Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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nullo
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da nullo »

Visto, visto :smile:

Add border, un bel casino aggiunto :wink: Occorrerebbe vedere che succede a mettere assorbente in mezzo, perché se si sente, si dovrebbe anche vedere...

Inoltre noi dobbiamo pensare a segnali impulsivi a spettro ampio, non a segnali sinusoidali.
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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stereosound
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da stereosound »

Mi piacerebbe semplificare il più possibile il discorso benché non sia così semplice in effetti.
Dalla esperienza di una riproduzione reale di un evento sonoro vissuto dal singolo ascoltatore alla sua riproduzione artificiale attraverso un impianto tipo vi è una differenza molto ampia. Si potrebbe dividere la storia di questo evento in varie fasi distinte:
Tecniche ed ambiente di ripresa; manipolazione e masterizzazione/registrazione; riproduzione finale in ambiente tipo(con tutte le possibili ulteriori interazioni); percezione dell'ascoltatore;elaborazione della percezione.
Non credo che si possano trattare approfonditamente tutti gli ambiti interessati al percorso storico che va dall’evento iniziale reale alla riproduzione attraverso un sistema hi-fi calato in un certo ambiente prevalentemente di tipo domestico.
Principalmente l’autocostruttore non è un progettista né tantomeno un attento studioso(di solito) che impiega il proprio tempo per approfondire i vari aspetti dell’acustica nella riproduzione sonora . E’ importante però riuscire a capire,almeno in parte,come è possibile intraprendere ,parlando di casse acustiche da autocostruire ,la strada più semplice e sicura per cercare di riprodurre decentemente una incisione che porta con sé una certa storia la quale è completamente indipendente dalle capacità realizzative di chi al momento si cimenta in una realizzazione qualsiasi.
Chi si accinge a costruire un diffusore o ad usarne uno già pronto non si pone il problema dei passaggi precedenti,anche se volendo li potrebbe approfondire, ma si preoccupa prevalentemente di ottimizzare l’ultimo aspetto: quello della migliore riproduzione possibile entro i limiti di spesa di tutta una catena riproduttiva che potrà permettersi .
Molti anni addietro mi sono cimentato più volte nell’eseguire registrazione dal vivo di piccoli gruppi musicali come quartetti jazz e complessi, orchestre di musica sinfonica e persino concerti d’organo e cori polifonici.
Con una attrezzatura di tipo semiprofessionale non potevo certo pretendere una qualità eccellente ma il risultato ottenuto era spesso molto confortante. La bestia nera da combattere era,come è ben immaginabile, l’effetto deleterio di certi ambienti particolarmente riverberanti. Non vorrei parlarne per non dilungarmi sulle tecniche di ripresa che usavo,ma è facile capire che per riprendere una orchestra sinfonica non erano sufficienti due semplici microfoni in configurazione stereo.
E’ come se si volesse raccontare la storia di un evento complesso servendosi solo di due testimoni che vedono la stessa realtà con solo due angolazioni diverse…il racconto sarebbe mancante di molti dettagli!!!
Il racconto dell’evento si basa sul principio della “molteplice attestazione”che comporta tanti più dettagli,aspetti e sfumature quanto maggiore sarà il numero di testimoni oculari .
Nelle tecnica di ripresa si può applicare lo stesso principio: più microfoni equivalgono ad un numero maggiore di testimoni “auricolari” che racconteranno la storia da molteplici angoli di ripresa:essa sarà molto più ricca di dettagli .
Gli effetti deleteri dell’ambiente di ripresa,come sappiamo,vanno ad aggiungere alla registrazione una storia che non esiste (orrore!!!)… l’ascoltatore che vive in tempo reale l’evento sonoro raccoglie però (bisogna fare anche questa esperienza) non tutta la realtà dell’evento stesso in quanto il suo apparato uditivo ne limita la percezione al suo ristretto ambito e l’elaborazione sarà del tutto personale e non ripetibile…spostandosi dalla scena avrà altro tipo di percezione diversa dalla precedente.
Fine prima parte
Max
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto: Il racconto dell’evento si basa sul principio della “molteplice attestazione”che comporta tanti più dettagli,aspetti e sfumature quanto maggiore sarà il numero di testimoni oculari .
Nelle tecnica di ripresa si può applicare lo stesso principio: più microfoni equivalgono ad un numero maggiore di testimoni “auricolari” che racconteranno la storia da molteplici angoli di ripresa:essa sarà molto più ricca di dettagli .
Si, ma poi i testimoni oculari, almeno di norma, li interroghi uno alla volta, se li ascoltiamo tutti assieme, si capisce lo stesso quello che dicono? Sono modi di vedere molto diversi, inoltre col mix, si fanno dei danni non da poco.
Ciao, Roberto

