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Inviato: 25 ago 2006, 17:34
da UnixMan
Salve a tutti,

apro un nuovo thread per chiudere il lungo OT in cui siamo sconfinati alla fine di quello su
"Trasformatori, alimentazioni & suono.":

http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=662&whichpage=3

Nel corso della discussione, che si e` "allargata a ventaglio" su un gran numero di questioni diverse, tra le altre cose siamo finiti a discutere della possibilita` di "pilotare in potenza" gli altoparlanti, utilizzando cioe` al posto del "solito" amplificatore di tensione un "servocontrollo" che, anziche` produrre una tensione di uscita proporzionale alla tensione di ingresso, produce ('forza" nel carico) una potenza di uscita proporzionale al quadrato della tensione in ingresso, cioe`:

Pout=K*(Vin)^2

Su un carico puramente resistivo questo produrrebbe esattamente gli stessi effetti di un comune amplificatore in tensione:

Pout=(Vout)^2/R

ma, per definizione (se abbiamo un ampli in tensione ~ ideale) Vout = K*Vin (con K costante), per cui:

Pout=(K*Vin)^2/R

=> Pout = K'*(Vin)^2

Ma un altoparlante NON somiglia affatto ad un carico resistivo, ma piuttosto ad una relativamente complessa rete RLC con risonanze multiple ed e` quindi fortemente reattivo.

Se pilotato "in tensione" (od "in corrente"), in generale la potenza "reale" assorbita (e quindi, in prima approssimazione, quella convertita in potenza acustica) non e` affatto proporzionale al quadrato di Vin.

Questo fatto ha molte possibili implicazioni...

Per quanto ne so`, il primo a suggerire l'importanza del pilotaggio in potenza ed alcune delle sue conseguenze e` stato, nel lontano 1952, Stanley White con il suo "White Powtron Amplifier":

http://www.cosmos2000.org/audio/

http://www.stan-white.org/



Ciao,
Paolo.

Inviato: 25 ago 2006, 17:45
da UnixMan

Originariamente inviato da plovati - 25/08/2006 : 00:02:02 - nel trhead su "Trasformatori, alimentazioni & suono."

I link sono quelli. Ho l'articolo originale, se non c'è in bibliteca lo metterò.
ok, grazie!
White è un personaggio incredibile, quando l'ho sentito anni fa aveva abbondantemente passato gli 80. Ho i dati del TU per replicare il suo ampli ma non ho mai fatto.
che fosse un personaggio incredibile lo avevo intuito dal suo "curriculum"... :)

interessante il fatto di avere i dati del TU: potresti mettere anche quelli in biblioteca?
(magari insieme ad uno schema un po` piu` leggibile di quello che c'e` nel sito, se lo hai...)
Non è un moltiplicatore (dovevo metterlo tra virgolette) ma due loop di reazione, uno di tensione e uno di corrente.
ieri sera sono riuscito a leggermi anche i suoi articoli a commento di Williamson & Dynaco... curiosamente, cosa intenda per pilotaggio in potenza nel suo Powrtron si capisce meglio da quelli che non da quelli sul Powtron stesso. :)

Fondamentalmente, si affida alla caratteristica dei pentodi/tetrodi a fascio usati in UL che (proprio come accennavo nel "botta e risposta" con Mauro) ha un comportamento del genere... peccato pero` che la cosa sia gia` di per se` piuttosto approssimativa, e se poi ci aggiungi il NFB "lineare", ancorche` "misto" tensione/corrente, alla fine il comportamento complessivo credo che sia sostanzialmente quello di un ampli "qualsiasi" con impedenza di uscita ~= alla impedenza nominale del carico (i.e. DF~=1).
Buona anche l'idea di replicarlo a IC, magari con un moltiplicatore integrato Analog Devices.
hai qualche idea in proposito?

Quando mi venne l'idea avevo provato a cercare qualcosa, ed avevo visto il AD633 (fondamentalmente perche` era l'unico disponibile su RS ad un prezzo possibile). Se non ricordo male avevo provato anche a fare qualche simulazione.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 25 ago 2006, 18:49
da drpaolo
Io che sono sempre un po' rozzo nelle analisi tecniche, ritengo che quello che tu citi non è altro che una differente prospettiva di esame delle curve di pilotaggio dei diffusori acustici da parte degli amplificatori.

Se al posto di Z uscita e W uscita si realizzano i grafici in termini di V uscita e I uscita, come suggerito da Nuti e Gandolfi alla metà degli anni '80 si hanno le Caratteristiche di Carico limite (CCL) o i grafici con i coefficienti di extracorrente (degli amplificatori) che rendono appunto conto della capacità dell'amplificatore di pilotare carichi reali e di essere più o meno soggetto a intermodulazione dinamica in presenza di carichi difficili.

Io ritengo che la maggior parte degli amplificatori odierni, almeno quelli di primaria Marca e Hi-End, siano costruiti così, cioè approssimando il più possibile l'amplificatore ideale: con impedenza interna tendente a zero ( o ad un valore costante in tutta la banda di potenza) e capacità di erogare corrente in regime permanente fino alla massima tensione di uscita.

I tempi delle protezioni foldback, a potenza dissipata costante e cioè attive sia su corrente che su tensione, sono passati e spero non tornino più.
Quegli ampli erano sicuramente inferiori al Powertron, in termini di capacità di pilotaggio; così non è per gli ampli moderni.

Ora le protezioni sono in corrente o non ci sono addirittura: i piccoli ampli di Aloia -ad es.- affidano la loro salute alla resistenza interna del trasformatore, alla robustezza dei finali e al fusibile.
Molti colossi dello s.s. hanno alimentazioni stabilizzate che garantiscono curve CCL "quasi" verticali.

L'argomento è comunque interessante.

Saluti.

Paolo Caviglia

Inviato: 25 ago 2006, 19:30
da plovati
interessante il fatto di avere i dati del TU: potresti mettere anche quelli in biblioteca?

(magari insieme ad uno schema un po` piu` leggibile di quello che c'e` nel sito, se lo hai...)

(...) Quando mi venne l'idea avevo provato a cercare qualcosa, ed avevo visto il AD633 (fondamentalmente perche` era l'unico disponibile su RS ad un prezzo possibile). Se non ricordo male avevo provato anche a fare qualche simulazione.

Originally posted by UnixMan - 25/08/2006 : 12:45:28
da una mail di Stan:

RE: the OT--The OT is an 18 section transformer, with
bifllar secondary. Unless you need the 16 ohm secondary,
I suggest you eliminate it.
The primary inductance is around 30 hny minimum and the leakage is
arunnd 3 ppfs. Insulation-nomex or similar. Steel-3x audio.


Le 18 sezioni sono per ciascun semiavvolgimento, non si è mai chiarito cosa fossero i 3ppfs citati.
Il risultato dipende troopo dal trafo, se lo fai e non ti soddisfa è il progetto o il trafo? Mi hanno chiesto unmilioneduecentomila lire per farli così. Questo mi ha scoraggiato dal provare a realizzarlo anche se resta la curiosità.
Quindi mi sono rivolto al MPY634 equivalente al AD633 con uno stadio di potenza a BUF634, ma ci sono dei problemi di fase. se tocchi l'ingresso Z i segnali si sfasano in maniera da rendere instabile il tutto. Posso mandarti dei campioni se ti servono, ormai li ho comprati.
da qualche tempo ci sono dei moltiplicatori analogici molto più veloci come AD834, forse con quelli va meglio.

Ho mandato copia dell'articolo a Danilo, se trovo uno scanner serio la rifaccio ad alta risoluzione. Questione di tempo...



_________
Piergiorgio

Inviato: 25 ago 2006, 21:50
da mauropenasa
Paolo, mi puoi spiegare quale sia il "nocciolo della questione potenza costante", visto secondo la tua intuizione, non tanto in termini di diatribe o teorie esterne ?

Io leggo questo concetto, leggo Paolo Caviglia e francamente ho la tentazione di associarmi al suo approccio con la situazione, ossia che alla fine non si risolva tutto in una mera questione di "dimensionamento energetico" legato all'ampli....
Ma dai precedenti discorsi intuisco che ti ci vedi dietro un potenziale miglioramento prestazionale nei diffusori, ma, perdonami, sinceramente non riesco ad identificarlo. Forse dovremmo cominciare a vedere un modello di altoparlante, analizzarne le componenti (dividere quelle utili al movimento da quelle parassite, come le varie Re, che dissipano solo in calore l' energia ), e vedere se su un sistema elettromagnetico con efficienze bassissime sia poi cosi determinante ragionare "in potenza".....

Altra cosa, il ruolo delle forze contro elettro motrici.
Faccio un esempio da "uomo della strada":
quando un altoparlante mi oppone una impedenza istantanea elevata, in zona di risonanza, significa che meccanicamente il sistema diventa più "efficiente", per cui per eseguire una certa corsa si accontenta di meno corrente (energia magnetica) a parità di escursione. Un sistema "in potenza" lavorerebbe contro questo principio, forzando la stessa energia che genera in zona di non risonanza.
Un sistema "in tensione" invece adatterebbe di buon grado la corrente alle mutate condizioni di movimento. Sbaglio qualche cosa, secondo te ?

ciao




Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 25 ago 2006, 23:24
da UnixMan
The primary inductance is around 30 hny minimum and the leakage is
arunnd 3 ppfs. Insulation-nomex or similar. Steel-3x audio.[/i]

Le 18 sezioni sono per ciascun semiavvolgimento, non si è mai chiarito cosa fossero i 3ppfs citati.
potrebbe essere la capacita` parassita, appena 3 pico-pico-farad!? (per spira?) boh...
Il risultato dipende troopo dal trafo, se lo fai e non ti soddisfa è il progetto o il trafo? Mi hanno chiesto unmilioneduecentomila lire per farli
così. Questo mi ha scoraggiato dal provare a realizzarlo anche se resta la curiosità.
Urka... :-$
Quindi mi sono rivolto al MPY634 equivalente al AD633 con uno stadio di potenza a BUF634, ma ci sono dei problemi di fase. se tocchi l'ingresso Z i segnali si sfasano in maniera da rendere instabile il tutto.
infatti, perfino nelle simulazioni mi ero sbattuto contro il problema della (in)stabilita` del tutto... :(
da qualche tempo ci sono dei moltiplicatori analogici molto più veloci come AD834, forse con quelli va meglio.
se c'e` un modello spice disponibile, si potrebbe cominciare a provare a costo zero con qualche simulazione...
Ho mandato copia dell'articolo a Danilo, se trovo uno scanner serio la rifaccio ad alta risoluzione. Questione di tempo...
Tnx, grazie!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 26 ago 2006, 00:54
da UnixMan
Paolo, mi puoi spiegare quale sia il "nocciolo della questione potenza costante", visto secondo la tua intuizione, non tanto in termini di diatribe o teorie esterne ?
sostanzialmente e` lo stesso principio sostenuto da White! (per questo sono rimasto sorpreso quando ho letto i suoi scritti...).

Se guardiamo le cose da un punto di vista fisico, abbiamo a che fare con un dispositivo che converte energia elettrica in energia meccanica (il fatto che abbia una efficienza pessima poco importa, significa solo che la maggior parte dell'energia fornita sara` convertita in calore anziche` in energia meccanica, ma questo non cambia la sostanza dei fatti).

Sempre considerando le cose da un punto di vista fisico, mi sembra evidente che l'energia acustica prodotta non possa che essere uguale ad una frazione dell'energia elettrica assorbita dall'altoparlante.

Poiche` le "perdite" dell'altoparlante (e dell'eventuale cross-over) sono, almeno in prima approssimazione, costanti, e` evidente che anche la "frazione" di cui sopra (cioe` il rendimento energetico) possa considerarsi altrettanto costante.

Ora, dall'elettrotecnica di base sappiamo bene che, quando si ha a che fare con tensioni/correnti "alternate" e carichi reattivi, l'unica potenza "utile" che viene "assorbita" dal carico (cioe` quella in grado di trasferire energia) e` la "potenza attiva" (o parte reale che dir si voglia).

Quindi, la sola energia a poter essere convertita in energia meccanica (e da qui` in suono) ovviamente non puo` che provenire solo da una piccola frazione (costante) della potenza attiva. Tutto il resto contribuisce solo a scaldare e stressare inutilmente i nostri poveri altoparlanti (oltretutto con il risultato di produrre distorsioni varie).

(e ovviamente di scaldare e stressare inutilmente anche l'amplificatore, producendo altre distorsioni... ma questo, ancorche` x vari motivi io non sia troppo daccordo, se ci vogliamo porre nell'ottica dell'amplificatore "ideale" di drpaolo potremmo anche trascurarlo).

Ora (intuitivamente e fino a prova contraria), su un carico come un altoparlante (peggio ancora se sono piu` di uno connessi attraverso un cross-over passivo) non e` affatto detto che la potenza attiva assorbita sia necessariamente proporzionale alla tensione applicata ai suoi capi. Anzi, in generale mi viene da pensare che sia vero il contrario.

Se questo e` vero, significa che se pilotiamo l'altoparlante in tensione (o in corrente), la "potenza sonora" (istantanea) prodotta NON sara` piu` proporzionale al quadrato del segnale di ingresso:

Re(Vout*Iout) =/= K (Vin)^2

ma se questo e` vero, stiamo generando distorsione sull'uscita "acustica" del sistema! :o

Se invece costruiamo un servocontrollo che "forzi" la suddetta relazione, e quindi facciamo in modo che la potenza attiva fornita all'altoparlante sia sempre proporzionale al quadrato della tensione di ingresso, ci assicuriamo che la nostra _vera_ uscita, cioe` quella acustica, segua nel migliore dei modi possibili il nostro segnale di pilotaggio.

Magari mi e` sfuggito qualcosa e/o ho detto qualche castroneria, pero` a quanto pare sono in ottima compagnia... :D ed indubbiamente da un punto di vista personale molte delle affermazioni di White trovano ampie conferme da varie esperienze di ascolto, x cui forse sotto sotto qualcosa di vero potrebbe/dovrebbe anche esserci... ;)



Ciao,
Paolo.

Inviato: 26 ago 2006, 01:14
da UnixMan
Un sistema "in tensione" invece adatterebbe di buon grado la corrente alle mutate condizioni di movimento.
vero... o forse no? com'e` che nella risposta in frequenza i picchi di risonanza si vedono comunque, nonostante l'altoparlante sia pilotato in tensione?



Ciao,
Paolo.

Inviato: 26 ago 2006, 01:22
da Giaime
Perdonatemi se mi intrometto,

dal basso della mia ignoranza. Sto seguendo da un po' le vostre interessanti discussioni sul pilotaggio in corrente o in potenza: vorrei fare qualche osservazione, probabilmente sono fesserie le mie, per cui abbiate pazienza :oops:
  • ok, che bello il pilotaggio in potenza: ma i crossover dei diffusori più diffusi non sono studiati per il pilotaggio in tensione? Se così fosse, non si può parlare di distorsioni e problemi dei crossover, poichè questi in un'ottica di pilotaggio diverso andrebbero completamente rivisti.
  • poi: visto che il crossover l'abbiamo tolto di mezzo, guardiamo il diffusore. UnixMan parla di un dispositivo che converte una frazione dell'energia immessa in energia acustica: ma fatemi ritornare alle basi :oops: . Un altoparlante non è una bobina che si muove in un campo magnetico? La forza che si genera sulla bobina non è proporzionale alla corrente che vi passa attraverso? Non si menziona la tensione: ovvio che la tensione seguirà la corrente, e il suo modulo sarà definito dall'impedenza del diffusore, mentre il suo sfasamento dalle componenti reattive.
  • Detto questo, a me sembra più logico parlare di pilotaggio in corrente: probabilmente la domanda che dovrei pormi è "siccome non stiamo pilotando un elettromagnete ma un altoparlante, non è che tutti gli altoparlanti di questa Terra (almeno quelli moderni) non siano stati progettati espressamente per un pilotaggio in tensione?"
Insomma, da quel poco che capisco, mi pare che "il diffusore" sia di per sé pensato al pilotaggio in tensione: se cambiamo tipo di pilotaggio, mi sa che dobbiamo progettarci pure i diffusori :?





Saluti termoionici


Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 26 ago 2006, 12:29
da drpaolo
Vorrei rispondervi, solo che sono un po' stanco e poco lucido e non vorrei dire castronerie, comunque ci provo.
Ora (intuitivamente e fino a prova contraria), su un carico come un altoparlante (peggio ancora se sono piu` di uno connessi attraverso un cross-over passivo) non e` affatto detto che la potenza attiva assorbita sia necessariamente proporzionale alla tensione applicata ai suoi capi.
Diciamo che la potenza "utilizzata per compiere il lavoro" dalla macchina amplificatrice è sempre quella. In un amplificatore ideale, qualunque sia il carico e qualunque sia lo sfasamento, data una tensione corrispondente alla potenza massima e un modulo del carico, il modulo della corrente sarà sempre legato a V/Ohm, sia che la potenza si dissipi nella bobina mobile dell'altoparlante, sia che sia sprecata nelle giunzioni del transistor (supponendoo una SOAR robusta).

n un amplificatore "reale", ma non protetto alla giapponese, in tensione e corrente, può paradossalmente succedere che la potenza massima indistorta misurata ai morsetti di un carico reale (altoparlante) - essendo gli altoparlanti dispositivi concepiti per essere pilotati in tensione - sia superiore in condizioni di massimo sfasamento rispetto a quelli di sfasamento nullo.
Questa affermazione ovviamente non è farina del mio sacco, ma è il risultato di un ampia casistica di misure eseguite vent'anni fà o giù di lì da AudioReview su batterie di amplificatori collegati a carichi reali (sistemi di altoparlanti commerciali ).

Da tali misure risultava che alcuni amplificatori a stato solido particolarmente ben progettati erano in grado di fornire qualche frazione di W in più e quindi un corrispondente aumento di pressione sonora se accoppiati a diffusori con impedenza tormentata, rispetto al dato di potenza fornito su resistenza da 4/8 Ohm, ovviamente a parità di modulo di impedenza alla frequenza di misura (4 o 8 Ohm).

Ciò non è tanto strano se si tiene in conto lo sfasamento tra tensione e corrente su carico reattivo e la corrispondente diminuzione della caduta di tensione su resistenze di emettitore, cablaggio interno dell'ampli e cablaggio dei diffusori quando la tensione è in anticipo sulla corrente, che causa un aumento della tensione disponibile ai morsetti dell'altoparlante (ricordo che stiamo parlando di definizione della potenza massima di amplificatori reali, ma ben progettati)

L'aumento di pressione sonora, in questo caso (ammesso che AudioReview l'abbia effettivamente misurato e non stimato - non lo ricordo bene - ) confermerebbe che i diffusori commerciali sono nati per essere pilotati in tensione.

L'unico diffusore commerciale di mia conoscenza nato (forse) per essere pilotato in corrente è quello dell'Ing. Creazzo (Ultrasound ?!) anche se ad una mia precisa domanda su come ciò sia stato possibile, dato che la customizzazione di una serie di altoparlanti in grado di compiere "il miracolo" costerebbe cifre spropositate, il progettista si è arrampicato un po' sugli specchi (e all'ascolto gli altoparlanti non facevano mirabilie).

Anche la buonanima di Canini, molti anni fa, aveva concepito un sistema di altoparlanti a due vie completamente senza crossover interno, con limitazione di banda degli altoparlati effetuata per via meccanica e anche una ditta scomparsa, chiamata Modulo aveva realizzato qualcosa di assimilabile, su cui sarebbe stato interessante capire di più, in termini di pilotaggio in tensione e/o corrente.

Cordialmente

Paolo Caviglia

Inviato: 26 ago 2006, 16:21
da mauropenasa
mhmm, Unixman (uso il tuo nick per non creare confusione con gli altri Paolo... :) ), secondo me si continua a buttare troppa carne al fuoco, ed urge una analisi del sistema altoparlante dal punto di vista elettrotecnico....
Alcuni semplici commenti miei al volo:
Quindi, la sola energia a poter essere convertita in energia meccanica (e da qui` in suono) ovviamente non puo` che provenire solo da una piccola frazione (costante) della potenza attiva. Tutto il resto contribuisce solo a scaldare e stressare inutilmente i nostri poveri altoparlanti (oltretutto con il risultato di produrre distorsioni varie).
ehmm, scusami, io "la sapevo" opposta, la cosa....
Come sostenuto anche da Giaime, la "potenza attiva" è un parametro che tiene conto esclusivamente della "componente resistiva" del "sistema misto", mentre quella reattiva, che è l'unica fonte di energia magnetica (quindi di movimento), è considerata solo entro le sue componenti definite "reattanze" (resistenze a sfasamento di + o - 90° a seconda della loro componente capacitica od induttiva) che a loro volta entrano a far parte della "potenza attiva" esclusivamente quando si è in presenza di "lavoro" o di "rifasamento elettrico", per una semplice ma intrigante combinazione vettoriale delle tensioni o correnti. Come ho detto più volte, le dinamiche di bilanciamento energetico di questi sistemi si chiamano "back emf" o "forze contro elettromotrici indotte", che con la loro azione eseguono di fatto un adattamento energetico proprio mediato dalla legge di ohm (come dal mio esempio del post precendente).
Ora (intuitivamente e fino a prova contraria), su un carico come un altoparlante (peggio ancora se sono piu` di uno connessi attraverso un cross-over passivo) non e` affatto detto che la potenza attiva assorbita sia necessariamente proporzionale alla tensione applicata ai suoi capi. Anzi, in generale mi viene da pensare che sia vero il contrario.

Se questo e` vero, significa che se pilotiamo l'altoparlante in tensione (o in corrente), la "potenza sonora" (istantanea) prodotta NON sara` piu` proporzionale al quadrato del segnale di ingresso:

Re(Vout*Iout) =/= K (Vin)^2
...

Guarda "che se questa affermazione fosse vera..." vorrebbe dire che è la legge di ohm a non essere corretta !!
La "potenza attiva" assorbita da qualsiasi carico, a prescindere dalla sua composizione, è PER DEFINIZIONE sempre dipendente dalla tensione e dalla corrente !! (ovviamente se sono rigorosamente in fase tra loro, altrimenti leggi più avanti....)
vero... o forse no? com'e` che nella risposta in frequenza i picchi di risonanza si vedono comunque, nonostante l'altoparlante sia pilotato in tensione?
?!:o
Forse mi sono perso qualcosa, ma io un "picco di risonanza residuo" direttamente attribuibile a questo meccanismo non lo ho mai visto, se parliamo di ampli in tensione molto efficienti (come descritto da Drpaolo)....
Evidentemente non ti riferisci a quello ma alle risonanze dei filtro passivi, ma credo che per mantenere cerente il discorso convenga per il momento non coinvolgerli...

Io credo di capire dove vorrebbe parare questo concetto, ma credo che servirà un contributo grafico sulle dinamiche elettrotecniche per poter capirci.
Anticipo solo che i sistemi RLC si basano sulla semplice combinatoria vettoriale (reattanze varie), mediante la quale il sistema mantiene equilibrata la situazione. La presenza di sfasamenti definisce la dissipazione di potenza reattiva (Q) , che si combina con quella attiva (P) vettorialmente formando la generazione della famosa "potenza apparente" (S) che è quella incriminata nei tuoi esempi, ossia data da V*I (dove V è la tensione applicata ed I la corrente totale assorbita dal sistema).

In ogni caso, un motore elettromagnetico (cuore del altoparlante) sfrutta esclusivamente le back-emf per equilibrare la potenza attiva con quella reattiva in funzione del lavoro che gli viene imposto dal circuito meccanico-elettrico. Quando il lavoro diventa "facile" (risonanza) predomina la contrapposizione da back-emf, impedendo l' assunzione di energia (movimento nel nostro caso) eccessiva, mentre quando il lavoro diventa gravoso esse quasi scompaiono lasciando piena strada alla corrente indotta dalla tensione applicata.
E' singolare la concezione che un "sistema motore" debba in qualche modo lavorare in modo "costante ed immutabile" sia da un punto di vista energetico che meccanico.....

Riguardo White, io credo che il tutto giri più intorno a ricerche topologiche che legate alla dinamica del movimento elettromeccanico, ma posso anche sbagliarmi.

La mia sensazione è che si confonda la potenza apparente, ossia quella prodotta dalla legge di ohm misurando separatamente tensione e corrente di un sistema (quello che faresti tu con un moltiplicatore), senza tenere conto dello sfasamento tra le due forze (leggi coseno, nel nostro caso), e la potenza attiva, ossia quella prodotta dalle stesse componenti RIGOROSAMENTE in fase tra loro...

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 26 ago 2006, 21:42
da mauropenasa
OK, questo è una semplice simulazione di un pilotaggio in tensione di un woofer (adattamento da studi di Ingrast...).

Schema:

Immagine

e plot simulato di impedenza (verde) e fase relativa (fucsia). Diciamo che collima abbastanza con la risposta di un normale woofer....

Immagine

Situazione:

Cmes= simula la massa meccanica equivalente
Res= resistenza meccanica (perdita meccanica del sistema)
Lces= simula la cedevolezza delle sospensioni (e sistema di movimento meccanico in aria in generale....)
Re ed Le sono le componenti elettriche interne della bobina

Vesw= tensione equivalente alla velocità del cono (traslazione in tensione dell' equivalente meccanico....)

In pratica il gruppo RLC in parallelo simula la situazione meccanica (traslata su un piano elettrico), mentre il resto è il normale circuito elettrico tipico delle nostre discussioni.
La "sezione meccanica" in zona di risonanza riesce a simulare abbastanza bene la condizione di sfasamento e contrapposizione di impedenza tipica dell'azione da back_emf. Più è alta la velocità del cono (Vesw) più la sezione meccanica opporrà una impedenza elevata di risposta, o se vogliamo, più è alta la velocità del cono più è alta la tensione back-emf equivalente che si opporrà alla corrente che genera il movimento..... :x

Forse ora sarà possibile andare a vedere DOVE sono queste non linearità presunte da Paolo (o White o chi per lui....), e se volete anche analizzare graficamente perchè si può sostenere che un pilotaggio in corrente (o moderatamente in corrente) sia più lineare di quello in tensione, ma non sia applicabile nella pratica senza prevedere una forma di compensazione inversa della risposta dell' altoparlante (hawksford ed affini...)

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 26 ago 2006, 22:06
da mauropenasa
Questa è la simulazione delle variazioni della velocità del cono Vesw in funzione delle variazioni di tensione del generatore, a gradini di 300mV (0.5-2V):
Immagine

La risposta, ovviamente ampia maggiormente in zona di risonanza, non presenta affatto andamenti non proporzionali, quindi è lineare (versus tensione di input).
Immagino che se la velocità è proporzionale a V (in modo lineare), e la velocità è direttamente proporzionale alla pressione sonora, per una legge transitiva la V^2 resta proporzionale alla pressione sonora.
Ma posso anche sbagliarmi...

