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Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione delle elettroniche
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plovati
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Messaggio da plovati »

Un ampli di potenza è parte integrante di un sistema fisiologico ?
Bene, si dimostri ed io vi strutturo la mia nuova funzione di trasferimento sulla nuova linee percettiva. Carver lo fece negli anni 70, con tutti i limiti del tempo. Farlo attualmente è alla portata di molte più persone.

Originally posted by mauropenasa - 19/01/2008 :  11:19:25
Come sarebbe? Bisogna dimostrare che un ampli serve per sentire musica, cioè per stimolare una grandezza fisiologica quale è l'udito?

Carver, scommettendo contro la redazione di Streophile negli anni '80, clonò la funzione di trasferimento di un Mark-Levinson ML2 (classe A da 25W) e di un CJ premier five (PP valvolare da 200W), non di un SE di 300B o un SE PX4 da 2W.
Io credo che questo faccia una certa differenza, ampli grossi e suono raffinato vanno raramente d'accordo. Anche (e sopratutto) per i diffusori usualmente accoppiati ai due tipi di amplificatori.

Inoltre per ammissione dello stesso Carver, le modifiche rese necessarie per emulare la funzione di trasferimento, si rivelarono instabili e non adatte ad una produzione di serie.

D'altra parte, se così tanta gente cerca e sceglie i costosi valvolari single ended e si è certi che lo stesso carattere sonico lo si possa ottenere a costi molto più bassi, perchè nessuno lo ha fatto ancora con successo? Se è solo per l'estetica basterebbe mettere delle valvole a vista con scopi puramente ornamentali...

Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.


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Messaggio da mauropenasa »

Come sarebbe? Bisogna dimostrare che un ampli serve per sentire musica, cioè per stimolare una grandezza fisiologica quale è l'udito?
No, Piergiorgio, bisogna dimostrare che serva o meno alterare una funzione prevista lineare dalla filiera di partenza.
Io provengo dal video. Io credo di poter dire che anche la vista umana tenda ad essere "fisiologica".
Bene, le funzioni di trasferimento dei sistemi video prevedono la tendenza alla linearità di funzione di trasferimento, linearità verificata strumentalmente.
Un problema ?
No. Se io monto delle sequenze video seguendo i miei gusti "ottici" (temperatura colore, saturazioni cromatiche ecc...) usando un monitor campione di qualità, saprò che chiunque riproducerà il mio lavoro con altri strumenti con lo stesso grado di taratura (o quantomeno simile) fruirà adeguatamente del frutto del mio lavoro, cosi come io l' ho concepito.
Viceversa, più il mio sistema di riproduzione sarà deviato da quello di origine, meno avrò la possibilità di riprodurre con precisione il lavoro a monte.

Alla stregua, io credo che un lavoro di incisione non è "una realtà fisica", cosi come non lo sono le foto e i film. Dietro c' è la creatività dell' artista in simbiosi con il tecnico del suono. Una riproduzione è sviluppata per passare un certo vissuto, e alla stregua del mondo video, è presupponibile che per ricreare il vissuto posto in essere dall' artista sia più indicato riprodurre quello che lui ha sentito in fase di mixing, che un confronto con una non meno definita "realtà".
Carver, scommettendo contro la redazione di Streophile negli anni '80, clonò la funzione di trasferimento di un Mark-Levinson ML2 (classe A da 25W) e di un CJ premier five (PP valvolare da 200W), non di un SE di 300B o un SE PX4 da 2W.
Dimentichi di dire che i sistemi da clonare erano stati scelti dalla redazione in quanto considerati il top del momento. Non mi sembra di ricordare che Carver avesse posto limiti di tecnologia.
Se vogliamo, poi, si può discutere anche nel merito. Se accetti come "possibile" un lavoro di clonazione su base analitica, questa possibilità deve per definizione prescindere dalla tecnologia. In fondo non vedo grandissime sovrapposizioni tecnologiche manco tra i 2 esempi che citi. Per mio modo di vedere, forse sono più "diversi" quei 2 (potenze, topologia e strutturazione tecnica) che tra una piattaforma di base SS (anni 70-80) e un SE 300B, ma questo è una mia opinione gratuita...
Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.
In parte è vero, in parte dimentichi che nel calderone "funzione di trasferimento" coesistono anche le condizioni di accoppiamento ampli diffusore, come tutte le condizioni di DF, oltre alle condizioni di feedback dinamico collegate.
Se intendi indicare con la frase sopra che con un DSP inserito intimamente nella rete dell'ampli, o meglio, inserito con la tecnica feed-forward nel nodo ingresso/uscita si possa clonare un funzionamento, la risposta è SI.
La cosa importante è di poter agire su tutti i parametri chiave, compresi quindi la OLBW, il rapporto guadagno/larghezza di banda, group delay, e di conseguenza pure sulle caratteristiche di interfaccia di uscita (swing DF e quant' altro).

Poi se Carver è partito da un ampli cosi diverso da necessitare un certo grado di instabilità per allinearsi, questo è dipeso dal contenuto della loro scommessa, ossia la piattaforma di partenza basata sul suo ampli commerciale. Se il presupposto è riprodurre un clone con diversa tecnologia (anche ad opamp) ma con libertà di scelta della struttura di base , la questione non si pone quasi.

