La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Non avendo più l'intenzione di intervenire nello "svaccato" trhead:

http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... f=7&t=8090

apro questa nuova discussione, con premesse più chiare.

Nella discussione relativa al link si era segnalato che qualcosa di particolare con le "cassine" poteva accadere. Ci sono stati interventi a vario titolo al riguardo, alcuni ne hanno segnalato i limiti dinamici, altri hanno segnalato problemi di timbrica ecc. Direi tutte cose che chi ha un minimo bagaglio di esperienza può riscontrare, insomma relative ovvietà.

Due volte è uscito un aggettivo relativo alla sensazione che si prova davanti ai cassoni, quando si viene da una prolungata esperienza su impianti ben assortiti e dotati di cassine:

Disorientato

Qui vorrei che entrasse in gioco il concetto di sequenza, a chi sia rivolta e sul come rispettarla.

Dimenticavo:
Unixman ha scritto:indubbiamente. Ma se non vado errato si stava parlando banalmente di acustica, di come i campi emessi dai vari trasduttori interagiscono tra di loro, con le strutture dei diffusori e con l'ambiente. In tutto questo il "fattore umano" e la sua percezione non hanno nulla a che fare (al più va considerata la presenza umana come parte integrante dell'ambiente fisico, ma da quel punto di vista non è diverso da un divano o altro elemento inanimato con le sue caratteristiche acustiche).
Questo è un modo di vedere che nulla ha a che fare con quanto si cerca di indagare al fine di conoscere, mi pare evidente.

L'invito a partecipare a Fabio con contributi che lui può, anzi dovrebbe doverosamente dare :angel: , mi pare altrettanto evidente, idem per chi ha avuto la sensibilità solleticata da un ascolto con tali prerogative.

Una parola per Max: registrare con più dettaglio gli elementi di un insieme, non comporta necessariamente il rispetto delle sequenza... sequenza, so che si può fare confusione quando esce questa parola, la discussione, vorrebbe metterne il luce le peculiarità.

Qui c'è tutto dei dettagli, ma la visione d'insieme?

Immagine
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Una parola per Max: registrare con più dettaglio gli elementi di un insieme, non comporta necessariamente il rispetto delle sequenza... sequenza, so che si può fare confusione quando esce questa parola, la discussione, vorrebbe metterne il luce le peculiarità.
Qui c'è tutto dei dettagli, ma la visione d'insieme?
Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente?).
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da dueeffe »

stereosound ha scritto: Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente? ) .

Scusa Max, eh...abbi pazienza...
Ti rendi conto, si...

ciao.

FF
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

dueeffe ha scritto:
stereosound ha scritto: Se partiamo dalla condizione di ascolto di un evento dal vivo come ad es una orchestra sinfonica ,senza strumenti amplificati, disposta nello spazio in un certo modo ,quale sarebbe secondo te la posizione di ascolto ottimale per poter apprezzare al meglio l'insieme!? (tralasciando, per semplificare, l'influenza dell'ambiente? ) .
Scusa Max, eh...abbi pazienza...
Ti rendi conto, si...
ciao.
FF
Si mi rendo conto ovviamente ! però se si vuole partire da considerazioni la cui base assiomaticamente può essere condivisibile,seppur semplificata,si potrebbe provare anche a proseguire oltre.
Prima di parlare di posizionamento dei microfoni è corretto parlare di ascoltatore TIPO, dotato del proprio apparato uditivo complesso, che in una ipotetica condizione di semispazio : "mettiamo in aperta campagna!!!", si presta ad apprezzare l’interezza di una orchestra che esegue ad esempio un pezzo dello schiaccianoci di tchaikovsky.
Questo ipotetico ascoltatore quale posizione nello spazio,rispetto alla intera orchestra, dovrà assumere per apprezzare al meglio tutta l’esecuzione?
Non è una condizione reale ovviamente... ma cosa succederebbe in questo caso?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Max, parti col piede sbagliato.

La collocazione dei microfoni e del fruitore in teatro, non deve essere necessariamente la stessa, il discorso è complicatissimo.

I dettagli, come del resto il respiro o i cigolii, sono un falso problema, oltretutto ascoltare il respiro di chi suona il violoncello non ha senso, come non ha senso tanto altro a cui ci costringono.

Come dice giustamente Fabio, devi riproporre una sequenza che comprende un ambiente, non dobbiamo creare l'evento, dobbiamo riprodurre un evento :smile:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da dueeffe »

nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?

