Classi ponte

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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

1. Quando terminai le superiori, avevo deciso di emigrare in Unione Sovietica per studiare Chimica all' Università di Mosca.
Usurai i testicoli a tutti i consolati, all' ambasciata URSS, all' Università di Mosca ecc. Alla fine mi dissero che sulla base dei titoli si poteva fare, previo superamento di un esame di lingua Russa. Piccolo dettaglio che avevo trascurato: le lezioni, i laboratori e gli esami erano in Russo e di parlare Inglese non se ne parlava neppure. Non conoscevo una parola di Russo per cui il tutto finì li.

2. Parlando con mamme e mammine, alcune mi dicono che nelle classi dei loro figli è alta l apresenza di figli di extracomunitari, alcuni dei quali non conoscono quasi per nulla l' Italiano, altri lo capiscono male, altri ancora sono bravissimi, in qualche caso i 'primi della classe'. Mi raccontano anche di piccole rivolte per evtare di trovarsi i figli inseriti in classi con la maggioranza di alunni figli di extracomunitari, con conseguente impossibilità di svolgere in classe almeno una piccola parte del programma scolastico.

Sulla base di queste due considerazioni non mi pare del tutto campata in aria la proposta del Maroni di prevedere un esame di accesso all' istruzione obbligatoria, che preveda l' inserimento nelle normali classi solamente di chi dimostra un' adeguata conoscenza della lingua italiana.
Per chi non supera il test sarebbero previsti corsi di italiano ecc. per portarli in condizioni di accedere alle normali classi senza creare pregiudizio agli studenti 'locali'. A stima, un annetto mi sembrerebbe un periodo assolutamente ampio

Ovviamente la sinistra è insorta, ma io francamente sempre meno capisco i sinistri.
Non avendo figli o nipoti e fregandomene di norma dei problemi della scuola, non riesco a comprendere meglio il perchè di una opposizione ad una proposta che mi pare possa fare intelligentemente gli interessi di tutti.
Chi conosce meglio le problematiche, ha voglia di chiarirmele?

Mauro
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plovati
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Messaggio da plovati »

Le classi differenziali esistevano una trentina d'anni fa per i ragazzini meno dotati. Una frequenza di qualche anno in classi apposite (insegnanti più preparati e dotazioni didattiche ottimizzate al singolo caso) in diversi casi permetteva ad una certa percentuale di questi di reinserirsi nelle classi normali con un profitto sufficiente.

Una ventata di indignazione egualitarista abolì quelle classi inserendo di diritto tali allievi nelle classi normali. Dove sono spesso abbandonati a loro stessi e non conseguono gli stessi progressi di prima. Non per cattiva volontà degli insegnanti, ovviamente.

Per quello che è stata l'esperienza di tutti i miei conoscenti che hanno a che fare con l'istruzione primaria, le classi differenziali andrebbero reintrodotte non solo per gli extracomunitari, ma anche per diversi ragazzini italianissimi. E solo ed esclusivamente per il loro vero bene.

Certe 'innovazioni' andrebbero preventivamente somministrate agli illuminati innovatori. E' assai probabile che pochi figli di parlamentari e intellettuali di sinistra frequentino scuole pubbliche a prevalenza di extracomunitari.