Le ragioni per cui questo genere di manovre non sono molto diffuse non dipendono da questioni tecniche, ma commerciali. Se chiedi cifre con 4 zeri in euro a uno, e questo lo giustifichi con tematiche esoteriche, compreso la selezione maniacale dei tubi, la costruzione a cura degli amanuensi Russi nelle notti di plenilunio, e quant' altro, come fai a giustificare altrettanta cifra per 4 bagarozzi neri da 5euro ?
Vabbè che puoi sempre montare lo stesso i tubi, ma a quel punto risparmi i costi di sviluppo ed accendi direttamente i tubi, non avrebbe senso mettere un clone dentro un originale solo per il gusto di "clonare"....
Va poi detto che mi sembra che di espertoni di tecnica audio ce ne sono molti, ma di gente con il background minimo per fare qualcosa del genere un pò meno. Alla fine qui in Italia queste persone sono sempre i soliti, soliti che hanno abbastanza lavoro e soddisfazioni nel loro lavoro per reinventare cloni o cose del genere.
Mi pare che però, ogni tanto, come il caso Galactron, qualcuno dei soliti ha tentato proposte che strizzavano l' occhio ai tubisti, ma quasi sempre senza successo, per le ragioni di cui sopra.

Potrei dimostrare nella realtà le mie tesi, solo che mi manca il riferimento assoluto ed il tempo. Se qualcuno mi prospetta una ipotesi commerciale in tale senso, ti clono anche il citofono di casa compreso nel prezzo della clonazione ampli.... :D

ciao

Mauro
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Messaggio da Giaime »

Comunque, se si ritiene che la sola funzione di trasferimento, possa rendere ragione del suono delle varie elettroniche, sarebbe sufficiente emulare la funzioen di trasferimento tramite un DSP, sul segnale in ingresso di un amplificatore potente e con bassa distorsione.
Con un PC lo si puo' fare facilmente. Foobar2000 ha delle funzioni simili, che permettono di cnonare la funzione di trasferimento. Io non lo so usare e non so dire se funziona, ma sicuramente qualcuno tra i più agili con il PC lo avrà già fatto.

Originally posted by plovati - 21/01/2008 : 10:28:14
Per quanto riguarda ad es. il processo dei segnali in studio di registrazione, e in particolare per soddisfare le esigenze dei chitarristi è da molto che si è effettuata una "migrazione" verso effetti software. E' straordinario, per chi è abituato alle amplificazioni a valvole per strumento, l'effetto che fa suonare dentro un "DSP" appunto della Line6, pure io ne ho uno (eredità di quando suonavo) e c'è un consenso unanime sulla "fedeltà" di questi dispositivi ai rispettivi modelli di combinazione amplificatore-coni-microfono che simulano.

E bisogna anche dire che predire e simulare un amplificatore in overload è forse pure più difficile della simulazione di una funzione di trasferimento abbastanza lineare, come interesserebbe a noi... ; )

Immagine

PS se qualcuno ricorda un vecchio topic qui su audiofaidate, proposi i risultati di una (per me) interessante prova che feci un annetto fa: presi due PodXT (sono mono), settati su "tube preamp", beh l'effetto fu lo stesso dell'inserimento (faccio il paragone con ciò che conosco) di un noto kit di SE di 300B... che non è il suono del SE di 300B, ma ciò che gli audiofili di solito si aspettano da un amplificatore del genere...

Ciao!
Giaime Ugliano
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Messaggio da mauropenasa »

Giaime, stai contribuendo al mio equilibrio psicofisico... :D

A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno....

Ragazzi, ma se invece di organizzare ritrovi si organizzasse una gita di gruppo in uno studio di registrazione moderno, giusto per capire cosa é reale e cosa è rimasto solo nella fantasia romantica degli audiofili ?

ciao

Mauro
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Messaggio da audiofanatic »


In parte è vero, in parte dimentichi che nel calderone "funzione di trasferimento" coesistono anche le condizioni di accoppiamento ampli diffusore, come tutte le condizioni di DF, oltre alle condizioni di feedback dinamico collegate.
Se intendi indicare con la frase sopra che con un DSP inserito intimamente nella rete dell'ampli, o meglio, inserito con la tecnica feed-forward nel nodo ingresso/uscita si possa clonare un funzionamento, la risposta è SI.
La cosa importante è di poter agire su tutti i parametri chiave, compresi quindi la OLBW, il rapporto guadagno/larghezza di banda, group delay, e di conseguenza pure sulle caratteristiche di interfaccia di uscita (swing DF e quant' altro).



ciao

Mauro


Originariamente inviato da mauropenasa - 21/01/2008 : 13:59:21
tenendo presente che tutto si ferma ai morsetti dell'altoparlante, quello che succede dopo dipende dalle caratteristiche fisiche del trasduttore e dalla struttura del sistema intero (disposizione e distanze dei trasduttori) nonchè dall'ambiente in cui il tutto è posizionato e dalla distanza e posizione dell'ascoltatore, e non calcolo neppure il filtro, anche lui soggetto alle stesse problematiche delle elettroniche.
Ed è praticamente impossibile intervenire elettronicamente su queste caratteristiche, al limite si può aggirare la problematica delle posizione relativa intervenendo sulle fasi e pilotando le vie singolarmente, ma la dispersione è una caratteristica fisica non modificabile (a parte trovate particolari usate per gli http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t= e principalmente si tratta di controlli su un solo asse), tanto è vero che in ambito pro ancora si arrovellano su come rendere direttive le basse frequenze, e le soluzioni, peraltro parziali, trovate sono tutte "fisiche"

Filippo
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Messaggio da UnixMan »

x la serie: scusate il ritardo... :(

rispondo qui` brevemente al discorso effetti, studi di registrazione, etc:

lo abbiamo detto qualche post piu` indietro... sappiamo tutti molto bene che la maggior parte delle incisioni moderne sono piu` o meno "taroccate": immagino non sia un caso se, spesso, registrazioni vecchie di piu` di mezzo secolo suonano meglio di quelle moderne... e se le registrazioni moderne che suonano meglio sono quelle (purtroppo per lo piu` ben poco interessanti dal punto di vista musicale) di alcune etichette "audiophile" che ancora oggi registrano "live in studio" (o propriamente "live") curando la scelta del tipo e della disposizione dei microfoni ed evitando (o quantomeno minimizzando) gli interventi a posteriori...
non stiamo parlando del semplice circuito in calce in quanto tale.


