La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Vorrei sottolineare una cosa, quando parliamo di suoni che si sovrappongono, forse nella nostra testa può apparire che vi sia una somma così come viene normalmente concepita.

Tre pere + due mele + tre limoni posti in una cesta, rimangono tre + due + tre pezzi. Se riguardiamo dall'alto, qualcuno potrebbe rimanere nascosto, ma quelli che vediamo sono assolutamente dotati delle loro caratteristiche peculiari.

Con suono non succede esattamente questo, nel momento in cui emetto un suono, se lo spazio è occupato da un campo sonoro che continua ad esistere ed a trascinarsi in ambiente, separarne gli effetti su di noi, rimane legato a particolari peculiarità dei vari suoni e con modalità assolutamente imprevedibili data la complessità della iterazione. Tanto sono più "vicini", tanto meno riesco a distinguere le prerogative dell'uno e dell'altro.

Ovviamente continua a contare il punto di vista.

Ma non esiste solo quel problema, due altoparlanti vicini che emettono lo stesso suono, come si condizionano e come condizionano il suono?.... solo nella dispersione? Non parlo espressamente di altoparlanti uguali, in un due vie, già si palesa il problema.
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto: Vorrei sottolineare una cosa, quando parliamo di suoni che si sovrappongono, forse nella nostra testa può apparire che vi sia una somma così come viene normalmente concepita.
Scusami Roberto, ma ritengo che sia più corretto fare una premessa fondamentale! Definire "suoni"una fenomenologia consiste nell' essere consapevoli che lo diventano solo dopo aver operato una percezione completa mediante sintesi percettiva.
Prima che raggiunga il nostro apparato percettivo- uditivo e venga elaborato il suono non è ancora definibile come tale! Tutti i segnali elettrici che vengono convertiti in onde di pressione seguono un preciso andamento nel tempo e vengono distorti , quindi,al momento della immissione nell'ambiente di ascolto dal sistema casse e dalle interazioni ambientali spazio-tempo..!
Quando si parla di modellizzare questa conversione(comprendente anche la sintesi percettiva) siamo ,appunto,in alto mare e vaghiamo in acque profonde...
Questo benedetto rapporto tra fisico e percepito esiste in una forma che al momento non riusciamo a capire perfettamente...ma c'è!
Detto ciò non è il caso di scoraggiarsi!
nullo ha scritto: Ovviamente continua a contare il punto di vista.
Possiamo guardare questa tematica anche con angoli diversi...ma la problematica rimane invariata. :sad:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto: Detto ciò non è il caso di scoraggiarsi!
Un po' sì. :grin:
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto: Ovviamente continua a contare il punto di vista.
Possiamo guardare questa tematica anche con angoli diversi...ma la problematica rimane invariata. :sad:
Non era quello il senso, il riferimento era al cesto, al diffusore, ed al fatto che cambiando il punto di osservazione, si privilegi una visione rispetto ad un'altra. Per visione intendo la vista degli oggetti contenuti nel cesto e di quel che ne consegue a livello di intelligibilità del campo o suono, come l'ho chiamato io.

Il fatto che lo abbia chiamato suono e non campo, non cambia la sostanza della domanda, e neanche di quella fatta in precedenza. Lo chiamo suono, perché nella accezione comune così s'intende. Suono il violino, quel violino suona, quel trabiccolo fa rumore, se c'è troppo chiacchiericcio, si dice che c'è rumore, se una voce è soave, si dice che ha un bel suono.

Se dopo sei pagine, non riusciamo ad approcciare il problema in modo da ipotizzare una soluzione, una qualsiasi forma pratica e sperimentale, in modo da accompagnare le pur interessanti chiacchiere a qualcosa su cui fondare osservazioni comuni, vuol dire che non se ne sente la esigenza e che lo status odierno, tutto sommato soddisfa o non si ritiene di potere/dovere andare oltre.

L'intezione è quella di capire come si possa ovviare a certi problemi, del fatto che esistano mi pare che ne siamo consapevoli.

