SUONO: Realtà o Percezione?

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nullo
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

La discussione sta diventando surreale :grin:

Io provo a dirti una cosa e tu rispondi ad un altra e viceversa :grin: , è evidente che non riusciamo a corrispondere. Non volevo parlare di riproduzione, ma rispondevo alla tua affermazione.

Quello del telefono e dell'impianto erano i più banali fra degli esempi, come lo erano quelli dei suoni riferiti ad una nota singola ed in seguito a Chopin. Se tu dici che è molto importante:
stereosound ha scritto:dare un "posto nello spazio" all'evento fenomenologico" per mettere in equilibrio l'apparato percettivo.

cut /fa parte della nostra indole cercare di dare un posto nello spazio ad un evento fisico il cui percepito ha come risultante un "suono o rumore."
Io ti dico che senza specificare quello che a noi interessa, con riferimento agli esempi citati, ci posso aggiungere il "ding" di un campanello e tante altri tipologie di stimoli sonori, la collocazione non ha alcuna importanza e lo dico senza tema di smentita, non interessa e non fa in genere parte delle aspettative e non aiuta a migliorare la comprensione del segnale, della nota, del brano o del parlato.

Figurati se qui, invece di seguire la esattezza della sequenza, l'altezza ed i valori delle note, io sia interessato alla collocazione spaziale:

https://www.youtube.com/watch?v=ibfJsyx6N_U


Ribadisco invece che:
nullo ha scritto:Se voglio ascoltare anche le connotazioni della voce, beh, è diverso, perché non si tratta solo di capire quel che si dice, ma anche come lo si dice.
idem per la musica, perché intervengono modalità di attenzione diverse.

Non confonderei un atteggiamento istintivo in risposta ad una sollecitazione, sopratutto se sconosciuta, improvvisa ed inaspettata, con un ascolto intenzionale.
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:La discussione sta diventando surreale
Io provo a dirti una cosa e tu rispondi ad un altra e viceversa :grin: , è evidente che non riusciamo a corrispondere. Non volevo parlare di riproduzione, ma rispondevo alla tua affermazione.
Diciamo che forse la piega che sta prendendo non è quella che forse avresti preferito,la dimensione "surreale" che lamenti ritengo sia fuori logica.

nullo ha scritto: Io ti dico che senza specificare quello che a noi interessa, con riferimento agli esempi citati, ci posso aggiungere il "ding" di un campanello e tante altri tipologie di stimoli sonori, la collocazione non ha alcuna importanza e lo dico senza tema di smentita, non interessa e non fa in genere parte delle aspettative e non aiuta a migliorare la comprensione del segnale, della nota, del brano o del parlato.
:shake:
Spero tu ti renda conto di quello che dici...è completamente errato pensare che in un ambiente ( ambito fisico) la collocazione spaziale non abbia importanza ! è come affermare che l'apparato uditivo non prende parte alla
percezione del campo fisico. La dimensione dello spazio è importante come quella del tempo ,senza spazio quale collocazione potresti assegnare ad un percepito!? (non c'è tempo senza spazio).


Ti metto uno schemino che vuole rappresentare un punto di partenza per una valutazione:
Proviamo ad invertire i RUOLI...tu come definiresti "il SUONO"!!!
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Max
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

nullo ha scritto:La discussione sta diventando surreale

Anche tu contribuisci: e quando te ne stuferai (domanda retorica)?
--- --- ---
Ciao, Luca

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:
Anche tu contribuisci: e quando te ne stuferai (domanda retorica)?
Si sentiva la tua "mancanza..."
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da UnixMan »

«Perché una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile. La facoltà d'illuderci che la realtà d'oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall'altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d'oggi è destinata a scoprircisi illusione di domani.»

;)
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

Quello che é in discussione Max, non é la possibilità di ricevere stimoli e la relativa capacità di analisi da parte dell'uomo, ma la scelta sulla gerarchia da attribuire ai vari elementi significativi che é possibile estrarre dalle onde di pressione.

Per quanto riguarda la localizzazione, gli elementi in gioco possono essere chiari ed incontrovertibili, ridondanti, oppure controversi al punto da ingenerare una confusione tale, da inficiare pure la comprensione di altri elementi del contenuto, anche maggiormente significativi, vedi l'esempio del monaco che in una chiesa molto riverberante, mi faceva da cicerone.

