Preamplificatori e controllo volume
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Hai ragione, federico.
Probabilmente il circuito previsto è quello che hai ricostruito. Se a qualcuno interessa un linea con gain...
Evidentemente questa gente mette degli errori apposta per evitare copie non pensate...
Naturalmente "ambasciator non porta pena", nel senso che io mi sono limitato a "passare" la pagina....
Dato che noi siamo dei "fichi", decidiamo di fare diventare un buffer questo circuito, collegando i condensatori ai rispettivi source... (ed eventualmente riducendo o togliendo le res di drain...)
La polarizzazione dei dispositivi in quel circuito è più "realistica", nel senso che fissi in maniera accettabile il punto di lavoro dei fet (o mosfet), con una minore dipendenza dal carico della polarizzazione.
ciao
Mauro
Mauro
Probabilmente il circuito previsto è quello che hai ricostruito. Se a qualcuno interessa un linea con gain...
Evidentemente questa gente mette degli errori apposta per evitare copie non pensate...
Naturalmente "ambasciator non porta pena", nel senso che io mi sono limitato a "passare" la pagina....
Dato che noi siamo dei "fichi", decidiamo di fare diventare un buffer questo circuito, collegando i condensatori ai rispettivi source... (ed eventualmente riducendo o togliendo le res di drain...)
La polarizzazione dei dispositivi in quel circuito è più "realistica", nel senso che fissi in maniera accettabile il punto di lavoro dei fet (o mosfet), con una minore dipendenza dal carico della polarizzazione.
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Ti manca il riferimento a massa per la polarizzazione, per cui metti tutto sulle spalle dei gate e caratteristica di uscita dei dispositivi. Dato che queste cambiano, ti ritrovi delle situazioni strane (DC voltage shift, e relativo cambio di prestazioni dinamiche) e condizionate troppo dal carico...
Al limite quella config è utile se metti un partitore di reazione su source, tipo entrare con 2 resistenze di reazione direttamente sui rispettivi source e creando un rapporto di NFB tra la res di reazione e quelle di polarizzazione verso massa da 150 ohm....
ciao
Mauro
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Al limite quella config è utile se metti un partitore di reazione su source, tipo entrare con 2 resistenze di reazione direttamente sui rispettivi source e creando un rapporto di NFB tra la res di reazione e quelle di polarizzazione verso massa da 150 ohm....
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Mauro
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Secondo me è quello che intendeva il giap progettista. I fet vanno certamente selezionati e la configurazione circuitale è una classica dei giapponesi. Per stabilizzare un po', usando un approccio più europeo si potrebbe mettere una resistenza tra il centrale del potenziometro e massa.
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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Interessanti le "divagazioni" degli ultimi post, però tornerei al buffer di Federico che mi interessa davvero.
In particolare si potrebbe fare con qualcosa disponibile da RS?
E se invece di 4 batterie per ragioni di spazio se ne volesse usare due con 4 C, i C di che valore potrebbero essere?
Ultimo dubbio, un C di uscita è sempre meglio metterlo?
Grazie e ciao (chissà che durante il ponte . . . . !
Massimo
In particolare si potrebbe fare con qualcosa disponibile da RS?
E se invece di 4 batterie per ragioni di spazio se ne volesse usare due con 4 C, i C di che valore potrebbero essere?
Ultimo dubbio, un C di uscita è sempre meglio metterlo?
Grazie e ciao (chissà che durante il ponte . . . . !
Massimo
Ciao, Massimo
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Recupero il tempo perso negli ultimi giorni...
Il discorso legato al controllo di volume a dac mi pare interessante. Almeno, interess a me principalmente perchè non ne so nulla (sono un tipo curioso )
Mauro se hai qualcosa in mente o qualche schema a blocchi che spieghi il principio di funzionamento penso sia il caso di esplicitarlo.
Speriamo che Comi decida di patercipare, se Filippo potesse "punzonarlo" per farlo partecipare...
Interessante la soluzione minimale proposta da Federico mi pare interessante. Al punto che si potrebbe aprire un'altra discussione in merito, magari col titolo: pre minimale...
