" sotto tutti i punti di vista, ma e` sempre il frutto di scelte e compromessi per ottimizzare certi parametri "utili" o primari a discapito di altri "trascurabili" o secondari.

Se non conosci quali sono i parametri primari che vanno assolutamente ottimizzati e quali invece sono meno importanti e possono essere sacrificati, come puoi fare un progetto sensato?
Un ampli di potenza è parte integrante di un sistema fisiologico ?
in un certo senso, ovviamente si`: dopo tutto il "ricevitore" deputato del nostro segnale e` il cervello di chi ascolta, passando ovviamente anche per il suo sistema uditivo...
Bene, si dimostri ed io vi strutturo la mia nuova funzione di trasferimento sulla nuova linee percettiva. Carver lo fece negli anni 70, con tutti i limiti del tempo. Farlo attualmente è alla portata di molte più persone.
sul fatto che sia davvero cosi` semplice avrei qualche ragionevole dubbio, ma in linea di principio e` grosso modo quello che sto` dicendo io: una volta che sappiamo che cosa dobbiamo fare, e` quantomeno possibile provarci.
A dimostrazione di molte cose, vi è lo strano "fly down" dei sistemi a pentodo e retroazionati. Sarà mica perchè la questione non ha nulla a che vedere con la presunta superiorità del tubo a vuoto ma semplicemente con la forte caratterizzazione che solo i triodi sono in grado di dare al segnale ?
ne dubito.

I sistemi a pentodo (che x altro non mi pare abbiano mai riscosso tutto questo grande successo...) sono evidentemente ed ovviamente penalizzati dalle prestazioni molto piu` scadenti dei dispositivi stessi, per cui mi sembra a dir poco naturale che gli si preferiscano i triodi. L'unico motivo per cui i pentodi presero piede fu` l'insulsa e dissennata corsa alla potenza (e l'altrettanto dissennata fede nel NFB quale panacea di tutti i mali) iniziata gia` negli anni '50 del secolo scorso... gia` allora molti audiofili si lamentavano del fatto che i vecchi ampli a triodi "suonavano" meglio, per cui non vedo proprio di che stupirsi se, a distanza di tanti anni, qualcuno sta` riscoprendo l'acqua calda...

Per quanto riguarda la presunta "caratterizzazione" dei sistemi a triodi in quanto tali, permettimi di dissentire. Ne ho sentiti un bel po` e non mi pare di poter dire che suonino tutti allo stesso modo, anzi... direi piuttosto che ho sentito tutto e il contrario di tutto. Quindi, mi riesce difficile fare di ogni erba un fascio e stabilire che tutti sono "caratterizzati" allo stesso modo quando li sento suonare in maniera cosi` diversa tra loro...

IMHO l'unica cosa che tutti i sistemi a triodi "ben fatti" hanno in comune e` il grande senso di "dinamicita`" e "naturalezza" del suono. Ma questo io di certo non la chiamerei una "caratterizzazione", casomai il contrario. :D

Per piacere, però, non si pretenda di giustificare la risultante con questioni elettrotecniche, memoria termica e altro, la cosa è semplicemente un cocktail completo che emula una funzione di trasferimento di 2 o 3 ordini di grandezza più distorta di quella prevista da un progetto ponderato.
dimostramelo...

Io sono convinto del contrario. La grande differenza tra tubi e stato solido IMHO sta` proprio nel fatto che, mentre nei sistemi a triodi (senza NFB!) fatti come si deve la funzione di trasferimento e` sostanzialmente invariante rispetto al segnale (alla "storia" del segnale), nei sistemi basati su semiconduttori questo NON e` vero.

Effetti termici, accumulo di cariche, capacita` variabili, etc, sono tutti fenomeni che esistono e/o che hanno grande rilevanza nei semiconduttori mentre non esistono o sono sostanzialmente irrilevanti nei tubi a vuoto. E sono tutti fenomeni che hanno una "persistenza" maggiore del segnale che li ha generati.

Sfortunatamente, questo fa` si` che il concetto stesso di funzione di trasferimento intesa in senso classico come "out=f(in)" sia sostanzialmente privo di senso! La funzione stessa non e` infatti definita (ne` definibile) se non si tiene conto della "storia" precedente del segnale e di vari altri fattori "esterni"; in effetti, out=f(in(t),t,T, ...).

Un ampli a triodi ben fatto e senza NFB ha la stessa funzione di trasferimento sia dopo "l'esplosione" di un lungo crescendo orchestrale a tutto volume che dopo un lungo assolo in pianissimo. Uno a stato solido no...

Non mi sembra una cosa di poco conto, specie visto che la musica sta` proprio in un alternarsi e succedersi di transienti e non certo in un segnale stazionario sempre uguale a se` stesso...

N.B.: sottolineo il "senza NFB" perche` la presenza di loop ha un mucchio di conseguenze che portano o possono portare alla non invarianza della funzione di trasferimento (es. banale, se ci si avvicina o peggio si raggiunge il clipping, tentando di correggere l'incorreggibile il NFB peggiora la situazione spingendo il sistema ancora di piu` fuori dai parametri, con il probabile -pressoche` certo- risultato di scombinare le polarizzazioni ed innescare transienti che durano molto piu` a lungo del segnale che li ha innescati...).

C'e` poi da considerare che la presenza di un loop (che ha velocita` altissima ma cmq. non infinita...) crea inevitabilmente una sorta di "dipendenza dal passato" che rincorre se stesso come in un gioco di specchi... se poi questo abbia una qualche influenza reale o meno al momento non lo so`, ma e` un possibile indizio. :twisted: Di certo ottiene l'effetto di "spalmare" sullo spettro una gran quantita` di armoniche a frequenze molto piu` alte da quelle di partenza e, in un sistema a tubi (deve i tassi di NFB non possono certo essere cosi` alti come in uno SS), non c'e` neanche la scusante di poter dire che si riducono a livelli talmente bassi da non poter essere rilevanti...
Paolo, tu disponi di un sistema di riferimento, ineguagliato da altri, secondo te ?
eh, magari! :p

Ho un ottimo sistema di cui sono molto soddisfatto, :) al punto che sono anni che non lo "tocco" (e non sento minimamente l'esigenza di farlo). Per quanto ne so`, e` stato abbondantemente apprezzato anche da chiunque altri abbia avuto modo di ascoltarlo finora. Ma, ovviamente, questo non vuol dire che sia "il migliore del mondo". Non ho certo la presunzione di pensare ne` tantomeno affermare una cosa del genere... (ammesso e non concesso poi che una simile affermazione possa avere un qualche senso).
Raccolti i dati completi, ovviamente non ci saranno problemi a clonarli su un circuito considerato adattabile, io presumo. A quel punto avrai eseguito il processo di Carver, e avrai un clone quasi indistinguibile dal tuo riferimento, scevro da mal di testa eritemi e malori vari da audio.... :D
di quali malanni vai cianciando?!?

io di questi non ne ho nessuno... quando sono a casa, il sistema e` acceso per ore ed ore ogni giorno... e di problemi con i miei adorati tubi finora non ne ne ho mai avuti. L'ampli sta` funzionando alla perfezione senza il benche` minimo problema dal 2000.

E monta sempre gli stessi tubi dal 2001 (allora li camb

Inviato: 22 gen 2008, 14:21
da mark129
Giaime, stai contribuendo al mio equilibrio psicofisico... :D

A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno
Originally posted by mauropenasa - 21/01/2008 : 18:37:50
Per chi e` digiuno di stato solido come me questi discorsi (mi riferisco soprattutto a quelli di mauropenasa, piu` precisi delle obiezioni di UnixMan) sono tremendamente interessanti.
Voglio pero` fare una domanda. Si parla di musicisti e segnali modificati in studio di registrazione, ma cosa si puo` dire di altri campi? Un amico a caso, per giustificarmi l'ennesimo acquisto sballato, mi ha mostrato delle brochure scaricate da Internet di un'azienda di punta che fa protesi acustiche. Un gadget interessante di questi gingilli, che costano cifre elevatissime, da hi-end, e durano meno dei tubi a vuoto, sono dei selettori di software. In pratica l'elettronica della protesi non e` in grado di adattare la sua risposta ai diversi ambienti e cosi` l'utente deve caricare il programma adatto per ascoltare musica all'aperto o per andare al cinema, per una conversazione, per ambienti silenziosi, per ambienti rumorosi, eccetera
Se non prendo un grosso abbaglio, mi domando: come mai in campo medico le migliori tecnologie non sono in grado di fare cose simili (mi sembrano simili) a quelle che fanno i musicisti nei loro studi di registrazione? E` un problema legato solo alle dimensioni delle protesi?

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Marc1
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Inviato: 22 gen 2008, 16:36
da marziom
Io sono convinto del contrario. La grande differenza tra tubi e stato solido IMHO sta` proprio nel fatto che, mentre nei sistemi a triodi (senza NFB!) fatti come si deve la funzione di trasferimento e` sostanzialmente invariante rispetto al segnale (alla "storia" del segnale), nei sistemi basati su semiconduttori questo NON e` vero.

Effetti termici, accumulo di cariche, capacita` variabili, etc, sono tutti fenomeni che esistono e/o che hanno grande rilevanza nei semiconduttori mentre non esistono o sono sostanzialmente irrilevanti nei tubi a vuoto. E sono tutti fenomeni che hanno una "persistenza" maggiore del segnale che li ha generati.

Sfortunatamente, questo fa` si` che il concetto stesso di funzione di trasferimento intesa in senso classico come "out=f(in)" sia sostanzialmente privo di senso! La funzione stessa non e` infatti definita (ne` definibile) se non si tiene conto della "storia" precedente del segnale e di vari altri fattori "esterni"; in effetti, out=f(in(t),t,T, ...).