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da nullo »

Una sola coppia di microfoni e tre dimensioni...

http://en.wikipedia.org/wiki/Stereophon ... ng_methods
Con grande candore, Marcello, ti dico che NON CONOSCO questo sacro testo che tu citi, nè conosco chi lo ha scritto: però se vieni nella mia regia ti alzo oppure ti abbasso a piacere un cantante, in diretta e in tempo reale.
Mi stupisco che pure tu, che ben sai cosa significa il termie "Esperienza" ti riduci a parlare citando libri e sentito dire, dopo che ammetti di non avere sufficiente esperienza diretta in materia.

Questo 3D ha veramente superato il suo senso di esistere. Continuate senza di me.

M.L.
(*): La tecnica per ottenere artificialmente gli stessi filtraggi a pettine introdotti da un padiglione auricolare è concettualmente semplice, anche se un pò macchinosa. Si copia la traccia e si filtra la copia sopra i 5 KHz. Quindi si ritarda di pochi millisecondi, quanto basta a far comparire i buchi desiderati nella risposta, quando si missano le due tracce...
----------------------

...VABBE'... mi sono già incacchiato in pvt con Fabrizio Calabrese per aver scoperto con nonchalance un altarino che mi sarebbe piaciuto tenere coperto: comunque questa citata è ESATTAMENTE la tecnica da utilizzare per "alzare" un cantante o comunque un solista.
E aggiungo che non l'ho imparata sui libri, ma me l'ha insegnata il mio socio Andrea Valfrè. E lui non l'ha imparata sui libri, ma gliel'ha insegnata il suo relatore di laurea in Sound Engineering all'Univrsità di Orlando, Florida, che altri non fu se non il sound engineer che ha firmato, fra gli altri, "Amused to Death" di Roger Waters.

E con questo a nanna tutti e smettete di sproloquiare cazzate, please.
...VABBE'... mi sono già incacchiato in pvt con Fabrizio Calabrese per aver scoperto con nonchalance un altarino che mi sarebbe piaciuto tenere coperto: comunque questa citata è ESATTAMENTE la tecnica da utilizzare per "alzare" un cantante o comunque un solista.
Ok, fantastico!!![/size=6]
Quindi, trattandosi di mera elaborazione della fase e risposta in frequenza, NON si fornisce all'ascoltatore e NON si veicola NESSUN DATO SULL'ALTEZZA, GIUSTO???

La pubblicità unisce sempre l'inutile al dilettevole. (Ennio Flaiano, umorista e sceneggiatore MORTO nel 1972)[/size=1]

Modificato da - Gibson345 il 23/04/2009 10:55:08


ADESSO BASTA!!!

O SIETE TUTTI IDIOTI, OPPURE NON ASPETTATE ALTRO CHE PRENDERE UNA PAROLA DI CHICCHESSIA PER DISTORCERLA A VOSTRO USO E CONSUMO, E QUINDI SIETE DISONESTI.

NESSUN' ALTRA POSSIBILITA'.

HO DETTO A CHIARE LETTERE CHE QUESTO E'
UNO - DEI - DUE - MODI - POSSIBILI,
L'ALTRO AVVIENE PER VIA NATURALE CON UNA RIPRESA STEREO.

RIPETO, A QUESTO PUNTO,

O SIETE IDIOTI
O SIETE DISONESTI.

TERTIUM NON DATUR.

...E ANDATE A 'FFANCULO TUTTI!

M.L.