I 2sk170 li consco bene. Sono impazzito per trovarli ( miservono per un pre su schema di Allen Wright). Sono dei componenti eccellenti, prodotti da Toshiba per uso audio, ultra low noise. Peccato che stanno usendo di produzione e che come quasi tutti i transisotr Giapponesi siano di difficile reperimento. Li ho scovati in giro per l'europa, il problema è trovare la giusta specifica, visto che spesso chi li ha non conosce la specifica dellìintera partita acquistata. Esistono in tre versioni con differente idss, da un minimo di 6mA fino a 30mA.
In Italia li ho tovati quì:
http://www.lelettronicaasti.it/
Io ne dovrò prendere un bel po' per selezionarne diverse coppie, si potrebbe organizzare un acquisto di gruppo in caso.
Per ultima aggiungo una proposta per una soluzione pre buffer tutto sommato interessante:
http://www.pha.inecnet.cz/macura/buffer_en.html
http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/buf634.pdf
http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/opa627.pdf
Marco
Il discorso legato al controllo di volume a dac mi pare interessante. Almeno, interess a me principalmente perchè non ne so nulla (sono un tipo curioso )
Mauro se hai qualcosa in mente o qualche schema a blocchi che spieghi il principio di funzionamento penso sia il caso di esplicitarlo.
Speriamo che Comi decida di patercipare, se Filippo potesse "punzonarlo" per farlo partecipare...
Interessante la soluzione minimale proposta da Federico mi pare interessante. Al punto che si potrebbe aprire un'altra discussione in merito, magari col titolo: pre minimale...
I 2sk170 li consco bene. Sono impazzito per trovarli ( miservono per un pre su schema di Allen Wright). Sono dei componenti eccellenti, prodotti da Toshiba per uso audio, ultra low noise. Peccato che stanno usendo di produzione e che come quasi tutti i transisotr Giapponesi siano di difficile reperimento. Li ho scovati in giro per l'europa, il problema è trovare la giusta specifica, visto che spesso chi li ha non conosce la specifica dellìintera partita acquistata. Esistono in tre versioni con differente idss, da un minimo di 6mA fino a 30mA.
In Italia li ho tovati quì:
http://www.lelettronicaasti.it/
Io ne dovrò prendere un bel po' per selezionarne diverse coppie, si potrebbe organizzare un acquisto di gruppo in caso.
Per ultima aggiungo una proposta per una soluzione pre buffer tutto sommato interessante:
http://www.pha.inecnet.cz/macura/buffer_en.html
http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/buf634.pdf
http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/opa627.pdf
Marco
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Aggiungo qualche misura con diversi opamp usati in congiunzione col BUF634
http://web.telecom.cz/macura/spectra_oa.html
Marco
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Marco
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Questo disegno applicativo è praticamente identico alla regolazione del volume del Mark Levinson n... boh, 38, non ricordo....
Per risalire a ciò mi sono fatto un "c...." di ricerca enorme, ecco perchè nessuno ne parla volentieri, di queste circuiterie "suonanti".
La tecnica è "base", trattasi del classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico (binario). La tensione di uscita è una conseguenza della corrente di ingresso (pin invertente di LT1112) generata dal ladder R2R interno, che a sua volta è proporzionale alla tensione presente sul ingresso Vref.
In sintesi (nel caso di questo dac a 12bit):
Vout = -Vref (4095/4096)
Quindi l' uscita può andare da 0 a -Vref a seconda della combinazione R2R impostata....
ciao
Mauro
Per risalire a ciò mi sono fatto un "c...." di ricerca enorme, ecco perchè nessuno ne parla volentieri, di queste circuiterie "suonanti".
La tecnica è "base", trattasi del classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico (binario). La tensione di uscita è una conseguenza della corrente di ingresso (pin invertente di LT1112) generata dal ladder R2R interno, che a sua volta è proporzionale alla tensione presente sul ingresso Vref.