Se non mettiamo l'accento sull'indirizzo della nostra attenzione, sulla gerarchia che ne consegue, non mi sento di stabilire cosa si possa ritenere o meno una necessità.

L'ascolto di Heart and soul possibile tramite il link postato in precedenza, non necessita affatto di una localizzazione, per capirne il contenuto, se intendo seguire la successione della note, ed il loro valore, la miriade di persone che ascoltano con cuffia e/o auricolari, ti dovrebbe dimostrare che é possibile un ascolto con il suono percepito dentro la testa, senza che la mancanza di localizzazione spaziale in un determinato ambiente, li condizioni a cambiare abitudine.

In un ascolto più sofisticato, sopratutto se abbiamo più strumenti che interagiscono, la possibilità di avere una precisa collocazione delle varie sorgenti entra pesantemente in gioco. Quello che succede a livello di mascheramento spostando le sorgenti e/o introducendo variabili aliene al messaggio, può letteralmente far sparire, apparire o modificare alcune parti del messaggio.

Spero di averti trasmesso con queste righe, almeno una piccola parte di quello che mi piacerebbe cominciare ad approfondire durante lo svolgimento della discussione, non in via esclusiva, ma assieme agli altri elementi da te citati.
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

UnixMan ha scritto:«Perché una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.
La tua osservazione è fortemente stimolante e ci spinge maggiormente a riflettere...personalmente ritengo che l'errore storico ,che viene spesso commesso (senza nessuna pretesa da parte mia di voler sconfinare nell'assolutismo dialettico),è quello di NON considerare i due aspetti distinti e diversi della Realtà: quella esterna e quella conoscibile.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

Eh, eh, eh..... anche quella conoscibile é troppo grande per noi, siamo sempre costretti ad accettare di scegliere una piccola parte anche di quella, e basare le valutazioni su quel poco che riusciamo a gestire dell'enorme numero di variabili possibili.

Se guardiamo un paesaggio, non ci possiamo soffermare contemporaneamente sui particolari, se guardiamo i particolari, non possiamo assaporare contemporaneamente il paesaggio. Se facciamo ricorso alla memoria, tralasciamo ancora una volta una miriade di elementi, tanto nel compendio, tanto nel dettaglio, per quanto esistano differenze fra soggetto e soggetto.
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Quello che é in discussione Max, non é la possibilità di ricevere stimoli e la relativa capacità di analisi da parte dell'uomo, ma la scelta sulla gerarchia da attribuire ai vari elementi significativi che é possibile estrarre dalle onde di pressione.
Se torni indietro e rileggi i miei precedenti post ti accorgerai che è stato detto anche questo :
La finalità dell'ascolto dell'evento fenomenologico (musicale) può cambiare anche con lo stesso osservatore(non è una costante),figuriamoci con una molteplicità di osservatori.
Questo per affermare che questa finalità è di natura personale (non oggettiva) ed è legata agli interessi (culturali,tecnici,sentimentali,artistici,ecc) che in quel preciso momento ci spingono ad interpretare/valutare gli stimoli esterni che riceviamo, dice bene Unix : la realtà non sarà mai una per tutti......
Volendo ,quindi, si possono avere nello stesso momento diversi interessi valutativi: è ed questo che cambia la nostra realtà percettiva.
Ciò che non interessa non viene preso in considerazione.
nullo ha scritto:
Per quanto riguarda la localizzazione, gli elementi in gioco possono essere chiari ed incontrovertibili, ridondanti, oppure controversi al punto da ingenerare una confusione tale, da inficiare pure la comprensione di altri elementi del contenuto, anche maggiormente significativi, vedi l'esempio del monaco che in una chiesa molto riverberante, mi faceva da cicerone.
Se non mettiamo l'accento sull'indirizzo della nostra attenzione, sulla gerarchia che ne consegue, non mi sento di stabilire cosa si possa ritenere o meno una necessità.
Nella attribuzione dell'interesse che ci spinge a valutare una fenomenologia viene automaticamente assegnata anche quella che tu chiami gerarchia( solo a livello personale però )...
Ad esempio nella storia delle riviste tecniche si erano stabiliti alcuni parametri valutativi per poter rendere (almeno in teoria) ripetibili nel tempo dette valutazioni (un tentativo di gerarchia bella e buona).
Oggettivare la gerarchia credo non sia di semplice(possibile) soluzione...chi potrà mai riuscire!?
nullo ha scritto:
L'ascolto di Heart and soul possibile tramite il link postato in precedenza, non necessita affatto di una localizzazione, per capirne il contenuto, se intendo seguire la successione della note, ed il loro valore, la miriade di persone che ascoltano con cuffia e/o auricolari, ti dovrebbe dimostrare che é possibile un ascolto con il suono percepito dentro la testa, senza che la mancanza di localizzazione spaziale in un determinato ambiente, li condizioni a cambiare abitudine.
E' giusto quello che dici ,in quel preciso momento i tuoi parametri valutativi erano quelli : capirne il contenuto! Ciò non esclude, però, che quella fenomenologia avesse un posto nello spazio(anche se cercato di replicare maldestramente dal pc).
nullo ha scritto:
In un ascolto più sofisticato, sopratutto se abbiamo più strumenti che interagiscono, la possibilità di avere una precisa collocazione delle varie sorgenti entra pesantemente in gioco. Quello che succede a livello di mascheramento spostando le sorgenti e/o introducendo variabili aliene al messaggio, può letteralmente far sparire, apparire o modificare alcune parti del messaggio.
Anche questo è vero, anche se il mascheramento è parte integrante della PERCEZIONE ed è contemplabile nella seconda condizione che ho definito in precedenza ANALISI (nell'ambiente di percezione).
La stessa percezione risentirà pesantemente oltre che delle condizioni ambientali e della localizzazione nello spazio degli strumenti tra loro, anche dal posto nello spazio che occuperà l'osservatore stesso.
Vari osservatori avranno diversi posti nello spazio, la stessa tipologia di fenomenologia produrrà una risultante diversa con mascheramento diverso,diversa sarà anche la singola percezione (come sintesi)...
Ammesso e non concesso che i vari individui abbiano,per assurdo, la stessa identica storia esistenziale,stesse finalità,stesso stato d'animo,stessa condizione fisiologica.
Se ho un urgente bisogno fisiologico la mia attenzione sarà turbata. :wink:
nullo ha scritto:
Spero di averti trasmesso con queste righe, almeno una piccola parte di quello che mi piacerebbe cominciare ad approfondire durante lo svolgimento della discussione, non in via esclusiva, ma assieme agli altri elementi da te citati.
Dialogare non fa male a nessuno..! Quella che definirei reciprocità degli intenti è una regola che permette di esprimersi con libertà.


