Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

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UnixMan
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Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da UnixMan »

Qualcuno conosce questo testo?

« Why the Current Standards for Hi-Fidelity Reproduction are Inadequate and How Dynavector’s SuperStereo System Addresses the Problem
By Dr N Tominari, Head of Dynavector Systems Ltd. »

The long accepted criterion for hi-fi sound reproduction is the realisation of an ideal transfer function of one.
[...]
From the time the audio engineering was launched until today, the design principle for audio equipment, as well as for room acoustics, is still based on the common concept that sound velocity is always constant.
[...]
As described before, a system having transfer function one has a flat frequency and phase response. This knowledge, based on Fourier’s theory, produced the common agreement that the transfer function one is the absolute criterion for high fidelity stereo sound reproduction and it has remained unchallenged until today.
[...]
But finally, and fortunately, we have come to the conclusion that this accepted hi-fi criterion can be shown to be valid only under special conditions, such as in an entirely open space or in an anechoic room. But the recording and play-back of music must, of course, occur where the sound is confined within a limited space as in a concert hall, studio, or a domestic listening room.
[...]
Following the analysis given above of the nature of sound in a concert hall or other enclosed space, we now wish to explain a totally new concept in audio history which we think marks a breakthrough in the understanding and achievement of the life-like reproduction of recorded music. We go so far as to say that, without an understanding of this concept, real advances in the playback of music will not be possible and digital high-technology will simply accelerate the confusion in the audio world.
[...]
To put it more technically, the dispersive condition of the original hall must be recovered in the reproduced sound when playing back recorded music. It is thus clear that an essential requirement of true high fidelity is an accurate simulation of the original dispersive condition in the listening room in addition to meeting the current criterion of audio technology.
http://web.onetel.net.uk/~dynavector/hi-fidelity.htm ( vedi anche: http://web.onetel.net.uk/~dynavector/ ).

Marketing a parte, è una ipotesi che sembra interessante e ragionevole. Che ne pensate?

Qualcuno ha avuto occasione di sentire il loro "ADP-3" all'opera?
Ciao, Paolo.

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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da marziom »

gran parte delle considerazioni iniziali mi sembrano sensate... anzi, a tratti è un Déjà vu
Peccato che le conclusioni, a mio modo di vedere, sono completamente sbagliate:
SuperStereo System

As previously mentioned, a loudspeaker radiates sounds which are non-dispersive propagation waves. It is not possible for the loudspeaker itself to discriminate between non-dispersive or dispersive sound. To discriminate between the non-dispersive and dispersive components in sound directly radiated from the diaphragm of a speaker, the environment surrounding the speaker needs to be identical to the original environment. Perfect simulation of the original recording environment is theoretically not possible. But in our many trials over several years, we have found that even an approximate simulation can produce a life-like reality from the playback of recordings much closer to the original sound.

After much research, Dynavector has now perfected a SuperStereo processor which produces numerous group delays throughout the entire frequency range. The sound so produced is played through additional speakers. The additional speakers are located in front of the listening position and so as to fire towards to the main, front speakers. The interaction of the sound between the front and sub speakers produces significant group delays in the listening room. While the group delays are not identical to those in the original listening or recording environment, the feeling of life-like reality is greatly enhanced by the use of such a system for the playback of CD’s, cassettes and LP’s. Even by applying the SuperStereo technique to a limited frequency range, the improvement is striking, but there are several grades of SuperStereo processors to cater for all users from the basic music lover to the most enthusiastic audiophile.
:shock:
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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da UnixMan »

marziom ha scritto:gran parte delle considerazioni iniziali mi sembrano sensate... anzi, a tratti è un Déjà vu
si, ho avuto anche io la stessa sensazione... ;)
marziom ha scritto:Peccato che le conclusioni, a mio modo di vedere, sono completamente sbagliate
sicuro? perché?
Ciao, Paolo.

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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da marziom »

UnixMan ha scritto: sicuro? perché?
vuoi correggere un campo 4D con un paio di cassetine?
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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da UnixMan »

ricordati che il campo di cui stiamo parlando è generato solo da un altro paio di cassettine simili: quello che può la prima coppia, lo può anche la seconda.

Non è che aggiungendo una seconda coppia di diffusori hanno la pretesa di ricreare un campo "4D" uguale a quello originario, ma solo di "correggere" (modificare) il campo emesso dalla prima coppia di diffusori al fine di ottenere un risultato complessivo più godibile e "verosimile".