Roberto,
ok per la registrazione.
Per il semplice motivo che dobbiamo "accettarla" così com'è, e quindi considerarla perfetta (non è che possiamo andare in giro a registrare quel che ci pare e come ci pare. Ammesso poi di sapere esattamente come procedere).

Per il resto, invece, avrei molto da ridire.
A partire dal titolo (cioè dall'ambito di indagine).
La questione non è relegata ai soli diffusori.

Alla fine la questione è la solita. Il sistema va indagato nella sua completezza.
Pensa alle polemiche recenti nel 3D del digitale...
La sequenza è conservata nel digitale? E nell'analogico?
Tra i software digitali e/o analogici che hai a disposizione, quale scegli (e consideri, per forza di cose, perfetto)?
DVD-A? SACD? CD? Liquido (quale)? Nastro (quale)? Shellac (quale?) Vinile (33 o 45)? Radio FM?
Perchè?
E via discorrendo fino ai diffusori, l'ambiente e l'uomo.

Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
Perchè conosco più d'una persona che registra i programmi di RADIO 3 col "bobinone".
Perchè, a detta loro, il risultato finale è migliore rispetto al lettore CD.
Perchè?

saluti,

Fabio.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

dueeffe ha scritto:
nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?

Roberto,
ok per la registrazione.
Per il semplice motivo che dobbiamo "accettarla" così com'è, e quindi considerarla perfetta (non è che possiamo andare in giro a registrare quel che ci pare e come ci pare. Ammesso poi di sapere esattamente come procedere).

Per il resto, invece, avrei molto da ridire.
A partire dal titolo (cioè dall'ambito di indagine).
La questione non è relegata ai soli diffusori.

Alla fine la questione è la solita. Il sistema va indagato nella sua completezza.
Pensa alle polemiche recenti nel 3D del digitale...
La sequenza è conservata nel digitale? E nell'analogico?
Tra i software digitali e/o analogici che hai a disposizione, quale scegli (e consideri, per forza di cose, perfetto)?
DVD-A? SACD? CD? Liquido (quale)? Nastro (quale)? Shellac (quale?) Vinile (33 o 45)? Radio FM?
Perchè?
E via discorrendo fino ai diffusori, l'ambiente e l'uomo.

Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
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Perchè?

saluti,

Fabio.
Ottimo, e collaborativo finalmente.

Fabio ti prego di non equivocare, tu un sistema lo valuti per intero, ma devi mettere delle premesse e devi porre le basi per una valutazione.

Presupposto che non abbiamo problemi di interfacciamento, di qualità di sw, di lettura ecc. ecc ecc., arriviamo al nostro ambiente ed alle modalità di immissione.

Quando scegli un componente, lo fai dopo aver fatto speculazioni, lo descrivi ( non parlo certo solo di misure), poi lo valuti nel sistema. Se devi sostituire le BG, fai un test su un diffusore alternativo a caso, o cerchi un sostituto con predeterminate caratteristiche, e poi lo impieghi e lo valuti in un contesto organizzato?

Io ho solo chiesto quali tipi di errori può compiere un diffusore (con esplicito riferimento alla percezione umana) e come comportarsi nella scelta e come indirizzare i nostri sforzi.

Solo un'attenta valutazione a posteriori, in un contesto ottimizzato può dirci se abbiamo colto nel segno, perché è l'insieme che permette il risultato, è l'insieme che va valutato.

Insieme che comprende la zucca che valuta.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

nullo ha scritto:Se partiamo dalle registrazioni, ci perdiamo subito. Se stiamo al tema, cioè che succede ad un segnale buttato in ambiente da un diffusore e che cosa ascolta ( e come recepisce ed elabora) l'uomo, allora cominceremo a camminare.

Sequenza è la parola da non dimenticare di tenere a fuoco.

Quindi, da un segnale che presumiamo per ora perfetto, cosa ci aspettiamo di ascoltare, come lo elaboriamo, cosa ne ricaviamo e cosa invece ci propongono i nostri due diffusori e l'ambiente?

Quali sono le contraddizioni fra il ricevuto e quello aspettato? Cosa le genera?
In queste quattro righe probabilmente è contenuto il vero "nocciolo della questione", l'errore di fondo che commettiamo nell'affrontare il problema ed il motivo per il quale tutti i thread sull'argomento finiscono col diventare sempre interessanti ma sterili e per certi versi inutili discussioni sui "massimi sistemi" e finendo miseramente con l'esaurirsi per sfinimento ...

Proviamo a ribaltare i termini della questione.