Posso chiedere perché due altoparlanti emettano contemporaneamente lo stesso suono e noi lo accettiamo come se nulla fosse, ma non succede nulla al suono? E poi due diffusori che emettono lo stesso suono, cosa compromettono.

Posso dire suono, perchè tanto mi riferisco a quello succede di conseguenza nella nostra testa,

Posso chiedere perché si mettano usualmente le trappole negli angoli e non fra i diffusori, perché non vicino ai diffusori, posso chiedere a che serve quello che rimbalza sul muro posteriore o sul pavimento.

Mi piacerebbe sentire una riflessione anche su queste cose.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Non era quello il senso, il riferimento era al cesto, al diffusore, ed al fatto che cambiando il punto di osservazione, si privilegi una visione rispetto ad un'altra. Per visione intendo la vista degli oggetti contenuti nel cesto e di quel che ne consegue a livello di intelligibilità del campo o suono, come l'ho chiamato io.
Mentre il cesto è un osservato che non cambia nel tempo...non si può dire altrettanto per il campo sonoro che sia diretto o riverberato o tutti e due(ancora peggio)!
non si può semplificare in questi termini!!!
nullo ha scritto:
Il fatto che lo abbia chiamato suono e non campo, non cambia la sostanza della domanda, e neanche di quella fatta in precedenza. Lo chiamo suono, perché nella accezione comune così s'intende. Suono il violino, quel violino suona, quel trabiccolo fa rumore, se c'è troppo chiacchiericcio, si dice che c'è rumore, se una voce è soave, si dice che ha un bel suono.
Vero...però se cominciamo a delineare meglio anche la corretta terminologia avremo maggiori vantaggi, anche successivamente! Non è detto che si debba continuare a sbagliare solo perchè vi è una consuetudine ormai consolidata ed omologata erroneamente...
nullo ha scritto:
Se dopo sei pagine, non riusciamo ad approcciare il problema in modo da ipotizzare una soluzione, una qualsiasi forma pratica e sperimentale, in modo da accompagnare le pur interessanti chiacchiere a qualcosa su cui fondare osservazioni comuni, vuol dire che non se ne sente la esigenza e che lo status odierno, tutto sommato soddisfa o non si ritiene di potere/dovere andare oltre.
Se mi permetti una considerazione ... qui correre è controproducente...io non direi assolutamente che dopo sei pagine non si riesce ad approcciare il problema! ..molto è stato detto...molto però è rimasto !
Forse altre scuole di pensiero hanno già raggiunto la "verita "! :o
nullo ha scritto:
Posso chiedere perché due altoparlanti emettano contemporaneamente lo stesso suono e noi lo accettiamo come se nulla fosse, ma non succede nulla al suono? E poi due diffusori che emettono lo stesso suono, cosa compromettono.
Se pensi ad un sistema Bose 901 hai proprio questo esempio! cosa succede fisicamente si potrebbe anche misurare(ma con quali segnali?) ...poi tali misure sarebbero standardizzate? E quelle misure si potrebbero poi correlare in qualche modo alla diversa tipologia percettiva ed al diverso ambiente?
nullo ha scritto:
Posso chiedere perché si mettano usualmente le trappole negli angoli e non fra i diffusori, perché non vicino ai diffusori, posso chiedere a che serve quello che rimbalza sul muro posteriore o sul pavimento.
Mi piacerebbe sentire una riflessione anche su queste cose.

