Ieri ero al conservatorio (Bologna) a sentire i saggi di fine anno di violino.
L'ultimo degli allievi era un tale Elvi Berovski, che sino al giorno prima per me era un simpatico ed educato ragazzino (che già non è poco) che incrociavo nei corridoi quando accompagnavo mia figlia a lezione.
E invece mentre ascoltavo uno splendido concerto per violino e orchestra di Sibelius (opera 47, ieri per motivi organizzativi solo per violino e pianoforte) mi sono immediatamente reso conto che sicuramente il giovane ha una marcia in più. E se me ne sono accorto io che di musica seria ci capisco poco probabilmente ne sentiremo parlare in futuro.
Per ora, dopo essermi documentato, ho scoperto che è figlio d'arte di un più famoso (almeno per ora) Anton, che tra l'altro ho l'impressione di aver visto in qualche concerto (fa classica ma non solo).
E che ha già, Elvi, delle partecipazioni di tutto rispetto in tutti i generi musicali. Compare, ad esempio, nell'elenco dei violini del nuovo disco di Vasco Rossi.
Forse è prematuro ma sono pronto a scommettere che potrò tirare fuori questo messaggio tra qualche (pochi) anno.