Sand games... (esperimenti a stato solido)

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Sand games... (esperimenti a stato solido)

Messaggio da UnixMan »

Ciao a tutti,

io che notoriamente sono un "tubista", cosi` x divertimento ho giocato un po` con la sabbia...

date una occhiata a questo test reverse driven (o inverse driven che dir si voglia):

Immagine



Ciao,
Paolo.
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«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Messaggio da mariovalvola »

Se andiamo a recuperare la famosa discussione di Mauro Penasa, tu hai costruito un amplificatore con un fattore di smorzamento molto più costante al variare della frequenza. (se ho capito bene) Puoi dirci qualcosa di più? :oops: :grin: :oops:

Mario Straneo
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Messaggio da UnixMan »

Se andiamo a recuperare la famosa discussione di Mauro Penasa, tu hai costruito un amplificatore con un fattore di smorzamento molto più costante al variare della frequenza. (se ho capito bene)
si`, ed anche la sfasamento e` ottimo, rimanendo nullo o quasi su tutta la banda audio. Ovviamente, va` fatto notare il fattore di scala; in senso assoluto il DF e` (volutamente) moolto piu` basso di quello e.g. di un my_ref e questo semplifica notevolmente le cose.

Ma non finisce qui`... infatti, questo "oggetto misterioso" (eh si`, voglio farvi stare ancora un po` sulle spine e giocare un po` anche con voi... ; ) :grin: ) ha anche alcune altre caratteristiche interessanti.

Andiamo a vedere come si comporta al variare del carico... ho simulato carichi variabili tra 0.125 ohm (praticamente un corto circuito) ed 1Mohm (praticamente un cavo staccato :D ).

Questa e` l'analisi nel dominio del tempo; il primo grafico, forse un po` inusuale, mostra l'andamento della potenza (di picco) sul carico rispetto alla tensione in ingresso al variare del carico stesso, mentre in quelli che seguono vediamo il piu` convenzionale grafico dell'andamento della tensione di uscita nonche` quello della corrispondente potenza sul carico rispetto al tempo, sempre al variare del carico (tensione di ingresso costante):

Immagine

Immagine

sorpresa, sorpresa! :o ; )

nonostante stiamo pilotando "energicamente" l'ingresso (sul carico "nominale" di 8 ohm abbiamo circa una 15ina di Watt RMS), l'amplificatore "non si scompone" e rimane perfettamente lineare perfino su un "corto circuito"! :)

Infine, per completezza ecco l'analisi nel dominio della frequenza (anche in questo caso al variare del carico):

Immagine


Ciao,
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Messaggio da plovati »

Dì la verità.. stai usando un pentodo in uscita e un solo operazionale in reazione, altro che tutta sabbia... :)

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Messaggio da andypairo »

L'aggeggio sembra interessante (anche se tropo misterioso imho :D )

Mi interessa però avere qualche dritta su come hai fatto i grafici: sembra che siano di Microcap , che ho anch'io e che vorrei imparare ad usare meglio.

Come si fa a fare un'analiso col carico "stepped"?
Ciao

Andrea
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Messaggio da UnixMan »

Dì la verità.. stai usando un pentodo in uscita e un solo operazionale in reazione, altro che tutta sabbia... :)


Originally posted by plovati - 04/01/2008 :  10:08:09
no-no, niente tubi stavolta... :D

solo bacarozzi ed un mix di NFB in tensione e corrente.


Ciao,
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Messaggio da UnixMan »

L'aggeggio sembra interessante (anche se tropo misterioso imho :D )
va` beh, ogni bel gioco dura poco... :grin: e` ora di svelare il mistero... che in realta` non ha nulla di misterioso. :D

Si tratta di una semplice rielaborazione del mio vecchio "giocattolo" con DF variabile (un banale NIGC modificato con NFB misto tensione+corrente) che avevo fatto a suo tempo per sperimentare "uditivamente" l'effetto di differenti DF. Stavolta ho eliminato i trimmer e rivisto la rete di NFB per ottenere, oltre ad un miglior bilanciamento delle impedenze viste dagli ingressi dell'op-amp quantomeno in DC, l'effetto che ho un po` pomposamente battezzato "neverclip". :oops:

In pratica ho dimensionando la rete di NFB in modo che, in corrispondenza alla tensione di ingresso che produrrebbe la max tensione di picco possibile sull'uscita "aperta" (in questo caso ~32V), con l'uscita in corto-circuito produca una corrente pari a quella max erogabile dal chip senza clipping.