Chi crede invece di dissentire lo faccia con uno spirito dialogico... :up:
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da UnixMan »

stereosound ha scritto: dice bene Unix : la realtà non sarà mai una per tutti......
ahem... non vorrei prendermi meriti che non ho: la frase nel virgolettato del mio post precedente è tratta da "Uno Nessuno e Centomila" di Luigi Pirandello. Io mi sono limitato a citarlo... ;)
stereosound ha scritto:Volendo ,quindi, si possono avere nello stesso momento diversi interessi valutativi: è ed questo che cambia la nostra realtà percettiva.
detto così, mi sembra riduttivo: questo è senza dubbio uno dei tanti motivi, sicuramente uno dei più evidenti ed eclatanti, ma certo non il solo.

Ad es. il nostro "retroterra culturale", le nostre esperienze pregresse, -la nostra memoria- influenzano in modo altrettanto significativo il modo in cui interpretiamo gli "stimoli sensoriali", la realtà che ci circonda. Non per caso si dice spesso "vedere il mondo con gli occhi di un bambino": proprio perché i bambini, specie i più piccoli, avendo un numero limitato di esperienze, conoscenze e condizionamenti pregressi, effettivamente "vedono" (percepiscono) il mondo in modo molto differente da un adulto. Nello specifico, per non divagare troppo, è evidente come ascoltare per la prima volta un suono sconosciuto è ben diverso dal riascoltarne uno già ben noto. Sia che si tratti del rumore prodotto da un qualche meccanismo, del verso di un animale o di un brano musicale. Altrettanto evidente è ad es. la diversa percezione che si ha quando si ascolta per la prima volta una interpretazione diversa di un brano musicale ben noto, ecc.

Persino quando riascoltiamo due volte di seguito (parte di) un brano musicale riprodotto da uno stesso sistema audio, la nostra percezione tende ad essere (più o meno evidentemente) diversa, anche qualora la "realtà fisica" (campo acustico) sia perfettamente identica nelle due ripetizioni.

