Il giradischi di drPaolo /Moss-Russo

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Marco Rosanova
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Messaggio da Marco Rosanova »

Questa è una materia (quella del confinamento inerziale delle vibrazioni) dove la parola empiricamente non sta proprio di casa.

Non basta inserire elastici, gel, gommine e poi provare: bisogna formalizzare, anche con modellizzazioni semplificate, quello che accade, se no non si capisce proprio nulla !

Formalizzare significa che occorre studiare e tirare giù equazioni e numeri, altrimenti il rischio è quello di andare per infiniti tentativi ed approdare sostanzialmente a nulla.


Originariamente inviato da drpaolo - 18/05/2008 :  11:17:11
Ti ringrazio per la risposta, Paolo, anche se non riesco ancora a capire.

E' logico che la formalizzazione deve seguire l'intuizione empirica per sapere cosa si stia facendo ma tutte e due devono comunque sottostare ad un qualche tipo di verifica per sapere se tutto funziona o meno.

Nel mio piccolo "empireo" le differenze tra le varie sospensioni della base ed i vari materiali utilizati per l'isolamento del disco, mi permettono, in base alle verificha all'ascolto e a quelle strumentali con un tester per vibrazioni amatoriale, di abbozzare una formalizzazione di ciò che faccio in base ad i risultati.

A grandi linee ho rilevato che tanto più è isolato il disco quanto meno è influente su tutto il sistema l'isolamento della base.

Da questo la mia perplessità sulla strada da te seguita e sulla differenza tra il primo ed il secondo Rotomoss.

Marco Rosanova
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nullo
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Messaggio da nullo »

Attenzione, una cosa è ragionare a grandi linee ed una è scendere nei dettagli, mi sembra che Paolo abbia premesso che una verifica minima della coerenza dei parametri ( peso, smorzamento, costante elastica) che determinano il risultato, sia fondamentale oltre che significativa, per vedere in quale direzione si stia andando a parare. L'orecchio e l'occhio potrebbero tradire, ma non mi pare che quelle equazioni siano risolutive.

Bisogna tenere conto del fatto che non abbiamo un moto armonico o smorzato:

http://it.wikipedia.org/wiki/Moto_armonico

Ma abbiamo un sistema ove si creano micro oscillazioni e con N gradi di libertà, e più sistemi collegati fra loro in varie maniere, hai voglia a preventivare TUTTE le iterazioni possibili.

Occorre sfoltire pesantemente le variabili in gioco, poi cominciare a creare scale di valori per i vari interventi. Farlo prima, potrebbe essere pesantemente fuorviante.

Chiaro Marco, che se isoli massimamente il disco (o il piatto) ed il braccio dalla base, l'isolamento della base dal suo supporto, avrà una incidenza più bassa che in precedenza... e via di seguito....

Es:

Perdersi ad isolare il motore di un rega Planar e poi appoggiarlo con le punte sul pavimento assieme ai diffusori, non è che abbia un gran senso, il rumore che porti a casa rimarrebbe enorme e ciò inficerebbe la qualità del giudizio, farlo dopo aver sospeso il rega, avrebbe un peso diverso....

Ma la sequenza di errori possibili e variabili incidenti, non si ferma certo nel contesto giradischi....


Ciao, Roberto

Edit:

Aggiungo questa immagine che, pur semplificando, rende un poco l'idea della situazione:

http://fisicaondemusica.unimore.it/200p ... namico.png

Da:

http://fisicaondemusica.unimore.it/Modi_normali.html

Cit:

1. I modi normali sono indipendenti tra di loro: l'energia totale di un sistema oscillante, comunque complesso, è semplicemente pari alla somma delle energie dei singoli modi normali che compongono l'oscillazione. L'energia che appartiene ad un particolare modo normale non viene mai ceduta ad un'altro modo. Essi sono completamente indipendenti l'uno dall'altro.

* Si osservi che, se un sistema fisico è costituito da più oscillatori elementari, e questi si scambiano energia tra loro, il loro moto non sarà in generale un moto armonico semplice: ampiezza e frequenza del moto possono cambiare nel tempo, perché gli oscillatori componenti possono scambiarsi energia, e quindi, in ogni ostante, anche se l'energia totale resta invariata, l'energia di ciascuno dei componenti può fluttuare.
* Se invece il sistema si trova in un suo modo normale, tutte le sue parti si comportano come fossero oscillatori indipendenti. Mantengono la loro oscillazione costante in frequenza e ampiezza, e non scambiano energia con gli altri.
* Si veda il caso di due oscillatori accoppiati per una dimostrazione pratica e semplice di questa proprietà. #* Questa proprietà ha importanti conseguenze non solo nella meccanica classica, ma anche nella meccanica quantistica.



