GizMo ha scritto:in realta' a schadeode e lineare tanto quanto a triodo
Ni, dipende sempre e comunque da dove e come lo fai lavorare. Se hai voglia e tempo, prova a tracciare le curve di quel tubo a Schadeode (per vari tassi di NFB locale), così ci si potrebbe fare una idea di come vanno effettivamente le cose.
GizMo ha scritto:traendo maggiore potenza
anche ammesso che poi in pratica (su carico reale) sia davvero così, una frazione di Watt in più o in meno cosa ti cambia?
Marcoiuri ha scritto:Comunque ho deciso di utilizzare il punto di lavoro consigliatomi da GizMo nella pagina precedente.
onestamente, considerato che sei alle prime armi e che per di più (soprattutto) non puoi permetterti di buttare via soldi per fare esperimenti che potrebbero anche rivelarsi fallimentari, te lo sconsiglio vivamente.
Da quando è arrivato su questo forum qualche anno or sono, senza dubbio GizMo si è dato molto da fare ed ha accumulato esperienze. Ma quella che ha proposto resta comunque una idea sviluppata solo sulla carta. Che potrebbe anche funzionare ma, per quanto ne sappiamo, nessuno ha mai provato a mettere in pratica. Per cui non è possibile dire se e come funzioni in realtà finché non la si è realizzata. Alla fine magari potrebbe rivelarsi un fortunato colpo di genio, ma anche un disastroso, irrimediabile fiasco colossale.
Purtroppo, l'audio è un campo in cui tra la "teoria" e la pratica molto spesso c'è un abisso. Capita tutt'altro che di rado che cose che sulla carta sembrano fantastiche, in pratica poi risultano pessime. Ed anche viceversa: ad esempio, gli scalcinati e super-economici amplificatori contenuti nelle cassettine da PC da due soldi, al banco mostrano caratteristiche (THD, IMD, DF, larghezza di banda, ecc) che tipicamente sono (o quantomeno sembrano) di tutto rispetto. Spesso di gran lunga migliori di quelle dei migliori monotriodi mai realizzati! Eppure, all'ascolto il giudizio è ben diverso. Semplicemente non c'è confronto... e non certo a favore degli ampli delle cassettine.
Tutto questo discorso per ribadire che purtroppo non si può "indovinare" facilmente ne tanto meno "dire" con certezza come funzionerà (come suonerà) un progetto prima di averlo realizzato e sperimentato in pratica. Nessuno può farlo. Spesso capita di tirare ad indovinare sulla base delle proprie esperienze precedenti e del proprio intuito. Se si è bravi (e magari si sta' facendo qualcosa di sufficientemente simile ad altre già fatte in precedenza), qualche volta ci si azzecca pure. Ma perfino vecchi progettisti con esperienza pluridecennale possono prendere dei granchi colossali.
Per questo, fossi in te seguirei una strada già battuta e quindi sicura, che offra un minimo di garanzia sui risultati ottenibili. Questo almeno per quanto riguarda quei parametri che poi non si possono più cambiare senza sostituire parti costose (leggi in particolare carico e tensione anodici, cioè TU e TA).
Per questo ti consigliavamo di rifarti al progetto di Dmitry, che è ampiamente collaudato e documentato. Anzi, di cominciare realizzando proprio quello (sia pure adattando il circuito dell'alimentazione al TA che riesci a reperire a basso costo).
Poi nulla vieta di sperimentare (a costo quasi zero) personali variazioni sul tema, cominciando gradualmente a fare esperienze. Ad esempio passando dalla configurazione a pseudotriodo a quella "Schadeode", dalla polarizzazione automatica Rk/Ck a quella fissa con diodi e zener, ecc.
Marcoiuri ha scritto:PS comunque la potenza d'uscita non è proprio l'ultimo dei problemi ,facciamo penultimo così siamo tutti d'accordo
.
no. È un parametro che entra in gioco (ed anche in maniera rilevante) fino al momento in cui si decide per la scelta di una finale piuttosto che un'altra.
Una volta scelto il tubo, il discorso sulla potenza è chiuso. Definitivamente.
Al più, l'ottenimento di potenze improbabili, troppo alte (capita solo sulla carta...) o troppo basse (capita abbastanza spesso anche in pratica) possono servire come indicazione di errori grossolani nei calcoli, nel progetto o nella realizzazione. Ad es., se con un tubo da 25W (di dissipazione anodica) ottengo solo un paio di W in uscita, è quantomeno probabile che ho sbagliato qualcosa.
Ma se viceversa ottengo 8W piuttosto che 10W, è probabile che si tratti solo di diverse scelte di progetto che privilegiano alcuni aspetti (ad esempio l'impedenza di uscita, la sensibilità al carico, la distorsione, ecc) piuttosto che altri (la mera potenza max teorica).
Un progetto -qualsiasi progetto- non è altro che un insieme di scelte di compromesso tra esigenze contrastanti ed inconciliabili.
Se privilegi un dato aspetto del progetto, stai pur certo che ne stai penalizzando altri.
A costo di diventare noioso e ripetitivo, ripeto ancora una volta: a parità di tubo, anzi a parità di "classe" di tubi, la potenza non conta nulla! Differenze di potenza inferiori al 100% (cioè <3dB) sono praticamente inaudibili (o quasi). È la qualità del suono che fa' la differenza. E la qualità NON la fa' la potenza.
Tutt'altro. Se si cerca di "spremere" la max potenza possibile da un dato tubo, di norma si ottiene la
minima qualità possibile dallo stesso! Questo perché per aumentare (in modo del tutto insignificante) la potenza si vanno necessariamente a sacrificare altri parametri, che invece sono molto più sensibili ed importanti. Ne vale la pena?
Un consiglio, anzi, una calda raccomandazione: leggiti
questo libro.
Con calma ed attenzione. Riflettendo su ogni dettaglio anche se apparentemente insignificante. Ora forse potrà sembrarti strano, ma ti garantisco che averlo assorbito ti aiuterà a progettare amplificatori migliori... e non solo.
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»