Un ampli a triodi ben fatto e senza NFB ha la stessa funzione di trasferimento sia dopo "l'esplosione" di un lungo crescendo orchestrale a tutto volume che dopo un lungo assolo in pianissimo. Uno a stato solido no...

Non mi sembra una cosa di poco conto, specie visto che la musica sta` proprio in un alternarsi e succedersi di transienti e non certo in un segnale stazionario sempre uguale a se` stesso...

N.B.: sottolineo il "senza NFB" perche` la presenza di loop ha un mucchio di conseguenze che portano o possono portare alla non invarianza della funzione di trasferimento (es. banale, se ci si avvicina o peggio si raggiunge il clipping, tentando di correggere l'incorreggibile il NFB peggiora la situazione spingendo il sistema ancora di piu` fuori dai parametri, con il probabile -pressoche` certo- risultato di scombinare le polarizzazioni ed innescare transienti che durano molto piu` a lungo del segnale che li ha innescati...).

C'e` poi da considerare che la presenza di un loop (che ha velocita` altissima ma cmq. non infinita...) crea inevitabilmente una sorta di "dipendenza dal passato" che rincorre se stesso come in un gioco di specchi... se poi questo abbia una qualche influenza reale o meno al momento non lo so`, ma e` un possibile indizio. :twisted: Di certo ottiene l'effetto di "spalmare" sullo spettro una gran quantita` di armoniche a frequenze molto piu` alte da quelle di partenza e, in un sistema a tubi (deve i tassi di NFB non possono certo essere cosi` alti come in uno SS), non c'e` neanche la scusante di poter dire che si riducono a livelli talmente bassi da non poter essere rilevanti...
vogliamo lasciare questo passaggio all'oblio della rete?.....
Paolo, magari in un altro 3d, estendi e arrichisci il discorso, mi sembra interessante.


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Se con 10 milioni di transistor non riesci a fare tutto sei un p**la!

Inviato: 22 gen 2008, 16:38
da plovati
A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno....

Originally posted by mauropenasa - 21/01/2008 :  18:37:50
Di fatto, se il termine di paragone è la musica diciamo così elettronica (intesa nel senso di non-acustica) siamo sì su un altro pianeta.
Non si tratta di snobismo (sono pochi quelli meno snob di me), ma di una constatazione empirica. Siamo di fronti a mondi paralleli, che hanno poco in comune specie per quanto riguarda la riproduzione domestica.

Mi piacciono gli U2 ad esempio, ma non c'è un disco che sia uno che sia inciso decentemente. Bregovich che nominavi è un altro autore che apprezzo, ma in quanto a dinamica (massimo-minimo, contrasto violento) ne ha più Chopin.

Forse si tratta di intendersi bene sui termini... In quanto al suggerimento a visitare uno studio di registrazione, non sarebbe meglio organizzare una gita tutti assieme alla Scala? :)


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Piergiorgio

Inviato: 22 gen 2008, 16:46
da mark129
vogliamo lasciare questo passaggio all'oblio della rete?
Originally posted by marziom - 22/01/2008 : 10:36:00
Mah... messo cosi` son frasi fatte, magari bene, ma senza supporto, come tante lasciate all'oblio della rete. Se UnixMan poi prova a dare dettagli ok, ma per ora non vedo ciccia da approfondire.

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Marc1
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Inviato: 22 gen 2008, 19:02
da mauropenasa
Volevo articolare le risposte con i singoli passaggi di Paolo, Piergiorgio e Filippo, ma non è molto importante, dato che è evidente a tutti che non siamo su lunghezze d' onda sincronizzabili.

Prendo atto che i triodi sono l' unico dispositivo elettronico "non invariante" e lineare per definizione (non sono le parole esatte ma il succo di vari discorsi è quello). Peccato che io nelle curve di trasferimento ci veda altro, evidentemente io non sono buono a definire questi concetti, pazienza, campo di elettronica lo stesso.... :oops:

Per la cronaca, "il clone", Paolo, lo dovresti fare per appurare i parametri in gioco, dato che in questo campo è più facile arrivare per comparazione diretta che per analisi teorica pura a delle conclusioni. Se non ti dai un metodo praticabile, hai voglia lagnarti di non avere elementi di valutazione. Invece "i malori" erano relativi a tue lamentele contro lo SS, semplicemente.

Riguardo tutti i compitini del invarianza, del prima e dopo, della presenza o meno di elementi di NFB anche se locale, non so cosa dire, prendo atto di avere una conoscenza di elettronica non adeguata ad analizzare la faccenda. D' altronde i risultati parlano da soli... :oops:

Marzio e altri sono rimasti basiti dalle tue affermazioni in tale senso. Io ci vedo più contraddizioni di termini che altro, ma noi su questo non ci capiremo mai, troppo diverse le formazioni di base e lavorative.
Il fatto che si possa dimostrare agevolmente che almeno l' 80% della impronta sonora dei tuoi riferimenti sia riproducibile da un equalizzatore professionale non solo non viene accentuato dagli stessi, ma semplicemente ignorato.

Filippo, hai solo ribadito parte delle mie affermazioni.
Oddio, disponendo di ampli in grado di variare dinamicamente o in funzione di range di frequenze il pilotaggio tra tensione e corrente puoi cambiare molto nei parametri di emissione di un trasduttore, Paolo ha passato giorni a menarcela con il concetto di accellerazione e velocità, non vorrai mica lasciare cadere tutto come se pizza e fichi fossero la stessa cosa. Se esiste un certa escursione, una certa cedevolezza, un certo carico accordato, esiste anche un diverso comportamento di emissione in base al pilotaggio...
Ma queste sono quisquilie....


Riguardo il concetto stesso di fruizione di musica, più volte emerso, prendo atto che l' esempio video non interessa a nessuno, nel senso che le cose sono percettive solo a discrezione di qualche benpensante. Il come si approccia il problema per gli altri sensi è sempre un fattore irrilevante.
Io comunque non ho inteso ribadire come viene strutturato un suono elettronico in se, ma solo il fatto che le tecnologie e le conoscenze su cosa sia un suono e come si manipola sono note. Altresi sarebbe il caso di omologarsi alle intenzioni dell' artista, almeno quando la registrazione avviene in studio.
A me sentire un basso tuba a 3m accompagnato da diverse fisarmoniche e un intero stage di fiati e un coro slavo fa più impressione di un pianoforte che suona Chopin.
Chissà chi dei 2 ha un senso della dinamica più corretto ?


La questione delle protesi ha uno sviluppo diverso. Dato un nervo leso, le protesi devono risolvere in qualche modo la questione, su un piano realmente fisiologico (ma patologico).
Il problema di ingombro fa il resto.
Non possiamo ragionare sul gusto del te paragonato a chi per idratarsi deve usare una flebo... :D

ciao

Mauro

Inviato: 22 gen 2008, 19:32
da mark129
La questione delle protesi ha uno sviluppo diverso. Dato un nervo leso, le protesi devono risolvere in qualche modo la questione, su un piano realmente fisiologico (ma patologico).
Il problema di ingombro fa il resto.
Non possiamo ragionare sul gusto del te paragonato a chi per idratarsi deve usare una flebo
Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 : 13:02:24
Per carita`, paragona quel che vuoi, anche perche` chi lo sa se il mio dubbio e` pertinente.
Pero` parlando del the non spieghi certo cosa ci sia di diverso concettualmente: un apparecchio da 3-5 mila euro non e` in grado di adattare le sue curve in maniera automatica a diverse condizioni, come fa di continuo un orecchio, sano o malato che sia, dunque la risposta complessiva di orecchio, altoparlante e microfono (la protesi) i medici non riescono a descriverla con una funzione. I tecnici del suono degli studi di registrazione si, per quanto poco pertinente mi interessava capire un poco il come.

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Marc1
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Inviato: 22 gen 2008, 19:34
da marziom
Prendo atto che i triodi sono l' unico dispositivo elettronico "non invariante" e lineare per definizione (non sono le parole esatte ma il succo di vari discorsi è quello). Peccato che io nelle curve di trasferimento ci veda altro, evidentemente io non sono buono a definire questi concetti, pazienza, campo di elettronica lo stesso.... :oops:
nella mia ignoranza io non vedo varianza (o invarianza) ne nei triodi ne nei bjt...
... tanto meno non so capacitarmi (o meglio non riesco a capire/quantificare) che fenomeni termici, di vibrazione e elettrostatici possano influire pesantemente su un circuito tanto da renderlo tempo variante.
...qualcuno giustamente fa il paragone con delle scintille...innocue da sole, mortali se poste vicine alla benzina.

rimane però una cosa, caro Mauro, parametri tipo la distorsione fino ad oggi non hanno saputo qualificare qualitativamente al 100% un circuito audio, o meglio oltre certi numeri l'esperienza ci dice che c'è qualcos'altro.
Tu sai cosa? beato te, io (noi?) siamo tutti orecchi per capirne di più...Paolo parla di "non invarianza", sono tutto orecchie anche per lui.

Ricordo che anche Mauro nel myref sceglieva l' LM318 per le sue qualità sonore ....qualità sonore o prestazioni strumentali?



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Se con 10 milioni di transistor non riesci a fare tutto sei un p**la!

Inviato: 22 gen 2008, 20:01
da plovati
Riguardo il concetto stesso di fruizione di musica, più volte emerso, prendo atto che l' esempio video non interessa a nessuno, nel senso che le cose sono percettive solo a discrezione di qualche benpensante. Il come si approccia il problema per gli altri sensi è sempre un fattore irrilevante.

Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 : 13:02:24

L’esempio del video non credo sia troppo calzante. Nel campo video si utilizza elettronica lineare ad ampia banda solo perché è modulato in fase e serve mantenere quella. La percezione invece è fortemente non lineare a approssimativa. Quante funzioni gamma ci sono? Quante correzioni di geometria dei CRT diverse? Vanno comunque tutte bene, sono tutte accettabili per via della enorme approssimazione che si compie nella riproduzione video. Il punto è che nella visione non c’è nessuna possibilità di confondere una riproduzione con un evento reale, almeno fino a che non faranno degli ologrammi. La mancanza della tridimensionalità inficia ogni possibilità di fraintendimento.
Nella musica, la tridimensionalità ed il senso di realismo possono essere molto superiori rispetto alla visione di un film, anche se lo svolgimento della trama (sonora o della storia filmata) aiuta moltissimo ad immergersi nella realtà simulata proposta dalla riproduzione dell’evento. Solo in questo aspetto vedo dei parallelismi. E delle sinergie, come ben sanno i gestori dei cinema un audio di qualità viene percepito come una migliore qualità del video.
A me sentire un basso tuba a 3m accompagnato da diverse fisarmoniche e un intero stage di fiati e un coro slavo fa più impressione di un pianoforte che suona Chopin.
Chissà chi dei 2 ha un senso della dinamica più corretto ?

Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 :  13:02:24
In quanto alla dinamica, ho anche esplicitato meglio cosa si intende, o almeno intendevo in quel contesto. Non è la quantità di casino che puoi fare, ma il contrasto violento, l’accelerazione improvvisa del ritmo e del volume. Se vuoi, l’analogo video di un segnale dinamico sarebbe l’apparire improvviso di un oggetto chiaro in un fondo scuro. Chopin ha lampi che squarciano il buio, Bregovich, un uniforme giallo variamente modulato, gli U2 varie tinte di grigio.

Sulla tua ultima chiosa, credimi, è un tuo problema il vedere sempre ogni intervento come una sfida. Io dai tuoi lavori ho imparato molto, così come da molti altri presenti nel forum. Una discussione seria porta a ciascuno gli elementi per approfondire e trovare la soluzione adatta al suo caso e ai suoi mezzi. Un arroccamento su chi è "il meglio" è al contrario sterile e forse comprensibile solo in altri contesti.

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Piergiorgio

Inviato: 22 gen 2008, 22:14
da mark129
Il punto è che nella visione non c’è nessuna possibilità di confondere una riproduzione con un evento reale, almeno fino a che non faranno degli ologrammi.
Originally posted by plovati - 22/01/2008 : 14:01:36
Questo vale pure per l'audio: non c'e` nessuna possibilita` di confondere una riproduzione con un evento reale, nessuna.

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Marc1
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Inviato: 22 gen 2008, 22:27
da Giaime
nella mia ignoranza io non vedo varianza (o invarianza) ne nei triodi ne nei bjt...
... tanto meno non so capacitarmi (o meglio non riesco a capire/quantificare) che fenomeni termici, di vibrazione e elettrostatici possano influire pesantemente su un circuito tanto da renderlo tempo variante.
...qualcuno giustamente fa il paragone con delle scintille...innocue da sole, mortali se poste vicine alla benzina.

Originally posted by marziom - 22/01/2008 : 13:34:26
Beh, i fenomeni di "memoria termica" dei circuiti audio sono stati verificati da più di un autocostruttore (v. ad es. qui), da un paio di brevetti di una ditta (Lavardin, n° 5512858 e 5635874), e persino su una pubblicazione relativa ad una convention dell'AES*... mica pizza e fichi, come qualcuno poco prima diceva.

Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...

E poi, per favore, non insultiamo la nostra (vostra :oops: ) intelligenza. Un sistema che prevede dispositivi di amplificazione con un così spiccato effetto microfonico, come i tubi a vuoto, già per principio (prima ancora di ogni tipo di misurazione, e di discorso anti-misurazionista invariante etc etc) andrebbe del tutto lasciato perdere se si vuole parlare di problemi di memoria ; )

... o era un'argomentazione tanto per fare, giusto per mettere a posto la disparità tra i risultati soggettivi e l'argomento di cui volta per volta si parla? No perchè a me pare che parliamo spesso di problemi diversi, ma la superiorità di questi mitici tubi viene fuori con sempre le solite (e puntualmente smontate) argomentazioni :o

* Gérard Perrot, Measurement of a Neglected Circuit Characteristic presentato alla 100a convention, Copenhagen 11-14 Maggio 1996.

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 22 gen 2008, 23:00
da mark129
Beh, i fenomeni di "memoria termica" dei circuiti audio sono stati verificati da più di un autocostruttore (v. ad es. qui), da un paio di brevetti di una ditta (Lavardin, n° 5512858 e 5635874), e persino su una pubblicazione relativa ad una convention dell'AES*... mica pizza e fichi, come qualcuno poco prima diceva.
Originally posted by Giaime - 22/01/2008 : 16:27:21
Ma li hai letti anche questi contributi? Mi pare che siano dei pizza e fichi un po' auto-referenziali.

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Marc1
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Inviato: 22 gen 2008, 23:11
da MBaudino

Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...



Originally posted by Giaime - 22/01/2008 :  16:27:21
Ciao Giaime, chiariscimi una cosa.
Le valvole hanno indubbiamente un enorme effetto memoria termica in condizioni statiche o in classe AB/B (le curve caratteristiche si spostano di molto con la potenza dissipata).
Tuttavia non vedo come un triodo in classe A ne possa minimamente risentire in condizioni dinamiche, a meno dell' incidenza della rettificazione che è però marginale nel caso di triodi molto lineari e decorosa dissipazione, se usati con diffusori a buona efficienza e quindi con swing corrispondenti a poche centinaia di mW.
Mauro

Inviato: 22 gen 2008, 23:28
da UnixMan
Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...


Originariamente inviato da Giaime - 22/01/2008 :  16:27:21
?!?!?! :o

Giaime, vatti a rileggere meglio la cosa... e` esattamente il contrario, l'effetto memoria del sistema a triodi era ordini di grandezza INFERIORE al sistema a stato solido convenzionale!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 22 gen 2008, 23:44
da Giaime
Ciao Giaime, chiariscimi una cosa.
Le valvole hanno indubbiamente un enorme effetto memoria termica in condizioni statiche o in classe AB/B (le curve caratteristiche si spostano di molto con la potenza dissipata).
Tuttavia non vedo come un triodo in classe A ne possa minimamente risentire in condizioni dinamiche, a meno dell' incidenza della rettificazione che è però marginale nel caso di triodi molto lineari e decorosa dissipazione, se usati con diffusori a buona efficienza e quindi con swing corrispondenti a poche centinaia di mW.
Mauro

Originally posted by MBaudino - 22/01/2008 : 17:11:06
E' vero: finchè lavori a potenza dissipata costante (e questo si può fare indipendentemente dalla tecnologia dei dispositivi usati...) il componente di per sè non ha problemi particolari di memoria.

Negli ampli a tubi il problema sono le tantissime costanti di tempo che si vengono a creare (ce ne sono da riempire pagine), per non parlare poi del trasformatore d'uscita...

Ma scusa, e tutti i discorsi sull'accoppiamento AC da evitare (causa cattivo recovery dal clipping, condizione quella di sovraccarico così comune sui 3-10W che popolano le case degli audiofili e/o autocostruttori...)? Non è memoria quella?

Da quando in qua scaricare 47pF attraverso un VAS è peggio che scaricare 220nF attraverso una R di fuga da 100k? :o
Giaime, vatti a rileggere meglio la cosa... e` esattamente il contrario, l'effetto memoria del sistema a triodi era ordini di grandezza INFERIORE al sistema a stato solido convenzionale!

Originally posted by UnixMan - 22/01/2008 : 17:28:10
Forse stiamo parlando di due cose diverse. A me i grafici paiono piuttosto evidenti:
Immagine
(scusa per la qualità... si dovrebbe capire)

L'articolo è estremamente poco chiaro in merito infatti: è evidente che il segnale di memoria è massimo (quindi la performance peggiore) nell'amplificatore a valvole, salvo poi parlare di "correlazione" di questo dato con i "listening tests" (ma se sono contraddittori? Già questo basterebbe a invalidare tutto l'ambaradan messo su...), salvo poi salvarsi al novantesimo minuto parlando del "memory free" amplifier (a transistor), che pure i valvolaristi incalliti hanno preferito (non si sa con che metodo sia fatto il test, ma comunque...) al valvolare...

Quindi memoria bassa o alta? L'autore pare non saperlo, infatti alla fine conclude dicendo che il piccolo (????) effetto memoria dei valvolari è il motivo probabile del loro buon suono :D

Lascia perdere le conclusioni sconclusionate dell'autore, pensa alle misure... quelle sono indiscutibili. O no? Ci sono più o meno costanti di tempo in banda nel SE a tubi o nell'ampli a stato solido correttamente progettato? :D

E' pur vero che si tratta di due tipi di memoria diversa... termica e elettrica... l'effetto quello è.

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 23 gen 2008, 00:17
da sinuko
Le Teorie .... nessuno ci crede tranne chi le ha scritte.
Le misure ... tutti ci credono tranne chi le ha fatte....
Medita Giaime

Ciao Paolo


P.S.Mi sembra che l’obbiettivo di Mauro di mandare in completo OT questo 3D sia riuscito (quale siano le ragioni mi sono oscure) quindi a questo punto posso anche dire la mia.