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 26 ago 2006, 23:39
da UnixMan
Io che sono sempre un po' rozzo nelle analisi tecniche, ritengo che quello che tu citi non è altro che una differente prospettiva di esame delle curve di pilotaggio dei diffusori acustici da parte degli amplificatori.
[...]
il più possibile l'amplificatore ideale: con impedenza interna tendente a zero ( o ad un valore costante in tutta la banda di potenza) e
mmmh... non vorrei che ci sia stato un fraintendimento. L'idea non era pensata per evitare i sovraccarichi dell'ampli ed i problemi relativi, anche se ovviamente anche questo potrebbe essere un possibile vantaggio da considerare.

BTW: gli ampli "normali" (in tensione) quasi "ideali" di cui parli tu ci sono, ma quanti sono e soprattutto quanto costano? :-$ anche tra i marchi Hi-End piu` "quotati" io ne conosco ben pochi che veramente possono vantare caratteristiche simili, e tutti sono praticamente inavvicinabili per la maggior parte dei comuni mortali. Per di piu`, sono quasi tutti dei mostri capaci di diverse centinaia di Watt di cui una frazione sostanziosa "in classe A" (traduzione dalle panzane commerciali: con alta polarizzazione a riposo... ;) ), che consumano (e scadano!) come stufe...

Comunque sia, dicevo, il punto non e` questo.

Ancorche` finora in questo 3D abbia cercato di "inquadrare" la questione sul piano tecnico (verosimilmente non senza dire anche qualche castroneria :) ) l'idea di provare a vedere cosa succede (all'ascolto!) pilotando "in potenza" gli altoparlanti nasce da considerazioni diverse, fondamentalmente di natura empirico/intuitiva.

Come ho gia` detto piu` volte nel corso di altre discussioni, personalmente ho una sorta di "idiosincrasia" per il "suono solid-state". Tranne -forse- qualche rarissima (quanto inavvicinabile) eccezione, per qualche motivo -alle mie orecchie- il suono che viene prodotto da quasi tutti gli ampli SS (ma anche da quelli a tubi fortemente retroazionati), anche quando apparentemente perfetto, dettagliato, dinamico, privo di "grana", etc., in qualche modo ha sempre quacosa di per cosi` dire "fasullo", "artificiale", "meccanico", "morto". Manca di naturalezza ed in un certo senso di "vita". Inoltre, forse per questi e/o per altri motivi, a parita` di altre condizioni (musica, ambiente e livello di ascolto, umore, etc...) gli ampli SS non riescono a "coinvolgermi" ed "emozionarmi" quanto riescono a fare (alcuni di) quelli a tubi.

Ora, anche se vivo perfettamente felice e contento con le mie amate valvole (e vederle accese al buio crea anche una bella atmosfera romantica, calda e piacevole - una sorta di "effetto caminetto" che non guasta! :D ), la mia innata curiosita` tecnico/scientifica mi ha sempre spinto a cercare di capire il perche` delle cose... ed in questo caso, anche a pensare se non fosse possibile ottenere risultati simili (o magari anche migliori) utilizzando tecnologie diverse.

In questa ottica, ho cercato di "indovinare" quali potessero essere le differenze maggiori tra un ampli SS ed uno a tubi, ed ovviamente la prima e piu` scontata che viene in mente e` l'interazione con il carico... (di questo abbiamo parlato altre volte con Mauro, ancorche` non sia mai riuscito a venirne a capo in maniera del tutto soddisfacente :) ).

Comunque sia, per farla breve, io ho ipotizzato che quel "qualcosa" che non mi piace negli ampli SS possa essere non solo / non tanto legata a difetti di implementazione, quanto magari anche o soprattutto ad un difetto di fondo legato al pilotaggio in tensione.

Cosi`, ormai diverso tempo fa` provai a fare un piccolo esperimento e realizzai un piccolo ampli di test con un LM3875 e NFB "misto" tensione/corrente con impedenza di uscita variabile.

I risultati all'ascolto sono stati piuttosto interessanti...

per cominciare, IMHO si puo` sfatare la convinzione che i diffusori convenzionali non possano funzionare bene se pilotati con impedenze (relativamente) alte. Ovviamente il discorso e` limitato e non tutti si comportano allo stesso modo (ad esempio una coppia di "Proac" ha cominciato ad esibire problemi da "scarso smorzamento" gia` con DF~2), ma ho avuto modo di sperimentare che molti diffusori del tutto convenzionali funzionano benissimo anche se pilotati con DF<1. Al piu` basta aggiustare un po` il posizionamento per evitare una eventuale esuberanza nei bassi...

Al di la` di questo, la "sorpresa" (si fa` x dire, visto che me lo aspettavo) e` che con DF simili a quelli tipici degli ampli a tubi, anche il suono ha perso alcune delle caratteristiche "solid-state" per diventare in qualche modo molto piu` "vivo" ed "interessante". Certo, niente a che vedere con un buon ampli a tubi (oltretutto, per quache motivo quell'oggetto si "mangia" una quantita` di "dettagli" inimmaginabile), ma ciononostante all'ascolto quel giocattolo e` per molti versi molto piu` "gradevole" ed "interessante" di molti altri ampli SS.

Fatta l'esperienza di pilotaggio in tensione, "misto" (basso DF) e (quasi) in corrente, mi e` venuta l'idea... e se provassi a pilotare "in potenza"?



Ciao,
Paolo.

Inviato: 27 ago 2006, 05:35
da UnixMan

Originariamente inviato da Giaime - 25/08/2006 : 20:22:43

ok, che bello il pilotaggio in potenza: ma i crossover dei diffusori più diffusi non sono studiati per il pilotaggio in tensione? Se così fosse, non si può parlare di distorsioni e problemi dei crossover, poichè questi in un'ottica di
pilotaggio diverso andrebbero completamente rivisti.
in linea di principio e` vero. In pratica, pero`, se questo fosse veramente necessario... allora non potremmo utilizzarli neanche con i nostri cari ampli a tubi! :o

Mi spiego: su un carico resistivo costante, pilotare "in potenza" significa niente altro che pilotare un carico Rc con un generatore (di tensione) che ha una resistenza interna (serie) Ri = Rc (oppure uno di corrente in parallelo con Ri, che e` esattamente la stessa cosa). E` quello che si fa` normalmente ad es. in RF per pilotare antenne, linee di trasmissione, etc.

Nel nostro caso, se il trasduttore offrisse un carico resistivo costante, pilotarlo in potenza significherebbe quindi niente altro che usare un ampli con impedenza di uscita (che nel caso ideale dovrebbe essere perfettamente resistiva) pari a quella del carico (DF=1).

Nel caso di un carico variabile (e reattivo), se non vado errato quello che dovrebbe succedere e` che il ns. servocontrollo (parlare di amplificatore in questo caso e` piuttosto inappropriato) aggiustera` dinamicamente la sua impedenza interna per "inseguire" costantemente quella del carico.

Poiche` l'impedenza di un (buon) diffusore ha escursioni limitate, questo significa che, dal punto di vista del cross-over, la situazione non e` molto diversa da quella che si ha con DF=1, che e` un valore tipico di molti ampli a tubi (senza NFB).

In definitiva, quindi, se un diffusore funziona bene con un monotriodo, "a naso" non dovrebbe avere problemi neanche se pilotato in potenza.

UnixMan parla di un dispositivo che converte una frazione dell'energia immessa in energia acustica: ma fatemi ritornare alle basi . Un altoparlante non è una bobina che si muove in un campo magnetico? La forza che si genera sulla bobina non è proporzionale alla corrente che vi passa attraverso?
si`, ma la forza da sola non e` energia, se non compie un lavoro... (e` come avere tensione senza corrente). E` solo il movimento del cono sotto l'effetto della forza che provoca traferimento di energia. Di questa energia "trasferita", solo quella (ben poca...) successivamente "trasmessa" all'aria costituisce lavoro utile, cioe` suono.

Tutto il resto (la quasi totalita`, purtroppo) in parte e` dissipato in calore a causa della resistenza della bobina ed in parte "rimbalza" avanti e indietro tra l'ampli ed il diffusore (l'energia cinetica impressa al cono che, diminuita delle perdite meccaniche e della (misera) parte trasferita all'aria viene riconvertita in energia elettrica: e` la famosa "back-EMF" di cui si parla tanto. Da un punto di vista prettamente elettrico, questo e` del tutto equivalente a dire che l'altoparlante e` un carico reattivo, ed infatti il sistema meccanico massa-molla-smorzatore con cui puo` essere modellata la parte meccanica dell'altoparlante stesso puo` essere modellata altrettanto bene con i suoi equivalenti elettrici L-C-R.

Quello che spesso manca nei modelli elettrici, xche` di solito trascurato (!) in quanto di entita` molto modesta rispetto alle altre grandezze in gioco e` proprio l'effetto "smorzante" (cioe` la componente resistiva) dovuta al trasferimento di energia dalla membrana all'aria. In altre parole, quello che spesso viene omesso dai modelli e` proprio l'unica cosa che produce suono! :o

P.S.: incidentalmente, con questo credo di aver risposto indirettamente anche a drpaolo ed a Mauro...

La potenza attiva che ci interessa controllare e` proprio quella frazione minima dovuta alla componente resistiva prodotta dal lavoro di pompaggio, i.e. quella effettivamente "assorbita" dall'altoparlante e da questo trasferita all'aria sotto forma di "suono".

La componente reattiva (cioe` quella "fuori fase") non compie lavoro (sul carico) in quanto rappresenta energia elettrica "accumulata" dall'altoparlante sotto forma di energia cinetica e da questo successivamente "restituita" all'amplificatore (che di solito si trova a doverla dissipare in calore).

Questo e` il famoso nocciolo della questione. :)

Detto questo, a me sembra più logico parlare di pilotaggio in corrente:
ragionamento molto logico, ed in effetti e` stato anche dimostrato (da Hawksford) che il piotaggio in corrente offre numerosi vantaggi rispetto a quelli in tensione. Ma questa e` un'altra storia. :)
probabilmente la domanda che dovrei pormi è "siccome non stiamo pilotando un elettromagnete ma un altoparlante, non è che tutti gli altoparlanti di questa Terra (almeno quelli moderni) non siano stati progettati espressamente per un pilotaggio in tensione?"
"sni"... :D si` e no, anzi, piu` no che si`. Ovviamente, i progettisti di altoparlanti lo sanno bene e cercano di "fare i salti mortali" per ridurre i problemi causati dal pilotaggio in tensione, ma non possono certo sovvertire i principi fisici di funzionamento, a meno di non fare un trasduttore completamente diverso... che so`, quacosa come un pannello elettrostatico... ;) :grin:


Ciao,
Paolo.

Inviato: 27 ago 2006, 07:24
da UnixMan
Se questo e` vero, significa che se pilotiamo l'altoparlante in tensione (o in corrente), la "potenza sonora" (istantanea) prodotta NON sara` piu` proporzionale al quadrato del segnale di ingresso:

Re(Vout*Iout) =/= K (Vin)^2
...

Guarda "che se questa affermazione fosse vera..." vorrebbe dire che è la legge di ohm a non essere corretta !!
La "potenza attiva" assorbita da qualsiasi carico, a prescindere dalla sua composizione, è PER DEFINIZIONE sempre dipendente dalla tensione e dalla corrente !! (ovviamente se sono rigorosamente in fase tra loro, altrimenti leggi più avanti....)
ovvio... ma leggi bene quel che ho scritto! :)

non ho detto che "Pout =/= Vout*Iout", ci mancherebbe... ho detto che la la parte reale di Pout (cioe` la potenza attiva) potrebbe non essere uguale a K(Vin)^2.

Mi spiego: se chiamiamo Rc la "componente resistiva" del carico, ovviamente vale che:

Re(Pout) = (Vout)^2/Rc

se pilotiamo in tensione con un ampli ideale, detto K' il suo guadagno, ovviamente vale Vout=K'Vin per cui

Re(Pout) = (K'Vin)^2/Rc

e quindi sembrerebbe che hai ragione tu... posto K''=(K'^1/2)/Rc => Re(Pout) = K''(Vin)^2

...ma forse no. ;)

infatti, l'ultima relazione e` vera solo se Rc e` costante!

pero`, per una sia pur piccolissima -ma fondamentale!- parte, Rc comprende anche la componente resistiva dovuta all'energia trasferita all'aria (l'energia acustica, il lavoro utile del nostro trasduttore).

A priori (ne so` troppo poco di acustica per tentare di fare un'analisi teorica) nessuno ci dice che questa componente sia costante... e se Rc non e` costante, allora (K'Vin)^2/Rc puo` benissimo essere diverso da K(Vin)^2 senza violare alcun principio fondamentale.

Afferrata l'idea?

Comunque, ovviamente non so` se o quanto questo possa essere rilevante... ci sono molte altre cose in gioco, come ad esempio lo smorzamento... se non vado errato pilotando in potenza si dovrebbe avere smorzamento critico costante su tutto lo spettro, ed anche questo potrebbe giocare un ruolo importante dal lato acustico.

Insomma, io vedo il problema delle interazioni ampli-diffusore non solo limitatamente all'accoppiamento elettrico ed alle relative problematiche dell'amplificatore, ma lo estendo al dispositivo trasduttore nel suo complesso; quindi "ribalto" il punto di vista e considero principalmente e fondamentalmente l'uscita acustica, che d'altronde e` l'unica cosa che ci interessa veramente.

In altri termini, anziche` cercare di fare un amplificatore "perfetto" sul piano elettrico sperando poi in un trasduttore altrettanto "ideale" sul piano della conversione elettroacustica, come sostanzialmente si e` fatto fino ad oggi, penso piuttosto che sarebbe il caso di provare a fare qualcosa di diverso e tentare di realizzare un servocontrollo che sfrutti al meglio (dal punto di vista dell'uscita acustica) i trasduttori reali che abbiamo a disposizione (se poi questo coincida o meno con il pilotaggio in potenza piuttosto che con qualcosa di completamente diverso ovviamente e` tutto da dimostrare...).

In effetti, per capirci veramente qualcosa IMNSHO bisognerebbe fare delle misure (di distorsione, intermodulazione, risposta all'impulso, etc.) da questo lato, con un bel microfono, variando le condizioni di pilotaggio (ad es. con ampli diversi, di diversa tecnologia, etc). Ho la sensazione che avremmo qualche sorpresa...
La mia sensazione è che si confonda la potenza apparente, ossia quella prodotta dalla legge di ohm misurando separatamente tensione e corrente di un sistema (quello che faresti tu con un moltiplicatore), senza tenere conto dello sfasamento tra le due forze (leggi coseno, nel nostro caso), e la potenza attiva, ossia quella prodotta dalle stesse componenti RIGOROSAMENTE in fase tra loro...
ovviamente, un po` di confusione c'e` stata. Mea culpa. :( Purtroppo dire semplicemente "pilotaggio in potenza" e` generico, e si possono intendere entrambe le cose, cioe` pilotaggio a potenza apparente costante o a potenza attiva costante... ovviamente, i miei discorsi "energetici" si riferivano al secondo caso.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 27 ago 2006, 15:05
da Giaime
Grazie della spiegazione Unixman, devo dire che ho afferrato gran parte di quanto stai scrivendo.

Continuate così :)

Saluti termoionici


Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 27 ago 2006, 15:49
da mauropenasa
ehmmm, Paolo unixman, capisco le tue recriminazioni psico-intuitive, ma guarda che nel modellino semplice che ti ho postato la resistenza delle sospensioni e dell' aria c' è ed è in bella mostra..... 8) (Res)

Quindi se ti riferisci a quello vorrei vederlo plottato, il tuo ragionamento....

Ribadisco che io mi trovo in territorio assolutamente neutro, su questo discorso, voglio solo capire PERCHE' dovrei pensare un sistema in potenza, dato che io amo fare le cose solo se credo di avere un problema davanti, e non solo perchè credo che "suonino meglio"... ;)

Riguardo la tua disamina ampia sulle prestazione acustiche presunte dei sistemi, io non voglio più entrare nel merito perchè non porta da nessuna parte. Dico solo che se vuoi, per peggiorare un sistema SS fino ad avere tutte le variabili negative dei tuoi sistemi di riferimento non ci vuole molto, con tanto di piacevolezza auditiva.

Tecnicamente, però, non si può dire che un DF=1 non cambia il suono dei diffusori e non crea degli evidenti variazioni di livello localizzato in risposta in frequenza..... basta un simulatore qualsiasi per vedere gli effetti, calcolabili in diversi dB. Un conto è che "non si senta" o "tu non lo senta", un conto è cercare di fare dei sistemi lineari.
Un passa basso LC, progettato per un carico di 8ohm con un generatore di tensione a monte, RADDOPPIA la sua frequenza di taglio se il generatore assume una impedenza di 8ohm !!
**aggiunta (ovviamente in base alla struttura del filtro, può modificare il solo Q nel caso di LC di ordine elevato o composito oppure radoppiare la frequenza nel caso di unico elemento reattivo come un primo ordine....)

E questo vale a prescindere da cosa porti il DF=1.

Vedi, se non si dividono i campi di competenza, non si va da nessuna parte. Io penso ai sistemi linearizzati, tu al suono.
Il nostro modo di percepire il suono è assolutamente inaffidabile rispetto alla parte tecnica.
Io ti dissi da tempo di dimostrare che i miglioramenti che tu associ al pilotaggio misto corrente tensione non siano frutto di una semplice equalizzazione derivata dal lavoro anomalo dei filtri nei diffusori, dato che a tavolino è dimostrabile che cambi di diversi dB la risposta localizzata, verosimilmente intorno alle frequenze di incrocio e in vicinanza dell' accordo di taglio basso del woofer. Basta chiedere al nostro amico audiofanatic quanto una risposta in frequenza "a sella" possa essere "ruffiana" e piacevole rispetto ad una precisa e diretta, come quella dei monitor....

Ora, torniamo su un piano scientifico, e vediamo cosa non va nella simulazione, e da quale angolo sia meglio osservare la situazione.

Io resto scettico, e non leggo argomenti diversi dai miei sopra per giustificare "le tue sensazioni di ascolto".
Non dovrò mica simulare un diffusore completo e dimostrarti anche dove e come cambia la risposta in frequenza ? :D

Questione Res costante o non costante:
Non puoi girare intorno al problema di continuo. Se ti fa piacere, nel sistema modellato NESSUNA DELLE COMPONENTI E' ASSOLUTAMENTE COSTANTE:
Re -> subisce variazioni discrete a causa del regime termico elevato
Le -> varia a causa del non costante flusso magnetico al variare della velocità del cono e delle deformazioni meccaniche

Il parallelo RLC che simula la meccanica -> pressione e temperatura ambiente, regime termico, variazioni di intensità magnetica al variare del movimento ecc....

In una parola: non linearità = THD.
Ma che un altoparlante esibisca THD progressive nell' ordine di diversi punti percentuali, e che esse siano riflesse regolarmente nel sistema elettrico non credo sia un mistero. Lo stesso Hawksford ha prodotto interi documenti analizzando parte di questi problemi e dimostrando strumentalmente che un pilotaggio localizzato e dedicato (in corrente) può mitigare molto questi aspetti. dallo stesso studio però emerge UN RUOLO DEL TUTTO MARGINALE di Res nel sunto distorsivo complessivo, mentre la parte del leone la fanno altri elementi, in particolare quelli serie come Re ed Le, oppure mi verrebbe da dire, in base a studi Kef, legati al complesso magnetico quindi a tutto fuorchè a Res....
D' altronde, se analizzi la posizione di Res, posizione condivisa da tutti gli analisti del problema, essa ha escusivamente un ruolo "smorzante" essendo in parallelo al sistema risonante, e non rappresenta in nessun caso un "problema" rilevante che non sia legato al puro smorzamento. In pratica in quella posizione anche se variasse del 200% l' unica conseguenza sarebbe un maggiore o minore smorzamento della risonanza, ma pochissima rilevanza su un piano di "potenza attiva", perchè esso è SEMPRE contollato da Re per una percentuale elevatissima. Prova ne è che lontano dalla zona di risonanza la parte meccanica diventa una specie di "corto circuito" e l' unico carico visto dal generatore resta poco più che Re....

ciao



Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 16:23
da mauropenasa
Questo grafico dimostra come cambia la velocità del cono al variare di Rg (resistenza del generatore). Si noti come il Q del sistema risonante aumenti in modo proporzionale ad RG, per cui già con un DF=1 (RG=8ohm) si ha un Q di circa 2-3 volte quello previsto con un generatore di tensione puro.
Questa situazione definisce una risposta in frequenza "naturale" palesemente alterata a favore di una zona limitata (quella di risonanza del sistema) e si potrebbe misurare agevolmente anche sul sistema reale. Questa situazione diventa macroscopica in presenza di pilotaggio in corrente pura, perchè viene a mancare lo smorzamento di Re+Rg alla cella risonante, ed unica opposizione è la famosa Res, ossia la resistenza delle sospensioni+ aria....
Ecco perchè se si usa un pilotaggio in corrente (o ibrido), da una parte si eliminano gli effetti negativi causati da Re+Le+Rg (tutte più o meno non lineari) ma dall' altra serve una "equalizzazione preventiva" della intensità di corrente nella zona di risonanza (in pratica costruire una variazione di intensità di corrente inversa rispetto alla campana di impedenza che si nota nel grafico...)

Immagine


Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 16:29
da Giaime
E in tutto questo caro Mauro, cosa cambierebbe se andassimo a considerare quelle celle che si mettono ogni tanto in parallelo al woofer, per abbatterne il picco di risonanza?

Se ho capito qualcosa, le tue obiezioni verrebbero a cadere, o sbaglio?

Saluti termoionici


Giaime Ugliano

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Inviato: 27 ago 2006, 16:53
da mauropenasa
Questo è lo stesso plot ma con il woofer paralellato da 1ohm+12uF, cella usata nella cassa con filtri attivi presa a modello...

Immagine

Non cambia molto, nella velocità del cono, non ti pare ? 8)

Il problema che le celle reattive non dispongono di efficienza in zona di risonanza, perchè essa ha al suo massimo una componente resistiva (bilanciamento tra L e C del sistema). Solo un' altra cella risonante inversa sarebbe in grado di assorbire bene la cosa, ma essa assorbirebbe anche gran parte della energia destinata al movimento....

Morale, la cosa è gestibile ma solo studiando un filtro attivo o passivo perfettamente tarato alla situazione, e ripeto, un DF=1 è già una situazione non corretta per una rete studiata "in tensione"...


Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 16:57
da Giaime
(figuraccia)

Grazie della spiegazione Mauro :oops:



Saluti termoionici


Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 27 ago 2006, 17:04
da mauropenasa
Non hai fatto una figuraccia, un esperto "rifasatore" potrebbe anche metterci "una pezza" realmente. La questione è che normalmente non si tende a mettere celle sotto i 100Hz capaci di assorbire totalmente un picco del genere, a causa della grande energia che andrebbe sprecata.
Di solito si tende ad ammorbidire situazioni di fase troppo gravose, anche perchè si deve considerare che quel picco corrisponde ad uno dei pochi punti di "carico facile" data la sua impedenza elevata, e un sistema rifasato per tutta la gamma adatto ad elevate impedenze del generatore dovrebbe avere una impedenza costantemente analoga ad Re, che in molti casi renderebbe il sistema molto molto duro da gestire....
Si fa di più, vedo, in gamma alta, dove esiste sempre un buon margine di energia da sfruttare....

ciao


Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 21:33
da mauropenasa
Ultimo contributo per questa prima fase, la dimostrazione della mia tesi (scontata) riguardo alla autocompensazione del sistema in presenza di back_emf (risonanza), nel caso di sistemi "in tensione". Plot della corrente del generatore al variare della Rg, ossia della impedenza interna del generatore stesso:
Immagine

La curva in alto e più ondulata riguarda Rg=0, quella in basso Rg=16ohm. Da questo plot si evince:

a. basta una Rg non elevatissima per generare forti scompensi nel Q del sistema, e quindi nella sua risposta in frequenza (ps. magari più avanti si può anche definire l'equazione che lega la risposta in frequenza effettiva con la velocità del cono, che ovviamente risente di altri coefficienti esterni...)
b. Che la Re introduce già di suo una forma di compensazione, inpedendo al generatore di avere un controllo totale del sistema meccanico (la curva non è perfettamente simmetrica a quella dell' impedenza ma più ampia e smussata)
c. più diventa costante la corrente più aumenta il Q del sistema meccanico, e sarà neccessaria introdurre appunto una forma di equalizzazione fittizia nella erogazione della corrente per ottenere grossomodo la curva di corrente sagomata in alto per mantenere un Q di sistema come quello in tensione.

Adesso che almeno abbiamo una base su come IO vedo un altoparlante, e su come io credo che lo veda il mio ampli, possiamo discutere cosa cambiare e perchè.... 8)
Personalmente ritengo che ragionare su una "media quadratica" senza entrare nel merito se questo concetto ha una sua ragione nel sistema in oggetto oppure no, sia forviante.

PS: Io non faccio l'avvocato del diavolo per il gusto di farlo (forse :twisted: ) ma solo per capire. Quindi non sono "io contro Paolo unixman", sono le mie limitate conoscenze vs altri punti di vista. Solo che perchè io possa cambiare idea, mi si deve convincere con qualcosa di più che "suona meglio". Poi volendo possiamo anche parlare di come la vedo io veramente su questo tema, cosa che per ora non ho neanche sfiorato, essendomi limitato ad esporre quello che "si promulga" in giro.....

ciao


Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 21:50
da Giaime
In sostanza, con gli altoparlanti tradizionali e senza particolari compensazioni, tu stai dicendo che aumentare la Rint del generatore non fa molto bene alla risposta in frequenza che i progettisti si erano prefissati, no?

E questo è piuttosto "universale", per tutti gli altoparlanti. Evidentemente il mito del DF basso è legato ad un'equalizzazione che facciamo nell'ambiente d'ascolto, legata a parametri più complessi?

Forse il problema è un altro: che oggi molti diffusori sono proprio pensati per DF non elevatissimi, per i monotriodi etc etc.

Saluti termoionici


Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 27 ago 2006, 22:12
da mauropenasa
Rispondo a Giaime in tempo reale:
In sostanza, con gli altoparlanti tradizionali e senza particolari compensazioni, tu stai dicendo che aumentare la Rint del generatore non fa molto bene alla risposta in frequenza che i progettisti si erano prefissati, no?

E questo è piuttosto "universale", per tutti gli altoparlanti. Evidentemente il mito del DF basso è legato ad un'equalizzazione che facciamo nell'ambiente d'ascolto, legata a parametri più complessi?
Esattamente, anche se queste conclusioni non sono originali e sono attribuite a molti progettisti....
Forse il problema è un altro: che oggi molti diffusori sono proprio pensati per DF non elevatissimi, per i monotriodi etc etc.