Se funziona non lo so' (sarei veramente curioso di poterlo ascoltare...), ma in linea di principio non ci vedo nulla di così insensato. :?:

L'unico dubbio è casomai se risultati simili siano ottenibili anche senza processori e con due soli AP sfruttando solo posizionamento / controllo delle riflessioni / trattamento ambientale, ecc.

In fondo, se non ho capito male di questo si tratta: riflessioni, ritardi di fase e di gruppo... tutte cose che - almeno in linea di principio - si possono ottenere anche lavorando sull'interazione ambiente/diffusori.

Chissà perché, mi viene da pensare alle solite omnidirezionali... (o a casa mia: sarà che sono sordo, sarà che ormai sono condizionato dalla stereofonia, ma tutti questi problemi nel mio impianto io non li sento. Neanche andando a spasso per la stanza, ben lontano da quello che dovrebbe essere l'unico punto di ascolto ottimale).

Cmq, la parte più interessante (ed il motivo x cui ho aperto il thread) era proprio la prima, cioè l'analisi del problema. Credo che questa sia la prima volta che trovo scritto nero su bianco che la funzione di trasferimento unitaria, il famoso "filo col guadagno" tanto agognato da generazioni di audiofili (ed inseguito da altrettante generazioni di tecnici) NON è affatto la condizione ideale!

Forse qualcuno di noi intuitivamente aveva anche capito che, in qualche modo, doveva "per forza" essere così. Ma trovare una analisi lucida che lo dice apertamente e si prova a spiegare anche il perché è ben altra cosa...
Ciao, Paolo.

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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da marziom »

UnixMan ha scritto:ricordati che il campo di cui stiamo parlando è generato solo da un altro paio di cassettine simili: quello che può la prima coppia, lo può anche la seconda.

Non è che aggiungendo una seconda coppia di diffusori hanno la pretesa di ricreare un campo "4D" uguale a quello originario, ma solo di "correggere" (modificare) il campo emesso dalla prima coppia di diffusori al fine di ottenere un risultato complessivo più godibile e "verosimile".

Se funziona non lo so' (sarei veramente curioso di poterlo ascoltare...), ma in linea di principio non ci vedo nulla di così insensato. :?:

L'unico dubbio è casomai se risultati simili siano ottenibili anche senza processori e con due soli AP sfruttando solo posizionamento / controllo delle riflessioni / trattamento ambientale, ecc.

In fondo, se non ho capito male di questo si tratta: riflessioni, ritardi di fase e di gruppo... tutte cose che - almeno in linea di principio - si possono ottenere anche lavorando sull'interazione ambiente/diffusori.
quindi vuoi correggere il caos prodotto da due cassettine di cui non conosci nulla (inteso come emissione) con un altro paio di cassettine di cui sai ancora meno e che sono dentro un ambiente che introduce ulteriore caos?
cioè lo scopo è caoticizzare il caos a tavolino?
in un sistema non LTI?

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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da UnixMan »

marziom ha scritto:cioè lo scopo è caoticizzare il caos a tavolino?
rileggi la premessa: in un certo senso è proprio così!
Ciao, Paolo.

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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da Echo »

...sarebbe come se mettessi avanti ad un cannone che spara bolle di sapone un secondo cannone per "far trovare la strada" giusta alle bolle sparate dal primo
...la vedo dura ..e poi alle bolle del secondo chi ci pensa? :smile:
...siate affamati, siate folli!! S.J.
http://gabrielligiorgio.wordpress.com/
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Re: Il problema e la soluzione (secondo Dynavector)

Messaggio da UnixMan »

Echo ha scritto:...sarebbe come se mettessi avanti ad un cannone che spara bolle di sapone un secondo cannone per "far trovare la strada" giusta alle bolle sparate dal primo
...la vedo dura ..e poi alle bolle del secondo chi ci pensa? :smile:
come analogia mi sembra decisamente molto poco appropriata. :shake:

Le onde acustiche non si propagano affatto come bolle di sapone che lasciano un "cannone sparabolle". Casomai, al limite potresti immaginarle come una serie di bolle di sapone concentriche, una dentro l'altra, che si espandono intorno al punto di origine (l'altoparlante). Ma non vanno da nessuna parte, restano ferme! (il punto di origine, centro delle "bolle", è fisso, non si muove).

