Piccoli ambienti e bassi profondi...

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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nullo
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Messaggio da nullo »

Mica tanto, l'ambiente è il primo compromesso del sistema postato. I 20Hz non li tiene...


Scusa la domanda...ma come fai a dirlo?

Marco
Prendo spunto da questa domanda di Marco per provare a fare una chiaccherata sui bassi profondi e i piccoli ambienti.

Secondo me c'è qualcosa che non torna, nella classica visione.

Basta giocare con qualche sub, addirittura anche in automobile, per capire che c'è qualcosa di strano, che non si riesce a contemplare nella normale accezzione matematica del fenomeno.

Eppur si muove, o meglio, per dirla alla Bertoli, eppure soffia...

Che ne pensate?

Ciao, Roberto
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Messaggio da titano »

http://www.renatogiussani.it/Basse%20frequenze.htm

Pare che nella Traccani il mio nome appia sotto la voce "generatore di link" :D


Aggiungo che la percezione delle basse frequenze è probabilmente di natura più "fisica", viscerale, rispetto a quanto accada per il resto dello spettro audio.
Non a caso esistono "aggegi" come questo:

http://editweb.iglou.com/eminence/emine ... ermain.htm

Marco
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gluca
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Messaggio da gluca »

ButtKicker .... deve essere il massimo per giocare con la playstation o a thinktanks.

:D

Non ho capito il senso del 3D ... interazione ambiente/diffusori?

Gianluca

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nullo
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Messaggio da nullo »

La pagina merita di apparire nel thread:
LIMITE INFERIORE BASSE FREQUENZE IN AMBIENTE D'ASCOLTO

Alcuni pensano che in ambienti piccoli non sia possibile ascoltare dei buoni bassi, ben estesi. Il motivo sarebbe che tale frequenze non potrebbero svilupparsi in ambienti la cui dimensione minima sia inferiore alla lunghezza d'onda del segnale che si pretenderebbe di emettere ed ascoltare.

Nulla di più sbagliato e falso. Come Rod Elliot spiega molto bene, ciò non consentirebbe di sentire i bassi nemmeno in auto, o in cuffia...


Testo tratto da http://sound.westhost.com/subcon.htm

di Rod Elliott

(Traduzione di Giampiero Spezzano & Valerio Maglietta)

5 - Propagazione contro pressione

Una congettura molto diffusa è che non si possano riprodurre i bassi in un piccolo spazio. Se questo è certamente vero considerando la propagazione delle onde, è completamente falso se si è in condizioni di funzionamento a pressione all'interno dello spazio. Nella maggior parte degli ambienti, vi è un punto di transizione fra la propagazione delle onde ed il funzionamento a pressione (a volte citato come 'guadagno d'ambiente'). Che le frequenze basse possano essere riprodotte nei piccoli spazi, è dimostrato chiaramente dalle cuffie e dai sistemi di subwoofer da automobile. Entrambi si basano sul funzionamento a pressione ed il punto -3dB delle frequenze basse è determinato dalle 'perdite' perché lo spazio non è sigillato perfettamente. In un ambiente completamente sigillato, la riproduzione dei bassi è possibile fino alla CC - non che la cosa sia realmente utile. La maggior parte dei subwoofer si basano sul funzionamento a pressione per ottenere la riproduzione delle frequenze più profonde nei normali ambienti, e bisogna notare che i sistemi accordati non possono correttamente eccitare il funzionamento a pressione, in molti ambienti.

Uno dei motivi potrebbe essere che vi è la presenza di uno sfiato che consente il livellamento della pressione. In teoria questi sono sistemi risonanti in cui l'onda posteriore dell'altoparlante è invertita di fase e si somma al fronte d'onda principale del cono. Che il principio funzioni, è dimostrato da molti grandi sistemi in sale, in teatri e perfino ambienti di riunione esterni, ma in tutti questi casi vi sono grandi spazi dove la propagazione delle onde sonore, è il fattore dominante.

Quando le dimensioni della stanza diventano piccole rispetto alla lunghezza d'onda, la propagazione dell’onda stessa non funziona ed i bassi possono essere riprodotti soltanto pressurizzando (e de-pressurizzando) l’ambiente.... Nelle prove che ho effettuato nel mio laboratorio, un subwoofer accordato sembra fare "un sacco di rumore", ma fallisce miseramente nel produrre frequenze basse che possono essere "percepite". Un driver simile in cassa chiusa riesce a far vibrare l’intero appartamento, a tal punto che non sono riuscito ad ottenere gli stessi (o nemmeno simili) livelli usando qualsiasi sistema di subwoofer accordato.

In parte, queste sono mie supposizioni ed al momento non ho misure per sostenere le mie congetture. Gli effetti che ho segnalato sono (o almeno sembrano essere) reali, ma non è chiaro il punto di transizione- non so esattamente dove la propagazione delle onde cessi di essere il termine principale e dove il "modo a pressione" diventi dominate. Di ciò mi occuperò più dettagliatamente quando avrò la possibilità di fare delle misure e della ricerca.

Devo però aggiungere che:

Nella "mia" esperienza posso dire che il fenomeno descritto non dipende solo dalle dimensioni dell'ambiente o da quanto questo è ben "chiuso", ma anche dalle dimensioni dell'altoparlante.