Inviato: 23 gen 2008, 00:49
da mark129
Forse stiamo parlando di due cose diverse. A me i grafici paiono piuttosto evidenti
Originally posted by Giaime - 22/01/2008 : 17:44:04
I grafici sono evidenti nel sottolineare che e` un problema di struttura dell'ampli usato per la misura e non del dispositivo termoionico.
Quel che il documento non dimostra e` come un drift di un ordine di grandezza inferiore ai migliori valori di hum ottenibili influenzi in maniera decisiva la questione "suono di un amplificatore", e come un miglioramento di un fattore 4 o 5 (lavardin a basso effetto memoria) sia un reale avanzamento (topologie a parte). Come detto da qualcun altro, tutto cio` e` in ogni caso OT.

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Marc1
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Inviato: 23 gen 2008, 01:24
da mauropenasa
rimane però una cosa, caro Mauro, parametri tipo la distorsione fino ad oggi non hanno saputo qualificare qualitativamente al 100% un circuito audio, o meglio oltre certi numeri l'esperienza ci dice che c'è qualcos'altro.
Tu sai cosa? beato te, io (noi?) siamo tutti orecchi per capirne di più...Paolo parla di "non invarianza", sono tutto orecchie anche per lui.

Ricordo che anche Mauro nel myref sceglieva l' LM318 per le sue qualità sonore ....qualità sonore o prestazioni strumentali?
LM318. Suono. che sia la sua struttura interna ?
Vediamo, di analizzare a modino la situazione:

1. ho usato un multifeedback complesso, il cui elemento dominante è proprio LM318.
2. Sostengo che "il suono" di un ampli dipenda dalla sua funzione di trasferimento.
3. L' 80-90% della funzione di trasferimento di my_ref dipende da LM318.

Qualche assonanza con i miei discorsi recenti ? :D
LM318 poi ha tutta una sua storia particolare, e io lo ritengo tra gli opamp più indovinati di casa National, in barba alle prestazioni di targa dei chips più blasonati. Certo, devi personalizzartelo, ma questo io so fare....; )

Seppoi ci metti che il my_ref in media non produce THD superiori a 0.005% entro il range di utilizzo di ascilto normale (per cui LM318 fa la sua figura) e
che evo base invece ne fa una di 0.001% e la differenza alcuni la sentono...
L’esempio del video non credo sia troppo calzante. Nel campo video si utilizza elettronica lineare ad ampia banda solo perché è modulato in fase e serve mantenere quella. La percezione invece è fortemente non lineare a approssimativa. Quante funzioni gamma ci sono? Quante correzioni di geometria dei CRT diverse? Vanno comunque tutte bene, sono tutte accettabili per via della enorme approssimazione che si compie nella riproduzione video. Il punto è che nella visione non c’è nessuna possibilità di confondere una riproduzione con un evento reale, almeno fino a che non faranno degli ologrammi. La mancanza della tridimensionalità inficia ogni possibilità di fraintendimento.
Piergiorgio, questa descrizione non è dissimile dall' approccio soggettivista della frase successiva sul audio.
Che non esista uno standard ferreo di prestazioni video è una tua opinione, peraltro del tutto errata, cosi come ti inviterei a distinguere, nelle fiere specialistiche, la differenza tra un' acquario reale ed uno video, tanto per ribadire lo "scarso realismo" 2D dei moderni sistemi plasma e LCD, oppure la differenza di impostazione cromatica o di luminosità di un sistema tarato a dovere.

Non parliamo per stereotipi, Piergiorgio. Qui mi aggancio al ultima frase.
Se non si conoscono gli argomenti, se se ne ha solo una visione di insieme generica ecc... non parliamone e si risolve il problema.
Quello che io sostengo in audio dipende dalle mie sperimentazioni dirette. Dato che però ha la fortuna di partire da una piattaforma professionale, queste sperimentazioni spesso sono coerente e non campate in aria. Non vivo di riflesso a qualcuno, ho una mia opinione precisa e consolidata dell' argomento. Contestando le mie tesi si finisce per forza con il contestare la mia preparazione, mi pare lapalissiano.

Se noti, non mi sono mai permesso di insegnare a Filippo come strutturare dei filtri crossover, come allineare dei driver, o altro. Credo di avere una conoscenza media buona, anche su quegli argomenti, ma io ritengo di non avere un grado di sperimentazione diretta sufficiente, e faccio strada.

Se la gente sapesse ascoltare quando serve ascoltare, e parlare quando serve parlare, anche quelli considerati disadattati come me non avrebbero problemi.
In questi contesti invece noto una marea di tuttologi che crede di parlare esclusivamente con i loro colleghi, ma ogni tanto si può anche trovare uno che le cose le sa per certo. Molto comodo fargliene una colpa.

Io non giro intorno al problema. Do la mia ricetta.
Io sono certo di dare l' impronta sonora che voglio ai miei ampli, voi no.
Sono pazzo ? probabile, ma non più pazzo di chi fa abitualmente affermazioni come molte che ho notato anche in questo 3D.

ciao

Mauro

Inviato: 23 gen 2008, 01:46
da mark129
ti inviterei a distinguere, nelle fiere specialistiche, la differenza tra un' acquario reale ed uno video, tanto per ribadire lo "scarso realismo" 2D dei moderni sistemi plasma e LCD
Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 : 19:24:47
Volevi scrivere 2D o 3D?
Forse un acquario e` un soggetto un po' troppo ad hoc?

Domanda da profano, giusto per scantonare un attimo.
Lessi su una rivista forse un paio di anni fa che i migliori monitor professionali sono CRT, non LCD, non plasma, con schermo cilindrico, e non piatto: visto che provieni dal video, era una affermazione che fa il paio con quelle sui tubi a vuoto nell'audio?
In generale la mia esperienza con proiettori e televisori LCD e` piuttosto deludente con i film ma non ho mai visto prodotti alto di gamma.

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Marc1
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Inviato: 23 gen 2008, 04:16
da UnixMan
nella mia ignoranza io non vedo varianza (o invarianza) ne nei triodi ne nei bjt...
... tanto meno non so capacitarmi (o meglio non riesco a capire/quantificare) che fenomeni termici, di vibrazione e elettrostatici possano influire pesantemente su un circuito tanto da renderlo tempo variante.


Originariamente inviato da marziom - 22/01/2008 :  13:34:26
I semiconduttori per loro natura sono estremamente sensibili alla temperatura. Prova a tracciare le curve di un qualunque dispositivo a stato solido (bjt, fet/mosfet, etc.) "a freddo". Poi facci scorrere una corrente significativa fin quando il tuo dispositivo non diventa bello caldo e poi traccia di nuovo le curve... secondo te cosa ottieni? ; )

Quando stai usando i tuoi dispositivi in un circuito, la corrente di segnale che ci passa dissipa energia in calore che scalda il semiconduttore, che poi a sua volta cede il calore all'ambiente per conduzione e/o irraggiamento.

Poiche` la "velocita`" con cui il calore si produce in generale non e` uguale a quella con cui questo viene ceduto all'ambiente, la temperatura locale del semiconduttore varia "dinamicamente" in funzione della "storia" (integrale nel tempo...) del segnale che lo attraversa. A sua volta, queste variazioni di temperatura locale causano sensibili variazioni delle caratteristiche del dispositivo.

Quindi, se ad esempio prendiamo un semplice stadio amplificatore ad emettitore comune, la sua funzione di trasferimento e` ben lungi dall'essere definita e costante. In effetti, quello stadio ha una funzione di trasferimento diversa a seconda dell'integrale del segnale che ci e` passato fino a quel momento...

Se viceversa prendiamo un tubo a vuoto, le cose sono ben diverse:

1) i meccanismi fisici che regolano il funzionamento e le caratteristiche di un tubo a vuoto sono determinati sostanzialmente solo da fattori geometrici nella costruzione del tubo stesso. Variazioni di temperatura possono produrre cambiamenti nelle caratteristiche del tubo solo se sono talmente abnormi da produrre significativi effetti di dilatazione tali da variare le distanze relative tra catodo, placca e griglia/e (inutile dire poi che tanto i materiali quanto la struttura meccanica dei tubi sono studiate in modo da minimizzare qualsiasi effetto di questo genere);

2) il catodo caldo produce un flusso costante di calore che tiene tutti gli elementi del tubo ad una temperatura relativamente elevata ed in pratica sempre pressoche` costante;

3) ovviamente, in un tubo gli elementi conduttivi sono semplici conduttori la cui dipendenza dalla temperatura e` di ordini di grandezza inferiore a quella di qualsiasi semiconduttore (mentre il vuoto in cui viaggiano gli elettroni non cambia le sue caratteristiche... :D )

4) l'unico elemento la cui temperatura puo` essere in parte alterata dalle variazioni del segnale (per effetto del "bombardamento" di elettroni accelerati) e` la placca, la cui massa e` pero` talmente grande da integrare su tempi cosi` lunghi che le variazioni di temperatura dovute a quelle del livello di segnale sono trascurabili.

in definitiva, una volta che un tubo e` andato in temperatura, le sue caratteristiche non risentono minimamente della corrente che ci passa o che ci e` passata poco prima... mentre, per quanto detto sopra, per lo stato solido vale esattamente il contrario.

Non a caso nello stato solido il ricorso a circuitazioni complesse (con cui si cerca di compensare questi effetti) e l'uso del NFB sono praticamente inevitabili...


Ciao,
Paolo.

Inviato: 23 gen 2008, 15:48
da MBaudino
Variazioni di temperatura possono produrre cambiamenti nelle caratteristiche del tubo solo se sono talmente abnormi da produrre significativi effetti di dilatazione ...