Ma anche questa sarebbe una analogia molto limitata, valida al limite solo per una sorgente singola (un unico altoparlante) che emette in uno spazio libero infinito (o una camera anecoica, completamente vuota).

Le bolle di sapone non sono soggette a riflessioni e rifrazioni, non vengono diffuse, non danno luogo a fenomeni di interferenza, onde stazionarie, ecc. :lol:

Se vuoi visualizzare un po' più realisticamente quello che accade, prendi una bacinella rettangolare con dentro del liquido (acqua, oppure olio, ecc). Quella è la tua stanza (vuota). Poi prendi un bastoncino (o una matita, una penna, un chiodo o qualcosa del genere) e appoggia una estremità verticalmente sulla superficie del liquido. Quello è il tuo altoparlante. Se lo muovi su e giù vedrai formarsi delle onde sulla superficie del liquido. Che vengono riflesse dalle pareti della bacinella. Quando le onde "dirette" e quelle "riflesse" si incontrano, queste interferiscono tra loro e vedrai formarsi delle onde stazionarie.

Quello che vedi sulla superficie del liquido è all'incirca ciò che accade su una qualsiasi sezione piana (bidimensionale) del campo acustico 3D in uno spazio chiuso.

Puoi giocare mettendo due o più "sorgenti" e facendole muovere indipendentemente l'una dall'altra oppure insieme all'unisono, aggiungendo dei batuffoli di ovatta per simulare l'ascoltatore e/o superfici assorbenti, solidi di fogge appropriate a simulare i mobili, ecc.

---

Tornando in tema, provo a spiegare meglio la cosa, perché ho l'impressione che non ne siano state colte fino in fondo le implicazioni.

Se la loro analisi è corretta, si tratta di una svolta assolutamente rivoluzionaria. Che necessita di un cambiamento radicale di buona parte delle vecchie convinzioni e convenzioni. Perché, se hanno ragione, il problema principale che limita la qualità percepita della riproduzione è per certi versi opposto a quanto in genere si crede(va)!

Per dirla con le tue parole, il problema NON è affatto la "mancanza di ordine" nella riproduzione ma, al contrario, è proprio "l'ordine eccessivo"!!! :o

Ordine eccessivo dovuto all'emissione di due soli altoparlanti che, inevitabilmente, costituiscono dei punti di emissione fissi ed immutabili per tutti i segnali e quindi non permettono di ricreare una configurazione di onde stazionarie realistica e credibile (se non forse per il caso particolare della riproduzione di due sole sorgenti la cui immagine virtuale coincide esattamente con la posizione degli AP).

L'uso di due sorgenti aggiuntive (debitamente pilotate con segnali opportunamente manipolati) consente invece di farlo, in quanto giocando con fasi e ritardi del segnale inviato ai diffusori supplementari si possono modificare i pattern di interferenza (e quindi le onde stazionarie) a proprio piacimento. Ed AFAIU questo è proprio quello che dicono di aver fatto (o cercato di fare) quelli di Dynavector.

Da notare che l'analisi in questione potrebbe anche spiegare diverse osservazioni empiriche difficilmente spiegabili altrimenti. Ad esempio perché in genere tendiamo a preferire un suono "arricchito" da livelli non trascurabili di distorsione armonica rispetto ad uno materialmente più "pulito" o perché, tra i tubi, quelli che di solito sembrano suonare meglio curiosamente sono quelli più microfonici. O ancora perché, spesso, nonostante tutti i suoi numerosi limiti e difetti, un giradischi analogico ci sembra più "naturale" di una sorgente digitale, ecc. Se partiamo dal presupposto che il suono riprodotto da un sistema stereo convenzionale è inevitabilmente "impoverito" e "semplificato" per la mancanza di "pattern" di onde stazionarie, risulta ovvio che qualsiasi alterazione del segnale che in qualche modo lo "arricchisce" e lo "complica" in un modo (sia pur vagamente) simile a "come dovrebbe essere" risulta gradevole all'ascolto e lo fa' sembrare più verosimile, più "naturale"!

Una vera rivoluzione, che demolisce e/o rovescia gran parte delle convinzioni preesistenti!
Ciao, Paolo.

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