Semplice...anche troppo! correggere l'acustica di un ambiente, se diventa un sacrificio a svantaggio dell'estetica di una tipologia di arredamento,è difficile da accettare soprattutto da certe mentalità e mogli!
Se hai la fortuna, poi, di poter disporre di un ambiente dedicato ,hai la libertà di poterlo trattare come vuoi... e sperimentare secondo le tue precise teorie (solo quelle contano). Poi se qualcuno, il tecnico di turno, ti viene a dire che è tutto da rifare ... cadi nella più feroce delle depressioni e tenti di ricominciare dall'inizio in quanto credi che sino ad ora hai quasi sbagliato tutto!
Questa è una delle strade che porta alla completa insoddisfazione...il diffusore che prima ti sembrava ottimo ora non ti soddisfa più e così via.
Gli stessi diffusori commerciali sono costruiti in funzione degli arredamenti domestici e non concedono quasi nulla alla cura di certi particolari tecnici che sarebbero di grande utilità ai fini qualitativi... ad esempio rivestire le superfici del baffle con materiali fonoassorbenti adatti ,isolare meglio i componenti dai cabinets ,dare delle precise indicazioni sulla corretta collocazione e di come andrebbe trattato acusticamente l'ambiente ,spiegare la filosofia costruttiva...ecc.
Tutto è demandato all'uso anche improprio degli stessi che può farne l'utente...ma se poi non sai ascoltare a cosa ti serve cercare di ottimizzare questi aspetti?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Per la frutta è 'n'esempio! Conosco/conosciamo la differenza, fra una foto ed un filmato. un alto tempo di latenza dell'immagine sullo schermo lo accetteresti?

La inclinazione alla depressione l'ho perduta da tempo e non mi torna certo perché qualcuno ha idee diverse e gusti diversi, si rimane tranquillamente a chiacchierare.

sterosound ha scritto:Gli stessi diffusori commerciali sono costruiti in funzione degli arredamenti domestici e non concedono quasi nulla alla cura di certi particolari tecnici che sarebbero di grande utilità ai fini qualitativi... ad esempio rivestire le superfici del baffle con materiali fonoassorbenti adatti ,isolare meglio i componenti dai cabinets ,dare delle precise indicazioni sulla corretta collocazione e di come andrebbe trattato acusticamente l'ambiente ,spiegare la filosofia costruttiva...ecc.
Beh, stiamo parlando di questo fin dalla discussione sulle cassine, siamo su un forum che si chiama Audiofaidate, che caspita ci interessa dei diffusori commerciali e della loro ragion d'essere?

Se hai voglia, approfondiamo questi discorsi.

Non sono inoltre affatto convinto che il trattamento ai fini della percezione e non di un ipotetico RT misurabile, sia semplice da attuare.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Beh, stiamo parlando di questo fin dalla discussione sulle cassine, siamo su un forum che si chiama Audiofaidate, che caspita ci interessa dei diffusori commerciali e della loro ragion d'essere?
Non sono inoltre affatto convinto che il trattamento ai fini della percezione e non di un ipotetico RT misurabile, sia semplice da attuare.
Sarebbe il caso intanto di distinguere la parte fisica da quella percettiva.
Come dovremmo affrontare questi due aspetti?
Sono sufficienti, con una possibile analisi più o meno dettagliata, per avere risposte univoche o ci sarebbero altri aspetti importanti da considerare?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Ci sono alcune relazioni tra le due parti. Le considerazione tratte, sono spesso aleatorie, spesso si architettano stratagemmi che fanno tornare i conti dal punto di vista delle misure, ma che tolgono sostanza al risultato.

La cosa si potrebbe anche ribaltare volendo, l'uomo decide cosa guardare, cosa tenere in considerazione e cosa no, in questo caso i conti tornano sempre, lo vediamo nella vita di tutti giorni, politica compresa, si scusano comportamenti assurdi, per salvare quel poco di buono che interessa.

Un po' di bagaglio tecnico esiste già, il problema è sfruttarlo appieno con premesse chiare, che non possiamo salvare tutto lo sappiamo. Io non faccio le analisi per stare dentro la forcella media, io vorrei sentirmi bene.

Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.

