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Diaccatì

Inviato: 30 mag 2007, 21:04
da plovati
"Informazione non è conoscenza,
conoscenza non è saggezza,
saggezza non è verità,
verità non è bellezza,
bellezza non è amore,
amore non è musica.
La musica è il meglio."

(Frank Zappa)

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EDIT 20/10/08: aggiunta ulteriore nota in fondo al testo
EDIT 23 Nov 2009 trascrizione causa errata conversione nella migrazione del forum
EDIT 13 Apr 2021 aggiornato link esterno obsoleto (->nuovo sito di Dmitry Nizhegorodov)


Piccola premessa.
Questo amplificatore finale era nelle intenzioni originali destinato al contest audiofaidate, ma ritardi vari nell’approvvigionamento dei componenti e la messa a punto (non ancora completata) che si è rivelata meno semplice del previsto hanno allungato parecchio i tempi di realizzazione.
Le scelte progettuali sono state guidate dall’ambizione di realizzare un amplificatore impiegante triodi a riscaldamento diretto (DHT, italianizzato in diaccatì appunto) con il minimo numero di stadi, una ragionevole sensibilità adatta ad pre passivo e sorgente CD, una potenza di uscita prossima al classico ampli 300B da 8W e un costo non troppo superiore al diffusissimo Single-ended con EL34 o KT88.
L’altro caposaldo è l’impiego del Trasformatore universale Audiofaidate, essendo un progetto nato per il contest. Comunque anche senza quest’ultimo vincolo contingente, il TUU si adatta particolarmente a questo progetto.
Per diverse ragioni non ritengo che diaccatì sia un amplificatore facile, da principianti, nonostante si possa costruire con la normale dotazione di ogni hobbysta: tester, scheda audio PC. Meglio disporre di un oscilloscopio, specie se si vogliono sperimentare varianti, ma non è indispensabile.
NOTA BENE: nel prototipo attuale ci sono alcuni problemi e problemini da risolvere, spero di farlo con la collaborazione di altri interessati.


La scelta della valvola di potenza.
In realtà è una scelta obbligata, se non si ha il budget per una 300B o una 2A3 esotica come le Full Music: 2A3 Sovtek monoplacca. New Sensor ha da diversi anni in catalogo una 2A3 che ha un prezzo ottimo, una solidità da carroarmato russo, delle prestazioni elettriche notevoli e soniche non disprezzabili.

In precedenza avevo impiegato la 2A3 Sovtek con il punto di lavoro classico della 2A3 datasheet RCA 250V 60mA 2500ohm, pilotata dall’ancora più classica cascata di triodi stile SunAudio. Non ne ho un ricordo particolare, il Primo a memoria suona meglio; va detto che ho utilizzato ferro autocostruiti avvolti sul trapano di casa, di qualità veramente pietosa. Riprendendo in mano questa valvola, nasce ovviamente la voglia di provare qualcosa di diverso, nuovo per quanto sia possibile innovare in un campo come il monotriodo single-ended offerto da tempo in tutte le salse.

La prima considerazione fatta, dato il requisito di potenza di uscita che si vuole ottenere, ha riguardato la dissipazione e la corrente massime ammissibili per questo tubo. Diverse fonti riportano dati di tutto rispetto, specie per un tubo da 30 euro: superiore ai 20W il primo parametro e fino a 90/100mA la corrente anodica. Quelli riportati sono tutti punti di lavoro testati per anni senza sensibili abbassamenti della vita della valvola (che poi questa scenda a 5000ore piuttosto che 10000, nella pratica fa poca differenza: ascoltando diciamo 20 ore alla settimana per 50settimane all’anno la valvola durerebbe comunque 5 anni)
Per esempio, riporto una lista non esaustiva di pronunciamenti sulla 2A3 Sovtek, cominciando da Silvano:
Sivieri (20W)
fdegrove(35W, 90mA)
Epstein(23W,82mA)
J.C. Morrison(NON 40W)
Paul Stangelan (30W) nota: in realtà cita il WPA3.5 che ha 8w musicali
Datasheet Sovtek (450V, 100mA, 15W)
Anche lo stesso Triodino, progetto-bandiera di CHF, con le 2A3 cinesi lavora vicino ai 17W di dissipazione anodica.
Assumo quindi che utilizzare per la 2A3 Sovtek un punto di lavoro di 20-22W , 60-80mA e 300-350V non sia un azzardo.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, oltre al già menzionato datasheet Sovtek, ci sono alcune informazioni in diversi articoli pubblicati su Glass Audio, come la presentazione della valvola fatta in http://www.audioxpress.com/reviews/media/GA500HA2.pdf . Sempre su Glass Audio, in un articolo comparativo sulle 300B, "Will the Real 300B Please Stand Up?" si sottolineava, interpretando i dati delle misure, come la 300B Sovtek andasse meglio con il filamento alimentato a 2,5V invece che 5V, come se fosse più una 2A3 pompata che una reale 300B.
Il grafico seguente è tratto dall'articolo citato:

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Anche ad occhio, comparando una 2A3 e una 300B Sovtek si notano facilmente diverse similitudini: la 300B ha il filamento più spesso, la placca un poco più alta (una nervatura in più della 2A3 monoplacca) il vetro un pochino più largo, tutto il resto è molto simile. Nella rivista MJ 3/2003 é pubblicato un progetto impiegante le 2A3 Sovtek per una potenza di uscita di 7W (polarizzando la 2A3 a 300V, 71mA per 21W di dissipazione) e nella descrizione vengono raffontate le due (mono)placche 2A3 e 300B, mediante la seguente sinossi:
2a3sovtekplacca.jpg
Probabilmente in Sovtek hanno ottimizzato la produzione cercando di avere un risparmio di scala utilizzando elementi costruttivi comuni. A noi utilizzatori da questa scelta del produttore viene una volta tanto un vantaggio: quello di disporre di una quasi-300B al costo di una più economica 2A3.
L’alimentazione filamento a 2,5V offre un vantaggio ulteriore in termini di minore ronzio, non obbligando alla rettificazione dell’alimentazione filamenti. L'alimentazione filamenti a 5V è notoriamente, sperimentalmente sempre più rumorosa che quella a bassa tensione, indipendentemente dalla corrente di filamento. La questione non è del tutto chiara, si veda ad esempio l'indagine sperimentale compiuta da Dmitry Nizhegorodov.
Alcuni costruttori come la TJ o la JJ-Tesla propongono versioni di 300B a 2,5V o 2A3 da 40W, che soono due modi diversi di vedere la stessa cosa. I prezzi pero’ di questi componenti sono quelli di una 300B o addirittura più alti.


Circa le qualità soniche, ammesso che siano legate più alla valvola che al tipo di circuito (qualche caratteristica propria della valvola come la microfonicità e il comportamento agli estremi della zona attiva caratterizzano comunque il‘timbro’ sonico del componente), riporto anche qui una selezione di alcuni giudizi disponibili in rete:

The Sovtek 2A3 is a mono-plate design that offers wonderful sound (far superior to the Golden Dragon), excellent reliability and freedom from the low level squeaks, pop's and rustles that plagued the Golden Dragon 8-pin. It also does not 'lock up' on switch on and potentially cause damage. For it's combination of sound quality, price and reliability, we cannot recommend this valve more highly.
( http://www.borderpatrol.net/aiind.htm )


Progressing to the Sovtek 2A3 showed an even bigger, more impacting Bass, almost too much on some tracks. The Midrange was not quite as clear as the previous two, a slight "grayness" or "veiling" was observed, this was however VERY slight. The Treble had even more "steelyness" than the KR. The overall perception was that this Valve offered good bass, but generalised somewhat and lacked the openess of the Golden Dragon 2A3. The Sovtek 2A3 indeed sounded a lot like I remembered the Sovtek 300B Sounding from my last round of 300B testing.
( http://www.jacmusic.com/html/tests/tube ... 3-test.htm )


The Sovtek 2A3 is a high quality tube at an affordable price. Vacuum Tube Valley says, "...the Sovtek 2A3 had a huge, clear soundstage with sweet, detailed highs." They also noted excellent midrange imaging, and overall tonal balance.
SO-2A3 $69.95Price is for a matched pair.

( http://www.thetubestore.com/sovtek2a3.html )


Don't let the price fool you. This DHT demands very serious attention in circuit implementation and that means stiff power supplies of very high quality, and very high quality driver circuitry, and most importantly…the best output transformers you can afford.
At much less than 30% of the cost of KR/AVVT versions of 2A3s there is no longer any barrier to music maniacs moving up the ladder of tonal refinement, and in the world of audio TONE IS KING.
This is a major achievement, and a huge bargain.

( http://www.meta-gizmo.com/Tri/awards/SovtekTGA.html )

Dati questi parametri di partenza, si tratta ora di tirar fuori una potenza di 8W, per aver il nostro quasi-300B.



La scelta del carico anodico
Volendo utilizzare il minimo numero di stadi, ho precluso la possibilità di utilizzare della controreazione, pertanto devo cercare di avere un fattore di smorzamento decente per così dire 'naturale’. Una distorsione non eccessiva a livelli alti di potenza è possibile solo con una impedenza anodica di carico più alta della canonica 2500-3000ohm. Un progetto famoso che ha questa impostazione circa il carico anodico alto è il kismet di Camorani :
Kismet, che pare (io non l’ho mai sentito) piaccia molto come suono. Una per tutte valga la "recensione" di Luca (http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... 1&start=20).
Il trasformatore universale audiofaidate è in più ottimizzato per il carico di 5kohm, per l’ovvia ragione che è uno dei più diffusi oltre ad essere al centro della gamma di carichi primari offerti dal TUU. Con un carico primario prossimo ai 5Khom è possibile infatti parallelare i secondari (min Rdc) e usare tutti i primari in serie, cosa che permette di avere la massima induttanza primaria.

Le due possibilità di rapporto di trasformazione utile per il nostro progetto sono quindi 153*18 / 98 = 28.10 e 153*15/ 98 = 23.41 . In quest’ultimo caso le due sezione estreme primarie saranno parallelate (connessione F con avvolgimento 1-7 in parallelo a avvolgimento 1-2).
La scelta del carico va fatta quindi tra 6316 e 4380 ohm, nell’ipotesi di un carico secondario di 8 ohm. Da notare che nel caso si abbia un carico reale di 6 ohm la seconda connessione garantisce un carico di 4700 ohm. Questa scelta andrà privilegiata nella connessione di casse da 6 ohm nominali, come molti dei moderni diffusori, oppure quando non si conosca a priori l’impedenza del carico. In quest'ultimo caso sarà ragionevole stare ‘dalla parte della ragione’, adottando un compromesso tra i possibili carichi da 4, 6 e 8 ohm che si potrebbero incontrare.

La scelta del carico non può essere fatta prescindendo dalla necessità di pilotare la griglia con la richiesta tensione e corrente, che sono parametri conflittuali. A parità di potenza di uscita ottenuta, infatti, se si sceglie un carico più alto, si potrà utilizzare la valvola in classe A1 per un tratto maggiore, a spese di un pilotaggio in tensione più alto. Privilegiando carichi bassi invece si dovrà sfruttare di più la classe A2, con un pilotaggio minore in tensione, ma capacità di fornire correnti maggiori.
Le stesse considerazioni valgono per il piazzamento del punto di lavoro, che richiede un bilanciamento della tensione di griglia, di quella anodica e della corrente statica. Tutto quanto condizionato dal carico e dai limiti dinamici... sembrava semplice!

Sono partito quindi con una serie di simulazioni spice per trovare una condizione di polarizzazione che rappresentasse un buon compromesso in termini di potenza, distorsione, forma della stessa, tensione di pilotaggio e damping factor. Va detto che le simulazioni per quanto sofisticate possano essere (e quelle attuali lo sono) non ci azzeccano troppo con quanto succede per grandi escursioni di tensione e sopratutto per tubi pilotati profondamente in classe A2.

Provando diversi punti di lavoro con i due rapporti di trasformazione più vicini a quanto permesso dal trasformatore universale e nelle condizioni di carico 8 ohm e 6 ohm, si può vedere come un carico attorno ai 4.2 Kohm e una polarizzazione di 330V 52mA sia ragionevolmente centrata rispetto agli obiettivi prefissi:

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Si utilizzerà quindi il trasformatore universale con i due avvolgimenti estremi parallelati, in modo da avere un rapporto spire di 23.41, che corrisponde ad un carico di 4380 ohm con secondario chiuso su 8 ohm.
Chi avesse carichi tendenzialmente più bassi, utilizzerà il rapporto spire più alto (tutte le sezioni primarie in serie), cosa che garantisce un carico primario di 4400 chiuso al secondario su un carico da 5,6 ohm.

Dalla tabella sopra si ottiene il primo dato necessario per il dimensionamento del driver: 4W in classe A1 si possono ottenere con un pilotaggio di 41Vrms; per ottenere una potenza di 6,7W è necessario spingere la 2A3 in classe A2 fornendole in griglia un segnale di 50Vrms capace di fornire anche una corrente impulsiva non nulla (diciamo qualche mA). In mancanza di dati affidabili, è necessario verificare queste ipotesi di lavoro al banco, su un circuito reale.
Ed è quello che è stato fatto.



La distorsione
Si noti in particolare come nella seconda tavola riportata, col carico a 4200 ohm, si ottine un andamento della distorsione in funzione della potenza calibrato secondo i canoni audio Tekne, vale a dire 1%/W. :)
Devo dire che un poco l'ho volutamente ricercato, ma con la 2A3 in classe A2 non ci si discosta molto da questi parametri.
Faccio un piccolo salto in avanti a mostrare il grafico della distorsione misurata sul prototipo, che si mostra ragionevolmente in accordo con le simulazioni:

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In realtà alla polarizzazione prefissata di 52mA il clipping era raggiunto molto prima degli 8watt prefissati. Alzando la corrente di bias della 2A3 le cosa vanno meglio. Ho ripetuto le misure a due correnti di bias diverse, si nota come ad una polarizzazione più alta corrisponda un migliore andamento della distorsione in funzione della potenza. Distorsione che è monotonicamente crescente con al potenza di uscita, cosa gradita a molti progettisti e a tutti gli ascoltatori.
In quanto al decadimento armonico, a basse potenze si ha un'andamento diciamo canonico: seconda, terza e quarta armonica, la terza minore della seconda, la quarta della terza.