Originally posted by mauropenasa - 19/01/2008 : 11:19:25
beh, a dire il vero in origine si`... poi come al solito quando ci "incontriamo/scontriamo" noi due, chissa` xche` il discorso finisce sempre con l'allargarsi a macchia d'olio! :D
Io rispondo alle affermazioni di fondo che leggo, affermazioni in base alla quale si intuiscono molte cose.

Io affermo che non esistono elementi oggettivi per scegliere una strada di un certo tipo, porto a sostegno di tale tesi alcuni elementi, sempre oggettivi, correlati di un certo numero di valutazioni anche soggettive, colte negli anni, e alla fine si finisce sempre alle questioni di percezione pura.
forse perche` il problema e` proprio quello... la pressoche totale mancanza di conoscenza sulle esatte relazioni tra elementi oggettivi e "soggettivi". Quando le due cose si intrecciano, "l'anello mancante" porta inevitabilmente ad un punto morto.

E` un po` come se chiedessi ad un ingegnere meccanico di cotruirmi un motore "migliore" senza specificargli quali caratteristiche questo debba avere... la prima cosa che questi mi chiederebbe sarebbe: cosa devi farci, ovvero quali sono le caratteristiche piu` importanti che devo ottimizzare? Ti serve un motore piccolo e leggero per spingere alla massima velocita` una monoposto da corsa od un grosso e lento ma "instancabile" diesel con tanta coppia in basso per tirare il peso di un grosso autotreno?

Per assurdo che possa sembrare, in campo audio di fatto ancora non conosciamo la risposta a questa semplice quanto fondamentale domanda. Abbiamo un certo numero di parametri elettrici che cerchiamo di ottimizzare sempre piu`, ed ogni tanto a quelli gia` noti ne viene aggiunto qualcun altro, ma siamo sicuri che siano quelli giusti? e, anche ammesso (e non concesso) che lo siano, siamo sicuri che l'ordine delle relative priorita` sia quello giusto? e infine che non stiamo ancora tralasciando qualcosa che riteniamo a torto irrilevante e/o trascurabile ma che invece magari dovrebbe essere prioritario rispetto ad altre cose?

Tornando all'analogia del motore, poiche` non sappiamo esattamente cosa ci serve, e` possibilissimo che da piu` di mezzo secolo stiamo perfezionando un motore da corsa... per spingere un camion, o viceversa!

Se prima non rispondiamo alla fondamentale domanda di cui sopra, non lo sapremo mai... e continueremo a brancolare nel buio, continuando a progettare e realizzare amplificatori sempre piu` sofisticati e "perfetti" che nondimeno continuano e continueranno a lasciare insoddisatti un gran numero di "utenti".

I quali ovviamente continueranno a preferirgliene invece altri che, per quanto apparentemente meno sofisticati e performanti, in pratica forse vanno meglio proprio perche`, verosimilmente, ottimizzano maggiormente qualche parametro che in questo contesto conta di piu` di quelli finora noti e/o (evidentemente a torto) ritenuti prioritari.
Non per ribadire le solite cose, ma non sono stato io a minimizzare i lavori di pubblicazioni di altri, in nome di argomentazioni di cui io non ho ancora avuto l' onore di vedere documentate in modo altrettanto preciso.
Mauro, io non ho affatto minimizzato alcun lavoro. Mi sono limitato a trarne una conclusione piu` generale, tanto parziale e limitata quanto scontata.

Se non ricordo male (ormai sono passati diversi anni da quando l'ho letto), correggimi se sbaglio, il lavoro in questione ha dimostrato, tanto teoricamente quanto sperimentalmente, l'esistenza di un "problema". Nonche` la soluzione dello stesso. Il problema sono gli effetti termici della corrente di pilotaggio sulle bobine degli altoparlanti, la soluzione corretta che elimina il problema "alla radice" (in quanto elimina la sensibilita` del sistema alle conseguenze dell'effetto stesso) e` il pilotaggio in corrente. L'autore ha anche tenuto a precisare ed a dimostrare come solo un pilotaggio in corrente "puro" sia in grado di eliminare il problema.

Cionondimeno, una volta stabilito che il fenomeno esiste e non e` trascurabile, non credo ci voglia un Ph.D per dedurre che, trattandosi di un fenomeno termico legato alla dissipazione su una resistenza, il fenomeno stesso e` tanto piu` accentuato quanto piu` alte sono le correnti in gioco. E quindi non mi pare "azzardato" postulare che in pratica l'effetto non puo` che essere tanto maggiore quanto minore e` l'impedenza di uscita del generatore, visto che e` proprio in tali condizioni che le correnti in gioco sono massime...
Questione percettiva e solita trita diatriba termo/ss:
Questo piano non mi interessa l' ho ribadito molte volte. Se trasli i tuoi esperimenti chiaramente da un piano vagamente tecnico a questo, io faccio un passo indietro. Non mi occupo di fisiologia e psicologia.
vedi sopra... se vuoi ottenere un risultato che e` imprescindibilmente legato a questioni di natura fisiologica e "psicoacustica", non puoi prescindere da tali aspetti. Altrimenti rischi di progettare un fantastico motore da F1... e poi montarlo su un TIR (salvo poi stupirti se il camionista che dovrebbe usarlo ti aspetta sotto casa... armato di pessime intenzioni!) :D

Come mi insegni, la realta` tecnica e` sempre "una coperta troppo corta". Qualsiasi progetto umano (e un ampli audio non fa` certo eccezione) non e` e non PUO` essere "perfetto" sotto tutti i punti di vista, ma e` sempre il frutto di scelte e compromessi per ottimizzare certi parametri "utili" o primari a discapito di altri "trascurabili" o secondari.

