Il livello di ascolto

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dueeffe
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È opinione comune, di “tecnicisti” ed audiofili, che il giusto volume d’ascolto debba essere “realistico”.
Con questo termine (invero altamente ambiguo e fuorviante) intendono una riproposizione in ambiente domestico delle pressioni sonore misurate in un evento live.

Risulta sin troppo facile comprendere le motivazioni che conducono a questa semplicistica conclusione: “All’evento ci sono quelle pressioni sonore, se le ripropongo in casa sono nel giusto, nel reale. Qualsiasi alterazione di queste pressioni sonore conduce al non reale”.

Nulla di più sbagliato, naturalmente!

L’intento di creare una sensazione/emozione fisiologicamente vicina ad un evento “live” (non uso il termine “riprodurre”, perché nulla è riproducibile in natura....figuriamoci un evento ormai lontano nello spazio/tempo…) è cosa non banale, e non può essere perciò liquidata con dozzinali quanto facili analogie di siffata specie, né è percorribile senza considerazioni riguardanti le qualità ed i fenomeni che caratterizzano l’intero sistema software-impianto-ambiente-tempo-utente.

Innanzi tutto c’è da dire che la percezione cambia da soggetto a soggetto, da ambiente ad ambiente, da momento a momento ecc. ecc.
Cosicché in particolari situazioni e momenti possono risultare fastidiosi i pochi decibel di una sveglia (i quali saranno percepiti come particolarmente intensi, e ricordati nel tempo come tali) come può risultare ammaliante un pieno orchestrale (molto più “intenso” della sveglia, se misurato), cosicché sarà percepito (e ricordato) come emozione piacevole, piuttosto che fastidiosamente intensa.

Le varie misurazioni, in tal senso, sono completamente inutili, vista l’adattività sensoriale, la selettività, l’elaborazione (e molto altro ancora) proprie del cervello umano.

Vi è una risposta completamente diversa ai vari stimoli sensoriali, rispetto a quello che comunemente misuriamo come livello sonoro, dinamica, risposta in frequenza ecc. ecc.

Già la risposta sensoriale all’attacco, risulta molto più veloce rispetto al rilascio, così come esiste un meccanismo predittivo, uno equalizzante, uno comprimente ecc. ecc. tali da mettere fuori gioco qualsiasi tipo di misura.

Molto si è detto e scritto in questo senso, negli ultimi anni, quindi non è difficile approfondire i vari argomenti di psicoacustica, vista la considerevole mole bibliografica esistente oggigiorno.

A questo punto si potrebbe dedurre che il livello di ascolto di un sistema hi-fi vada regolato secondo la propensione recettivo/sensoriale personale, in relazione ai vari momenti ed alle varie situazioni, ed in generale così dovrebbe essere.

Vanno fatte però diverse altre considerazioni.

La prima è che esistono livelli sonori comunemente (ed in ogni caso) fastidiosi e/o deleteri, ed anche quelli pericolosi.

Curioso è lo studio di A. Peretti e R. Pompoli, sul Rumore e Ambienti scolastici, perché vi sono delle considerazioni legate ai conseguenti danni, difficoltà e ritardi nell’apprendimento.

Lo studio ha valutato l'incidenza del fattore "rumore alla mensa" sui risultati ottenuti da test condotti a scuola.

Sono stati constatati dei ritardi nell'apprendimento della lettura ed errori di disattenzione più frequenti negli allievi che pranzano a scuola.
I livelli sonori rilevati nelle mense si aggirano mediamente intorno ai 85dB(A). Dopo 30 minuti di esposizione a tali livelli sonori occorre un'ora di recupero sotto l'aspetto nervoso!

Alcune esperienze di insonorizzazione delle mense scolastiche con riduzione del livello di rumorosità di 13 dB(A) hanno dimostrato un comportamento dei ragazzi totalmente modificato.

Va detto comunque che è anche cambiato il modo di far musica, così come sono cambiati nel tempo gli strumenti musicali.
E se certe orchestre oggi tendono ad essere più potenti, questo non significa che sia un bene (fisico e psichico).

Così come non è detto che si debba prendere a modello le sale delle discoteche più “spinte”, né certi concerti “elettrici” estremizzati, che posson esser sì un pittoresco modo di far musica di un dato “stile” o di una data epoca, ma che vanno anche analizzati per quel che sono, con tutte le implicazioni culturali relative (specie quelle che portano al “massacro” sensoriale), con la coscienza che il relativo software spesso è creato in studio, e quindi non ha un livello sonoro di riferimento sensoriale, perché non rappresenta neanche una registrazione di un evento reale.

Un altro e fondamentale aspetto, nel valutare un livello di ascolto a casa, è quello del mascheramento.
Oggi sappiamo che più è alto il livello sonoro, più è pesante (sia in frequenza che in efficacia) l’effetto di mascheramento.

Se un tono di 1kHz a 50db non arriva a mascherare segnali di 2kHz e 5db, diverso è il discorso per un tono di 1kHz a 90db, che riuscirà a mascherare segnali ben oltre i 10kHz!



Immagine



In definitiva, più è intenso il tono e più il suo effetto di mascheramento sarà esteso in frequenza (verso l’alto) e devastante, in assoluto.

Perciò, chi pensa di ottenere riproduzioni cosiddette “realistiche”, andando a cercarsi 100, 110 o 120db o 130db, in effetti andrà solo a perdersi una marea immane di informazioni, proprio nella preziosissima porzione acuta di banda, caratteristica, tra l’altro, degli armonici!

Capisco che a questo punto qualcuno vorrebbe obiettare che lo stesso fenomeno accade durante un concerto “live”, e che quindi non è preoccupante.

In realtà le cose stanno diversamente, proprio per la natura dell’apparato umano orecchio/cervello.
Tralasciando tutte le implicazioni dovute alle varie distorsioni del sistema software-impianto-ambiente, possiamo considerare l’effetto di mascheramento come una delle peculiarità del “sistema umano”.

Se fosse efficace al 100% in qualsiasi situazione, avremmo grossi problemi di percezione.
Ci sono altre peculiarità selettive, sia per schemi che per generale discernimento, che ci permettono di concentrare l’attenzione in modo selettivo.
Tali caratteristiche rispondono a meccanismi molto complessi.

Una di esse, per esempio, è il cosiddetto Cocktail Party Effect, studiato da E. C. Cherry nel 1953.

Senza entrare nel dettaglio (chi vuole approfondire può sempre “googlare” il termine) la differenza sostanziale tra l’evento live e la riproduzione domestica, che rende molto diverso il problema del mascheramento, risiede nel vivere l’evento sensorialmente in modo completo, con una corrispondenza spaziale esatta, che coinvolge anche i riferimenti visivi.

Perciò, avendo innanzi a noi l’evento reale, ci si può concentrare verso qualsiasi particolare, anche fosse il più “silente” degli strumenti musicali presenti, individuandolo visivamente e captando tonalmente le sue emissioni, con l’aiuto anche della sua precisa collocazione spaziale, finanche “leggendo" i movimenti e mettendo in azione gli schemi predittivi del nostro complesso sistema di elaborazione sensoriale (per esempio è automatico il seguire i discorsi anche osservando il movimento delle labbra delle persone, acutizzando le nostre capacità di comprensione, cioè di ricezione del messaggio, così come interpretando la gestualità tutta).

Questa tipologia di percezione, naturalmente, è impossibile davanti ad una riproduzione condotta con un paio di altoparlanti (ma anche quattro o cinque o dieci non cambia nulla…eh!)….