Dispongo di un "sistema" e con questo intendo tutta la catena, sorgente, elettroniche, ambiente ed ascoltatore (!) e di un software (le registrazioni) delle quali non conosco nulla se non il titolo del brano ed il suo esecutore.

L'errore di cui parlavo sta tutto nella frase "... cosa ci aspettiamo di ascoltare..." : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!

Da quell'ascolto il mio cervello, la mia sensibilità e la mia esperienza "ricostruiscono" un "possibile" contesto "verosimile" dell'evento.

Se, in base alle mie esperienze, quella riproduzione oltre che "verosimile" è anche "piacevole" o addirittura "emozionante" allora il mio sistema "funziona"...punto...!

Se vado a casa di un amico e quindi in un diverso "contesto" ed ascolto il suo sistema non ci vado con la "prevenzione" di ascoltare le stesse cose e nello stesso modo in cui le ascolto a casa mia: ascolto e basta e, a posteriori, faccio le mie considerazioni sulle analogie e sulle differenze: probabilmente, anzi, sicuramente, ci saranno più differenze che analogie ma, se ho provato "emozioni" allora anche il suo sistema funziona.

Liberate le mente da preconcetti, pregiudizi ed aspettative d'ascolto,... usate le orecchie... ed il cuore...

Questa è dichiaratamente una provocazione ma... meditate gente,... meditate...

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Max, parti col piede sbagliato.

La collocazione dei microfoni e del fruitore in teatro, non deve essere necessariamente la stessa, il discorso è complicatissimo.

I dettagli, come del resto il respiro o i cigolii, sono un falso problema, oltretutto ascoltare il respiro di chi suona il violoncello non ha senso, come non ha senso tanto altro a cui ci costringono.

Come dice giustamente Fabio, devi riproporre una sequenza che comprende un ambiente, non dobbiamo creare l'evento, dobbiamo riprodurre un evento :smile:
NO! non era questo che intendevo dire...La mia considerazione voleva partire da lontano...dagli "archetipi" di una valutazione auditiva ed emozionale di un evento musicale complesso... acquisito con tutto l’Essere !
...lo studio della architettura acustica viene dopo!
Se l'evento(registrato) lo prendi già esistente... :sad: devi solo trovare il modo di utilizzarlo al meglio!!! :lol:
L'uomo ( come ascoltatore e fruitore ) " però " rimane sempre l'ultima barriera!
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

dueeffe ha scritto:
Tra l'altro, come avrai notato, ho messo anche Radio FM.
Sai perchè?
Perchè conosco più d'una persona che registra i programmi di RADIO 3 col "bobinone".
Perchè, a detta loro, il risultato finale è migliore rispetto al lettore CD.
Perchè?

saluti,

Fabio.
Migliore!?
...chissa !! forse preferiscono il fruscio del nastro e la compressione del segnale BF che si attua in una trasmissione radio !?
...o è la "parvenza" di ascoltare il vinile!?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da UnixMan »

come se poi, nel 2011, quello che viene trasmesso per radio non provenga da un CD o altra sorgente digitale...
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da dueeffe »

UnixMan ha scritto:come se poi, nel 2011, quello che viene trasmesso per radio non provenga da un CD o altra sorgente digitale...
I paraocchi.
Non c'è niente da fare...
I paraocchi.

FF
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

mau749 ha scritto:
Proviamo a ribaltare i termini della questione.
Dispongo di un "sistema" e con questo intendo tutta la catena, sorgente, elettroniche, ambiente ed ascoltatore (!) e di un software (le registrazioni) delle quali non conosco nulla se non il titolo del brano ed il suo esecutore.
L'errore di cui parlavo sta tutto nella frase "... cosa ci aspettiamo di ascoltare..." : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!
Non ti sembra di essere un po' troppo riduttivo!?