Originally posted by UnixMan - 22/01/2008 :  22:16:20
IMHO la variazione di temperatura al variare della potenza dissipata (o dello scambio termico verso l' esterno) modifica essenzialmente l' emissività del catodo e quindi i parametri del tubo. Difficile ( ritengo anche inutile) comunque separare il contributo della dilatazione da quello dell' emissione. L' influenza della sola variazione a breve termine della tensione dei filamenti ha probabilmente effetti molto superiori. L' inerzia termica è comunque notevole; su valvole di segnale variazioni di dissipazione di un duecento mW richiedono decine di secondi per essere stabilizzate, analogamente per la GM70 fatte le debite proporzioni. Dubito anch'io che tutto cio' abbia -nel caso dei triodi in classe A- un minimo effetto pratico, soprattutto se confrontato con quello che capita alla bobina dell' altoparlante specie se a medio-bassa sensibilità
Mauro

Inviato: 23 gen 2008, 17:29
da marziom
LM318 poi ha tutta una sua storia particolare, e io lo ritengo tra gli opamp più indovinati di casa National, in barba alle prestazioni di targa dei chips più blasonati. Certo, devi personalizzartelo, ma questo io so fare....; )
perdonami Mauro,
...quindi non valgono le prestazioni di targa?? ; )

cioè, io dalla mia piccola esperienza ho l'impressione che ampli da 0,001% suonano in maniera molto diversa, a volte si preferiscono ampli con un punto percentuale in più perchè all'orecchio risultano migliori.
questioni soggettive?? sicuramente. misure inadeguate? può darsi.
Certamente non c'è maggia nera dietro, ma qualche parametro che ci sta sfuggendo o...(meglio) che ai più sta sfuggendo.
in conclusione, tu potresti giudicare qualitativamente un ampli solo perche distorce lo 0.001%??
io no.
Ti servono altri parametri per giudicare? quali? .....
...a me, allo stato attuale delle cose, sembrà che nessuno abbia individuato questi parametri (e chi dice di averli individuati a volte cerca di tenerseli stretti) e quindi ai più non rimane che usare le orecchie e questo porta a qualificare i circuiti in modo molto soggettivo, ma......com'altro fare?

P.S.
....ma in fondo un mondo dove il bianco è bianco e il nero e nero a chi piacerebbe??.....meglio le sfumature soggettive..... :)



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Inviato: 23 gen 2008, 17:36
da marziom
Questione memoria termica:

OK, so che i parametri dei semiconduttori solo legati alla temperatura, ma (Paolo) volete dirmi che in un bjt le giunzioni BE e BC hanno una temperatura che oscilla di 1Khz al passaggio di un segnale di tale frequenza??....
...o la temperatura si assesta ad un valore legato all'integrale del segnale negli ultimi 3/4sec?; )


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Inviato: 23 gen 2008, 19:02
da UnixMan
IMHO la variazione di temperatura al variare della potenza dissipata (o dello scambio termico verso l' esterno) modifica essenzialmente l' emissività del catodo e quindi i parametri del tubo.


Originariamente inviato da MBaudino - 23/01/2008 :  09:48:11
quanta corrente vorresti far passare nel tuo povero tubo per produrre una variazione della temperatura del catodo tale da far variare l'emissione?!? :grin:

Scherzi a parte, anche nel caso dei DHT (in quelli a riscaldamento indiretto la questione non si pone proprio), le variazioni della media della densita` di corrente nel catodo/filamento dovute al segnale sono sostanzialmente trascurabili rispetto alla forte corrente AC o DC utilizzata per mantenere il filamento in temperatura, per cui quest'ultima non varia significativamente. Detto in altri termini, l'emissione non varia con il segnale o, quantomeno, non certo a causa di effetti termici (nei DHT, specie se accesi in continua, si forma un gradiente di tensione lungo il catodo/filamento che altera la polarizzazione rispetto alla griglia da un punto ad un altro... probabilmente non e` un caso se molti sostengono che i DHT suonano meglio se sono "accesi" in AC).

Nel caso dei tubi a riscaldamento indiretto, in cui la superficie del catodo e` significativa e la sua temperatura relativamente bassa (almeno rispetto al sottile filamento ed al "calor bianco" di un DHT...) si potrebbe invece ipotizzare un altro effetto "riflesso" legato alle variazioni di temperatura della placca (per altro comunque modeste); pero`, poiche` anche in un IHT il catodo e` sempre e comunque ad una temperatura sensibilmente piu` elevata della placca, dubito che anche questo possa portare ad effetti significativi sull'emissione.

BTW, un se pur modesto contributo potrebbe spiegare perche` in genere i DHT sono preferiti di gran lunga come suono agli IHT (ovviamente va` considerata anche la relativamente peggiore linearita` che spesso questi ultimi hanno nei confronti dei DHT piu` "quotati").


Ciao,
Paolo.

Inviato: 23 gen 2008, 20:40
da MBaudino
quanta corrente vorresti far passare nel tuo povero tubo per produrre una variazione della temperatura del catodo tale da far variare l'emissione?!? :grin:

Originally posted by UnixMan - 23/01/2008 :  13:02:20
:D :D
Poi chiudo perchè OT. Non mi riferivo alla corrente del catodo in quanto ''nel'' catodo, ma alla variazione della sua temperatura, comunque si origini anche solo per alterazione dei gradienti termici nel suo intorno. Propendo per quest' ultima possibilità, visti i significativi tempi di inerzia.
Gradini modesti nella dissipazione causano ovvie variazioni di corrente; circa l'80-85% della variazione di corrente è istantanea, il restante avviene gradualmente nell' arco di una ventina di secondi, per poi stabilizzarsi abbondantemente entro il minuto. Analoghe variazioni (anche superiori) se schermi la valvola con della carta da forno, e quindi aumenti la T riducendo lo scambio. Ma queste sono banali evidenze sperimentali che presumo tutti abbiamo fatto. I trend sono per altro allineati con le variazioni che otterresti variando la corrente nel filamento. Dilatazioni o variazione di emissività? Non potendo verificare gli effetti della sola dilatazione (escludendo quindi l' effetto dell' emissività) diventa difficile dirlo; il fatto che il tutto avvenga anche sui diodi mi porterebbe ad escludere la dilatazione della griglia (o una variazione della sua posizione) come causa principale, ma è giusto solo una supposizione.
Comunque forse non mi sono spiegato bene; fissata la Vgk, variando istantaneamente la Vak hai come conseguenza che la Ia risponde interamente alla variazione solo entro le decine di secondi. In pratica la curva anodiche si sposta nei secondi successivi al gradino, e questa non è una supposizione.
Fino a quando la potenza globale dissipata dalla valvola non varia nel tempo, il tutto è ragionevolmente ininfluente. Se il carico sottrae energia al tubo o la dissipazione varia con il segnale, non è escludibile a priori un influenza, anzi . Che poi si senta o meno è un altro discorso.

Mauro

Inviato: 23 gen 2008, 21:04
da Giaime
Questione memoria termica:

OK, so che i parametri dei semiconduttori solo legati alla temperatura, ma (Paolo) volete dirmi che in un bjt le giunzioni BE e BC hanno una temperatura che oscilla di 1Khz al passaggio di un segnale di tale frequenza??....
...o la temperatura si assesta ad un valore legato all'integrale del segnale negli ultimi 3/4sec?; )

Originally posted by marziom - 23/01/2008 : 11:36:26
Appunto. Mi sembra che perdiamo di vista l'effetto ben più grossolano della microfonicità dei tubi a vuoto, che NON ha costanti di tempo dell'ordine dei secondi ma tali da passare buona parte della banda audio... :x

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 23 gen 2008, 21:09
da MBaudino
Allergico ad elastici e piombo? :D :D
Ciao Mauro

Inviato: 23 gen 2008, 21:19
da UnixMan
Questione memoria termica:

OK, so che i parametri dei semiconduttori solo legati alla temperatura, ma (Paolo) volete dirmi che in un bjt le giunzioni BE e BC hanno una temperatura che oscilla di 1Khz al passaggio di un segnale di tale frequenza??....
...o la temperatura si assesta ad un valore legato all'integrale del segnale negli ultimi 3/4sec?; )


Originariamente inviato da marziom - 23/01/2008 :  11:36:26
ne l'uno ne l'altro.

Ovviamente, quella che conta e` la temperatura locale delle giunzioni e/o dei "canali" nei (J|MOS)FET. La temperatura esterna del "case" e` un'altra cosa, e varia molto di meno e molto piu` lentamente.

Nondimeno, altrettanto ovviamente neanche la temperatura locale puo` "seguire" istantaneamente il segnale alle frequenze audio (dovrebbe avere massa nulla!).

...ma proprio qui` sta` il punto! :o

Se la temperatura "seguisse" istantaneamente il segnale, tutto quello che succederebbe sarebbe una alterazione della funzione di trasferimento, ma la stessa rimarrebbe definita, restando sostanzialmente invariante rispetto alla "storia" del segnale stesso.

Viceversa, proprio perche` come dici tu la temperatura locale nel semiconduttore non segue il segnale ma "integra" la sua "storia recente" (*), si ha lo sgradito risultato che la funzione di trasferimento varia in funzione della "storia" (recente) del segnale (per "effetto memoria" in senso generale si intende proprio questo, la dipendenza dell'uscita non solo dal valore istantaneo del segnale ma anche dai valori che ha assunto "nel passato").