Non vi è, davanti a noi, nessuna collocazione spaziale reale, né la possibilità di una individuazione ed analisi visiva…
Ciò rappresenta perciò una insormontabile distorsione temporale e spaziale, nonché una grave deficienza di input sensoriali, a partire da quello visivo, che è fondamentale per le operazioni di selezione uditiva dei singoli (o singoli gruppi) di “messaggi”, nonchè per la schematizzazione predittiva.

Ecco perché l’effetto di mascheramento è massimo davanti ad un impianto hi-fi, e non lo è invece in un evento reale, ove possono essere attivate le altre capacità sensoriali/elaborative del “sistema umano”.

Mi fermo con l’ovvia conclusione:
Più alzate il volume dell’impianto, e più perdete preziose informazioni.
L’ideale è trovare un volume moderatamente confortevole in un ambiente d’ascolto molto silenzioso.
Altro che livello “realistico”…ci si imbatte solo col mascheramento “duro”, cioè il nulla!

…e, naturalmente, quel che ho scritto sinora non è tutto.
È solo la punta di un iceberg…

Saluti,

Fabio.



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Messaggio da Echo »

Questa tipologia di percezione, naturalmente, è impossibile davanti ad una riproduzione condotta con un paio di altoparlanti (ma anche quattro o cinque o dieci non cambia nulla…eh!)….

Non vi è, davanti a noi, nessuna collocazione spaziale reale, né la possibilità di una individuazione ed analisi visiva…
Ciò rappresenta perciò una insormontabile distorsione temporale e spaziale, nonché una grave deficienza di input sensoriali, a partire da quello visivo, che è fondamentale per le operazioni di selezione uditiva dei singoli (o singoli gruppi) di “messaggi”, nonchè per la schematizzazione predittiva.

Ecco perché l’effetto di mascheramento è massimo davanti ad un impianto hi-fi, e non lo è invece in un evento reale, ove possono essere attivate le altre capacità sensoriali/elaborative del “sistema umano”.


Saluti,

Fabio.


Tutto questo si potrebbe in parte ovviare proiettando il video dell'evento che si sta ascoltando??

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Messaggio da riccardo »

Il nemico principale della conoscenza, sembra sia stato e sia, in tutte le epoche, la necessità di isolare e categorizzare.
Considero perfettamente congruo lo scritto di Fabio.
Tuttavia, prescindo del tutto dal discorso sul volume di ascolto , se tento di parallelarmi alla mia modesta esperienza, una osservazione mi urge di fare.
L'animale che assiste all'evento reale, esercità delle facoltà che sono sue proprie, e che gli servono in qualunque luogo si trovi. Le hanno formate la necessità di caccia e di difesa, e sono armi che ciascuno di noi ha sempre con se.
Qui è il punto: le portiamo anche nell'ascolto di un brano registrato, proveniente dall'impianto, in qualunque stanza la cosa avvenga.
Siccome sono le armi della difesa e della caccia, hanno bisogno di un catalizzatore:la cultura, l'esperienza accumulata in casi simili, anche se di diversissima origine e specie.
Se diminuisce l'affidamento sulla vista (paragonabile al buio) tenderò a utilizzare altri strumenti. In più ci metto quello che so (esperienza/cultura) dello stereo, della musica riprodotta, delle stanze che ho visitato.
Penso, in questo caso, che i sensi del cacciatore devono venir guidati in misura molto maggiore dalla mente razionale. E qui è insito l'errore di valutazione, dal momento che quello che sappiamo di noi che ascoltiamo, è che certi ascoltano in modo orrendo (non essendosi posti il problema culturale) e altri invece, a esempio, poni Fabio, poni il benemerito studioso, sono capaci, nell'ideare strumenti elettronici, di concepire il dato qualitativo che desiderano.
Intendo: capisco e sospetto che per mille ragioni il fatto VERO e il fatto suonato dallo stereo non sono uguali, sono solo simili.
Capisco e sospetto che il supporto (forse più il cd del vinile) contiene quasi tutto quello che è successo davanti ai microfoni, una messe di dati (chiamiamoli dati) incommensurabile.
Sospetto quindi che per tirar fuori tutto, ci sia bisogno di istinto guida, e di cultura.

Saluti

Riccardo
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Messaggio da nullo »

A caldo...
Perciò, avendo innanzi a noi l’evento reale, ci si può concentrare verso qualsiasi particolare, anche fosse il più “silente” degli strumenti musicali presenti, individuandolo visivamente e captando tonalmente le sue emissioni, con l’aiuto anche della sua precisa collocazione spaziale, finanche “leggendo" i movimenti e mettendo in azione gli schemi predittivi del nostro complesso sistema di elaborazione sensoriale (per esempio è automatico il seguire i discorsi anche osservando il movimento delle labbra delle persone, acutizzando le nostre capacità di comprensione, cioè di ricezione del messaggio, così come interpretando la gestualità tutta).
Ci sono molte considerazione da fare sulle aspettative, comunque, non tutti gli eventi reali permettono questo, ad es.:

Immagine

Spiaggia di Cesenatico all'alba, Danilo Rea e Marco Tamburini.. un disastro ascoltare i suoni che venivano da direzioni che nulla avevano a che fare con la collocazione degli strumentisti.

Il tutto è stato seguito da una bella chiacchierata col fonico ( che avevo al mio fianco, notate i cavi che arrivano alla consolle a destra), sul perché di alcune scelte. Aveva messo due microfoni dentro la cassa armonica del piano ed uno sotto!
Scusate la qualità della foto, ma è uno scatto fatto col telefonino ed in controluce..difficile far meglio.

Gli occhi aperti ai concerti possono creare scherzi strani, così come tenerli aperti davanti ad un impianto.

Penso che tutti possano constatare che seguire una riproduzione con un monitor video con l'immagine dello strumentista che si esprime, sia cosa profondamente diversa, dal solo ascolto.

Hai glissato completamente sulle caratteristiche che dovrebbe avere un ambiente di ascolto, a parte il silenzio.
Dopo 30 minuti di esposizione a tali livelli sonori occorre un'ora di recupero sotto l'aspetto nervoso!
Quanto tempo occorre per far sì che una persona abituata ad ascoltare usando alte pressioni sonore, giudichi sufficiente e gratificante un ascolto esponendosi a suoni a basso volume?

Le aspettative, il carattere predittivo, nel suo caso, rimangono soddisfatti comunque sempre?



Ciao, Roberto

<<Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una..>> Ike da Manhattan
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Messaggio da nullo »

Capisco e sospetto che il supporto (forse più il cd del vinile) contiene quasi tutto quello che è successo davanti ai microfoni, una messe di dati (chiamiamoli dati) incommensurabile.
Sospetto quindi che per tirar fuori tutto, ci sia bisogno di istinto guida, e di cultura.
Ci sarebbe da chiedersi se il contenuto del supporto, sia la sola cosa che giunge alle nostre orecchie.... :oops:

Forse è per quello che, come dici, per "tirar" fuori ciò che a noi sembra interessare, serve cultura ecc.

Davanti ad un evento sonoro, occorre cultura per ( banalmente) ascoltare?

Al limite occorre per interpretare ciò che intendeva dirci il compositore, oppure lo strumentista o il direttore, nella loro particolare interpretazione..

Uno che ascolta il tutto (il compendio del Cocktail party ), ascolta semplicemente il tutto. Uno che deve estrarre significati, deve appunto isolare le parti significative dal resto.

Ma in cosa consiste il resto?

.. e comunque, quali sono oggettivamente le parti significative e quali quelle soggettive?



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Tutto questo si potrebbe in parte ovviare proiettando il video dell'evento che si sta ascoltando??