In sintesi (nel caso di questo dac a 12bit):
Vout = -Vref (4095/4096)
Quindi l' uscita può andare da 0 a -Vref a seconda della combinazione R2R impostata....
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Mauro
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Sarebbe ben grave lasciar cadere questo 3d per la difficoltà initrinseca di implementare questo circuito.
A scorrere il datasheet del dac se ne intuiscono,per un non tecnico come me, una miriade di possibili impieghi.
Ovvio che approcciarsi a un elemento come questo per dei valvolaristi e componentisti "discreti" è difficile,ma è proprio questa la direzione della elettronica "alta".
Delle cose quasi All in One, (pensate al vecchio LM3886 e famiglia) che possono essere implementate con pochissimi componenti esterni, a costo molto basso. Pur di approfondirne le caratterstiche intrinseche.
Lancio quindi un appello accorato alla prosecuzione del 3D.
Saluti
R.R.
A scorrere il datasheet del dac se ne intuiscono,per un non tecnico come me, una miriade di possibili impieghi.
Ovvio che approcciarsi a un elemento come questo per dei valvolaristi e componentisti "discreti" è difficile,ma è proprio questa la direzione della elettronica "alta".
Delle cose quasi All in One, (pensate al vecchio LM3886 e famiglia) che possono essere implementate con pochissimi componenti esterni, a costo molto basso. Pur di approfondirne le caratterstiche intrinseche.
Lancio quindi un appello accorato alla prosecuzione del 3D.
Saluti
R.R.
Riccardo
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mhmm, noto dal silenzio assordante che nessuno ha intenzione di "pensare" un circuito basato su unità a controllo digitale.
E pensare che per mè si comincia a "divertirsi" solo quando si entra nel digitale "vero" (elaborazione DSP).
Per farvi riprendere dallo "shock" vi pongo un circuito "completo" da cui estrapolare una configurazione "Baxandall". Il lavoro è estraplato da un mio post sempre su DIYaudio, legato al "banale" inverting GC.
La parte che ci interessa è quella di NE5532, sostituibile con tutti i "compensati" mono o duali che si trovano, oppure da buffer tosti a discreti.
U1a bufferizza il segnale da elaborare, per rendere il lavoro del potenziometro scorporato dalle caratteristiche della sorgente, e U1b esegue il "guadagno attivo". Nel caso del circuito non c'è guadagno, e il pot esegue una attenuazione, ma cambiando il rapporto tra R3 e R4 si può avere anche un guadagno. Ovviamente il pin 5 deve essere a massa, se si usa solo la parte pre del circuito del disegno.
Caratteristiche:
Questa configurazione permette di usare un pot lineare, e la funzione logaritmica è svolta dal carico (R3//R4) del pot. Le differenze di tracciamento del pot. sono mimimizzate al massimo...
Las configurazione del opamp di uscita può avere guadagno o attenuazione continua, e questo permette al rapporto S/N dei essere proporzionale alla posizione del pot. Quando il pot è al minimo, anche il rumore di U1b viene attenuato dalla rete di reazione...
Unico limite, le prestazioni di U1, anche se in questa config. NE5532 ha già una prestazione molto più "dignitosa" che in altre condizioni. Una soluzione molto simile è stata usata da J. Self in alcune sue pubblicazione su EW...
Questo pre "base" ha da se prestazioni tecniche eccellenti, va solo "accordato" ad un uso "audiofilo" (selezionando gli op adatti), ed ha il limite di non essere "telecomandabile" facilmente...
Forse ora qualcuno si riprende dallo "shock"....
ciao
Mauro
E pensare che per mè si comincia a "divertirsi" solo quando si entra nel digitale "vero" (elaborazione DSP).
Per farvi riprendere dallo "shock" vi pongo un circuito "completo" da cui estrapolare una configurazione "Baxandall". Il lavoro è estraplato da un mio post sempre su DIYaudio, legato al "banale" inverting GC.
La parte che ci interessa è quella di NE5532, sostituibile con tutti i "compensati" mono o duali che si trovano, oppure da buffer tosti a discreti.