Per ascoltare una voce al centro, non farei parlare due gemelli ai lati, ma neanche metterei due gemelli uno sopra l'altro al centro, peggio ancora due gemelli per lato, che ne pensi? Che ne pensa un microfono, un analizzatore di spettro e... Ecc. Ecc.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.
Se fai queste considerazioni forse si torna un passo indietro... abbiamo appena detto che gli ascolti richiedono tutta una serie di combinazioni percettive che presuppongono una corretta sintonia tra lo storico ed il tempo reale! Tutto questo richiede quindi una corretta educazione all'ascolto...credo che su questo aspetto si sia detto sufficientemente forse,non ti pare?
nullo ha scritto:
Per ascoltare una voce al centro, non farei parlare due gemelli ai lati, ma neanche metterei due gemelli uno sopra l'altro al centro, peggio ancora due gemelli per lato, che ne pensi? Che ne pensa un microfono, un analizzatore di spettro e... Ecc. Ecc.
Non so se ricordi gli albori della Chario...alcuni dei lori primi sistemi di casse stereo erano caratterizzati da tre unità : due laterali L ed R ed una centrale R+L.
La cassa al centro in effetti conteneva nello stesso cabinet i due medi ciascuno collegato alla propria cassa attraverso il filtro.
La cassa centrale appunto serviva a migliorare la ri-collocazione spaziale dell'evento da riprodurre nel mezzo della scena in un arco di frequenze abbastanza ristretto(meno di tre ottave).
Mi ricordo che questi diffusori non piacquero molto e non ebbero seguito,però colpirono il raro ascoltatore più attento...
Per far parlare una voce al centro,in un sistema stereo, questa deve essere riprodotta simultaneamente con lo stesso livello e fase dai due diffusori (L+R) e non esiste altra possibilità.
Tu hai qualche altro suggerimento in merito?
Se il microfono pensasse saremmo quasi a posto...esso riprende solo secondo le sue caratteristiche ma non ricorda più nulla!
Neanche l'ambiente ricorda e tantomeno i diffusori o altri elementi della catena...
L'incisione sul disco è una memoria che si vuole raccontare in modo differito anche se non perfettamente ricostruita e pertanto richiede un'altra memoria per essere compresa , elaborata! Se riesce a riferire una sostanza e non un accidente (Aristotele) significa che ha svolto bene il suo preciso compito.
Tutto il resto è noia!
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Non vorrei fare un impianto per avere buone misure, ma buoni ascolti. Abbiamo messo molte premesse e poche risposte.
Se fai queste considerazioni forse si torna un passo indietro... abbiamo appena detto che gli ascolti richiedono tutta una serie di combinazioni percettive che presuppongono una corretta sintonia tra lo storico ed il tempo reale! Tutto questo richiede quindi una corretta educazione all'ascolto...credo che su questo aspetto si sia detto sufficientemente forse,non ti pare?
Non fraintendere sempre Max, se tu hai anche solo una minima coscienza dei problemi che abbiamo discusso finora, pretendi buoni ascolti, non è necessariamente l'opposto. I buoni ascolti devono avere quelle premesse sennò, che buoni ascolti sono?

stereosound ha scritto: Chario... cut
Tu hai qualche altro suggerimento in merito?
No, se non quello che al momento mi pare che più tolgo e più mi pare di ascoltare ( più inteso come quantità e qualità), in questo momento non aggiungerei certo altri altoparlanti. Sto anche imparando a valutare gli ascolti dirigendo l'attenzione verso una sola cassa. Chissà quanto vale il crosstalking in questo caso.
stereosound ha scritto: Se il microfono pensasse saremmo quasi a posto...esso riprende solo secondo le sue caratteristiche ma non ricorda più nulla!
Neanche l'ambiente ricorda e tantomeno i diffusori o altri elementi della catena...
L'incisione sul disco è una memoria che si vuole raccontare in modo differito anche se non perfettamente ricostruita e pertanto richiede un'altra memoria per essere compresa , elaborata! Se riesce a riferire una sostanza e non un accidente (Aristotele) significa che ha svolto bene il suo preciso compito.
Tutto il resto è noia!
Svicolone, ti chiamerò Svicolone :grin:
Immagine
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

Svicolare da chi o cosa? :lol:

Tralasciando l'incisione... se non credi nelle misure...a cos'altro attribuisci importanza allora e con quale tipo di fede!? :smile:
Sai bene cosa vorresti ed all'uopo hai già un riferimento a cui tendere?
Descrivi...sperando che non svicoli tu stavolta! :?:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Cominciamo da una tua affermazione, io non ho fedi e le eventuali evidenze, sono quelle che possono apparire agli occhi di chiunque si sbatta un attimo.