Immaginate una stanza nella quale a muoversi e vibrare sia un'intera parete. Il funzionamento "in pressione" sarebbe comunque assicurato... Mentre in una cuffia che abbia una membrana mobile larga 1mm non ne sarei così sicuro...

Ecco perché, per i subwoofer in auto io suggerisco l'uso di altoparlanti grandi e non reflex o carico simmetrico...


In talune auto e con taluni progetti potrebbero verificarsi condizioni favorevoli simili a quelle testé esposte...
Marco conoscevo lo scritto, quella di Giussani (ed altri) è una posizione considerata soggettiva, mi chiedo perchè!

Siamo di nuovo a parlare di come la "logica" delle formule non leghi con la percezione, badate che ciò è per me, parecchio grave.

Qui ci vorrebbe il mitico Subwoofer ( member di audiocostruzioni, lo ricordate?... lui, le sue formule e le sue granitiche certezze).

Parlando con tanti appassionati, salta fuori spesso che le "credenze popolari", facciano perdere la giusta direzione a molti.
Non ho capito il senso del 3D ... interazione ambiente/diffusori?

Gianluca
Come vedi Gianluca, nel 3D cè ( o meglio, spero ci sarà), sia il discorso sulle iterazioni amb./diff., sia dell'altro, a patto che gli altri membri diano sfogo alle loro perplessità, dopo aver avuto esperienze che sembra non collimare con la "realtà ufficiale".

Roberto
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Messaggio da gluca »

Se pensiamo al suono come una propogazione di onde di pressione regolato dalle equazioni di fluidodinamica di Euler, allora ci si rende conto perchè non vi è alcuna relazione tra spazio e lunghezza d'onda (frequenza).

Non ci sono molecole di aria che materialmente viaggiano con velocità sensibile nella direzione del suono (salvo qualcosa nel cono del diffusore ... ) e che hanno bisogno di 1/4 di lunghezza d'onda per esprimere il suono stesso. Il suono pensato così è una perturbazione delle pressioni nell'ambiente ed una perturbazione si può propagare con la velocità (o frequenza) che vuole partendo da un punto ... che è la nostra musica che esce dal diffusore ... indipendentemente dalle dimensioni dell'ambiente.

Quando la perturbazione arriva ad una parete od ostacolo si riflette (+ rifrazione + attenuazione etc..)... per questi fenomeni è importante l'ambiente. Ed è per questi fenomeni che cambia la composizione armonica della perturbazione (la musica) ed abbiamo la percezione che i bassi siano attenuati/esaltati.

E' per questo motivo che è perfettamente possibile ascoltare bassi in cuffia.

Qualcosa di simile viene citata al punto 2 del link "quotato" da Nullo, il pezzo tradotto poco centra, IMHO, con la relazione bassi/ambiente.


Ciao
Gianluca

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Messaggio da nullo »

Quando la perturbazione arriva ad una parete od ostacolo si riflette (+ rifrazione + attenuazione etc..)... per questi fenomeni è importante l'ambiente. Ed è per questi fenomeni che cambia la composizione armonica della perturbazione (la musica) ed abbiamo la percezione che i bassi siano attenuati/esaltati.
Questo farebbe presumere che un ambiente anecoico sarebbe perfetto (e magari se nel disco è presente già un buon grado di riverbero potrebbe anche andare).

In realtà spesso ci gioviamo spesso delle riflessioni per dare ambienza a registrazioni con presa vicina agli strumenti, e comunque non è apparentemente possibile godere dell'effetto di compressione in un ambiente fortemente assorbente.

...per cui?

Roberto
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Messaggio da gluca »

Ci pensano anche in studio di registrazione a "colorare" il suono che altrimenti, come consideravi, apparirebbe piatto e privo di ambiente.

Genero anche io un link, forse noto. E' materiale cmq molto comprensibile e direi completo. Mi riferisco al JBL Sound System Design Manual.

http://www.jblpro.com/pages/tech_lib.htm

La parte due soprattutto illustra l'interazione tra ambiente e diffusori.



Modelli Matematici & Co. Qualche giorno fa consideravo tra me e me che le formulazze usate per il dimensionamento dei diffusori altro non sono che modelli semplificati (magari anche accurati) delle equazioni di Euler/Navier-Stokes che citavo prima. Ho cercato un pò qui e là ma non ho trovato riferimenti a simulazioni che utlizzino modelli più complessi che tengano in conto i fenomeni di gasdinamica (che attenzione! descrivono anche diffrazione, riflessione etc...).
Sarebbe interessante mettere le mani su un qualche codice numerico per simulare sia l'interno dei diffusori quanto l'interazione ambiente-diffusore.

Non che mi aspetti uno stravolgimento dei risultati che danno i vari software per casse ... e più che altro una curiosità intellettuale.

Qualcuno ha trovato qualche link sull'argomento?

Alcuni vecchi codici che avevo scritto illo tempore sono ormai non recuperabili ... stavo pensado di rimettere mano all'argomento (e quando mai avrò il tempo!!??) ma se qualcuno lo ha già fatto...

Quindi, si, secondo me teoria della propagazione del suono ed impressioni (diciamo contenuto armonico del suono) vanno assolutamente d'accordo. Da approfondire certamente, il problema è che portare fatti sul tavolo su questa materia richiede un bel pò di impegno. Ci si potrebbe fare una tesi di laurea.

Ciao
Gianluca

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