Modificato da - marco lincetto il 23/04/2009 14:08:31
...
Di fatto la STEROFONIA, a quanto pare, è un tipo di riproduzione TRIDIMENSIONALE ESATTO della realtà (almeno per quanto concerne l'audio).

La pubblicità unisce sempre l'inutile al dilettevole. (Ennio Flaiano, umorista e sceneggiatore MORTO nel 1972)[/size=1]


TRIDIMENSIONALE = SI'
ESATTO = ASSOLUTAMENTE NO

M.L.




Una ripresa microfonica "cattura" delle informazioni.
Tali informazioni, rispetto alle aspettative del complesso sistema orecchio/cervello sono in genere bastevoli per una "interpretazione" tridimensionale dell'evento, a patto che non vengano snaturate sopratutto in fase di ri-produzione (ed è quello che in genere fai tu e la maggior parte degli "inquisitori" da strapazzo comparsi in questo 3D).

Per quanto ci si possa sforzare di "devastare" in sede di ripresa e di elaborazione, certe informazioni riescono spesso e volentieri a "salvarsi".
Se poi vi è una registrazione cosciente, il risultato sarà chiaramente migliore.

Il massimo della devastazione, insomma, avviene generalmente in fase di riproduzione.

Se rileggi bene Nuti ti accorgerai che parla di un esperimento da condurre con una sorgente.
Inizia a soffermarti sul termine una, e prova a ragionare, per una volta.

Al di là della particolarità di quelle affermazioni, per il caso specifico, l'importanza di quell'esperimento è la dimostrazione che nel segnale ci sono informazioni sufficienti per una percezione spaziale tridimensionale, anche usando una sorgente.

E questo mette fine a qualsiasi dubbio o disputa.

quote:

Ma queste informazioni sull'altezza, ci sono o no?
Mi sembra di aver capito che se qualcuno si aspetta dei dati "numerici", in grado di posizionare le sorgenti sonore virtuali in altezza, come già avviene sull'asse orizzontale (left-right) si sbaglia di grosso.
Viceversa è possibile influire in maniera sensibile su questo parametro, usando dei "trucchi" del mestiere. Questi risultati non sono però assoluti, in quanto influenzati dalla tipologia dei diffusori e dal loro posizionamento in ambiente. Le varie tracce del disco prova di Lincetto, credo siano una buona dimostrazione di ciò.
Insomma, se metto la chitarra al centro ed il basso tutto a sinistra, questo avverrà a prescindere dall'impianto usato per l'ascolto, mentre non posso essere certo che la cantante risulti alta 1,70, in tutti gli impianti in cui il disco suonerà.
Ho spiegato il tutto in un linguaggio terra terra, perché non sono un tecnico e perché volevo essere sicuro di spiegarmi bene.
E' così?
Marco illuminami ...
... e Lincetto accese gli abbaglianti
buona musica


Leonardo

Una volta per tutte: per via naturale, ovvero con l'utilizzo di una sola coppia di microfoni in configurazione stereo, la differenza di altezza che si può catturare è quella fra una sezione d'archi d'orchestra e il coro posizionato 5 metri più su; oppure un'orchestra sull'altare di una chiesa e le canne d'organo dietro di lei, 10 metri più in alto. Si parla quindi di MACRODIFFERENZE, non micro.
E spero sia ovvio che queste differenze sono riportate in ovvia proporzione di scala: altrimenti in casa, con soffitto di 2,80 quando va bene, temo che non si sentirebbe il coro o l'organo...
Certamente non si può sentire l'altezza della cantante rispetto al chitarrista seduto, a meno di non manovrare elettricamente.

Spero sia definitivamente chiaro questo concetto: se non lo fosse pazienza, mica si può stare qui a ripetere le cose ennemila volte.

M.L.


Ho letto l'articolo ed è decisamente interessante.

La spiegazione data non contrasta affatto con l'ipotesi di C. Puddie Rodgers, che individuava negli effetti di filtraggio a pettine introdotti dal padiglioni auricolari esterni il meccanismo alla base della possibilità di individuare la collocazione verticale di una sorgente sonora (*).