Mi dai lo spunto per dire 2 cose:
Io non sono tanto sicuro che queste problematiche sia ben chiare a tutti i progettisti di casse. Poi mi piacerebbe vedere come si possa lavorare su un woofer per poterlo definire "adatto a bassi DF". Certamente è possibile aumentare lavorare meccanicamente per portare Res (sospensioni e resistenza al movimento in generale, aria ecc...) a livelli tali da smorzare moltissimo il picco di risonanza, ma non eliminare del tutto ne i punti di risonanza ne la generazione delle back emf in tali punti.
Sicuramente esistono sistemi linearizzati, spesso "a mano" su ampli a bassissimo DF, ma restano sistemi chiusi, esattamente come lo sono un pilotaggio in corrente con correzione locale della risposta. Eccellenti ma "chiusi su se stessi".

In ogni caso, io non ho mai sentito un sistema con DF minore di qualche decina non esibire un picco palese ed imbarazzante in zona di risonanza della cassa, specie se essa è una cassa piccola e pone quella zona in gamma bassa piena (50-100Hz). Ovviamente se usi un sistema che ha la risonanza a bassissima frequenza magari uno non se ne accorge....

Ma scusate, c' è in giro gente che misura diffusori a tempo pieno. perchè non chiediamo di mettere li un microfono e fare una misura con un ampli ad elevato DF prima e con in serie una resistenza di qualche decina di ohm dopo ?
Almeno non sarò costretto a passare la vita a dire cose scontate.... :D

ciao


Mauro
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Inviato: 27 ago 2006, 22:25
da Giaime
Mauro, fossero tutti preparati la metà di te.

La realtà è che moltissimi dei diffusori, anche molto costosi, "adatti ai monotriodi", sono dei banalissimi progetti reflex accordati tenendo conto di una resistenza del generatore di un paio di ohm.

Cioè, hai presente il parametro da inserire in WinISD? 8) una cosa del genere.

Francamente, non credo, salvo casi eccezionali, che ci sia tutto questo studio dietro.

Ah, per non parlare dei crossover minimalisti, il condensatore in serie al tweeter. Apriamo gli occhi, i diffusori da monotriodo sono così, ne ho ascoltati parecchi, e sono piuttosto sicuro che la scelta del valore del condensatore, così come la lunghezza ottimale del tubo reflex, non sono valori calcolati, ma "indovinati" ad occhio e poi ottimizzati molto soggettivisticamente con l'orecchio.

Ripeto, ne sono piuttosto sicuro perchè conosco come lavora più di un costruttore italiano.

Spero che non serva fare l'esempio di quel sito di un produttore in cui il progettare così i diffusori è definito come l'unico modo possibile per sentire la musica.

Saluti termoionici


Giaime Ugliano

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Inviato: 27 ago 2006, 22:57
da mauropenasa
Mah Giaime,
io metterei di nuovo da parte sia le mie opinioni personali soggettive che la questione costruttori, anche perchè non mi interessano manco, la messa a punto certosina di un sistema di altoparlanti, e demando ad altri la loro progettazione (sono tra i pochi che non si sente la preparazione sufficiente per una progettazione accurata, non avendo manco gli strumenti adatti per la verifica....).
Diciamo che mi andava di ribadire un aspetto elettrotecnico, che secondo me incide quando si decide di pensare una tecnica di pilotaggio diversa da quella tradizionale.

Io sono stato (e sono) un forte sostenitore del pilotaggio in corrente o misto, ma ho dovuto fare i conti da tempo con le cose che ho elencato sopra.




Mauro
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Inviato: 28 ago 2006, 00:07
da Giaime
Certo, anzi perdona il mio intervento un po' OT molto "piedi per terra".

Saluti termoionici


Giaime Ugliano

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Inviato: 28 ago 2006, 02:46
da UnixMan
ehmmm, Paolo unixman, capisco le tue recriminazioni psico-intuitive, ma guarda che nel modellino semplice che ti ho postato la resistenza delle sospensioni e dell' aria c' è ed è in bella mostra..... (Res)

Quindi se ti riferisci a quello vorrei vederlo plottato, il tuo ragionamento....
eccoti servito... Il circuito e` lo stesso identico che hai usato tu; Rg=0.1 ohm. Il primo plot si riferisce alla potenza dissipata su Res, cioe` alla potenza utile effettivamente trasdotta (vs tempo). Ogni curva si riferisce ad una frequenza diversa da 20Hz ad 1KHz (step 20, 40, 80, ...).

Immagine

Il secondo invece mostra tensione e potenza su Res in funzione della frequenza per vari valori della resistenza interna del generatore Rg: 0, 1, 2, 4, 8 e 16 ohm.

Immagine

Come vedi, pilotando l'altoparlante in tensione, tanto la tensione (che rappresenta la velocita`) quanto la potenza dissipata su Res -che rappresenta il lavoro utile- dipendono fortemente dalla frequenza... l'andamento della tensione (cioe` della velocita`) non cambia poi piu` di tanto con Rg almeno fintanto che` Rg < Re, mentre cominciano ad essere piu` significative quando Rg >= Re (nulla di nuovo sotto il sole...).

Le differenze piu` significative pero` si notano rispetto alla potenza trasdotta... si direbbe che al limite, per il pilotaggio in corrente pura, la "risposta in potenza" diventi piatta e si annullino gli effetti della risonanza.

Mi viene un dubbio: sara` mica che -nel nostro caso- il piotaggio "a potenza attiva costante" coincide con quello in corrente?! mmmh... ah, certo... ovvio, nel modello Res e` costante...

Tornando al punto, siamo poi cosi` sicuri che tutto cio` che importa sia solo la velocita` del cono, e non piuttosto quanta energia acustica viene introdotta nell'ambiente nell'unita` di tempo?

Ripeto, io di (elettro)acustica ne so` pochino, per cui magari mi si puo` dimostrare che sto` dicendo c*****e ma, fino a prova contraria, "a naso" sono molto piu` propenso a credere all'importanza della "quantita` di energia" (cioe` della potenza) trasmessa all'aria piuttosto che a quella della sola e pura velocita` istantanea del cono...

Non fosse altro perche`, mentre tra velocita` del cono e suono prodotto nel mezzo c'e` l'efficenza di trasduzione meccanico/acustica (cioe` in sostanza dell'accoppiamento meccanico tra cono ed aria) che notoriamente (almeno nei comuni sistemi a cono a radiazione diretta) e` piuttosto scarsina e ad occhio e croce potrebbe verosimilmente essere dipendente dalla frequenza e/o dalla stessa veocita` del cono, la potenza dissipata su Res (tolte le perdite meccaniche) rappresenta proprio la potenza "assorbita" dal lavoro di pompaggio e quindi direi che sia proprio il parametro piu` direttamente correlato alla potenza acustica prodotta.

Ribadisco che io mi trovo in territorio assolutamente neutro, su questo discorso, voglio solo capire PERCHE' dovrei pensare un sistema in potenza, dato che io amo fare le cose solo se credo di avere un problema davanti, e non solo perchè credo che "suonino meglio"...
qui` e` la principale differenza nei nostri modi di pensare... per me un sistema di riproduzione sonora e` destinato alla soddisfazione dei nostri sensi, per cui l'aspetto "percettivo" e` l'unica cosa che conta veramente... per te sembra invece che si tratti della progettazione di un sistema di misura destinato ad un computer... ;) :D

Tanto per fare un esempio banale, per quanto mi riguarda se un sistema che ha il 10% di THD suona meglio di uno che ne ha solo il 0.0001%, significa solo che (almeno entro certi limiti, cioe` fintanto che all'ascolto non percepisco distorsioni degne di nota) il paramtro "THD" non e` un parametro rilevante e che quindi bisogna rivolgere l'attenzione a qualcosaltro.

Mi pare di capire che, invece, dal tuo punto di vista un sistema che ha (ad es.) THD piu` bassa "deve" necessariamente essere migliore di uno che distorce di piu`, "a priori" ed a prescindere dalle impressioni di ascolto.

Ovvio che da questo punto di vista non potremo mai essere daccordo... :)

BTW, non e` detto (anzi, io di questo ne sono convinto) che non sia possibile trovare una correlazione diretta tra misure oggettive ed impressioni di ascolto. Si tratta solo di misurare la cosa giusta. Piazziamo un bel microfono nel punto di ascolto, facciamo suonare un CD e registriamo in digitale l'uscita del microfono. Poi cambiamo un componente (e.g. l'ampli) e ripetiamo la "misura". Infine, proviamo a confrontare in tutti i modi possibili (spettri, distorsioni lineari e non, etc.) le registrazioni tra loro e con "l'originale"... cosi` magari riusciremmo ad ottenere informazioni un po` piu` attendibili e complete su quanto stia accadendo complessivamente e su quali e quante "distorsioni" affliggano il nostro sistema di riproduzione... dopo di che, proviamo a correlare quello che ci dicono le registrazion con le impressioni di ascolto che abbiamo avuto durante il test. IMHO solo a questo punto potremmo avere una valida base di partenza per "tracciare" i veri problemi, capirne l'origine e cercare di risolverli.

Riguardo la tua disamina ampia sulle prestazione acustiche presunte dei sistemi, io non voglio più entrare nel merito perchè non porta da nessuna parte. Dico solo che se vuoi, per peggiorare un sistema SS fino ad avere tutte le variabili negative dei tuoi sistemi di riferimento non ci vuole molto, con tanto di piacevolezza auditiva.
se davvero ne saresti capace, perche` allora non lo fai? :twisted: ti garantisco che faresti soldi a palate! ...un solid-state con il suono di una 845, il doppio (o piu`...) della potenza ad un costo molto piu` basso si venderebbe come il pane! :p

Permettimi pero` di avere quache dubbio. ;) Se davvero fosse cosi` facile, come mai allora nessuno lo ha ancora fatto o, se ci ha provato (e qualcuno lo ha fatto), non ci e` riuscito?

Non conosco le tue esperienze di ascolto ma, se quello che hai in mente come "suono valvolare" e` il classico stereotipo del suono un po` moscio, "eufonico" e "ruffiano", sei completamente fuori strada. Ti posso garantire che (ad esempio) i miei sistemi non hanno alcuna di queste caratteristiche; al contrario sono veloci, dinamici e molto dettagliati... (secondo mia moglie, che ha un udito migliore del mio ma preferisce un suono magari un po` ruffiano all'iperdettaglio, l'ultima evoluzione del prototipo del powertotem per i suoi gusti suona anche troppo definito e dettagliato... :D ).
Tecnicamente, però, non si può dire che un DF=1 non cambia il suono dei diffusori e non crea degli evidenti variazioni di livello localizzato in risposta in frequenza..... basta un simulatore qualsiasi per vedere gli effetti, calcolabili in diversi dB. Un conto è che "non si senta" o "tu non lo senta", un conto è cercare di fare dei sistemi lineari.
vedi sopra... se misuri la tensione e` una cosa, se andiamo a vedere la potenza trasdotta si direbbe che le cose stiano in modo piuttosto diverso... siamo sicuri di quale delle due sia la piu` importante per il nostro sistema uditivo?

Il probema e` sempre quello. La maggior parte delle misure elettriche ed elettroacustiche comuni sono autoreferenziali in quanto di fatto non tengono conto della effettiva risposta dell'orecchio/cervello, per cui la loro effettiva utilita` nei confronti di un sistema destinato all'ascolto (e non ad un sistema di misura... ;) ) sono a dir poco discutibili.

Ovvio che poi le differenze ci sono e che se si scoprisse che e` meglio pilotare in corrente, in potenza, ad alta impedenza od in un qualsiasi altro modo sarebbe opportuno/necessario riprogettare i cross-over... o meglio, se si riesce a trovare una soluzione a stato solido a costi accettabili, la cosa migliore e` senza dubbio ELIMINARE completamente ed una volta per tutte i cross-over passivi e multiamplificare, che e` la soluzione migliore comunque (anche se per assurdo alla fine venisse fuori che tutto sommato e` meglio lavorare in tensione).

Io resto scettico, e non leggo argomenti diversi dai miei sopra per giustificare "le tue sensazioni di ascolto".
Non dovrò mica simulare un diffusore completo e dimostrarti anche dove e come cambia la risposta in frequenza ?
posso immaginarmelo, ma hai presente come e quanto cambia la risposta in frequenza da un ambiente all'altro, od anche solo spostando (talvolta anche solo di pochi cm!) i diffusori?

Per cui, con le simulazioni in questo caso non si puo` dimostrare nulla, sarebbe casomai necessaria una misura in ambiente.

Ora, se i diffusori sono appena decenti per un uso valvolare (cioe` non presentano carichi "impossibili", etc), sono pronto a scommettere che gli effetti di cui giustamente parli sono sostanzialmente trascurabili rispetto agli effetti dell'ambiente. Tanto rumore x nulla... :D
Questione Res costante o non costante:
Non puoi girare intorno al problema di continuo. Se ti fa piacere, nel sistema modellato NESSUNA DELLE COMPONENTI E' ASSOLUTAMENTE COSTANTE:
Re -> subisce variazioni discrete a causa del regime termico elevato
Le -> varia a causa del non costante flusso magnetico al variare della velocità del cono e delle deformazioni meccaniche

Il parallelo RLC che simula la meccanica -> pressione e temperatura ambiente, regime termico, variazioni di intensità magnetica al variare del movimento ecc....
in effetti, se la mia ipotesi che quel che conta e` la potenza trasdotta (cioe` quella dissipata su Res) e` corretta, le variazioni di Re sono le uniche che mi preoccupano. Se ci pensi bene, nell'ipotesi di pilotaggio a "potenza attiva costante" tutto il resto diventa ininfluente!
dallo stesso studio però emerge UN RUOLO DEL TUTTO MARGINALE di Res nel sunto distorsivo complessivo, mentre la parte del leone la fanno altri elementi, in particolare quelli serie come Re ed Le, oppure mi verrebbe da dire, in base a studi Kef, legati al complesso magnetico quindi a tutto fuorchè a Res....
Per l'appunto!

Res rappresenta l'energia assorbita dall'ambiente; il lavoro di pompaggio potra` si` presentare delle non linearita`, ma queste sono senza dubbio marginali rispetto a quelle dovute ai limiti "interni" del trasduttore.

Se noi pilotiamo a potenza attiva costante, l'unica cosa che ci disturba (perche` altera la potenza attiva in maniera indipendente da Res) sono le variazioni di Re dovute agli effetti termici, ma sarebbe comunque un bel passo avanti rispetto alla situazione attuale, non trovi?! :D

D' altronde, se analizzi la posizione di Res, posizione condivisa da tutti gli analisti del problema, essa ha escusivamente un ruolo "smorzante" essendo in parallelo al sistema risonante, e non rappresenta in nessun caso un "problema" rilevante
Res NON e` e non PUO` essere un problema: comunque la si guardi, Res rappresenta l'USCITA acustica del nostro sistema!!!


Ciao,
Paolo.

Inviato: 28 ago 2006, 04:58
da gluca
Leggertmente OT ... ma vorrei mostrarvi questo progetto. Ho trovato solo questo link ma se ne è parlato anche altrove

Ciao
Gianluca

[url=http://]http://[/url]http://db.audioasylum.com/cgi/m.mpl?for ... =&session=

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 28 ago 2006, 16:10
da plovati
Scusate ma non vorrei che si stiano sovrapponendo due cose differenti, legate tra loro ma distinte nelle origini ed effetti:
1. il comportamento dell’altoparlante come generatore di suono proporzionale ad un segnale applicato
2. la risonanza meccanica del sistema
Fino a che non si entra nella zona di risonanza e lontano da possibili breakup a frequenze più alto, la pressione sonora prodotta è proporzionale alla velocità e la velocità e proporzionale alla accelerazione*tempo, cioè alla forza impressa (Bli) e alla frequenza del segnale. Quindi il suono seguirà fedelmente la corrente. Per avere pressione costante al crescere della frequenza posso limitarmi a dare una forza piccola, quindi non è necessario fornire grandi correnti e il pilotaggio in corrente in questa zona funzionerebbe ottimamente, con qualsiasi altoparlante.
Nella zona della risonanza invece senza utilizzare un qualche metodo per smorzarla si otterebbe un suono prolungato e sbrodolato.
Il punto è come smorzare la risonanza. Di suo l’altoparlante ha un certo smorzamento meccanico misurato dal Qt (più è basso più è smorzato) ma nella totalità dei casi non è sufficiente da solo (Qt tra 5 e 15) e va aiutato quindi in qualche altra maniera. Il metodo tradizionale è di utilizzare uno smorzamento addizionale (e prevalente) di tipo elettrico mediante un amplificatore di resistenza di uscita nulla. Nel caso di un pilotaggio in pura corrente, con resistenza di uscita elevata, siccome l’impedenza a risonanza cresce di molto, un pilotaggio in corrente richiederebbe elevate tensioni, cioè bisognerebbe disporre di un amplificatore dalle capacità dinamiche 10 o 100 volte quelle dell’utilizzo nominale. Oppure lo smorzamento della risonanza dell’altoparlante potrebbe essere fatto con sistemi puramente meccanici (un sistema controoscillante) passivi o attivi (le sospensioni elettroniche delle automobili) e a questo punto il pilotaggio in corrente potrebbe operare su tutta la banda. Questa è la ragione per cui il pilotaggio in corrente necessita di altoparlanti espressamente dedicati, come ha chiarito Thorsten in un thread su diyaudio.
Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l’idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell’amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l’impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l’impedenza cresce.
White sostiene (meglio spiegato in un articolo che mandero' a Danilo) che la IMD THD etc sono parziali espressioni della distorsione di potenza, cioè di quando la potenza elettrica inviata dall'amplificatore al carico non rispecchia fedelmente il segnale di ingresso. Poichè il suono è una parte (costante ??Lineare?? nota mia) della potenza elettrica fornita, controllando per mezzo del feedback il termine V^2/Z, anche se varia l'impedenza del carico dovuta a risonanza o altro, la potenza convertita in suono resta quella deve essere. Il Powtron ha una max distorsione di potenza, sostiene White, di 1dB contro gli 8dB di un amplificatore convenzionale.
Quello di White è l’esempio più famoso, grazie alla entusiastica riscoperta di Hiraga mi sembra, ma ci sono altri esempi di reazione mista tensione-corrente (se li ritrovo li posto) forse anche precedenti.
Probabilmente tali sistemi, proposti negli anni ’50, sono stati fortemente limitati dalle tecnologie e dalla conoscenza dell’epoca e forse ora si potrebbe fare di meglio. Ho la sensazione che le possibilità ultime di queste applicazioni non siano state raggiunte.

_________
Piergiorgio

Inviato: 28 ago 2006, 21:09
da mauropenasa
Paolo, con i grafici hai dimostrato solo che Res dissipa una potenza in funzione della ampiezza di risposta della cella risonante, cosa evidente già alla osservazione dei plot iniziali della velocità del cono.
Sarebbe importante stabilire se è vero che essa possa variare e in che entità, prima di gridare al miracolo.
In ogni caso, gli unici documenti significativi sugli altoparlanti (che non sono di White, non mi risulta sia uno specialista di queste cose...) ribadiscono la rilevanza di Re (resistenza serie della bobina) nelle THD e non di Res. Hawksford dimostra con misure strumentali che un pilotaggio in corrente riduce di parecchi dB la THD, specie nei Woofer in zona di massima distorsione, e lui dimostra che ciò accade a causa dell' inibizione degli effetti di Re e Le sul circuito, non per un presunto lavoro di stabilizzazione di potenza di Res...

Detto questo, resto ricettivo alla cosa, ma ripeto che non vedo nulla di utile all' orizzonte.

Non commento minimamente la lunga disamina sul "vissuto acustico o vissuto scientifico". La mia posizione è ribadita da molto tempo. Se devo stabilire se la THD si sente o non si sente, io uso un sistema SENZA THD e poi comincio ad introdurla gradualmente fino a sentirla. Singolare che tu, preferisca usare un sistema palesemente distorsivo per stabilire cosa si senta o no.
In ogni caso, andando per la mia strada strumentale qualche risultato e qualche analisi tra causa ed effetto l' ho colta, mentre nell' ambito termoionico colgo solo discorsi esoteristi ed inconcludenti.

Piergiorgio, Certo, molti hanno negli anni usato tecniche del genere, compreso Aloia Hiraga e Kaneta che non fa un' ampli senza un minimo di loop corrente/tensione.
Queste tecniche sono ibride tra corrente e tensione, che in qualche modo possono essere paragonate a roba in potenza.
Non mi risulta che siano state considerate un gran che da molti, ipotizzo anche per uno scarso impatto "reale" della cosa. Io ho testato quelle cose circa 10-12 anni fa, ma non ne ho tenuta una che sia una valida. Ma io notoriamente non uso ne diffusori ne ampli all' altezza di queste situazioni....
L' unica risultante reale di queste situazioni è di ottenere un DF minimo per effetto di una NFB di corrente e basta.

La mia vera sensazione è che esite il partito preso del DF=1 che ha già deciso che la cosa funziona (lo dice anche White, mo me lo segno.... :p ), per cui auguri e figli maschi.
Ma perchè ogni volta che io pongo questioni tecniche mi si dice che io ho un approccio sbagliato con il problema ?
Se argomento di audiofilia litigo con tutti, se la butto sul tecnico sbaglio perchè devo regolarmi con le orecchie invece che con gli strumenti.... boh....

ah, dimenticavo, la cose delle "trappole" di Paolo... :D
Guarda che di gente che emula tranquillamente un sistema termoionico, negli anni, se ne sono succeduti non pochi. Il problema è che se manca la psicologia, puoi emulare quello che vuoi, non attacca. Una vota si diceva che "non c'è più sordo di chi non vuol sentire".
La gente vuole essere certa di avere in casa un sistema "raro ed irripetibile", non un "ottimo sistema".
Ma il complesso di edipo lo conosci già no ? :D

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 28 ago 2006, 23:40
da mauropenasa
Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l’idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell’amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l’impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l’impedenza cresce.
Guarda Piergiorgio che la THD del altoparlante è massima in zona di risonanza, non altrove. lavorare "abbastanza in tensione" nell' unico punto dove serve è una "non scelta".
L' unico sistema che io conosco per ridurre fattivamente la THD in un driver elettromagnetico è di usare un pilotaggio in corrente (non dico "puro" ma con Rg>>Re) ed un servocontrollo o una equalizzazione inversa (della erogazione di corrente) del picco di risonanza.
I meccanismi di generazione di THD nel cono non sono (secondo me e secondo i produtturi di altoparlanti, che però non sono White... :twisted: ) per nulla associabili alle cose che caldeggia Paolo, ma a tutte le deformazioni meccaniche del sistema. Esse essendo massime nella zona di massima risonanza (massimo movimento), coincidono e convivono con le back-emf, e si possono leggere tranquillamente in esse usando un pilotaggio in corrente ed un FFT in tensione. Nel caso di un pilotaggio in tensione queste componenti (in tensione) vengono cortocircuitate ed aumentano la loro incidenza perchè generano correnti di perturbazione nel circuito magnetico. Nel caso di un pilotaggio in corrente esse non sono messe nella possibilità di generare correnti di ricircolo, per cui la THD tende a ridursi.
Anche questo induce ad usare queste tecniche per lavorare. Peccato che serva sempre una equalizzazione specifica per ogni applicazione, e che si tenda a vanificare completamente il lavoro dei cross, con il pilotaggio in corrente....
Le argomentazioni portate da questi sistemi misti lasciano lo spazio che trovano sia su un piano teorico che strumentale. Certo, ci saranno zone di incidenza in cui si può anche ipotizzare un lieve miglioramento (dove la corrente lavora indisturbata), ma in zone a bassa velocità del cono, quindi dove la THD è già accettabile.

Ma siccome abbiamo scoperto che sia le sospensioni che l'aria mutano di massa facilmente, opponendo un lavoro variabile al sistema in funzione di qualche parametro che ci illustrerà Paolo, le mie conoscenze si fermano....




Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 29 ago 2006, 03:30
da plovati
Guarda Piergiorgio che la THD del altoparlante è massima in zona di risonanza, non altrove. lavorare "abbastanza in tensione" nell' unico punto dove serve è una "non scelta".
L' unico sistema che io conosco per ridurre fattivamente la THD in un driver elettromagnetico è di usare un pilotaggio in corrente (non dico "puro" ma con Rg>>Re) ed un servocontrollo o una equalizzazione inversa (della erogazione di corrente) del picco di risonanza.
Originariamente inviato da mauropenasa - 28/08/2006 :  18:40:45
solo che un pilotaggio in corrente o 'abbastanza in corrente' a risonanza (in genere a frequenze basse dove il contenuto energetico del segnale musicale è elevato) richiede una dinamica in tensione esorbitante.
Piuttosto che saturare l'amplificatore mandandolo in clipping per insufficiente tensione si cerca di preferire la limitazione a valori gestibili del picco di risonanza.

_________
Piergiorgio

Inviato: 29 ago 2006, 04:53
da UnixMan
Fino a che non si entra nella zona di risonanza e lontano da possibili breakup a frequenze più alto, la pressione sonora prodotta è proporzionale alla velocità e la velocità e proporzionale alla accelerazione*tempo, cioè alla forza impressa (Bli) e alla frequenza del segnale. Quindi il suono seguirà fedelmente la corrente.
mmmh, mettetevi daccordo! ;) da una parte sento dire che tutto quel che conta e` solo la velocita` x cui la tensione su Res, dall'altra che invece quel che conta e` la forza applicata e quindi la corrente che ci scorre...

non sara` per caso che contano entrambe? (daltronde, come giustamente dice Piergiorgio a=dv/dt, forza e velocita` non sono indipendenti...) e che magari, in particolare, quel che conta e` la quantita` di energia trasferita nell'unita` di tempo, cioe` per l'appunto proprio la potenza attiva?

Guarda caso, guardando il grafico della potenza dissipata su Res, si direbbe che -se Res e`/fosse (circa?) costante- il pilotaggio in corrente coinciderebbe (circa) con quello a potenza attiva costante, e tutto tornerebbe anche con le verifiche di Hawksford.
Nel caso di un pilotaggio in pura corrente, con resistenza di uscita elevata, siccome l'impedenza a risonanza cresce di molto, un pilotaggio in corrente richiederebbe elevate tensioni, cioè bisognerebbe disporre di un amplificatore dalle capacità dinamiche 10 o 100 volte quelle dell'utilizzo nominale.
mah, IMHO e` lo stesso discorso (a termini invertiti) del pilotaggio in tensione, dove invece l'ampli deve essere in grado di fornire correnti molto alte. Pero`, tutto sommato, e` molto piu` semplice e crea molti meno problemi fornire tensioni (relativamente) alte e correnti relativamente basse che non correnti molto alte con tensioni basse (dove ogni resistenza di contatto, cavi e collegamenti vari, etc. diventano fonte di perdite e distorsioni varie...).
Oppure lo smorzamento della risonanza dell'altoparlante potrebbe essere fatto con sistemi puramente meccanici (un sistema controoscillante) passivi o attivi (le sospensioni elettroniche delle automobili) e a questo punto il pilotaggio in
se questo e` il problema, perche` non banalmente con sistemi acustici? un bel risuonatore accordato sul picco di risonanza nel cabinet e via andare... (un pezzo di tubo ed un po' di fonoassorbente, non mi pare questo problema insormontabile che dice Thorsten!)
Ma resta la possibilità di operare in corrente lontano dalla risonanza e smorzare elettricamente la risonanza. Questa è l'idea base del pilotaggio in potenza, modulare la resistenza dell'amplificatore a seconda della sua impedenza, fornendo corrente dove l'impedenza è bassa e bloccando in tensione quando l'impedenza cresce.
ma siamo proprio sicuri che questo sia davvero un problema, se l'ampli e` in grado di fornire tutta la tensione necessaria (cioe` e` in grado di continuare a controllare la corrente) anche in risonanza?