In questo modo, l'unico modo per "mandare in crisi" l'ampli e` eccedere con il volume oltre quella che e` la max "potenza di targa" sul carico nominale... ovvero in questo caso circa 15Wrms su 8ohm.

Se non si eccede questo limite (che con diffusori di sensibilita` appena decente in ambienti normali non e` neanche poi cosi` stringente...) l'ampli resta sempre e comunque lineare indipendentemente dal comportamento del carico (ecco perche` "never clip"), comportandosi come un generatore di corrente controllato in tensione laddove il carico dovesse scendere ad impedenze molto basse e come un generatore di tensione laddove il carico salisse ad impedenze molto elevate.

Questo e` un'altro vecchio "pallino" che avevo in testa da tempo... avendo a che fare con carichi complessi come sono i diffusori (tanto piu` se a piu` di una via) e segnali complessi quanto imprevedibili come sono quelli musicali, l'unico modo per essere sicuri di non avere sorprese e` NON fare alcuna assunzione sul comportamento del carico ed assicurarsi quindi che l'amplificatore sia in grado di gestire normalmente e senza scomporsi minimamente qualsiasi situazione, incluse quelle piu` estreme e, almeno apparentemente, improbabili (quindi anche casi limite come corto circuito e circuito aperto e magari con bruschi passaggi dall'uno all'altro).

Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL! :D

(questo pero` IMHO non e` un grosso problema perche`, come nel caso degli ampli a tubi, la potenza "max" e` pienamente sfruttabile e quindi in realta` ne basta ben poca).

Sara` un caso ma, sebbene abbia i suoi difetti, se non si esagera con il volume, all'ascolto l'oggetto in questione ha un suono incredibilmente "liscio" e privo di qualsiasi "indurimento", "ingolfamento" o "confusione". Insomma, ad un ascolto distratto potrebbe essere perfino scambiato per un valvolare! ; )

Anzi, probabilmente proprio a causa del suo maggior difetto -i bassi decisamente "poco controllati"- certi detrattori dei tubi lo scambierebbero senza dubbio per un valvolare... (peccato che invece i miei veri valvolari NON abbiano alcun problema di controllo dei bassi, ma questa e` un'altra storia! ; ) )

BTW, lo smorzamento decisamente scarsino in questo caso e` legato ai soli 4A di cui sono capaci i 3875 che avevo a disposizione; sono sicuro che con una 20ina di A ottenibili e.g. da un paio di 3886 messi in parallelo (in configurazione HCP) si potrebbe portare il DF ad un livello piu` che sufficente a far svanire completamente il problema...
Mi interessa però avere qualche dritta su come hai fatto i grafici: sembra che siano di Microcap , che ho anch'io e che vorrei imparare ad usare meglio.

Come si fa a fare un'analiso col carico "stepped"?


Originally posted by andypairo - 04/01/2008 :  10:49:24
si`, sono fatti con MicroCAP... anche se vorrei passare ad usare LTSpice (o SwitcherCAD III che dir si voglia) che, oltre a non avere le limitazioni della demo di MC, se non altro funziona molto meglio sotto Linux (alla LT non hanno purtroppo realizzato una versione Linux nativa ma, almeno, sono stati cosi` gentili da introdurre delle ottimizzazioni specifiche per farlo funzionare al meglio con Wine). Pero`, prima di scoprire SW3 avevo preso una certa dimestichezza con MC e, si sa`, una volta imparato qualcosa, la pigrizia di non ricominciare tutto da capo... :x

BTW: fare analisi stepped con MC e` facilissimo: basta aprire il dialog relativo (dopo essere entrato in una modalita` di analisi ci si arriva attraverso i menu` o direttamente con il tasto F11) e specificare che cosa si vuole far variare... si puo` fare stepping su qualsiasi cosa: elementi simbolici, parametri dei componenti, temperatura, etc, nonche` specificare i valori di stepping in vari modi, inclusa una lista esplicita dei valori da usare.

Poiche` un esempio vale piu` di mille parole, se vuoi ti mando in pvt qualche .cir...