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Crescendo con la potenza, la terza armonica assume un valore comparabile a quello della seconda, ma gli altri termini di distorsione di ordine più elevato restano contenuti. Qui siamo a 7,5W e 300Hz:

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E qui al clipping:

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Ho ripetuto le misure con carichi più bassi, di 6,6 ohm e 4,7 ohm, con risultati analoghi per quanto riguarda la composizione spettrale, ma potenze minori al clipping, ovviamente.

Nella figura sottostante possiamo vedere la distorsione armonica in funzione della potenza per i due canali:

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si nota immediatamente la differenza tra i due canali. a basse potenze un canale è decisamente meno distorcente dell'altro. A potenze superiori ai 6W circa, quando predomina il contributo del driver, la distorsione dei due canali è sostanzialmente identica. Scambiando tra loro le 2A3 tra i due canali l'andamento della distorsione si inverte, ad indicare che il responsabile del diverso comportamente è proprio il tubo finale. Seppure nominalmente fossero state acquistate accoppiate, le due 2A3 Sovtek si dimostrano non esattamente tali. I valori di corrente DC dopo un lungo rodaggio sono abbastanza pareggiati (70mA per -49 e -50V di polarizzazione), ma i parametri dinamici restano sensibilmente diversi.
La valvola che va meglio al test delle distorsione ha una microfonicità più spostata verso componenti alte dello spettro, vale a dire percossa rende nei diffusori un tiinnnggg più cristallino dell'altra. Inoltre a volte all'accensione presenta una leggera luminescenza blu sul vetro vicino alla curva superiore del vetro. Non so quanto queste indicazioni siano però generali e sostitutive di rilevazioni strumentali. Circa queste ultime: le misure riportate sono state eseguite con Visual Analizer ed una scheda esterna USB. Il valore di THD misurata è sufficientemente accurato, ma non certamente allo 0,1%.

Ripetendo le misure con carico più basso, si conferma l'andamento:

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con carico più basso è possibile raggiungere una potenza superiore, in quanto non si è più limitati dalla tensione, ma con arrotondamento marcato dei picchi e conseguente elevata distorsione.
Non ho eseguito la misura con carico reale perché 8W inviati a diffusori da 98dB/Wm generano fischi intollerabili per una comune abitazione.
E' importante notare la tendenza di diaccatì a fornire tutta la richiesta di potenza, distorcendo ma mai saturando fino a 10W. Secondo alcuni autori, cui tendo a dare credito in base alla mia esperienza, questo comportamento è condizione necessaria per un buon risultato sonico.

Sostituendo le EC88 Lorentz di provenienza Distrelec con un quartetto selezionato di E88C Siemens Gold Pin cortesemente fornitomi da walge, ecco la sorpresa:

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La distorsione è nettamente diminuita nei due canali, con un record di 2% a 6W per il canale destro, che è quello con la 2A3 'migliore'.
Il punto di lavoro è un pochino diverso, essendo le Siemens polarizzate a 1,37V contro 1,28V delle Lorentz, indice di una migliore emissività.
Riguardo al suono, con un pre a stato solido o il PREconcetto non ho rilevato grosse differenze tra Lorentz e Siemens gold pin. Con un pre con la 12B4 invece queste ultime emergono con una 'voce' più nitida.
Se vogliamo abbiamo un'evidenza sperimentale diretta della incisività della pratica della sostituzione dei tubi, magari spesso praticata senza troppe precauzioni o verifiche.

Dopo questa lunga esposizione, la distorsione di diaccatì alla fine è tanta o poca? Quello che è importante è che entro il primo watt la distorsione sia prevalentemente di seconda armonica e contenuta entro 1% o poco più.
Se ritenete che tassi di distorsione armonica senza lo 0 davanti non siano hi-fi scegliete un progetto a stato solido (ottimo il gainclone con LM1875) e vivrete tranquilli. Almeno fino a quando non vi imbatterete nell'ultimo osannato prodotto che ha il 5% di THD alla potenza di targa dichiarata...
Se volete ascoltare musica, siete sensibili alla lucetta del filamento dei DHT e non ve ne frega niente delle considerazioni tecnofile accomodatevi, questo progetto fa per voi.



L'applicazione del bias
Come anticipato ho scelto il bias fisso, per la maggiore flessibilità che consente e la possibilità di evitare condensatore catodico ma sopratutto lo spreco di potenza sul catodo che si avrebbe nel bias automatico.
La mancanza della polarizzazione di catodo con i suo circa 50V, ha benefici effetti sulla riduzione della tensione anodica, che si riesce a tenere sotto i 400V con sensibili vantaggi di reperibilità e costo dei condensatori elettrolitici.
Con il bias fisso è possibile inoltre pareggiare i punti di lavoro di tubi non perfettamente accoppiati, oltre che regolarlo per adattare al circuito tubi di caratteristiche diverse.
Il bias fisso dicono abbia anche vantaggi in termini sonori. Non ho elementi per poterlo affermare con certezza, in quanto confronti a parità di altre condizioni non ne ho effettuati (non è nemmeno facile avere due circuiti identici ma uno in bias fisso e l'altro con autobias), ma adotto senz'altro questa visione, perchè, avendo già deciso di utilizzare il bias fisso, mi fa comodo.
Volendo utilizzare estesamente la classe A2, in griglia positiva, sarebbe inoltre un controsenso adottare il bias automatico: la resistenza di catodo ridurrebbe infatti la tensione di pilotaggio effettivamente disponibile per l'elemento di controllo del triodo (griglia-catodo).

Lo svantaggio maggiore del bias fisso è l'incapacità di autoregolazione propria di altri sistemi come il bias automatico o il back-bias. Se infatti per un qualsiasi motivo variasse un parametro del tubo finale, ad esempio la corrente, essendo la tensione di griglia imposta e fissa, non ci sarebbe nessun modo di controbilanciare tale variazione, se non agire sul valore di tensione di bias.
Se questa operazione non è tuttosommato troppo frequente nel caso in cui il drift delle condizioni operative è imputabile ad un invecchiamento della valvola, risulta invece piuttosto noioso da compiere per ogni variazione della tensione di rete, che potrebbe cambiare diverse volte al giorno.
A casa mia ad esempio nell'arco di una sera la tensione fornita dall'ENEL che raggiunge la presa a muro varia dai 206V ai 228V anche due-tre volte nello spazio di 3-4 ore.
Per migliorare le cose, si può osservare che se aumenta la tensione di rete aumenta di conseguenza la tensione anodica ma anche in valore assoluta la tensione di griglia, se è ricavata dalla stessa alimentazione principale e non è stabilizzata.
Se ad esempio al posto di 330V e un bias di griglia di -50V a 230, la tensione di rete salisse a 240V mi ritroverei sì con 344V e una corrente di placca che vorrebbe salire, ma anche con una polarizzazione di -52V che polarizza più profondamente il tubo, tendendo a contrastare l'aumento di corrente.
Ma per caso non è che c'è un valore magico che annulla i due contendenti e lascia stabile la corrente anche al variare delle tensione di alimentazione? Certo, ed è dell'ordine di Vg=Vp/mu, dove Vg è la tensione di griglia e Vp quella di placca, al solito mu è il coefficiente di amplificazione del tubo in quel circuito. Il mu della 2A3 nel punto di lavoro scelto è circa 4, servirebbe una Vg quindi di circa -82V. Non è possibile adottare questo 'punto magico' senza accettare una grande riduzione della potenza di uscita. Mi accontento quindi di compensare parzialmente tale effetto e provvederò adottando un trasformatore di alimentazione dotato di prese intermedie e un selettore per la scelta della giusta presa in funzione della tensione disponibile.

Naturalmente, la tensione di polarizzazione di griglia dovrà essere quanto più possibile pulita e disaccoppiata dagli altri elementi circuitali, il modo migliore per far ciò è quello di utilizzare un alimentatore dedicato, a cominciare dal trasformatore separato.
Sul quanto più possibile pulita si potrebbe obiettare. In realtà potremmo volutamente cercare una compensazione del ripple dell'anodica utilizzando per il bias fisso della griglia una tensione che presenta lo stesso ripple della tensione anodica (in modulo e fase) ma ridotto del fattore mu, in modo da avere una cancellazione del ripple ai capi del primario del trasformatore, secondo le tecniche care a Broskie di tubecad.com .
Io ho scelto di livellare per bene la tensione di griglia per non aggiungere variabili a variabili. Le compensazioni funzionano sempre bene a posteriori, quando si è capito dove intervenire. Aggiungerle in partenza ad un progetto più o meno pieno di incognite è una scelta, ma non la migliore.



Il gap del Trasformatore Universale
Innanzitutto, la versione con nuclei a C. Non c’è storia. Ha prestazioni migliori e (per me, utilizzandolo in più progetti) molto più importante è molto più facile da aggiustare, inoltre è abbastanza indifferente rispetto la forza di serraggio.
L’adattamento del trasformatore universale al caso considerato ottimale richiede di impostare il corretto gap di lavoro. Un gap piccolo darà una induttanza primaria più alta, ma minor potenza indistorta a bassa frequenza. Un gap maggiore consentirà una maggior linearità a prezzo però della minore estensione in bassa frequenza.
Utilizzando l’utilissimo SW di Ivo (OPT-Da) è possibile con qualche tentativo determinare il gap ottimale. Nel mio caso, con 60-70mA DC e una impedenza interna della valvola attorno ai 1000-1100 ohm, si verifica che un gap di 0,24 per iniziare va bene.
Nella simulazione numerica del trasformatore, sia che venga fatta a mano che mediante il SW di Ivo, bisogna sempre verificare che ci sia abbastanza flusso in continua per sostenere la potenza alternata richiesta. Essendo quello considerato un circuito single-ended infatti il flusso potrà andare da 0 a 2Bacmax, centrato su Bdc. Devo verificare che alla frequenza desiderata Bdc sia maggiore o al limite uguale a Bacmax/2, come riporta Callegari nei suoi storici articoli. Questo è in verità un punto ancora da meditare, a me piacerebbe che il SW di Ivo segnalasse automaticamente tale condizione come errata (mettendo in rosso il flusso massimo ad esempio), lui non è convinto.
Comunque sia, la sperimentazione ha sempre l’ultima parola, pertanto è meglio partire da quanto ottenuta dalla simulazione, mantenendo però un poco di margine di aggiustamento. Un trucchetto utile è quello di utilizzare uno spessore un poco maggiore del richiesto di materiale cedevole (es: carta, nastro isolante). Si potrà successivamente quindi aggiustare, il gap, con i nuclei a C, semplicemente serrando più o meno il nucleo impiegando una fascetta da idraulici.
Ricordare sempre che per avere un gap X è necessario utilizzare quattro spessori di misura X/2, uno per ciascun ramo della doppia C. In altre parole ciascuna coppia di C deve interfacciarsi tramite uno spessore gap/2.
Ho usato uno spessore da 0,14mm, che non è altro che un banale foglio di carta bianca, del tipo leggero. Credo sia carta riciclata, ma questo è ininfluente. :)
La simulazione con OPT-Da con i parametri scelti:

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Come si vede dalla schermata riportata sopra tratta dal sw OPT-DA il trasformatore universale con lamierini di qualità M6, gap di 0,24mm e impedenza primaria di 4380 Ohm (spire primarie= 2295, arrotondato in 2300) riesce a fornire 8W con 70mA di corrente DC con una induttanza primaria di 27H.
Assieme alla resistenza interna di circa 1100 ohm tale induttanza primaria garantisce una buona panda passante. I dati interessanti e ragionevolmente prossimi alla realtà sono quelli in bassa frequenza. Non vanno considerati i dati in alta frequenza, perché l’avvolgimento non è fatto come schematizzato per comodità interpretativa. La risposta in frequenza agli estremi superiori e la presenza di risonanza va sempre verificata sperimentalmente. Sui dati in bassa frequenza forniti da OPT-Da invece si può fare affidamento, nei limiti di una ragionevole approssimazione ingegneristica (come con spice).
Con il nucleo a C la induttanza primaria è in realtà un poco più alta, con il gap detto si aggira intorno ai 32-35H a 100Hz e 2Vrms.

Nella Finestra Iron(Fe) del SW si può notare come alla potenza di uscita di 8W su 8 ohm il trasformatore abbia una sufficiente riserva di flusso in continua (0,65T) tale da assicurare il sostentamento del flusso di segnale Bac(0,64T), anche se con un flusso totale di 1,29T che non è basso in assoluto e porterà a qualche punto di distorsione dovuto al trasformatore. A tale potenza però abbiamo verificato che la 2A3 distorce già di per sé. In confronto all’8% di THD, qualche percentuale di distorsione aggiunta non fa differenza (la THD si somma quadraticamente (THD 8% e THD 2% non fa 10%).
A livelli di potenza ai quali diaccatì presumibilmente opererà il flusso è ampiamente contenuto entro il Tesla, assicurando un comportamento sufficientemente lineare dato che il nucleo a C satura a circa 1,5 1,6T.