Se, come sostiene Mauro (ho capito male?), Res e` sostanzialmente costante come nel modello il problema non si pone, tanto piu` che in tal caso pilotaggio a corrente costante ed a potenza attiva costante sembrerebbero coincidere... :)

BTW, l'idea e` interessante... ;) :grin:

White sostiene (meglio spiegato in un articolo che mandero' a Danilo) che la IMD THD etc sono parziali espressioni della distorsione di potenza, cioè di quando la potenza elettrica inviata dall'amplificatore al carico non rispecchia fedelmente il segnale di ingresso. Poichè il suono è una parte (costante ??Lineare?? nota mia) della potenza elettrica fornita, controllando per mezzo del feedback il termine V^2/Z, anche se varia l'impedenza del carico dovuta a risonanza o altro, la potenza convertita in suono resta quella deve essere.
guarda caso, e` proprio quello che dicevo io! 8)

Considerando ancora il modello (semplificato) postato da Mauro, fisicamente Res rappresenta due cose: da una parte le perdite meccaniche del sistema, e dall'altra la cosa piu` importante di tutte: la potenza attiva assorbita dal trasduttore per svolgere il "lavoro di pompaggio", cioe` proprio la potenza acustica prodotta.

Se le perdite meccaniche si possono considerare almeno approssimativamente costanti, allora la potenza acustica e` proporzionale proprio alla potenza elettrica "dissipata" da Res.

E se (come probabile) Res non e` costante, allora solo il controllo in potenza puo` permettere di controllare correttamente l'uscita acustica.
Quello di White è l'esempio più famoso, grazie alla entusiastica riscoperta di Hiraga mi sembra, ma ci sono altri esempi di reazione mista tensione-corrente (se li ritrovo li posto) forse anche precedenti.
interessante... attendo con ansia di vederli... :p
Ho la sensazione che le possibilità ultime di queste applicazioni non siano state raggiunte.
inutile dire che sono assolutamente daccordo... :D


Ciao,
Paolo.

Inviato: 29 ago 2006, 07:43
da enricopriami
Ciao a tutti e complimenti per l'interessantissima discussione....

Scusate la domanda da semi analfabeta riguardo la parte elettronica, amplificatore...

Mi pare di capire che alla fine un pilotaggio in corrente non sia proponibile a patto di creare un diffusore cucito su misura sull'amplificatore quindi per adesso scarto un attimo questa ipotesi...
Un ampli retroazionato ha il vantaggio di essere praticamente abbinabile a qualsiasi diffusore standard perché non altera le caratteristiche del progetto diffusore (bassa Rg) però soffre del fatto che la back EFM produce tutti gli effetti indesiderati che meglio di me conoscete...
Domanda da profano... una sana via di mezzo cioè, un ampli SS non controreazionato che abbia come impedenza di uscita la sola impedenza generata dai finali, abbinando il tutto a un diffusore studiato per essere pilotato con ampli dall'impedenza di uscita media o medio alta, 2-3 ohm (non so quanto possa essere la Rg di un ss non controreazionato), fare una cassa pilotabile da Rg del genere non dovrebbe essere un problema, un diffusore adatto a piccoli valvolari per esempio.. Ma anche diffusori più importanti, basta sempre tenere in considerazione l'alta Rg...
Non potrebbe essere questa la via più semplice e tutto sommato più corretta??

Ciao
Enrico

Inviato: 29 ago 2006, 15:40
da mauropenasa
Paolo:
mmmh, mettetevi daccordo! da una parte sento dire che tutto quel che conta e` solo la velocita` x cui la tensione su Res, dall'altra che invece quel che conta e` la forza applicata e quindi la corrente che ci scorre...
Io parlo di velocità perchè essa è rappresentabile facilmente dal circuitino, ma il movimento (quindi anche la velocità, è assodato che nasce dalla corrente della spira immersa nel campo magnetico !
Che essa sia direttamente proporzionale alla corrente credo che sia lapalissiano.
non sara` per caso che contano entrambe? (daltronde, come giustamente dice Piergiorgio a=dv/dt, forza e velocita` non sono indipendenti...) e che magari, in particolare, quel che conta e` la quantita` di energia trasferita nell'unita` di tempo, cioe` per l'appunto proprio la potenza attiva?
Abbiamo ragione entrambe su questo punto, ma tu prendi un granchio sulla potenza. Come giustamente dice Piergiorgio, una concezione di potenza costante non può prescindere dal mantenere costante la Ztotale, quindi modulare Rg in funzione della Zint istantanea del sistema a valle, variazione che per inciso non dipende da Res ma dalle componenti reattive del sistema, e questo concetto mi pare che non passi.
Esattamente come dice lui, per ottenere questa situazione serve ridurre Zg in zona di risonanza ed aumentarlo fuori da quel punto, ma la cosa mi pare elementare...

Res può subire umanamente qualche variazione, ma si deve in primis capire se essa sia lineare (proporzionale alla velocità o alla pressione sonora istantanea, per esempio) oppure no, poi si deve valutarne l' entità percentuale. In ogni caso, nel sistema sembra che quel carico sia una parte minima (corrisoponde grossomodo alla massima impedenza di picco del sistema, che si palesa solo in zona di risonanza per poi essere "assorbita" da componenti più rilevanti per tutto il resto delle bande di frequenza....

La mia sensazione è che Piergiorgio abbia colto in modo preciso cosa sia un pilotaggio in potenza, a prescindere da Res, mentre tu Paolo ti sia un pò "incaponito" su questa componente con un concetto di "potenza attiva" abbastanza forviante. Già in un circuito semplice come quello mio, noterai che di potenze attive e reattive ve ne sono non poche, e dissipano tutte il loro controbuto energetico. Come evidenziato anche dai ragionamenti di Piergiorgio, gli elementi compensabili con Rg dai circuiti che cita sono la Ztot del sistema, non la Rtot. Questo perchè è evidente che un circuito legato a semplici relazioni V/I non è in grado di rispondere alle sole componenti in fase, quindi si dovrebbe definire come una amplificazione in "potenza apparente".
Il limite (che io ci vedo) di questa applicazione l'ho descritto qualche post fa....

Piergiorgio:
Garda che un pilotaggio in corrente NON DEVE seguire il picco di risonanza, perchè produrrebbe una ampiezza (quasi) quadratica dello stesso !
E' per questo che in teoria servirebbe una dinamica enorme (ma in pratica no...).
Se guardi i grafici di corrente che ho postato, scopri la (quasi) esatta funzione di trasferimento che un pilotaggio in corrente dovrebbe avere PER FARE SI CHE LA RISPOSTA IN FREQUENZA RESTI ANALOGA AD UN PILOTAGGIO IN TENSIONE. Vien da se che a quel punto non serve una dinamica teoricamente enorme, perchè la funzione di trasferimento provvederà a ridimensionare la risposta (in corrente) nelle zone di massima impedenza del carico. I tuoi ragionamenti sono legati ad una situazione diversa che non si implementa su queste applicazioni: il pilotaggio A CORRENTE COSTANTE. In quel caso avresti ragione....
Dato che questa funzione di trasferimento varia da altoparlante ad altoparlante, si implementa questa tecnica solo su sistemi studiati a tavolino. (oppure si introduce un feedback specifico) Ma questo non è ovvio ?
Il problema è che mentre un current driven in teoria non lavora su Rg (feedback di tensione) ma si limita a modulare una corrente di un generatore con Rg costante (ed alta), il pilotaggio in potenza, che di fondo fa un lavoro molto simile (come ha colto Paolo), va a modulare Rg proprio in zona critica (non può fare altro, se vuole mantenere costante la Ztot), vanificando parte del vantaggio...
Spero che ora si "intuiscano" almeno le mie affermazioni.

Ribadisco: Io condivido molte analisi che portano a ragionare su Rg e su come conviente gestire un carico di questo tipo. In mie applicazioni ho introdotto una NFB in tensione che ha nella sua funzione di trasferimento l' intera Ztot del carico, semplicemente perchè ho cercato una applicazione basata su ampli finali a transconduttanza, che ritengo superiore ad altre per questo motivo e per altre conseguenze pratiche.
Io ritengo però che oltre a questi sistemi si possa andare solo con tecniche molto più sofisticate non basate su NFB delle grandezze in gioco.

DF=1 o no:
Mi pare assodato che non possa funzionare su scala universale.
Facciamo i diffusori adatti a questo elemento ?
Beh, cosi come fare una cassa attiva, certo che si possono fare...
Devo ricordare che DF=1 significa inanzi tutto avere una perdita di energia acustica enorme, se la legge di ohm me lo permette, e questo non è esattamente il sogno di tutti i progettisti di casse. Poi che che se ne dica, esistono molti di più ampli "tradizionali" in tensione in circolazione che il contrario, per cui bisogna chiedersi cosa accade quando si invertono i problemi di interfacciamento...
Diciamo che si creano sistemi chiusi, quindi uno se vuole potrà progettarsi un gruppo ampli-diffusori assolutamente in simbiosi, come accade mi pare in tutta la realtà DIYs....
Io mi limito ad evidenziare gli aspetti tecnici che conosco, poi ognuno può fare quello che vuole.

Questione risonatori meccanici:
A me risulta che sia possibilissimo fare un sistema come descritto da Piergiorgio, ossia con risonatori e soluzioni meccaniche.
Perchè non si fa su larga scala ?
Mi pare ovvio, l' efficienza complessiva e la complessità progettuale (meccanica) del caso.
Controbilanciare una funzione di trasferimento spostando ed assorbendo risonanze non è esattamente un giochetto da ragazzini, anche perchè per quel poco che so ogni materiale che uno usa avrà altre sue risonanze ecc...
Anche la soluzione a celle risonanti a componenti passivi è fattibile, solo che dovrebbero assorbire direttamente tutta l' energia della risonanza con tanto di auto induzione e THD aggiunte, tendendo a vanificare la cosa...
Comunque esistono diffusori con una impedenza fissa di 1 ohm o minore, studiati verosimilmente con queste soluzioni, ma a quel punto non trovi più un ampli adatto....

Credo che di fondo ci sia un bel blog:
O stabiliamo che un altoparlante distorce e decidiamo di farlo distorcere di meno (con l'elettronica), ed allora ci possiamo rifare a molte esperienze passate in merito e costruire una cassa attiva ben studiata, oppure ragioniamo in termini di "differenza di ascolto". Le 2 cose sono molto diverse.
Nel caso delle"differenza di ascolto":
Io non associo le differenze percepite tra vari sistemi a questo fenomeno (oggetto del 3D), non almeno in modo macroscopico, per una ragione molto semplice:

I sistemi attivi di qualità in cui la THD del diffusore è scientificamente ridotta li ho sentiti, come molti di voi. Qualcuno se la sente di sostenere che un sistema attivo di qualità come prodotti in passato da Kef (pro) Audio pro ecc... avessero avuto un "suono valvolare" di qualsiasi tipo ?
Io no, e credo molti di voi, visto che non ambite a riprodurre quei sistemi....
Morale:
Ridurre la THD di solito porta a un risultato che non è neccessariamente collegato ad una impressione diretta di ascolto.
Generare avvallamenti di risposta a causa di un pilotaggio "sbagliato" per un certo tipo di diffusore genera agevolmente una impressione di ascolto diversa.

Quale delle 2 opzioni somiglia di più a quelle oggetto di questi post ?
Dando per assodato (ed io a questo non mi omologo...) che non ci si deve scandalizzare per una THD di un diffusore del 5% in gamma bassa, con aggiunta di un altro 5% (termoionico con TU non reazionato) per l' ampli, dove finiscono i pochi punti di riduzione palesati da White ?
Io non dovrei percepire un 10% di THD (e se ne può discutere in altra sede...) ma se essi mi passano da 10 a 9% mi cambio la vita ?

Vedete, anche su un piano strettamente psicoacustico, la cosa non da molto spazio di iterpretazione.

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 29 ago 2006, 21:36
da rusval
Ciao ragazzi,
Res può subire umanamente qualche variazione, ma si deve in primis capire se essa sia lineare (proporzionale alla velocità o alla pressione sonora istantanea, per esempio) oppure no, poi si deve valutarne l' entità percentuale. In ogni caso, nel sistema sembra che quel carico sia una parte minima (corrisoponde grossomodo alla massima impedenza di picco del sistema, che si palesa solo in zona di risonanza per poi essere "assorbita" da componenti più rilevanti per tutto il resto delle bande di frequenza....
A mio avviso usare la Res per imbastire un discorso è un pò fuorviante. Mi spiego: la Res è la trasformata "elettrica" tramite il quadrato del fattore motore di una grandezza puramente meccanica, vale a dire la Rms (smorzamento meccanico delle sospensioni). Per la precisione, mi sembra che sia: Res=B*L^2/Rms. Dunque la Res dipende da due parametri, vale a dire che non è fisicamente misurabile per via diretta (come ad esempio la cms, inverso della rigidezza, occhio, non "cmes", si ricadrebbe nello stesso discorso di res).
L'errore di fondo (che si commette spesso) è il non aver pensato l'altoparlante scisso nei suoi elementi fondamentali: parte elettrica (re ed le), parte meccanica (mms, cms ed rms), uscita acustica. Tra i 3 vi sono di mezzo due trasformatori: B*L, fattore motore, coverte energia elettrica in meccanica; Sd (suoperficie radiante) converte energia meccanica in energia acustica.
Nessuno dei parametri soprastanti è costante (altrimenti da dove uscirebbero le non linearità a bassa frequenza, laddove il cono è considerabile sufficientemente rigido), tranne la mms.

Nel caso specifico: B*L dipende fortemente dall'escursione. Rms dipende più o meno fortemente dalla temperatura (dipende da quanto è "isterico" :-) il materiale di cui sono fatte le sospensioni e di quanto è isolante il supporto della bobina mobile). Lasciamo allora perdere Res...
Per inciso, non so se Rms dipenda dalla velocità, ed è un concetto che andrebbe approfondito perché molto allettante, potrebbe spiegare alcune cose. Notare che è possibile misurare, con l'attrezzatura di Klippel le non linearità dipendenti dall'escursione e temperatura ma non mi pare che si possa misurare la variazione di rms in base alla velocità. Notare che rms*v (velocità) è la forza di smorzamento alla risonanza, forza che, come giustamente sottolineava Mauro, agisce solo nei dintorni di questa, essendo bypassata a bassa frequenza dalla forza di richiamo delle sospensioni (zona di controllo della cedevolezza) e ad alta frequenza dalla forza d'inerzia (zona di controllo di massa).
Infine vi è da dire che il ruolo di Sd e B*L non è unilaterale: ogni risonanza del cono (non la fs), ogni rumore esterno, ogni riflessione, ce la troviamo ai morsetti dell'altoparlante e riflessa nella curva di impedenza. Notare infine che negli altoparlanti efficienti e\o con elevata Sd e B*L, la cosa è più evidente che negli altoparlanti poco efficienti o con smorzamento meccanico notevole. Ebbene, i primi, sono anche quasi sempre più dettagliati dei secondi...(solo che si tirano fuori spiegazioni fantasiose tipo "fattore di accelerazione" etc, ma lasciamo stare...)

Piuttosto, concentriamoci su un altro aspetto. Nei testi di fisica l'oscillatore smorzato viene trattato quasi sempre con forzamento sinusoidale e a regime. Nella Musica le condizione a regime quasistazionario non credo si instaurino tanto facilmente. Richiamiamo allora i concetti fondamentali e studiamo il transitorio: già solo se tutti i parametri dell'altoparlante fossero esattamente costanti, possiamo scordarci di usare il grafico di impedenza vs frequenza e quindi possiamo anche smettere di guardare tensione, corrente e potenza rms: queste sono definite a regime! Quando un transitorio ha delle rampe di salita e discesa elevate, la corrente richiesta sale molto più che se il carico fosse resistivo. Ma così si scopre l'acqua calda: è come dire che un altoparlante è essenzilamente reattivo. Se poi usiamo segnali particolarmente "bastardi" :-) la richiesta di corrente istantanea sale e diventa molte volte quella necessaria per la "resistenza equivalente".
Sul testo di Douglas Self si riporta una cosa simile, dovuta se non erro a Otala (nota: non mi è esattamente simpatica l'impostazione del libro, tutta basata sulla THD, ma bisogna dare atto che se altri argomenti non vengono sviscerati, perlomeno vengono accennati con almeno moderata apertura. Alla fine, quel libro è pur sempre una miniera...)
Tutto questo, senza considerare le non linearità prima accennate.

Ora, a prescindere dal tipo di pilotaggio, chiediamoci: posta una forma d'onda qualunque (purché limitata in banda audio) in ingresso all'amplificatore, è possibile ottenere all'uscita la corrente istantanea (in modulo e forma, ovvero dinamica e banda) richiesta? Ci sono cause di "reticenza" da parte dell'amplificatore ad erogarla? Si parla tanto di slew rate e lo riferiamo sempre alla tensione. Non capisco, è un controsenso!

Risolto questo :-)))))) chiediamoci se è meglio il pilotaggio in tensione, in corrente o misto. Ovviamente mi preme dire che non ho risposta...

Ciao!!
Valerio

Inviato: 29 ago 2006, 22:34
da mauropenasa
Valerio, intanto dico che condivido la tua analisi del sistema altoparlante.
Io mi fermo ad una analisi dei modelli elettrici equiparati a quelli meccanici (non conosco molto della meccanica teorica...) ma noto che la situazione non è molto diversa da quella che "intuisco" dai modelli semplificati.

La questione ultima che poni so che ti sta molto a cuore... 8)
Posso condividere qualche elemento di fondo, cosi come condivido che si deve sempre pensare di avere a che fare con un elemento reattivo per mille ragioni.
Ti dico però che devi tenere conto di Re (ed Le per frequenze più alte). Poniamo l' esempio di un trafo, elemento che più si avvicina come macchina elettrica ad un' altoparlante. In condizioni di transitorio iniziale, anche ipotizzando di partire dal famoso "first cicle", senza flusso residuo attivo e carico elevato in uscita, sappiamo che le componenti reattive riflesse sul primario possono richiedere un picco di corrente molto elevato ed in pratica l' unico elemento che la limita è la resistenza serie degli avvolgimenti.
Anche in questo caso, qualsiasi transitorio non potrà mai andare oltre ad un' ipotetico corto circuito istantaneo della sezione meccanica, ossia del secondario virtuale del nostro trafo. Dato che Re ed Le si trovano in serie a questo gruppo di trasformazione, il massimo picco di corrente che questa situazione può generare sarà equivalente alla corrente inducibile in Re dalla tensione istantanea prodotta dall'ampli. dato che mediamente Re ha un valore elevato, non sarà fisicamente possibile che il sistema richieda correnti istantanee più elevate di quelle grossomodo "nominali". Questo, nel bene e nel male è dimostrabile misurando la corrente istantanea durante un normale uso "audio", corrente che non va mai oltre questi limiti....

Questo determina lo stato che ho spesso descritto:
Re limita praticamente la massima corrente di pilotaggio generando una caduta di tensione "tampone" che smorza quindi eventuali transienti
Re cosi facendo inpedisce al ampli di avere un "controllo totale" delle dinamiche meccaniche (smorzamento), teoricamente possibile...

Diversamente, lo scambio energetico nelle celle "interne", ossia quelle meccaniche, può essere molto violento, perchè non mediato da nulla che non sia la Res (che però non limita molto l'energia che rimbalza tra le componenti reattive meccaniche...)

In sintesi, secondo me non è fisicamente possibile indurre dall' esterno (in un altoparlante normale, ovviamente) un transiente di corrente "troppo violento" (entro un range compatibile con l'azione lineare del sistema, non in saturazione ovviamente...) cosi come l' altoparlante non può fisicamente caricare un amplificatore con richieste di energia maggiori di quelle regolate da Re. Al contrario, come succede spesso, il sistema meccanico del altoparlante può andare in "crisi interna" per ragioni anche descritte da Valerio (meccanica). L' unico riflesso di questo che un ampli può "riconoscere" potrebbe essere la distorsione di ampiezza e di fase delle correnti e delle tensioni di back-emf, ma questo è un'altro capitolo....

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 30 ago 2006, 02:23
da rusval
Ciao Mauro,
è vero, la questione "corrente" mi sta molto a cuore :p

Sono daccordo che la Re e la Le limitino la corrente massima circolante, tuttavia quest'ultima può essere anche maggiore (nel valore di picco) di quello desumibile dalla Re. In effetti è il sottoprodotto del fatto che l'impedenza presentata dall'altoparlante è complessa (reattiva) e quindi la richiesta di corrente di picco può essere maggiore rispetto a quanto desumibile da Re. A pag 221 del libro di D.Self c'è un esempio di quanto dico. Con segnali particolarmente cattivi la corrente istantanea richiesta può anche arrivare ad essere 2,5 volte quella richiesta dall'impedenza nominale (8ohm). Se pensi che la Re di un altoparlante da 8ohm oscilla fra 5,5 e 6,5 ohm...

Non contento ho replicato l'esempio utilizzando il modello dettagliatissimo di Valerio Maglietta (vedi CHF 71 e seguenti) e viene fuori la stessa cosa. Ovviamente il valore rms obbedirà a "certe" leggi, ma noi non sentiamo spl rms (perlomeno non con una costante di integrazione tanto ampia, e se devo dire la mia non sono neanche poi tanto sicuro che vi sia da parte dell'orecchio una integrazione tanto tanto spinta nel tempo...) ma spl istantanei e quindi siamo interessati alla corrente istantanea.

Mi ripeto: c'è qualche limite da parte di un amplificatore alimentato da generatore di tensione ideale nell'erogazione istantanea di corrente?

Ciao!
Valerio

Inviato: 30 ago 2006, 04:38
da riccardo
[omissis]..... qui` e` la principale differenza nei nostri modi di pensare... per me un sistema di riproduzione sonora e` destinato alla soddisfazione dei nostri sensi, per cui l'aspetto "percettivo" e` l'unica cosa che conta veramente... per te sembra invece che si tratti della progettazione di un sistema di misura destinato ad un computer... ;) :D

Prima di tutto mi complimento con i partecipanti alla discussione per il dibattito interessantissimo.

Ma non è per questo che intervengo.

Vorrei puntare l'attenzione sulla frase quotata, ma NON per riferirmi a chi l'ha scritta, ma piuttosto al contenuto che mi è capitato di leggere decine e decine di volte sistematicamente.

Vorrei non vederla più scritta da NESSUNA parte, in quanto assolutamente priva di senso.

Sappiamo di poter pilotare consciamente o inconsciamente, onestamente o surrettiziamente, delle componenti distorsive fino a colorare e alterare il suono come più ci piace. E fin qui non c'è nulla di male.

Ma usare questa formula dialettica come nel superstizioso medio evo si agitava la croce contro la presunta strega non porta alcun ragionamento a una soluzione brillante, verificabile, riproducibile.
In questo modo, usando queste parole, non facciamo altro che tentare di imporre alcune discutibili soggettività, il cui difetto principale è quello di sfuggire a ogni comune possibilità di verifica.
Di fatto, la si usa o come "commodus discessus" per interrompere una discussione di cui non si comprendono più gli sviluppi, oppure la si agita come un'arma facendosi forti delle stesse limitazioni che affliggono gli "astanti" cercandone la solidarietà..

Nessuna delle due cose è educata e tantomeno è auspicabile.

Sono certo che ne sapremo fare a meno in futuro, anche se gradualmente..perchè l'abitudine è dura a morire.....


Saluti

R.R.

Inviato: 30 ago 2006, 04:46
da UnixMan
Ragazzi, la discussione sta` diventando veramente interessante... grazie a tutti! :)

Purtroppo, con i miei tempi non riesco a starci dietro, e sono in ritardo pauroso con le risposte. :(

Originally posted by mauropenasa - 28/08/2006 : 16:09:52

Paolo, con i grafici hai dimostrato solo che Res dissipa una potenza in funzione della ampiezza di risposta della cella risonante, cosa evidente già alla osservazione dei plot iniziali della velocità del cono.
Sarebbe importante stabilire se è vero che essa possa variare e in che entità, prima di gridare al miracolo.
si`, ma anche che la potenza trasdotta (supposta la "resistenza acustica" costante) e` tanto piu` insensibile alle risonanze proprie del trasduttore quanto piu` si va` verso il pilotaggio in corrente...
Sarebbe importante stabilire se è vero che essa possa variare e in che entità, prima di gridare al miracolo.
Resta il problema del fatto che Res, o per meglio dire la frazione di Res che rappresenta propriamente "l'uscita acustica" del sistema, a pensarci bene non e` affatto costante e tantomeno una semplice resistenza...

Infatti, il modello che hai postato rappresenta abbastanza bene un altoparlante... sospeso nel vuoto!

Nel qual caso ovviamente l'uscita acustica e` nulla ed Res rappresenta solo le perdite meccaniche nel traduttore.

Se consideriamo un modello piu` completo, lasciando Res a rappresentare le sole perdite meccaniche (ed in effetti mi pare che, di solito, quello e` il significato attribuito ad Res: temo che parte della confusione e delle incomprensioni in questi ultimi post sia nata proprio da questo...), in parallelo ad Res dobbiamo aggiungere il circuito equivalente relativo all'interazione con l'aria (cioe` la vera e propria uscita acustica del sistema).

Questo lo possiamo modellare con una generica impedenza Za, la cui composizione esatta e` un bel guazzabuglio... visto che e` un sistema multirisonante (risonanze proprie del diffusore, dell'ambiente, etc) e x di piu` ad occhio e croce direi anche non lineare (e` molto piu` "facile" far espandere un gas piuttosto che comprimerlo, se non vado errato...).

Quello che pero` si puo` dire con certezza e` che Za non e` costante, essendo variabile innanzitutto con la frequenza oltre che con un gran numero di altri fattori.

E allora?

Beh, fino a prova contraria io resto della mia idea, cioe` che "a naso", verosimilmente la cosa piu` importante resta la quantita` di energia trasferita all'aria in dt, cioe` la potenza acustica prodotta.

