Per la verifica della impedenza di uscita di solito opero mettendo in uscita all'apparecchio una resistenza piu' o meno del valore che mi aspetto l'apparecchio possa avere. (per formare un partitore)
Dopo di che verifico con un voltometro e quando ottengo la meta' della misura senza carico so che quella resistenza e' la impedenza di uscita dell'apparecchio.
Spero di essere stato chiaro.
Il dubbio ce l'ho per un finale.
Se un finale valvolare ha una impedenza di uscita ipotetica di 1,5 ohm,
in teoria dovrei mettere in uscita una resistenza da 1,5 ohm per formare un partitore e verificare con il voltometro come sopra.
Ho il dubbio pero, per una resistenza cosi bassa, che si possa bruciare qualche cosa.
In fondo 1,5 ohm e' quasi un corto, oppure vado tranquillo....?
gabriele
Verifica impedenza di uscita
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Dovresti anche evitare di riscaldare la resistenza. E' sufficiente mantenere basso il livello di uscita, qualche centinaio di mV.
Se vuoi verificare come varia l' impedenza di uscita al crescere della tansione, usa una resistenza di maggiore valore, es. 8,2 ohm ( di W opportuni e ben aerata), e fai i calcoli in base alla tensione letta a vuoto e su 8.2 ohm.
Ciao
Se vuoi verificare come varia l' impedenza di uscita al crescere della tansione, usa una resistenza di maggiore valore, es. 8,2 ohm ( di W opportuni e ben aerata), e fai i calcoli in base alla tensione letta a vuoto e su 8.2 ohm.
Ciao
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Quindi provo tranquillo con una resistenza da 1,5 ohm debitamente corrazzata?Dovresti anche evitare di riscaldare la resistenza. E' sufficiente mantenere basso il livello di uscita, qualche centinaio di mV.
Se vuoi verificare come varia l' impedenza di uscita al crescere della tansione, usa una resistenza di maggiore valore, es. 8,2 ohm ( di W opportuni e ben aerata), e fai i calcoli in base alla tensione letta a vuoto e su 8.2 ohm.
Ciao
Originally posted by MBaudino - 13/11/2007 : 12:03:02
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Se proprio vuoi farti seghe mentali e spaccare il capello inutilmente, la resistenza non deve scaldare (il suo valore varia); e questo è una cosa diversa dalla potenza max dissipabile. Riscaldandosi il suo valore varia leggermente. Meglio 10 resistenze da 2w a strato di carbone (quelle standard) in parallelo, tenute leggermente distanziate fra loro. Io uso una 20w corazzata su dissipatore generoso. La cosa piu' interessante (e forse utile) è vedere se e come varia la Rint alle varie frequenze e a vari livelli.
Non userei una resistenza di basso valore, perchè ti carica troppo l' anodo della finale, soprattutto se vuoi fare misure a bassa frequenza o alto livello. La valvola non patisce, ma non è la vera condizione di lavoro. Mettine una da circa 5- 8 ohm e fai i conti di conseguenza sulla base del partitore che si viene a formare fra Rint e Rext.
Mauro
Non userei una resistenza di basso valore, perchè ti carica troppo l' anodo della finale, soprattutto se vuoi fare misure a bassa frequenza o alto livello. La valvola non patisce, ma non è la vera condizione di lavoro. Mettine una da circa 5- 8 ohm e fai i conti di conseguenza sulla base del partitore che si viene a formare fra Rint e Rext.
Mauro
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