Hai affermato che è facile trattare un ambiente, come e perché affermi questo?

Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Hai affermato che è facile trattare un ambiente, come e perché affermi questo?
Quando parlo di ambiente in genere mi riferisco prevalentemente ad uno di tipo domestico e non ad uno dedicato solo all'ascolto!
La differenza tra le due situazioni è in effetti sostanziale per ovvi motivi.
Un ambiente domestico lo tratto con tappeti,tende,quadri,poltrone,librerie e quant'altro di utile come l'inserimento di supporti smorzanti di tipo commerciale o artigianale sempre rimanendo nei limiti di un ambiente abitabile-domestico.
Tali accorgimenti servono ad evitare dei T60 troppo alti soprattutto alle frequenze medio-alte( nella banda delle basse e medio basse il discorso non è così semplice da affrontare ed in questo contesto spesso rimane un aspetto irrisolto) e ad avere una condizione leggermente migliore di una fatta senza nessuna attenzione.
L'ascoltatore medio non si pone certo questi problemi in quanto non li conosce e non ne conosce bene la possibile soluzione anche parziale.
Il discorso cambia radicalmente se voglio ottenere la migliore ottimizzazione del mio sistema di ascolto dedicandogli un ambiente "tipo".
Se credo veramente ad alcune soluzioni particolari ed attente cercherò di eseguire tutti quegli accorgimenti che conosco e ne sperimenterei anche altri non conosciuti. Il mio operato diventerebbe un tendere verso una condizione sempre più soddisfacente che ora....non può considerarsi esistente...date le varie problematiche da affrontare e cercare di risolvere.
Inoltre perché condividere necessariamente le idee di una delle svariate scuole di pensiero come se fosse verità assoluta! Se voglio sperimentare mi documenterò gradualmente ,se mi interessa realmente,e applicherò solo ciò che riterrò veramente utile ai fini di una mia valutazione personale basandomi solo sulla mia capacità di discernere...e basta.
Gli altri pareri,anche definibili autorevoli,mi interessano molto relativamente e non mi faccio condizionare al punto da divenire una specie di adepto che raccoglie tutto passivamente...se devo sbagliare preferisco deciderlo con la mia testa.
Altro discorso importante sul fronte della PERCEZIONE...
Nessuno ha mai curato questo aspetto importantissimo...c'è chi parla semplicemente di cervello quando si riferisce alle condizioni di analisi-sintesi di un pensiero...poi chi lo fa non conosce neanche i più banali meccanismi percettivi e come possono avvenire...
I miei primi studi sulla percezione risalgono agli anni 70 e da allora non si è scoperto molto di più.... :x
nullo ha scritto:
Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?
Ti ho già risposto in effetti...questo avviene per consuetudine,per comodità e necessità... negli ambienti di tipo domestico per ovvi motivi!
Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto:
CUT......
L'ascoltatore medio non si pone certo questi problemi in quanto non li conosce e non ne conosce bene la possibile soluzione anche parziale.
Il discorso cambia radicalmente se voglio ottenere la migliore ottimizzazione del mio sistema di ascolto dedicandogli un ambiente "tipo".
Se credo veramente ad alcune soluzioni particolari ed attente cercherò di eseguire tutti quegli accorgimenti che conosco e ne sperimenterei anche altri non conosciuti. Il mio operato diventerebbe un tendere verso una condizione sempre più soddisfacente che ora....non può considerarsi esistente...date le varie problematiche da affrontare e cercare di risolvere.
Inoltre perché condividere necessariamente le idee di una delle svariate scuole di pensiero come se fosse verità assoluta! Se voglio sperimentare mi documenterò gradualmente ,se mi interessa realmente,e applicherò solo ciò che riterrò veramente utile ai fini di una mia valutazione personale basandomi solo sulla mia capacità di discernere...e basta.
Gli altri pareri,anche definibili autorevoli,mi interessano molto relativamente e non mi faccio condizionare al punto da divenire una specie di adepto che raccoglie tutto passivamente...se devo sbagliare preferisco deciderlo con la mia testa.
Altro discorso importante sul fronte della PERCEZIONE...
Nessuno ha mai curato questo aspetto importantissimo...c'è chi parla semplicemente di cervello quando si riferisce alle condizioni di analisi-sintesi di un pensiero...poi chi lo fa non conosce neanche i più banali meccanismi percettivi e come possono avvenire...
I miei primi studi sulla percezione risalgono agli anni 70 e da allora non si è scoperto molto di più.... :x
nullo ha scritto:
Io invece ho chiesto invano, perché si trattano le pareti e non lo spazio fra i diffusori e quello fra noi e i diffusori?
Ti ho già risposto in effetti...questo avviene per consuetudine,per comodità e necessità... negli ambienti di tipo domestico per ovvi motivi!
Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Io non conosco nessun ascoltatore medio, non voglio considerare, a livello teorico, limitazioni imposte da una moglie.