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Originally posted by Echo - 28/12/2008 :  15:18:31

Proiettare il video dell'evento aggiungerebbe solamente una ulteriore alta quantità di errori e di incongruenze (per motivi logici di incoerenza che puoi facilmente immaginare).

saluti,

Fabio.


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Messaggio da dueeffe »

Il nemico principale della conoscenza, sembra sia stato e sia, in tutte le epoche, la necessità di isolare e categorizzare.
Considero perfettamente congruo lo scritto di Fabio.
Tuttavia, prescindo del tutto dal discorso sul volume di ascolto , se tento di parallelarmi alla mia modesta esperienza, una osservazione mi urge di fare.
L'animale che assiste all'evento reale, esercità delle facoltà che sono sue proprie, e che gli servono in qualunque luogo si trovi. Le hanno formate la necessità di caccia e di difesa, e sono armi che ciascuno di noi ha sempre con se.
Qui è il punto: le portiamo anche nell'ascolto di un brano registrato, proveniente dall'impianto, in qualunque stanza la cosa avvenga.
Siccome sono le armi della difesa e della caccia, hanno bisogno di un catalizzatore:la cultura, l'esperienza accumulata in casi simili, anche se di diversissima origine e specie.
Se diminuisce l'affidamento sulla vista (paragonabile al buio) tenderò a utilizzare altri strumenti. In più ci metto quello che so (esperienza/cultura) dello stereo, della musica riprodotta, delle stanze che ho visitato.
Penso, in questo caso, che i sensi del cacciatore devono venir guidati in misura molto maggiore dalla mente razionale. E qui è insito l'errore di valutazione, dal momento che quello che sappiamo di noi che ascoltiamo, è che certi ascoltano in modo orrendo (non essendosi posti il problema culturale) e altri invece, a esempio, poni Fabio, poni il benemerito studioso, sono capaci, nell'ideare strumenti elettronici, di concepire il dato qualitativo che desiderano.
Intendo: capisco e sospetto che per mille ragioni il fatto VERO e il fatto suonato dallo stereo non sono uguali, sono solo simili.
Capisco e sospetto che il supporto (forse più il cd del vinile) contiene quasi tutto quello che è successo davanti ai microfoni, una messe di dati (chiamiamoli dati) incommensurabile.
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Saluti

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Originally posted by riccardo - 28/12/2008 :  15:39:16



L'aspetto percettivo si basa su complessi meccanismi di selezione.
La selezione, che riguarda la focalizzazione su uno o più aspetti che ci circondano, diventa più precisa ed intensa col restringimento del campo del bersaglio.

Essa è sostanzialmente sia di tipo volontario che di tipo involontario.

Uno stimolo improvviso (un rumore inaspettato, per esempio), innesca il meccanismo di focalizzazione involontaria, che, a differenza di quella volontaria, non può essere bloccata.

Quella volontaria è eseguita tramite una gerarchia di "schemi" di vari livelli.
Questi schemi sono nel tempo costruiti dalla cultura e dall'esperienza a cui tu fai riferimento.

Resta però il fatto una incongruenza del messaggio, con le realtive e varie interferenze ad essa connesse, crea delle ambiguità e dei ritardi di risposta della selezione attentiva, come dimostrano le conclusioni degli studi sugli effetti Simon, Stroop e Navon.

Ecco perchè una persona abituata agli eventi reali, non riuscirà ad avere una completa capacità adattiva all'evento cosiddetto riprodotto e non potrà avvalersi in modo positivo (se non in parte minima) della cultura e dell'esperienza.
Proprio perchè l'intervento di questi schemi (propri della cultura e dell'esperienza personale) creano un conflitto (anzichè aiutare) rispetto alla situazione artificiale (innaturale) che si ha davanti.

Da qui nasce appunto il "ritardo di risposta", per colpa di ciò che è tecnicamente definito il priming negativo.

Parallelamente, il soggetto poco o per nulla avvvezzo all'evento dal vivo, assimilerà gli input percettivi dell'impianto hi-fi, costruendo i suoi schemi attentivi, culturali ecc. sopra l'esperienza hi-fi.
è il caso di numerosi audiofili, che costruiscono tutta una terminologia di valutazione e tutta una modalità d'ascolto astrusa dalla realtà degli eventi musicali.
Perciò si sente parlare di "godimenti fisici" (coi pugni allo stomaco dei woofers), di impostazione "calda" e "fredda", di nero infrastrumentale ed altre "boiate" di tal genere...

Essi avranno perciò l'effetto contrario, quando si troveranno ad ascoltare la musica dal vivo.

Non è un caso che spesso qualcuno scriva che il concerto a cui ha assistito era deludente, e che la "incisione" del proprio cd preferito è di gran lunga migliore, perchè il proprio impianto è più "rivelativo"...

Questi due tipi di "costruzione" della propria gerarchia di schemtizzazioni di esperienze, difficilmente possono convivere, specie se si vuol riferire le due situazioni alla stessa natura, cioè all'ascolto della musica.

saluti,

Fabio.


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Messaggio da dueeffe »


Spiaggia di Cesenatico all'alba, Danilo Rea e Marco Tamburini.. un disastro ascoltare i suoni che venivano da direzioni che nulla avevano a che fare con la collocazione degli strumentisti.

Gli occhi aperti ai concerti possono creare scherzi strani, così come tenerli aperti davanti ad un impianto.



Originally posted by nullo - 28/12/2008 : 15:44:35


Quando parlo di evento reale, live, mi riferisco essenzialmente a situazioni "naturali".

Come sopra ho specificato, non tutti i modi di far musica sono per forza di cose "coerenti", nè tutti possono essere piacevoli o "elettivi".

L'amplificare un evento, anche se tal amplificazione avviene durante lo stesso, porta delle conseguenze abbastanza pesanti.
Si creano incongruenze spaziali e temporali, tali da essere asimilate a quelle che si presentano in fase di riproduzione domestica.
Il prendere come esempio tali eventi non credo sia opportuno, date le problematiche legate agli stessi.



Hai glissato completamente sulle caratteristiche che dovrebbe avere un ambiente di ascolto, a parte il silenzio.


Originally posted by nullo - 28/12/2008 : 15:44:35


Il discorso di per sè è immenso.
Nel divenire dello stesso può essere affrontato anche il problema dell'ambiente d'ascolto, così come milioni di altri fattori importanti.
Se è per questo, non ho parlato neanche di ciò che si dovrebbe (vorrebbe) "immettere" nell'ambiente d'ascolto, che è un discorso che viene prima!





Quanto tempo occorre per far sì che una persona abituata ad ascoltare usando alte pressioni sonore, giudichi sufficiente e gratificante un ascolto esponendosi a suoni a basso volume?

Le aspettative, il carattere predittivo, nel suo caso, rimangono soddisfatti comunque sempre?

Ciao, Roberto



Originally posted by nullo - 28/12/2008 :  15:44:35

Non vi sono regole in tal senso, visto che ognuno si comporta a seconda del suo bagaglio culturale e delle sue aspettative.

In generale è più facile per chi ha esperienze (coscienti) di ascolti dal vivo (acustici!) spostarsi verso un certo tipo di ricerca ben preciso.

Chi invece è "strutturato" sopra i propri ascolti hi-fi avrà grosse difficoltà a cambiare le proprie abitudini, ed anche una grossa resistenza di tipo psicologico al conseguente spostamento culturale del proprio essere.


salutoni,

Fabio.