Se ci fermiamo un attimo a pensare, questo comporta la necessità di "conoscere" anticipatamente quale sia lo spettro della determinata sorgente, onde attribuire correttamente alla sola collocazione verticale le anomalie timbriche riscontrate intorno ai 5-9 KHz. Questo è facile per un essere umano in ambiente (basta muovere di poco la testa, anche senza accorgersene), ma impossibile per un microfono fissato ad un'asta.

In ripresa microfonica è pur possibile duplicare le caratteristiche di direttività e di interferenza di un padiglione auricolare esterno, per esempio impiegando una testa artificiale... Ma chi lo fa davvero...???

Infine: anche ammettendo che i microfoni captino la "verticalità"... ebbene essi sono quasi invariabilmente collocati ad un'altezza maggiore, rispetto a quella degli strumenti il cui suono registrano... Ragion per cui dovrebbe essere normale ascoltare i suoni del proprio impianto come provenienti dal pavimento o addirittura da sotto...

Queste sono semplici osservazioni derivate da logica, elementare logica.

Diciamo che siano riassuntive, perlomeno per quanto mi riguarda.

Cordialissimi Saluti
Fabrizio Calabrese

(*): Non dimentichiamo che, in natura, la simmetria perfetta praticamente non esiste, per cui le alterazioni spettrali di cui si parla saranno sempre DIVERSE all'orecchi destro, rispetto al sinistro...


Resta sempre interessante annotare che:

1)Secondo i nostri "scienziati" la percezione della collocazione spaziale deriverebbe dalle differenze "binaurali".

E questo è stato smentito dal semplice quanto evidente "esperimento" presentato nell'articolo di Nuti.

2)Allora i nostri "scienziati" hanno teorizzato una differenza di risposta in frequenza dovuta alla natura dell'orecchio (v. "pinna").

Alla fine troviamo però in rete un mare di documenti creati dai produttori di protesi acustiche.
Perchè?
Preoccupati dell'importanza della "pinna" si sono "affannati" per anni a cercare una soluzione, per poi scoprire che:

3)l'individuazione spaziale dei suoni si otteneva aumentando le qualità del segnale, piuttosto che variando la risposta in frequenza "emulando" la "pinna".

Alias non hanno capito nulla per anni, solo per dar retta ai presunti tecnicisti da strapazzo.

Un po' come accade in hi-fi (in modo molto più grezzo, si intenda! Grezzo come certi "pezzi da novanta" incartapecoriti nelle loro posizioni cosiddette "scientifiche").

Vi è una profonda spaccatura tra il poter comprendere cosa possa catturare uno o più microfoni in ripresa, come possa funzionare il sistema orecchio/cerevello, cosa si possa comprendere e misurare (ed anche "codificare") della stereofonia oggi, cosa si debba fare per ri-produrre l'evento registrato.

Sono altresì completamente ignorate le incongruenze (errori) dovute alla translazione spazio/temporale di un evento già accaduto, in un ambiente ed un tempo estraneo, con tutte le problematiche che ne conseguono!

C'è, insomma, da ridere!

Appunto per questo, alla lunga, apprezzo più un atteggiamento come quello di artepaint/Tonino, che si basa escusivamente sull'osservazione e la presa d'atto di certe fenomenologie (senza avere la pretesa di poterle o doverle spiegare), rispetto ai cosiddetti "scienziati", perennemente imbrigliati in una presunta scienza "povera", inadeguata, assurda, "scheletrica".

In base ad essa si sottopongono a torture inimmaginabili, ad improbabili ascolti bestiali, eppure si convincono che quello è il TOP!
Lo dice la scienza (quella che hanno nella loro testa, naturalmente!)

Tortura, "pura" e "suprema" tortura che diviene quasi piacere (quasi...)

Essi cercano "numeri" dove non posson esistere, giacchè la fisiologia umana funziona diversamente.

Quando capiranno (i nostri "scienziati") che il tutto è solo ed esclusivamente in funzione dell'uomo, si potrà uscire da questo medioevo delirante.

L'utenza finale, del resto, qual'è?
è poi così difficile capirlo?