Dice, vorrei una formula uno, col bagagliaio capiente, per quando vado a fare la spesa.... |(

Il fatto che tu non pensi necessario, anzi deleterio, l'uso di assorbente distribuito ad hoc in ambiente, mi pare una grossa limitazione.

Banali aggeggi, possono già creare i presupposti per un cambiamento di grossa entità, uno sviluppo serio e ragionato, in tal senso, mi sarebbe piaciuto. Mi pare che siamo in stallo al momento.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

...non capisco se le risposte alle tue domande dovrei dartele io secondo il tuo modo di concepire gli aspetti di cui si sta parlando(questa è una cosa che puoi fare solo tu!)... quando ti dico che in questo specifico settore la cosa migliore è sperimentare secondo una logica personale e non necessariamente condivisibile ,ciascuno fa come meglio crede... e non esiste ,come ti ho già detto , una condizione ottimale da seguire o una scuola riconosciuta universalmente valida da perseguire. :o
Potresti affermare il contrario?
Se ne vogliamo parlare per me va bene ma sempre con un atteggiamento dialogico e non retorico! :lol:
Tu dici:
Il fatto che tu non pensi necessario, anzi deleterio, l'uso di assorbente distribuito ad hoc in ambiente, mi pare una grossa limitazione.
Non di sembra aver detto questo...
Ritengo che l'acustica ambientale vada curata per correggere essenzialmente il T60 nel un range di frequenze più critiche per una migliore intelligibiltà.
Queste frequenze rientrano prevalentemente nel range delle medie ed alte.
Poi ci sarebbero le interazioni con conseguenti somme o cancellazioni alle frequenze prevalentemente medio-basse...per queste la correzione è ben più complicata e difficile ma non impossibile.
Una possibilità,secondo me,sarebbe quella di isolare completamente la radiazione posteriore del woofer (montaggio su una parete di muratura, e non sul baffle di un mobile tradizionale , con un volume di carico necessario al corretto allineamento scelto). Altre considerazioni simili si potrebbero fare su gli altri componenti...
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Max, hai detto testualmente << non coerente e corretto>>

Non ho bisogno di affermare, indirizzare, evangelizzare, ognuno deve poter avere le sue idee e poterle spiegare.

Da prima ho cercato di porre le basi per creare un piccolo giocattolo, da osservare, con le premesse che sai a livello della discussione relativa a meccanismi di cui abbiamo parlato.

Questo potrebbe permettere più persone di dialogare su basi di osservazioni comuni.