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Messaggio da Echo »

Ci sono due grandi problemi:

1 trovare concerti dove non sono utilizzati strumenti di amplificazione è molto difficile. Porto il mio personale caso, sono appassionatissimo di musica jazz e mediamente riesco ad assistere a due tre (se va bene anche più) eventi live al mese, quindi diciamo un 30 eventi annui, in questi 30 eventi se ne trovo uno nel quale non è usata alcun tipo di amplificazione è un miracolo ...se voglio sentire come suona un piano o una batteria devo andare ad ascoltare i gruppi mentre provano ma non sempre è possibile e quando è possibile magari si amplificano anche per provare...

2 la stragrande maggioranza delle registrazioni audio nasce con l'intento di soddisfare una modalità di ascolto che è l'antitesi di quello che hai descritto

...la conclusione è che siamo fregati :)

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Messaggio da nullo »


Quando parlo di evento reale, live, mi riferisco essenzialmente a situazioni "naturali".

Come sopra ho specificato, non tutti i modi di far musica sono per forza di cose "coerenti", nè tutti possono essere piacevoli o "elettivi".

L'amplificare un evento, anche se tal amplificazione avviene durante lo stesso, porta delle conseguenze abbastanza pesanti.
Si creano incongruenze spaziali e temporali, tali da essere asimilate a quelle che si presentano in fase di riproduzione domestica.
Il prendere come esempio tali eventi non credo sia opportuno, date le problematiche legate agli stessi.
Lo si poteva immaginare, ma la mia domanda intendeva stimolare una risposta chiarificatrice.

Certo che giudizi più sfumati e meno trancianti, potrebbero dare una mano al fluire della discussione. Come sottolineava echo, tanta parte di quella che viene considerata musica, finisce per cadere in quelle problematiche... e gran parte degli ascoltatori, quella seguono.
quote:


Quanto tempo occorre per far sì che una persona abituata ad ascoltare usando alte pressioni sonore, giudichi sufficiente e gratificante un ascolto esponendosi a suoni a basso volume?

Le aspettative, il carattere predittivo, nel suo caso, rimangono soddisfatti comunque sempre?

Ciao, Roberto


Originally posted by nullo - 28/12/2008 : 15:44:35


Non vi sono regole in tal senso, visto che ognuno si comporta a seconda del suo bagaglio culturale e delle sue aspettative.

In generale è più facile per chi ha esperienze (coscienti) di ascolti dal vivo (acustici!) spostarsi verso un certo tipo di ricerca ben preciso.
A questo proposito, visto la miriade di risposte a cui sono andato incontro, facendo ( per pura mia curiosità) test su un congruo panel, riporto una frase letta in uno dei diversi documenti letti oggi, stimolato dai tuo primo intervento:
«E’ evidente che contributi alla
comprensione di attenzione e coscienza vengono da discipline diverse … su piccola scala, vi è un buon
numero di teorie che può spiegare una parte dell’evidenza sperimentale. Su una scala più ampia, la scelta di
termini e livelli di spiegazione condivisi è difficile e probabilmente impossibile … Puo’ darsi che ci siano
tante varietà di ‘attenzione’ e di ‘coscienza’ quanti sono gli esperimenti per studiarle … Mi spiace se questo
delude il lettore, ma tentare di fornire una teoria unitaria dell’attenzione e/o della coscienza, sarebbe al
momento, fuorviante».
Ritengo oltremodo interessanti e ricche di spunti, le varie discussione che vai seminando per il forum e spero che prima o poi accennerai anche all'iterazione con l'ambiente di riproduzione.










Ciao, Roberto

<<Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una..>> Ike da Manhattan
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Lo si poteva immaginare, ma la mia domanda intendeva stimolare una risposta chiarificatrice.


Originally posted by nullo - 29/12/2008 : 02:20:46



In generale (e mi dispiace dirlo), sono degenerati molti modi di fare musica.
La massificazione generale, è devastante in questo senso.
Chi crede di risolvere il problema "hi-fi", lasciando stare il modo di far musica (magari perchè pensa che vi sia un alone di "intoccabile mistero" in esso, o magari per rispetto/incompetenza) sbaglia di grosso.

La cultura dell'ascolto non può prescindere dalla cultura musicale. L'idea di cultura dell'hi-fi, o di cultura dell'autocostruzione è insensata (quanto oziosa) in se stessa, nella sua enunciazione, se non vi è a monte una cultura musicale a cui far riferimento.
La cosiddetta ri-produzione hi-fi, dovrebbe essere una emanazione volitiva dell'amore per la musica.
Amore principale, per definizione....

Per portare un esempio concreto, ho assistito, in passato, ad un concerto di Caetano Veloso a Ripatransone, nell'anfiteatro delle fonti:

Immagine


Ora è logico che in quelle condizioni, il concerto è stato amplificato.
Per permettere che qualche migliaio di persone potessero assistere all'evento.

Personalmente sono dovuto scendere a parlare direttamente con Caetano Veloso, per capire che voce avesse (piuttosto che ottenere un autografo, come il resto della "comitiva").

Qualche anno prima, ho avuto il piacere di assistere ad un concerto di Jordi Savall, nella ristrettissima sala Consigliare di Camerino.
Concerto non amplificato, naturalmente, dove Savall riusciva a suonare e parlare al pubblico, che era raggruppato intorno a lui.

Ho pagato molto più per un Caetano Veloso amplificato a distanza, che per un Savall molto vicino, realmente "live".

Secondo voi, vale più un "acustico Savall" o un "Veloso amplificato"?
Un Veloso che canta con la chitarra, ha un senso quando è amplificato?
O sarebbe meglio ascoltarlo "al naturale", in una sala raccolta?

Costa troppo?
Perchè per Savall invece è possibile, pangando ancor meno?

Domanda ed offerta...
...sopratutto "coglionaggine" del pubblico pagante....

In definitiva il discorso è questo:
se la massa "informe" accetta di pagare un caro prezzo per un evento con molto pubblico, pur di vedere (a distanza, altro non si può fare) l'artista, allora si merita quel che è disposta a pagare.
Sono le spietate regole di mercato.
Se fa molto più "trend" il jazz, bisogna accettare di sorbirsi l'assurdo, il nulla...finchè esiste chi è disposto a pagare per esso.
Sic et simpliciter.
:p


Ritengo oltremodo interessanti e ricche di spunti, le varie discussione che vai seminando per il forum e spero che prima o poi accennerai anche all'iterazione con l'ambiente di riproduzione.

Ciao, Roberto


Originally posted by nullo - 29/12/2008 : 02:20:46

Sono felice di ciò, però gradirei maggiore partecipazione attiva da parte tua, con enunciazioni più che domande.

Capisci bene, inoltre, che ho parlato solamente dell'aspetto attentivo dell'essere umano, tralasciando (per ora) la parte più importante, cioè il coinvolgimento emozionale.

Considera che le due cose sono finemente legate.
Considera anche che il discorso investe meccanismi complessi, fino ad un coinvolgimento, ma anche una interferenza tra le due cose.
Immagina quando una reazione/focalizzazione d'attenzione persegue scopi diversi rispetto all'emozione.
Interesse tecnico d'esecuzione, per esempio...prevenzione...(v. il loggione della scala di Milano), finanche aspettative disattese (che non rappresentano per forza una negatività, bensì vi può essere una esecuzione d'alto livello, che però non risponde ai canoni attesi).

Discutiamo volentieri...non riduciamoci come i vari santoni, che, forti delle loro certezze, sono ben pronti a bollare ciò che non hanno investigato o che hanno trascurato.