U1a bufferizza il segnale da elaborare, per rendere il lavoro del potenziometro scorporato dalle caratteristiche della sorgente, e U1b esegue il "guadagno attivo". Nel caso del circuito non c'è guadagno, e il pot esegue una attenuazione, ma cambiando il rapporto tra R3 e R4 si può avere anche un guadagno. Ovviamente il pin 5 deve essere a massa, se si usa solo la parte pre del circuito del disegno.
Caratteristiche:
Questa configurazione permette di usare un pot lineare, e la funzione logaritmica è svolta dal carico (R3//R4) del pot. Le differenze di tracciamento del pot. sono mimimizzate al massimo...
Las configurazione del opamp di uscita può avere guadagno o attenuazione continua, e questo permette al rapporto S/N dei essere proporzionale alla posizione del pot. Quando il pot è al minimo, anche il rumore di U1b viene attenuato dalla rete di reazione...
Unico limite, le prestazioni di U1, anche se in questa config. NE5532 ha già una prestazione molto più "dignitosa" che in altre condizioni. Una soluzione molto simile è stata usata da J. Self in alcune sue pubblicazione su EW...
Questo pre "base" ha da se prestazioni tecniche eccellenti, va solo "accordato" ad un uso "audiofilo" (selezionando gli op adatti), ed ha il limite di non essere "telecomandabile" facilmente...
Forse ora qualcuno si riprende dallo "shock"....
ciao
Mauro
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Digitale? Parola orribile...
un contributo da valutare per progettare un controllo volume mediante DAC multiplying è la seguente AN di Maxim:
APPLICATION NOTE 1844
A Precision Audio Attenuator Using the MAX502
notare i grafici Audioprecision, che mostarno distorsioni realativamente alte per segnali piccoli e minori per grandi segnali, il contrario di quanto è ritenuto conforme al naturale andamento delal distorsione (monotona crescente con il segnale).
Inoltre: con un DAC integrato è meglio operare in reazione tenendo basso il segnale che scorre nelel resistenze integrate o farlo lavorare in attenuazione diretta, amplificando poi successivamente?
_________
Piergiorgio
un contributo da valutare per progettare un controllo volume mediante DAC multiplying è la seguente AN di Maxim:
APPLICATION NOTE 1844
A Precision Audio Attenuator Using the MAX502
notare i grafici Audioprecision, che mostarno distorsioni realativamente alte per segnali piccoli e minori per grandi segnali, il contrario di quanto è ritenuto conforme al naturale andamento delal distorsione (monotona crescente con il segnale).
Inoltre: con un DAC integrato è meglio operare in reazione tenendo basso il segnale che scorre nelel resistenze integrate o farlo lavorare in attenuazione diretta, amplificando poi successivamente?
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Piergiorgio
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Piergiorgio
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http://sound.westhost.com/project01.htm
In questa pagina web un progetto corispondente un controllo di volume NON digitale, con un opamp con maggiore slope.
A questo preciso proposito mi chiedo se in uno schema del genere sia possibile usare l'
AD746 di analog device.
Saluti
R.R.
In questa pagina web un progetto corispondente un controllo di volume NON digitale, con un opamp con maggiore slope.
A questo preciso proposito mi chiedo se in uno schema del genere sia possibile usare l'
AD746 di analog device.
Saluti
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Domanda:
saresti in grado di mettere insieme un kit acquistabile, contenente, per esempio, la pcb, l'encoder rotativo e i collegamenti, e il microprocessore già programmato per far funzionare completamente il Linear come controllo di volume plug in?
So che è una domanda strana, ma credo sia l'unica soluzione "semplice" per poter saggiare dal vero le possibilità di questo titpo di periferiche digitali...
R.R.
saresti in grado di mettere insieme un kit acquistabile, contenente, per esempio, la pcb, l'encoder rotativo e i collegamenti, e il microprocessore già programmato per far funzionare completamente il Linear come controllo di volume plug in?
So che è una domanda strana, ma credo sia l'unica soluzione "semplice" per poter saggiare dal vero le possibilità di questo titpo di periferiche digitali...