2. Qualunque modo di vibrazione del sistema, per quanto complicato esso sia, può essere descritto combinando opportunamente i suoi modi normali.
* Questa affermazione non è ovvia, e la sua dimostrazione costituisce un importante teorema.
* Si vedano anche le discussioni sul principio di sovrapposizione e sul teorema di Fourier.
3. Una volta che i modi normali siano noti, combinarli per ottenere nuove possibili oscillazioni è semplice: basta sommarli, ciascuno con una sua ampiezza e fase.
* C'è tuttavia un rovescio della medaglia: gli "oscillatori normali" elementari possono non coincidere con gli oscillatori che fisicamente compongono il sistema. In particolare, le coordinate delle oscillazioni normali, sono, in generale, combinazioni lineari delle coordinate degli oscillatori del sistema. Si veda di nuovo il caso in cui il sistema è costituito da due soli oscillatori. Le "coordinate normali" sono in questo caso la somma e la differenza tra le oscillazioni delle singole parti.
4. I modi normali sono "semplici" anche per un altro motivo: perché tutte le parti del sistema si muovono di moto armonico semplice.
* Di conseguenza un modo normale è definito sostanzialemente da una sola frequenza, ampiezza e fase, indipendentemente dal numero degli oscillatori elementari che compongono il sistema.
5. Le frequenze dei modi normali corrispondono alle particolari frequenze di risonanza del sistema, che indicano il modo più efficente per scambiare energia col sistema senza disperderla.
* Qualunque sia la natura del sistema fisico in esame, questo fatto ci consente di "vederne" chiaramente la dinamica. Nel caso di una costruzione ciò corrisponde ad evidenziarne i punti deboli. Nel caso di altri sistemi, questi potrebbero essere in realtà i punti forti (si pensi agli strumenti musicali, che producono il massimo del suono quando sono eccitati a frequenze corrispondenti a quelle di un loro modo normale).
6. Ogni differente modo in cui un sistema fisico può acquisire o cedere energia si dice grado di libertà del sistema. Poiché i modi normali sono indipendenti tra loro è evidente che il numero dei gradi di libertà di un sistema è pari al numero dei suoi modi normali.

In sintesi, lo studio dei modi normali ci permette di scomporre un moto oscillatorio, per quanto complesso sia, in componenti armoniche semplici, rivelandoci la dinamica interna del sistema.

Buona fortuna ..... :D
Ciao, Roberto

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plovati
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Messaggio da plovati »

curiosità non del tutto OT

Immagine

(da http://www.pcsilenzioso.it/forum/showthread.php?t=1239)
/ quasi OT

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Piergiorgio
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Messaggio da mrjam »

una curiosità che potrebbe rivelarsi un buono spunto...


Immagine Allegato: DF2 LP Clamp.pdf ( 123642bytes )

..agli esperti il verdetto!



-
Buon AudioFaidate!

Ciao
Roberto
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Ciao
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Messaggio da MBaudino »

In sintesi, lo studio dei modi normali ci permette di scomporre un moto oscillatorio, per quanto complesso sia, in componenti armoniche semplici, rivelandoci la dinamica interna del sistema.


Originariamente inviato da nullo - 18/05/2008 :  18:32:12
Fourier II, la vendetta!! :D (Ok, scherzo)
Un link con qualche numero sulle frequenze di vibrazioni di suolo e edifici.
http://www.unibas.it/utenti/mucciarelli ... _Melfi.pdf
Qualcuno ha dati sulle f di vibrazione di muri, pavimenti ecc. nelle varie tipologie costruttive?


A parte questo, tornerei sulla questione del <<Facile accorgersi, che non è tanto la massima variazione, quanto la velocità con cui avviene la variazione a renderla percepibile>>.
Piu' o meno la differenza fra frenare al semaforo e tamponare quello davanti; o fra una nota d' organo mantenuta ed un colpo di tamburo Jap.
Venendo a noi, quali sono le componenti in un giradischi che possono dare variazioni repentine della velocità? A me viene in mente solo il passaggio dei poli del motori, tanto piu' evidente quanti meno sono i poli e quanto piu' potente è il motore rispetto all' energia dissipata come attrito ( a parità di 'volani' variamente distribuiti). Esiste qualche altra fonte di 'rapida' variazione della velocità? E numericamente, cosa si intende per 'rapida/percettibile'?
Ciao Mauro
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nullo
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Messaggio da nullo »

Prendo a prestito da me stesso queste parole scritto in pm,l'altro ieri:
Non contano ( parliamo di cose minime, micro spostamenti) tanto le entità delle grandezze in gioco, ma il tempo con cui avvengono, si penetra il concetto dei moti relativi fra le varie parti in gioco (che si possono considerare in un certo range, immobilità relative ), siano essi fra disco, piatto, tonearm ecc., ma anche altoparlanti, box, supporti ecc. Essi intervengono pure in maniera più o meno significativa per trasformatori, bobine, condensatori, cavi, tubi ed altri componenti attivi e passivi. Questa parte sembra risolvibile con un attento uso delle risposte inerziali, dimensionando ad hoc, legami strutturali e le strutture stesse.
In pratica, tutte le vibrazioni che arrivano al gira, sia che pervengano attraverso la base, l'aria, la cinghia di trasmissione, vanno ad interessare le parti in gioco. Non essendo esse perfettamente legate (manca la massima rigidità), avranno luogo moti relativi fra le parti. Tutto quello che arriverà a far "vibrare" il cantilever attraverso la puntina o il braccio, genererà un segnale (rumore), tanto più inquinante, tanto più sarà forte e/o riconducibile alla musica ( il rumore correlato e scorrelato, sono già stati indagati più volte, il primo genera un mascheramento diverso e subdolo del secondo, ed è più difficile da riconoscere).

Appare del tutto ovvio, che se i moti relativi fra le parti ( pur minimi) avverranno con tempi lunghi per il contesto ( maggiori di un secondo) , la testina genererà un segnale infrasonico, sempre che ci riesca, tutti i moti relativi con tempi più brevi, cadranno in banda audio. Se il sistema fosse rigidissimo, finiremmo su segnali ultrasonici. Ovviamente anche lo smorzamento inciderà per la sua parte. Ecco ora che quella apparente instabilità trova una giustificazione, ma il gioco, non è da ragazzi.

Attenzione, forti movimenti del cantilever, pur lenti, porterebbero il sistema di lettura fuori allineamento, seppur per qualche istante, con forte incremento della distorsione. Dimensionare le risposte inerziali ad hoc, è lavoro molto molto duro.

Ciao, Roberto
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