Il driver
Se ci si pone come obiettivo di ottenere più potenza possibile da una valvola finale sconfinando ampiamente in classe A2, vale a dire in una zona di lavoro in cui per parte dell'onda in caso di segnale sinusoidale o più frequentemente sui picchi del segnale musicale la griglia della finale è interessata dal passaggio di corrente, è necessario prevedere un driver robusto.
Robusto in termini di resistenza di uscita in quanto non deve distorcere quando il carico da pilotare sia fortemente nonlineare (come una griglia in zona A2, assimilabile adun diodo a vuoto in serie ad una resistenza) e deve essere in grado di fornire la corrente richiesta senza apprezzabile cambiamento delle condizioni di polarizzazione.
I testi, gli articoli, i vari siti internet e gli interventi sulle riviste di autocostruzione mettono in guardia circa la necessità di driver iperdimensionati per la classe A2, consigliando stadi driver di potenze spesso non troppo distanti dalla potenza dell'amplificatore completo. Io trovo che il diavolo non sia così brutto come lo si dipinge: serve uno stadio driver robusto sì, ma non come quello di un modulatore per trasmettitori radio operante in classe C.
In effetti i bollettini tecnici Philips che sono molto ben ponderati e chiari nell'esposizione, ridimensionano i presunti svantaggi della classe A2 in caso di segnale musicale, dove la durata dei picchi è molto bassa e non è tale da spostare significativamente il punto di lavoro, tanto è vero che riportano differenti grafici di distorsione, in regime sinusoidale e con segnale musicale.
Un requisito aggiuntivo che deve avere il driver nel caso di diaccatì, in base alle scelte di progetto iniziali, è di essere semplice pur mantenendo un guadagno sufficiente per un amplificatore finale di buona sensibilità (quasi-integrato).
La soluzione circuitale che assomma tutte queste caratteristiche è nota da diverso tempo, in campo valvolare, ed è quella del SRPP. L'obiezione più comune che si muove sulla carta (e nei bit) a questo stadio è quella di essere inadatto come driver per carichi variabili in quanto la distorsione dipende dalla resistenza di carico. Vero, ma altrettanto vero che nei casi pratici, dimensionati adeguatamente, non si verificano i paventati disastri. Probabilmente perché la maggior parte degli SRPP proposti sono polarizzati a correnti esigue, dimenticando che per pilotare un carico basso serve una bassa impedenza di uscita E una adeguata corrente di polarizzazione. Se infatti il carico richiede 1mA non posso ragionevolmente attendermi che un driver polarizzato a 1mA sia in grado di fornire tutto lo swing di corrente senza distorsioni. Se la corrente statica è invece 5-6 volte più alta della massima richiesta di corrente da parte dello stadio pilotato le cose cambiano.
Un'altra grossa incomprensione a mio avviso diffusa circa lo stadio SRPP è che per il miglior risultato questa configurazione necessita di valvole accoppiate, come un qualsiasi altro Push-Pull. Il grado di accoppiamento può essere minore di quanto richiesto dal caso di un push-pull tradizionale, in quanto la connessione serie in continua tra i due elementi ha una proprietà autostabilizzante, in quanto la tensione di alimentazione delle due valvole non è fissa e uguale per entrambe, ma può adattarsi entro certi limiti per parificare le condizioni operative dei due tubi.
Si tenga presente anche la necessità di accoppiamento tra i due canali nel caso di un amplificatore stereo, per cui è necessaria una certa selezione delle valvole da impiegare, selezione che potrebbe essere abbastanza costosa e non garantita.
La scelta adottata per diaccatì che si è rivelata pratica è stata quella di utilizzare triodi singoli economici, di alto mu e bassa resistenza interna: le EC88 /6DL4 che da Distrelec vengono meno di un euro. Utilizzando triodi singoli e scambiandoli opportunamente nelle relative posizioni (sopra /sotto, destra/sinistra) con 6-7 tubi mediamente si trovano 4 tubi che vanno bene con accoppiamento ragionevole (il 5-6% o anche meno se sono tubi che provengono dallo stesso lotto e sono di ottima qualità).
Le regole di dimensionamento di un SRPP possono essere molto sinteticamente riassunte nella seguente lista:

Ra=Rak
Ra=1/gm per il massimo swing di tensione
Ra=3/gm per il massimo guadagno
Ra = (rp +2Rl) / (mu-1) per la minima distorsione
Iq = Vb+ / (4*(rp+Rl+Rak) per la massima simmetria

dove Rk è la resistenza bassa di catodo, rak la resistenza alta tra anodo della valvola bassa e catodo di quella alta, Iq la corrente statica di polarizzazione, gm la transconduttanza e Rl la resistenza di carico (quella di griglia dello stadio successivo).
Tali dimensionamenti di massima costituiscono il punto di partenza, non certo quello di arrivo, nel dimensionamento di un SRPP specie dedicato ad assolvere il compito che è chiamato a svolgere in diaccatì. Infatti tutte le condizioni di ottimo, unite ai vincoli esterni non sono contemporaneamente realizzabili.
Una condizione al contorno importante è quella che la 2A3 in bias fisso, secondo il datasheet, ha un limite massimo per la resistenza di griglia e tale limite è di 50 Kohm. La resistenza di griglia in continua della 2A3 è anche il carico in AC del driver. Inoltre devo avere un guadagno sufficiente a fornire 40Vrms senza saturare lo stadio di ingresso e quindi la tensione sul catodo dello stadio di ingresso non potrà essere una qualsiasi. Come si verifica con breve riflessione, le varie condizioni si intrecciano certamente non in maniera elementare.
Dopo qualche prova, eseguita anche per confronto con un mu-follower e altri stadi single-ended, sono pervenuto alle seguenti condizioni di lavoro per la EC88 in SRPP:

Vb+ = 300-320V
I = 7,1ma
Ra=Rak =180 ohm
Rl=12K ohm
Vk =1,3V
gain (con bypass) =39
max Vin (con bypass) = .95Vrms
gain (senza bypass) = 26
max Vin (senza bypass) = 1.5Vrms

i dati sono misurati, e sono un poco differenti da quanto era atteso dal calcolo eseguito sulle caratteristiche della EC88 riportate nel datasheet Philips. Differenze solo in parte giustificate da un minor valore della tensione di filamento, che è di 6,2V al posto dei 6,3 canonici.
Lo sbilanciamento di polarizzazione tra i due canali, dopo oppurtuna rotazione delle valvole nelle diverse posizioni è minimo: 7,1mA contro 7.16mA, mentre il guadagno differisce del 3,9%.
E' possibile portare in perfetta parità il guadagno dei due canali una volta montate anche le 2A3 semplicemente attenuando il canale con guadagno maggiore con una resistenza fissa di ingresso.
Da notare il carico basso dello stadio driver, i 12 Kohm non sono infatti un valore comune, tale valore insolito ha due funzioni: adattare il carico alle caratteristiche dello stadio SRPP e fornire alla griglia della 2A3 una via di fuga in continua a bassa impedenza, per evitare derive della polarizzazione.
Una resistenza bassa in griglia aiuta anche a contenere lo spostamento del punto di lavoro dinamico dovuto alla presenzza della corrente di griglia, corrente che è fortemente distorta essendo costituita da impulsi di una sola polarità (il triodo si comporta in ingresso come un diodo a vuoto).
Tale soluzione comporta lo spreco di una potenza non piccolissima (a 40Vrms di pilotaggio devo fornire 0,13W alla sola resistenza di griglia che salgono a 0,2W a 50Vrms) e l'impiego di condensatori di accoppiamento di grossa capacità per non limitare la banda passante. Quest'ultimo svantaggio è più teorico che reale, bastano infatti 2uf con una tensione di lavoro di 250, un componente non difficile da trovare.

La polarizzazione statica dello SRPP di ingresso deve essere sufficiente per fornire il picco della corrente di griglia richiesta dalla valvola finale. Poichè tale dato non è disponibile, va misurato su un circuito reale.
Utilizzando un multimetro TrueRMS posto a cavallo di una resistenza da 180 ohm posta in serie alla resistenza di griglia di 12 Kohm si misurano i seguenti valori.

Correnti di griglia 2A3:

Vdrive(1kHz) Ig(mA rms)

10.7Vrms 1mA
34Vrms 3.3mA
44.9Vrms 4.26mA
50.5Vrms 4.8mA
55.8Vrms 5.3mA Pout=8.6W[/font=Arial]

A piena potenza, superiore agli 8W che mi ero prefissato di ottenere, la corrente (impulsiva !) di griglia ha un valore efficace di 5.3mA. Se tale corrente fosse sinusoidale al massimo valore rms trovato corrisponderebbe un picco di 7.4mA. Poiché la forma d'onda è impulsiva e complessa il valore di picco potrebbe essere anche parecchio diverso.
Sperimentalmente si trova che è possibile salire ancora un poco con la potenza, a prezzo di distorsioni a due cifre ma questo ora non importa, cosa che conferma di avere una sufficiente corrente statica per erogare quanto richiesto.

Come si nota è necessario fornire un segnale di pilotaggio di 55Vrms per sfruttare a fondo la 2A3, cosa che corrisponde ad un segnale piuttosto ampio in ingresso: con un guadagno nell'intorno di 40 volte
significa fornire in ingresso 1,3Vrms, vale a dire un valore che porta in griglia positiva anche la valvola di ingresso (la EC88 bassa dello SRPP) poiché la polarizzazione statica del suo catodo vale 1,3V, inferiore al valore di picco della tensione di ingresso che vale 1.3*1.41=1.83V.
Verifichiamo che succede in questo caso, utilizzando un generatore con 600 ohm di impedenza interna e ponendo una resistenza da 3,3 Kohm in serie all'ingresso con lo stesso multimetro trueRMS misuro i seguenti valori

Vin SRPP Vdrive Ig SRPP
0.938Vrms 39Vrms 16uA
1.22Vrms 44Vrms 20uA
1.30Vrms 50.79 30uA[/font=Arial]

Sembra quindi che non ci siano grossi problemi 30uA è una corrente assolutamente gestibile da qualsiasi preamplificatore. Non sono in grado di dire se tale valore limitato di corrente di griglia sia la regola generale per la EC88, io ho solo delle Lorentz e tutte dello stesso lotto.
Se si vuole evitare tale condizione è sufficiente non utilizzare il condensatore di bypass sulla Rk, a prezzo di un minore guadagno e quindi della necessità di fornire una tensione maggiore si eviterebbe il pilotaggio in A2 anche del driver.

Come alimentazione, inizialmente avevo previsto un piccolo filtro RC (2,7 Kohm + 10 uF) per separare l'alimentazione dello stadio SRPP dall'anodica. In realtà tale precauzione almeno nel tavolaccio che ho allestito si è dimostrata superflua, non si guadagna in minor rumore né si innescano fenomeni di motorboating avvertibili. E' possibile però che ci siano problemi di oscillazione a bassissima frequenza (sotto i 10Hz) con impianti interamente accoppiati in continua e diffusori in grado di scendere molto in basso. Dopo averlo tenuto in via precauzionale per diverse settimane, ho definitivamente rimosso il filtro della alimentazione del driver, per maggior semplicità (o per vezzo, se volete).


Lo schema
Tirando le somme di quanto detto fino ad ora, si perviene al seguente schema:

Immagine

La resistenza in griglia del triodo alto del driver da 2,7 Kohm ha la funzione di grid-stopper e serve anche a limitare un poco la banda, dato che le EC88 sono valvole per radiofrequenza e tendono a far passare una ampia banda. Allo stesso scopo la resistenza da 220 ohm in ingresso associata alla capacità parassite limita almeno la captazione della radiofrequenza. Con questi valori e una sorgente a bassa impedenza non ci sono problemi di rientri RF o rumore bianco.

Il condensatore da 100uF come detto puo' essere evitato nel caso si abbia un preamplificatore o una sorgente di livello di uscita sufficientemente alto (maggiore di 1V rms).
La resistenza da 10 ohm (1%), che potrebbe essere rimpiazzata in caso di un tester sensibile (fondo scala 200mV) anche da una resistenza da 1 ohm (meglio 0,1% in questo caso), serve per misurare la corrente di placca senza interrompere il circuito. Un valore di 0,7V indica ovviamente 70mA che si possono ottenere regolando il bias negativo di griglia.
Il potenziometro di regolazione dell’hum, da 100 ohm o meno, posto in vicinanza dello zoccolo, permette di compensare il ronzio dovuto all’accensione in alternata del filamento. Il trasformatore che avevo sottomano non prevede lo 0 centrale per i due avvolgimenti a 2,5V, che potrebbe essere vantaggioso, ma non è indispensabile.


L’alimentatore
L’alimentazione in genere in elettronica è una parte largamente sottovalutata, perché ritenuta secondaria e noiosa. Salvo poi scoprire che non c’è abbastanza spazio, non passa il test EMC, non è affidabile, etc..In particolare nella apparecchiature audio purtroppo l’alimentatore rappresenta il 50 o 60% del costo. E probabilmente il 70% del risultato! Nel caso di Diaccati, grazie al costo contenuto dei trasformatori universali di audiofaidate, l’alimentatore rappresenta anche circa il 70% del costo.
Vale la pena quindi cercare una soluzione che possa essere utilizzata anche in altri progetti e che permetta diverse configurazioni (alimentazione con bias fisso o automatico, ingresso capacitivo o induttivo…).
Con un poco di riflessione e adattando quello che avevo sottomano, ricorrendo però sempre a componentistica di comune reperibilità, ne è venuto fuori il seguente schema:

Immagine

Il trasformatore è un Novarria TA030 + un secondo da 6,3V. Non è il massimo, converrebbe cercarne uno a bassa induzione e con nucleo a C o farsene avvolgere uno apposito. Il valore delle tensioni secondarie è praticamente uno standard per le alimentazioni valvolari (2x 280 o 290V). Il raddrizzamento si può fare con due comuni diodi 1N4007 oppure a vuoto utilizzando la 83. Nel caso del raddrizzamento a stato solido si ottengono circa 10Vdc in più che con la 83, senza spostare significativamente le cose.
Con la 83 è indispensabile avere i due interruttori separati per filamenti e anodica, in quanto se si accende tutto insieme, a filamento freddo la 83 dà una transitorio di ignizione azzurrognolo molto bello a vedersi ma poco tollerabile dalla valvola e soprattutto dagli altoparlanti.
Riporto un estratto dal sito http://www.uli.de/tubes/83.htm , che ha una guida ben fatta sui rettificatori a gas:

Some operation requirements and safety hints applicable for all gas-filled rectifier tubes:
Preheating (the bigger and colder the tube, the longer, especially for Hg-filled tubes) is absolutely necessary, serious damage to the oxide coating will occur (erosion by heavy arcing) while applying high-voltage power if the filament is still heating up. Times are indicated in the different type descriptions. Operating Hg-tubes with reduced heating voltage will result in a non-reversible intoxication of the emissive layer, thus reducing lifetime of the tube drastically.
Generation of high-frequent (RF) noise by the arc igniting at each half-wave (what it does very rapidly, thus generating high spikes) is prohibited by inserting a small toroidal choke (1 mH or more) in series with each anode lead.


I 30uF del primo condensatore sono molto di più di quanto generalmente si impiega per la 83, ma la corrente ripetitiva impulsiva con un trasformatore di alimentazione dalla impedenza interna già di 40 ohm resta limitata a 1A, che è il massimo center design rating della 83. In caso di dubbio è possibile inserire una resistenza di limitazione, anche se si vanificherebbe il vantaggio di usare un tubo a bassa caduta. Oppure è possibnile utilizzare un condensatore di valore più basso (verificando il ripple, in questo caso sarà bene aumentare l'induttanza) o una alimentazione a stato solido.

Ci sono due avvolgimenti separati per i tubi alti e bassi dello SRPP di ingresso. I filamenti di quelli alti sono riferiti tramite il partitore 150 Kohm / 100 Kohm ad una tensione circa pari alla tensione del filamento stesso, connessione indicata con A sullo schema.