La scienza e la ricerca non sono mai state statiche e complete, bensì sono in continua evoluzione (ho somma compassione per chi crede diversamente!).
Perciò non può essere spiegato tutto, in una volta...nè definitivamente (come vorrebbero molti!)
Non vi è mai soluzione esatta...specie quando si parla di emozioni.
L'idea di scienza esatta (morta e sepolta con l'epoca dei lumi), la lascio volentieri agli idioti retrogadi...ed al loro inutile ululare contro Natura!
La Natura agisce diversamente ed in modo spietato, e seppellisce, a ragione, velocemente nel dimenticatoio, tutti quanti!

Magari qualcuno rimane anche nella storia, per aver messo qualche puntello importante, che però è regolarmente sorpassato da altro ancora...
"Chiodo scaccia chiodo", insomma...ma il vero trave (negli occhi??) lo ha chi pensa di essere arrivato alla soluzione definitiva.
Anche per questo si può essere ricordati o ignorati dalla storia.
Quindi "occhio"!

saluti,

Fabio.


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Messaggio da Echo »

Il discorso potrebbe anche non fare una piega, però è vero anche che io non posso variare e plasmare i miei gusti musicali in base a chi mi offre musica dal vivo non amplificata non credi??
...e comunque sono convinto che, per fare un esempio personale, l'emozione che mi ha dato ascoltare Sonny Rollins dal vivo amplificato e neanche da tanto vicino non me la potrà dare mai un pinco pallino qualsiasi anche se mi si mettesse a suonare il sax dentro casa mia senza amplificazione ...la musica è prima di tutto emozione non dimentichiamocelo...


ps Caetano Veloso e la sua saudace è una vera rottura ad esempio, amplificato o non :D

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Messaggio da sordo »

La dicotomia che applica dueffe alli eventi live(acustico-amplificato) e' una tipica esemplificazine mentale.
Si e' posto dueffe la domanda :ma Caetano come desidera far pervenire al pubblico la sua voce?
Savall come desidera far pervenire al pubblico la sua viola da gamba?
Su Veloso non saprei cosa dirvi , avendolo solo ascoltato su LP , ma su Savall ve ne posso dire parecchie , tutte negative(avendolo ascoltato molte volte) , ma saremmo fuori tema.
Per farla breve , non esiste una "verita" , ma moltepliciverita' , ogni evento andrebbe visto attraverso la conoscenza dell interprete , ma in molti casi non ce' conoscenza interpretativa nell interprete stesso, percio' ci ritroviamo sempre piu' spesso nell indeterminazione a trovare una verita' assoluta sull evento.
Per quanto riguarda l incongruenze generate dall amplificazione , potrei anche esser d accordo , ma in generale .Dovrei pero per correttezza citare anche l incongruenze acustiche, dovute alle mancanze delli interpreti , che alla stregua di Veloso , fanno busniss , scegliendo luoghi inadatti all esecuzione acustica , penso naturalmente a Savall e alla sua esecuzione al Teatro Olimpico di Roma , esecuzione dove non si percepiva assolutamente nulla , per imperizia delli esecutori.
Nello stesso teatro ascoltai altri eventi acustici senza riscontrare nessuna mancanza di volume.
Io da ascoltatore di concerti dal vivo , sia acustici che amplificati , vi posso dire che ci sono eventi buoni ed eventi cattivi e che sono indipendenti dal fatto che siano o no amplificati.
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Messaggio da dueeffe »

La dicotomia che applica dueffe alli eventi live(acustico-amplificato) e' una tipica esemplificazine mentale.


Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23


Sordo, la differenza tra un concerto amplificato ed uno acustico è reale, e questo lo capiscono (quasi) tutti.
Se tu proprio non ci arrivi ti posso sempre fare un disegnino.

Se invece vuoi tentare di far filosofia spicciola hai sbagliato bersaglio e contesto.

In giro forse qualche infinitesimale manciata di menti più “semplici” della tua prende in considerazione i tuoi illetterati vaneggiamenti, anche se essi contengono sempre il seme dell’arroganza e della presunzione più bieca, tipica di chi pretende una rivalsa (e perciò grida più forte degli altri) in mera conseguenza del proprio stato totalmente deculturato.

Tale abietto intento è ben evidente nei tuoi continui tentativi di metter bocca (o meglio, di imporre sozze e popolane visioni “amatriciane”) su questioni ove non hai una minima o elementare preparazione.

I forum sono tristemente pieni di esempi (“canali” sui solchi, teorie altrui varie, “critica” musicale ecc.), e questo è un dato di fatto, non è una teoria...

Con ciò non voglio dire che qualsiasi cosa tu scriva venga da me pesata con atteggiamento prevenuto, bensì che ogni cosa che finora hai scritto ha sempre ed impietosamente dimostrato quello che ho appena detto.
Il che è molto diverso…






Su Veloso non saprei cosa dirvi , avendolo solo ascoltato su LP ,


Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23



Ecco appunto…hai perso un'altra preziosa occasione per tacere…







ma su Savall ve ne posso dire parecchie , tutte negative(avendolo ascoltato molte volte) , ma saremmo fuori tema.

Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23


Mi spiace, ma neanche su Savall sapresti cosa dire.
Perché non hai adeguata preparazione musicale.

…o meglio…tu puoi anche dire e scrivere quello che vuoi.
Puoi anche pensare di avere le capacità per farlo, ma questo non cambia di una virgola l’assunto.
Il fatto che tu abbia venduto ed ascoltato dischi, o che abbia frequentato concerti non vuol dire assolutamente nulla.

Da domani potresti benissimo decidere di frequentare convegni di fisica nucleare, se è per questo...
Naturalmente, senza una minima base e preparazione, non ci capiresti assolutamente nulla.
Ma son sicuro che inizieresti comunque a sbandierare in giro la tua frequentazione, millantando spudoratamente, in ragione di questa, conoscenze approfondite in merito.





Per farla breve , non esiste una "verita" , ma moltepliciverita' , ogni evento andrebbe visto attraverso la conoscenza dell interprete , ma in molti casi non ce' conoscenza interpretativa nell interprete stesso, percio' ci ritroviamo sempre piu' spesso nell indeterminazione a trovare una verita' assoluta sull evento.


Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23


Le uniche tre parole che potrebbero essere sensate, in questo "non senso" delirante, sono:
“non ce' conoscenza” se solo tu avessi l’accortezza di usarle in modo “riflessivo”…auto-referente.
Ma tant'è...






per imperizia delli esecutori.


Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23


Imperizia che pensi di saper individuare, evidentemente…
Ma così non è…non ne hai la cultura!
Fattene una ragione, una volta per tutte!!!

Altrimenti continua pure ad appesantire i database dei vari forum con le tue sparate “vaccinare”, per quel che mi riguarda, non me ne può fregar di meno!

Anzi, sai che devi fare?
La prossima volta che ti capiterà di ascoltare un concerto di Savall, va da lui e digli: “sei imperito!”
Vedrai che avrà pure la delicatezza di non risponderti male, come meriteresti.

cioè:
“scusa eh, ma chi c a z z o sei tu? Anzi, cosa c a z z o sei? Te lo sei mai chiesto? Intuisco di no…”







carlo carli
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Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23


…e bravo il sordo…è venuto a dirci che ora ha il forum!
Grazie mille.

La prossima volta, magari, prima di tornare da queste parti come nulla fosse, evita di andar in giro scrivendo che qualcuno qui ti ha censurato…
L’onestà e la coerenza sono sempre ben accette.
L’avere la faccia come il culo, invece, può risultare estremamente fastidioso. Si raddoppiano le “emissioni nocive”, di solito…e non è propriamente piacevole per gli altri.

Ciao,

FF



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Messaggio da Echo »

Vedendo questa immagine ho subito pensato a questa discussione ....spesso ci facciamo masturbazioni mentali cercando chi sa cosa in registrazioni come queste ; ) ...c'è scritto anche Hyper magnum sound mica bau bau...