(*) matematicamente dovremmo parlare dell'integrale da -oo a "t" ma, in pratica, quel che conta maggiormente e` verosimilmente un periodo variabile tra una 10ina e qualche 100io di ms a seconda dei dispositivi. Ovviamente, a parita` di potenza dissipata, tanto piu` grande e "massivo" e` il dispositivo (le parte attiva del semiconduttore, non il suo case esterno :grin: ) tanto piu` l'effetto e` "lento" e di minore entita`... e viceversa. Verosimilmente, i microscopici dispositivi di segnale integrati in un chip sono i piu` sensibili di tutti mentre magari grossi dispositivi di potenza (utilizzati pero` a dissipazioni insignificanti rispetto a quelle che potrebbe "reggere") dovrebbe esserlo molto di meno.

Comunque sia, l'importanza dell'effetto IMHO va` valutata proprio rispetto alla scala temporale in cui tali effetti agiscono rispetto ai "tempi" del messaggio musicale contenuto nel segnale... ma qui` bisogna fare un passo indietro e tornare ad un discorso fondamentale sulle relazioni tra messaggio musicale, segnali elettrici e percezione. Per discutere di questo argomento vado ad aprire un nuovo thread, perche` direi che e` un discorso che vale la pena isolare e non disperdere in questo.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 23 gen 2008, 21:36
da UnixMan
Comunque forse non mi sono spiegato bene; fissata la Vgk, variando istantaneamente la Vak hai come conseguenza che la Ia risponde interamente alla variazione solo entro le decine di secondi. In pratica la curva anodiche si sposta nei secondi successivi al gradino, e questa non è una supposizione.


Originariamente inviato da MBaudino - 23/01/2008 :  14:40:12
ok, ora ho capito cosa intendevi... ma siamo in una modalita` di funzionamento "estrema" (DC), ben diversa da quella "normale" per un tubo impiegato come amplificatore audio, perfino in classe AB. Nota poi i tempi di cui tu stesso parli: "decine di secondi". Su tempi di integrazione cosi` lunghi e con un normale segnale audio l'effetto e` verosimilmente minimo ma, soprattutto, anche ammesso che qualche effetto ci sia, siamo verosimilmente oltre i tempi "critici" del segnale musicale.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 23 gen 2008, 22:21
da MBaudino
Non ho mai detto che sia significativo, anzi immagino che nelle valvole non lo sia. Comunque <<DC>> piu' o meno :D . L' andamento del livello del segnale musicale, integrato su 0,2 0.5 sec, varia in genere su intervalli di questo ordine di tempo, quindi ad es. all' inizio di un 'ff' la valvola potrebbe lavorare in condizioni significativamente diverse che al suo termine. Penso comunque che il tutto sia trascurabile rispetto alle diverse condizioni di lavoro con cui si presenterà un altoparlante cotto anche solo da 10 secondi di segnale 'convinto'.
Mauro

Inviato: 24 gen 2008, 01:08
da mauropenasa
Quantificare, Paolo, quantificare....
Abbiamo scoperto che le giunzioni di silicio sono termo varianti.
Bene siamo alle basi ma ci siamo.
Vediamo però di quantificare il fenomeno, senza farci porre limiti dalle reali e ragionevoli perplessità in merito al fatto che queste situazioni siano un problema reale o supposto.

Per quantificare la cosa, non serve ipotizzare integrali di non meglio specificati segnali su non meglio specificati dispositivi non meglio specificato il loro dimensionamento e carico dinamico.
Serve porre esempi concreti su condizioni concrete.

Poniamo le basi di analisi di massima:
Le curve caratteristiche dei BJT e Mosfet sono indicative dei parametri di trasferimento principali nel range di temperatura di giunzione (di giunzione, non di case). Esse indicano spesso la curvatura di funzione di trasferimento del dispositivo versus la temperatura nel range previsto, solitamente compreso tra -50 e +150°C.
Un bjt ha una deriva positiva, ossia tende ad aumentare il gain di corrente in funzione della temperatura (a parità di polarizzazione di base)
Essa mediamente è entro circa il 40% di variazione di gain.
Un mosfet ha una deriva negativa e mediamente minore.
IRF, ad esempio dichiara scostamenti del 20% nei suoi dispositivi Vmosfet.


Posto un circuito polarizzato correttamente e quindi dotato di un minimo di compensazione termica ambientale, sappiamo che il guadagno di corrente può cambiare intorno al 40% in tutto il range di temperatura previsto ossia tra per una variazione che in alcuni casi si elabora su 200°C (scusate se è poco).
Data una temperatura ambiente facciamo di 30°C e una polarizzazione ben fissata e compatibile con le caratteristiche di targa del componente, passiamo alla stima del range termico subito da una giunzione durante il lavoro.
Con un poco di calma è possibile pure radunare le documentazioni relative ai runtime termici delle giunzioni dei vari dispositivi, ma non credo che una stima ad occhio possa generare moti di malessere, visto la propensione media alle sparate... :D

Vediamo. Nel caso di circuiti di segnale (ingresso e VAS), saremo in classe
A quasi certamente. La dissipazione media cambia pochissimo durante il trattamento di un segnale.

Poniamo un circuito emettitore comune basato su un normale bjt come un BC550, 20V VCE e 2mA di Ic

La potenza continua dissipata sarà circa:

Pdc = 40mW

Una variazione massima di Ic durante il suo lavoro è stimabile intorno a meno di 1mA, se il suo utilizzatore è saggio, ma per esagerare ipotizziamo di andare dalla saturazione alla interdizione.

Con una semionda avremo, per ipotesi, una semionda con

Ic=3.5mA e VCE tendente alla saturazione, facciamo per esagerare VCE=5V

La potenza dissipata sarà di: Pd: 18mW

Caso opposto, corrente di .5mA e VCE=35V

Pd=18mW (oopppsss, che variazioni.... :D )

Un BC550 dovrebbe avere, a memoria, per cui non me ne vogliate, un coefficiente di dispersione termica di circa 80°C/w, per cui a riposo il nostro chip aumenta la sua temperatura esterna a circa 33.5°C (e la mantiene, polarizzazione permettendo)
Durante il lavoro, assumerà tendenze alla variazione termica, in teoria, in questo caso, a diminuire, (ma possiamo anche approssimare per eccesso, non si sa mai, tra variazioni di condizioni di lavoro della giunzione al variare di Ic ecc....).

Per esagerare, disponiamo che ci sia una variazione di potenza dissipata differenziale, ossia sia positiva che negativa di 18mW

40+18mW = 58mW = circa +7°C
40-18mW = 22mW = delta T = 1.8°C

Insomma, data la temperatura statica di ambiente, il nostro dispositivo, anche ipotizzando variazioni di potenza dissipata doppie del previsto, varia la sua temperatura complessiva (compresa quindi quella di giunzione) di ben 5 gradi circa.

Se si ipotizza una variazione di gain del 40% anche su "soli" 150°C di range, abbiamo che il nostro gain varia del .26% su grado C.
abbiamo appena scoperto che il nostro impavido Bjt da VAS (con ambiti di lavoro simili a quelli di un opamp) varia complessivamente e nel caso peggiore non realistico di ben:

5*.026= 1,4% il suo gain complessivo.

Posto che normalmente quel gain è un open loop gain, e vale mediamente almeno 200 per questo genere di bjt, se applichiamo una degenerazione di emettitore minima, esempio per ottenere un gain di 50, riduciamo di un fattore 4 il nostro "errore termico", ossia andiamo a ben 0.325% di errore.

Posto e non concesso variazioni dinamiche anche superiori, abbiamo appena stabilito che un singolo emettitore comune polarizzato con diodo compensatore di corrente in base e una degenerazione di emettitore ha variazioni di guadagno di tensione minore della deviazione di linearità di gm di un triodo, cosi, a spanne.

Non costruiamo castelli in aria su cose del genere.

Resta anche da dire che una deriva termica, per dinamica che sia, non può inseguire un segnale audio complesso, e di norma può esistere al massimo "una tendenza" ad inseguire.

Per i bjt di potenza si possono eseguire calcoli simili, posto che aumentano le correnti in modo esattamente proporzionale al coefficiente di dispersione termico del case.

Sempre senza voler rovinare la festa del "prima e dopo" (senza passare per il durante, mi pare).... :D

ciao

Mauro

Inviato: 24 gen 2008, 15:41
da mark129
un singolo emettitore comune polarizzato con diodo compensatore di corrente in base e una degenerazione di emettitore ha variazioni di guadagno di tensione minore della deviazione di linearità di gm di un triodo
Originally posted by mauropenasa - 23/01/2008 : 19:08:18
Un bjt non ha una pendenza variabile delle proprie curve caratteristiche?

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Marc1
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Inviato: 24 gen 2008, 16:04
da plovati
Mauro nel caso delle (eventuali) distorsioni termiche non conta tanto la resistenza termica, ma la capacità termica. Un piccolo pezzo di silicio con alte densità di corrente a seguito di burst di segnale si scalda dinamicamente molto di più di una placca in grafite da 100grammi.

Tutti: ma perchè continuate ad andare OT in questo 3D, aprite un altra discussione. Cercheremo di spostare gli ultimi interventi sotto quella.
EDIT: discussione sulla distorsione termica spostata qui:
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=3714


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Piergiorgio

Inviato: 24 gen 2008, 16:23
da UnixMan
Vediamo però di quantificare il fenomeno, senza farci porre limiti dalle reali e ragionevoli perplessità in merito al fatto che queste situazioni siano un problema reale o supposto.
non fosse altro a giudicare dalle misure di Perrot, si direbbe proprio che sia reale... e daltronde direi che non e` un caso se in qualsiasi progetto "serio" (ad es. negli op-amp) ci si da` un gran da fare ad utilizzare circuitazioni complesse e "trucchi" vari (anche) per limitare questi effetti, che x altro mi risulta siano ben noti.
Insomma, data la temperatura statica di ambiente, il nostro dispositivo, anche ipotizzando variazioni di potenza dissipata doppie del previsto, varia la sua temperatura complessiva (compresa quindi quella di giunzione) di ben 5 gradi circa.
alt... tra le variazioni della temperatura "complessiva" e quella della temperatura locale ce ne corre di differenza!