FF
Ciao, Roberto

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:

Si, ma poi i testimoni oculari, almeno di norma, li interroghi uno alla volta, se li ascoltiamo tutti assieme, si capisce lo stesso quello che dicono? Sono modi di vedere molto diversi, inoltre col mix, si fanno dei danni non da poco.
Non vorrei entrare nel campo delle tecniche di ripresa in quanto non sono un esperto del settore e ritengo che qui( in questo 3D) conti in maniera relativa.
Negli studi di registrazione è molto diverso e molto più facile effettuare le riprese audio perchè è tutto o quasi correttamente predisposto a tal scopo.
Per semplificare il problema prova a immaginare di registrare in una stanza di tipo domestico due strumenti distinti posti tra loro ad una certa distanza ( es chitarra e tamburelli).
Usando un solo microfono e variando di volta in volta la distanza del microfono dai due strumenti da riprendere ti accorgerai che tanto più sarà alta questa distanza(in rapporto alle dimensioni dell'ambiente) maggiore effetto avrà l'influenza del campo riverberato rispetto a quello diretto. Facendo varie prove( di ascolto) infine ti accorgerai che la registrazione sarà completamente diversa dalla esperienza percettiva dell'evento durante l'esecuzione stessa.
Se invece utilizzi per ogni strumento un microfono specifico a distanza utile molto ravvicinata, la risultante del missaggio delle due fonti permetterà alla registrazione di essere più intelligibile sebbene possa apparire diversa dalla esperienza percettiva diretta risultante dall'ascolto dal vivo.
Le tecniche di ripresa con un solo microfono stereo,seppur adottate come sistema affidabile, sono fortemente riduttive e limitative nella ripresa generica specie se si adotta per una molteplicità di strumenti come una orchestra....
Credo comunque sia conveniente tralasciare gli aspetti tecnici delle riprese perchè esulano dal ns contesto dato che dovremmo discutere di varie tipologie di casse acustiche e loro collocamento in ambiente .
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da UnixMan »

nullo ha scritto:Caro Paolo, se uno legge un libro sul dolore e dopo è convinto di sapere cosa sia il dolore è una scimmia. Fra documentarsi, studiare ... e sapere con la S maiuscola, dopo che ci hai sbattuto il naso, c'è un abisso.
Robbe' spero che tu stia solo facendo il finto tonto... qui non stiamo parlando di emozioni o filosofia, stiamo parlando di elettronica ed acustica, cioè in definitiva di fisica. Tutti i tuoi intricatissimi dubbi si possono esprimere in forma di equazioni matematiche. Con l'intuizione non vai da nessuna parte. Non farti abbindolare da venditori di fumo più ignoranti di te...
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da marziom »

UnixMan ha scritto:... qui non stiamo parlando di emozioni ...
sicuro? a me pare che si parli proprio di questo invece.... non è principalmente emozione la musica?
non sono "emozioni" le sensazioni di altezza, larghezza, blaa, blaa della scena riprodotta?
_____________________
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da UnixMan »

la musica è emozione. I mezzi per riprodurla sono mera tecnologia. Non facciamo confusione, please.
Ciao, Paolo.

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da nullo »

Data la incontestabile consistenza delle tue argomentazioni e la tua sistematica capacità far fluire il dialogo verso lidi di maturità e conoscenza superiori, ancora una volta chiudo e passo.

Tanto tutto è spiegato, e se non ho capito........ La spiegazione è semplice, non essendo io, e lo affermo con tutta sicurezza, finto, non posso che essere tonto veramente. Per l'ignoranza basta tacere, e non si vede.
Ciao, Roberto

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da UnixMan »

Hai capito male. Non necessariamente tutto è già stato spiegato (anche se moltissimo è già stato fatto... solo che la maggior parte di noi non lo sa), ma tutto è conoscibile. È una questione di metodo.
Ciao, Paolo.

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da nullo »

UnixMan ha scritto:Hai capito male.
Ovvio, non è che possa migliorare le mie capacità nel giro di un post.
Ciao, Roberto

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da UnixMan »

Non capisco perché la prendi così...
Ciao, Paolo.