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Messaggio da UnixMan »

ops, dimenticavo: anche se ormai e` abbastanza ovvio com'e` fatto, ecco lo schema:

Immagine

mmh, ora che lo rivedo, in questo schema c'e` un piccolo errore: Ri e` da 82K, non 100K, ma a parte l'offset DC (ed un po` la curva di attenuazione data con il potenziometro) non cambia molto.

BTW, se in casa avete un GC (e/o il materiale necessario) buttato da qualche parte e volete divertirvi a provare questa configurazione, vi conviene ricalcolare la rete di NFB in funzione dell'impedenza di ingresso che volete ottenere... cioe` del pot. di volume (preferibilmente lineare!) che volete usare. :)

In questo caso io ne ho scelto uno da 100K in primo luogo perche` ne avevo uno disponibile ed in secondo per avere una imp. di ingresso che non creasse problemi di interfacciamento anche con sorgenti dotate di uscita a valvole con Zout relativamente alte.

La Ri deve avere lo stesso valore del potenziometro (perche` allora io ho messo 82K? e` una storia lunga... ragioni "storiche" sul prototipo :D ), cosi` come la resistenza "vista" dall'ingresso invertente dell'op-amp, cioe` R1//(R4+(R3//R5)) che deve essere quanto piu` possibile vicina ad Ri per minimizzare l'offset DC ed ottimizzare il funzionamento dell'op-amp (l'ideale sarebbe avere un bilanciamento perfetto anche in banda audio, ma la cosa non si poteva fare senza complicare il circuito... :D ).

IMHO almeno in questo caso e` bene che R3 ed R5 siano sempre >> RL (anche nei picchi di risonanza) in modo da minimizzare l'influenza del carico sul funzionamento del circuito, quindi anche se avete sorgenti a bassa impedenza eviterei di scendere troppo con la resistenza.

Se poi avete a disposizione un paio di 3886 anziche` di 3875, ripetete la progettazione seguendo quanto dicevo nel post precedente: otterrete uno smorzamento molto migliore e quindi non solo un giocattolo (ancorche` simpatico e gradevole da ascoltare) ma, forse, addirittura un "vero" ampli utilizzabile... :)


Ciao,
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Messaggio da andypairo »

Mi manderesti i modelli spice per gli LM3875 e 3886 (e magari LM4780)National?

Ciao

Andrea
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Messaggio da UnixMan »

Mi manderesti i modelli spice per gli LM3875 e 3886 (e magari LM4780)National?


Originally posted by andypairo - 04/01/2008 :  20:51:15
purtroppo non ho modelli specifici... che io sappia purtroppo per questi chip la National non ne ha mai pubblicati. :(

Per poter fare qualche simulazione non ho fatto altro che impostare i parametri nel modello di op-amp generico di MC con i valori presi dai DataSheet corrispondenti (se non ricordo male disse di aver fatto cosi` anche Mauro).

BTW, ecco i parametri che ho usato per il 3875:

Codice: Seleziona tutto

*** From file C:\MC7\LIBRARY\LM3875.LBR
*** LM3875 with typical values
.MODEL LM3875 OPA (LEVEL=3 C=10P A=1T ROUTAC=250M ROUTDC=500M IOFF=200N
+ SRP=11MEG SRN=11MEG IBIAS=1U VEE=-84 VCC=84 VPS=80 VNS=-80 CMRR=1T GBW=8MEG
+ PD=125 IOSC=4)
edit: N.B.: la "M" anche se maiuscola sta` sempre ad indicare "milli"!

per la verita` il "modello" lo avevo fatto parecchio tempo fa`... nel postarlo per sicurezza lo stavo ricontrollando... a quanto vedo, x l'offset e la max corrente di uscita ho messo il caso peggiore anziche` quello tipico e questo era voluto... ci sono poi alcuni dati che non sono riportati direttamente nel D.S. e di cui non sono sicuro (non ricordo piu` [:xx(]) come ho ottenuto il valore. Potrei essere stato scrupoloso ed averli ricavati e/o stimati in qualche modo a partire dai dati disponibili, ma se invece andavo di fretta potrei anche averci messo dei valori piu` o meno "a capocchia"... quindi non prendetelo per oro colato e ricontrollate! (e magari avvertitemi se ci dovesse essere qualche valore sballato o cmq migliorabile! :oops: ).