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Piergiorgio
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Piergiorgio
MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Non ho ricordi chiari delle classi differenziali. Mi pare però ragionevole che ragazzini con qualche problema vengano assistiti da insegnanti di supporto all' interno delle classi normali.
Ma il problema che ho sottoposto è un pochino diverso. Riguarda ragazzi normali che però sono appena arrivati in Italia e non ne conoscono la lingua, o la conoscono malissimo; oppure che risiedono da piu' tempo in Italia, ma in un contesto in cui non hanno mai imparato l' italiano. Immagino che rappresentino una piccola parte dei bambini extracomunitari, che vedo nella maggior parte dei casi parlare sufficientemente bene l' italiano (spesso anche perfettamente).
Nella situazione di cui sopra, non troverei assolutamente discriminante sei mesi di studio intensivo della lingua italiana, laddove necessario integrato da un poco di matematica, storia ecc. qual' ora non fossero cognizioni note.
In sintesi, prendere un bimbo senegalese di 10 anni, appena giunto in Italia a seguito di un ricongiungimento e sbatterlo -senza la minima conoscenza della lingua- in quinta elementare a me pare una grossa sciocchezza: per lui e per i suoi compagni.
Quella del governo ( a proposito, aumentano i consensi per il governo, per i partiti del cdx e per i suoi ministri, mentre il PD va a picco) è un orientamento, e tutto sarà poi eventualmente valutabile sulla base dei decreti attuativi: a me però pare una ottima idea di principio. Non credo di essere razzista, xenofobo ecc., ma potrei sbagliarmi.
Mauro
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Giaime
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Messaggio da Giaime »

Le classi differenziali esistevano una trentina d'anni fa per i ragazzini meno dotati. Una frequenza di qualche anno in classi apposite (insegnanti più preparati e dotazioni didattiche ottimizzate al singolo caso) in diversi casi permetteva ad una certa percentuale di questi di reinserirsi nelle classi normali con un profitto sufficiente.

Originariamente inviato da plovati - 15/10/2008 :  17:46:57
Secondo me, prendi una cantonata colossale. Una trentina d'anni fa, le famiglie italiane avevano una struttura ben diversa, i valori erano diversi, le prospettive per il futuro e per il lavoro anche. Non troverai oggigiorno (se non negli stranieri, mediamente più bravi dei nostri, esperienza diretta) la voglia di impegnarsi nel recuperare gli svantaggi.

Per cosa poi? Pensi davvero che la montagna di laureati che sforniamo prenda effettivamente posto nel mestiere che spetta loro, ad uno stipendio nella media dei paesi UE? :D

Purtroppo, dobbiamo rassegnarci alla realtà delle cose: abbiamo uno dei migliori sistemi di istruzione del mondo (v. statistiche su scuole elementari e il problema della fuga dei cervelli) che non è frutto della richiesta della società, come dovrebbe essere (società chiede -> istruzione forma), ma è rimasto ere geologiche avanti (indietro, cioè) rispetto all'involuzione e medioevalizzazione del resto del paese. Sono i genitori i primi a non volere i figli istruiti, ripeto parlo per esperienza personale (figlio di insegnanti).

Stiamo parlando di apartheid, signori. E non menatela con gli svantaggi di apprendimento, per cui pensate che quelle classi saranno piene di italiani svantaggiati... ma fatemi il piacere. Si sa benissimo che saranno i ghetti per gli extracomunitari.

Il solo fatto che l'idea provenga da un'ambiente culturalmente sott'olio come quello del "padroni a casa nostra", dovrebbe automaticamente generare ribrezzo senza neanche stare a discutere.
Infatti, è costume, oramai da decenni di berlusconismo, questa tattica disinformativa: si propone una cosa all'apparenza intelligente per mettere "gli intellettuali" (vi faccio un complimento, poichè sapete che l'altra metà del paese non si sta ponendo il problema che vi ponete) a discutere nel loro bel recinto. Maestro unico (e giù discussioni maestro unico vs. molti maestri, l'importanza della figura di riferimento, tutti esperti di educazione infantile!), grembiulini, voto in condotta.