E questa, indipendentemente dalla complessita` e variabilita` di Za, resta sempre uguale alla potenza attiva assorbita da Za stessa (cioe` il solito v*i*cos(fi)).

Quindi, quello che un sistema "ottimale" di pilotaggio dovrebbe cercare di fare e` cercare di mantenere la potenza attiva assorbita da Za quanto piu` possibile linearmente proporzionale a (Vin)^2, indipendentemente da tutti gli altri fattori (risonanze proprie del trasduttore, effetti termici su Re, variazioni di Le, ...).

Ora non ci resta che capire come dovrebbe essere fatto un "amplificatore" per avere o quantomeno approssimare un comportamento del genere... :)

In ogni caso, gli unici documenti significativi sugli altoparlanti (che non sono di White, non mi risulta sia uno specialista di queste cose...) ribadiscono la rilevanza di Re (resistenza serie della bobina) nelle THD e non di Res.
Mauro, mi sa` che proprio non riusciamo a capirci... chi e` che ha mai detto che Res e` il problema?! Ma, vedi sopra, credo che il problema fosse che avevamo in mente cose diverse... tu avevi in mente le perdite meccaniche, io il carico (l'impedenza) acustico, cioe` l'uscita del sistema.

Ovvio poi che Re, o meglio le sue variazioni x effetto termico sono un problema, specie nel caso di pilotaggio in tensione (e, se pure in misura minore, direi anche nel caso di pilotaggio in potenza).
Hawksford dimostra con misure strumentali che un pilotaggio in corrente riduce di parecchi dB la THD, specie nei Woofer in zona di massima distorsione, e lui dimostra che ciò accade a causa dell' inibizione degli effetti di Re e Le sul circuito, non per un presunto lavoro di stabilizzazione di potenza di Res...
se ci pensi bene, sono solo due modi diversi di vedere la stessa cosa: se inibisci l'effetto delle variazioni di Re, "stabilizzi" anche la potenza sul carico acustico. Una cosa non contraddice affatto l'altra.
Ma perchè ogni volta che io pongo questioni tecniche mi si dice che io ho un approccio sbagliato con il problema ?
Se argomento di audiofilia litigo con tutti, se la butto sul tecnico sbaglio perchè devo regolarmi con le orecchie invece che con gli strumenti.... boh....
che vuoi farci, cosi` e` la vita... :D

BTW, tanto per non fraintendere, in non ho mai detto che non si debbano usare gli strumenti; ho detto solo che le misure non devono (dovrebbero) essere fini a se stesse (e portare, come spesso capita, a sistemi dalle misure tanto strepitose quanto orribile e` il suono che producono...) ma al contrario usate in funzione dell'ascolto, cercando correlazioni tra quello che "si vede" e quello che si sente, sempre tenendo bene a mente qual'e` lo scopo finale dei nostri sforzi... :)

P.S.: ovviamente sto` parlando in generale, non era una critica personale nei tuoi confronti... ma il mondo purtroppo e` pieno di sistemi che dichiarano prestazioni strumentali fantastiche e poi suonano da schifo.
ah, dimenticavo, la cose delle "trappole" di Paolo...
Guarda che di gente che emula tranquillamente un sistema termoionico, negli anni, se ne sono succeduti non pochi. Il problema è che se manca la psicologia, puoi emulare quello che vuoi, non attacca. Una vota si diceva che "non c'è più sordo di chi non vuol sentire".
vogliamo fare un po` di prove in doppio cieco? io sono pronto a scommettere... ;)

indubbiamente, di audiofili "feticisti" e` pieno il mondo, ma questo non vuol dire che tutti lo siano. Personalmente conosco molti audiofili che sarebbero piu` che felici se potessero avere un sistema a stato solido dal costo "umano" che suona meglio di grossi, pesanti e co$to$i ampli a triodi (e magari poter rimpiazzare i grossi sistemi a tromba utili per ottimizzarne le prestazioni con piu` snelli sistemi attivi in cassa chiusa...). Me compreso, ovviamente. Guarda caso, in fondo lo scopo di questo thread e` proprio quello!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 05:16
da plovati
Quello di White è l'esempio più famoso, grazie alla entusiastica riscoperta di Hiraga mi sembra, ma ci sono altri esempi di reazione mista tensione-corrente (se li ritrovo li posto) forse anche precedenti.
interessante... attendo con ansia di vederli... :p

Originariamente inviato da UnixMan - 28/08/2006 :  23:53:59
Una azienda che ne aveva fatto un cavallo di battaglia era la Pye LTD, che ha affrontato il problema della riproduzione acustica con mentalità prettamente ingegneristica (era un'azienda che produceva apparati per radar, abituata ai servocontrolli). Quei pochi che li hanno potuti ascoltare ne parlano bene. Ad esempio due schemi:

Immagine

Immagine

Poi mi dicono che c'era l'eta-beta di Aloia di cui non ho lo schema e che non conosco, se qualcuno lo ha non si faccia problemi a postarlo.

_________
Piergiorgio

Inviato: 30 ago 2006, 07:03
da UnixMan
non sara` per caso che contano entrambe? (daltronde, come giustamente dice Piergiorgio a=dv/dt, forza e velocita` non sono indipendenti...) e che magari, in particolare, quel che conta e` la quantita` di energia trasferita nell'unita` di tempo, cioe` per l'appunto proprio la potenza attiva?
Abbiamo ragione entrambe su questo punto, ma tu prendi un granchio sulla potenza. Come giustamente dice Piergiorgio, una concezione di potenza costante non può prescindere dal mantenere costante la Ztotale, quindi modulare Rg in funzione della Zint istantanea del sistema a valle, variazione che per inciso non dipende da Res ma dalle componenti reattive del sistema, e questo concetto mi pare che non passi.
non direi, il concetto mi e` chiaro. E` che forse non ci siamo capiti su cos'e` che si vuole controllare. Spero che dopo il post precedente, con l'introduzione di "Za" la mia posizione sia piu` chiara.

mmmh... ora che ci penso c'e` da dire che ho introdotto un po` di confusione aggiuntiva: sono partito dall'ipotesi "generica" di pilotaggio in potenza per finire a parlare in effetti di se e come si possa fare per mantenere il piu` "costante" (proporzionale al quadrato di Vin) possibile la potenza acustica (cioe` la parte reale o attiva che dir si voglia della potenza assorbita da Za), alternando in maniera forse non troppo chiara discorsi sull'una e sull'altra cosa.

Come diresti tu, troppa carne al fuoco... :D e` un mio difetto, o se vogliamo una caratteristica dei miei contorti schemi mentali. :)
La mia sensazione è che Piergiorgio abbia colto in modo preciso cosa sia un pilotaggio in potenza, a prescindere da Res, mentre tu Paolo ti sia un pò "incaponito" su questa componente con un concetto di "potenza attiva" abbastanza forviante. Già in un circuito semplice come quello mio, noterai che di potenze attive e reattive ve ne sono non poche, e dissipano tutte il loro controbuto energetico.
mi sono incaponito su questo discorso perche`, magari mi sbaglio, ma IMHO la potenza attiva e` la cosa che piu` di ogni altra e` in proporzione diretta con la potenza acustica generata che potrebbe essere in qualche modo controllata "dal lato elettronica".

Provo a spiegarmi: la maggior parte della potenza fornita dal nostro amplificatore e` potenza reattiva; questa provoca forti trasferimenti di energia tra ampli e diffusore e viceversa e di conseguenza anche perdite (e vari effetti collaterali) in tutti gli elementi resistivi del circuito, ma NON da` alcun contributo alla potenza acustica.

Viceversa, la potenza attiva (tolte le inevitabili perdite negli elementi "resistivi" Re ed Res) rappresenta proprio l'energia trasferita all'aria!

Quindi, se si considerano Re ed Res costanti (sappiamo che soprattutto la prima non lo e`, ma in questo caso non possiamo farci molto), pilotando a potenza attiva costante otteniamo che la potenza acustica e` funzione lineare del quadrato della tensione di ingresso indipendentemente dalle risonanze meccaniche nonche` delle non linearita` proprie del trasduttore!

Le uniche fonti di non linearita` restano le variazioni di Res (perdite meccaniche), probabilmente trascurabili, e quelle -piu` importanti- dovute agli effetti termici su Re. Ma queste, se pur maggiori che nel caso di pilotaggio in corrente (in cui si annullano del tutto), sarebbero comunque minori che nel caso del pilotaggio in tensione.

Visto poi che, a differenza del pilotaggio in corrente, verosimilmente il pilotaggio in potenza potrebbe essere applicato anche a molti dei diffusori esistenti, mi pare ce ne sia abbastanza per considerare la cosa interessante...

Come evidenziato anche dai ragionamenti di Piergiorgio, gli elementi compensabili con Rg dai circuiti che cita sono la Ztot del sistema, non la Rtot. Questo perchè è evidente che un circuito legato a semplici relazioni V/I non è in grado di rispondere alle sole componenti in fase, quindi si dovrebbe definire come una amplificazione in "potenza apparente".
vero, ed infatti stavamo parlando contemporaneamente di cose diverse. Mea culpa di nuovo per la scarsa chiarezza che ha creato confusione.

BTW, anche un sistema in "potenza apparente", nonostante i suoi limiti potrebbe avere i suoi punti di forza ed essere preferibile rispetto ad uno in tensione.

In effetti, a naso sospetto che uno dei problemi maggiori del pilotaggio in tensione sia proprio il sovrasmorzamento dell'altoparlante che ne rallenta la risposta impulsiva, e forse e` proprio questa in definitiva la causa del suono "piatto" che associo invariabilmente a sistemi con alti DF.

Io ritengo però che oltre a questi sistemi si possa andare solo con tecniche molto più sofisticate non basate su NFB delle grandezze in gioco.
stop... che fai, lanci il sasso e nascondi a mano? penserai mica di poter accennare certi discorsi e cavartela senza dirci che cosa hai in mente, vero? :D

avanti, spara!
DF=1 o no:
Mi pare assodato che non possa funzionare su scala universale.
Facciamo i diffusori adatti a questo elemento ?
cerrrto!

BTW, in effetti a pensarci bene non e` il DF (cosi` come definito) a dover essere = 1, ma e` piuttosto lo smorzamento effettivo degli altoparanti (tenendo quindi conto di Re + eventuali altri elementi serie nel cross-over nel caso di sistemi multivia passivi) che dovrebbe essere =1 (smorzamento critico). Rg = Z - Re - Zx

Quindi, IMHO in generale direi che il DF "ideale" dovrebbe essere leggermente superiore ad 1, tipicamente dell'ordine di poche unita`... guarda caso, giusto il regno dei migliori valvolari!
Poi che che se ne dica, esistono molti di più ampli "tradizionali" in tensione in circolazione che il contrario, per cui bisogna chiedersi cosa accade quando si invertono i problemi di interfacciamento...
questo non sarebbe un grosso problema, se si ha un ampli con alto DF basta aggiungere una resistenza in serie...
Credo che di fondo ci sia un bel blog:
O stabiliamo che un altoparlante distorce e decidiamo di farlo distorcere di meno (con l'elettronica), ed allora ci possiamo rifare a molte esperienze passate in merito e costruire una cassa attiva ben studiata, oppure ragioniamo in termini di "differenza di ascolto". Le 2 cose sono molto diverse.
non sono affatto daccordo... secondo me la via del sistema attivo e` quella da percorrere e, se si fanno le cose per benino tenendo in debito conto le impressioni di ascolto, si ottiene un sistema che suona meglio.

Ben studiata e bensuonante non sono -o per meglio dire non dovrebbero essere- termini antitetici.

Il problema diventa tale quando per "ben studiato" si intende qualcosa progettato secondo canoni prestabiliti senza che si abbia alcuna certezza su quale e quanta rilevanza effettiva abbiano, rispetto all'ascolto, i parametri che si cerca di ottimizzare in fase di definizione e messa a punto del progetto.

E` proprio questo genere di presunzione (ed in un certo senso di "arroganza") che ha portato al cattivo suono della maggior parte dei sistemi commerciali (e non) ed ha spinto alla nascita dell'audio "esoterico" fino ad arrivare per alcuni al rifiuto "in toto" della tecnica per buttarsi in braccio all'empirismo piu` sfrenato. Ed il problema e` che, dal punto di vista del buon suono, ad oggi hanno vinto di gran lunga gli (alcuni) "esoteristi".

Se vogliamo fare progressi reali sarebbe ora di riportare un po` di scienza nell'audio, ma per farlo bisogna avere la modestia di accettare il dato di fatto che certe convenzioni e convinzioni sedimentate da decenni sono insufficienti e/o errate e spesso fuorvianti nell'ottica dell'obbiettivo da raggiungere.

Riallacciandomi al discorso sulle impressioni di ascolto, ad esempio IMHO uno dei parametri piu` sottovalutati e` la risposta ai transienti; si fa` un gran parlare di parametri "statici" come risposta in frequenza, THD, etc, che hanno senso solo in regime stazionario e si dimentica che da un lato la musica e` un susseguirsi di transienti in cui i regimi stazionari non esistono e dall'altro e` proprio ai transienti che l'orecchio/cervello e` piu` sensibile... il parametro fondamentale di valutazione di un sistema audio dovrebbe essere probabilmente la risposta all'impulso, di certo non la THD.
Dando per assodato (ed io a questo non mi omologo...) che non ci si deve scandalizzare per una THD di un diffusore del 5% in gamma bassa, con aggiunta di un altro 5% (termoionico con TU non reazionato) per l' ampli, dove finiscono i pochi punti di riduzione
5% di THD dell'ampli? tanto i miei Williamson che l'ultima versione del "powertotem" hanno < 0.1% ad 1W e meno dell'1% a piena potenza, e nessuno dei due ha alcuna forma di NFB globale, tantomeno a cavallo del TU. 8)

BTW: ti e` mai venuto in mente che in determinate condizioni si potrebbe avere cancellazione armonica tra ampli e diffusori (specie se monovia), per cui magari tassi di distorsione relativamente elevati composti (quasi) esclusivamente da armoniche pari di basso ordine (com'e` tipicamente il caso dei SET) potrebbero risultare vantaggiosi sul piano della distorsione complessiva? :o

IMHO il problema e` che ci sono troppi pregiudizi e preconcetti, da una parte e dall'altra... :x



Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 07:24
da UnixMan
I meccanismi di generazione di THD nel cono non sono (secondo me e secondo i produtturi di altoparlanti, che però non sono White... :twisted: ) per nulla associabili alle cose che caldeggia Paolo, ma a tutte le deformazioni meccaniche del sistema.
per la verita` io non ho mai parlato dei meccanismi di distorsione... mi sono limitato ad analizzare i flussi di energia/potenza che "attraversano" il trasduttore.
Ma siccome abbiamo scoperto che sia le sospensioni che l'aria mutano di massa facilmente, opponendo un lavoro variabile al sistema in funzione di qualche parametro che ci illustrerà Paolo, le mie conoscenze si fermano....
non mi sembra proprio di aver detto neanche simili assurdita`, chi ha mai parlato di masse che mutano!? :evil:

io pensavo ad esempio al fatto che l'aria in ambienti chiusi ha la strana tendenza a formare risonanze, assorbendo quantita` diverse di energia in funzione della frequenza, alle variazioni di impedenza nell'interfaccia cono/aria...



Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 07:52
da UnixMan
A mio avviso usare la Res per imbastire un discorso è un pò fuorviante. Mi spiego: la Res è la trasformata "elettrica" tramite il quadrato del fattore motore di una grandezza puramente meccanica, vale a dire la Rms (smorzamento meccanico delle sospensioni).

Originally posted by rusval - 29/08/2006 : 16:36:26
qui` tutto nasce da un precedente post di Mauro, dove in Res "inglobava" anche la parte relativa all'impedenza acustica. Mea culpa che non ho pensato subito a dividere le perdite meccaniche dall'uscita acustica, creando confusione.
Piuttosto, concentriamoci su un altro aspetto. Nei testi di fisica l'oscillatore smorzato viene trattato quasi sempre con forzamento sinusoidale e a regime. Nella Musica le condizione a regime quasistazionario non credo si instaurino tanto facilmente.
sante parole... ;)
Ora, a prescindere dal tipo di pilotaggio, chiediamoci: posta una forma d'onda qualunque (purché limitata in banda audio) in ingresso all'amplificatore, è possibile ottenere all'uscita la corrente istantanea (in modulo e forma, ovvero dinamica e banda) richiesta? Ci sono cause di "reticenza" da parte dell'amplificatore ad erogarla? Si parla tanto di slew rate e lo riferiamo sempre alla tensione. Non capisco, è un controsenso!
no, non puoi prescindere dal pilotaggio! Hai dei picchi di corrente perche` stai pilotando in tensione; se stessi pilotando in corrente, avresti dei picchi di tensione!

(come dicevo, altro vantaggio del pilotaggio in corrente: e` molto + facile gestire picchi di tensione piuttosto che di corrente...)

Il motivo dei picchi ovviamente sta` nel fatto che stai accelerando una massa, e questo richiede energia, e quindi potenza...

In realta`, vista la mia sensibilita` alle questioni riguardanti i transitori, questa tua affermazione mi da` da pensare... bisognerebbe riflettere un attimo sull'andamento di potenza attiva e reattiva in corrispondenza di questi picchi e capire quindi come si comporterebbe un sistema controllato "in potenza attiva" ed uno in "potenza apparente" in queste condizioni.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 08:03
da UnixMan
Dato che Re ed Le si trovano in serie a questo gruppo di trasformazione, il massimo picco di corrente che questa situazione può generare sarà equivalente alla corrente inducibile in Re dalla tensione istantanea prodotta dall'ampli. dato che mediamente Re ha un valore elevato, non sarà fisicamente possibile che il sistema richieda correnti istantanee più elevate di quelle grossomodo "nominali".
altro grosso punto a favore del pilotaggio in corrente, direi...


Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 08:30
da UnixMan
Open OT:
[omissis]..... qui` e` la principale differenza nei nostri modi di pensare... per me un sistema di riproduzione sonora e` destinato alla soddisfazione dei nostri sensi, per cui l'aspetto "percettivo" e` l'unica cosa che conta veramente... per te sembra invece che si tratti della progettazione di un sistema di misura destinato ad un computer... ;) :D
[omissis]

Vorrei puntare l'attenzione sulla frase quotata, ma NON per riferirmi a chi l'ha scritta, ma piuttosto al contenuto che mi è capitato di leggere decine e decine di volte sistematicamente.

Vorrei non vederla più scritta da NESSUNA parte, in quanto assolutamente priva di senso.


Originally posted by riccardo - 29/08/2006 :  23:38:49
ahem... forse mi sono spiegato male io, o forse hai capito male tu.

Per cominciare, non era affatto una "formula dialettica" per chiudere una discussione, ma semplicemente l'espressione del mio punto di vista su una questione cruciale di approccio al problema. Probabilmente (spero) avrai potuto capire meglio il mio punto di vista e quel che intendevo dire leggendo uno dei miei post successivi.

Poi, nota bene che ho usato il termine "percettivo" e non "soggettivo". La percezione, ancorche` difficilmente quantificabile ed affetta da variabilita` individuali, e` un fatto oggettivo, non soggettivo.

Infine, non si tratta di "taroccare" i sistemi per soddisfare le preferenze personali di qualcuno (beh, nel caso del DIY se si soddisfano le proprie esigenze tanto basta...), ma di realizzare sistemi pensati ed ottimizzati rispetto ai meccanismi percettivi e psicoacustici umani, cosi` come si fa` ad es. per i codec.

Altro che "oscurantismo", quello e` casomai di chi ha la presunzione che tutto ormai e` noto e bisogna restare sulle strade battute... 8)

Close OT.

Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 14:55
da plovati
Sono daccordo che la Re e la Le limitino la corrente massima circolante, tuttavia quest'ultima può essere anche maggiore (nel valore di picco) di quello desumibile dalla Re. In effetti è il sottoprodotto del fatto che l'impedenza presentata dall'altoparlante è complessa (reattiva) e quindi la richiesta di corrente di picco può essere maggiore rispetto a quanto desumibile da Re. A pag 221 del libro di D.Self c'è un esempio di quanto dico. Con segnali particolarmente cattivi la corrente istantanea richiesta può anche arrivare ad essere 2,5 volte quella richiesta dall'impedenza nominale (8ohm). Se pensi che la Re di un altoparlante da 8ohm oscilla fra 5,5 e 6,5 ohm...
Originariamente inviato da rusval - 29/08/2006 :  21:23:13
Ho aperto una discussione dedicata a questo argomento, che mi sembra più generale e merita una discussione più approfondita, per non rischiare di essere perso nella mole della discussione principale:
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1243
per discussioni e approfondimenti sulla richiesta di corrente dinamica degli altoparlanti, utilizzare questo nuovo link.


_________
Piergiorgio

Inviato: 30 ago 2006, 16:21
da mauropenasa
Bene, noto che siamo tornati al punto di partenza... :D

La piccola diatriba sul percettivo si chiude da sola, anche perchè mi pare che non mi riguardi per nulla, dato che io alterno di continuo le misure con l'ascolto (quindi sono "omologato" alla concezione di Paolo). Se i risultati possono essere diversi dipende dal fatto che non esistono 2 persone che "percepiscono" la stessa identica sensazione a parità di stimolo acustico, per cui forse "l' arroganza" (di credere di "sentire" meglio degli altri) potrebbe essere più concreta di quella dei cosi detti "tecnocrati"...

Finisco la cosa dei cloni, perchè non mi pare che tu abbia capito:
Guarda che tanto per fare un nome, Carver, il doppio cieco lo fece, e pure in modo scientifico e certificato (uscendone pare vincente, nel senso che non si riusciva a distinguere l' originale), con tanto di commercializzazione successiva.... Non mi pare che il suo modello "T" sia stato poi cosi decantato, in seguito....
Potrei anche buttare li esempio più o meno simili Italiani, ma non vorrei generare polemiche indirette...
Le mie realizzazioni (mi pare che tu ti riferisca a questo) non hanno mai preso ad esempio i suoni che tu citi, e per inciso da molto tempo (già da prima della revA) hanno una loro ben precisa conformazione "acustica", che mira il più possibile ad una trasparenza talvolta raggiunta talvolta solo ambita....
Io potrei agevolemente clonare le situazioni che citi, ma non mi interessa per le ragioni sopra descritte.

THD: Mi fai un plot di THD dei tuoi Williamson sotto i 100Hz a piena potenza ?
(condizioni su cui le nostre discussioni vertono, risonanza, massima velocità, e massime back-emf compresi tra 30 e 100Hz per un valore energetico "rilevante", altrimenti non si parla di nulla....)
Giusto per capire chi di noi conosce meglio le prestazioni dei rispettivi ampli...

La compensazione reciproca di THD, specie di ordine pari, la ipotizzai in prima persona diversi mesi fa credo anche su questo forum, non è uno scandalo per me, è una ipotesi realistica.
Il problema è che questo 3D non si intitola: "cancellazione armonica ampli-diffusore". Se mi si paventano ipotesi di pilotaggio alternativo, io ribadisco le cose che io conosco su questo tema, punto e basta. Come non vedo quantificate questi presunti vantaggi del pilotaggio in potenza, non vedo quantificate manco quelle della cancellazione armonica. Per quantificarle mi servono elementi o teorici o strumentali REALI.
Ho notato che tutti sfuggono alle mie domande finali:

E' più probabile che si sentano differenze (percezione) da un pilotaggio non adeguato per un certo diffusore (variazioni di livello acustico localizzato anche di diversi dB) o da una ipotetica o reale riduzione percentuale di THD ?

E' vero o non è vero che in un sitema con THD (che per non agitare Paolo ipotizziamo nell' ordine del 5%+1%, anzi del 4% tenendo conto della cancellazione armonica eventuale... :D ), comunque elevata e che per opinione diffusa "non si sente", una riduzione percentuale eventuale non si dovrebbe sentire ?
Sarebbe curioso che si sentisse una riduzione di qualcosa che "non si sente". In caso contrario, se si ritiene che la THD fa la differenza, direi che si dovrerbbero delle belle scuse allo stato solido....(leggi Riccardo e concetto di colorazioni varie...)

ciao



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 30 ago 2006, 17:07
da rusval
Le uniche fonti di non linearita` restano le variazioni di Res (perdite meccaniche), probabilmente trascurabili, e quelle -piu` importanti- dovute agli effetti termici su Re.
Ciao Paolo,
misurata la Re a freddo e dopo una buona mezz'ora a livello medio di circa 96dB la Re si muove di pochi punti percentuali (decimi di ohm su 5,5 ohm). Ora ho il sistema di misurazione mezzo smontato altrimenti ripeteri un attimo la misura.
Con altoparlanti dalla rms elevata non sforacchiati sotto il centratore misurando l'impedenza a pochi millivolt e ad alcuni volt, a caldo e a freddo si ha una variabilità nel qms da circa 1 a circa 1,6.

Ciao!
Valerio

Inviato: 30 ago 2006, 20:30
da UnixMan
Le uniche fonti di non linearita` restano le variazioni di Res (perdite meccaniche), probabilmente trascurabili, e quelle -piu` importanti- dovute agli effetti termici su Re.
misurata la Re a freddo e dopo una buona mezz'ora a livello medio di circa 96dB la Re si muove di pochi punti percentuali (decimi di ohm su 5,5 ohm).

Originally posted by rusval - 30/08/2006 : 12:07:36
premetto che l'idea non e` mia, ma derivata dagli studi di M. Hawksford sul pilotaggio in corrente. A quanto ho capito, rispetto alla Re il problema non sono tanto le variazioni "medie" dovute al riscaldamento complessivo sul lungo periodo, ma piuttosto le variazioni istantanee localizzate in corrispondenza dei picchi di corrente. Non so` se le misure che hai fatto possano essere sensibili anche a queste ultime, ma da quel che dici ad occhio e croce direi di no... :?:


Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 ago 2006, 20:37
da rusval
Ciao Paolo,
no, credo proprio di no. In pratica quando misuri l'impedenza a livelli più elevati per forza di cose "integri" nel tempo, ovvero non puoi sapere il livello istantaneo di ogni parametro. Stessa cosa per la variazione di temperatura istantanea, ma vi è da dire che comunque esiste la costante di tempo termica, per cui credo siano scongiurate variazioni così plateali e soprattutto repentine nella temperatura della bobina mobile.