Prima ho anche detto che non inseguo lo rt per avere una misura buona, vorrei un particolare tipo di riverbero, non solo abbassarlo, ho detto che l'iterazione di più vie e più diffusori, porta delle conseguenze, vorrei potere limitare i danni, ma dobbiamo ritenere, per discutere di questo, che i danni esistano.

Sarebbe bello anche discutere cosa succede ad un ap al variare, carico, che succede all'aria, come si comporta e cosa perdiamo eventualmente ad inseguire un dB sulle note gravi. Ci interessa un dB a quelle frequenze? E 3, 4 db?
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Max, hai detto testualmente << non coerente e corretto>>
Scusami ma non mi pare che abbia affermato qualcosa di simile sulla necessità di un trattamento acustico dell'ambiente di ascolto anche perché è contrario alle mie tipologie di vedute! Quel testualmente "non corretto e coerente"(riferendomi ad un trattamento acustico) non l'ho trovato nei miei post precedenti. :o
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Parlavo dello spazio dietro, fra i difusori e nell'area fra noi e i diffusori, e parlo dell'iterazione fra le varie emissioni ed eco, e della possibilità di leggerle distintamente.
stereosound ha scritto: Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Parlavo dello spazio dietro, fra i difusori e nell'area fra noi e i diffusori, e parlo dell'iterazione fra le varie emissioni ed eco, e della possibilità di leggerle distintamente.
stereosound ha scritto: Trattare lo spazio tra noi e i diffusori,secondo me,non è coerente e corretto in quanto andremmo ad inserire una sorta di limitazione alla creazione del campo sonoro totale. Se parli invece di incapsulare tutti i trasduttori in una sorta di custodia assorbente lasciando liberi solo i pistoni irradianti, questo lo trovo di grande utilità. Già 30 anni fa realizzavo qualche diffusore con il baffle ricoperto completamente di feltro di opportuno spessore.

Se tratto già acusticamente l'ambiente,secondo me,aggiungere un ulteriore trattamento nell'area tra noi e i diffusori non lo trovo coerente...ribadisco questo aspetto. Questo non vuol dire che è sbagliato farlo! E' solo un mio parere! Inoltre per trattare dietro il diffusore cosa intendi? per caso rivestire tutta la cassa compreso le pareti posteriori? Se è così non trovo la cosa la migliore soluzione per limitare quella che viene definita"trasparenza della struttura" a certe frequenze.
Trovo ottimale invece murare il componente deputato alla riproduzione delle basse frequenze o ,in alternativa, creare una intercapedine all'interno del diffusore che abbia il compito di assorbire al meglio eventuali emissioni extra-pistone(non dico posteriore in quanto nei reflex viene recuperata ai fini energetici ed utilità di estensione...se interessa un sistema siffatto).
Nelle sospensioni pneumatiche andrebbe curata diversamente l'emissione posteriore del woofer.
Se invece,parlando di trattamento posteriore ,ti riferisci anche alla eliminazione delle superfici riflettenti dei pannelli del cabinet,ritengo che la cosa sia relativa.
Andare ad esasperare certi trattamenti quale vantaggio comporterebbe!? Se abbassi troppo il T60 (esempio portarlo a valori vicini ai 0.4-0.5 sec o meno) avresti una parvenza di migliore nitidezza (solo apparente) ma ti perderesti un contributo ambientale che può essere visto anche utile entro certi limiti.
Se vai in una sala d'ascolto di un negozio Hi-Fi troverai moquette sul pavimento,trattamenti acustici su tutte le pareti,disposizione delle casse finalizzata al miglior rendimento,poltrona al centro della scena per stare al posto più adatto.
In un appartamento tutto questo è molto improbabile che si possa realizzare...devi avere,come ho già ribadito in altro post,una stanza dedicata...
Tu hai certamente(nella testa) quello che io chiamo modello di riferimento!...e potresti vederlo come un possibile punto di arrivo o come testa d'angolo!
Quale sarebbe questo "incognito"?
Ci sono molteplici lati da considerare parlando di diffusori acustici...quali di questi sarebbero utili? e quali invece dovremmo prendere in seria considerazione rispetto ad altri ?
Alcuni possibili aspetti potrebbero essere : quali componenti scegliere e perché,quante vie usare,come dimensionare il cabinet , come montare i componenti sul baffle , tipologia di filtro e così via.
E che dire poi sulle misure degli altoparlanti(dimensioni ottimali) , scelgo woofers da 30" oppure da 8" ? e quali altri parametri tecnici bisognerebbe considerare a ragione?
Esiste poi una sintesi convergente di molti pareri autorevoli in proposito?
NO!... c'è ampia libertà di azione, di scelta e di pensiero!
Si dice che......nella moltitudine dei consiglieri c'è la RIUSCITA"
Max
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