La faccia meno discussa di questo piano di riforma dell'istruzione è il becero taglio del personale e dei fondi, e grazie a questo ogni annuncio di riforme è non solo inattuabile, ma suona come una presa in giro. E non dite che i soldi non ci sono, per piacere... :x


Ciao!
Giaime Ugliano

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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Mauro, a parte il fatto di essere io, un tuo accanito fan, credo che si debba ragionare sul principio di uguaglianza.
IN senso generale, con "guida" al ragionamento.
Uguaglianza non vuol dire prevaricazione e omogeneizzazione, ma vuol dire fornire ai cittadini, o a coloro che risiedono all'interno dello stato, eguali opportunità.
E' ovvio, che eguali opportunità vuol dire necessità di opportuni strumenti, tagliati sul caso specifico. Vuol dire uno sforzo di adattamento della società alle esigenze del cittadino, soprattutto se bimbo, e soprattutto se rappresenta, bianco, nero o giallo, il futuro di questo popolo che siamo.
Su questa base si tratta di riflettere con cognizione di causa, dal di dentro del sistema scolastico, e avendo presenti magari le esperienze di altri paesi, Francia, UK, Germania (8 milioni di turchi, diamine!) dove la ricerca di sistemi di integrazione è stata già in parte compiuta.
Io credo che la virtù stia nel mezzo. L'apartheid secco, mi sembra - parlo da qualunque- una aberrazione, perchè oramai, siccome se non lavori non mangi, e non hai il permesso di soggiorno, i bimbi passano tutta la loro giornata a scuola. Evitare la interazione con i nostri bambini mi sembra possa creare le fondamenta del Ghetto.
Perchè non prevedere, invece, una disciplina mista, durante la giornata,o durante la settimana, in cui alcuni alunni meno dotati (in senso linguistico) affrontino corsi specifici, e associare a questi però tutta la parte artistica, tecnica, socializzante, ludica in modo che le etnie si mescolino e si conoscano..
Come si vede, non sono affatto esperto. Ma so, invece, che la madre lingua è il nerbo dell'individuo, ed è da come si stabilisce la relazione fra questa e l'italiano che scaturisce l'esito sociale dell'individuo. Se diventa uno strumento di isolamento, la tara di una ghettizazione, segna la nascita del nemico.Cosa che non mi pare augurabile.


Non ho ricordi chiari delle classi differenziali. Mi pare però ragionevole che ragazzini con qualche problema vengano assistiti da insegnanti di supporto all' interno delle classi normali.
Ma il problema che ho sottoposto è un pochino diverso. Riguarda ragazzi normali che però sono appena arrivati in Italia e non ne conoscono la lingua, o la conoscono malissimo; oppure che risiedono da piu' tempo in Italia, ma in un contesto in cui non hanno mai imparato l' italiano. Immagino che rappresentino una piccola parte dei bambini extracomunitari, che vedo nella maggior parte dei casi parlare sufficientemente bene l' italiano (spesso anche perfettamente).
Nella situazione di cui sopra, non troverei assolutamente discriminante sei mesi di studio intensivo della lingua italiana, laddove necessario integrato da un poco di matematica, storia ecc. qual' ora non fossero cognizioni note.
In sintesi, prendere un bimbo senegalese di 10 anni, appena giunto in Italia a seguito di un ricongiungimento e sbatterlo -senza la minima conoscenza della lingua- in quinta elementare a me pare una grossa sciocchezza: per lui e per i suoi compagni.
Quella del governo ( a proposito, aumentano i consensi per il governo, per i partiti del cdx e per i suoi ministri, mentre il PD va a picco) è un orientamento, e tutto sarà poi eventualmente valutabile sulla base dei decreti attuativi: a me però pare una ottima idea di principio. Non credo di essere razzista, xenofobo ecc., ma potrei sbagliarmi.
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Originariamente inviato da MBaudino - 15/10/2008 :  18:00:11
Saluti

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PPoli
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Messaggio da PPoli »

1. Quando terminai le superiori, avevo deciso di emigrare in Unione Sovietica per studiare Chimica all' Università di Mosca.
Immaginarti in russia con un bel colbacco di pelo mi ha messo di buon umore e per un momento sollevato dalla depressione dei listini azionari.