[url=ttp://imageshack.u]Immagine[/url]
[url=ttp://g.imageshack.us/img156/immagine1ld0.png/1]Immagine[/url]


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Messaggio da sordo »

Mi spiace, ma neanche su Savall sapresti cosa dire.
Perché non hai adeguata preparazione musicale.
Con la mia inadeguata impreparazione musicale
cio' campato 30 anni , prima come comesso in negozi altrui , poi ho aperto il mio.
Unico negozio Romano ad apparire sulle guide Turistiche Mondiali , apprezzato da molti appassionati , salvo uno , un certo dupalle , che non e' abbiutuato a discutere civilemente , ma solo a impartire lezzioncine dall alto della sua
famosa vita.
Ora tu chiedi a me chi cazzo sono?,,,,,,,
Ma dovresti tu dirci chi cazzo sei?,,,,,
e poi forse chiedere all altri,,,,,forse.
quote:
La dicotomia che applica dueffe alli eventi live(acustico-amplificato) e' una tipica esemplificazine mentale.

Originally posted by sordo - 30/12/2008 : 03:15:23





Sordo, la differenza tra un concerto amplificato ed uno acustico è reale, e questo lo capiscono (quasi) tutti.
Se tu proprio non ci arrivi ti posso sempre fare un disegnino.

Se invece vuoi tentare di far filosofia spicciola hai sbagliato bersaglio e contesto.

In giro forse qualche infinitesimale manciata di menti più “semplici” della tua prende in considerazione i tuoi illetterati vaneggiamenti, anche se essi contengono sempre il seme dell’arroganza e della presunzione più bieca, tipica di chi pretende una rivalsa (e perciò grida più forte degli altri) in mera conseguenza del proprio stato totalmente deculturato.
,,,
sei talmente pieno di te(purtroppo lo puoi esser solo dove te lo permettono , in forum avulsi a discutere di musica) che non sai leggere quello che ho scritto , te lo ridico cosi' forse capirai , io mi riferisco alla volonta' dell esecutore , se esso vuole esser amplificato , e porger cosi la sua musica , chi cazzo sei tu per negarjelo con le tue mentali disquisizioni???
Tutto l argomento che hai aperto e' assurdo , se lo generalizzi , come hai fatto ,
ma rimane altrettanto assurdo anche quando lo personalizzi ,
devi conoscere il volere dell esecutore , poi puoi forse discutere.
caro dupalle , con te credo non serva discutere , lo hai dimostrato ancora una volta , con la tua arrogante risposta , piena di luoghi comuni , da professorino fallito e frustrato di provincia , quale sei.
carlo carli
daltronde uno che non ha il coraggio neanche di firmarsi,,,,,,di dare valenza alli suoi scritti con una sua piccola biografia,,,,,
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Messaggio da mau749 »

Per farla breve , non esiste una "verita" , ma moltepliciverita' , ogni evento andrebbe visto attraverso la conoscenza dell interprete , ma in molti casi non ce' conoscenza interpretativa nell interprete stesso, percio' ci ritroviamo sempre piu' spesso nell indeterminazione a trovare una verita' assoluta sull evento.
Per quanto riguarda l incongruenze generate dall amplificazione , potrei anche esser d accordo , ma in generale .Dovrei pero per correttezza citare anche l incongruenze acustiche, dovute alle mancanze delli interpreti , che alla stregua di Veloso , fanno busniss , scegliendo luoghi inadatti all esecuzione acustica , penso naturalmente a Savall e alla sua esecuzione al Teatro Olimpico di Roma , esecuzione dove non si percepiva assolutamente nulla , per imperizia delli esecutori.
Scusami sordo ma credo davvero che tu stia dicendo un cumulo di sciocchezze (eufemismo)

Un evento (musicale) è e basta e per il solo fatto di essere è anche assolutamente e unicamente vero.

Non esistono quindi molteplici verità: quello che può fare la differenza è che poi ciascuno di noi interpreterà quell'evento in modo diverso in base alla propria cultura, alla propria sensibilità, allo stato d'animo del momento, a tutti quegli innumerevoli e diversi fattori che costituiscono la personalità dell'individuo.

Mi spieghi cosa sono le
... l incongruenze acustiche, dovute alle mancanze delli interpreti...
Ti racconto una cosa: da 18 anni nel mio paese si tiene un festival di musica classica intitolato al grande flautista Severino Gazzelloni che proprio a Roccasecca era nato.

Nei primi anni ho avuto il piacere di essere fra gli organizzatori di questo evento e al di là dell'aspetto culturale e sociale tutti noi "melomani" avevano la speranza o se credi la presunzione che questo potesse portare come risultato ultimo quello di far conoscere ed apprezzare al grande pubblico "comune" la grande musica.

Oggi il tutto si è tragicamente "sputtanato" diventando un baraccone nazionalpopolare nel senso deteriore del termine ma allora, dieci anni fa', ho avuto la fortuna di conoscere personalmente ed ascoltare "vis a vis" artisti del calibro di Ruggiero Ricci, Alfredo Stenghel, Bruno Canino, Augusto Vismara, Maurizio Turriziani, Cordelia Hofher, Cecilia Gasdìa, Gilda Buttà e tantissimi altri che sarebbe troppo lungo citare.

Orbene, non abbiamo un auditorium ma, come in tutti i piccoli e antichi paesi italiani, abbiamo tante chiese ed una splendida piazzetta medievale ed era lì che organizzavamo i concerti: ti garantisco che ogni artista provava e riprovava spostandosi da una all'altra finchè non trovava il luogo "giusto" dove suonare.

Ti assicuro che non era questione di "busniss" come dici tu perchè è difficile solo immaginarlo quando i posti disponibili, gratis, non erano più di una cinquantina e fuori dalla chiesa c'erano almeno altre duecento persone in religioso silenzio per cercare di sentire qualcosa!
La dicotomia che applica dueffe alli eventi live(acustico-amplificato) e' una tipica esemplificazine mentale.
Ma vogliamo scherzare?

Hai una pallida idea di come suona "acusticamente" uno Stradivari del 1615 come il violino di Ricci o un Amati del 1670 come il violoncello di Stenghel o un Guarnieri del 1653 come la viola di Vismara?

Ascolto musica da più di cinquant'anni e sai una cosa? quando vado ad un concerto del quale conosco in anticipo il programma, prima, a casa, mi ascolto tutte le incisioni che possiedo di quei brani e questo non per giudicare gli artisti ma per imparare!

Forse dovresti farlo anche tu!
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Messaggio da dueeffe »

Con la mia inadeguata impreparazione musicale


Originally posted by sordo - 31/12/2008 : 00:03:41


Sordo, fino a propria contraria, tu non hai nessun titolo a livello musicale e perciò di esecuzione musicale, di estetica musicale, di critica musicale e quant'altro, non capisci un c azzo e non ne sai un c azzo.
Hai solo venduto dischi.
PUNTO.

Se, per esempio, tutti i venditori d'automobili del mondo agissero e pensassero come te, oggi avremmo a che fare con milioni di coglioni, pronti a riempire di deliri miliardi di pagine di forum, convinti (ed a tentare di convincere gli altri) di poter progettare e realizzare un'auto di formula uno o comunque di saperne tutto.
è una fortuna che ciò non accada...perchè la gente spesso ha buonsenso, pudore e consapevolezza di se.
Tu no.

Deal with it (fattene una ragione).
Oppure continua a fare il pagliaccio...
Alla fine son fatti tuoi.
La realtà non cambia.





che non sai leggere


Originally posted by sordo - 31/12/2008 : 00:03:41


Ecco vedi?
Neanche a dirlo!