Qui però entrano in gioco degli importanti meccanismi "cognitivi": se "sappiamo" (crediamo, siamo convinti di sapere) che tra le due ripetizioni non è cambiato nulla (cioè ci aspettiamo di avere a che fare con "la stessa realtà"), spesso non percepiamo alcuna differenza anche qualora invece delle piccole differenze fisiche ci sono davvero (ad es. a causa del riscaldamento di vari elementi elettrici dell'impianto che ne alterano più o meno sensibilmente le caratteristiche tra una ripetizione e l'altra, ecc).

Se percepiamo comunque delle differenze tra due eventi che ci aspettiamo essere identici tra loro, tendiamo ad interpretare (invero per lo più correttamente...) tali differenze come dovute al fatto di aver prestato attenzione a dettagli diversi rispetto alla volta precedente, di aver notato cose che in precedenza ci erano sfuggite.

Viceversa, se "sappiamo" che rispetto alla ripetizione precedente sono stati introdotti dei cambiamenti, siamo portati a credere che proprio questi (e non altro) siano la causa delle differenze eventualmente percepite. Anche quando in effetti le differenze nella realtà percepita sono del tutto indipendenti da qualsiasi alterazione della realtà fisica, che potrebbe essere perfettamente identica alla ripetizione precedente.
Ciao, Paolo.

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

UnixMan ha scritto:
ahem... non vorrei prendermi meriti che non ho: la frase nel virgolettato del mio post precedente è tratta da "Uno Nessuno e Centomila" di Luigi Pirandello. Io mi sono limitato a citarlo... ;)
Mia ignoranza!non ho mai letto nulla di Luigi Pirandello
UnixMan ha scritto:
stereosound ha scritto:Volendo ,quindi, si possono avere nello stesso momento diversi interessi valutativi: è ed questo che cambia la nostra realtà percettiva.
detto così, mi sembra riduttivo: questo è senza dubbio uno dei tanti motivi, sicuramente uno dei più evidenti ed eclatanti, ma certo non il solo.
Mi riferivo, a prescindere dagli aspetti interpretativi dovuti alle caratteristiche di cui parli,tra l'altro da me già sintetizzati in precedenza,solo alle MOTIVAZIONI che ci spingono ad osservare
in quel preciso momento il "fenomeno fisico".
UnixMan ha scritto: Se percepiamo comunque delle differenze tra due eventi che ci aspettiamo essere identici tra loro, tendiamo ad interpretare (invero per lo più correttamente...) tali differenze come dovute al fatto di aver prestato attenzione a dettagli diversi rispetto alla volta precedente, di aver notato cose che in precedenza ci erano sfuggite.

Viceversa, se "sappiamo" che rispetto alla ripetizione precedente sono stati introdotti dei cambiamenti, siamo portati a credere che proprio questi (e non altro) siano la causa delle differenze eventualmente percepite. Anche quando in effetti le differenze nella realtà percepita sono del tutto indipendenti da qualsiasi alterazione della realtà fisica, che potrebbe essere perfettamente identica alla ripetizione precedente.
Bene...anche se ci spostiamo di poco e variamo il volume di ascolto cambia la percezione in maniera determinante.
... il problema del decadimento energetico,inoltre, è un'altra bestia da considerare!
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

Max, mi aspettavo un seguito che non arriva, stabilito che noi vediamo il mondo in maniera diversa da un normale metro, che, nella norma, le info devono rappresentare qualcosa di sensato/digeribile/riconoscibile, che insegnamento ne dobbiamo trarre?

Le abitudini, come ci cambiano, quanto rendono accettabili informazioni controverse?