Ho tre figli ma le elementari (i primi due, la terza va ancora all'asilo) le hanno fatte e le stanno facendo alla scuola privata. E' per questo che non mi rimangono due spiccioli per comprarmi una coppia di tweeter Fostex foss'anche usati. Lì stranieri neanche a parlarne. L'anno scorso ce n'era uno, scarsamente integrato, ma è sparito prima di Natale. Spero vivamente che le suorine che gestiscono la scuola (non l'insegnamento) non l'abbiano utilizzato per fini irraccontabili.

Nel paese in cui vivo le case hanno raggiunto costi proibitivi per cui gli abitanti sono solo ricchi pensionati (non pensionati ricchi, la differenza è che mediamente chi oggi ha una pensione e ha beneficiato delle rivalutazioni finanziarie, di immobili o di titoli, degli anni 70 e 80 oggi non se la passano male. In generale, ci sarà anche chi fa fatica ovviamente) oppure famiglie facoltose. La percentuale di stranieri è molto bassa e il problema non si pone.
Mi dicono però amici che abitano in quartieri più "popolari" che il problema è pesante. Alcuni mandano i figli a ripetizione sin dalla prima elementare perchè a scuola non vanno avanti.

Io, come quasi sempre, non ho un idea precisa. Sono un relativista puro. Il buon Ratzinger mi perdona solo perchè il mio relativismo è academico e disinterassato, mentre quello che lui condanna è il relativismo opportunista.

Credo dipenda dall'aver cambiato molte città da piccolo. Dopo un po ci si rende conto che il punto di vista assoluto da cui guardavamo le cose non è l'unico, ce n'è un altro, e un altro, e un altro....

PS sono quasi riuscito a sforare il tema prima di Gluca.
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Luc1gnol0
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Messaggio da Luc1gnol0 »

Siete "deprimenti". Con rispetto parlando.

Non che chiudere gli occhi sulle realtà faccia anche sparire la depressione, tuttavia siete ugualmente "deprimenti" (non più "buffi") per me.

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Ciao, Luca

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Ciao, Luca

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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

#1044;#1086;#1073;#1088;#1086;#1077; #1091;#1090;#1088;#1086;, #1103; #1075;#1086;#1074;#1086;#1088;#1102; #1082;#1086;#1084;#1087;#1072;#1085;#1100;#1086;#1085; #1052;#1072;#1091;#1088;#1086;
Vedo che tutti quanti, dall' Acli al PD ai sindacati stanno incazzati con la lega. Potrebbe voler dire che la proposta non è del tutto sbagliata. :)

Per come l' avevo letta io, probabilmente interpretandola male, si trattava di un periodo limitato (un anno?) durante il quale formare i soli bambini/ragazzi/e incapaci di parlare un minimo di italiano. Quindi una piccola parte dei figli di extracomunitari ( il 10 o il 20% immagino, gli altri vedo che se la cavano benissimo ). Imho la conoscenza terra terra della lingua locale è il requisito minimo per l' integrazione e la convivenza, a meno di essere molto ricchi rispetto ai 'locali' e far parlare la carta di credito. Continuo a pensare che sia una buona idea, essendo appunto un periodo limitato, destinato alla formazione minima ragionevole. Nessun ghetto, quindi; a essere sincero gli unici razzisti che conosco sono quasi tutti immigrati. 'Rumeni di merda' lo dicono le Ganesi e 'Nigeriane tutte puttane' lo dicono le mie tate Rumene; probabilmente molti Italiani diranno le stesse cose, ma non l' ho mai sentito direttamente, per lo meno da dopo la prima ondata di immigrazione dall' Albania ( 'Albanesi tutti ladri', ma risale ad almeno 5-7 anni fa).
Fossi un bambino arrivato fresco fresco in Austria, mi sentirei una merda totale a finire tutto il giorno in una classe di 30 ragazzi con i quali non ho la minima possibilità di dialogo se non i soliti <italiano mafioso>, vaffanculo ecc. Sempre imho, apprezzerei lo sforzo ipotetico degli Austriaci ( tanto per rimanere nell' esempio) ad insegnarmi full immersion il tedesco ed a farmi un sunto bignamistico di cio' che gli altri sanno e danno per scontato. Chissà perchè, ma lo vedrei un gesto di grande civiltà, da grande democrazia evoluta, come piace dire alle pidiessine delle solo loro proposte. Quello dell' esempio, a mio avviso non sarebbe un ghetto, ma un sistema per favorire la mia integrazione.
'Diffida dei greci che portano doni': forse ha ragione Giaime e le intenzioni leghiste potrebbero non essere così limpide; ho il sospetto che non siano però altrettanto limpide le ragioni dei sinistri riuniti.
Che fano in Germania o altri paesi?
Mauro
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Messaggio da giupo »