Ciao!
Valerio

Inviato: 30 ago 2006, 21:17
da mauropenasa
A pensarci bene, ora che sto rifacendo delle misure impulsive sugli altoparlanti (lato ampli, ovviamente), qualche vantaggio stabilizzante del DF=1 l' ho trovato... 8)

Naturalmente, dato che sono una carogna, non pubblicherò mai questi dati, magari rischio di dovermi ricredere.... :D :D
Piuttosto che dare ragione a Paolo.... :D :D

ciao



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 30 ago 2006, 22:27
da UnixMan

Originally posted by mauropenasa - 30/08/2006 : 11:21:46

Bene, noto che siamo tornati al punto di partenza... :D
ogni tanto e` cosa buona e giusta... :D
La piccola diatriba sul percettivo si chiude da sola, anche perchè mi pare che non mi riguardi per nulla, dato che io alterno di continuo le misure con l'ascolto (quindi sono "omologato" alla concezione di Paolo).
assolutamente, il mio "sfogo" era generico, non personale... anche se pure tu, di tanto in tanto, tendi a prendere delle posizioni "tecnocratiche" un po` per partito preso... ;) mi sa` che pero` il problema e` che da questo punto di vista abbiamo caratteri simili, tendiamo entrambi a fare gli "avvocati del diavolo" e ad estremizzare certe posizioni. Forse e` per questo che finiamo sempre per "punzecchiarci" all'arma bianca! :D

(N.B.: nota x gli altri, a scanso equivoci: i rapporti tra me e Mauro, da che ci siamo incontrati la prima volta su diyaudio, sono sempre stati caratterizzati da una certa apparente "litigiosita`" fatta di reciproche "frecciatine" e "sfotto`", talvolta anche piuttosto "acidi" all'apparenza, ma in realta` goliardici e privi di qualsiasi reale animosita`; insomma, se a volte dovesse sembrare che ci stiamo scannando, non preoccupatevi: e` solo fumo, non sta` andando a fuoco nulla! :) ).

Se i risultati possono essere diversi dipende dal fatto che non esistono 2 persone che "percepiscono" la stessa identica sensazione a parità di stimolo acustico, per cui forse "l' arroganza" (di credere di "sentire" meglio degli altri) potrebbe essere più concreta di quella dei cosi detti "tecnocrati"...
vedi il cenno ai codec... grazie ai forti interessi in gioco, si sono fatti e si stanno facendo numerosi studi in quel settore, e si sono scoperte / si stanno scoprendo un gran numero di cose interessanti. In quel campo tutto e` centrato intorno alla percezione... nonostante le variabilita` soggettive, si sono trovati un gran numero di trend "oggettivi" e generalizzabili e sono convinto che tanto c'e` ancora da scoprire.

E` un vero peccato che nel campo della riproduzione audio in generale e di quella "Hi-End" in particolare quelle ricerche passino quasi inosservate anziche` cercare di sfruttarle a fondo per migliorare la nostra (attualmente piuttosto scarsa) conoscenza dei parametri tecnici rilevanti rispetto alla percezione uditiva.

Guarda che tanto per fare un nome, Carver, il doppio cieco lo fece, e pure in modo scientifico e certificato (uscendone pare vincente, nel senso che non si riusciva a distinguere l' originale), con tanto di commercializzazione successiva.... Non mi pare che il suo modello "T" sia stato poi cosi decantato, in seguito....
interessante, questa non la sapevo. Appena posso provo a cercare un po` di documentazione. Il punto pero` probabilmente e` vedere che cosa ha clonato...
Le mie realizzazioni (mi pare che tu ti riferisca a questo) non hanno mai preso ad esempio i suoni che tu citi, e per inciso da molto tempo (già da prima della revA) hanno una loro ben precisa conformazione "acustica", che mira il più possibile ad una trasparenza talvolta raggiunta talvolta solo ambita....
no, anche se mi riferisco spesso a quelle, in questo caso non c'entravano nulla. Come giustamente dici, non mi sembrano proprio oggetti mirati a "clonare" un sistema valvolare. Ancorche` l'obbiettivo della massima trasparenza (unito a quello affatto antitetico della massima "naturalezza") sia sostanzialmente lo stesso che perseguo anche io con i miei modesti sforzi valvolari... :D

(BTW, a proposito di "cloni"; non ricordo se te lo avevo gia` detto: ad un certo punto, una delle "evoluzioni" del prototipo del powertotem, sentito a casa di George, era pressoche` indistinguibile dal suo revC! :o)

Io potrei agevolemente clonare le situazioni che citi, ma non mi interessa per le ragioni sopra descritte.
peccato, perche` sarei decisamente curioso di provare a sentire cosa ne uscirebbe fuori... :p

(BTW, a me resta il dubbio che tu abbia qualche preconcetto sul "suono valvolare" ;) legato forse ad esperienze con oggetti che hanno caratteristiche sonore magari piu` o meno gradevoli ma che nulla hanno a che vedere con la mia idea di buon suono, che forse non e` poi cosi` lontana dalla tua).

THD: Mi fai un plot di THD dei tuoi Williamson sotto i 100Hz a piena potenza ?
volentieri. Quando torno dalle ferie appena ho un attimo vedo di farteli... :)

La compensazione reciproca di THD, specie di ordine pari, la ipotizzai in prima persona diversi mesi fa credo anche su questo forum, non è uno scandalo per me, è una ipotesi realistica.
Il problema è che questo 3D non si intitola: "cancellazione armonica ampli-diffusore".
e infatti non mi pare che si stesse discutendo di quello... era solo una punzecchiatura a margine del discorso gia` di per se` marginale (rispetto a questo 3D) relativo all'annosa questione della rilevanza della THD sulle impressioni di ascolto. :D
Se mi si paventano ipotesi di pilotaggio alternativo, io ribadisco le cose che io conosco su questo tema, punto e basta. Come non vedo quantificate questi presunti vantaggi del pilotaggio in potenza, non vedo quantificate manco quelle della cancellazione armonica. Per quantificarle mi servono elementi o teorici o strumentali REALI.
senza dubbio, ma per poter fare verifiche strumentali (e prove di ascolto, aggiungo io... ;) ) bisogna prima mettersi daccordo su cosa fare, poi capire come farlo ed infine tradurre il tutto in rame e silicio... :D

Sul piano teorico, fare una analisi puntuale e dettagiata a priori e` qualcosa al di sopra delle mie conoscenze e capacita` in materia per cui, x quanto mi riguarda, e` fuori questione. Se qualcuno e` in grado di farlo e` il benvenuto!

Tutto quello che potevo dire in proposito credo di averlo detto, e onestamente da quanto detto di possibili vantaggi se ne intravedono diversi sia per quanto riguarda l'ipotesi del pilotaggio "a potenza attiva costante" che, se pure in maniera minore e con un maggior numero di possibili svantaggi, anche per l'ipotesi di pilotaggio "a potenza apparente costante".

Ho notato che tutti sfuggono alle mie domande finali:

E' più probabile che si sentano differenze (percezione) da un pilotaggio non adeguato per un certo diffusore (variazioni di livello acustico localizzato anche di diversi dB) o da una ipotetica o reale riduzione percentuale di THD ?
ovviamente la prima delle due... ma, ripeto, mi sembra che tu "ti dimentichi" sempre delle variazioni lagate alla effettiva risposta in ambiente reale ed al posizionamento, che possono facilmente essere di gran lunga maggiori. Ovvio che cambiando l'impedenza di uscita "cambia" il suono prima di tutto a causa di questi effetti, ma tipicamente questi si possono facilmente compensare "lavorando" sul posizionamento e/o sull'acustica ambientale.

Viceversa, alcune caratteristiche del suono sono difficilmente imputabili a questioni di risposta in frequenza e sono talmente generalizzate rispetto a impianti ed ambienti completamente diversi tra loro da rendere IMHO piuttosto inverosimile che questa ne possa essere la causa. Ad es., le variazioni sulla risposta in freq. di un diffusore ad una, due, tre, quattro o piu` vie rispetto alle variazioni di impedenza della sorgente sono ovviamente diverse tra loro e dipendono dai tagli, dal tipo di xover, dalle Ft, etc... eppure, vari esempi di sistemi cosi` diversi tra loro hanno mostrato tutti indifferentemente lo stesso tipo di differenze se pilotati da un SS ad alto DF piuttosto che con un valvolare a basso DF. Coincidenze? mi pare alquanto improbabile...

E' vero o non è vero che in un sitema con THD (che per non agitare Paolo ipotizziamo nell' ordine del 5%+1%, anzi del 4% tenendo conto della cancellazione armonica eventuale... :D ), comunque elevata e che per opinione diffusa "non si sente", una riduzione percentuale eventuale non si dovrebbe sentire ?
Sarebbe curioso che si sentisse una riduzione di qualcosa che "non si sente".
ROFL... :)

su questo non ti so` rispondere. La mia tesi e`: proviamo e sentiamo, dopo di che cerchiamo di capire quello che abbiamo sentito e perche`...

BTW, ripeto, secondo me la cosa piu` importante dal punto di vista "percettivo" non e` sicuramente la THD, ma casomai la risposta ai transienti e quindi la risposta impulsiva.

IMHO, a livello di pura "intuizione informata", :D la cosa fondamentale in campo audio potrebbe essere l'ottenimento dello "smorzamento critico" nelle risposte impulsive.

E questo non solo per quanto riguarda i diffusori, ma per tutto cio` che ha a che fare con l'audio, dalla sorgente ai diffusori passando per tutte le elettroniche.

Se questa ipotesi si rivelasse esatta, potrebbe anche spiegare ad es. alcuni effetti negativi solitamente imputati all'uso del NFB, che ovviamente ha tra i suoi effetti tipicamente quello di modificare la risposta all'impulso del sistema... ed ovviamente sarebbe anche relativamente semplice risolvere il problema progettando ed ottimizzando accuratamente il sistema per raggiungere il risultato voluto. Ma questo e` un altro discorso... :)

P.S.: ragazzi, ci siamo... finalmente parto x le agognate ferie. Ci si risente a fine Settembre!

Oh, se magari al mio ritorno mi faceste trovare un bel progettino di un ampli in potenza... ;)


Ciao,
Paolo.

Inviato: 31 ago 2006, 16:12
da mauropenasa
Paolo, Buone ferie... :)

Codivido la storia delle "punzecchiature", ammetto anche io che, pur mettendo a dura prova il mio self-control notoriamente labile :D , non mi faccio certo il sangue cattivo, anzi, almeno posso "non dire" cose utili per il gusto di vederlo "friggere" di suo... :D :D

Riguardo la cosa a cui si gira sempre intorno, la questione percezione ed altro, credo sia chiaro che la mia posizione, spesso esposta nella posizione dell' avvocato del diavolo, è semplicemente quella di uno che ci è già passato. In pratica tu sei più o meno nei miei panni diversi anni fa, ed io sto solo cercando di impedirti di fare errori di analisi che io stesso feci, nulla più....
Mi rendo conto che però forse questo atteggiamento è sbagliato, nel senso che forse è meglio che tutti ci sbattano il naso, cosi come ho fatto io. In fondo, da quelle esperienze pure io ho acquisito un buon bagaglio di conoscenze ed esperienze, come dire, un percorso obbligato di conoscenza.

Io non odio affatto il suono ottenibile da sistemi (buoni) termoionici, anzi, potrei ritenerlo anche un riferimento, più o meno assoluto. La mia strada però è quella (non dissimile da quella di molti altri) di "smontare" il giocattolo per vedere come funziona, non di usarlo e basta. In questa ottica, l' unica cosa che posso fare è mantenermi su un terreno il più possibile attinente alle mie conoscenze e sotto il mio totale controllo, mettendo mattone su mattone le basi che mi permettono di distinguere gli elementi utili (ad un buon ascolto) da quelle dannose od inutili (come energia dispersa inutile, THD controproducenti ecc..). Trovo forviante usare per questa mia ricerca tecnologie che per una ragione o per un'altra non sono in grado di isolarmi in modo univoco le singole problematiche. Esiste poi una questione costi/reperibilità/riproducibilità che mi spinge ad usare lo stato solido. Per ultima ma non ultima , anche la sfida ai luoghi comuni.... ;)
In fondo se non hai uno stimolo forte, non raggiungerai mai un risultato ampio. Io trovo lo stimolo anche nei luoghi comuni. Più sono amplificati più io "divento forte"... 8)
In pratica non ho difficoltà ad accettare che un valvolare vada molto bene, ma mi innervosisce quando il suo progettista mi dimostra che in fondo non sa le ragioni di fondo per cui il suo ampli va cosi bene. Nel mio caso, quel poco che uno si trova davanti è frutto di precise valutazioni si tecniche che di causa/effetto, in pratica io so perchè l' ampli va meglio o peggio ed in che direzione muovermi per ottenere altri risultati. Se usassi sistemi con maggiore THD o criticità intrinseche non sarei in grado di isolare i problemi cosi bene come ho potuto fare sinora, tutto qui. Se in futuro mi troverò sulla strada qualche meraviglia che va clonata a tutti i costi, magari potro anche decidere di farlo. Per ora non mi è capitato....

ciao



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 20 set 2006, 16:09
da UnixMan
A pensarci bene, ora che sto rifacendo delle misure impulsive sugli altoparlanti (lato ampli, ovviamente), qualche vantaggio stabilizzante del DF=1 l' ho trovato... 8)

Naturalmente, dato che sono una carogna, non pubblicherò mai questi dati, magari rischio di dovermi ricredere.... :D :D
Piuttosto che dare ragione a Paolo.... :D :D


Originariamente inviato da mauropenasa - 30/08/2006 :  16:17:31
NOOOOOOOOOOO, puoi mica metterci la pulce nell'orecchio :p e lasciarci cosi` con la curiosita`?!? :(

...per farti "sbottonare" basta che ti preghi in ginocchio :oops: o ci vuole la tortura? :D :grin:


Ciao,
Paolo.

Inviato: 20 set 2006, 16:38
da mauropenasa
NOOOOOOOOOOO, puoi mica metterci la pulce nell'orecchio e lasciarci cosi` con la curiosita`?!?
Suvvia, non è nulla di apocalittico... :D

E' sempre una questione di punti di vista, ossia se si guarda la cosa dall' ampli o dal diffusore. Le analisi fatti finora hanno fatto luce sulle dinamiche di scambio. Gli elementi di analisi sono già presenti.... ;)

Se tu guardi i plot (non simulati, ma misurati) che ho fatto qui: http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1243

vediamo che in un' ampli "in tensione" (Rg<<Re) la fase di assestamento meccanico impone una fase di "assestamento" o di "inseguimento" se si preferisce, di corrente erogata.
Questo per evidenti ragioni (mantenere costante l' ampiezza del segnale in tensione presente in uscita).

Anche in base alle simulazioni, se aumenti Rg a valori prossimi o maggiori di Re, questo fenomeno di modulazione della corrente viene ad attenuarsi in modo proporzionale, a scapito di una instabilità nella tensione.

Come a dire: Una amplificazione in potenza o con DF=1 da un colpo al cerchio ed uno alla botte, dividendo le condizioni di instabilità nei transienti tra tensione ai capi del altoparlante e corrente erogata.

Il vantaggio potrebbe essere in una minore energia istantanea erogata a parità di situazione, specie in termini di corrente.

Lo svantaggio nel fatto che questo vale solo se si pilota un altoparlante singolo, mentre la situazione con filtri passivi rimane quasi inalterata....

Insomma, la questione resta come prima: Un pilotaggio "non in tensione" può dare vantaggi in casi specifici, senza reti reattive in serie al segnale e in presenza di moderate ondulazioni di modulo e fase. (ma questo lo sapevamo già....)

In casi ordinari, con filtratura cross classica ecc... il sistema "in tensione" è molto più preciso (in ampiezza di emissione) ma impone all'ampli una capacità di erogazione (di corrente) istantanea adeguata (non mostruosa ma precisa e senza incertezze vistose)....

Woofer pilotato in tensione:
Immagine

In rosso, la corrente si assesta, mentre la tensione, in blu è stabile.

Woofer + 8ohm in serie (DF=1):
Immagine

Le 2 grandezze tendono a subire una variazione mutuata (si assestano entrambe)

Cassa completa, DF=1:
Immagine

Qui invece si nota che un DF=1 non mutua l' assestamento in presenza di filtri passivi interposti, ed il grafico è analogo a quello postato con ampli in tensione nel altro 3D.

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 23 set 2006, 23:59
da UnixMan
Se tu guardi i plot (non simulati, ma misurati) che ho fatto qui: http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1243
argh, altro 3D interessantissimo che mi ero perso... :(
vediamo che in un' ampli "in tensione" (Rg<<Re) la fase di assestamento meccanico impone una fase di "assestamento" o di "inseguimento" se si preferisce, di corrente erogata.
Questo per evidenti ragioni (mantenere costante l' ampiezza del segnale in tensione presente in uscita).


gia`... il problema, come accennavo di la`, e` vedere pero` cosa succede realmente "dall'altro lato", quello che sentiamo noi!

Siamo poi cosi` sicuri che quello che sentiamo segua sempre cosi` fedelmente la tensione ai morsetti dell'AP (e solo quella) e che i transienti "meccanici" non producano effetti acustici?

Non sara` piuttosto invece che quello che sentiamo dipende anche dalla corrente nonche` dall'entita` dei transienti meccanici? ;)

E che le maggiori accelerazioni imposte al sistema meccanico dovute alle maggiori correnti iniettate nell'AP dai sistemi con alto DF peggiorino sensibilmente la situazione, potendo in linea di principio perfino innescare fenomeni di "break-up" delle membrane?
Anche in base alle simulazioni, se aumenti Rg a valori prossimi o maggiori di Re, questo fenomeno di modulazione della corrente viene ad attenuarsi in modo proporzionale, a scapito di una instabilità nella tensione.

Come a dire: Una amplificazione in potenza o con DF=1 da un colpo al cerchio ed uno alla botte, dividendo le condizioni di instabilità nei transienti tra tensione ai capi del altoparlante e corrente erogata.

Il vantaggio potrebbe essere in una minore energia istantanea erogata a parità di situazione, specie in termini di corrente.
e ti pare poco? minore energia istantanea su quell'interfaccia significa meno stress sulla "biella" virtuale di cui all'altro thread, il che a naso si dovrebbe tradurre in meno "spurie" prodotte sul lato acustico a causa di fenomeni meccanici...
Lo svantaggio nel fatto che questo vale solo se si pilota un altoparlante singolo, mentre la situazione con filtri passivi rimane quasi inalterata....
aspetta... quella misura a cosa si riferisce, ai morsetti della cassa (come presumo) od a quelli di uno degli altoparlanti della stessa?

Comunque sia, resta il fatto che per capirci qualcosa dovresti ripetere la misura andando a guardare l'effettiva uscita acustica.

E` solo li` che c'e` quello che sentiamo e quindi e` solo cosi` che si puo` effettivamente provare a capire qualcosa di quello che davvero succede.

Personalmente sono convinto che, confrontando la forma d'onda all'uscita del microfono con quelle dei segnali (corrente/tensione/potenza) di pilotaggio avresti delle belle sorprese... ;)
Cassa completa, DF=1:
Immagine

Qui invece si nota che un DF=1 non mutua l' assestamento in presenza di filtri passivi interposti, ed il grafico è analogo a quello postato con ampli in tensione nel altro 3D.
prova un po` a plottare il prodotto VI nei due casi... ma, soprattutto, guarda cosa c'e` all'uscita di un microfono nelle due condizioni!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 25 set 2006, 19:20
da mauropenasa
Paolo, Ho risposto sostanzialmente nel altro 3D...... :)

A me pare che "a non essere chiaro" di queste analisi ci siano più le tue perplessità che i dati che si possono estrapolare da queste discussioni.... ;)

In primo luogo, si deve distinguere chiaramente quello che si ritiene un "problema" o un "limite" nelle sezioni di pilotaggio dei finali e quello che si ritiene un' aspetto fisiologico nel funzionamento di un sistema complesso.

E' scontato che un ampli deve essere predisposto per potenza, tensione, corrente e dinamica energetica disponibile in modo adeguato a pilotare un sistema di altoparlanti, a prescindere dalla sua struttura topologica.
Ma se guardi le caratteristiche di richiesta (che tu le veda in termini di tensione, di corrente o di potenza) che io ho rilevato su alcune situazioni reali, no ci sono elementi che ci dicono che si possa mandare in crisi un normale ampli, questo è il punto.
Se un GC piuttosto che un My_ref o altro deve subire delle variazioni di corrente istantanea tra 0.8A a 1,5A, variabili in qualche decina di mS e con una deltaI/deltaT del tutto ordinaria (sostanzialmente analoga a quella della frequenza di stimolazione inpulsiva), ci saranno magari diverse THD percentuali (da progetto), ma ampiamente entro le caratteristiche dinamiche previste, ossia non è ipotizzabile una distorsione dinamica importante aggiuntiva.

Non capisco perchè "non passi" il modo di lavorare di un motore induttivo:

La corrente (solo essa, esclusivamente ed incontrovertibilmente) genera la forza di movimento

La tensione backemf genera il feedback di movimento verso il generatore. Più il sistema motore tende ad "imballarsi" più backemf genera, più backemf genera maggiore sarà la impedenza dinamica vista dal generatore, maggiore è l' impedenza dinamica vista dal generatore (in tensione) meno corrente esso innietta nel motore (auto-compensazione del sistema).

Il sistema si autocompensa solo se i 2 generatori, quello principale e quello di backemf sono in grado di interagire tra loro. Più è alta l' impedenza interposta tra i 2 meno essi potranno interagire (percentualmente) a vicenda, meno essi interagiranno meno ci sarà autocompensazione, meno autocompensazione = meno controllo (attivo) di movimento.

TUTTI i motori elettrici ad induzione funzionano ESCLUSIVAMENTE per merito di questa dinamica di feedback !!!

Più il sistema è "non-lineare" (ossia l' escursione non è esattamente proporzionale alla corrente, esempio nei transienti, come abbiamo visto), più è importante la possibilità di avere il feedback da parte delle backemf.
In caso di polotaggio in corrente, questo feedback teoricamente manca totalmente, per cui si decide a tavolino che il sistema è lineare. Fintanto che esso è tale si ha un vantaggio (hawksford), mentre quando questo viene meno si peggiora vistosamente la situazione. Non a caso i sistemi in corrente prevedono quasi sempre un feedback o meccanico (motional) o elettrico (analisi delle backemf o sistemi a feedback misto complessi).

A parità di complessità di sitema progettato, lo sfruttamento del meccanismo (backemf-generatore di tensione) è di gran lunga più vantaggioso di altri sistemi, anche se per funzionare bene necessità di disporre di presupposti di linearità di base adatti....

Veniamo ai fatti misurati.
Se non vi fosse una tendenza al aumento dell' escursione da parte del cono, non si vedrebbe quel aumento dinamico della impedenza (backemf depended ) che si nota dopo il primo impulso.
Se questo è vero, è vero che si sta assistendo ad un aumento di energia acustica, essendo essa direttamente proporzionale al movimento generato.
In tal caso, solo riducendo la corrente si potra compensare in tempo reale questo aumento anomalo, e in nessun altro modo.

Se un sistema non prevede di interagire con le backemf in tale senso rifletterà tutte le anomalie di assestamento sul sistema meccanico, con ovvie conseguenze (se questo fosse un motore rotativo si avrebbero delle variazioni di velocità più marcate, per fare un parallelo....)....

ciao




Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 25 set 2006, 19:28
da plovati
Qualche considerazione interessante sulla distorsione transiente degli altoparlanti, misurata col metodo del burst sinusoidale modulato:

http://www.audiofaidate.org/articoli/tr ... oudspk.pdf

_________
Piergiorgio

Inviato: 25 set 2006, 22:58
da mauropenasa
Qualche considerazione interessante sulla distorsione transiente degli altoparlanti, misurata col metodo del burst sinusoidale modulato:
Ad occhio sembra interessante (la leggero con calma quando trovo uno spazio di tempo).
Tanto per ribadire quanto in fondo queste cose possano essere già conosciute.... :)

Ora mi si dirà che io ho copiato da questi testi... :D
(ovviamente non li conoscevo, di solito amo avere sempre elementi di prima mano, cosi come le cose preferisco verificarle di persona....)

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 27 set 2006, 01:50
da UnixMan
Paolo, Ho risposto sostanzialmente nel altro 3D...... :)

A me pare che "a non essere chiaro" di queste analisi ci siano più le tue perplessità che i dati che si possono estrapolare da queste discussioni.... ;)

In primo luogo, si deve distinguere chiaramente quello che si ritiene un "problema" o un "limite" nelle sezioni di pilotaggio dei finali e quello che si ritiene un' aspetto fisiologico nel funzionamento di un sistema complesso.

E' scontato che un ampli deve essere predisposto per potenza, tensione, corrente e dinamica energetica disponibile in modo adeguato a
[...]
Non capisco perchè "non passi" il modo di lavorare di un motore induttivo:
[...]
Il modo di lavorare di un motore induttivo passa eccome, o perlomeno per me e` chiarissimo. Ma mi sa` che tanto x cambiare non ci siamo capiti. :D

In non sto` pensando a problemi relativi ai finali, ma piuttosto alla "meccanica" del funzionamento degli altoparlanti dinamici.

Il punto e` che, secondo me, in generale un altoparlante reale pilotato in tensione "funziona male".

L'ipotesi e` che si creano (per effetti meramente meccanici) distorsioni nei transienti che alterano la forma d'onda acustica rispetto al segnale elettrico che si vorrebbe riprodurre fedelmente.

E, come dimostrato ad es. anche dalle prove di ascolto riportate nell'articolo citato da Piergiorgo, e` proprio alle variazioni di "inviluppo" dei transienti che il nostro udito e` piu` sensibile:

Immagine

Proviamo ora a visualizzare la situazione con un altro paragone meccanico (semplificato, ma neanche troppo).

Abbiamo un carrellino che scorre (con attrito) su una rotaia. Il carrellino e` attaccato con delle molle agli estremi della rotaia, ed a riposo se ne sta` fermo al centro. Questo e` un oscillatore smorzato, che ha una sua frequenza di risonanza ed un suo 'Q', determinato dall'attrito, e rappresenta il cono del ns. altoparlante, con la bobina aperta.

Davanti alla rotaia abbiamo un pistoncino perfettamente rigido (e capace di produrre/sopportare forze infinite) che si muove avanti e indietro seguendo le variazioni di un segnale di comando. Questo e` il nostro segnale utile (il segnale elettrico amplificato, supposto come generatore ideale).

A questo punto, noi vorremmo che il carrellino si muova avanti e indietro sulla sua rotaia seguendo esattamente i movimenti del pistoncino, cioe` vorremmo che il cono si muova seguendo esattamente l'andamento del segnale elettrico, al piu` con un certo ritardo e/o una variazione di ampiezza (attenuazione...) costanti.

Come facciamo?

Beh, se potessimo collegare il carrellino al pistoncino con un'asta perfettamente rigida sarebbe facile, il carrellino (cono) seguirebbe perfettamente i movimenti del pistoncino (segnale elettrico) indipendentemente da tutto il resto... ma non si puo`.

Al carrellino e` attaccato uno smorzatore (Re), ed e` solo attraverso questo che possiamo far muovere il carrellino.

E allora, se attacchiamo il carrellino al pistoncino attraverso lo smorzatore, cosa succede?

Che il carrellino non e` piu` vincolato rigidamente al pistoncino, e quindi non si muovera` piu` in sincronia con questo. Ma come, allora?