Se non conosci quali sono i parametri primari che vanno assolutamente ottimizzati e quali invece sono meno importanti e possono essere sacrificati, come puoi fare un progetto sensato?
Un ampli di potenza è parte integrante di un sistema fisiologico ?
in un certo senso, ovviamente si`: dopo tutto il "ricevitore" deputato del nostro segnale e` il cervello di chi ascolta, passando ovviamente anche per il suo sistema uditivo...
Bene, si dimostri ed io vi strutturo la mia nuova funzione di trasferimento sulla nuova linee percettiva. Carver lo fece negli anni 70, con tutti i limiti del tempo. Farlo attualmente è alla portata di molte più persone.
sul fatto che sia davvero cosi` semplice avrei qualche ragionevole dubbio, ma in linea di principio e` grosso modo quello che sto` dicendo io: una volta che sappiamo che cosa dobbiamo fare, e` quantomeno possibile provarci.
A dimostrazione di molte cose, vi è lo strano "fly down" dei sistemi a pentodo e retroazionati. Sarà mica perchè la questione non ha nulla a che vedere con la presunta superiorità del tubo a vuoto ma semplicemente con la forte caratterizzazione che solo i triodi sono in grado di dare al segnale ?
ne dubito.

I sistemi a pentodo (che x altro non mi pare abbiano mai riscosso tutto questo grande successo...) sono evidentemente ed ovviamente penalizzati dalle prestazioni molto piu` scadenti dei dispositivi stessi, per cui mi sembra a dir poco naturale che gli si preferiscano i triodi. L'unico motivo per cui i pentodi presero piede fu` l'insulsa e dissennata corsa alla potenza (e l'altrettanto dissennata fede nel NFB quale panacea di tutti i mali) iniziata gia` negli anni '50 del secolo scorso... gia` allora molti audiofili si lamentavano del fatto che i vecchi ampli a triodi "suonavano" meglio, per cui non vedo proprio di che stupirsi se, a distanza di tanti anni, qualcuno sta` riscoprendo l'acqua calda...

Per quanto riguarda la presunta "caratterizzazione" dei sistemi a triodi in quanto tali, permettimi di dissentire. Ne ho sentiti un bel po` e non mi pare di poter dire che suonino tutti allo stesso modo, anzi... direi piuttosto che ho sentito tutto e il contrario di tutto. Quindi, mi riesce difficile fare di ogni erba un fascio e stabilire che tutti sono "caratterizzati" allo stesso modo quando li sento suonare in maniera cosi` diversa tra loro...

IMHO l'unica cosa che tutti i sistemi a triodi "ben fatti" hanno in comune e` il grande senso di "dinamicita`" e "naturalezza" del suono. Ma questo io di certo non la chiamerei una "caratterizzazione", casomai il contrario. :D

Per piacere, però, non si pretenda di giustificare la risultante con questioni elettrotecniche, memoria termica e altro, la cosa è semplicemente un cocktail completo che emula una funzione di trasferimento di 2 o 3 ordini di grandezza più distorta di quella prevista da un progetto ponderato.
dimostramelo...

Io sono convinto del contrario. La grande differenza tra tubi e stato solido IMHO sta` proprio nel fatto che, mentre nei sistemi a triodi (senza NFB!) fatti come si deve la funzione di trasferimento e` sostanzialmente invariante rispetto al segnale (alla "storia" del segnale), nei sistemi basati su semiconduttori questo NON e` vero.

Effetti termici, accumulo di cariche, capacita` variabili, etc, sono tutti fenomeni che esistono e/o che hanno grande rilevanza nei semiconduttori mentre non esistono o sono sostanzialmente irrilevanti nei tubi a vuoto. E sono tutti fenomeni che hanno una "persistenza" maggiore del segnale che li ha generati.

Sfortunatamente, questo fa` si` che il concetto stesso di funzione di trasferimento intesa in senso classico come "out=f(in)" sia sostanzialmente privo di senso! La funzione stessa non e` infatti definita (ne` definibile) se non si tiene conto della "storia" precedente del segnale e di vari altri fattori "esterni"; in effetti, out=f(in(t),t,T, ...).

Un ampli a triodi ben fatto e senza NFB ha la stessa funzione di trasferimento sia dopo "l'esplosione" di un lungo crescendo orchestrale a tutto volume che dopo un lungo assolo in pianissimo. Uno a stato solido no...

Non mi sembra una cosa di poco conto, specie visto che la musica sta` proprio in un alternarsi e succedersi di transienti e non certo in un segnale stazionario sempre uguale a se` stesso...

N.B.: sottolineo il "senza NFB" perche` la presenza di loop ha un mucchio di conseguenze che portano o possono portare alla non invarianza della funzione di trasferimento (es. banale, se ci si avvicina o peggio si raggiunge il clipping, tentando di correggere l'incorreggibile il NFB peggiora la situazione spingendo il sistema ancora di piu` fuori dai parametri, con il probabile -pressoche` certo- risultato di scombinare le polarizzazioni ed innescare transienti che durano molto piu` a lungo del segnale che li ha innescati...).