Il mio sistema sensoriale, funziona a prescindere che lo indaghi o meno, se abbiamo deciso di approfondirne le modalità operative, lo abbiamo fatto per migliorare la nostra cultura generale, o perché ciò implica ricadute sul nostro approccio alla riproduzione?
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Max, mi aspettavo un seguito che non arriva, stabilito che noi vediamo il mondo in maniera diversa da un normale metro, che, nella norma, le info devono rappresentare qualcosa di sensato/digeribile/riconoscibile, che insegnamento ne dobbiamo trarre?
Non saprei se tutto ciò che è stato asserito può essere per te "condivisibile"e quanto! Per molti probabilmente è materia scomoda che fa scaturire,di conseguenza, atteggiamenti alieni.
Il termine "SUONO" è stato abusato al punto che si è praticamente applicato a tutte le grandezze fisiche ed oggetti interessati da questo fenomeno percettivo/cognitivo...forse si sono dimenticati di applicarlo all'aria: non ho mai letto nessuno che parlasse in particolare del suono dell'aria con tutte le sue possibili peculiarità,compreso il suo eventuale rodaggio!!! :lol:
(Anche se i parametri microclimatici hanno comunque una certa influenza sulla propagazione fisica).
Il mezzo non può confondersi con l'esito ,quindi,con l'interpretazione/valutazione del messaggio che verrà poi percepito.
E' inutile credere che per convenzione si dice così e che si debba accettare passivamente!
Come ho avuto modo di chiarire, certe convenzioni prese a comodo chiudono la porta ad ulteriori e nuovi intendimenti che possono dare possibilità di crescita (questo è il mio personale modo di vedere).
Allo stesso tempo l'importanza che assume la MEMORIA e la personalità "complessa" di un osservatore "tipo" è stata da sempre trascurata (ignorata) come se non avesse nessuna importanza : grossa mancanza per chi vorrebbe approfondire potendo valutare più aspetti.

Un piccolo seme, in tal senso, è stato gettato...dipende dal terreno se esso potrà germogliare o seccare.

nullo ha scritto: Il mio sistema sensoriale, funziona a prescindere che lo indaghi o meno, se abbiamo deciso di approfondirne le modalità operative, lo abbiamo fatto per migliorare la nostra cultura generale, o perché ciò implica ricadute sul nostro approccio alla riproduzione?
Roberto...se fosse così,come dici,potremmo anche non indagare su nulla!
Chi ascolta , valuta ed interpreta è l'essere umano, la "testa d'angolo", con tutte le sue facoltà e l'interezza della persona...se pensiamo di non indagare sulle nostre facoltà percettive/cognitive ,in quanto sappiamo che funzionano lo stesso,potremmo farlo anche con tutto il resto! non ti pare!?
Così facendo cosa avremmo capito ed approfondito?

Comunque ritengo che se c'è interesse si possa provare a continuare.
Max
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

C'è interesse per le perikasuma, diffusore omnidirezionale.

Tornando a quanto detto in precedenza, a cosa serve sapere come funziona la percezione? Credo che dovremmo andare oltre un interesse culturale, credo che dovremmo anche pensare a ricadute specifiche sul nostro hobby.

Vado volutamente OT per un momento, qualche sera fa sono stato invitato ad ascoltare un impianto tutto MBL. Tralascio tutto quel che riguarda il colore, tralascio molto altro e mi concentro su due soli e singoli particolari.

Ascolto di Moon river, CD In the pink di Henry Mancini, il coro, che normalmente percepisco localizzato nel diffusore destro come monofonico, esce, si alza e lo trovo, assieme ad altri presenti, più digeribile e naturale.

Ascolto della marcia dallo Schiaccianoci, CD Suite Ballet Tchaikovsky, Wiener Philharmoniker James Levine, non c'è più il pizzicato, puff... sparito, solo uno strano e sordo borbottio.
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto: Tornando a quanto detto in precedenza, a cosa serve sapere come funziona la percezione? Credo che dovremmo andare oltre un interesse culturale, credo che dovremmo anche pensare a ricadute specifiche sul nostro hobby.
Secondo il mio modesto parere la trattazione andrebbe fatta considerando 3 diversi ambiti in modo diversificato:

1) Evento fenomenologico reale,
2) Ambiente di percezione ed analisi,
3) Sintesi percettiva,
...
Quando invece è presente una catena riproduttiva si devono affrontare necessariamente ulteriori elementi di valutazione : tu stai parlando di questa condizione!


nullo ha scritto: ... qualche sera fa sono stato invitato ad ascoltare un impianto tutto MBL...
Hai quindi valutato differenze/uguaglianze basandoti su cosa !
...esperienze pregresse scaturite dagli ascolti ? :wink:
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

Quella sera tra amici abbiamo ascoltato qualche disco, fatto chiacchiere, valutazioni e ipotesi. Avevamo a disposizione anche un piccolo due vie di impostazione diciamo classica. Quei due particolari su cui ho voluto mettere l'attenzione volevano mettere l'accento sul fatto che due brani appartenenti a due dischi ripresi e mixati in maniera diversa, venivano interpretati a paritá di contesto, come accettabile/non accettabile. Con un due vie canonico, situazione mediana, ma nulla di particolare come risultato, a casa mia, situazione invertita.