L’alimentazione negativa di griglia è ottenuta mediante elevamento della tensione di filamento, effettuata da un piccolo trasformatore 220/12V collegato al contrario. La tensione alternata (sugli 80V) viene raddrizzata e filtrata da filtri RC. Le resistenze sono in realtà dei trimmer che si possono regolare per ottenere la desiderata tensione di bias. La sezione con il trimmer da 500V rappresentata una sola volta nello schema è in realtà sdoppiata per i due canali. Il trimmer da 2 Kohm permette una regolazione grossolana di entrambi i canali e quelli da 500 ohm una regolazione fine per ciascun canale.
Il ripple dell’alimentazione di griglia, piuttosto che del tutto nullo, in teoria sarebbe meglio essere identico al ripple dell’anodica ma scalato del guadagno del tubo finale, in modo da compensare esattamente il ripple sul carico. Ho provato ad ottenere questa condizione ideale, ma nella pratica non è possibile, soprattutto avendo in mezzo diversi avvolgimenti di trasformatori e un poco di cablaggio sparso.
Va tenuto in conto che la polarizzazione effettiva di griglia si muove con il segnale applicato, in classe A2 per la presenza della corrente di griglia asimmetrica che viene trasformata in tensione dalla resistenza di griglia.
Misurando la tensione di griglia con un comune tester (non true rms) applicando un segnale a 130Hz si misurano i seguenti valori :
Vin Vdrive Ia (mv/10 ohm)
0Vrms -47.3Vdc 780mV
30Vrms -47.4Vdc 775mV
44.3Vrms -49.2Vdc 728mV
55Vrms -54.5dc 574mV (non RMS, forma distorta)

L’effetto della classe A2 spinta è quindi quello di far abbassare il bias mano a mano che il segnale cresce. Questo, come segnalato da molti autori, decresce la potenza continua erogabile a regime, in quanto l’effetto della A2 tende a ‘strozzare’ la corrente della valvola.
E’ anche vero che in transitorio dove il transitorio è molto più rapido della costante di tempo RC di griglia, ciò non accade. Lo stesso meccanismo ha anche l’effetto di ‘autoproteggere’ il tubo da dissipazioni continuative troppo elevate e di arrotondare i fronti dei picchi sinusoidali (una specie di tosatura gentile nel caso di picchi prolungati).

Il filtraggio con una singola cella LC è il minimo necessario per avere un ripple accettabile. Con i valori indicati si hanno circa 30mV di ripple, principalmente a 100Hz. L’induttore da 10H è un componente surplus di fabbricazione tedesca normalmente reperibile nei mercatini per 10-15euro che si è dimostrato ottimo. Non ronza assolutamente nemmeno nel caso di ingresso induttivo. Il condensatore elettrolitico è un componente grosso come una lattina, mentre il polipropilene ha le dimensioni di una EL84. L’orientamento relativo dei vari trasformatori e induttanza andrà cercato sperimentalmente per avere la minima induzione nei circuiti di segnale. Può sicuramente essere una buona idea fare un alimentatore su telaio separato e schermato magneticamente.

Nota sulla durata dei tubi in sovradissipazione
Ad oggi, dopo più di due anni di uso normale (circa tre ore al giorno e una decina nei weekend) sia la 83 che le 2A3 non danno segni di cedimento né di particolare consumo. Non ho misurato purtroppo i parametri all'inizio, per un confronto sulle derive, ma come indicazione generale circa l'affidabilità dei punti di lavoro utilizzati per i tubi mi pare sufficiente.

Aggiornamento affidabilità
In Audion n.15, Stefano Bevacqua presentando la PC88 (la valvola che, forse non c'è, titola l'articolo) che è la versione a diversa tensione di filamento rispetto alla EC88, paventa una scarsa durata della stessa.
Consiglia un valore di polarizzazione di 90V e 4,5mA per non accorciarne troppo la vita, che ad 1W di dissipazione si ridurrebbe a mille ore.
Io ho usato due diversi quartetti di Ec88, la le seconde hanno accumulato certamente più di 600-700 ore senza nessuna riduzione della corrente e del guadagno (misurate con comune tester).
Neppure la 2A3 Sovtek denuncia cali apprezzabili di transconduttanza e queste hanno lavorato decisamente di più e in sovradissipazione.
La 83 svolge ancora il suo lavoro senza fare una piega.
Curiosamente, il componente che è durato meno è il condensatore elettrolitico di filtro da 470uF (Kendeil 9923) che si è seccato, originando un ronzio notevole a causa dell'elevato ripple (350mV) dell'anodica.
Sostituito il condensatore con uno identico (surplus) e aggiungendo per cautela un 220uF 400V in parallelo, il ripple in uscita è minore di 2mV (0,8 L, 1,4 R), un valore compatibile con diffusori da 104dB/Wm.
Avendo testato un solo esemplare di diaccatì non posso assicurare della assoluta affidabilità di questo progetto, ma non vedo nemmeno segnali di preoccupazione. Posso essere stato particolarmente fortunato, ma sarebbe strano (in genere non lo sono :wasntme: ).

E questo nonostante i pareri che sconsigliavano la 2A3 in alta dissipazione, la 83 con condensatore maggiore di 4uF e la EC88 con tensione maggiore di 90V.
Comunque non rispondo altro che del mio esemplare. :)

Inviato: 31 mag 2007, 00:19
da PPoli
Come facevi a sapere che avevo in un cassetto proprio una coppia di 2A3 comprate anni fa da Roberto (Nullo).

Dimmi ora che come driver vuoi usare una coppia di 6SN7 o di 6SL7, comprate da te, e sono a posto.

Ho anche un telaietto che andrebbe giusto bene....

Le 2A3 Sovtek da New Sensor costano 57$ l'una, se non sbaglio io.
Da partconnexion 70 la coppia. Le Electron Harmonix 44$ la coppia.

8 Watt così a naso mi sembrano molti, 4 o 5 basterebbero.

Rimango sintonizzato.

Inviato: 31 mag 2007, 00:36
da mariovalvola
Azz. (confido nella desemantizzazione :D :D ) se Piergiorgio si butta sui dht, l'anno prossimo ci stresserà tutti con tubi nos esotici.... e il povero Mariovalvola cosa farà? si compra i tubi da televisione?

Il ragazzo, con la sua metamorfosi, mi spaventa. :D :D :D

per fortuna, ora, è fermo ai tubi russi

Mario Straneo

Inviato: 31 mag 2007, 01:03
da Giaime
Ciao Piergiorgio!
L’alimentazione filamento a 2,5V offre un vantaggio ulteriore in termini di ronzio, non obbligando alla rettificazione dell’alimentazione filamenti. Altri costruttori come la TJ o la JJ-Tesla propongono infatti versioni di 300B a 2,5V o 2A3 da 40W, i prezzi pero’ sono quelli di una 300B o più alti.

Originariamente inviato da plovati - 30/05/2007 : 16:04:05
Non ti seguo, non ho capito questo punto. Il filamento a 2.5V dovrebbe essere peggio in termini di ronzio, perchè a parità di temperatura di filamento la corrente (e il campo magnetico disperso) è più alta... o no? :oops:

Di solito sono le forti correnti a dare problemi di ronzio!

Ciao!
Giaime Ugliano
http://giaime.altervista.org

Inviato: 31 mag 2007, 01:12
da mariovalvola
in linea di massima, con un tubo a 2,5 volt (2,5A!!!)avrai sempre meno rumore rispetto a un tubo da 4V (0,9A!!!).
Rispetto , poi a un tubo da 5V 1,2A, o da 7,5V ci sarà un abisso.


Mario Straneo

Inviato: 31 mag 2007, 01:15
da Giaime
Ah forse ho capito Mario: tu e Piergiorgio parlate della modulazione della tensione di filamento, che quindi me la trovo all'anodo amplificata?

Io parlavo del ronzio dovuto ai cablaggi del filamento in giro per lo chassis... confermi la questione?

Ciao!
Giaime Ugliano
http://giaime.altervista.org

Inviato: 31 mag 2007, 03:26
da walge
Scusate l'intromissione ma l'argomento e' interessante anche perche' ci sto proprio lavorando in questi giorni su una circuitazione che impiega la 2A3 e che poi verra presentato su Audioreview.
In alcune prove che ho fatto sono arrivatoa 320Vdc, bias fisso e 80mA di corrente di riposo; non intendo usare il bias catodico dato che lo ritengo meno musicale (in senso generale); il sistema ha un limite specialmente in presenza di forti swing di tensione a bassa frequenza dato che, in estremo, potrebbe portare alla distruzione della valvola se si azzarda tropppo; e' da ricordare che normalmente la corrente di bias con questo metodo deve essere il 30% in meno dell'equivalente ottenuta con il bias catodico.
Impiegando una 2A3 nos grossi problemi non ne ho trovati; sto provando le 2A3 EH Gold, di buona fattura e a breve traccero' le curve con Sofia fino ad arrivare ad almeno il 50% in piu' della potenza di targa dichiarata (che poi postero' sperando siano di aiuto). Questo e' gia' stato fatto per la nos, ma all'atto pratico e' inutile dato che e' opportuno testare quelle in produzione.
Domani spero di inviare anche una fotografia del prototipo.
Ovviamente il nodo cruciale sono i trasformatori che sto facendo fare su specifiche qui a Roma (sono al terzo tentativo). Direi che oltre ai canonici 2500 ohm, non credo si possano superare i 4500 ohm (con secondario settato per 6 ohm, come sto facendo) proprio per le caratteristiche della valvola .

Saluti

Walter Gentilucci

Inviato: 31 mag 2007, 03:47
da nicomario

Le 2A3 Sovtek da New Sensor costano 57$ l'una, se non sbaglio io.
Da partconnexion 70 la coppia. Le Electron Harmonix 44$ la coppia.



Originariamente inviato da PPoli - 30/05/2007 :  19:19:17
Ciao se ti interessa da tubetown le 2a3 costano 29 euro



Mario Nicodano
http://foto.webalice.it/nicomario

Inviato: 31 mag 2007, 05:01
da plovati
Azz. (confido nella desemantizzazione :D :D ) se Piergiorgio si butta sui dht, l'anno prossimo ci stresserà tutti con tubi nos esotici.... e il povero Mariovalvola cosa farà? si compra i tubi da televisione?

Originally posted by mariovalvola - 30/05/2007 :  19:36:09
Ti ho anticipato: in questo momento un canale sta funzionando con la 45 e l'altro con la 300B. Diaccatì è previsto per supportare diverse valvole, in accordo con lo spirito che ha portato al TU universale... ma non precorriamo i tempi.

Per i tubi da TV, te li regalo, in cambio delle AD1 :)

_________
Piergiorgio

Inviato: 31 mag 2007, 05:06
da plovati
Ah forse ho capito Mario: tu e Piergiorgio parlate della modulazione della tensione di filamento, che quindi me la trovo all'anodo amplificata?

Originally posted by Giaime - 30/05/2007 :  20:15:30
Qui non capisco io: se ho 2,5v di filamento e li amplificassi dovrei vedere una tensione > di 2,5V a 50Hz in placca.... come mai non è così?
Sul radiotron non è molto chiaro, ha diverse cose sparse ma non una piccola trattazione esaustiva. Se ti va studiaci sopra bene e apri un 3D per chiarire la cosa una volta per tutte.
Ma se lo fai, fallo fino in fondo. :)

_________
Piergiorgio

Inviato: 31 mag 2007, 05:11
da plovati
Scusate l'intromissione ma l'argomento e' interessante anche perche' ci sto proprio lavorando in questi giorni su una circuitazione che impiega la 2A3 e che poi verra presentato su Audioreview.
In alcune prove che ho fatto sono arrivatoa 320Vdc, bias fisso e 80mA di corrente di riposo; non intendo usare il bias catodico dato che lo ritengo meno musicale (in senso generale); il sistema ha un limite specialmente in presenza di forti swing di tensione a bassa frequenza dato che, in estremo, potrebbe portare alla distruzione della valvola se si azzarda tropppo; e' da ricordare che normalmente la corrente di bias con questo metodo deve essere il 30% in meno dell'equivalente ottenuta con il bias catodico.
Impiegando una 2A3 nos grossi problemi non ne ho trovati; sto provando le 2A3 EH Gold, di buona fattura e a breve traccero' le curve con Sofia fino ad arrivare ad almeno il 50% in piu' della potenza di targa dichiarata (che poi postero' sperando siano di aiuto). Questo e' gia' stato fatto per la nos, ma all'atto pratico e' inutile dato che e' opportuno testare quelle in produzione.
Domani spero di inviare anche una fotografia del prototipo.
Ovviamente il nodo cruciale sono i trasformatori che sto facendo fare su specifiche qui a Roma (sono al terzo tentativo). Direi che oltre ai canonici 2500 ohm, non credo si possano superare i 4500 ohm (con secondario settato per 6 ohm, come sto facendo) proprio per le caratteristiche della valvola .

Saluti

Walter Gentilucci


Originally posted by walge - 30/05/2007 :  22:26:07
Ciao Walter (Riccardo è da mo' che Walter è iscritto).
Siamo abbastanza vicini, io vado a 315V, 70mA, 4300ohm e bias fisso :) Non mi ritrovo troppo col matching dei due tubi, però. Anche qui meglio procedere per gradi.

Le 2A3 Sovtek si trovano a buoni prezzi da tubes.it e Novarria, sui 30 ero cad. In ebay o oltreoceano sui 70$ la coppia platinum matched.
Magari Walter potrebbe farci una fornitura a prezzi di favore... :grin:

_________
Piergiorgio

Inviato: 31 mag 2007, 12:17
da mariovalvola
Sempre interessante quando c'è un vero scambio di esperienze vissute.; )


l'utilizzo della presa centrale sul secondario di alimentazione del filamento ( o di un reostato) dove si collegano i ritorni della griglia e della placca è utile perchè il potenziale medio di questa presa centrale, rimane (relativamente) invariato rispetto alle varie parti del filamento.

http://members.aol.com/sbench/humbal.html

Mario Straneo

Inviato: 31 mag 2007, 17:34
da mrttg
Azz. (confido nella desemantizzazione :D :D ) se Piergiorgio si butta sui dht, l'anno prossimo ci stresserà tutti con tubi nos esotici.... e il povero Mariovalvola cosa farà? si compra i tubi da televisione?