Tutto dipende dal 'Q' dell'oscillatore, che ora e` modificato dalla presenza dell'ammortizzatore (smorzatore) che lo collega al pistoncino.

Se _e solo se_ lo smorzamento complessivo del sistema e` esattamente quello "critico", l'oscillatore seguira`, sia pure con con un certo ritardo (sfasamento...), il movimento imposto dal pistoncino. Il rapporto tra le ampiezze delle oscillazioni del pistoncino (segnale elettrico) e quelle del carrellino (cono) non sara` sempre cosi` costante come vorremmo in quanto e` variabile con la frequenza (abbiamo un sistema risonante...), ma questo lo sapevamo a priori e qui` non possiamo farci nulla... ma possiamo correggerlo abbastanza facilmente per altre vie (filtraggi, etc). Quindi, in definitiva questo ci va` bene.

Diversamente, si hanno due casi: se il sistema e` sottosmorzato rispondera` ad ogni perturbazione con oscillazioni smorzate (spurie), mentre se e` sovrasmorzato rispondera` muovendosi piu` lentamente di quanto dovrebbe per poter seguire fedelmente i movimenti del pistoncino. In entrambi i casi, comunque, il movimento del carrellino non seguira` piu` fedelmente quello del pistoncino, creando distorsioni nei fronti e nell'inviluppo dei transienti. E questo NON ci va` affatto bene!

Poiche` in generale trovo improbabile che lo smorzamento del sistema altoparlante sia sempre esattamente quello "giusto" (critico) proprio quando e` chiuso sulla sua Re (cortocircuitato), e` improbabile che il pilotaggio in tensione sia la cosa giusta da fare. Diversamente, quello che bisogna fare invece e` agire sull'impedenza di uscita dell'amplificatore per ottenere la condizione voluta (cioe` lo smorzamento critico del cono dell'altoparlante nelle reali condizioni di lavoro).

Dove sbaglio?



Ciao,
Paolo.

Inviato: 27 set 2006, 22:07
da mauropenasa
Secondo me la tua analisi di fondo (inviluppo assimmetria potenziale tra causa ed effetto per via di inerzie nel movimento ecc....) è condivisibile, ma il problema è che varie fonti (che hanno affrontato prima di noi la questione) dimostrano che non è con i pilotaggi in questione che si migliorano le cose, ma anzi, quando non sono ottimizzati, succede il contrario:
A parità di complessità di sitema progettato, lo sfruttamento del meccanismo (backemf-generatore di tensione) è di gran lunga più vantaggioso di altri sistemi, anche se per funzionare bene necessità di disporre di presupposti di linearità di base adatti....
Questo l' ho scritto io qualche post fa.

http://sound.westhost.com/z-effects.htm

Questa è la paginetta di Rod Elliott, che misura il segnale (acustico) in uscita dalla sua cassa con vari modi di pilotaggio, come stiamo facendo noi e verificando proprio l' inviluppo di attacco e decadimento, visibile peraltro anche nelle mie misure sulla corrente nell' altro 3D.
Le conclusioni sono identiche (fotocopia) alle mie, ma si badi bene, solo tratte dai ragionamenti fatti tra noi, giuro che non le avevo lette prima (altrimenti lo ammetterei senza grandi problemi....).. :oops:

Credo che in parte i suoi plot rispondano alle tue perplessità....

Peraltro si notano le sovraelongazioni (acustiche e da transiente, ossia all' attacco e stacco del segnale) che io avevo intuito...

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 28 set 2006, 01:18
da UnixMan
http://sound.westhost.com/z-effects.htm

Questa è la paginetta di Rod Elliott, che misura il segnale (acustico) in uscita dalla sua cassa con vari modi di pilotaggio, come stiamo facendo noi e verificando proprio l' inviluppo di attacco e decadimento, visibile peraltro anche nelle mie misure sulla corrente nell' altro 3D
interessante... mi era sfuggito.

La cosa senza dubbio piu` evidente e` quel pastrocchio che si vede per DF<0 (imp. negativa). Sarebbe interessante capire se questo sia originato solo da instabilita` dell'amplificatore utilizzato x i test (cosa probabile quando si va` a finire ad impedenze negative...), o se non sia legato proprio (anche) al damping eccessivo che ad es. innesca fenomeni di break-up nella membrana.

Se supponiamo che -almeno in parte- l'effetto sia generato dall'altoparlante, sembrerebbe che quanto ipotizzavo potrebbe non essere poi cosi` sballato... salvo che, almeno per quanto riguarda il diffusore utilizzato da Elliott, il tutto si verifica solo per DF negativi. Questo pero` vorrebbe dire solo che il particolare diffusore che Elliot ha usato x le sue misure e` talmente sottosmorzato di suo che solo riducendo Re per effetto di una imp. negativa si arriva alla condizione di overdamping.

Se e` cosi`, potrebbe non essere da escludere a priori che altoparlanti/diffusori diversi possano avere problemi gia` con Zout prossime allo zero (ma comunque ancora positive), tantopiu` nel caso di diffusori completi dove i filtri passivi ed il box aggiungono altre risonanze (e smorzamenti) che possono modificare sostanzialmente le cose... . :?:
Peraltro si notano le sovraelongazioni (acustiche e da transiente, ossia all' attacco e stacco del segnale) che io avevo intuito...
problemino mica da poco... :x stando a quanto si legge nell'estratto dell'articolo citato da Piergiorgio che ho inserito nel post precedente, sembra che proprio transienti di questo genere sono percepiti in maniera letteralmente abnorme a livello uditivo e condizionano pesantemente la percezione di cio` che segue, e per tempi considerevoli!!! :o

Questo da solo potrebbe bastare a giustificare l'idea di un pilotaggio in potenza ;) o simile che eviti sovraelongazioni o peggio "spikes" negli attacchi, anche a costo di qualche peggioramento in altri parametri... 8)


Ciao,
Paolo.

Inviato: 28 set 2006, 17:13
da mauropenasa
La cosa senza dubbio piu` evidente e` quel pastrocchio che si vede per DF<0 (imp. negativa). Sarebbe interessante capire se questo sia originato solo da instabilita` dell'amplificatore utilizzato x i test (cosa probabile quando si va` a finire ad impedenze negative...), o se non sia legato proprio (anche) al damping eccessivo che ad es. innesca fenomeni di break-up nella membrana.
...Potrebbe anche essere.... :)
Se supponiamo che -almeno in parte- l'effetto sia generato dall'altoparlante, sembrerebbe che quanto ipotizzavo potrebbe non essere poi cosi` sballato... salvo che, almeno per quanto riguarda il diffusore utilizzato da Elliott, il tutto si verifica solo per DF negativi. Questo pero` vorrebbe dire solo che il particolare diffusore che Elliot ha usato x le sue misure e` talmente sottosmorzato di suo che solo riducendo Re per effetto di una imp. negativa si arriva alla condizione di overdamping.
Non escludo (non ne ho gli elementi) che non possa essere come dici tu. Peraltro non penso che il tuo discorso di base sulla diversità di comportamento dei diffusori versus pilotaggio sia "errato", solo che è molto più "contestualizzato" delle forme di pilotaggio ordinarie, ossia ogni caso avrà una sua storia più o meno vantaggiosa o svantaggiosa....
Se e` cosi`, potrebbe non essere da escludere a priori che altoparlanti/diffusori diversi possano avere problemi gia` con Zout prossime allo zero (ma comunque ancora positive), tantopiu` nel caso di diffusori completi dove i filtri passivi ed il box aggiungono altre risonanze (e smorzamenti) che possono modificare sostanzialmente le cose... .
In teoria no, diciamo che i grandi numeri dovrebbero deviare l' ago verso il pilotaggio in tensione per il semplice motivo che "si suppone" che il progettista abbia ponderato i vari Q per tale situazione....
Sicuramente non si può dire che sia una cosa automatica ed assoluta...
problemino mica da poco... stando a quanto si legge nell'estratto dell'articolo citato da Piergiorgio che ho inserito nel post precedente, sembra che proprio transienti di questo genere sono percepiti in maniera letteralmente abnorme a livello uditivo e condizionano pesantemente la percezione di cio` che segue, e per tempi considerevoli!!!
Credo anche io che questo problema sia realistico (noi lo ipotizzavamo anche prima di leggere il doc di Piergiorgio... 8) )....
Questo da solo potrebbe bastare a giustificare l'idea di un pilotaggio in potenza o simile che eviti sovraelongazioni o peggio "spikes" negli attacchi, anche a costo di qualche peggioramento in altri parametri...
Certo, peccato che il pilotaggio in potenza non possa esimersi dal lavorare in ampi tratti di curva a "cavallo tra tensione e corrente", in quella zona che abbiamo definito sostanzialmente DF=1 o limitrofa, e anche dai plot di Rod Elliott sembra che sia proprio (anche se meglio che con impedenza negativa) una condizione che incentiva la deformazione dello shape, al contrario del pilotaggio in tensione.....
Ciò nonostante, come lo stesso Elliott ( e Linkwitz, a quanto pare) sostiene, non si deve escludere che un pilotaggio in potenza o in corrente non possa al contrario migliorare le prestazioni in presenza di specifici Q di sistema, verosimilmente "adattati" per questa applicazione (come da Hawksford....)...

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 29 set 2006, 03:24
da UnixMan
Non escludo (non ne ho gli elementi) che non possa essere come dici tu. Peraltro non penso che il tuo discorso di base sulla diversità di comportamento dei diffusori versus pilotaggio sia "errato", solo che è molto più "contestualizzato" delle forme di pilotaggio ordinarie, ossia ogni caso avrà una sua storia più o meno vantaggiosa o svantaggiosa....
Se non vado errato, con l'architettura del my_ref (variando il guadagno del "primo stadio", come mi suggerivi diverso tempo fa`...) si potrebbe ottenere facilmente un range di Zout piu` che sufficente (~0...10 ohm o giu` di li`) regolabile senza variare il guadagno complessivo.

...e allora, ci proviamo a mettere insieme questo "my_ref/vdf" con Zout variabile? :D
Certo, peccato che il pilotaggio in potenza non possa esimersi dal lavorare in ampi tratti di curva a "cavallo tra tensione e corrente", in quella zona che abbiamo definito sostanzialmente DF=1 o limitrofa, e anche dai plot di Rod Elliott sembra che sia proprio (anche se meglio che con impedenza negativa) una condizione che incentiva la deformazione dello shape, al contrario del pilotaggio in tensione.....
tieni conto che Elliot ha usato un SUBWOOFER con cono da 30cm, presumibilmente molto pesante e decisamente MOLTO poco smorzato di suo... invece io sarei curioso di ripetere le misure utilizzando qualche diffusore piu` vicino a quello dell'audiofilo "quadratico medio" e possibilmente uno che provatamente suona bene con ampli a tubi a basso DF e quindi verosimilmente molto piu` "self-damped".

In verita`, sarei proprio curioso di fare una misura a casa mia, con i miei diffusori e con vari ampli... 8)
Ciò nonostante, come lo stesso Elliott ( e Linkwitz, a quanto pare) sostiene, non si deve escludere che un pilotaggio in potenza o in corrente non possa al contrario migliorare le prestazioni in presenza di specifici Q di sistema, verosimilmente "adattati" per questa applicazione (come da Hawksford....)...
Se la questione e` semplicemente quella di usare una imp. di uscita > 0 e circa costante, variabile a seconda del diffusore, allora basta un "my_ref" modificato con una bella manopola sul frontale x variare il DF a piacimento, come si faceva nella maggior parte dei migliori ampli degli anni '50 e '60... (casomai il problema e` mantenere l'impedenza resistiva ed indipendente dalla freq. come nel rev.C al variare dell'impedenza di uscita, ma questa e` una sfida che il ns. "mago del feedback" non puo` non raccogliere... e magari anche vincere! :) )

IMHO, questa e` una cosa che varrebbe la pena di provare comunque... ;)

Viceversa, l'idea di base da cui e` partito questo thread (nella mia testa il pilotaggio a potenza costante era ed e` una delle possibili ipotesi di partenza, non necessariamente la soluzione...) e` quella di vedere se ci si puo` inventare qualche "diavoleria" (servocontrollo) in grado di migliorare le cose rispetto al pilotaggio "classico" in tensione (possibilmente senza dover utilizzare diffusori speciali "su misura"). Se non ho capito male, anche a te era venuta in mente una idea in qualche modo simile... :D

P.S.: mi sono reso conto troppo tardi di aver cannato completamente il titolo del thread; "pilotaggio servocontrollato dei diffusori" sarebbe stato un titolo decisamente molto piu` appropriato. :D



Ciao,
Paolo.

Inviato: 29 set 2006, 14:58
da plovati
Se la questione e` semplicemente quella di usare una imp. di uscita > 0 e circa costante, variabile a seconda del diffusore, allora basta un "my_ref" modificato con una bella manopola sul frontale x variare il DF a piacimento, come si faceva nella maggior parte dei migliori ampli degli anni '50 e '60...

Originally posted by UnixMan - 28/09/2006 :  22:24:16
Ecco appunto, diversi reputati ampli di quegli anni avevano un feedback misto tensione corrente, variabile a piacimento.
Perchè poi l'idea non è più stata praticata? Solo perchè la diffusione in massa dello stereo rendeva impratica la possibilità di tweaking o per qualche motivazione più seria?

_________
Piergiorgio

Inviato: 29 set 2006, 18:26
da mauropenasa
quote:

Se la questione e` semplicemente quella di usare una imp. di uscita > 0 e circa costante, variabile a seconda del diffusore, allora basta un "my_ref" modificato con una bella manopola sul frontale x variare il DF a piacimento, come si faceva nella maggior parte dei migliori ampli degli anni '50 e '60...
Originally posted by UnixMan - 28/09/2006 : 22:24:16



Ecco appunto, diversi reputati ampli di quegli anni avevano un feedback misto tensione corrente, variabile a piacimento.
Perchè poi l'idea non è più stata praticata? Solo perchè la diffusione in massa dello stereo rendeva impratica la possibilità di tweaking o per qualche motivazione più seria?
Punto A, elaborare un circuito a feedback variabile in tensione e corrente. Da parte mia ovviamente si tratta di tutto già fatto ed ampiamente sperimentato. Semplicemente non mi è mai piaciuto il risultato, ne su un piano strumentale ne su un piano soggettivo di ascolto.
Io ho usato sistemi Kef, B&W e Dynaudio e tutti non hanno tratto vantaggi da pilotaggi "variati" ed anzi, spesso hanno palesato chiari sintomi di "edulcorazione" da variazione di Q in gamma bassa e nei pressi del punto di taglio dei cross over (ma questo a casa mia è ovvio e scontato, oltre che macroscopico....). Chi dispone di sistemi "Kef cube" scopre agevolmente (lavorando sulle equalizzazioni in dotazione) di cosa parlo.
Dato che io "penso" ad ampli tradizionali, non a sistemi completi, la conseguenza è scontata ( My_ref con feedback "solo" in tensione").
Come è noto, non intendo entrare nel merito degli aspetti soggettivi, per ragioni di "quieto vivere". Non spetta a me stabilire quali dei gusti "percettivi" siano migliori o peggiori. Di certo so che circa il 90% della produzione mondiale audio "tende" alla tecnica tradizionale (in tensione) e non certo (o non sempre) per problemi di budget.
Per questa ragione, non sarò certo io a dire a Paolo che le sue "sensazioni" non hanno lo stesso valore ne "della media audiofila mondiale" ne dei rilievi teorici o strumentali che le smentiscono, o che bisognerebbe anche stabilire in modo più concreto se un basso DF, ad esempio, detenga realmente una specie di "primato di musicalità" (quasi sempre scontato nei discorsi di Paolo). A me risulta quasi il contrario anche su un piano soggettivo, quindi siamo quantomeno pari.....(se escludiamo le tendenze mondiali) 8) .

Punto B, Il quesito di Piergiorgio.
Qualcuno potrebbe anche ribadire che "le tendenze mondiali" cambiano spesso, e sono una specie di moda (Pass, per esempio, ha promosso tutto ed il suo contrario, passando dal circuito più elaborato dell' epoca, cascode e stasis a stato solido, ai "nuovi" circuiti Aleph, firstwatt ecc.... basati su soluzioni elementari a basso o bassissimo DF....).
Di certo sono cambiate le tecnologie, le fonti e gli strumenti di analisi, sia in mano ai progettisti che agli stessi audiofili.
Per i dati che ho io, un tale sistema di feedback misto non porta a vantaggi significativi e pone dei problemi aggiunti al audiofilo, peraltro poco "di moda" in chiave minimalista. Già la gente va in paranoia sul suono dei cavi e cose del genere, figuriamoci se deve regolare una manopola cosi critica.

Almeno che non si sostenga che un progettista moderno non sia capace di mettere un pot con una resistenza di caduta per fare un current feedback, come spesso si vuole dare ad intendere (non ci sono più le cose di una volta, si stava meglio quando si stava peggio, ecc.... :D ).

Esiste un termine semplice per queste cose:
Anacronismo.

PS: so di tirarmi delle inevitabili critiche da parte degli amanti del vintage, ma questo è il mio vissuto..... :)

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 29 set 2006, 21:09
da UnixMan
Ecco appunto, diversi reputati ampli di quegli anni avevano un feedback misto tensione corrente, variabile a piacimento.
Perchè poi l'idea non è più stata praticata? Solo perchè la diffusione in massa dello stereo rendeva impratica la possibilità di tweaking o per qualche motivazione più seria?


Originariamente inviato da plovati - 29/09/2006 :  09:58:22
bella domanda... personalmente non ho idea di quale sia la risposta. Pero` azzarderei l'ipotesi che abbia avuto a che fare piu` con questioni di marketing che altro. Con l'avvento dello stato solido, i responsabili del marketing dei vari produttori si diedero un gran da fare per promuovere i loro nuovi prodotti SS, sperticandosi in ogni sorta di elogi per qualsiasi caratteristica peculiare che li distinguesse dai loro predecessori a tubi: dovevano pur trovare qualche giustificazione (pseudo)scientifica per convincere gli ignari acquirenti a comprare prodotti che suonavano molto peggio... :x ed ovviamente gli elevati DF ottenibili (almeno sulla carta...) grazie agli elevati tassi di NFB applicabili erano sicuramente tra queste.

Poi si sa', una volta che il marketing ha influenzato pesantemente il mercato, anche i progettisti si adeguano... lega l'asino dove vuole il padrone... ;) :(



Ciao,
Paolo.

Inviato: 29 set 2006, 22:03
da UnixMan
A proposito di smorzamento critico:

http://www.pearl-hifi.com/06_Lit_Archive/07_Misc_Downloads/Critical_LS_Damping.pdf

dallo stesso sito mi e` poi capitato sotto al naso un'altro "articolo" piuttosto interessante, anche lui in qualche modo correlato con questa discussione ma che meritava un thread a parte:

http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=1374


Ciao,
Paolo.

Inviato: 29 set 2006, 22:43
da mauropenasa
bella domanda... personalmente non ho idea di quale sia la risposta. Pero` azzarderei l'ipotesi che abbia avuto a che fare piu` con questioni di marketing che altro. Con l'avvento dello stato solido, i responsabili del marketing dei vari produttori si diedero un gran da fare per promuovere i loro nuovi prodotti SS, sperticandosi in ogni sorta di elogi per qualsiasi caratteristica peculiare che li distinguesse dai loro predecessori a tubi: dovevano pur trovare qualche giustificazione (pseudo)scientifica per convincere gli ignari acquirenti a comprare prodotti che suonavano molto peggio... ed ovviamente gli elevati DF ottenibili (almeno sulla carta...) grazie agli elevati tassi di NFB applicabili erano sicuramente tra queste.

Poi si sa', una volta che il marketing ha influenzato pesantemente il mercato, anche i progettisti si adeguano... lega l'asino dove vuole il padrone...
hahaha, Paolo.... :D

A parte che dai "dell' asino" e del non competente di audiofilia anche me, in questo modo.... :D , secondo me sbagli a prendere la strada del qualunquismo tecno-commerciale, per cui ogni cosa "moderna" deve per forza andare peggio (per colpa del marketing).
Guarda che il marketing esisteva esattamente come ora anche negli anni in cui si usava spesso quella regolazione, ed anche a seguito dei "miei" test personali mi sa che anche mettere "la manopolina in più" faceva molto marketing (visto che non serviva a nulla.... :twisted: ).

Comunque ALoia, Carver e altri usavano queste opzioni prevalentemente sui loro stato solido, quindi la teoria della congiura SS ad alto DF non sta in piedi.
Io sono molto digiuno di cose di marketing, ma non mi pare che le nuove elettroniche di Aloia, per esempio, siano dotate di quel feedback a disposizione di utente (ma posso anche sbagliarmi...), mentre in vari STxxx lo mise. Come a dire, faceva prima a tenerlo che a toglierlo, e se lo ha tolto ci sarà una ragione..... ;)

Ma comunque, Paolo, nel mondo di asini si attende sempre l' avvento del "mulo" (pure + cocciuto...) che raglia più forte..... :D :D

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 30 set 2006, 19:28
da UnixMan
A parte che dai "dell' asino" e del non competente di audiofilia anche me, in questo modo.... :D ,
non so` quanti anni hai, ma cosi` "a naso" dubito che all'epoca di cui stiamo parlando ti interessavi di HiFi, ammesso che fossi nato... :D

A parte cio`, non vorrai mica dirmi sul serio che credi che i primi ampli a stato solido andavano meglio dei loro predecessori a tubi, vero?!? :o Erano oggetti a dir poco terribili sotto tutti i punti di vista, l'unico reale motivo per cui l'industria all'epoca ci si e` buttata a pesce erano i minori costi di produzione e quindi i possibili margini di guadagno ben piu` elevati! :evil:
secondo me sbagli a prendere la strada del qualunquismo tecno-commerciale, per cui ogni cosa "moderna" deve per forza andare peggio (per colpa del marketing).
mai detto questo... pero`, senza entrare nella diatriba tubi vs. SS allo stato dell'arte (ai giorni nostri), e` un dato di fatto difficilmente opinabile che i primi ampli a stato solido suonavano terribilmente male e che i loro predecessori a tubi andavano decisamente MOLTO meglio. Specialmente con i diffusori comuni a quei tempi, che per lo piu` erano pensati per lavorare con ampli a tubi e bassi DF.
Guarda che il marketing esisteva esattamente come ora anche negli anni in cui si usava spesso quella regolazione,
su questo non ci sono dubbi ed indubbiamente il DF variabile, cosi` come molti -spesso troppi- altri controlli e regolazioni erano un cavallo di battaglia del marketing a quell'epoca, come oggi lo e` la mania del "minimalismo" a tutti i costi...

Il minimalismo e` cosa buona se vale la regola "KISS": keep it simple, and NOT simpler... semplice, ma non semplicistico.
ed anche a seguito dei "miei" test personali mi sa che anche mettere "la manopolina in più" faceva molto marketing (visto che non serviva a nulla.... :twisted: ).
potrei risponderti che al contrario le mie prove hanno dato esiti del tutto diversi dalle tue, e su parecchi sistemi diversi tra loro. Solo in un caso su 5 i diffusori hanno dato segni evidenti di non gradire DF troppo bassi.

Di fatto, IMHO tutto sta` a vedere con quali altoparlanti/diffusori hai fatto quelle prove. Se leggi l'articolo che ho postato, vedrai che si puo` dimostrare (e misurare) facilmente come ogni altoparlante/diffusore abbia un DF ottimale di funzionamento in corrispondenza allo smorzamento critico. Solo alcuni (li` dice i peggiori... :twisted: ) sono talmente sottosmorzati da richiedere DF elevatissimi o addirittura negativi per raggiungere lo smorzamento critico, mentre gli altri lavorano meglio con il DF critico.

L'autore dell'articolo (nel 1954) non ha messo debitamente in evidenza gli effetti dello smorzamento sulla risposta ai transienti... se li consideriamo, ecco che sostanzialmente viene fuori il discorso che facevo nei post precedenti.

Ovvio che, visto che oggi la maggior parte degli ampli e` SS ed ha DF elevati, alcuni costruttori hanno ottimizzato i loro diffusori per quelle condizioni (verosimilmente sacrificando altri parametri). Ma questo non vuol dire affatto che la regola sia generale o universale.

Anche oggi molti diffusori comuni lavorano meglio con DF moderati, ed in quel caso le differenze si sentono, eccome!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 30 set 2006, 20:09
da mauropenasa
Non ho particolari posizioni su tutto il discorso marketing o corsi e ricorsi audiofili, anche perchè non la penso in modo molto diverso dal tuo.
in particolare condivido molto il passaggio legato ai " ....ampli....ottimizzati per i diffusori dell' epoca...", cosa che credo molto realistica.
Poi si fa per sdrammatizzare un pò dalla "tensione tecnocaratica" dei nostri discorsi... :)

Sul discorso DF e diffusori non sono perfettamente d' accordo.
Il "mio vissuto soggettivo" che non vale certo più del tuo (credo :oops: ps: Io ho testato B&W, KEF e Dynaudio. Forse nomi troppo "commerciali" ?), a parte essere quasi opposto al tuo si basa su valutazioni almeno un poco ponderate da altre prove del nove, come un test mediante equalizzazioni esterne sul segnale, sia in corrente che in tensione.
Come fai a dire con certezza che la questione è di DF quando molte misure dicono il contrario ed è facilmente dimostrabile che usando un equ parametrico in alcune zone dello spettro (pochi dB o meno) ottieni lo stesso "vissuto" ?
Come fai a dire che una situazione sia "meno distorsiva" senza una prova strumentale ?
La questione non è di darti contro a prescindere o non voler "sentire" le cose apparentemente ovvie, ma semplicemente "isolare" i singoli problemi per non esserne vittime. Da un punto di vista "soggettivo" puoi anche fare un ampli "ad orecchio" con ottime referenze. Ma se si intende ragionare in termini tecnici serve sgombrare il campo da ogni elemento "forviante", mattone dopo mattone.
In pratica questa é la differenza tra tecnica o analisi e "patchwork psicoacustico" (tale è il seguire le sensazioni di ascolto senza riscontri strumentali a supporto, o peggio, contrari).
Ovviamente non vince mai nessuno, in queste diatribe, per cui non è una gara a chi ha più dialettica.
Per certi versi ha un senso anche "sbagliare" in prima persona, per capire le cose, per cui non proseguirò oltre nella mia parte di "bastian contrario", anche perchè contrapporre esempi strumentali concreti al soggettivismo porta sempre a situazioni non profique.


ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 01 ott 2006, 03:35
da UnixMan
Il "mio vissuto soggettivo" che non vale certo più del tuo (credo :oops:
e neanche meno, ci mancherebbe... :)
ps: Io ho testato B&W, KEF e Dynaudio. Forse nomi troppo "commerciali" ?),
possibile... :D guarda caso, si tratta di marchi fortemente "orientati" verso lo stato solido, i cui prodotti raramente/difficilmente suonano bene se accoppiati ad amplificazioni a tubi.