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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da mau749 »

UnixMan ha scritto:la musica è emozione. I mezzi per riprodurla sono mera tecnologia. Non facciamo confusione, please.
Vero, ma il problema è che non esiste una correlazione, o, se c'è, è molto approssimata, fra la tecnologia del mezzo che riproduce musica e le emozioni che "quel" mezzo induce all'ascolto.

Credo che alla fine i dubbi di Roberto siano proprio questi, e non solo i suoi: qual'è il mezzo più "adatto" (in senso molto lato) per riprodurre "certe emozioni" e, se possibile, perché proprio quello?

Converrai che non necessariamente, io direi quasi mai, è quello più "tecnologicamente avanzato"

Ciao
Maurizio
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da stereosound »

La correlazione c'è,questo è inequivocabile altrimenti non potremmo sintetizzare nessuna valutazione seppur limitata ai nostri concetti astrattivi!!!
I rapporti tra tecnologia egli aspetti percettivi (complessi ) esistono eccome! anche se non ne conosciamo i parametri e le eventuali leggi... chi si ostina a voler affermare che le sensazioni e le acquisizioni percettive e successive elaborazioni sono solo "fumo", inganna solo se stesso.
Però sarebbe corretto precisare cosa s'intende per "correlazione" in questo preciso ambito...se si pensa ad un modello matematico per ora siamo in alto mare!
Come ho già ribadito altre volte, almeno per le mie idee, la percezione,i condizionamenti ambientali ed il bagaglio culturale sono un elementi fondamentali ai fini valutativi ( a prescindere dalla qualità intrinseca di una apparecchiatura o di un sistema di diffusori o di una catena riproduttiva con proprie caratteristiche tecniche ): il mio concetto di percezione e sua elaborazione,secondo la mia formazione culturale, è stato già espresso in altri 3D e non mi va di ripetermi.
Ciascuno tende a rimanere con le proprie idee!!!
Sarebbe oltremodo errato, comunque, pensare di assolutizzare il proprio sapere come se fosse fonte di verità immutabile!
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da UnixMan »

stereosound ha scritto:La correlazione c'è,questo è inequivocabile altrimenti non potremmo fare nessuna valutazione seppur limitata ai nostri concetti astrattivi!!!
Però sarebbe corretto precisare cosa s'intende per "correlazione" in questo preciso ambito...se si pensa ad un modello matematico per ora siamo in alto mare!
Come ho già ribadito altre volte, almeno per le mie idee, la percezione,i condizionamenti ambientali ed il bagaglio culturale sono un elementi fondamentali ai fini valutativi: il mio concetto di percezione e sua elaborazione,secondo la mia formazione culturale, è stato già espresso in altri 3D e non mi va di ripetermi.
Ciascuno tende a rimanere con le proprie idee!!!sarebbe errato comunque pensare di assolutizzare il proprio sapere come se fosse fonte di verità immutabile!
indubbiamente. Ma se non vado errato si stava parlando banalmente di acustica, di come i campi emessi dai vari trasduttori interagiscono tra di loro, con le strutture dei diffusori e con l'ambiente. In tutto questo il "fattore umano" e la sua percezione non hanno nulla a che fare (al più va considerata la presenza umana come parte integrante dell'ambiente fisico, ma da quel punto di vista non è diverso da un divano o altro elemento inanimato con le sue caratteristiche acustiche).

Quelli acustici (specie limitatamente al ristretto campo di frequenze ed energie che ci riguardano) sono tutti fenomeni ben noti, ampiamente studiati e modellizzati. È probabile per non dire sicuro che in una situazione reale il numero di elementi e di interazioni è tale da rendere il problema nel suo complesso sostanzialmente intrattabile per via analitica, ma con gli strumenti informatici di cui disponiamo oggi anche problemi del genere sono facilmente analizzabili per via numerica. Per di più, in genere, per quello che ci interessa sapere non c'è affatto bisogno di analizzare il fenomeno nel suo complesso ma basta scomporlo ed indagarne singolarmente alcuni aspetti rilevanti come si fa' normalmente.