:D :D :D qualcosa allo stato solido.... :D

Tiziano

Inviato: 31 mag 2007, 18:10
da audiofanatic
Sempre interessante quando c'è un vero scambio di esperienze vissute.; )


l'utilizzo della presa centrale sul secondario di alimentazione del filamento ( o di un reostato) dove si collegano i ritorni della griglia e della placca è utile perchè il potenziale medio di questa presa centrale, rimane (relativamente) invariato rispetto alle varie parti del filamento.

http://members.aol.com/sbench/humbal.html

Mario Straneo


Originariamente inviato da mariovalvola - 31/05/2007 : 07:17:33
direi che l'utilizzo del secondario CT per i filamenti è una ottima soluzione che permette di aggirare strane elucubrazioni e stabilizzazioni, evitando quindi anche l'alimentazione in continua che porta a un accorciamento della vita del filamento.
Ricordo che p.e. nel Ciclotron le ECC99 sono alimentate in alternata con un 3,15+3,15 e il rapporto S/N misurato è di ben -107 dB, vero è che l'anodica è duale 180+180V e quindi vi è una certa reiezione dei disturbi di modo comune, però il dato è molto buono lo stesso ed evidentemente il filamento non introduce modulazioni

Filippo

Inviato: 01 giu 2007, 14:53
da walge
Al seguente link:
http://www.multitask.it/2A3/2A3.BMP
ho inserito un tracciato di curve caratteristiche rilevate con Sofia di una 2A3 EH Gold con tensione anodica max di 600 Vdc e 150mA di corrente.
Le curve sono 21 ed abbastanza regolari e danno la possibilita' di trovare un punto di lavoro accurato anche andando un po' fuori specifice.
A questo link:
http://www.multitask.it/2A3/B.jpg
Ho fotografato Sofia con alle spalle il prototipo del finale, scusate il casino ma sono ancora in fase di prove.
La presenza dei due toroidali all'interno del telaio e' momentanea dato che sto provando le tensioni dei vari filamenti, in ogni caso nella versione che verra' presentata su Audio ci sra' ce ne sara' uno solo; da molto tempo adotto questo modo di separare il trafo dei filamenti da quello dell alta tensione.

A presto per ulteriori considerazioni

Saluti

Walter Gentilucci

Inviato: 01 giu 2007, 23:47
da Luc1gnol0
Un progetto famoso che ha questa impostazione circa il carico anodico alto è il kismet di Cormorani : http://www.positive-feedback.com/Issue1/kismet.htm, che pare (io non l’ho mai sentito) piaccia molto come suono. Una per tutte valga la ‘recensione’ di Luca ( http://www.audiofaidate.org/forum/post. ... FORUM_ID=1 )
Passi "Cormorani" invece che "Camorani" (lapsus freudiano? Ed è pure un amichetto del tuo amichetto Luca Chiomenti!), passi che al più "recensisco" in solitario come m'è venuto il vino quest'anno o gli anni passati (i.e. me 'mbriaco), ma che non riesci nemmeno a scrivere un link interno giusto nel tuo proprio forum... beh, suppliamovi: volendomi chiamare ingiustamente in causa, gli URI avrebbero dovuto avere almeno questa forma:

http://www.audiofaidate.org/forum/topic ... IC_ID=1701
o anche
http://www.audiofaidate.org/forum/topic ... IC_ID=1701
magari inseriti tra i doppi apici in un tag siffatto
{url=""}PAROLE A CASO{/url} (con le quadre al posto delle graffe, ovviamente)
Sono stato abbastanza pedante e petulante? :D
Su che scherzavo, plo'... :oops:
Per migliorare le cose, si puo' osservare che se aumenta la tensione di rete aumenta diconseguenza la tensione anodica ma anche in valore assoluta la tensione di griglia, se è ricavata dalla stessa alimentazione principale e non è stabilizzata.
Se ad esempio al posto di 330V e un bias di griglia di -50V a 230, la tensione di rete salisse a 240V mi ritroverei sì con 344V e una corrente di placca che vorrebbe salire, ma anche con una polarizzazione di -52V che polarizza più profondamente il tubo, tendendo a contrastare l'aumento di corrente.
Domanda, considerazione: non si rischia di peggiorare il comportamento dello stadio finale al clipping, ricavando appunto la Vg dalla Vp e non stabilizzandola? Hai (già) osservato le forme d'onda al clipping (domanda retorica? Mauro Penasa la farebbe?)?
Mi riferisco in particolare a quest'articolo (reprint) di Herbert Ravenswood del 1958.
Lo conoscevi? Che ne pensi? :oops:
Ma per caso non è che c'è un valore magico che annulla i due contendenti e lascia stabile la corrente anche al variare delle tensione di alimentazione? Certo, ed è dell'ordine di Vg=-mu*Vp, dove Vg è la tensione di griglia e Vp quella di placca, al soliti mu è il coefficiente di amplificazione del tubo in quel circuito. Il mu della 2A3 nel punto di lavoro scelto è circa 4, servirebbe una Vg quindi di circa -82V.
Originariamente inviato da plovati - 30/05/2007 : 16:04:05
Scusami, c'è qualche piccola svista con la formula, con il ragionamento, o col mio cervello, ma non mi torna... -82=-4*Vp... ? :oops:

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Ciao, Luca

Inviato: 02 giu 2007, 04:01
da plovati
Corretto alcuni errori. Mi sto applicando per usare i tag url ma non sarà così facile, per me...

L'articolo che citi mi pare si riferisca ai PP, e i particolare a quelli reazionati. Nessuno dei due casi si applica a diaccatì.
La forma d'onda al clipping è una sinusoide schiacciata ai due estremi, più all'estremo superiore, in maniera abbastanza 'rotonda' (non taglia nettamente). Sotto i 100Hz e sopra i 5W la sinusoide si deforma anche stirandosi in direzione orizzontale.

La Vg non è ricavata da Vp, ma direttamente dalla tensione alternata principale ( i 230V). 82 sono 1/4 di 330 circa, mi sembra ci siamo ma riguardero' il conto... OK trovato e corretto l'errore.

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Piergiorgio

Inviato: 04 giu 2007, 19:23
da Luc1gnol0
Corretto alcuni errori. Mi sto applicando per usare i tag url ma non sarà così facile, per me...
Scusami se son risultato fastidioso, scherzavo. In realtà volevo solo correggere l'URI perché non puntava da nessuna parte... "comprensibile".
Quanto ai tag, metto un piccolo thread su varie, magari lo leggono in tanti.
L'articolo che citi mi pare si riferisca ai PP, e i particolare a quelli reazionati. Nessuno dei due casi si applica a diaccatì.
Originariamente inviato da plovati - 01/06/2007 : 23:01:56
Scusa la mia crassa, pacchiana, "innocenza": (evidenze tue sperimentali - di questo caso - a parte) perché? :oops:

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Ciao, Luca

Inviato: 04 giu 2007, 19:31
da plovati
Buona idea quella di un tutorial dei TAG, la leggibilità ne guadagnerebbe per tutti. C'era anche un correttore ortografico di google, mi pare.
Non saprei più utilizzarlo, ma aiutava parecchio a evitare fastidiosi svarioni.

Non ho capito il perchè? Perchè non è reazionato o perchè non è PP?? L'articolo che citi (non ho avuto tempo di studiarlo, solo letto) è relativo solo a configurazioni reazionate. C'è anche un papero di Crowhurst sugli stessi aspetti, in biblioteca.
Comunqe il driver di diaccatì è stato un bell'osso e lo è tuttora. Ci sono cose che non ho capito del suo comportamento. ma ho bisogno di andare passo passo nella spiegazione di diaccatì attuale, per arrivare ad un punto fisso, da cui ripartire per cercare di migliorare o buttare via tutto.



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Piergiorgio

Inviato: 04 giu 2007, 19:49
da Luc1gnol0
Non ho capito il perchè? Perchè non è reazionato o perchè non è PP?? L'articolo che citi (non ho avuto tempo di studiarlo, solo letto) è relativo solo a configurazioni reazionate.
Originariamente inviato da plovati - 04/06/2007 : 14:31:48
Da alcune cose dette nel paper del mai uscito SP17:
mi ero fatto una prima idea che analoghe problematiche potessero riscontrarsi in qualsiasi ampli finale con accoppiamento RC tra driver e finali e griglia controllo non stabilizzata, specie portando le griglie delle finali in regione di corrente positiva.

Non ho fatto al momento però prove concrete, da qui il mio tono dubitativo (che tale rimane anche ora).

Ricordo, peraltro vagamente, che Diego Nardi ha più volte parlato (molto a braccio) di analogo fenomeno (distorsione a capezzolo inclusa) a proposito delle 300B pilotate a RC, sia con negativo di griglia che con resistenza di catodo.

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Ciao, Luca

Inviato: 04 giu 2007, 20:09
da plovati
toglie il feedback, ma parla di distorsione di crossover. Si riferisce quindi a Push-Pull. Nardi metteva in guardia circa il possibile spostamento del punto di lavoro negli stadi RC in classe A2 con driver leggerini.
Io vedo sotto i 300Hz uno stortamento della punta della sinusoide ma solo quando va in A2 anche il driver, che è un SRPP e quindi un PP. Non mi pare una distorsione a capezzolo, non è per niente centrata.

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Piergiorgio

Inviato: 04 giu 2007, 20:44
da Luc1gnol0
Io chiudo qui perché senza esperienze dirette sto parlando di aria fritta: puntualizzo solo che:
toglie il feedback, ma parla di distorsione di crossover. Si riferisce quindi a Push-Pull.
No, dice che si riducono gli effetti a cascata che si avevano in presenza di feedback (vedere articolo), riducono, MA contemporaneamente si peggiora la distorsione d'incrocio: il termine ridurre mi fa supporre che la cosa possa valere (in qualche misura tutta verificare) pure per i SE in A2.
Nardi metteva in guardia circa il possibile spostamento del punto di lavoro negli stadi RC in classe A2 con driver leggerini.
Io vedo sotto i 300Hz uno stortamento della punta della sinusoide ma solo quando va in A2 anche il driver, che è un SRPP e quindi un PP. Non mi pare una distorsione a capezzolo, non è per niente centrata.
Originariamente inviato da plovati - 04/06/2007 : 15:09:29
Lo spostamento del punto di lavoro è la stessa cosa, pardon, è il punto di partenza del fenomeno descritto da Ravenswood (o no? Ad altra occasione la tua risposta). Torniamo al diaccatì e chiudiamo il quièottì, dai.

OH! (by gluca) Ma, tanto per riprendere in punta di penna l'argomento "ing. Chiappetta", ma lo SRPP non è un due stadi SE in cascata? :grin:

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Ciao, Luca

Inviato: 04 giu 2007, 22:09
da plovati
Continuo editando io primo post, per non spezzettare la discussione sul circuito.

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Piergiorgio

Inviato: 05 giu 2007, 01:10
da gluca
..continuerà…
Ma quando ci fai vedere lo schemino? Sono frettoloso, lo so.

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 05 giu 2007, 02:19
da walge
Ai seguenti link trovate alcuni grafici relativi alle misure con il trasformatore (quasi) definitivo.
1) risposta in frequenza a 3 w su 8 ohm
http://www.multitask.it/2A3/3v-8ohm.jpg
2)spettrogramma ad 1w 1KHz; il valore di alimentazione e di corrente e' quello che risulta, secondo me, essere il piu' adeguato
http://www.multitask.it/2A3/1Khz-8ohm.jpg
3) spettrogramma a 5,3 w, non poco, direi
http://www.multitask.it/2A3/5w-1KHz.jpg
4) qui siamo addirittura a 6,3w con il 3% di THD
http://www.multitask.it/2A3/6.5w.jpg
5) in questo spettrogramma sono in comparazione il segnale in ingresso alla 2A3 e quello sul carico (blu). Si nota che il circuito di pilotaggio (rosso) ha solo la II armonica presente
http://www.multitask.it/2A3/in-out.jpg
6) come sopra ma con la corrente di bias dello stadio di uscita a 100mA, chiaramente fuori specifica della 2A3, in questo caso sta dissipando circa 25w! Pero' il segnale in uscita (blu) e' simile al segnale in ingresso (rosso)
http://www.multitask.it/2A3/in-out2.jpg

Attualmente il trasformatore ha una impedenza di primario di 2500 ohm, il secondario e' a 6 ohm, il rapporto e' 20:1 .
L'alimentazione sara' stanadard a 270Vdc con corrente di riposo di circa 60 mA.
Le 2A3 son EH Gold.
I filamenti sono in ac 2,5 volt. il catodo e' riferito a massa con una resistenza da 1 ohm (per il monitor della corrente) collegata a due resistenze da 47 ohm per ogni capo dei filamenti.

A presto

Walter Gentilucci

Inviato: 05 giu 2007, 02:24
da mariovalvola
complimenti. Notevole risultato.

Mario Straneo

Inviato: 05 giu 2007, 03:08
da mariovalvola
che resistenza d'uscita sei riuscito ad ottenere?

Mario Straneo

Inviato: 05 giu 2007, 03:20
da walge
Domani sera mi consegneranno i nuovi trasformatori e dovro' rifare alcune misure, sapro' dirti qualcosa di preciso entro due giorni. poi dovro' implementare il tutto con l'articolo.

Saluti

Walter Gentilucci

Inviato: 05 giu 2007, 05:08
da plovati
Risultati quasi record, Walge.
Come li ottieni? 5687 in Se come driver in cancellazione armonica?
Questo è quanto viene fuori da una 2A3 in diaccatì a 1,7W su 7.5ohm:

Immagine

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Piergiorgio

Inviato: 07 giu 2007, 02:30
da walge
Ho installato i nuovi traformatori.
L'impedenza di uscita e' di circa 2 ohm.
Di fatto le caratteristiche sono rimaste pressoche' identiche.
A questo link:
http://www.multitask.it/2A3/20Hz-3v.jpg
e' lo spettrogramma di un segnale a 20Hz a 3 v su 8ohm, il risultato e' interessante dato che la II armonica e' -40dB circa (1%) e la terza a piu' di 50dB.
Al link:
http://www.multitask.it/2A3/4oKHz-3v.jpg
a 40KHz sempre a 3 Volt di uscita su 8 ohm; anche qui il risultato e' interessante.
Qui:
http://www.multitask.it/2A3/100Hzquadra.jpg
onda quadra a 100 Hz a 3 volt su 8 ohm; il piccolo ringing e' contenuto e la forma d'onda e' buona.
Infine:
http://www.multitask.it/2A3/1KHzquadra.jpg
onda ad 1KHz sempre a 3 volt out; buona ance questa.

Queste ultime misure sono state eseguite settando la corrente di bias a 60 mA con tensione di alimentazione di circa 260 Vdc; si possono ottenere risultati migliori variando, non di molto, tale punto di lavoro. Siamo al limite ma le 2A3 EH sembrano tenere molto bene.