Qualsiasi ascolto che si possa valutare e definire poi "soddisfacente", od in altro modo , presuppone necessariamente già il possesso di una "conoscenza antecedente" costruita,nel tempo, con esperienze di ascolto di eventi musicali diretti ed indiretti. Non si può affatto prescindere da un bagaglio esperienzale che dovrà/potrà rappresentare necessariamente il termine di paragone o un modello, benchè in evoluzione,a cui si fa riferimento.
L'elemento "UMANO",nella sua globalità, è una peculiarità sempre determinante,anche fondamentale in certi casi!
:-@
Il "Modello" tende ad essere "variante" nel tempo a motivo di evoluzioni o condizionamenti ( o disturbi della memoria!!! :lol: )
mau749 ha scritto:
Da quell'ascolto il mio cervello, la mia sensibilità e la mia esperienza "ricostruiscono" un "possibile" contesto "verosimile" dell'evento.
Infatti...le attività mentali (usare il termine cervello lo trovo inappropriato)possono verificare, sulla base di dati precedentemente immagazzinati nella nostra memoria,gli eventuali rapporti per poterne trarre una conclusione( volendo si potrebbe ricostruire o persino costruire un pezzo musicale nella propria mente senza ascoltare nulla).
mau749 ha scritto:
Se, in base alle mie esperienze, quella riproduzione oltre che "verosimile" è anche "piacevole" o addirittura "emozionante" allora il mio sistema "funziona"...punto...!
Perfetto...la realtà "soggettivata" di chi ascolta, attraverso una una valutazione(sintesi )percettiva , può essere elaborata come un confrontato di "verosimiglianza"! L'uguaglianza diventa utopistica! Il piacere dell'ascolto è un altro aspetto che non deve essere strettamente legato alla "verosimiglianza" anche se può derivare da una certa qualità riproduttiva o al semplice atteggiamento mentale finalizzato ad un certo tipo di appagamento.
mau749 ha scritto:
Se vado a casa di un amico e quindi in un diverso "contesto" ed ascolto il suo sistema non ci vado con la "prevenzione" di ascoltare le stesse cose e nello stesso modo in cui le ascolto a casa mia: ascolto e basta e, a posteriori, faccio le mie considerazioni sulle analogie e sulle differenze: probabilmente, anzi, sicuramente, ci saranno più differenze che analogie ma, se ho provato "emozioni" allora anche il suo sistema funziona.
Anche questo è esatto...però a livello di sintesi della percezione tendiamo ad adattare,se vogliamo e se ci sembra congruente,la nostra soddisfazione( derivante da un certo compiacimento autoindotto) a quella nuova realtà...anche se possiamo ribaltare facilmente,anche per aspetti minimi, la nostra valutazione!
mau749 ha scritto:
Liberate le mente da preconcetti, pregiudizi ed aspettative d'ascolto,... usate le orecchie... ed il cuore...
Fino ad un certo punto...anche questa affermazione è limitativa ...almeno per me.
mau749 ha scritto:

Questa è dichiaratamente una provocazione ma... meditate gente,... meditate...
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Perchè!? ...per me non è affatto una provocazione... :smile:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

La mia "provocazione" era solo riferita al fatto che, praticamente sempre, quando si affrontano questi argomenti si finisce troppo spesso con il cercare "a priori" il motivo di certi risultati d'ascolto ribaltando i canoni della ricerca classica basata essenzialmente "prima" sull'osservazione dell'evento e solo "dopo" su una possibile "teorizzazione" e creazione di un modello attendibile.

Quanto al fatto di essere stato "riduttivo" dicendo: "... cosa ci aspettiamo di ascoltare.. : cosa mi aspetto di ascoltare ?... nulla...! ascolto e basta...!" probabilmente hai trascurato di osservare che citando il "sistema" ho evidenziato (!) "l'ascoltatore" che quindi, proprio con il suo bagaglio di esperienze e di "conoscenza antecedente" ne è componente integrante e fondamentale.

Discutendo di "sensazioni" ci basiamo su modelli che, personalmente, sono lontanissimi da ogni realtà ed il classico esempio è la risposta in frequenza sia in camera anecoica che in ambiente: può avere un senso per capire se siano stati commessi errori grossolani ma non dice assolutamente nulla di come poi "suonerà" il sistema.

E' una realtà che tutti conosciamo, sulla quale ci si trova spessissimo d'accordo ma continuiamo a citarla come riferimento trascurando che a volte solo 1/2 dB di variazione in determinate gamme di frequenza stravolgono completamente il modo di suonare del sistema.

E anche questo non è teorizzabile perché poi intervengono gli altri componenti del "sistema" il cui "peso" non è ipotizzabile "a priori".

Con questo non voglio dire che non si possano definire della "macrocategorie" di diffusori con caratteristiche "simili" a prescindere dal resto della catena (ascoltatore ed ambiente inclusi) che possano far propendere la scelta per l'uno o per l'altro in base a considerazioni "misurabili" ma questa sarà sempre e solo una "base di partenza" su cui lavorare molto...

Detto questo vedo che sei abbastanza in sintonia con me per quanto riguarda la metodologia nell'approccio del problema.