Viceversa, pensare di trarre conclusioni sensate o addirittura di "visualizzare" cosa accade complessivamente per via puramente intuitiva, magari senza neanche basarsi su una profonda conoscenza dei meccanismi in gioco (o addirittura negandoli!) è cosa a dir poco ingenua e che porta soltanto a prendere delle colossali cantonate.

Quindi non vedo proprio cosa ci sia da ipotizzare o da ridiscutere su questi temi. Specie tra incompetenti in materia: ad occhio e croce, tra i partecipanti a questa discussione la maggior parte (a partire dal sottoscritto) hanno una preparazione specifica che va dal vago e superficiale (di chi ad es. come me conosce solo quel poco che ricorda dei pochi cenni di acustica che si studiano nei corsi di fisica di base e "fisica tecnica") al nulla più assoluto.

Se davvero si vuole conoscere e capire cosa accade e perché non c'è che da rimboccarci le maniche e (ri)metterci a studiare ciò che ci interessa (ed eventualmente prima acquisire le basi necessarie per farlo). Solo a quel punto ha un senso mettersi a discutere dei problemi pratici collegati, facendolo con cognizione di causa su basi concrete e condivise.

(senza le quali non si può proprio neanche discuterne, Roberto: senza un linguaggio comune e condiviso è impossibile scambiarsi idee! La matematica esiste per quello: è il linguaggio comune e condiviso delle scienze fisiche. Pensare di poterne fare a meno sarebbe come per un italiano che non conosce altro che la propria lingua mettersi a discutere con un cinese che non conosce altro che la sua... non si va molto lontano. È esattamente per questo che i tuoi tentativi di intavolare determinate discussioni sono invariabilmente naufragati nel nulla).

Se invece si vuole discutere a vanvera, spesso praticamente senza avere idea di ciò di cui si sta' parlando un po' come (purtroppo) è ormai d'uso fare nei "talk show" televisivi fate pure. Ma non solo sarebbe tempo perso e chiacchiere inutili, sarebbe anche controproducente e diseducativo proprio quanto lo sono certi programmi TV. Serve solo a confondersi ancora di più le idee, o peggio a maturare false certezze basate sul nulla.

Nel nostro piccolo mondo, l'unico elemento che realmente presenta ancora molti lati oscuri rilevanti è quello della percezione.

Dato che non è possibile realizzare una riproduzione fisicamente perfetta (indistinguibile dall'originale) sotto tutti i punti di vista, è inevitabile dover accettare un gran numero di compromessi ed approssimazioni. La mancanza di una approfondita e dettagliata conoscenza dei meccanismi percettivi e del loro funzionamento fa però venire a mancare proprio la "scala di valori" che sarebbe necessaria per decidere cosa (e come) sia più utile ed importante ottimizzare e cosa invece può essere tranquillamente sacrificato con poche o nessuna conseguenza.

Ovvero fa si che gli sforzi ingegneristici non abbiano basi solide e sicure su cui basarsi per poter definire un "capitolato di progetto" razionale, realmente utile e concreto. Spalancando le porte a sforzi immani spesi per ottimizzare parametri spesso del tutto ininfluenti o quasi (mi viene da pesare ad es. alla inutile "corsa" alla riduzione della THD degli amplificatori negli anni '70) mentre magari si trascurano o addirittura si peggiorano altri aspetti che magari in pratica risulterebbero invece molto più importanti ai fini percettivi.

Da qui tutto l'empirismo nato con l'avvento della cosiddetta "hifi esoterica". Che (più o meno casualmente) qualche risultato utile dal punto di vista pratico (leggi alcune "macchine" ben suonanti) lo ha anche dato, ma che di fatto ci ha lasciato al punto di partenza per quanto riguarda la reale comprensione del problema (se vogliamo, l'unico risultato utile in questo senso è stato quello di "smascherare" certe false sicurezze).
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da dueeffe »

Mi ero ri-proposto di non intervenire più.

Ma, data la piega che ha preso la discussione, faccio volentieri una "proroga all'intenzione".

Non è accettabile, infatti, il dover sopportare certi interventi dal sapore offensivo e perentorio.
Ma, sopratutto, dal contenuto scientifico altamente inesatto.