Mi spiace davvero rendertelo noto ma qui l'analfabeta sei tu.
Ed anche questo è palese e dimostrabile.

Poi, si intenda, puoi pure credere ciò che vuoi.
Puoi sognare e scrivere di un mondo fantastico dove tu sei lo scienziato, e gli altri sono gli ignoranti.

Se ti piace fai pure...
Ma non sperare di scamparla con la pretesa di essere sempre compatito, o, peggio creduto.







Tutto l argomento che hai aperto e' assurdo


Originally posted by sordo - 31/12/2008 : 00:03:41


Fortuna che ci sei tu a correggere...
Ma fammi il piacere, sempliciotto!







da professorino fallito e frustrato di provincia , quale sei.


Originally posted by sordo - 31/12/2008 : 00:03:41


Questo tuo continuo proiettare sugli altri i tuoi "vuoti" (tecnicamente ha un nome preciso, si chiama "locus of control esterno") sta diventando preoccupante...
(...avesse ragione chi l'ha sempre sostenuto? a questo punto mi sorge il dubbio!)

Spero almeno che ti possa essere, in qualche modo, di sollievo...

Per quel che riguarda il provinciale, beh...
hai ragione!
Meglio un somaro di città che un professore di provincia.
è chiaro a tutti, credo e non ci piove.


Per il resto tagliamo corto, caro asinello urbano.

In ogni forum in cui approdi, tu porti cross posting, ambiguità, flame, nullità tecniche, castronerie & c.
In sintesi porti letame (la cacca).

A me non da fastidio la tua ignoranza, nè avrei grossi problemi con la tua presunzione ed arroganza, perchè potrebbe benissimo essere accetta come una nota di colore e presa per quel che vale.

Io ti rispondo nel modo duro che ti meriti (e lo faccio solo con te, come vedi...intuile che dici il contrario) perchè non sopporto la tua ambiguità, il tuo mestare nel torbido, le luride schifezze che ti trascini dietro.

Ogni ambiente che ti ospita non può star tranquillo, perchè tu lo inquini di pesante flautolenza.

Mi riferisco agli episodi che sono sotto agli occhi di tutti...di insulti a certi forum, e conseguenti rientri (come nulla fosse).

Mi riferisco ad intere pagine di luride offese (senza che qualcuno ti abbia fermato...altro che chiacchiere!)

Mi riferisco a sozze ed oscure trame avvenute dietro le quinte, durante la creazione del tuo primo forum, nato (come l'attuale) col solo intento del flame, e di mirati attacchi personali, studiati a tavolino insieme a vili personaggi che sarebbero rimasti dietro le quinte, col tuo consenso.

Mi riferisco a quel che hai scritto altrove di audiofaidate (te lo ripeto perchè hai preferito meschinamente glissare), e cioè che in questo forum sei stato in passato, in qualche modo, censurato.

Mi riferisco ad attacchi studiati (tramite un nick anonimo e "dormiente") in una famosa discussione sui DHT, dove, guarda caso, quel nick dormiente si è risvegliato per darti manforte ed attaccare me ed il forum audiofaidate (che no nc'entrava nulla...)

Mi fermo qui o devo continuare?

La verità, sordo, è che sei ambiguo.
Non so che hai da mestare nel torbido, e cosa ci guadagni. Quel che è evidente è che tu mesti!
Tu trami, tu non sei uno semplice appassionato di hi-fi che frequenta i forum per passatempo o diletto...


Qualcuno lo crede...da quel che si legge in giro...il sordo è un "romanaccio" analfabeta (pieno di virgole ed errori) ma è un bonaccione...uno alla buona...un appassionato, uno scanzonato amicone.

No sordo...tu mesti.


Ora, inizia a fare un paio di cose, innanzitutto.

1)Prima di scrivere qualsiasi cosa, chiedi scusa a questo forum (che ti sta gentilmente ospitando) per ciò che vai scrivendo e tramando in giro.

2)Rientra in topic, se hai qualcosa da dire. La discussione ha un titolo preciso e l'ho aperta io.
Non mi piace per nulla che un ignorante sgrammaticato mestatore ed in malafede la riempia di gas soporifero.

Altrimenti va a mandare in v(c)acca gli altri forum o le altre discussioni, o va ad aprire un altro paio di forum, mettendoti d'accordo prima ed in segreto con qualche altro lupo mannaro (dei miei coglioni).
PUSH!



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Messaggio da sordo »

Scusami sordo ma credo davvero che tu stia dicendo un cumulo di sciocchezze (eufemismo)

Un evento (musicale) è e basta e per il solo fatto di essere è anche assolutamente e unicamente vero.

Non esistono quindi molteplici verità: quello che può fare la differenza è che poi ciascuno di noi interpreterà quell'evento in modo diverso in base alla propria cultura, alla propria sensibilità, allo stato d'animo del momento, a tutti quegli innumerevoli e diversi fattori che costituiscono la personalità dell'individuo.
,,,,,,,

Le molteplici verita sono insite anche nella nostra interpretazione dell evento , ma non solo nostra , l evento deve esser interpretato principalmente dall esecutore( e non mi riferisco alla mera ditteggiatura delle note , ma anche alla sua, dell interprete e del suo strumento, correlazione con l ambiente).
Se non e' capace , l esecutore , a correlarsi alla sala in cui esegue , la cosidetta realta(intesa come corretta esecuzione) , dell esecuzione e' compromessa.
Uno strumento in se ha delle determinate caratteristiche , ma solo con la vita che je da' l interprete , diventa vero(la verita' assoluta e' un termine per me inesistente , qualcuno la cerca , perche non avendo punti di riferimento adeguati , corre appresso all araba fenice.)
Tu mi citi Gazzelloni , fu un mio cliente , mi citi Canino , ascoltato spesso , anche durante le prove , lo apprezzo molto lo considero un amico , il primo e' teoricamente piu' libero , suonando il flauto ha la possibilita' di suonare il suo personalissimo strumento , al contrario di Canino , che suonando il piano , deve suonare di solito uno strumento non suo , con le dovute purtroppo pecche , che possono esser a seconda dei casi varie.
Queste pecche dello strumento possono condurre , se lo strumentista non e' all altezza di dominarledel tutto , ad esecuzioni pessime.
Ora ascoltando un pianista che suona un pianoforte che non domina al 100% , noi giungiamo a delle conclusioni ,
vere ,
perche quelle abbiamo sentito ,
ma al tempo stesso false ,
perche abbiamo ascoltato un esecuzione , invece che una interpretazione coretta.
Ti risparmio le correlazioni fra lo strumento e l ambiente , perche rearamente mi e' capitato di vedere strumentisti e direttori attenti a quest aspetto.(ti cito solo quelli che ho visto molto attenti all ambiente e allo strumento con cui suonano , naturalmente quelli che conosco io ,
Solti ,Boulez, Karajan , Ashkenazi , Schiff , Bernstein , Leohnardt , questi sono i primi che mi vengono in mente tutti visti decine di volte all opera nelle prove )
quote:
La dicotomia che applica dueffe alli eventi live(acustico-amplificato) e' una tipica esemplificazine mentale.



Ma vogliamo scherzare?

Hai una pallida idea di come suona "acusticamente" uno Stradivari del 1615 come il violino di Ricci o un Amati del 1670 come il violoncello di Stenghel o un Guarnieri del 1653 come la viola di Vismara?

Ascolto musica da più di cinquant'anni e sai una cosa? quando vado ad un concerto del quale conosco in anticipo il programma, prima, a casa, mi ascolto tutte le incisioni che possiedo di quei brani e questo non per giudicare gli artisti ma per imparare!