C'e` poi da considerare che la presenza di un loop (che ha velocita` altissima ma cmq. non infinita...) crea inevitabilmente una sorta di "dipendenza dal passato" che rincorre se stesso come in un gioco di specchi... se poi questo abbia una qualche influenza reale o meno al momento non lo so`, ma e` un possibile indizio. :twisted: Di certo ottiene l'effetto di "spalmare" sullo spettro una gran quantita` di armoniche a frequenze molto piu` alte da quelle di partenza e, in un sistema a tubi (deve i tassi di NFB non possono certo essere cosi` alti come in uno SS), non c'e` neanche la scusante di poter dire che si riducono a livelli talmente bassi da non poter essere rilevanti...
Paolo, tu disponi di un sistema di riferimento, ineguagliato da altri, secondo te ?
eh, magari! :p

Ho un ottimo sistema di cui sono molto soddisfatto, :) al punto che sono anni che non lo "tocco" (e non sento minimamente l'esigenza di farlo). Per quanto ne so`, e` stato abbondantemente apprezzato anche da chiunque altri abbia avuto modo di ascoltarlo finora. Ma, ovviamente, questo non vuol dire che sia "il migliore del mondo". Non ho certo la presunzione di pensare ne` tantomeno affermare una cosa del genere... (ammesso e non concesso poi che una simile affermazione possa avere un qualche senso).
Raccolti i dati completi, ovviamente non ci saranno problemi a clonarli su un circuito considerato adattabile, io presumo. A quel punto avrai eseguito il processo di Carver, e avrai un clone quasi indistinguibile dal tuo riferimento, scevro da mal di testa eritemi e malori vari da audio.... :D
di quali malanni vai cianciando?!?

io di questi non ne ho nessuno... quando sono a casa, il sistema e` acceso per ore ed ore ogni giorno... e di problemi con i miei adorati tubi finora non ne ne ho mai avuti. L'ampli sta` funzionando alla perfezione senza il benche` minimo problema dal 2000.

E monta sempre gli stessi tubi dal 2001 (allora li camb
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Messaggio da mark129 »

Giaime, stai contribuendo al mio equilibrio psicofisico... :D

A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno
Originally posted by mauropenasa - 21/01/2008 : 18:37:50
Per chi e` digiuno di stato solido come me questi discorsi (mi riferisco soprattutto a quelli di mauropenasa, piu` precisi delle obiezioni di UnixMan) sono tremendamente interessanti.
Voglio pero` fare una domanda. Si parla di musicisti e segnali modificati in studio di registrazione, ma cosa si puo` dire di altri campi? Un amico a caso, per giustificarmi l'ennesimo acquisto sballato, mi ha mostrato delle brochure scaricate da Internet di un'azienda di punta che fa protesi acustiche. Un gadget interessante di questi gingilli, che costano cifre elevatissime, da hi-end, e durano meno dei tubi a vuoto, sono dei selettori di software. In pratica l'elettronica della protesi non e` in grado di adattare la sua risposta ai diversi ambienti e cosi` l'utente deve caricare il programma adatto per ascoltare musica all'aperto o per andare al cinema, per una conversazione, per ambienti silenziosi, per ambienti rumorosi, eccetera
Se non prendo un grosso abbaglio, mi domando: come mai in campo medico le migliori tecnologie non sono in grado di fare cose simili (mi sembrano simili) a quelle che fanno i musicisti nei loro studi di registrazione? E` un problema legato solo alle dimensioni delle protesi?

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Messaggio da marziom »

Io sono convinto del contrario. La grande differenza tra tubi e stato solido IMHO sta` proprio nel fatto che, mentre nei sistemi a triodi (senza NFB!) fatti come si deve la funzione di trasferimento e` sostanzialmente invariante rispetto al segnale (alla "storia" del segnale), nei sistemi basati su semiconduttori questo NON e` vero.

Effetti termici, accumulo di cariche, capacita` variabili, etc, sono tutti fenomeni che esistono e/o che hanno grande rilevanza nei semiconduttori mentre non esistono o sono sostanzialmente irrilevanti nei tubi a vuoto. E sono tutti fenomeni che hanno una "persistenza" maggiore del segnale che li ha generati.

Sfortunatamente, questo fa` si` che il concetto stesso di funzione di trasferimento intesa in senso classico come "out=f(in)" sia sostanzialmente privo di senso! La funzione stessa non e` infatti definita (ne` definibile) se non si tiene conto della "storia" precedente del segnale e di vari altri fattori "esterni"; in effetti, out=f(in(t),t,T, ...).

Un ampli a triodi ben fatto e senza NFB ha la stessa funzione di trasferimento sia dopo "l'esplosione" di un lungo crescendo orchestrale a tutto volume che dopo un lungo assolo in pianissimo. Uno a stato solido no...

Non mi sembra una cosa di poco conto, specie visto che la musica sta` proprio in un alternarsi e succedersi di transienti e non certo in un segnale stazionario sempre uguale a se` stesso...

N.B.: sottolineo il "senza NFB" perche` la presenza di loop ha un mucchio di conseguenze che portano o possono portare alla non invarianza della funzione di trasferimento (es. banale, se ci si avvicina o peggio si raggiunge il clipping, tentando di correggere l'incorreggibile il NFB peggiora la situazione spingendo il sistema ancora di piu` fuori dai parametri, con il probabile -pressoche` certo- risultato di scombinare le polarizzazioni ed innescare transienti che durano molto piu` a lungo del segnale che li ha innescati...).

C'e` poi da considerare che la presenza di un loop (che ha velocita` altissima ma cmq. non infinita...) crea inevitabilmente una sorta di "dipendenza dal passato" che rincorre se stesso come in un gioco di specchi... se poi questo abbia una qualche influenza reale o meno al momento non lo so`, ma e` un possibile indizio. :twisted: Di certo ottiene l'effetto di "spalmare" sullo spettro una gran quantita` di armoniche a frequenze molto piu` alte da quelle di partenza e, in un sistema a tubi (deve i tassi di NFB non possono certo essere cosi` alti come in uno SS), non c'e` neanche la scusante di poter dire che si riducono a livelli talmente bassi da non poter essere rilevanti...
vogliamo lasciare questo passaggio all'oblio della rete?.....
Paolo, magari in un altro 3d, estendi e arrichisci il discorso, mi sembra interessante.