Da marito di una insegnate posso riportare le sue considerazioni (per come ci riesco).
Considerazioni che partono dalla didattica (oltre che dall'esperienza), cosa della quale non si parla assolutamente mai nè nel caso delle classi per stranieri, nè, tantomeno, nel caso della riforma Gelmini.
Pare infatti che da un punto di vista linguistico gli alunni di quella età imparino più dalla convivenza quotidiana con i compagni che da una lezione frontale. Inoltre le ore di compresenza (più insegnati in classe, non avendo il maestro unico) servono proprio a seguire quegli alunni più bisognosi, ma rimanendo in un contesto di classe non ghettizzata a vantaggio di una migliore percezione di integrazione (per non parlare dell'arricchimento derivante dagli scambi culturali).

Ciao,

Giupo.
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Messaggio da MBaudino »

...Pare infatti che da un punto di vista linguistico gli alunni di quella età imparino più dalla convivenza quotidiana con i compagni che da una lezione frontale.

Originariamente inviato da giupo - 17/10/2008 :  15:15:35
Ne sono assolutamente convinto. Probabilmente il punto è però proprio in quello che la tua frase sottende, ovvero se l' obiettivo primario (a parità di risorse) debba essere quanto tu indichi nella frase quotata e non piuttosto il piu' rapido apprendimento di chi l' italiano già lo conosce. E' naturalmente un problema di equilibrio fra diritto del bambino che già conosce la lingua di avere un percorso formativo adeguatamente rapido e completo, dovere dello Stato Italiano di fornirglielo, diritti del bambino neo immigrato e corrispondenti doveri dello Stato. Immagino che nessuno, a parte qualche becero, neghi i doveri dello Stato verso i bambini che non conoscono la lingua italiana: il mio 3D nasce però proprio dall' interesse di capire dove possa posizionarsi un punto di equilibrio ottimale, fra l' esigenza di non far restare tutti indietro e l' esigenza di non creare dei ghetti permanenti; in questo senso non vedevo male appunto l' idea di 'classe ponte' o altra denominazione equivalente.
A parte cio', vedo che sono in corso i soliti riti dell' inizio autunno: le cicogne sono partite, le anatre si stanno radunando per la migrazione e gli studenti hanno occupato le scuole :D
Mauro
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Purtroppo i diritti dei bambini e i doveri dello Stato subiscono fortissime distorsioni a causa di disperati tentativi di dissimulazione della realtà.
Un gigante degli elettrodomestici, con un indotto enorme (in termini di personale), al nord, "delocalizza". 3/4 delle imprese nordiste hanno attuato o stanno attuando la stessa fuga.
Come spiegare al popolo della padania che sono i padroni- ideatori dell'autonomia padana e del protezionismo conseguente - votati da loro, che se ne vanno, e che forse c'è qualche conto rimasto in sospeso?
La bruta consapevolezza, in assenza di distrazioni, potrebbe far nascere pesanti questioni di ordine pubblico?
E a rimetterci, tanto per dire che c'è chi sta peggio, è la solita checca, il solito extracomunitario, e naturalmente, i mocciosi...



Saluti

R.R.
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