A proposito di campo riverberato predominante...
in questi giorni ho fatto una chiacchierata con una persona di Audiogamma che da tempo ha cominciato a fare esperienze di registrazione, senza troppe sorprese, ci siamo trovati d'accordo su diversi aspetti, nell'evolversi dei discorsi, una cosa in particolare mi ha colpito, gli raccontavo che nel mio ambiente, in alcune registrazioni relative all'orchestra sinfonica, la zona centrale della cosiddetta scena sonora, appariva priva priva di energia.
La risposta è stata di una semplicità disarmante, non c'è, perché con tutta probabilità non è stata ripresa, con riferimento alla tecnica usata; ci si può sbizzarrire a cercare qualcosa in rete per capire quali siano le tecniche privilegiate, qui ad es.
http://www.pearldrummersforum.com/showt ... and-more#8
AB can use two omni-directional mics spaced at up to several meters apart. This system is outstanding for recording the ambience of a venue but does not reproduce a precise stereo image. This is what Decca originally used but they added a third mic in the center to improve stereo localization.
ORTF was invented by French radio many years ago. Here two cardioid mics are placed at 110° and 17 centimeters apart, more or less the distance between a pair of human ears. This system usually guarantees very good results and many people use this especially where there is very little time to experiment with microphone positions.
One of the most famous techniques yet not often used these days was invented in the early 1930s by Alan Blumlein. His system uses two figure-of-eight mics placed one above the other. It probably provides the finest stereo images and has very good mono compatibility. However, just like a pair of Quad Electrostatic speakers, which radiate as much sound to the back as the front, this system picks up as much sound from behind as in front. You need a very good acoustic and also that very rare item, a non-coughing audience!
You can use a Dummy Head with mics placed in the position of the ears. This is known as binaural but usually only successful when listening over headphones. It does not work very well over loudspeakers.
foto e commenti da:
http://www.6moons.com/audioreviews/recording/1.html
Notare i commenti sulla tecnica implementata da Alan Blumlein, anche Il discorso sulla compatibilità mono è venuto fuori durante la chiacchierata citata in precedenza, i microfoni posti parallelamente hanno problemi maggiori, come era logico aspettarsi.
In ogni caso "vediamo" comunque una disposizione in altezza e larghezza del gruppo che sembra "materializzarsi" davanti a noi, se le cose sono fatte con un minimo di garbo.
Tornando al nostro campo riverberato, qui di seguito un veloce schizzo del piccolo buco dedicato alle mie esperienze attuali, certo niente che debba rappresentare un riferimento, ma sufficiente alla mia bisogna per il momento, in grigio pannelli e colonne assorbenti:
Saletta 002.jpg
Il semplice spostamento di un paio di colonne, dona l'energia che sembra mancare al centro, ma incide sulla localizzazione delle sorgenti e fa perdere nitidezza e fuoco altrimenti decisamente preciso in quelle particolari registrazioni:
Saletta 001.jpg
Ma che facciamo, cambiamo la riflessione ambientale regolandola diversamente per ogni disco?
Certamente le registrazioni possono essere diverse tra loro e con indirizzi diversi, ma occorre dirimere fra la ricerca di una ipotetica possibilità di avvicinarci ad una coerenza alta con un evento live anch'esso rispettoso delle prerogative del suono ed un ascolto non impegnato in tal senso. Recentemente ho postato un link che parla della impostazione della Opus 3, rispetto a questi problemi:
By "collecting" the total sound at one single point with a stereo microphone -that is,a microphone with its capsules as close together as possible -we obtain a strict relation between the direct sound and the reflected sound (the diffused sound field), and this gives our brain and auditory system important information for building up an illusion of "reality" - the concert hall, the church or the jazz club. It is also very important for the direct and the reflected sound to have an exact acoustic connection with the sound-waves from each instrument. In traditional recording studios, there is, basically, one microphone (or sometimes even more) per instrument, and these are then mixed together electrically. This is not real stereo, it is just panned mono.
Since, moreover, the microphones are usually placed veryclose to each instrument in an acoustically dead studio, all one gets is the direct sound of the instrument, and so artificial reverberation has to be "added on" electrically afterwards.
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