Per lo schema elettrico, come accennato, sto completando l'articolo per Audio e li' verra' pubblicato. Non consideratemi scortese.

Non mi sono inventato niente, ovviamente. Il tutto si gioca sulla qualita' del trafo di uscita e, in seconda battuta, del il circuito di pilotaggio.

Saluti

Walter Gentilucci

Inviato: 12 giu 2007, 02:53
da walge
Visto che si e' parlato di EC88, a questo link:
http://www.multitask.it/2A3/E88C.BMP
ho plottato con Sofia le curve caratteristiche della E88C Siemens gold pin (http://www.multitask.it/2A3/e88c-1.jpg).
Al seguente link, invece c'e' la "foto" della schermata di Sofia on il punto di lavoro acennato da Plovati, sulla colonna di destra ci sono le specifiche elettriche di quel punto di lavoro:
http://www.multitask.it/2A3/E88C.doc
Interessante sarebbe anche la EF184 collegata a triodo.

Intanto il finale sta suonando con un sistema a due vie 16 ohm con Altec originali (woofer e tromba) da 110 dB. L'amico mi sembra contento.........

A presto

Walter Gentilucci

Inviato: 12 giu 2007, 14:46
da plovati
Quindi, Walter, hai usato un Gomes di EC88 accoppiato in continua?



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Piergiorgio

Inviato: 12 giu 2007, 15:07
da gluca
Rl la resistenza di carico (quella di griglia delklo stadio successivo)
Ma non dovrebbe esserci anche la impedenza della griglia della 2A3 (bassa in A2 ed in parallelo ai 12K)?
55.8Vrms 5.3mA Pout=8.6W
Ma non riesci a polarizzare con più corrente il driver? Mi sembra un pò striminzito.

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 12 giu 2007, 15:23
da plovati
Rl la resistenza di carico (quella di griglia delklo stadio successivo)
Ma non dovrebbe esserci anche la impedenza della griglia della 2A3 (bassa in A2 ed in parallelo ai 12K)?
55.8Vrms 5.3mA Pout=8.6W
Ma non riesci a polarizzare con più corrente il driver? Mi sembra un pò striminzito.

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------


Originally posted by gluca - 12/06/2007 :  10:07:47
La resistenza di griglia dinamica della 2A3 è modelizzabile come un diodo con una pila in serie, più che come resistenza.
Lavorando in classe A" econ segnale sinusoidale in effetti il carico equivalente è più basso. In A1 la resistenza di carico ottimale sarebbe più bassa di 12Kohm, io ho provato 8,2khom e va bene, solo che poi fa sedere il driver quando si spinge di più.

Il driver potrebbe essere polarizzato a correnti più alte ma a prezzo o di un aumento delle tensione di placca oppure di una minore tensione di griglia, con la quale siamo già ai limiti.

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Piergiorgio

Inviato: 12 giu 2007, 16:42
da gluca
Thanks

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 12 giu 2007, 18:29
da gluca
Jack Elliano sulla 2A3 in A2

Tanto vale usare un mosfet ...

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 12 giu 2007, 18:53
da plovati
Jack Elliano sulla 2A3 in A2

Tanto vale usare un mosfet ...

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------


Originally posted by gluca - 12/06/2007 :  13:29:22
Non mi torna quello che dice Ellano, io ho quasi 9W con meno di mezzo watt di pilotaggio. IMHO la classe A2 non è brutta come la dipingono, di certo usare una 2A3 a 6W di potenza media non è la strada per il buon suono, ma se si lavora sui 3/4W con la possibilità di sfondare fino a 8 e più Watt, pur con una compressione dei picchi si guadagna in pienezza, dinamica e corposità.
Poi è altrettanto vero che ci sono una serie di paradossi, come ad esempio la dinamica apparente di una 45 usata nello stesso circuito, pur con i suoi miseri 1,7W.

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Piergiorgio

Inviato: 12 giu 2007, 19:21
da gluca
Poi è altrettanto vero che ci sono una serie di paradossi, come ad esempio la dinamica apparente di una 45 usata nello stesso circuito, pur con i suoi miseri 1,7W.
O cose che non capiamo.

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 21 giu 2007, 22:25
da Luc1gnol0
plo', suggerimento personale: magari, quando ri-editi, metti la nota relativa nel punto dove inserisci, magari con la data a fianco; personalmente riprendere tutto, magari a distanza di qualche giorno ogni volta, genera una certa dose di fatica... di lettura. :oops:

Per es.:

blablabla
EDIT (2007-06-20):
blablabla
EDIT (2007-06-21):
blablabla

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Ciao, Luca

Inviato: 22 giu 2007, 17:30
da gluca
Plo, ma non sono troppi 30uF dopo una 83. Tipicamente non gradiscono grosse capacità, anzi. Mi pare di ricordare che il datasheet GE consigli una 10ina max di uF mentre le altre marche molto meno ed anche zero. Io ho usato 6.8uF nel mio pre ma passero ad ingresso induttivo.

Ciao

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 22 giu 2007, 18:39
da plovati
Plo, ma non sono troppi 30uF dopo una 83. Tipicamente non gradiscono grosse capacità, anzi. Mi pare di ricordare che il datasheet GE consigli una 10ina max di uF mentre le altre marche molto meno ed anche zero. Io ho usato 6.8uF nel mio pre ma passero ad ingresso induttivo.

Originally posted by gluca - 22/06/2007 :  12:30:37
I datasheet tipicamente danno 4uF di ingresso, valore a cui si attengono religiosamente tutti gli autocostruttori ortodossi, o 1A di corrente di picco design center, 1,1A max rating.
Con 30uF di ingresso e 40ohm di resistenza (senza contare l'induttanza) il primo picco di corrente, a condensatore scarico è 3A, tutti gli altri picchi successivi 1A: Almeno secondo PSU Designer di Duncan Amps.
Ho provato a misure ma mi si è bruciato il primo tester. Il secondo l'ho bruciato con l'alimentazione induttiva.
Ho deciso che mi fido di Duncan Amp :D .

Nessuno vieta di usare una capacità minore o i diodi lasciando le poche 83 ancora in circolazione per i chitarristi.

edit correzione di errori di battitura
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Piergiorgio

Inviato: 22 giu 2007, 18:48
da Luc1gnol0
Ho deciso che mi fido di Duncan Amp
Originariamente inviato da plovati - 22/06/2007 : 13:39:50
Ma tu non eri un fan, pardon, un estimatore di Chiomenti?

In ogni caso, per riprendere la domanda di gluca, perché la 83, perché 30µF e perché tutt'e due insieme?

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Ciao, Luca

Inviato: 22 giu 2007, 19:00
da plovati
perchè l'alimentazione a vuoto manda in giro meno schifezze, tra i tubi abbastanza reperibili la 83 è quella che perde meno tensione e perchè i 30uF sono il massimo di quanto posso metterci.
Lo schema è 1:1 intercambiabile con alimentazione a stato solido se si hanno dubbi o non si dispone di una 83.

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Piergiorgio

Inviato: 22 giu 2007, 19:31
da gluca
Ma non avevi le 6D22S da qualche parte?

Hai avuto problemi di rumore con la 83?

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 22 giu 2007, 20:02
da plovati
ho delle 3B22che mi sembrano esagerate per l'applicazione :)
Rumore proveniente dalla 83? No, nè con le RCA nè con le GE.
Con i diodi o con la 83 l'hum è più o meno lo stesso.

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Piergiorgio

Inviato: 22 giu 2007, 20:31
da gluca
ho delle 3B22 che mi sembrano esagerate per l'applicazione
Esagerate no ... solo bruttine da vedere.

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 22 giu 2007, 21:30
da plovati
Hai avuto problemi di rumore con la 83?


Originally posted by gluca - 22/06/2007 :  14:31:35
Scusa, forse intendevi rumore a radiofrequenza? Con l'oscilloscopio da 20MHz e 50mV di scala non si vede nulla. Probabilmente a causa della induttanza in serie agli anodi costituita da fili da 30cm circa e quella di leakege propria del trasformatore di alimentazione che pare disperda abbastanza flusso.
Una bella guida all'uso della 83:
http://www.uli.de/tubes/83.htm

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Piergiorgio

Inviato: 22 giu 2007, 23:15
da mariovalvola
Some operation requirements and safety hints applicable for all gas-filled rectifier tubes:

Preheating (the bigger and colder the tube, the longer, especially for Hg-filled tubes) is absolutely necessary, serious damage to the oxide coating will occur (erosion by heavy arcing) while applying high-voltage power if the filament is still heating up. Times are indicated in the different type descriptions. Operating Hg-tubes with reduced heating voltage will result in a non-reversible intoxication of the emissive layer, thus reducing lifetime of the tube drastically.
ogni riferimento a un amplificatore di un noto costruttore milanese che scrive su rivste e che vende su ebay, è puramente casuale.

io, la valvola vapori di mercurio, la vedo meglio con il filtro induttivo. In origine, nei data sheet di famiglia, non era caldamente consigliato il filtro capacitivo . Si consideri che l'effetto "stabilizzante" si magnifica associando l'effetto del filtro induttivo insieme al tubo a gas

Mario Straneo

Inviato: 22 giu 2007, 23:19
da plovati
Si consideri che l'effetto "stabilizzante" si magnifica associando l'effetto del filtro induttivo insieme al tubo a gas

Originally posted by mariovalvola - 22/06/2007 :  18:15:31
Cioè?


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Piergiorgio

Inviato: 22 giu 2007, 23:32
da mariovalvola
il tubo a gas, del suo, tende ad avere minori variazioni di tensione al variare della corrente. Questo aspetto si fasa magnificamente con il filtro induttivo che, se dimensionato correttamente, si muove nella medesima direzione

Mario Straneo

Inviato: 22 giu 2007, 23:51
da plovati
Ma allora sarebbe piuttosto più adatto per compensare la minore regolazione del filtro capacitivo (non sicuro che sia così sempre e comunque).
E ancora più adatti sarebbero i diodi a semiconduttore...
:D

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Piergiorgio

Inviato: 23 giu 2007, 00:12
da mariovalvola
rimane, comunque la si voglia vedere :) , la difficoltà dei tubi a vapori di mercurio a lavorare con filtri capacitivi documentata ampiamente nelle vecchie documentazioni.

Mario Straneo

Inviato: 23 giu 2007, 04:59
da Luc1gnol0
Ma allora sarebbe piuttosto più adatto per compensare la minore regolazione del filtro capacitivo
Originariamente inviato da plovati - 22/06/2007 : 18:51:08
Ma l'efficacia del filtro "capacitivo" dipende dalla capacità del condensatore.
Ora, senza falsa modestia siete voi che dovete insegnarmi, ma il "bello" (uno dei tanti) dei tubi a gas è (o non è?) la minore resistenza interna.
Questo significa che a parità di condensatore (rispetto al diodo a vuoto), la resistenza offerta dal trasformatore dovrà essere più elevata, o viceversa, a parità di trasformatore il condensatore dovrà essere più piccolo. O sbaglio?

Per fare un'esempio, l'analoga AX50 per 16µF di capacità in ingresso richiede una resistenza del trasformatore MINIMA di 2x100 ohm. E, non mi ricordo dove l'ho letto, il tuo ne offrirebbe una 40ina.

Per ora rimango della perplessità iniziale: la 83 costa cara, consuma molto di filamento (15W: per es. la 1006 con rating comparabili, richiede solo 3,5W), ed mi sembra (MI SEMBRA) che sia troppo stressata (con quei 30µF), dovendo subire uno sfondamento nella corrente di surge di 3 volte (o ho capito male? E per quanto tempo?) ad ogni accensione.

A naso forse ci stava bene una robina tranquilla, tipo 5V4G, con cui avresti sacrificato solo una decina di volt di drop in più.

OH! (© by gluca) Per Mario: Nardi poi non ce l'ha mica messa la 83 sullo schema del Pistoncini, la 83 è solo sull'originale pupazzettato (e non sono sicuro che l'abbia stressata davvero).

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Ciao, Luca

Inviato: 23 giu 2007, 18:33
da plovati
Mi devo essere espresso male da quache parte. Con PSU Designer, simulando l'alimentatore con la 83 e 30uF, basta una resistenza di 40Ohm del trasformatore per contenere i picchi ripetitivi di corrente entro il valore massimo design center di 1A. I picchi di corrente all'accensione arrivano a 2,7A massimi e durano 300ms.
Con la resistenza effettiva che ho (145ohm anodo anodo (*)) i picchi ripetitivi di corrente con un condensatore da 30uF e 1ohm di resistenza interna sono inferiori a 0,8A. Sempre valori simulati perchè all'accensione, la scarica del gas della 83 genera probabilmente dei picchi di sovratensione superiori al valore tollerabile dai comuni strumenti di misura.
Al dilà di cosa succeda effettivamente nel transitorio di accensione, che potrebbe essere controllato con una precarica del condensatore via diodo-resistenza o NTC, il limite del valore di capacità del primo condensatore è dato dalla corrente ripetitiva (indicata con IFRM in PSU Designer). Il limite massimo di questa impone un limite alla capacità, non viceversa. Quando non si disponeva degli strumenti di simulazione odierni, si davano dei valori massimi di capacità o dei normogrammi di dimensionamento approssimato.
Ora che abbiamo dei metodi semplicissimi per calcolare cosa succede, perchè non sfruttarli e sfruttare al massimo l'area utile di impiego in sicurezza dei dispositivi?
(*) EDIT 145 ohm di resistenza DC del solo secondario, alla quale si dovrebbe (dubitativa vedi PS sotto) aggiungere la resistenza del primario moltiplicata per l'oppurtuno rapporto spire al quadrato.

La 5V4 ha una caduta più alta ma sopratutto tollera 0,5A massimi di corrente ripetitiva di picco. Non vedo vantaggi, se devo diminuire la capacità tantovale farlo mantenedo la 83.
La 6D22S sarebbe adattissima ma chi la trova?

PS: sempre sulla 83: il datasheet non fa menzione di corrente di picco a singolo ciclo e di corrente di picco ripetitiva, ma solo di corrente massima per placca.
Dice inoltre che con 50 ohm di resistenza della sorgente al massimo si possono mettere 4uF. Sembrerebbe una condizione restrittiva per fare in modo che non venga mai superata la corrente massima assoluta di 1.1A anche solo per un singolo ciclo.
Ora il bello è che simulando la situazione da datasheet (50ohm e 4uF) con PSU designer, si ottengono picchi di 1,2A!

Altri dubbi: con PSU designer la resistenza del trasformatore si intende per ramo? E compresa la resistenza del primario riflessa al secondario?