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Messaggio da plovati »

Si tratta di una semplice rielaborazione del mio vecchio "giocattolo" con DF variabile (un banale NIGC modificato con NFB misto tensione+corrente) che avevo fatto a suo tempo per sperimentare "uditivamente" l'effetto di differenti DF.
Originally posted by UnixMan - 04/01/2008 :  19:15:58
Puoi raccontarci di più del test a vari DF?
Alla fine quanto vale il DF nominale di questo ampli?

Ti ricordi come si chiamava la discussione sul pilotaggio in potenza, dalla quale credo sei partito? Non la ritrovo più.


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Messaggio da andypairo »

Dopo un po' di difficoltà per utilizzare il modello sono riuscito a replicare i grafici di Paolo.

L'impedenza di uscita, se ho fatto bene i conti, è di circa 1mOhm, costante sulla banda audio in modulo e fase.
Il DF nominale su 8 Ohm è 125.

Ciao

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Messaggio da mauropenasa »

Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL!
Paolo, il DF non dipende da questi parametri, ma dalla Zout che imposti nel generatore. Disporre di una capacità energetica alla fonte non ha nulla a che vedere con la Zout impostata da un banale circuito U/I sviluppato su opamp. (fatto salvo una decenza di prevenzione dei parametri di lavoro di un circuito).

Per i ragazzi che possono seguire (e fraintendere):

Il circuito di Paolo deriva da applicazioni di questo tipo:

http://sound.westhost.com/project56.htm

L' impedenza di uscita dipende, nella situazione citata (ed in quella di Paolo) dal rapporto tra il guadagno (in tensione) definito dalla rete intorno al opamp e la resistenza di sensing di corrente.

Paolo ha usato una cella di NFB in tensione definita T-net, che altro non è che una "moltiplica di gain" determinata dalla ripartizione di tensione generata.
Nel caso specifico:

Zout = Rs* (R1+Requ/R1)

dove Requ è determinata dai rapporti di T-net = Requ= R4*(1+R3/R5)

(formulazione fatta ad occhio... verificate pure se non vi fidate....)


Ne consegue una Zout specifica intorno ai 5,7ohm, peraltro chiaramente visibile nei grafici livello out versus carico....

A tale riguardo, se si suppone un generatore con Zout di quei valori, innanzitutto il DF risulta di valori prossimi al unitario, per cui un grafico reverse driven deve plottare valori di circa -7dB, non di -23dB.

Come seconda considerazione, è noto che un generatore ad impedenza prossima a quella del carico non ha la possibilità fisica di imporre ne variazioni importanti di DF versus frequenza ne di fase.
un generatore di corrente NON ha una fase (di tensione) propria, ed aderisce totalmente alla fase (di tensione) del nodo a minore impedenza presente nella maglia che pilota.

Riguardo le solite teorie di Paolo sulla presunta superiorità di questo metodo di pilotaggio, invito a ripassare (meglio, viste le imprecisioni di valutazione precedenti) i 2 prinicipi di Kirchhoff, ipotizzando di essere di fronte ad un carico complesso comprensivo di filtri RLC....
Un conto è "credere" che un siffatto circuito non si "ingolfi" per cui "non debba essere messo in crisi da una cella complessa", un conto è analizzare cosa realmente accade nel carico. A titolo di cronaca, sempre stante a Kirchhoff, tutto quello che "non si vede" in tensione sulle uscite dell' ampli, esiste (in corrente, in questo caso) nelle maglie complesse del carico, e vice versa.....

PS: non ci fidiamo sempre di quello che i simulatori plottano, teniamoci i prontuari di elettrotecnica sempre sotto mano....

PS2:
A me pare che la Zout di questo circuito non "vari dinamicamente", almeno fintanto che l' opamp risponde ai rapporti di NFB impostati qui....
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Messaggio da UnixMan »

Scusate il ritardo... stavo rispondendo a PG quando ho riguardato il primo grafico e mi sono accorto di qualcosa che non quadrava... ci sono quasi 20dB di troppo! :o (fortuna che ero stato io a dire di tenere d'occhio il fattore di scala... :oops: a quanto pare io x primo non lo avevo neanche visto! :( )

Cosi` sono andato a riguardare come avesse fatto ad uscire fuori quel risutato... ed ho scoperto una svista pazzesca... mi ero scordato di 100 ohm di Ri nel generatore! :x
Puoi raccontarci di più del test a vari DF?