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da UnixMan »

mau749 ha scritto:Detto questo vedo che sei abbastanza in sintonia con me per quanto riguarda la metodologia nell'approccio del problema.
credo che su questo in sintonia lo siamo un po' tutti... o almeno presumo che lo sia chiunque abbia un minimo di esperienza e si approcci al problema con un atteggiamento pratico/pragmatico e non astratto/preconcetto. ;)

Ovviamente, in mancanza di un modello teorico completo ed attendibile (ovvero in grado di prevedere il risultato finale, cioè il nostro "gradimento" soggettivo), un vero approccio teorico/programmatico è semplicemente impossibile. E quindi non si può fare altro che affidarsi ad un sano empirismo, sia pure per quanto possibile "guidato" e ragionato.

È per questo che, alla fine, tendiamo a seguire un po' tutti le stesse strade. Che però -sempre per lo stesso motivo- ci troviamo a percorrere quasi del tutto alla cieca, guidati da esperienze pregresse ed istinto (quando non dalle mode del momento o dal puro caso) più spesso che da considerazioni logiche. Il che inevitabilmente porta a ripetere errori su errori e rende difficile capire se/quando ci si sta' avviando lungo un vicolo cieco.

È per questo che da quando, poco dopo essermi avvicinato a questo hobby, ho scoperto con raccapriccio che tutto ciò che prima credevo essere ovvio e scontato non lo è affatto, il mio sogno più grande è diventato quello di riuscire a "trovare il bandolo della matassa", scoprire il nesso tra quello che possiamo conoscere, misurare, quantificare e quindi progettare e quella che invece è la "qualità percepita" dei nostri sistemi.

Riuscire in una impresa del genere vorrebbe dire poter progettare i sistemi (ed i relativi componenti) con cognizione di causa, in funzione della qualità finale anziché di parametri sostanzialmente arbitrari o quasi, talvolta del tutto scorrelati (se non addirittura controproducenti) rispetto alla qualità percepita. Col che si risparmierebbe un mucchio di tempo e di denaro e verosimilmente (oserei dire certamente) si otterrebbero risultati migliori di quelli ottenibili procedendo alla cieca.

Purtroppo, sebbene nel tempo qualche indizio più o meno vago qua e la lo abbia colto, l'obbiettivo finale resta sostanzialmente solo un sogno. Che probabilmente non si realizzerà mai. :( (io però non demordo... :) ).

Ma siamo finiti abbondantemente fuori tema... non si doveva parlare di diffusori e di "sequenze"? :)

Vogliamo provare a definire meglio il concetto? Cosa si intende per sequenza? i tempi di arrivo? di cosa, esattamente? rispetto a cosa? Perché sono importanti? Da cosa e come vengono alterate?
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Vorrei porre all'attenzione degli interessati che la sequenza e la "Emozione", non sono necessariamente correlati.

Posso rispettare la sequenza e non ricavarne emozioni particolari, posso ascoltare un Ipod e commuovermi letteralmente.

Le aspettative esistono, perché esistiamo noi, l'attenzione ai particolari esiste, perché a noi possono interessare i particolari di un insieme. Se per certe persone, alcuni dettagli giustificano una catena, per altri, gli stessi, paiono del tutto insufficienti.

Alcuni particolari, possono essere contemplati nella sequenza errata, vedi immagine all'inizio della discussione.

Un orecchio e cervello allenato, possono ricavare condizioni sufficienti da un vero marasma, ormai ci hanno abituato così, con una sequenza corretta, non occorre sforzo alcuno.

Ora arriverà il genio del cocktail party ecc. ecc.

Se a teatro ci poniamo davanti ad un trio od un quartetto, non ci passa neanche per la capa di alzarli fino alle orecchie, di allargarli ecc. ecc. Sono lì davanti a noi e rappresentano senza problemi quello che devono. Se stiamo davanti ad una rappresentazione reale, quando chiudiamo gli occhi, possiamo notare a volte incongruenze che ad occhi aperti non c'erano.

Mentre ascolto un brano, se una chitarra , un piano ed una batteria, sono rappresentati in uno stesso punto, c'è qualcosa che non torna.

Se sono opportunamente distribuiti, va meglio.

Ma siamo all'ABC.

Se l'ascoltatore è sufficientemente sofisticato nelle esigenze, occorre che livelli relativi, eco e distribuzione delle sorgenti fantasma, siano opportune. Perché questo accada, occorre che ogni singolo suono emesso dai diffusori abbia dispersione, durata e livello adeguati, e che si incontri in maniera coerente con gli altri suoni emessi in precendenza, affinché la rappresentazione nello spazio e nel tempo sia sovrapponibile all'originaria, per la nostra percezione.