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Piergiorgio

Inviato: 23 giu 2007, 19:30
da gluca
La 6D22S sarebbe adattissima ma chi la trova?
Ne ho prese sei un anno fa su ebbbai a pochi euro l'una... me le tengo strette strette per quando farò il DAC (oppure il pre phono???)

Forse le presi proprio da questo qua in lituania

Ciao
Gianluca

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 26 giu 2007, 04:11
da Luc1gnol0
Mi devo essere espresso male da quache parte. Con PSU Designer, simulando l'alimentatore con la 83 e 30uF, basta una resistenza di 40Ohm del trasformatore per contenere i picchi ripetitivi di corrente entro il valore massimo design center di 1A. I picchi di corrente all'accensione arrivano a 2,7A massimi e durano 300ms.
Non sono sicuro che il design center per la maximum steady state peak plate current sia di 1A, visto che non è dichiarato e visto che il DC è di 225mA, ma visto che ho trovato (scusami, sto gigionegiando :oops: ) nel datasheet Tung Sol del 1940 il valore di 675mA.

Il surge peak è generalmente ammesso per un max di 200ms, con 300ms il limite temporale è sfondato del 50% (a voler non considerare i 2,7A contro 1A), cosa piuttosto sgradita ai rettificatori a bassa impedenza interna come quelli a vapori di mercurio.
Al dilà di cosa succeda effettivamente nel transitorio di accensione, che potrebbe essere controllato con una precarica del condensatore via diodo-resistenza o NTC, il limite del valore di capacità del primo condensatore è dato dalla corrente ripetitiva (indicata con IFRM in PSU Designer). Il limite massimo di questa impone un limite alla capacità, non viceversa. Quando non si disponeva degli strumenti di simulazione odierni, si davano dei valori massimi di capacità o dei normogrammi di dimensionamento approssimato.
Per carità, è un tuo vecchio cavallo di battaglia questo, e sfondi una porta aperta.
Peraltro il limite può essere innalzato, come da pratica comune con i rettificatori a vapori di mercurio (ma pure ad alto vuoto), andando ad alzare l'impedenza interna del diodo con un resistore in serie alla placca.

Per esempio, se non ricordo male cosa letto poco fa, la RCA consigliava un resistore di 50ohm in serie a ciascuna placca per utilizzare condensatori d'ingresso superiori a 40µF con la 83 (dati del 1963, ricontrollali).
Ora che abbiamo dei metodi semplicissimi per calcolare cosa succede, perchè non sfruttarli e sfruttare al massimo l'area utile di impiego in sicurezza dei dispositivi?
Pigrizia :oops: ma non è una scusa, solo la risposta (quella che vale per me) al tuo perché.
La 5V4 ha una caduta più alta ma sopratutto tollera 0,5A massimi di corrente ripetitiva di picco. Non vedo vantaggi, se devo diminuire la capacità tantovale farlo mantenedo la 83.
Dal punto di vista della reperibilità PER ME non è la stessa cosa ma io mi riferivo all'applicazione: a naso trovo preferibile una cella RC in più, se la questione è il ripple, o un ingresso induttivo o misto (alla Crowhurst) se la questione è la regolazione. O al più terrei in minor conto il tube drop (perché è importante, per te?) ed utilizzerei un tubo a più alta impedenza interna. Tra l'altro per la 83 viene spesso consigliato il pre-riscaldamento del filamento, un'altra "scocciatura" secondo me.
La 6D22S sarebbe adattissima ma chi la trova?
La 6D22S sarebbe adattissima se qualcuno mi consigliasse un datasheet con i valori e le curve per l'uso come rettificatore. :oops:
PS: sempre sulla 83: il datasheet non fa menzione di corrente di picco a singolo ciclo e di corrente di picco ripetitiva, ma solo di corrente massima per placca.
Vedi sopra. 1A credo sia la surge a questo punto (anche se non l'ho trovata dichiarata come tale da nessuna parte).
Dice inoltre che con 50 ohm di resistenza della sorgente al massimo si possono mettere 4uF. Sembrerebbe una condizione restrittiva per fare in modo che non venga mai superata la corrente massima assoluta di 1.1A anche solo per un singolo ciclo.
Ora il bello è che simulando la situazione da datasheet (50ohm e 4uF) con PSU designer, si ottengono picchi di 1,2A!
Non ti capisco. Non vedo grandi differenze in un +10% (per la mia ignoranza sembrerebbero ascrivibili anche a differenze nel metodo di calcolo: che ne dici?), soprattutto considerando le tolleranze dei condensatori da alimentazione!
Altri dubbi: con PSU designer la resistenza del trasformatore si intende per ramo? E compresa la resistenza del primario riflessa al secondario?
Originariamente inviato da plovati - 23/06/2007 : 13:33:48
Per quel che ne so è corretta la tua ipotesi: con un TA con presa centrale sul secondario (e dunque rapporto di trasformazione 1:n+n) la "resistenza" del TA vista da ciascuna placca (considerando un raddrizzatore a doppia semionda) sarà appunto data dalla somma: R=Rs+n²Rp (con Rs "resistenza" per ciascun singolo ramo). Non vedo motivi per cui PSUD debba differenziarsi dall'ortodossia.

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Ciao, Luca

Inviato: 26 giu 2007, 05:35
da plovati
Non sono sicuro che il design center per la maximum steady state peak plate current sia di 1A, visto che non è dichiarato e visto che il DC è di 225mA, ma visto che ho trovato (scusami, sto gigionegiando ) nel datasheet Tung Sol del 1940 il valore di 675mA.
La situazione datasheet per la 83 è abbastanza intricata e controversa. Più una materia da archeologi che elettronici..
i datasheet più recenti riportano un max di 1A, 1.1abs. max. Non si capisce se è anche il max surge.
RCA vecchio 800mA peak plate current, 50 ohm per placca quando le sezione sono usate in parallelo
GE nuovo 1A e 1.1 absolute max rating
Sylvania 1A e 50ohm per placca no indicazione capacità
Alla fine se consideriamo che la più vecchia AZ1 porta fino a 60uF di ingresso e che le piccole 6AX5 hanno una corrente di surge di 2,6A, a paragone la 83 che ha un catodo ben più ricco dovrebbe avere almeno pari calori. Il mercurio infatti interviene abbassandp la caduta di tensione, non altro. L'emissione resta legata alle proprietà del filamento.
Il surge peak è generalmente ammesso per un max di 200ms, con 300ms il limite temporale è sfondato del 50% (a voler non considerare i 2,7A contro 1A), cosa piuttosto sgradita ai rettificatori a bassa impedenza interna come quelli a vapori di mercurio.
Ma 200ms continui, non 200ms a picchi stretti che si ripetono ogni 10ms..

O al più terrei in minor conto il tube drop (perché è importante, per te?) ed utilizzerei un tubo a più alta impedenza interna. Tra l'altro per la 83 viene spesso consigliato il pre-riscaldamento del filamento, un'altra "scocciatura" secondo me.
Bassa caduta mi serve per avere intercambiabilità con i diodi al silicio, ancora più comuni della 5V4 o qualsiasi altra valvola. Bassa impedenza per avere una buona regolazione e non affidare tutto alla riserva di energia dell'ultimo condensatore (a 150mA ce ne vuole già uno bello grosso).
Il preriscaldamento devo comunque farlo per applicare il bias prima dell'anodica, anche nel caso peggiore di rettificazione diodi a semiconduttore.

Dice inoltre che con 50 ohm di resistenza della sorgente al massimo si possono mettere 4uF. Sembrerebbe una condizione restrittiva per fare in modo che non venga mai superata la corrente massima assoluta di 1.1A anche solo per un singolo ciclo.
Ora il bello è che simulando la situazione da datasheet (50ohm e 4uF) con PSU designer, si ottengono picchi di 1,2A!
Non ti capisco. Non vedo grandi differenze in un +10% (per la mia ignoranza sembrerebbero ascrivibili anche a differenze nel metodo di calcolo: che ne dici?), soprattutto considerando le tolleranze dei condensatori da alimentazione!
Non c'è di mezzo la tolleranza del condensatore, si tratta nei due casi di calcoli teorici. Il diagramma di Shade o PSU designer sono tutti ricavati dalla soluzione delle stesse equazioni. Qualche approssimazione o arrotondamento nel caso dei datasheet sarebbero dovuti essere ancora più conservativi, non il contrario.

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Piergiorgio

Inviato: 26 giu 2007, 14:19
da Luc1gnol0
quasi-tutto-OT
La situazione datasheet per la 83 è abbastanza intricata e controversa. Più una materia da archeologi che elettronici..
i datasheet più recenti riportano un max di 1A, 1.1abs. max. Non si capisce se è anche il max surge.
RCA vecchio 800mA peak plate current, 50 ohm per placca quando le sezione sono usate in parallelo
GE nuovo 1A e 1.1 absolute max rating
Sylvania 1A e 50ohm per placca no indicazione capacità
Allora facciamo gli archeologi: prendiamo in mano l'RC13 (fisicamente)... che schifo, puzza ogni anno di più (o più probabilmente sono io che dimentico l'odore della carta antica, tra una sfogliata e l'altra)... non dice niente di serio (si fa per dire)... prendiamo l'RC15 (1947)... OH! (© by gluca) Qualcosa di più serio, pag. 53:
"Maximum peak plate current is the highest instantaneous plate current that a tube can safely carry recurrently in the direction of normal current flow."
Originariamente stampato in USA - ottobre 1947 - © by Radio Corporation of America
... RC18 (1956, pag. 64) idem... RC20 (1960, pag. 68)... idem. Li ho finiti i mezzi archeologici. Dunque, "abbiamo" due dati: i manuali RCA dal 1947 al 1960 definirebbero ("recurrently") i dati di peak plate current come "steady state", pari ad 1A max (design center). Il datasheet Tung Sol del 1940 definisce esplicitamente il valore di steady state pari a 675mA. Adesso posso giocarci a palline.
Il mercurio infatti interviene abbassandp la caduta di tensione, non altro. L'emissione resta legata alle proprietà del filamento.
Mi piacerebbe essere di quelli con il Radiotron in memoria, però mi devo accontentare delle domande ripetitive (e tu perdonarmi della recurrent ignorance): per abbassare il tube drop non deve abbassare l'impedenza interna del diodo?
Il surge peak è generalmente ammesso per un max di 200ms
Ma 200ms continui, non 200ms a picchi stretti che si ripetono ogni 10ms.
Questa prima o poi me la devi rispiegare (forse meglio poi, per esigenze di chiarezza del thread, anche se editi sempre il primo post): quando definivano il valore per la corrente di surge o transient gli ingegneri dell'epoca non avevano in mente l'accensione? E se no, eventualmente quale altra situazione o fenomeno?
Bassa caduta mi serve per avere intercambiabilità con i diodi al silicio, ancora più comuni della 5V4 o qualsiasi altra valvola. Bassa impedenza per avere una buona regolazione e non affidare tutto alla riserva di energia dell'ultimo condensatore (a 150mA ce ne vuole già uno bello grosso).
Ok, ho capito meglio il tuo capitolato: chiudo qui con i consigli non-richiesti.
La scelta che avrei fatto è allora la 5AR4: molto compatta e robusta (T-9), più economica, non ti può captare rumori a radiofrequenza come il mercurio, assorbe quasi la metà di filamento (9W), tube drop comparabile (17V alla massima corrente), DC current 225mA, steady state 825mA, transient (surge) 3,7A, max capacitor input 60µF. In più è in regolare produzione (mi risulta almeno da Sovtek, JJ e Penta), ma ciò non toglie che i feticisti del tubo possano sempre optare per una Mullard GZ34 "large base" anni '50 e pagarla dieci volte il prezzo del nuovo.
Non c'è di mezzo la tolleranza del condensatore, si tratta nei due casi di calcoli teorici.
Originariamente inviato da plovati - 26/06/2007 : 00:35:16
Intendevo dire che già da sola la tolleranza della capacità del condensatore (per cui un 47µF "è" un 60µF, soprattutto all'epoca in cui quei dati furono scritti, e non potevano non tenerne conto) è in grado da sola di "sballare" quel 10%; per cui non trovo preoccupante un picco di 1,2A: se bastasse questa differenza a mettere in crisi il tubo, gli ingegneri ne avrebbero tenuto conto, o lo avrebbero segnalato. Imvho.

/quasi-tutto-OT

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Ciao, Luca

Inviato: 26 giu 2007, 17:06
da plovati
Il mercurio infatti interviene abbassandp la caduta di tensione, non altro. L'emissione resta legata alle proprietà del filamento.
Mi piacerebbe essere di quelli con il Radiotron in memoria, però mi devo accontentare delle domande ripetitive (e tu perdonarmi della recurrent ignorance): per abbassare il tube drop non deve abbassare l'impedenza interna del diodo?
Molto a spanne, da quelle che ricordo, la corrente che puo' tirare una valvola dipende dalla capacità emissiva del filamento (materiale, temperatura, dimensioni). La caduta di tensione dipende dalla zona di carica spaziale. Il mercurio interviene abbassando quest'ultima. In pratica il filamento determina la corrente massima, il mercurio la caduta di tensione ad una data corrente. Fino a che la differenza di tensione anodo-catodo è sotto la ionizzazione del mercurio, la corrente deve essere fornita dal filamento non dalla scarica.

Quanto è la corrente di picco ripetitiva che posso tirare dalla 83? Vado da 675mA a 1A a seconda della fonte interpellata. Curiosità: tra i vari papiri polverosi, il datasheet Brimar della 83 rimanda per tutte le altre caratteristiche alla 5V4G, che dà 32uF con resistenza di 100ohm per ramo. Siamo di fronte al mistero, la sperimentazione prolungata dirà quanto resiste una 83...
Nel frattempo si potrebbe postare su diyaudio.com o chiedere alla ghenga massonica della Joelist.
Il surge peak è generalmente ammesso per un max di 200ms
Ma 200ms continui, non 200ms a picchi stretti che si ripetono ogni 10ms.
Questa prima o poi me la devi rispiegare (forse meglio poi, per esigenze di chiarezza del thread, anche se editi sempre il primo post): quando definivano il valore per la corrente di surge o transient gli ingegneri dell'epoca non avevano in mente l'accensione? E se no, eventualmente quale altra situazione o fenomeno?
Un uso in DC? Un alimentatore a 400Hz? Con un carico assimilabile ad una generatore di corrente? Troppe variabili, l'unica possibilità è definire per quanto tempo puo' sopportare una data corrente.
Almeno questo è quello che ho interpretato io.
La scelta che avrei fatto è allora la 5AR4: molto compatta e robusta (T-9), più economica, non ti può captare rumori a radiofrequenza come il mercurio, assorbe quasi la metà di filamento (9W), tube drop comparabile (17V alla massima corrente), DC current 225mA, steady state 825mA, transient (surge) 3,7A, max capacitor input 60µF.
Buona questa, la metto tra le papabili per il progetto. 60uF con 75ohm minimi da datasheet, con i 30uF dovremmo essere ai livelli della 83, secondo i datasheet più vecchi.