Forse dovresti farlo anche tu!
________________
Maurizio
,,,,,,,

Si ho un idea,,,,di come suonano questi strumenti,,,,suonano come li grandi maestri sanno farli suonare.
La mia polemica tenta di farvi capire , che non basta eseguire un qualcosa acusticamente per automaticamente farla diventare , "VERA".
Un "Bergonzi" suona da dio se lo suona un violinista capace , ma non basta interpretare un brano correttamente , deve, l interprete, anche esser in grado di farlo risuonare nel luogo dove lo interpreta con maestria.
Se il luogo e' inadatto , non dovrebbe suonare.
Dimmi quante prove hai visto?
Quenti artisti si sono preoccupati di mandare un fido assistente per verificare come giunge il suono, in tutto il luogo, dove verra' eseguita la musica?
Vedi qui stiamo a discute della lana caprina , io ti voglio parlare dell esecutore serio , che poi anche interprete ,
anzi INTERPRETE(e' colui che' in grado di render la musica empatica) ,
sommo giudice di come deve giungere il suono che lui produrra' ,
cio' implica che noi ascoltatori non siamo in grado , (salvo che non veniamo portati per mano da lui , e pur cosi', non possiamo arrivare alla sua "VERITA")
MAI , di poter dire ,
come cazzo debba suonare un qualcosa , tantomeno un Guarneri o un Amati ,
che da soli nun sonano(tocca ricordarlo , per li distratti , ci fu' una famosa audizione , fatta da Srad , in cui si ascoltava un famoso Stradivarius e lo si confrontava con un violino di recente manifattura , invitati fra l altri , cera Mehnuin , nessuno fu in grado di riconoscere lo Stradivarius).
Se capisci questo , capisci che l esperienza musicale che possiamo avere e' SOGGETTIVA ,
che non serve a nulla dire a dupalle come LUI deve ascoltare , ne tantomeno Dupalle puo' ergersi, salendo in cattedra per catechizzarci ,colli suoi schemini elementari da professorello de provincia , ne tantomeno dire a me che sono ignorante , per le raggio' che to' raccontato e per il fatto che io con il mio lavoro , vender dischi , cio' vissuto(sai ero bravo cosi' dicono).
Poi vi pregherei di evitare di tirare in ballo strumentisti e direttori , gia lo dissi a dupalle ,
se volemo fa' a chi ce la' piu' lungo
avete sbajato persona.
E per finire ti pregherei di rileggere le solenni banalita dell incipit di dupalle , pensa che pure russo la' preso in giro , ti ripeto quello che critico e' la presunta punta dell iceberg , l uso di termini come "mascheramento" assimilato a volume alto , all affermazione
"piu' alzate il volume , piu' perdete informazioni" , facendo intendere che se lo abbassate le informazioni crescono , tutte queste sono opinioni personalissime di dupalle ,
che vengono spacciate per verita' assolute , da un tizio , dupalle , che mi critico' aspramente per non aver mai messo sotto li miei scritti
IMO(lui usa l americano che fa' piu' figo IMHO).
E sto signore mi viene poi a scrive!!!!!
Come devono esser ascoltati li concerti dal vivo?
Mi viene a dire che la voce di Veloso , quella vera , non era quella amplificata!!!!!
Lo ha chiesto a Veloso , quale' la sua interpretazione?
Lo ha chiesto a Veloso come vuole fare ascoltare la sua voce?
No nun je la' chiesto , dupalle lo sapeva gia' ,
e' o non e' er professorino der paesello!!!!!
Lui sa' tutto,,,,,:o
carlo carli
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mau749
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Messaggio da mau749 »

Credo si stia facendo una gran confusione.
Prima mi parli di “verità” dell’evento e poi parli di “interpretazione”: mettiamoci d’accordo.

E’ evidente che un Artista (di quelli con la A maiuscola) “interpreta” quello che sta suonando ma chi siamo noi per giudicare se quella è l’interpretazione “giusta”, come facciamo a decidere se la “correlazione con la sala in cui esegue” è corretta oppure no?

Nessuno di noi ha un termine di paragone sicuro con cui confrontare quello che sta ascoltando e quindi noi a nostra volta “interpretiamo l’interpretazione” e ne traiamo le NOSTRE personali conclusioni: può anche non piacerci ma non possiamo dire in assoluto che sia sbagliata.

La “verità” dell’evento è comunque una sola ed è quella che è.

Un’altra confusione credo si stia facendo riguardo agli strumenti.
Gazzelloni si faceva costruire i “suoi” flauti che suonavano in un certo modo, il modo che lui riteneva giusto per sé, Canino si fa accordare il pianoforte su cui suonerà secondo il proprio modo di “interpretare” la sonorità dello strumento di cui dispone in quel momento e poco importa se questo è uno Schimmel o uno Yamaha, suoneranno in modo diverso, certo! immediatamente riconoscibile, se hai l’orecchio giusto, certamente! ma nessuno di noi, credo, possa definire quale sia il suono corretto di un pianoforte.

Rimane il fatto che ciascun buono strumento ha una propria particolare sonorità INDIPENDENTEMENTE da chi lo suona e sugli strumenti “eccelsi” ed “unici” il suono varia grandemente da strumento a strumento: questo è un dato oggettivo; che poi io “preferisca empaticamente” un Bosendorfer ad uno Steinway è un fatto esclusivamente personale.

Le esecuzioni pessime a mio parere sono solo quelle nelle quali chi suona, interprete od esecutore che sia, sbaglia tragicamente le note che sono scritte sul pentagramma e quindi inconfutabili: tutto il resto rientra nella sfera delle “emozioni” che l’ascolto mi induce e queste, per definizione, sono assolutamente personali e private.

Mi dici, e non ho dubbi, di conoscere molti musicisti ma forse una “conoscenza vera” dell’artista non ce l’hai.

Un artista vero suona per se stesso e non per gli altri, lui il suo strumento lo “sente” non “l’ascolta” lui lo tocca, lo accarezza, lo stimola per ricavarne l’evento sonoro che in quel particolare momento rispecchia più da vicino il suo stato d’animo.

Poco o nulla conta mandare l’assistente a “sentire come si sente” perché il risultato sarà sempre diverso da quello che il musicista aveva in mente.

Che poi ci siano in giro “cani” di organizzatori di concerti che pensano solamente al “bisniss” è sicuramente vero ma questo non c’entra nulla con la bontà musicale intrinseca dell’evento.

Se ad ascoltare un’orchestra sinfonica hai la fortuna (o la possibilità) di sedere in quinta fila centrale ascolterai in un certo modo, se ti puoi permettere solo il loggione in un altro, ma questa differenza non puoi certamente attribuirla al direttore d’orchestra!

Per fortuna abbiamo un cervello e vediamo di farlo funzionare a dovere e non solo per far da contrappeso al sedere!

Infine vorrei chiederti una cosa: in base a quali parametri oggettivi giudichi se in quel momento l’artista sta “interpretando” o solo “eseguendo”?

Un'ultima cosa: siamo su un forum aperto a tutti e che, liberamente, consente a tutti di esprimere le proprie opinioni; non faccio il moderatore ma per una questione di educazione e correttezza eviterei certe "esagerazioni lessicali", non stiamo dando certamente una buona impressione a chi ci legge.

P.S. stanotte, rincog…ito dal sonno ho commesso un errore: le date degli strumenti citati sono da “traslare” tutte esattamente di un secolo, me ne scuso.
_________________
Maurizio
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"...non è importante il colore del gatto... ... l'importante è che prenda i topi ...!"
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