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Messaggio da plovati »

A volte, quando affronto questi discorsi, mi sembra di vivere su un' altro pianeta.
I musicisti usano tecnologia elettronica da un ventennio, con livelli di avanzamento ormai fantascientifici, in studio possono cambiarti qualsiasi suono a prova di musicista esperto, e qui mi tocca giustificare dei semplici compitini basati su un poco di damping in più o meno....

Originally posted by mauropenasa - 21/01/2008 :  18:37:50
Di fatto, se il termine di paragone è la musica diciamo così elettronica (intesa nel senso di non-acustica) siamo sì su un altro pianeta.
Non si tratta di snobismo (sono pochi quelli meno snob di me), ma di una constatazione empirica. Siamo di fronti a mondi paralleli, che hanno poco in comune specie per quanto riguarda la riproduzione domestica.

Mi piacciono gli U2 ad esempio, ma non c'è un disco che sia uno che sia inciso decentemente. Bregovich che nominavi è un altro autore che apprezzo, ma in quanto a dinamica (massimo-minimo, contrasto violento) ne ha più Chopin.

Forse si tratta di intendersi bene sui termini... In quanto al suggerimento a visitare uno studio di registrazione, non sarebbe meglio organizzare una gita tutti assieme alla Scala? :)


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Messaggio da mark129 »

vogliamo lasciare questo passaggio all'oblio della rete?
Originally posted by marziom - 22/01/2008 : 10:36:00
Mah... messo cosi` son frasi fatte, magari bene, ma senza supporto, come tante lasciate all'oblio della rete. Se UnixMan poi prova a dare dettagli ok, ma per ora non vedo ciccia da approfondire.

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Messaggio da mauropenasa »

Volevo articolare le risposte con i singoli passaggi di Paolo, Piergiorgio e Filippo, ma non è molto importante, dato che è evidente a tutti che non siamo su lunghezze d' onda sincronizzabili.

Prendo atto che i triodi sono l' unico dispositivo elettronico "non invariante" e lineare per definizione (non sono le parole esatte ma il succo di vari discorsi è quello). Peccato che io nelle curve di trasferimento ci veda altro, evidentemente io non sono buono a definire questi concetti, pazienza, campo di elettronica lo stesso.... :oops:

Per la cronaca, "il clone", Paolo, lo dovresti fare per appurare i parametri in gioco, dato che in questo campo è più facile arrivare per comparazione diretta che per analisi teorica pura a delle conclusioni. Se non ti dai un metodo praticabile, hai voglia lagnarti di non avere elementi di valutazione. Invece "i malori" erano relativi a tue lamentele contro lo SS, semplicemente.

Riguardo tutti i compitini del invarianza, del prima e dopo, della presenza o meno di elementi di NFB anche se locale, non so cosa dire, prendo atto di avere una conoscenza di elettronica non adeguata ad analizzare la faccenda. D' altronde i risultati parlano da soli... :oops:

Marzio e altri sono rimasti basiti dalle tue affermazioni in tale senso. Io ci vedo più contraddizioni di termini che altro, ma noi su questo non ci capiremo mai, troppo diverse le formazioni di base e lavorative.
Il fatto che si possa dimostrare agevolmente che almeno l' 80% della impronta sonora dei tuoi riferimenti sia riproducibile da un equalizzatore professionale non solo non viene accentuato dagli stessi, ma semplicemente ignorato.

Filippo, hai solo ribadito parte delle mie affermazioni.
Oddio, disponendo di ampli in grado di variare dinamicamente o in funzione di range di frequenze il pilotaggio tra tensione e corrente puoi cambiare molto nei parametri di emissione di un trasduttore, Paolo ha passato giorni a menarcela con il concetto di accellerazione e velocità, non vorrai mica lasciare cadere tutto come se pizza e fichi fossero la stessa cosa. Se esiste un certa escursione, una certa cedevolezza, un certo carico accordato, esiste anche un diverso comportamento di emissione in base al pilotaggio...
Ma queste sono quisquilie....


Riguardo il concetto stesso di fruizione di musica, più volte emerso, prendo atto che l' esempio video non interessa a nessuno, nel senso che le cose sono percettive solo a discrezione di qualche benpensante. Il come si approccia il problema per gli altri sensi è sempre un fattore irrilevante.
Io comunque non ho inteso ribadire come viene strutturato un suono elettronico in se, ma solo il fatto che le tecnologie e le conoscenze su cosa sia un suono e come si manipola sono note. Altresi sarebbe il caso di omologarsi alle intenzioni dell' artista, almeno quando la registrazione avviene in studio.
A me sentire un basso tuba a 3m accompagnato da diverse fisarmoniche e un intero stage di fiati e un coro slavo fa più impressione di un pianoforte che suona Chopin.
Chissà chi dei 2 ha un senso della dinamica più corretto ?


La questione delle protesi ha uno sviluppo diverso. Dato un nervo leso, le protesi devono risolvere in qualche modo la questione, su un piano realmente fisiologico (ma patologico).
Il problema di ingombro fa il resto.
Non possiamo ragionare sul gusto del te paragonato a chi per idratarsi deve usare una flebo... :D

ciao

Mauro
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Messaggio da mark129 »

La questione delle protesi ha uno sviluppo diverso. Dato un nervo leso, le protesi devono risolvere in qualche modo la questione, su un piano realmente fisiologico (ma patologico).
Il problema di ingombro fa il resto.
Non possiamo ragionare sul gusto del te paragonato a chi per idratarsi deve usare una flebo
Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 : 13:02:24
Per carita`, paragona quel che vuoi, anche perche` chi lo sa se il mio dubbio e` pertinente.
Pero` parlando del the non spieghi certo cosa ci sia di diverso concettualmente: un apparecchio da 3-5 mila euro non e` in grado di adattare le sue curve in maniera automatica a diverse condizioni, come fa di continuo un orecchio, sano o malato che sia, dunque la risposta complessiva di orecchio, altoparlante e microfono (la protesi) i medici non riescono a descriverla con una funzione. I tecnici del suono degli studi di registrazione si, per quanto poco pertinente mi interessava capire un poco il come.