Le variazioni di temperatura complessiva sono mediate dalla massa di tutto il dispositivo, che e` di gran lunga maggiore di quella del solo semiconduttore. Che a sua volta e` sensibilmente maggiore di quella dell'area effettivamente interessata alla "produzione" del calore.

Poiche` la produzione di calore e` interna al (ad una parte del) semiconduttore stesso e la sua dispersione (dissipazione) verso l'esterno e` tuttaltro che istantanea, mi sembra ovvio che le variazioni di temperatura locali abbiano durata molto minore ma ampiezza proporzionalmente maggiore rispetto a quelle della temperatura "complessiva". Se non vado errato, direi che le variazioni di temperatura locale stanno a quelle complessive secondo il rapporto inverso rispetto a quello tra la "massa attiva" del semiconduttore e quella complessiva dell'intero dispositivo.

Quindi, se non sto` prendendo un abbaglio, le variazioni di temperatura locale (e di conseguenza i relativi effetti) sono maggiori di almeno un paio di ordini di grandezza rispetto a quanto hai calcolato...



Ciao,
Paolo.

Inviato: 24 gen 2008, 17:16
da UnixMan
per la serie... scusate il ritardo 2, ma volevo risponedere cmq. a questo ormai "vecchio" intervento Mauro perche` mi da` lo spunto x chiarire alcuni punti.
Come sarebbe? Bisogna dimostrare che un ampli serve per sentire musica, cioè per stimolare una grandezza fisiologica quale è l'udito?
No, Piergiorgio, bisogna dimostrare che serva o meno alterare una funzione prevista lineare dalla filiera di partenza.
Io provengo dal video. Io credo di poter dire che anche la vista umana tenda ad essere "fisiologica".


Originariamente inviato da mauropenasa - 21/01/2008 : 13:59:21
senza dubbio... solo che la ns. vista ed il ns. udito funzionano in modo molto differente tra loro!

Ad esempio, se la ns. vista funzionasse come il ns. udito entrando in un cinema non vedremmo immagini in movimento ma (al pari di quello che e.g. vede una mosca), vedremmo solo una noiosissima sequenza di diapositive. Per non parlare poi della TV... dove non vedremmo altro che un puntino variamente luminoso che si muove velocemente lungo una serie di linee sullo schermo.

Se viceversa fosse il ns. udito a funzionare come la ns. vista, suoni che arrivano in (relativamente) rapida successione si "fonderebbero" tra loro e, ad esempio, versosimilmente non potremmo riuscire a distinguere le parole ne` uno strumento a fiato da uno a corde... ma verosimilmente questo ci interesserebbe poco, xche` con ogni probabilita` la musica ed i relativi strumenti, almeno cosi` come li conosciamo, non esisterebbero neanche. :D

Insomma, audio e video, udito e vista sono due "mondi" diversi che funzionano in modo radicalmente diverso... e quindi non e` affatto detto che una cosa che funziona bene per l'uno funzioni altrettanto bene anche per l'altro.
Bene, le funzioni di trasferimento dei sistemi video prevedono la tendenza alla linearità di funzione di trasferimento, linearità verificata strumentalmente.
Un problema ?
No. Se io monto delle sequenze video seguendo i miei gusti "ottici" (temperatura colore, saturazioni cromatiche ecc...) usando un monitor campione di qualità, saprò che chiunque riproducerà il mio lavoro con altri strumenti con lo stesso grado di taratura (o quantomeno simile) fruirà adeguatamente del frutto del mio lavoro, cosi come io l' ho concepito.

Viceversa, più il mio sistema di riproduzione sarà deviato da quello di origine, meno avrò la possibilità di riprodurre con precisione il lavoro a monte.
in linea di principio sarei perfettamente daccordo con te...

ma c'e` un problema, anzi, almeno un paio.

1)

quanti sistemi ti e` mai capitato di ascoltare che suonino (sia pur male...) "esattamente" allo stesso modo, e magari indipendentemente dal posizionamento e dall'ambiente dove sono inseriti? ; )

Il fatto e` che in campo audio qualcosa come un "monitor tarato" semplicemente non esiste!

Per quella che e` la mia pur limitata esperienza due "oggetti" che suonano esattamente allo stesso modo semplicemente non esistono. Per cominciare, scartiamo sicuramente i diffusori, con cui il risultato finale e` talmente dipendente dall'ambiente in cui sono inseriti da rendere impossibile qualsiasi "ripetibilita`" del risultato in ambienti diversi tra loro.

Proviamo allora almeno con le cuffie. Ne conosci due modelli diversi che "suonano" esattamente allo stesso modo? Od un qualche modello che produca risultati identici con amplificatori diversi?

(beh, se proprio vogliamo forse si`: se prendiamo un paio di auricolari da due lire al supermercato e ci attacchiamo le uscite di qualche plasticoso scatolotto di simile caratura e provenienza forse la risoluzione del sistema e` talmente bassa da mascherare qualunque differenza... ma a quel punto l'HiFi sta` da un'altra parte. :grin: ).

Come la mettiamo poi con i cavi? Un metro di un "banale" cavo di segnale a livello linea puo` produrre effetti udibili di entita` pari a quelli che si ottengono cambiando un preamplificatore... per non parlare dei cavi "di potenza" tra ampli e diffusori, che possono avere effetti ancora piu` abnormi... persino differenti cavi "digitali" tra sorgente e DAC hanno effetti piu` che udibili... come controlli tutte queste variabili, tanto piu` che per la maggior parte di queste non si conosce la causa esatta e men che meno si e` in grado di misurarne gli effetti?

In definitiva, l'unico modo per potersi garantire un ascolto "corretto" secondo quanto pensato e voluto in fase di produzione come dici tu sarebbe quello di dotarsi esattamente degli stessi "apparati" che sono stati usati per monitorare le varie fasi di registrazione, editing e mastering (cavi ed ambiente inclusi, naturalmente!) , cosa ovviamente impossibile... (non fosse altro perche` praticamente non esistono due registrazioni per le quali siano stati usati esattamente gli stessi apparati. :grin: )

ma, anche ammettendo per assurdo che fosse possibile, c'e` un altro problema...

2)

il secondo problema e` che la tua lodevole aspirazione cozza con la triste realta` dell'industria discografica... purtroppo, la maggior parte delle registrazioni (specie di quelle... "moderne") sono "ottimizzate" non certo per la massima "linearita`" e/o per la migliore qualita` di ascolto su sistemi "hi-end", ma piuttosto per dare un risultato "soddisfacente" su sistemi di riproduzione "tipici" del target di mercato della registrazione stessa. In altri termini, la maggior parte dei CD (specie di quelli di musica Pop/Rock, etc) e` stata "rimaneggiata" per suonare "in un certo modo" su un "compattone" e/o con cuffiette da "walkman"... :(

per cui in pratica IMHO e` "piu` corretto" (o perlomeno piu` conveniente) cercare di "ottimizzare" il "suono medio" del proprio sistema secondo un criterio di "godibilita`" (e secondo i propri gusti) piuttosto che rincorrere la chimera di un suono "corretto" in senso assoluto e di "linearita`" complessiva di una catena che tale non e` gia` all'origine.

A parte cio`, comunque, io continuo a NON credere che la differenza fondamentale tra stato solido e tubi sia (solo) nella diversa distorsione, o almeno non nella distorsione misurata in condizioni "stazionarie" come si fa` di solito.

Come da molte prove fatte in un ormai lontano passato (con ampli a tubi, visto che solo quelli c'erano all'epoca...), perfino distorsioni dell'ordine di diversi percento sono risultate inaudibili. Qualsiasi ampli a tubi moderno "decente" ha THD inferiori all'1% (ad esempio i miei Williamnson senza NFB globale hanno lo 0.1% ad 1W e meno del 1% intorno a 9W dove cominciano a "clippare"; gli SE in genere hanno distorsioni piu` alte man mano che sale la potenza ma, se accoppiati a diffusori adatti, ai normali volumi di ascolto siamo ancora abbondantemente sotto l'1%). Con lo stato solido (retroazionato) siamo tipicamente sotto lo 0.1% anche a piena potenza... cos'e`, negli ultimi 50 anni la sensibilita` alla distorsione dell'udito umano e` aumentata di vari ordini di grandezza?!? :grin:

Ovviamente posso sbagliarmi ma, come ho piu` volte detto, sono convinto che la differenza "fondamentale" tra le prestazioni "uditive" dei sistemi a vuoto e di quelli a SS deve essere da qualche altra parte che, evidentemente, sfugge alle misure ed ai modelli tradizionali.

A livello di ampli "finali", le diverse dinamiche di interazione ampli/diffusori sono sicuramente uno dei possibili candidati per almeno una parte delle differenze, ma da soli IMHO non bastano a spiegare tutto.
Piu` in generale, invece, la non invarianza della funzione di trasferimento rispetto alla storia del segnale (effetto memoria) mi sembra un altro possibile indiziato. Ma magari c'e` (anche/solo) qualche altro motivo che non immagino neanche.