Originally posted by plovati - 05/01/2008 : 10:41:22
e` passato un mucchio di tempo... se non erro ne avevamo gia` parlato. BTW, in breve, le conclusioni (soggettive e poco... conclusive :) ) sono state le seguenti.

Con DF elevato il suono che si otteneva aveva le caratteristiche tipiche dei "Gain Clone" e comuni alla maggior parte degli ampli a stato solido "mainstream": "ruvido", poco interessante (come se fosse lento o poco dinamico), con una sensazione di artificiosita` e di mancanza di "vita", oltre che fastidioso a lungo andare (fatica d'ascolto).

Riducendo il DF fino a poche unita` il suono diventava evidentemente piu` "liscio" ed anche piu` "vivo" (come se fosse piu` dinamico e veloce). Per contro, ovviamente, specie con alcuni diffusori si va` perdendo il controllo sui bassi tanto piu` si riduce il DF.

BTW, con diffusori che non hanno bassi eccessivi e/o fuori controllo di per se` stessi unitamente ad un posizionamento adeguato, un DF di poche unita` e` gia` piu` che sufficente per avere un suono "naturale" con bassi controllati.
Alla fine quanto vale il DF nominale di questo ampli?
e` nell'ordine dell'unita`... Zout prossima a 8 ohm (non a caso dicevo che il suo piu` grosso problema e` la pressoche` totale mancanza di controllo in basso).
Ti ricordi come si chiamava la discussione sul pilotaggio in potenza, dalla quale credo sei partito? Non la ritrovo più.
no... forse "power drive"?


Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

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Messaggio da UnixMan »

Dopo un po' di difficoltà per utilizzare il modello sono riuscito a replicare i grafici di Paolo.

L'impedenza di uscita, se ho fatto bene i conti, è di circa 1mOhm, costante sulla banda audio in modulo e fase.
Il DF nominale su 8 Ohm è 125.


Originally posted by andypairo - 06/01/2008 :  11:37:32
...come hai fatto a replicare un errore che nello schema non si vede?!? :o :grin:

scherzi a parte, se non ci sono errori grossolani, ottenere un DF cosi` alto con un andamento cosi` piatto sarebbe un risultato a dir poco MOLTO interessante! (...ancorche` alquanto diverso da quello che stavi cercando di replicare! :D )


Ciao,
Paolo.
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Messaggio da andypairo »

Sembrerebbe che io abbia preso una cantonata, comunque il DF l'ho stimato in questo modo: Generatore con Rserie 1 Ohm in uscita (tra Rl+ e Rl-), ingresso con pot a zero. RL= 1M per non falsare.
Insomma qualcosa di tipo "reverse driven", con VRl/VRserie ad indicare l'impedenza di uscita.

Immagine

Azz.. ecco l'errore!! 1M non è 1 Mega ma 1 milli.... che poi rimane l'impedenza "incriminata".
Vabbuò mi inginocchio sui ceci....
La "misura" con Microcap mi da circa 7 ,6 Ohm

Ciao

Andrea
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Messaggio da UnixMan »

Ciao Mauro,

bentornato, che piacere risentirti! :)
Con il semplice espediente di cui sopra, il gioco e` fatto. Ovviamente si paga un prezzo: il DF "nominale" (nominale perche` il DF cosi` come anche l'effettiva impedenza di uscita variano dinamicamente con il carico), potenza max e capacita` di erogazione di corrente dell'ampli sono strettamente legati e non si possono ottenere DF elevati e potenze elevate allo stesso tempo... a meno di non fare un ampli capace di erogare correnti da centrale ENEL!
Paolo, il DF non dipende da questi parametri, ma dalla Zout che imposti nel generatore. Disporre di una capacità energetica alla fonte non ha nulla a che vedere con la Zout impostata da un banale circuito U/I sviluppato su opamp. (fatto salvo una decenza di prevenzione dei parametri di lavoro di un circuito).


Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 : 13:38:11
mmmh, magari mi sono espresso male, ma non hai capito cosa intendevo dire! Quello che intendevo e` che la condizione e` necessaria per mantenere la caratteristica di "neverclip". Se per evitare fraintendimenti vogliamo tradurre il tutto in formule, dati:

Vclip = max tensione di uscita
Iclip = max corrente di uscita

La caratteristica di cui parlavo la si puo` ottenere solo quando:

Zout = Vclip / Iclip

quindi, se si vogliono ottenere potenze elevate (Vclip alte) e DF elevati (Zout bassa), Iclip deve necessariamente essere molto alta.