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Messaggio da marziom »

Prendo atto che i triodi sono l' unico dispositivo elettronico "non invariante" e lineare per definizione (non sono le parole esatte ma il succo di vari discorsi è quello). Peccato che io nelle curve di trasferimento ci veda altro, evidentemente io non sono buono a definire questi concetti, pazienza, campo di elettronica lo stesso.... :oops:
nella mia ignoranza io non vedo varianza (o invarianza) ne nei triodi ne nei bjt...
... tanto meno non so capacitarmi (o meglio non riesco a capire/quantificare) che fenomeni termici, di vibrazione e elettrostatici possano influire pesantemente su un circuito tanto da renderlo tempo variante.
...qualcuno giustamente fa il paragone con delle scintille...innocue da sole, mortali se poste vicine alla benzina.

rimane però una cosa, caro Mauro, parametri tipo la distorsione fino ad oggi non hanno saputo qualificare qualitativamente al 100% un circuito audio, o meglio oltre certi numeri l'esperienza ci dice che c'è qualcos'altro.
Tu sai cosa? beato te, io (noi?) siamo tutti orecchi per capirne di più...Paolo parla di "non invarianza", sono tutto orecchie anche per lui.

Ricordo che anche Mauro nel myref sceglieva l' LM318 per le sue qualità sonore ....qualità sonore o prestazioni strumentali?



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Messaggio da plovati »

Riguardo il concetto stesso di fruizione di musica, più volte emerso, prendo atto che l' esempio video non interessa a nessuno, nel senso che le cose sono percettive solo a discrezione di qualche benpensante. Il come si approccia il problema per gli altri sensi è sempre un fattore irrilevante.

Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 : 13:02:24

L’esempio del video non credo sia troppo calzante. Nel campo video si utilizza elettronica lineare ad ampia banda solo perché è modulato in fase e serve mantenere quella. La percezione invece è fortemente non lineare a approssimativa. Quante funzioni gamma ci sono? Quante correzioni di geometria dei CRT diverse? Vanno comunque tutte bene, sono tutte accettabili per via della enorme approssimazione che si compie nella riproduzione video. Il punto è che nella visione non c’è nessuna possibilità di confondere una riproduzione con un evento reale, almeno fino a che non faranno degli ologrammi. La mancanza della tridimensionalità inficia ogni possibilità di fraintendimento.
Nella musica, la tridimensionalità ed il senso di realismo possono essere molto superiori rispetto alla visione di un film, anche se lo svolgimento della trama (sonora o della storia filmata) aiuta moltissimo ad immergersi nella realtà simulata proposta dalla riproduzione dell’evento. Solo in questo aspetto vedo dei parallelismi. E delle sinergie, come ben sanno i gestori dei cinema un audio di qualità viene percepito come una migliore qualità del video.
A me sentire un basso tuba a 3m accompagnato da diverse fisarmoniche e un intero stage di fiati e un coro slavo fa più impressione di un pianoforte che suona Chopin.
Chissà chi dei 2 ha un senso della dinamica più corretto ?

Originally posted by mauropenasa - 22/01/2008 :  13:02:24
In quanto alla dinamica, ho anche esplicitato meglio cosa si intende, o almeno intendevo in quel contesto. Non è la quantità di casino che puoi fare, ma il contrasto violento, l’accelerazione improvvisa del ritmo e del volume. Se vuoi, l’analogo video di un segnale dinamico sarebbe l’apparire improvviso di un oggetto chiaro in un fondo scuro. Chopin ha lampi che squarciano il buio, Bregovich, un uniforme giallo variamente modulato, gli U2 varie tinte di grigio.

Sulla tua ultima chiosa, credimi, è un tuo problema il vedere sempre ogni intervento come una sfida. Io dai tuoi lavori ho imparato molto, così come da molti altri presenti nel forum. Una discussione seria porta a ciascuno gli elementi per approfondire e trovare la soluzione adatta al suo caso e ai suoi mezzi. Un arroccamento su chi è "il meglio" è al contrario sterile e forse comprensibile solo in altri contesti.

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Messaggio da mark129 »

Il punto è che nella visione non c’è nessuna possibilità di confondere una riproduzione con un evento reale, almeno fino a che non faranno degli ologrammi.
Originally posted by plovati - 22/01/2008 : 14:01:36
Questo vale pure per l'audio: non c'e` nessuna possibilita` di confondere una riproduzione con un evento reale, nessuna.

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Messaggio da Giaime »

nella mia ignoranza io non vedo varianza (o invarianza) ne nei triodi ne nei bjt...
... tanto meno non so capacitarmi (o meglio non riesco a capire/quantificare) che fenomeni termici, di vibrazione e elettrostatici possano influire pesantemente su un circuito tanto da renderlo tempo variante.
...qualcuno giustamente fa il paragone con delle scintille...innocue da sole, mortali se poste vicine alla benzina.

Originally posted by marziom - 22/01/2008 : 13:34:26
Beh, i fenomeni di "memoria termica" dei circuiti audio sono stati verificati da più di un autocostruttore (v. ad es. qui), da un paio di brevetti di una ditta (Lavardin, n° 5512858 e 5635874), e persino su una pubblicazione relativa ad una convention dell'AES*... mica pizza e fichi, come qualcuno poco prima diceva.

Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...

E poi, per favore, non insultiamo la nostra (vostra :oops: ) intelligenza. Un sistema che prevede dispositivi di amplificazione con un così spiccato effetto microfonico, come i tubi a vuoto, già per principio (prima ancora di ogni tipo di misurazione, e di discorso anti-misurazionista invariante etc etc) andrebbe del tutto lasciato perdere se si vuole parlare di problemi di memoria ; )

... o era un'argomentazione tanto per fare, giusto per mettere a posto la disparità tra i risultati soggettivi e l'argomento di cui volta per volta si parla? No perchè a me pare che parliamo spesso di problemi diversi, ma la superiorità di questi mitici tubi viene fuori con sempre le solite (e puntualmente smontate) argomentazioni :o

* Gérard Perrot, Measurement of a Neglected Circuit Characteristic presentato alla 100a convention, Copenhagen 11-14 Maggio 1996.

Ciao!
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Messaggio da mark129 »

Beh, i fenomeni di "memoria termica" dei circuiti audio sono stati verificati da più di un autocostruttore (v. ad es. qui), da un paio di brevetti di una ditta (Lavardin, n° 5512858 e 5635874), e persino su una pubblicazione relativa ad una convention dell'AES*... mica pizza e fichi, come qualcuno poco prima diceva.
Originally posted by Giaime - 22/01/2008 : 16:27:21
Ma li hai letti anche questi contributi? Mi pare che siano dei pizza e fichi un po' auto-referenziali.

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Messaggio da MBaudino »


Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...



Originally posted by Giaime - 22/01/2008 :  16:27:21
Ciao Giaime, chiariscimi una cosa.
Le valvole hanno indubbiamente un enorme effetto memoria termica in condizioni statiche o in classe AB/B (le curve caratteristiche si spostano di molto con la potenza dissipata).
Tuttavia non vedo come un triodo in classe A ne possa minimamente risentire in condizioni dinamiche, a meno dell' incidenza della rettificazione che è però marginale nel caso di triodi molto lineari e decorosa dissipazione, se usati con diffusori a buona efficienza e quindi con swing corrispondenti a poche centinaia di mW.
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Messaggio da UnixMan »

Manco a dirlo, che nel sistema a triodi il residuo dovuto alla memoria termica era di vari ordini di grandezza superiore a tutti gli amplificatori a transistor analizzati...


Originariamente inviato da Giaime - 22/01/2008 :  16:27:21
?!?!?! :o

Giaime, vatti a rileggere meglio la cosa... e` esattamente il contrario, l'effetto memoria del sistema a triodi era ordini di grandezza INFERIORE al sistema a stato solido convenzionale!



Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

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Messaggio da Giaime »

Ciao Giaime, chiariscimi una cosa.
Le valvole hanno indubbiamente un enorme effetto memoria termica in condizioni statiche o in classe AB/B (le curve caratteristiche si spostano di molto con la potenza dissipata).
Tuttavia non vedo come un triodo in classe A ne possa minimamente risentire in condizioni dinamiche, a meno dell' incidenza della rettificazione che è però marginale nel caso di triodi molto lineari e decorosa dissipazione, se usati con diffusori a buona efficienza e quindi con swing corrispondenti a poche centinaia di mW.
Mauro

Originally posted by MBaudino - 22/01/2008 : 17:11:06
E' vero: finchè lavori a potenza dissipata costante (e questo si può fare indipendentemente dalla tecnologia dei dispositivi usati...) il componente di per sè non ha problemi particolari di memoria.

Negli ampli a tubi il problema sono le tantissime costanti di tempo che si vengono a creare (ce ne sono da riempire pagine), per non parlare poi del trasformatore d'uscita...

Ma scusa, e tutti i discorsi sull'accoppiamento AC da evitare (causa cattivo recovery dal clipping, condizione quella di sovraccarico così comune sui 3-10W che popolano le case degli audiofili e/o autocostruttori...)? Non è memoria quella?

Da quando in qua scaricare 47pF attraverso un VAS è peggio che scaricare 220nF attraverso una R di fuga da 100k? :o
Giaime, vatti a rileggere meglio la cosa... e` esattamente il contrario, l'effetto memoria del sistema a triodi era ordini di grandezza INFERIORE al sistema a stato solido convenzionale!

Originally posted by UnixMan - 22/01/2008 : 17:28:10
Forse stiamo parlando di due cose diverse. A me i grafici paiono piuttosto evidenti:
Immagine
(scusa per la qualità... si dovrebbe capire)

L'articolo è estremamente poco chiaro in merito infatti: è evidente che il segnale di memoria è massimo (quindi la performance peggiore) nell'amplificatore a valvole, salvo poi parlare di "correlazione" di questo dato con i "listening tests" (ma se sono contraddittori? Già questo basterebbe a invalidare tutto l'ambaradan messo su...), salvo poi salvarsi al novantesimo minuto parlando del "memory free" amplifier (a transistor), che pure i valvolaristi incalliti hanno preferito (non si sa con che metodo sia fatto il test, ma comunque...) al valvolare...

Quindi memoria bassa o alta? L'autore pare non saperlo, infatti alla fine conclude dicendo che il piccolo (????) effetto memoria dei valvolari è il motivo probabile del loro buon suono :D

Lascia perdere le conclusioni sconclusionate dell'autore, pensa alle misure... quelle sono indiscutibili. O no? Ci sono più o meno costanti di tempo in banda nel SE a tubi o nell'ampli a stato solido correttamente progettato? :D

E' pur vero che si tratta di due tipi di memoria diversa... termica e elettrica... l'effetto quello è.

Ciao!
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