SalutiLa tecnica è "base", trattasi del classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico (binario). La tensione di uscita è una conseguenza della corrente di ingresso (pin invertente di LT1112) generata dal ladder R2R interno, che a sua volta è proporzionale alla tensione presente sul ingresso Vref.
In sintesi (nel caso di questo dac a 12bit):
Vout = -Vref (4095/4096)
Quindi l' uscita può andare da 0 a -Vref a seconda della combinazione R2R impostata....
ciao
Mauro
Originally posted by mauropenasa - 26/10/2005 : 14:36:35
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Alcune delucidazioni:
Piergiorgio:
Hai fatto bene a tirare in campo quella applicazione Maxim, che è il motivo per cui non è diffusa nel mondo audio quella tecnica.
Quella configurazione, con rete di polarizzazione in tensione (MAX427) è un esempio di come NON FARE un attenuatore con dac moltiplicatore. Maxim si è arrampicata sui vetri a causa del uso di un dac con buffer interno, assolutamente non ottimizzato per prestazioni audio. Dico subito che io un pre con quelle prestazioni (a basso livello) non lo farei mai....
La tecnica classica (Linear tech. esempio) ha 2 vantaggi enormi:
1. Buffer convertitore corrente / tensione esterno, e possibilità di usare un modello adatto allo scopo
2. Funzionamento "in corrente" della rete R2R.
L' unica causa di THD nei dac moltiplicatori (usati in questo modo) è la non linearità degli switch interni. Essa è funzionale alla tensione a cui essi sono sottoposti. Maggiore swing di tensione (rispetto al loro riferimento di massa) c'è, maggiore sarà la non linearità (THD). Quando i nodi interni fanno riferimento ad una uscita "virtual GND" (come nel caso classico) tutti i nodi lavorano per flussi di corrente, senza differenze di potenziale rilevanti. Un sistema di quel tipo diventa estremamente lineare. A quel punto conta solo la "idealità" del opamp di uscita, che ne determina di fatto le prestazioni finali.
Nota: Le prestazioni che io ho rilevato su sistemi simili al circuito base che ho mostrato hanno un andamento di bassissima THD ad andamento leggermente crescente al crescere della ampiezza del segnale, e costante per tutte le frequenze audio (dipende tutto dal opamp di uscita). Praticamente il contrario del applicazione Maxim...
A bassi livelli esiste esclusivamente il rumore del opamp di uscita. Con una scelta oculata, questa tecnica permette di fare un circuito "di riferimento", con THD+N > -120dB e linearità di tracciamento entro 0.1dB da 0 a -100dB di lavoro. Non conosco niente di più preciso, in assoluto....
Riccardo:
Il tuo link evidenzia una semplice variante del mio circuito "Baxandall", ed è utile per studiare il punto migliore per il buffer attivo (in ingresso nel mio caso, dopo il pot nel caso del link...)
Certo che sono in grado di costruire questi circuiti in modo autonomo e "riproducibile" da altri (tutto quel che concepisce la mia mente è riproducibile dalla stessa.....
Resta il dubbio sul fatto che questa scelta sia "costruttiva" per gli appassionati, tipo Titano, che ama sbattere il cranio nei problemi di progettazione elettronica. Altra cosa è che una volta tanto, seguire passo passo l' iter di sviluppo di un circuito, potrebbe formare una "coscienza critica", specie per quegli insopportabili "grilli" che sanno sempre come modificare i circuiti (ma solo dopo che qualcuno ha speso tempo per studiarli e proporli. mi viene in mente "ma se lo dicevi prima... ormai...")
Vedremo. Dipende molto dal coinvolgimento dei membri del forum in questa idea (compresa la storia di altri progettisti con delle cosa già pronte in tasca... Non ha senso reinvetarsi l' acqua calda se qualcuno ha già pronto il boiler...).
ciao
Mauro
Piergiorgio:
Hai fatto bene a tirare in campo quella applicazione Maxim, che è il motivo per cui non è diffusa nel mondo audio quella tecnica.