Sul trattamento dell'ambiente molto ci sarebbe da dire ed è difficile a mio parere dare la ricetta giusta tante sono le variabili in gioco.

Certamente alcune regole generali esistono e si sono dimostrate mediamente valide in tutti gli ambienti ma tanto credo si possa fare nello specifico per tentare un ulteriore miglioramento generale della qualità della riproduzione.

In particolare, Max, il "trattamento" dello spazio nell'area fra i diffusori ed il punto d'ascolto e quello a ridosso dei diffusori stessi può dare risultati significativamente importanti.

Ne ho avuto una conferma personale al Bottom a Rimini proprio con i "rotoloni" di Roberto che in maniera per me sorprendente hanno modificato in maniera sensibile dimensioni virtuali della scena sonora e definizione generale della riproduzione pur inseriti in un ambiente di base adibito a tutt'altro che la riproduzione musicale e dunque assolutamente non trattato.

Purtroppo, e sottolineo purtroppo, non posso utilizzarli nel mio contesto causa dimensioni ed occupazione di spazio con conseguente WAF prossimo a zero.

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Aggiungo che parliamo di un impianto non certamente ottimizzato in tal senso, ed il trattamento ( del piffero, realizzato velocemente per un test) fu messo lì in pochi minuti, senza ottimizzazione.
stereosound ha scritto:Se tratto già acusticamente l'ambiente,secondo me,aggiungere un ulteriore trattamento nell'area tra noi e i diffusori non lo trovo coerente...ribadisco questo aspetto. Questo non vuol dire che è sbagliato farlo! E' solo un mio parere! Inoltre per trattare dietro il diffusore cosa intendi?
Avevo scritto lo spazio dietro ( spazio vuoto tra diffusori e muri)

Ribadisci, ma spiegati.

stereosound ha scritto:
Nelle sospensioni pneumatiche andrebbe curata diversamente l'emissione posteriore del woofer
Come?
stereosound ha scritto: ti perderesti un contributo ambientale che può essere visto anche utile entro certi limiti.
Perché?

stereosound ha scritto: Se vai in una sala d'ascolto di un negozio Hi-Fi troverai moquette sul pavimento,trattamenti acustici su tutte le pareti,disposizione delle casse finalizzata al miglior rendimento,poltrona al centro della scena per stare al posto più adatto.
Semplicemente, non vado nei negozi e nelle fiere ecc. per il resto, non è detto, ma non è il punto.
stereosound ha scritto:
Ci sono molteplici lati da considerare parlando di diffusori acustici...quali di questi sarebbero utili? e quali invece dovremmo prendere in seria considerazione rispetto ad altri ?
Alcuni possibili aspetti potrebbero essere : quali componenti scegliere e perché,quante vie usare,come dimensionare il cabinet , come montare i componenti sul baffle , tipologia di filtro e così via.
E che dire poi sulle misure degli altoparlanti(dimensioni ottimali) , scelgo woofers da 30" oppure da 8" ? e quali altri parametri tecnici bisognerebbe considerare a ragione?
Si parlava di sequenza, uomo, non di spl o altro, se quelle sono le basi, dei grossi woofer non ce ne facciamo niente, di altro sì.
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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