Accettabile una disposizione delle sorgenti virtuali nello spazio, accettabile una intelligibilità spinta, di fronte a delle aspettative precise. Ponendo l'attenzione direzionata solo in uno due due sensi, o avendo aspettative diverse, sono possibili risposte diverse alle sollecitazioni provenienti dal sistema?
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Ponendo l'attenzione direzionata solo in uno due due sensi, o avendo aspettative diverse, sono possibili risposte diverse alle sollecitazioni provenienti dal sistema?
...proprio così ! contrariamente a quello che molti credono od affermano con tanta (troppa) sicurezza. Come già precedentemente affermato l'attenzione svolge un ruolo preminente nell'atto percettivo
e va dove la volontà dell'osservatore,in quel preciso momento,vuole che vada: potrebbe essere definita come "l'attenzione nell'attenzione"...questa però non è la regola ma è una possibilità.
Avendo particolari "aspettative" non fai altro che dirigere l'attività attenzionale* in ciò che credi ci debba essere (col rischio di farti sopraffare dalla memoria o dai tuoi personali intendimenti).
*Questa attività non solo può essere utilizzata per conoscere il fenomeno ma è sempre normalmente rivolta anche all'interno della persona per poter esercitare,real time, le necessarie comparazioni.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da UnixMan »

Come inciso, nel caso specifico è anche possibile che le differenze siano invece oggettive, legate alle differenti tecniche di ripresa e/o post-produzione dei diversi dischi che "funzionano" più o meno bene a seconda della "configurazione" del sistema diffusori/ambiente di riproduzione.
Ciao, Paolo.

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da nullo »

Uhm... All'inizio della discussione avevi parlato di una certa preminenza nella localizzazione, avevo messo invece l'accento sul fatto che la cosa dipendeva da come ci si poneva davanti ad un evento, sia esso prodotto in prima istanza o riprodotto, mi pare che alla luce di queste ultime righe, abbiamo bisogno di approfondire la differenza fra una sollecitazione con risposta istintiva ed una con una particolare disposizione attenzionele da parte nostra.

In seguito vorrei indagare, con l'intento di capire e verificare, se una attività intenzionale/attenzionale, sia in ambito produzione, quanto di riproduzione, sia foriera della cosiddetta fatica di ascolto, quando non siano rispettate condizioni adeguate.

La lettura della realtà, può costare più o meno fatica in funzione di modi e ambiti diversi?.. la lettura della realtà al di fuori delle aspettative, può costare più o meno fatica in funzione di quali variabili?... Il costrutto della nostra mente per interpretare e interagire con la realtà deve rispettare determinate regole, o siamo noi in grado di adattarci seguendo metodo e/o esperienze ed educazione?

@ UNIX

Di oggettivo, cioè al di fuori di noi ed a prescindere da noi qualcosa c'è sempre, però la verifica la facciamo comunque sulla nostra pellaccia ed attraverso i nostri sensi con un margine di aleatorietà enorme sugli effetti, dovuto a variabili di entità tanto oggettive quanto soggettive anche infinitesime. In ogni caso parlavo appunto di come particolari registrazioni leghino "meglio" con determinati contesti e di come tali contesti aiutino un certo modo di leggere l'evento, ma determinino grandi difficoltà in altro senso.
Ciao, Roberto

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

UnixMan ha scritto:Come inciso, nel caso specifico è anche possibile che le differenze siano invece oggettive, legate alle differenti tecniche di ripresa e/o post-produzione dei diversi dischi che "funzionano" più o meno bene a seconda della "configurazione" del sistema diffusori/ambiente di riproduzione.
Giusto!...la risposta data a Nullo era limitata alla sola valutazione percettiva/introspettiva...
Infatti avevo già specificato, nel caso della presenza di una catena riproduttiva ,quanto segue:
stereosound ha scritto:
Quando invece è presente una catena riproduttiva si devono affrontare necessariamente ulteriori elementi di valutazione ...
Infatti la cosiddetta "realtà esteriore"o fenomenologia conoscitiva (ridotta ovviamente dalle nostre limitazioni percettive) viene completamente alterata dai mezzi e dagli strumenti utilizzati per replicarla artificialmente.
Max
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