Quella configurazione, con rete di polarizzazione in tensione (MAX427) è un esempio di come NON FARE un attenuatore con dac moltiplicatore. Maxim si è arrampicata sui vetri a causa del uso di un dac con buffer interno, assolutamente non ottimizzato per prestazioni audio. Dico subito che io un pre con quelle prestazioni (a basso livello) non lo farei mai....
La tecnica classica (Linear tech. esempio) ha 2 vantaggi enormi:
1. Buffer convertitore corrente / tensione esterno, e possibilità di usare un modello adatto allo scopo
2. Funzionamento "in corrente" della rete R2R.
L' unica causa di THD nei dac moltiplicatori (usati in questo modo) è la non linearità degli switch interni. Essa è funzionale alla tensione a cui essi sono sottoposti. Maggiore swing di tensione (rispetto al loro riferimento di massa) c'è, maggiore sarà la non linearità (THD). Quando i nodi interni fanno riferimento ad una uscita "virtual GND" (come nel caso classico) tutti i nodi lavorano per flussi di corrente, senza differenze di potenziale rilevanti. Un sistema di quel tipo diventa estremamente lineare. A quel punto conta solo la "idealità" del opamp di uscita, che ne determina di fatto le prestazioni finali.
Nota: Le prestazioni che io ho rilevato su sistemi simili al circuito base che ho mostrato hanno un andamento di bassissima THD ad andamento leggermente crescente al crescere della ampiezza del segnale, e costante per tutte le frequenze audio (dipende tutto dal opamp di uscita). Praticamente il contrario del applicazione Maxim...
A bassi livelli esiste esclusivamente il rumore del opamp di uscita. Con una scelta oculata, questa tecnica permette di fare un circuito "di riferimento", con THD+N > -120dB e linearità di tracciamento entro 0.1dB da 0 a -100dB di lavoro. Non conosco niente di più preciso, in assoluto....
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Il tuo link evidenzia una semplice variante del mio circuito "Baxandall", ed è utile per studiare il punto migliore per il buffer attivo (in ingresso nel mio caso, dopo il pot nel caso del link...)
Certo che sono in grado di costruire questi circuiti in modo autonomo e "riproducibile" da altri (tutto quel che concepisce la mia mente è riproducibile dalla stessa.....
Resta il dubbio sul fatto che questa scelta sia "costruttiva" per gli appassionati, tipo Titano, che ama sbattere il cranio nei problemi di progettazione elettronica. Altra cosa è che una volta tanto, seguire passo passo l' iter di sviluppo di un circuito, potrebbe formare una "coscienza critica", specie per quegli insopportabili "grilli" che sanno sempre come modificare i circuiti (ma solo dopo che qualcuno ha speso tempo per studiarli e proporli. mi viene in mente "ma se lo dicevi prima... ormai...")
Vedremo. Dipende molto dal coinvolgimento dei membri del forum in questa idea (compresa la storia di altri progettisti con delle cosa già pronte in tasca... Non ha senso reinvetarsi l' acqua calda se qualcuno ha già pronto il boiler...).
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Penso che questo tipo di approccio sia quello giusto, un vero progetto non solo open source ma anche cooperativo. Apprezzo molto questa impostazione. E' evidente che Mauro ha la sua soluzione semi-pronta ma credo che uno sviluppo passo passo il più possibile seguito e partecipato sia un notevole contributo alla crescita tecnica e al divertimento di ciascuno.. Altra cosa è che una volta tanto, seguire passo passo l' iter di sviluppo di un circuito, potrebbe formare una "coscienza critica", specie per quegli insopportabili "grilli" che sanno sempre come modificare i circuiti (ma solo dopo che qualcuno ha speso tempo per studiarli e proporli. mi viene in mente "ma se lo dicevi prima... ormai...")
Originariamente inviato da mauropenasa - 30/10/2005 : 16:31:43
Se avete bisogno di fare PCB, saldare SMD, procurare campioni sono a disposizione, basta che mi lasciate fuori dalla parte micro, la sola parola 'processore' mi fa un effetto strano..
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