Cmq., x tornare alle esperienze di ascolto soggettive, IME avere DF "troppo" alti e` assolutamente deleterio rispetto alla qualita` percepita...
Ne consegue una Zout specifica intorno ai 5,7ohm, peraltro chiaramente visibile nei grafici livello out versus carico....

A tale riguardo, se si suppone un generatore con Zout di quei valori, innanzitutto il DF risulta di valori prossimi al unitario, per cui un grafico reverse driven deve plottare valori di circa -7dB, non di -23dB.
infatti... questa e` la simulazione "reverse driven" corretta:
Immagine
Un conto è "credere" che un siffatto circuito non si "ingolfi" per cui "non debba essere messo in crisi da una cella complessa", un conto è analizzare cosa realmente accade nel carico. A titolo di cronaca, sempre stante a Kirchhoff, tutto quello che "non si vede" in tensione sulle uscite dell' ampli, esiste (in corrente, in questo caso) nelle maglie complesse del carico, e vice versa.....
ahem, Mauro, altra incomprensione... i termini "ingolfamento", etc io li ho usati parlando di sensazioni di ascolto, nulla a che vedere con quello che succede o meno a livello elettrico.

L'unica cosa che ho detto a livello elettrico e` il fatto che, fintanto che non si eccede una certa tensione max in ingresso, quel circuitino resta sempre e comunque lineare a prescindere da quello che fa` il carico (poco importa in questo caso se sia attivo o reattivo).

E IMO/IME questa e` una caratteristica importante per la qualita` percepita.

PS2:
A me pare che la Zout di questo circuito non "vari dinamicamente", almeno fintanto che l' opamp risponde ai rapporti di NFB impostati qui....
qui` hai ragione... avevo in mente un altro progetto a cui sto` lavorando (e che dovrebbe avere quella caratteristica, per poter avere DF bassi sul carico nominale che crescano il piu` rapidamente possibile in corrispondenza delle risonanze) ed ho fatto confusione.

Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.

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Messaggio da mauropenasa »

Ciao Paolo,
Non voglio essere frainteso neanche io.
Ho capito il tuo punto, si cui discutemmo a lungo in passato.
La mia affermazione non verte ovviamente a confermare che lo stato di pilotaggio, visto ai capi del ampli (ed in tensione) non sia meno critico che nelle condizioni di elevato DF e/o con NFB ecc.... Visto che anche nelle simulazioni è facile notare tendenze a sovraelongazioni strane.
Il mio punto, già ribadito in passato, è che di norma, dato un carico più o meno complesso, le dinamiche di assestamento che non vedi in tensione avvengono nel dominio della corrente e viceversa.
Se rintracci alcuni test che feci su altoparlante reale su questo forum, dove plottai le dinamiche di assestamento di tensione e di corrente (si parlava di "presunti sovraccarichi dinamici dati dai diffusori reali), vedi che se io attenuo uno scalino di tensione (dinamico) ne aumento uno di corrente, e viceversa. Questo accade perchè nei diffusori, come in qualsiasi macchina elettromagnetica reale, il passaggio da uno stato di quiete (o stazionario) ad uno di movimento richiede un tempo finito, perfettamente rappresentato dalle componenti reattive usate nei modelli matematici.
Data una energia istantanea (o sufficientemente disponibile in tempi << di quelli di inerzia del sistema meccanico) fornita, possiamo solo scegliere se mantenere stabile la tensione (elevato DF) o la corrente (Bassissimo o nullo DF). Stabilito questo, assisteremo alla fluttuazione del parametro lasciato libero, quindi tensione o corrente (si vede benissimo nei plot che postai a suo tempo...).
apparentemente, in un sistema magnetico puro (al limite del singolo altoparlante non compensato) le fluttuazioni di corrente (in fase di ecccitazione) sembrano più becere di fluttuazioni di tensione.
Io credo invece che essendo l' unica causa di movimento (la corrente), il fatto che essa vari indica che il sistema motore si sta autoadattando (per via delle back-emf) al suo movimento, in modo naturale.
Viceversa, generando una corrente e mantenendola più stabile, si impedisce alla tensione ai capi del motore (con le sue componenti back-emf) di "frenare".
Presumo che questo sia all' origine di alcune sensazioni di ascolto, ma si badi, nello stesso sito di elliott si vedono bene le reali condizioni che questo crea dal punto di vista della coerenza elettro/acustica. Spikes e sovraelongazioni acustiche in prossimità degli attacchi violenti e altro.