In primis (ed è stato ripetuto ormai un milione di volte) mettetevi a studiare la Teoria dei Sistemi.
Perchè nel 2011 per lo studio dei sistemi ci si deve rifare a tale Teoria.
(poi, se nel 1700 non lo facevano, se nel 2300 non si farà più così o se qualcuno non lo fa nemmeno nel 2011 è una questione che ha importanza nulla).

La Teoria dei Sistemi recita che non si può studiare un sistema partendo dall'analisi delle sue singole parti.
Perciò il solo studio della parte fisica del suono, ovvero lo studio del campo sonoro, è perfettamente inutile ai nostri scopi.

Nel 2011, per agire in modo scientifico, bisogna individuare il Sistema nella sua interezza e studiarlo in quanto tale.

Poi, vediamo (se una volta per tutte) capite che il Sistema di riproduzione è formato da un evento avvenuto in altro tempo ed altro luogo (cioè il "software" che si andrà ad utilizzare) che verrà "iniettato" in tempo e luogo alieno (ad esso) tramite un apparato, per infine consentire all'uomo (utente finale e parte integtrante del Sistema) di ri-costruire l'evento musicale originale.

Vedete un po' se riuscite almeno ad individuare la tipologia del Sistema in "oggetto" e descrivere le relazioni utilizzabili per lo studio e la trattazione dello stesso.

Astenersi perditempo o impreparati.

FF

P.S. in alternativa ascoltatevi almeno un LP del gruppo musicale torinese "Nonlinear.System.Theory"
Magari proprio quello dal titolo "Fourier’s Outrage"
http://www.kronic.it/artGet.aspx?cID=34610
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da gluca »

dueeffe ha scritto: Vedete un po' se riuscite almeno ad individuare la tipologia del Sistema in "oggetto" e descrivere le relazioni utilizzabili per lo studio e la trattazione dello stesso.
ma queste relazioni non puoi descriverle tu se ti sono gia' note?
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da stereosound »

UnixMan ha scritto:
Nel nostro piccolo mondo, l'unico elemento che realmente presenta ancora molti lati oscuri rilevanti è quello della percezione.
Bene! questo è uno degli aspetti che definirei determinanti per attribuire alcune valutazioni qualitative!
Molto si è fatto per capire come funzioniamo sul fronte della percezione...ma molto si dovrà ancora approfondire.
Max
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da dueeffe »

gluca ha scritto:
dueeffe ha scritto: Vedete un po' se riuscite almeno ad individuare la tipologia del Sistema in "oggetto" e descrivere le relazioni utilizzabili per lo studio e la trattazione dello stesso.
ma queste relazioni non puoi descriverle tu se ti sono gia' note?


Glù,
io non ho detto che esistono relazioni che (mi) sono note.

Ho semplicemente detto che ogni Sistema, nel 2011, andrebbe studiato nella sua interezza.
Ho anche detto che lo studio delle singole parti non può portare alla "risoluzione" dell'intero sistema.

Infine ho chiesto ai gentili interlocutori di individuare la tipologia del sistema oggetto della discussione, per poter procedere allo studio dello stesso.

In pratica:
Se, per esempio, il sistema risultasse del tipo LTI (Linear time-invariant), avremmo facilmente tutte le correlazioni a noi necessarie.
Se, invece, il sistema risultasse del tipo "time-variant", "caotic" ecc. la questione diverebbe un "pelino" più "ispida"...

Non so se mi sono spiegato...

saltuoni,

Fabio.
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Re: Crisi di identità: casse, cassoni e cassine

Messaggio da stereosound »

dueeffe ha scritto:
Perciò il solo studio della parte fisica del suono, ovvero lo studio del campo sonoro, è perfettamente inutile ai nostri scopi.
Nel 2011, per agire in modo scientifico, bisogna individuare il Sistema nella sua interezza e studiarlo in quanto tale.
FF
Domanda ! come andrebbe valutata nella teoria dei sistemi l'aspetto "percettivo"(ovvero l'elemento UMANO nella totalità delle operazioni mentali che si compiono per attribuire valutazioni di merito!?).
Max
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