Le grossolane regolette non aiutano le esigenze sofisticate.

La musica la si può ascoltare anche tramite un citofono, nessuno direbbe che quel suono sia reale, tutti possono riconoscere vari strumenti, ma... è quello che ci interessa?

Perché noi alziamo, abbassiamo, allarghiamo le casse? Avviciniamo alle pareti, allontaniamo... Questo fa sì che la sequenza venga rispettata?
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

è giusta?

1 2 3 4 5 6 7 8 10 9

è sbagliata?

a b c d e f

a b b c b e f

Anche in questo caso, quale è sbagliata?

do re mi fa sol la si do

una delle note è più bassa di intensità, ciò è sbagliato?

una nota è più lunga in modo tale che si sovrappone ad una altra, ciò è sbagliato?


Come si stabilisce l'ordine, tempo e l'intensità relativa fra gli elementi di una sequenza? Come la si conserva?

Se un coro esprime una sequenza di note, ma ogni persona componente l'insieme usa un tempo differito nell'esprimerle in attacco, intensità ed in tenuta, che succede?

Che tipo di modificazioni nascono in ampiezza, durata e frequenza?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da plovati »

. . . , . ?
? ? ? ? ? ?
!!!!!!!!!!!!
@#%@@#*&!
,,,,, ($)?
., . , !. .?

Quale é la sequenza migliore per un post? :grin:
_________
Piergiorgio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Premesso che gradirei che ci fosse chi metta in evidenza gli errori e le incertezze, provo ad andare avanti.

Se possiamo sostenere che solo noi siamo giudici della correttezza o meno di una sequenza che ci viene proposta e lo facciamo in base a cultura ed aspettativa, riconoscendo le eventuali discrepanze con quello che ci propone la nostra conoscenza e la nostra aspettativa ....

che consideriamo una sequenza numerica, di lettere o note, non cambia poi tanto, le sequenze di PG, in base a questo, non vogliono dire nulla perché non conosciamo il valore che egli gli ha attribuito. Qualcuno potrà pensare ad uno scherzo, qualcuno potrà pensare a un dispetto.. ma lui ha aggiunto una emoticon che dovrebbe fugare il dubbio.

Se proviamo a dare un carattere di espressività alla sequenza di numeri, lettere o note, la cosa diventa più complessa, sia con la voce, che con uno strumento, aggiungiamo un altro tipo di codice, la emoticon nel caso citato, l'inflessione ed altro in altri casi, ma per ora direi di lasciare perdere.

Torno al post precedente:

Se l'esempio del coro che non è sincronizzato nei tempi e nella intensità delle componenti è passato senza problemi, e le conseguenze sulla comprensibilità della sequenza immessa in modo casuale e con livelli disomogenei sono chiare, direi di passare a quello con la voce di un singolo cantante che da unica sorgente diventa multipla.

Da tempo si parla di trattamento sul baffle:
Baffle diffraction 001.jpg
Vediamo già che le sorgenti sono più di una se abbiamo un solo ap, poiché ne aggiungiamo altre col baffle.

Col fatto che possiamo avere su un box più Ap che suonano contemporaneamente, altre ancora, (se gli Ap non sono pistoni perfettamente rigidi, ne abbiamo delle ulteriori, poi abbiamo i pannelli che vibrano, i filtri che sfasano, la inerzia degli altoparlanti, ecc. ecc., cui aggiungiamo le eco ambientali.

Poi raddoppiamo le sorgenti col secondo box, e dobbiamo farle interagire con le conseguenze che ciò comporta.

Ora pensare di buttare tutto il frullato in una stanza e che il frullato torni ad essere l'intero che ci aspettiamo, credo che sia impresa disperata.

Come rovesciare le parti di un puzzle in terra e sperare di vedere un immagine ricomposta perfettamente, il tutto, tenendo conto che abbiamo aggiunto delle parti che non sono affatto coerenti con l'immagine stessa.

Occorre pensare che questo è un grosso problema con una immagine statica...noi abbiamo a che fare un filmato, poiché dobbiamo tenere conto del tempo che scorre e di quello che doveva esistere un attimo prima e deve cessare nel giusto tempo, per lasciare spazio a quello che deve arrivare un attimo dopo.

Troppa luce per un istante in più, equivale a ridurre il buio che dovrebbe esserci un attimo dopo.
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