Per la cronaca, io ho testato Sonus Faber "Grand Piano" prima serie (le mie...), ProAc 2.5 e tre diversi progetti DIY. Questi ultimi sono tutti e tre due vie da stand, due dei quali di livello decisamente buono ed uno di classe molto piu` economica (TNT Munis).
a parte essere quasi opposto al tuo si basa su valutazioni almeno un poco ponderate da altre prove del nove, come un test mediante equalizzazioni esterne sul segnale, sia in corrente che in tensione.
le tue obiezioni sono indubbiamente legittime ma, personalmente, x quanto ho avuto modo di sentire degli effetti delle eq. sono poco propenso a credere che certe mie sensazioni uditive possano essere riconducibili semplicemente a effetti di questo genere. E, daltronde, mi sembra anche improbabile che diffusori diversi in ambienti diversi possano tutti rispondere in modo analogo per questo tipo di effetti quando invece la risposta in frequenza e` chiaramente diversa dall'uno all'altro.
Come fai a dire con certezza che la questione è di DF quando molte misure dicono il contrario ed è facilmente dimostrabile che usando un equ parametrico in alcune zone dello spettro (pochi dB o meno) ottieni lo stesso "vissuto" ?
Come fai a dire che una situazione sia "meno distorsiva" senza una prova strumentale ?
non lo dico, ed infatti ho scritto "potrei risponderti che", ma poi ho preferito andare avanti riferendomi piuttosto a dati piu` oggettivi. Hai letto l'articolo sul critical damping? Perche` non provare a replicare quelle semplici misure su altoparlanti e diffusori attuali?



Ciao,
Paolo.

Inviato: 01 ott 2006, 16:06
da mauropenasa
Riguardo la questione dei test, non escludo nulla, ed immagiono che ci possano essere situazioni (l' ho sempre detto chiaramente, mi pare...) vantaggiose od in grado di giustificare pilotaggi diversi.

Se non riproduco tutti i test che si possono trovare in rete è per 2 ragioni:

1. sta al promotore di una teoria dimostrarne la correttezza, non ai suoi detrattori. Io ho visto solo o quasi solo materiale (strumentale o teorico) opposto a queste ipotesi, per cui attendo in buona fede che queste intuizioni diventino una cosa concreta. Su forme di distorsione inpulsiva varie siamo abbastanza d' accordo, su tutta questa situazione legata al damping io sono d' accordo solo se si parla di casi specifici o progettati allo scopo.

2. Nel mio piccolo mi accorgo di avere accumulato più dati sull' argomento io che molti "promotori accademici" che si trovano in rete. Quando non trovo elementi concreti in una teoria non la testo manco, sarebbe solo una perdita di tempo. Fare un documento come quello postato nel atro 3D, infarcito di dialettica e ben impostato, senza un numero che sia 1, e facile per chiunque, il difficile è andare agli strumenti e alle formule. Questo è il problema che rilevo a questo mondo, il fatto che una descrizione colorita valga esattamente come una serie di misure o di elaborazioni analitiche....

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 01 ott 2006, 18:20
da UnixMan
Se non riproduco tutti i test che si possono trovare in rete è per 2 ragioni:
io ne aggiungerei almeno un'altra... c'e` talmente tanta roba in giro che non ti basterebbe una vita! :x Penso che a nessuno dotato di buon senso potrebbe venire in mente di pretendere una cosa del genere... :D

Per quanto riguarda la misura in questione, appena mi riesce di trovare un attimo metto insieme uno scatolino per ripeterla velocemente e poi misurero` il "CDF" su tutti i diffusori che mi capiteranno "a tiro". Se intanto qualcun altro volesse provare a fare altrettanto, servirebbe a migliorare la statistica... e` una cosetta facile facile, ci vogliono 5 minuti. E di piu` diffusori attuali conosciamo il "CDF", meglio e`...
su tutta questa situazione legata al damping io sono d' accordo solo se si parla di casi specifici o progettati allo scopo.
mi sembra ovvio che tutto sta` a vedere qual'e` il CDF dei diffusori odierni. Se tutti hanno un CDF tendente all'infinito o addirittura negativo, allora hai ragione tu (ma forse ancor di piu` avrebbero ragione i sostenitori del "vintage", xche` vorrebbe dire che i diffusori odierni fanno schifo... ;) ).

Se viceversa anche solo alcuni hanno CDF finito, allora ho ragione io. 8)
Fare un documento come quello postato nel atro 3D, infarcito di dialettica e ben impostato, senza un numero che sia 1, e facile per chiunque, il difficile è andare agli strumenti e alle formule. Questo è il problema che rilevo a questo mondo, il fatto che una descrizione colorita valga esattamente come una serie di misure o di elaborazioni analitiche....
beh, dopo tutto il linguaggio naturale x la maggior parte del genere umano non e` la matematica, neanche tra i piu` "dotati"... (hai presente "Narciso e Boccadoro"? ;) ) :grin:

Scherzi a parte, l'ho gia` detto, e` un peccato che in quel "documento" dati e misure vengano citati ma di fatto NON siano presentati in alcun modo. Questo anche per me implica che, cosi` com'e`, non dimostra nulla e quindi non puo` essere piu` che una "pulce nell'orecchio". Probabilmente l'ho notato solo per il fatto che alcune delle sue "conclusioni" sono affini ad alcune delle mie ipotesi intuitive, ma non per questo ho accettato acriticamente i suoi presunti risultati.

BTW: non vorrei che aver presentato il 3D relativo a quel documento nello stesso post insieme all'articolo sul "critical damping" possa aver confuso le acque. Al di la` del fatto che x caso li ho trovati "archiviati" nello stesso sito, sono stati scritti da autori diversi a 50 anni l'uno dall'altro e NON hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro! (e nell'articolo sul CDF di dati e misure ce ne sono in abbondanza, incluso la descrizione dettagliata di come ripetere le misure... piu` scientifico di cosi`...).

Immagine

Ciao,
Paolo.

Inviato: 01 ott 2006, 23:18
da mauropenasa
Non ho parole per descrivere quel setup, Paolo.
Spero che ci sia anche un semplice elettricista che spieghi al mio posto le ragioni per cui non userei mai quel test con uno scopo vagamente strumentale.... :( :(
Ed il bello è che dovrebbe servire a confutare o meno test come quelli che posto io, con tanto di controllo di larghezza di banda dei gradini, verifica dei principi di Fourier ecc.... :( :(


ciao





Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 02 ott 2006, 15:46
da riccardo
Paolo e Mauro.
Il discorso è estremamente interessante.
Vi dispiace se vi invito entrambi a produrre un punto fermo?
Avete idee diverse, mettetele alla prova di un setup strumentale concordato e identico per entrambi, e vediamo di fare un passo avanti.
Inoltre segnalo che siete inclini, chi + chi meno alla digressione.
Fare un cenno al rimando per sommi capi facilita la lettura.

Ricordo a me stesso, e a chi legge, che le impressioni di ascolto sono soggettive. NOn ci dicono nulla.
Ci si deve ritrovare su concetti condivisi, per comunicare.
Per dire, :-)
COnosco un persona di origine pakistana che di nome si chiama: Merdha.
E vive qui in Italia.
Ci siamo capiti?





Saluti

R.R.

Inviato: 02 ott 2006, 17:54
da UnixMan
Non ho parole per descrivere quel setup, Paolo.
Spero che ci sia anche un semplice elettricista che spieghi al mio posto le ragioni per cui non userei mai quel test con uno scopo vagamente strumentale.... :( :(
Ed il bello è che dovrebbe servire a confutare o meno test come quelli che posto io, con tanto di controllo di larghezza di banda dei gradini, verifica dei principi di Fourier ecc.... :( :(


Originariamente inviato da mauropenasa - 01/10/2006 :  18:18:33
Mauro, devi considerare che quel metodo e` stato proposto negli anni '50 e x di piu` con lo scopo di essere facilmente replicabile anche in ambito DIY all'epoca, quando gia` poter disporre di un oscilloscopio scalcagnato era un lusso notevole...

L'idea e` quella di far spostare il cono con la DC fornita dalla pila per un tempo sufficientemente lungo da farlo fermare completamente in una nuova posizione, rilasciare l'eccitazione e quindi seguire sull'oscilloscopio i movimenti di assestamento del cono che torna nella posizione di riposo sotto l'effetto delle sole forze meccaniche e dello smorzamento aggiuntivo (regolabile) prodotto dalla presenza del (solo) potenziometro ai capi della bobina.

L'unico problema serio che vedo sono i possibili "rimbalzi" del pulsante, ed e` il motivo x cui l'autore ci ha messo diodo (all'epoca un germanio, oggi io metterei uno shottky...), resistenza e condensatore.

Non stiamo cercando di misurare la risposta all'impulso del diffusore, ma semplicemente di determinare il valore del carico esterno necessario ad ottenere lo smorzamento critico del sistema meccanico completo nelle condizioni di lavoro. Al limite, la stessa cosa si potrebbe fare perfino tralasciando pila e pulsante e spostando/rilasciando a mano il cono e, verosimilmente, funzionerebbe lo stesso! :o Per cui, molto pragmaticamente, se funziona cosi` tanto basta. :)

Al giorno d'oggi, poi, disponendo di un oscilloscopio digitale (o a memoria) basta sincronizzare il trigger con il fronte di discesa dell'eccitazione per semplificarsi notevolmente la vita e risparmiare un mucchio di tempo...

Naturalmente esistono anche altri modi di fare la stessa misura. Oggi come oggi, probabilmente il + semplice sarebbe quello di mettere il potenziometro in serie all'uscita di un ampli accoppiato in DC ed impedenza di uscita trascurabile e pilotare il diffusore con una quadra di periodo molto lungo (1 o 2 Hz al massimo). Se l'impedenza di uscita dell'ampli e` veramente trascurabile e non presenta effetti reattivi, il risultato e` lo stesso... questa ultima considerazione e` quella che tutto sommato mi fa` venire a simpatia il metodo arcaico e "rozzo" con pila e pulsante, almeno siamo sicuri che con il pulsante aperto non ci sono altre variabili di mezzo... :D


Ciao,
Paolo.

Inviato: 02 ott 2006, 18:01
da riccardo
la stessa cosa si potrebbe fare perfino tralasciando pila e pulsante e spostando/rilasciando a mano il cono e, verosimilmente, funzionerebbe lo stesso! :o Per cui, molto pragmaticamente, se funziona cosi` tanto basta. :)


Ciao,
Paolo.



Originariamente inviato da UnixMan - 02/10/2006 : 12:54:59
Mi consta infatti che parecchi facciano a mano...

Saluti

R.R.

Inviato: 02 ott 2006, 18:10
da UnixMan
Conosco un persona di origine pakistana che di nome si chiama: Merdha.
E vive qui in Italia.


Originariamente inviato da riccardo - 02/10/2006 :  10:46:42
poveraccio... non lo invidio davvero! :oops:

Hai ragione sulla tendenza alla digressione, almeno da parte mia... :|

e` che il mio modo di pensare "naturale" e` quello del "brain storming", una ne penso e cento ne invento! :D :grin:

Per il resto, spero anche io di arrivare al piu` presto a quache conclusione concreta e condivisa.

P.S.: certo che tra me e Mauro e` una bella lotta a chi ha "la testa piu` dura"... (i muli? al confronto sono docili come agnellini! :D :D ). :grin:



Ciao,
Paolo.

Inviato: 02 ott 2006, 18:27
da riccardo
Il signore citato era un esempio di come senza una idea comune strettamene connessa al concetto, la comunicazione sia viziata nei modi più indesiderati.

La capoccia dura, caro Paolo, non serve a niente, se al di sotto non c'è la flessibilità necessaria ad adottare tesi che provengano solo da prove incontrovertibilmente provate in buona fede, e in modo riproducibile.

Riguardo alla tendenza alla digressione, fa parte dello stesso fenomeno.

A chi legge servono punti fermi. Un set up condiviso, è un punto fermo.
Come si dice, Tesi antitesi e sintesi.
Insomma, sta sintesi?
:-)
R


Saluti

R.R.

Inviato: 03 ott 2006, 02:05
da UnixMan
Il signore citato era un esempio di come senza una idea comune strettamene connessa al concetto, la comunicazione sia viziata nei modi più indesiderati.
lo avevo capito, sono mica cosi` testone! :) ...e` che non ho potuto fare a meno di immaginarmi gli equivoci e le scene spiacevoli che possono capitare ad un povero disgraziato che si ritrova in Italia con un cognome del genere e quindi provare comprensione e simpatia x lui (e soprattutto x eventuali figli in eta` scolare, non oso pensare le battute che sarebbero costretti a sorbirsi... i ragazzini a volte possono essere feroci!).
La capoccia dura, caro Paolo, non serve a niente, se al di sotto non c'è la flessibilità necessaria ad adottare tesi che provengano solo da prove incontrovertibilmente provate in buona fede, e in modo riproducibile.
Non c'e` dubbio, ma non vedo cosa c'entri questo discorso qui` ora... al di la` delle battute sulla tenacia con cui tendiamo a difendere le ns. idee, di certo nessuno di noi e` cosi` stupido da negare l'evidenza. :D
A chi legge servono punti fermi. Un set up condiviso, è un punto fermo.
Come si dice, Tesi antitesi e sintesi.
Insomma, sta sintesi?
:-)
eh, calma, ci dobbiamo ancora arrivare... :)

al momento mi pare che siamo ad un punto morto, almeno finche` Mauro non ci spieghera` xche` secondo lui la misura presentata nell'articolo non sarebbe significativa. A me sembra assolutamente corretta, e l'unico dubbio casomai sta` nel dimostrare se la cosa sia valida anche per i diffusori attuali oppure no. Secondo me sul fatto che anche molti diffusori moderni ottengano il CDF per Zout > 0 dubbi non ce ne sono mentre, se non ho capito male, Mauro la pensa diversamente. Se e` cosi`, la cosa non si puo` risolvere semplicemente a chiacchiere, bisogna prima trovare il tempo di fare un po` di misure, presentare i risultati e discuterli.


Ciao,
Paolo.

Inviato: 03 ott 2006, 20:15
da mauropenasa
Fase 1; perchè il doc sul damping da cui parte l' assunto non ha nessuna valenza pratica:
Mi sono preso la briga di leggere a fondo la causa della "fulminalzione" di Paolo. In sostanza si afferma che al variare della resistenza interna del ampli varia il "damping" (smorzamento) nei driver, specie a bassa frequenza.
Fi qui nulla di nuovo, le mie simulazioni in questo 3D dimostrano agevolmente questo concetto, cosi come ci ho messo almeno 10 post (senza esito) per tentare di convincere i miei interlocutori che una elevata impedenza di uscita dell' ampli determina un' eccesso di livello a bassa frequenza per "under-dumping" (sotto smorzamento).
Analizzando le mie simulazioni si vede chiaramente che il driver è un sistema oscillante smorzato in parte dalle sospensioni e dall' aria, e una "chiusura del circuito" su Re, ossia un corto circuito del circuito elettrico, simile a quello che accade con ampli ad elevato damping, ha un' effetto smorzante sul sistema meccanico.

Mi gratifica il fatto che almeno chi non crede alle mie affermazioni (legate alla intollerabile sovraelongazione di Qts provocato da pilotaggi misti o ad alta impedenza di uscita, come in corrente) almeno creda ai grafici espliciti presenti nel doc postato da Paolo, meglio tardi che mai....

Veniamo alle critiche esplicite ai contenuti:
Si provano dei driver degli anni 50, montati su baffle, e si dimostra che esiste un damping in grado di dare un allineamento di Qts ( chi progetta casse è a casa sua, in questo momento.... :) ), uno che lo eleva a valori non adatti (sovraelongazione data da un Q maggiore di .7-1 circa, mentre un generatore di tensione a bassa impedenza sviluppa un Q troppo basso (circa 0.2- .5) !?!?:o
Signori, ora o cominciamo a ragionare e coinvolgiamo i progettisti di casse (e le loro formulette) o insultiamo la nostra intelligenza.

Il Q definito "troppo smorzato" è esattamente la curva di risposta di quel driver su baffle che i moderni progettisti usano nei loro calcoli !!!
Quel testo dimostra solo come si fa a recuperare Qts usando l' impedenza positiva (pilotaggio in corrente).
Quando si definisce il Qts di un sistema meccanico lo si fa sempre partendo da un' assunto preciso, ossia la risposta del altoparlante su baffle, poi si determina quanto Q si deve recuperare (c' è sempre del Q in gamma di transizione da recuperare, e si definisce il carico acustico per determinarlo (accordo in frequenza dei reflex o alrtre diavolerie), infarcendo tutto con la giusta dose di assorbente acustico...
Risulta a qualcuno che in questa fase si tenga conto della resistenza di uscita dell' ampli ? No, non è possibile. I parametri di calcolo usati per gli altoparlanti sono rilevati "in tensione, le simulazioni anche, i test anche....

Risultato: Se prendi un diffusore messo a punto in camera anecoica per un certo Q in zona di transizione bassa, frutto di lavoro certosino da parte del suo proggettista, e rigorosamente misurato, simulato e definito con pilotaggio ad elevato DF (io non conosco test di rilevamento di risposta in frequenza che preveda impedenze mediamente elevate di pilotaggio....), e lo piloti con un basso damping, la risultante è quella di elevare il Q in modo proporzionale, assolutamente mandando in fumo le stime del progettista....

Il contenuto del doc va bene se si considera di pilotare un' altoparlante a bassissimo Q, per esempio un sub in cassa chiusa di piccole dimensioni, dove la Fs sia abbastanza elevata ed il Q molto smorzato. Ecco che determinando la giusta impedenza di damping è possibile (miracolo miracolo.... :D ) recuperare il Q, e con un piccolo adattamento di risposta in frequenza si recupera di conseguenza pure anche la risposta in frequenza bassa....

Insomma, sostenere che un diffusore a larga diffusione abbia un Q troppo smorzato se pilotato da un ampli in tensione è semplicemente una sciocchezza, perchè va contro i coefficienti di calcolo che tutti i progettisti di casse usano. Attendo di vedere un test qualsiasi (esempio di audioreview, che testa la risposta in frequenza con mostri dello stato solido ad elevato DF da almeno 20 anni....) su un diffusore generico che dimostri un Qts inferiore a 0,7 in zona di transizione.... Ma per piacere....

Se non sta in piedi questa tesi, non sta in piedi manco la ricerca del "CDF ideale", spero che questo venga compreso senza tanti "ma e se".
In caso contrario, posto tutti i test di risposta in frequenza di Audioreview dal 86 (Giussani) ad oggi (Matarazzo), e sfido a trovare (compreso le pro AC, caro Paolo) un diffusore sovrasmorzato quando pilotato da un "normale " ampli in tensione...

Semplicemente negli anni 50 non esistevano ne sistemi di diffusori molto più avanzati del "open baffle", ne altoparlanti in grado di esibire un Q elevato già su baffle.... (Poi per la "storia delle innovazioni del diffusore" rimando la parola a gente come Filippo, e altri, molto più esperti di me su questo tema....). Naturale che si cercasse un "CDF" decente, in presenza di sistemi fortemente sovrasmorzati a partire dalle stesse sospensioni....

Attualmente questi concetti sono assolutamente anacronistici, cosi come non capisco come non si dia fede ai "miei sermoni" in cui dico da mesi che già con un DF=1 il Qts della maggioranza delle casse in circolazione va a "farsi benedire", con conseguente percezione di maggiore potenza in gamma bassa ed equalizzazione "a sella" tanto gradevole per molti aspetti (ma non prevista eventualmente dal progettista del diffusore).
Boh.... probabilmente lo deve dire qualche doc anni 50..... :(

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 03 ott 2006, 22:17
da MBaudino
<<Risulta a qualcuno che in questa fase si tenga conto della resistenza di uscita dell' ampli ? No, non è possibile. I parametri di calcolo usati per gli altoparlanti sono rilevati "in tensione, le simulazioni anche, i test anche....>> ( M. Penasa)

Forse non è quello a cui ti riferivi tu, ma nei normali software di calcolo dei diffusori, è possibile inserire una resistenza in serie al woofer per 'simulare' l' effetto della Rout dell' ampli e della R del cross. Variandone il valore, varierà la risposta lato bassi del woofer.
I dati del woofer sono in genere quelli misurati su pannello (IEC o meno)
.... ma forse non è a questo che i riferivi. Ciao
Mauro Baudino

Inviato: 03 ott 2006, 22:59
da mauropenasa
I dati del woofer sono in genere quelli misurati su pannello (IEC o meno)
Si, certo Mauro.
Il problema di fondo è che un moderno Woofer su pannello ha già mediamente un Q paragonabile a quello rilevato su baffle più ampli negli anni 50, almeno rispetto quelli messi nei grafici 2 e 3.
Già nel grafico 1 si trova un sistema con risposta e Rdc "moderna", dove si nota la modifica di Q in eccesso già con poche decine di ohm e dove lo stesso autore ammette che "serve un basso o bassissimo valore di Resistenza di damping.... Quello è un esempio di sistema di altoparlanti analogo a quelli che si trovano in giro attualmente.....

Sono consapevole che è possibile tenere conto di qualsiasi valore di DF, in fase di progettazione, cosi come attualmente i moderni software possono simulare bene tale situazione.
Il problema è la solita "solfa" che ripeto da sempre:
Nessuno discute sul fatto che "sia possibile" sfruttare situazioni di pilotaggio diverse dalla norma per ottimizzare alcune situazioni, ad esempio equalizzare la risposta di un woofer in banda di transizione, in zona di risonanza ecc.....
Diverso il caso di pilotare un diffusore "ordinario" progettato quindi per essere usato con sistemi ad elevato DF. (un caso contrario sarebbe masochistico per il progettista, data la enorme disparità tra ampli ad elevato damping e ampli a basso damping).
Se le prove in camera anecoica (e le simulazioni di Qts) sono recensite valutando la corretta curva (a cui hanno pure attribuito varie sigle specifiche) di transizione pilotando il tutto con un ampli ad alto damping, è matematico che tale curva si degrada in presenza di ampli a basso o bassisimo DF. almeno che la matematica non sia una opinione....
Poi che in ambiente questo possa magari giovare, e che il progettista di casse preveda un moderato range di tolleranza (scegliendo un Q blando), anche in previsione di questo, è solo fortemente auspicato....

Resta il fatto che io ho sempre visto le classiche risposte "da manuale" in tutte le prove in camera anecoica effettuate con ampli in tensione, ergo il famigerato "CDF" è già ottimizzato per tale situazione, ergo può solo peggiorare (enfasi di Q) aumentando la resistenza di damping dell' ampli....

Immagino che ora qualcuno mi porterà la classica "eccezione", ma potrà solo confermare "la regola".... 8)

ciao



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 04 ott 2006, 14:47
da mauropenasa
Fase2; Perché il setup di misura "non funziona":

La mia prima disamina sulla teoria di fondo esposta nel doc ridimensiona pure la necessità di indagare in modo empirico sul "CDF" di un sistema di altoparlanti (va ricordato che si ragiona "su un sistema di altoparlanti", dato che sembra che pure le ProAC e Sonus faber "dovrebbero" avvantaggiarsi di pilotaggi a bassissimo DF....).
Ma veniamo al "setup", già descritto nei suoi limiti (onestamente) da Paolo.
(Per inciso non ho mai inteso "mettere in croce" le idee di Paolo, ma semplicemente dimostrargli che sta usando dei riferimenti "sbagliati" o "forvianti" per sostenerle).
Il primo problema è che non si può fare una misura che sia tale usando come "generatore" un contatto meccanico senza tecniche di "cancellazione differenziale"o filtri antirimbalzo molto complessi.
Tale contatto non genera mai "una interruzione" ma una "serie di interruzioni" non ripetitive ed in grado di generare forme di "scintillazione" per effetto del rimbalzo di energia tra gli elementi reattivi e la batteria.
Le conseguenze sono una larghezza di banda del "gradino" assolutamente imprevedibile, un "fattore di forma" dello stesso gradino a sua volta fortemente inaffidabile, talvolta pure il rischio di generare picchi di tensione (e/o corrente) sul carico enormemente maggiori di quelle di test (con conseguente alterazione dei "tempi di assorbimento").

Il secondo problema è il modo in cui il contatto viene usato. Ipotizzando di dovere testare un DF adatto ai sistemi moderni, quindi una resistenza in parallelo all' altoparlante dell' ordine di percentuali di ohm, In quel circuito la fase di carica genererebbe una energia enorme ai capi della stessa resistenza, e il rilascio del tasto a sua volta genererebbe una sequenza di scintillazioni ad arco da saldatrice..... Almeno si poteva usare un deviatore con comune sull' altoparlante e le deviate su batteria/resistenza di prova (ecco dove un elettricista "arriva".... :oops: ).

Il terzo problema è la presenza del diodo in fase di scarica. Il movimento di ritorno del AP non è "naturale" ma condizionato dal circuito diodo + caps 0,5uF, che nei confronti di un transiente rappresenta un corto circuito.
Dato che l'altoparlante presenta una componente capacitiva, che rappresenta l' accumulo energetico nella fase di collegamento con la batteria, essa subirà una scarica "non meccanica" per colpa del diodo polarizzato direttamente....(se poi il diodo è al germanio, la scarica sarà inficiata fino a tensioni di poche centinaia di mV...)

Il quarto problema (se non bastassero quelli precedenti... :) ) è che l'oscillogramma non rappresenta quasi nulla, nel senso che semplicemente più sarà elevato il damping (per effetto della resistenza variabile in parallelo) meno si noteranno le irregolarità nel movimeno di assestamento, (irregolarità che per altro possono essere causate in gran parte dai punti che ho elencato in precedenza....) e non è possibile stabilire un punto di "CDF" ideale anche per stessa ammissione del autore.
Peraltro il circuito è indadatto (anche come fattore di scala oltre che per le ragioni del punto 2)) in caso di test con damping elevati (bassissimo valore di R variabile), perchè la tensione presente ai capi diventa molto piccola....

Insomma, tutto da rifare.
Questo esempio è utile per dimostrare che le misure non servono a nulla senza una analisi precisa dell' obbiettivo che si intende raggiungere e una conoscenza adatta delle dinamiche in gioco.
NOn è importante che il setup sia molto elaborato od automatizzato o digitale, è importante che ci sia dietro una mente pensante che conosca i principi teorici e strumentali che regolano i componenti in fase di test....

opss, dimenticavo (per "tranquilizzare" Riccardo.... :) :
Ovviamente quanto detto finora è semplicemente il mio punto di vista, non una requisitora nei confronti di Paolo o chiunque altro.
Per quel che mi riguarda, ognuno è libero di pensarla come vuole o di usare qualsiasi setup, e non è detto che si debba passare per forza da test comuni per trarre delle conclusioni simili.
Peraltro non sono manco "il difensore di ufficio" del pilotaggio in tensione....

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html