Ovviamente, la risposta non ce l'ho, altrimenti non sarei qui` a discuterne ed a fare ipotesi... ma verosimilmente avrei gia` presentato la soluzione definitiva sotto forma di una linea di prodotti commerciali! :D



Ciao,
Paolo.

Inviato: 24 gen 2008, 18:00
da UnixMan
Tutti: ma perchè continuate ad andare OT in questo 3D, aprite un altra discussione. Cercheremo di spostare gli ultimi interventi sotto quella.
EDIT: discussione sulla distorsione termica spostata qui:
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=3714



Originariamente inviato da plovati - 24/01/2008 :  10:04:42
OK!


Ciao,
Paolo.

Inviato: 31 gen 2008, 02:16
da UnixMan
Ciao a tutti,

torniamo finalmente in tema. :)

Lo scorso fine settimana sono finalmente riuscito a trovare il tempo (!) per fare un paio di saldature ed aggiungere un altro 0.1 ohm in parallelo agli 0.22 ohm della Rs, arrivando quindi ad un ("mostruoso" :D ) totale di circa 0.068 ohm (*).

Di conseguenza, l'impedenza di uscita si e` ridotta di circa 4 volte (ed ovviamente altrettanto e` cresciuto il DF). Ora siamo grosso modo sull'ordine di grandezza della Zout di un buon 2A3 (intorno ai 2ohm, DF~=4 su 8 ohm).

Ovviamente, cosi` facendo la max potenza alla quale c'e` ancora la sicurezza (quantomeno psicologica... :D ) dell'effetto "neverclip" si e` ridotta sensibilmente ma, comunque, almeno con i miei diffusori ed ai miei normali volumi di ascolto la cosa non sembra avere avuto grosse ripercussioni.

Come prevedevo e confermo, il risultato non e` niente male... sabato pomeriggio mi sono messo ad ascoltarlo (con le orecchie "starate" da piu` di una settimana di non-ascolto di musica di sottofondo solo da autoradio, PC e roba del genere...) e, sorpresa, sono rimasto li` ad ascoltare un disco dopo l'altro per un bel po` di tempo senza sentire l'esigenza di spegnere tutto (o cambiare amp di corsa! ; ) ) ma anzi godendomi la musica. Il che non e` poco. :)

Lo smorzamento e l'articolazione dei bassi nel mio sistema si e` dimostrato eccellente, ed e` risultato piu` che soddisfacente perfino nel sistema di un amico che, per insormontabili problemi "logistici", ha i diffusori (che oltretutto sono tuttaltro che poveri in basso) posizionati a ridosso della parete di fondo... (ma non servivano DF "stellari"? ; ) )

Le caratteristiche positive che aveva sono rimaste piu` o meno inalterate. Immagine e dettaglio sono piu` che buoni. Ricostruzione 3D e perfino senso di "ariosita`" si sono rivelate sorprendentemente vicine a quelle che ottengo con i miei valvolari. C'e` qualche accenno di "statosolidismo" :D (metallicita`) sugli alti e, rivelando in questo tutta la sua natura solid-state, il giocattolino si "esprime" al meglio solo a volumi relativamente sostenuti (quindi porta invariabilmente ad alzare il volume piu` di quanto non sia necessario con i valvolari).

Nel complesso comunque devo dire che non e` niente male. Volendo azzardare una stima, direi che offre forse un 80% del "suono valvolare". Pur senza pretese di confrontarsi con i "mostri sacri" (a stato solido o a tubi che siano), per quel che costa dubito si possa pretendere di piu`... :D

A questo punto pero` sono sempre piu` curioso di vedere dove si potrebbe riuscire ad arrivare utilizzando schemi piu` sofisticati (tipo quelli di Mauro... ; ) ) ma restando sempre in una ottica di ricerca di suono "tube like", con DF moderati, etc.

In effetti, avrei "nel cassetto" (di SPICE :D ) alcuni abbozzi di schemi del genere, con architettura "my_ref - like" ma Zout molto piu` elevate nonche`, udite udite, (eresia! :D ) un doppio triodo al posto del LM318... 8)

se solo avessi un po` piu` di tempo libero per sperimentarli in pratica... :x

(*) BTW: e` mostruoso come nei circuiti a SS e/o con NFB elevati qualcosa che noi valvolisti considereremmo (a buona ragione...) niente piu` che un pezzo di filo (dico, la bellezza di 0.068 ohm di resistenza, una vera enormita`! :D ) abbiano effetti cosi` rilevanti... e poi ci si chiede perche` e` quasi impossibile riuscire a far suonare decentemente uno stato solido!? ; )



Ciao,
Paolo.

Inviato: 06 giu 2008, 19:39
da plovati
Lo smorzamento e l'articolazione dei bassi nel mio sistema si e` dimostrato eccellente, ed e` risultato piu` che soddisfacente perfino nel sistema di un amico che, per insormontabili problemi "logistici", ha i diffusori (che oltretutto sono tuttaltro che poveri in basso) posizionati a ridosso della parete di fondo... (ma non servivano DF "stellari"? ; ) )

Originariamente inviato da UnixMan - 30/01/2008 :  20:16:09
Non so se sia già stato segnalato precedentemente, ma questo ottimo articolo potrebbe spiegare il perché di quanto osservato da Unixman.
http://www.pearl-hifi.com/06_Lit_Archiv ... amping.pdf

Paolo, se ripeti le misure suggerite dall’autore per trovare l’impedenza ottimale per il tuo diffusore che valore viene fuori? Comparabile forse a quello che ti ha dato i migliori risultati all’ascolto?


_________
Piergiorgio

Inviato: 06 giu 2008, 20:44
da UnixMan
Paolo, se ripeti le misure suggerite dall’autore per trovare l’impedenza ottimale per il tuo diffusore che valore viene fuori? Comparabile forse a quello che ti ha dato i migliori risultati all’ascolto?

_________
Piergiorgio


Originally posted by plovati - 06/06/2008 :  14:39:14
domanda retorica? ; )

BTW, discorso interessante...

appena ho un attimo vedro` di mettere insieme il circuitino di test (mmh, magari oggi come oggi x l'eccitazione al posto di pila e pulsante faccio prima ad usare un generatore ad onda quadra ed un ampli SS... :D ) e provo a misurare il DF ottimale x i miei diffusori.



Ciao,
Paolo.

Inviato: 01 lug 2008, 19:43
da plovati
Oibò:

Immagine

assomiglia, vero? :D

_________
Piergiorgio

Inviato: 02 lug 2008, 01:25
da Giaime
Che assomiglia agli schemi presi in considerazione in questo articolo:

http://sound.westhost.com/project56.htm

Ciao!
Giaime Ugliano

Don't Be a Wimp. Use NFB and use tons of it.
Bruno Putzeys

Inviato: 08 lug 2008, 02:16
da UnixMan
Che assomiglia agli schemi presi in considerazione in questo articolo:

http://sound.westhost.com/project56.htm


Originally posted by Giaime - 01/07/2008 :  20:25:25
mmmh, chissa` xche` ho come la sensazione che Baxandall sia venuto "un po`" prima di Rod Elliott... ; )

:D


Ciao,
Paolo.

Inviato: 09 lug 2008, 01:16
da Giaime
Ho detto assomiglia, senza nessuna implicazione di temporalità tra le due fonti.

Ciao!
Giaime Ugliano

Don't Be a Wimp. Use NFB and use tons of it.
Bruno Putzeys

Inviato: 11 gen 2009, 04:33
da nania
Ciaio tutti, perdonati i miei errori in avanti perche l"Italiano non e la mia lingua naturale. My_Ref ha piu di tre anni e continua di essere il meglio valore in audio ma il scopo di questo foro dovrebbe essere scroprire sempre il meglio. In questo caso plaudo lo sforzo di UnixMan e altri qui. Nel tempo di realizzare My_Ref, mauropenasa mostro la possibilita di parallelare My_Ref per parlante con impedenza sotto 3R. Ho cercato questo progetto senza sucesso. C'e niente di nuovo?

Re: Sand games... (esperimenti a stato solido)

Inviato: 06 gen 2011, 23:26
da UnixMan
Mi riaggancio a questo vecchio thread perché a quanto pare qualcuno "ha rubato" la mia vecchia idea del DF variabile, con una implementazione (che hanno avuto la faccia tosta di brevettare?!) che praticamente sembra una scopiazzatura del my_ref di Mauro con un paio di modifiche per ottenere il DF variabile:

http://www.diyaudio.com/forums/solid-st ... ost2423259

http://www.homecinema-fr.com/forum/view ... p174231383

http://www.homecinema-fr.com/forum/view ... p174231768

Re: Sand games... (esperimenti a stato solido)

Inviato: 07 gen 2011, 19:34
da plovati

Re: Sand games... (esperimenti a stato solido)

Inviato: 07 gen 2011, 21:54
da UnixMan
esatto, proprio quello! :-|

Re: Sand games... (esperimenti a stato solido)

Inviato: 03 feb 2011, 15:32
da UnixMan
da qui:
Macleod ha scritto:We have in France a company that launched succesfully a serie of amplifier using a knob to adjust the output impedance of the amplifier.

Having discussed with one of the designer, it appears that the main argument to promote this was that, for a specific output impedance, the shape of the power signal injected on the speaker was the same as the input voltage of the amplifier.

So as a voltage drive gives the same voltage shape, current drive provides the same current shape.

What is the influence of having the power shape correct?

My 2 cents is that having that shape and supposing that accoustic power is proportionnal to power injected to speaker, the shape of the radiated pressure will be the correct shape? We can now radiate a nice rectangular pulse?

The lateral argument was that driving speakers this way improved imaging by reducing phase error...

Do you have any feedback for such an assertion?