Quello che appare o piace non è detto che sia anche "corretto" dal punto di vista della sua funzione di trasferimento.

Ribadisco alla noia poi che accetto (ed esorto, in alcuni casi) tranquillamente un pilotaggio in potenza o in corrente di un singolo trasduttore elettromagnetico, ma nessuno mi dimostrerà mai che una rete complessa di crossover possa essere pilotata alla stregua (leggi senza conseguenze tangibili e misurabili) sia in tensione che in corrente che in potenza. Basta vedere il comportamento diverso dei vari componenti reattivi nelle varie condizioni di lavoro per capire agevolmente di cosa parlo.
Il mio pensiero è tutto qui.
Ci sono un sacco di cose da discutere sulle THD dinamiche e statiche presenti nelle componenti di back-emf, componenti che molti progettisti di diffusori tendono ad insabbiare in cross incasinati (e quindi aumentano o diminuiscono le THD di conseguenza, quasi sempre in ordine caotico, salvo gridare al miracolo quando indovinano la combinazione) senza manco rendersene conto, ma questo è un ' altro problema....

Ultima chiosa, vorrei porre l' attenzione sul fatto che se ripeti le stesse misure (e simulazioni) ponendo il generatore di ingresso a 8ohm, ottieni le stesse caratteristiche di DF e fase (ovviamente senza le componenti di attenuazione HF date dalla degenerazione R Cinput dell' amp) di questo circuito, compreso quindi anche la stessa "sonorità".
L' unica differenza starebbe che in un caso adatti la potenza dissipata in modo dinamico sul chips mentre con la R 8ohm perdi tutta la potenza in calore....

ciao

Mauro
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Messaggio da plovati »

Presumo che questo sia all' origine di alcune sensazioni di ascolto, ma si badi, nello stesso sito di elliott si vedono bene le reali condizioni che questo crea dal punto di vista della coerenza elettro/acustica. Spikes e sovraelongazioni acustiche in prossimità degli attacchi violenti e altro.


Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 : 21:34:47
Buon punto. Se consideri che spesso le registrazioni sono compresse, un comportamento siffatto potrebbe giustificare la migliore naturalezza percepita. Fanno da espansore di dinamica in un certo senso, recuperando in parte quanto ha tolto il tecnico in sala di mixaggio.
Quello che appare o piace non è detto che sia anche "corretto" dal punto di vista della sua funzione di trasferimento.

Originally posted by mauropenasa - 07/01/2008 :  21:34:47
Idem come sopra, se la registrazione è passata attraverso un compressore nonlineare ( e spesso lo è) la funzione di trasferimento corretta non è detto sia una retta :)

Proposta di test: il miglior comportamento all'ascolto con DF unitario che notava Paolo lo si ha anche con brani presi da SACD audiofili o per esempio le registrazioni di epidauro?


EDIT sistemato il quoting sballato.

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Messaggio da mauropenasa »

Idem come sopra, se la registrazione è passata attraverso un compressore nonlineare ( e spesso lo è) la funzione di trasferimento corretta non è detto sia una retta
Non è difficile rispondere.
Il primo problema è stabilire se un trasduttore di segnale debba o non debba tendere alla linearità, posto che questo sarebbe il presupposto alla base dell' incisione.
Il secondo problema, posta la scelta di manipolare deliberatamente un segnale, si pone nel "come", ossia in che condizioni di "non linearità", a che livello ecc... si debba lavorare.
In tutti i casi, gli orientamenti di decompressione porrebbero l' accento sull'uso di specifici manipolatori di segnale elettronici, non sugli ampli finali.
Le variazioni basate sul DF, poste pure vissute positivamente, sarebbero estremamente variabili in funzione dei trasduttori usati, definendo di fatto la necessità di combinare sistemi chiusi. A quel punto tanto vale usare tecniche complesse di servomeccanismi elettro assistiti e fare diffusori mirati.

Mauro
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