Questo circuito di Sakuma: http://www10.big.or.jp/~dh/work/87102.html ha un alimentatore che impiega la 83 con 10uf, induttore altri 10uF. Mi pare impossibile che non abbia problemi col ronzio, ci deve essere qualche compensazione furba che non vedo.

EDIT ho fatto casino con le parentesi quadre, non si leggeva mezzo messaggio.
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Piergiorgio

Inviato: 27 giu 2007, 00:09
da Luc1gnol0
tra i vari papiri polverosi, il datasheet Brimar della 83 rimanda per tutte le altre caratteristiche alla 5V4G, che dà 32uF con resistenza di 100ohm per ramo.
Quello relativo ai dati della Brimar è un banale qui-pro-quo: nella stessa pagina sono censite la 83 e la 83V, e l'intestazione non è chiarissima.
E' la 83V, che è a vuoto e data equivalente alla 5V4G, ad avere quei ratings, e non appunto la più performante 83.
Nel frattempo si potrebbe postare su diyaudio.com o chiedere alla ghenga massonica della Joelist.
In serata provo a scrivere all'indirizzo di Epstein e Roberts.
Almeno questo è quello che ho interpretato io.
Ok. Vediamo se gli altri ingegneri del forum hanno voglia di scrivere al riguardo.
Mi pare impossibile che non abbia problemi col ronzio, ci deve essere qualche compensazione furba che non vedo.
Originariamente inviato da plovati - 26/06/2007 : 12:06:19
A che tipo di compensazione stai pensando?
Hai fatto anche una simulazione col PSUD?

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Ciao, Luca

Inviato: 14 mar 2008, 19:57
da Luc1gnol0
Nota sulla durata dei tubi in sovradissipazione
Ad oggi, dopo più di due anni di uso normale (circa tre ore al giorno e una decina nei weekend) sia la 83 che le 2A3 non danno segni di cedimento nè di particolare consumo. Non ho misurato purtroppo i parametri all'inizio, per un confronto sulle derive, ma come indicazione generale circa l'affidabilità dei punti di lavoro utilizzati per i tubi mi pare sufficiente.
Originally posted by plovati - 30/05/2007 : 16:04:05
E come "suono" è cambiato qualcosa (anche se hai cambiato diffusori...)?

Imai dice che sovradissipando i tubi finali si potrebbero forse avere inizialmente sonorità gradevoli, o più gradevoli rispetto a punti di lavoro meno "tirati", ma che col tempo "degraderebbero" anche a dispetto di una costanza dei principali parametri elettrici.

Una prova con dei tubi uguali ma intonsi, a parità di punto di lavoro, la potresti fare (per vedere se avverti differenze sensibili nel "suono")?

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Ciao, Luca

Inviato: 14 mar 2008, 20:05
da plovati
Con la 2A3 non riesco. A parte il non avere un'altra coppia di Sovtek, sarebbe una prova falsata in partenza, perchè il suono (mi pare di avrelo scritto da qualche parte) cambia sicuro tra le Sovtek nuove e quelle rodate. Cambiare la 83 con una nuova (intendo sempre NOS ma appena tirata fuori dalla scatola) l'ho fatto e non ho apprezzato differenze.

Con le 45, in effetti tirandole a 10W (la placca si arrossa leggermente nel mezzo, è normale?) vanno meglio. Ho un'altra coppia teoricamente meno usata, ma di altra marca. Ho provato delle Fivre e rispetto alle Silvanya non ho notato marcate differenze.


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Piergiorgio

Inviato: 14 mar 2008, 20:15
da Luc1gnol0
a placca si arrossa leggermente nel mezzo, è normale?
Originally posted by plovati - 14/03/2008 : 15:05:18
Se non è un particolare effetto ottico, e per la mia limitata esperienza, direi di no. :oops:

Criminale, ridalle ad Armando prima che si sciupino! :D

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Ciao, Luca

Inviato: 14 mar 2008, 21:51
da gluca
a placca si arrossa leggermente nel mezzo, è normale?
Originally posted by plovati - 14/03/2008 : 15:05:18
Se non è un particolare effetto ottico, e per la mia limitata esperienza, direi di no. :oops:

Criminale, ridalle ad Armando prima che si sciupino! :D

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Ciao, Luca


Originally posted by Luc1gnol0 - 14/03/2008 :  15:15:43
Quando le abbiamo viste anche noi, si era appena finito di bere del vino. Cmq è meglio che le tenga dato che vanno meglio delle 2A3.

** we are made of nothing but voices echoing from the past
and pointing their fingers to the future showing the direction. we will eventually follow that line **

Inviato: 15 mag 2008, 16:39
da plovati
Pare che su Audioreview n. 289 Walter Gentilucci (walge) abbia pubblicato il suo schema di amplificatore con la 2A3 cui aveva accennato diversi interventi fa.

Non l'ho ancora letto, leggo solo l'annuncio sul forum di AR:
http://www.audioreview.it/VB/showthread.php?t=4794


_________
Piergiorgio

Inviato: 19 mag 2008, 20:48
da Luc1gnol0
Pare che su Audioreview n. 289 Walter Gentilucci (walge) abbia pubblicato il suo schema di amplificatore con la 2A3 cui aveva accennato diversi interventi fa.
Originariamente inviato da plovati - 15/05/2008 : 11:39:53
L'ho cercato per acquistarlo ma quel numero di AR non è più in edicola da diverse settimane, e per pigrizia e taccagneria non mi metterò certo ad ordinare il relativo arretrato.

Non so se walge stesso o qualcun altro abbia voglia e tempo di riportare lo schema a mano qui sul forum.

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Ciao, Luca

Inviato: 19 mag 2008, 23:17
da dueeffe
La 83 l'ho usata nel "poussière de lune" (ECC85 + 6AS7).
Ho deciso per un "choke input", dopo varie prove.
Perciò credo che abbia ragione Mario: la 83 si sposa a meraviglia con l'induttanza, purchè sia ben fatta (alcune di quelle provate vibravano "da paura").

Occhio però che il trasformatore di alimentazione potrebbe "pensarla molto diversamente".
:D

Sono presenti anche i 2 interruttori per il pre-riscaldamento dei filamenti della 83 (che è fondamentale, se non si vuole rischiare il BUM).

Ho solo questa foto appena decente (per modo di dire...come foto è comunque indecente).

Nella foto il "poussière de lune" è nell'impianto di Andrea (detto il Cinico).
...e lì è rimasto (da un paio d'anni a questa parte), perchè "il Cinico" non ha nessuna intenzione di farlo tornare da queste parti.
(si sta appellando all'uso capione)
:D :D :p

Immagine

saluti,

Fabio.

Pushpull? No, tnx!
("Tira e molla"? no grazie!)

Inviato: 19 mag 2008, 23:47
da gluca
La 83 l'ho usata nel "poussière de lune" (ECC85 + 6AS7).
Ho deciso per un "choke input", dopo varie prove.
Perciò credo che abbia ragione Mario: la 83 si sposa a meraviglia con l'induttanza, purchè sia ben fatta (alcune di quelle provate vibravano "da paura").

Occhio però che il trasformatore di alimentazione potrebbe "pensarla molto diversamente".
:D


Originally posted by dueeffe - 19/05/2008 :  18:17:49
Beh ... magari la "choke" era fatta bene ma usata oltre i limiti di progetto. Il trafo invece dovrebbe gradire.

Ma sniffi anche tu i vapori di mercurio?



** we are made of nothing but voices echoing from the past
and pointing their fingers to the future showing the direction. we will eventually follow that line **

Inviato: 20 mag 2008, 01:03
da dueeffe
La 83 l'ho usata nel "poussière de lune" (ECC85 + 6AS7).
Ho deciso per un "choke input", dopo varie prove.
Perciò credo che abbia ragione Mario: la 83 si sposa a meraviglia con l'induttanza, purchè sia ben fatta (alcune di quelle provate vibravano "da paura").

Occhio però che il trasformatore di alimentazione potrebbe "pensarla molto diversamente".
:D


Originally posted by dueeffe - 19/05/2008 :  18:17:49
Beh ... magari la "choke" era fatta bene ma usata oltre i limiti di progetto. Il trafo invece dovrebbe gradire.

Ma sniffi anche tu i vapori di mercurio?



** we are made of nothing but voices echoing from the past
and pointing their fingers to the future showing the direction. we will eventually follow that line **


Originally posted by gluca - 19/05/2008 :  18:47:47

Caro Luca,
la choke sulla carta non era fuori specifica, tuttaltro!

Per quel che concerne il trasformatore di alimentazione, ne ho trovato uno che non gradiva assolutamente!

L'ho detto apposta, perchè son "oggetti" di ditta nota ed abbastanza usata (non farmi fare nomi).
:D

Per quel che riguarda lo "sniffo al vapore", si!
Sono del "club" come te, anche per i vari "tungsteni toriati" & C.

L'unica grossa mananza che finora io e te abbiamo è l'assenza d'uso dell'eternit come telaio.
Se ti va ci si mette d'accordo e si fanno due prove.
Si narra che l'eternit apporti miglioramenti formidabili per quel che concerne il "nero infrastrumentale"
:D :D :D


salutoni,

Fabio.

Inviato: 05 giu 2009, 19:09
da mrttg
Plo che risultati hai ottenuto con la Saghuang 2A3 in A2?

Tiziano

Inviato: 06 giu 2009, 13:26
da Echo
L'esemplare che abbiamo ascoltato al bottom ha subito variazioni rispetto a quello che è descritto in questo tread?

-------------------------
http://gabrielligiorgio.wordpress.com/

Inviato: 06 giu 2009, 18:46
da plovati
L'esemplare che abbiamo ascoltato al bottom ha subito variazioni rispetto a quello che è descritto in questo tread?

-------------------------
http://gabrielligiorgio.wordpress.com/


Originally posted by Echo - 06/06/2009 :  08:26:26
Ha delle 2A3B Shuguang al posto delle sovtek, polarizzate a 340V 53mA per una tensione di griglia di -70V. E' una coppia di valvole piuttosto 'sveglia'.

Ho aggiungo anche un potenziometro di ingresso per poterlo usare come integrato.

Nessuna differenza drammaticamente significativa, a parte che la Shuguang vanno bene da subito senza l'eterno rodaggio delle Sovtek.
Non fidatevi troppo della selezione di fabbrica delle cinesi, meglio chiedere un accoppiamento al 5% al distributore.

In una versione piu' 'da gara' (attaccato a svariati e difficili carichi)sarebbe stato meglio alzare la corrente a 70mA.


_________
Piergiorgio

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 14:39
da mrttg
Immagine
Plo che valore ha la resistenza di bias ?

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 14:56
da riccardo
comunicazione di servizio, per Tiziano.
Puoi fare in modo di linkare l'immagine in modo che la si possa ingrandire?

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 18:56
da plovati
[quote="mrttg]Plo che valore ha la resistenza di bias ?[/quote]

Dopo qualche prova, eseguita anche per confronto con un mu-follower e altri stadi single-ended, sono pervenuto alle seguenti condizioni di lavoro per la EC88 in SRPP:

Vb+ = 300-320V
I = 7,1ma
Ra=Rak =180 ohm
Rl=12K ohm
Vk =1,3V
gain (con bypass) =39
max Vin (con bypass) = .95Vrms
gain (senza bypass) = 26
max Vin (senza bypass) = 1.5Vrms

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 18:59
da plovati
mrttg ha scritto:
Immagine
Plo che valore ha la resistenza di bias ?
""Dopo qualche prova, eseguita anche per confronto con un mu-follower e altri stadi single-ended, sono pervenuto alle seguenti condizioni di lavoro per la EC88 in SRPP:

Vb+ = 300-320V
I = 7,1ma
Ra=Rak =180 ohm
Rl=12K ohm
Vk =1,3V
gain (con bypass) =39
max Vin (con bypass) = .95Vrms
gain (senza bypass) = 26
max Vin (senza bypass) = 1.5Vrms

""

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 21:31
da Luc1gnol0
plovati ha scritto:""Dopo qualche prova, eseguita anche per confronto con un mu-follower e altri stadi single-ended, sono pervenuto alle seguenti condizioni di lavoro per la EC88 in SRPP:

Vb+ = 300-320V
I = 7,1ma""

Non sono valori un po' elevati per quel tubo?

Re: Diaccatì

Inviato: 07 dic 2009, 23:11
da UnixMan
...considerato come fa` lavorare le povere 2A3, dovrebbe ribattezzarlo lo spremitubi! :lol: :D

Re: Diaccatì

Inviato: 08 dic 2009, 09:32
da plovati
E perche' mai se le moderne 2A3 tengono benissimo oltre i limiti di specifica, le vecchie e affidabili EC86-88 dovrebbero risentire di un apolarizzazione ben entro i limiti (1W contro 2, 7mA contro 12, 160V contro 550..) ?

Re: Diaccatì

Inviato: 08 dic 2009, 12:10
da UnixMan
nessun motivo in particolare, era solo una battuta... non ho saputo resistere. :oops: :)

Re: Diaccatì

Inviato: 08 dic 2009, 20:24
da Luc1gnol0
plovati ha scritto:160V contro 550
A 550V non ci arriva nemmeno a vuoto...

Re:

Inviato: 01 feb 2010, 15:32
da giupo
walge ha scritto:Al seguente link:
http://www.multitask.it/2A3/2A3.BMP
ho inserito un tracciato di curve caratteristiche rilevate con Sofia di una 2A3 EH Gold con tensione anodica max di 600 Vdc e 150mA di corrente.
Le curve sono 21 ed abbastanza regolari e danno la possibilita' di trovare un punto di lavoro accurato anche andando un po' fuori specifice.
A questo link:
http://www.multitask.it/2A3/B.jpg
Ho fotografato Sofia con alle spalle il prototipo del finale, scusate il casino ma sono ancora in fase di prove.
La presenza dei due toroidali all'interno del telaio e' momentanea dato che sto provando le tensioni dei vari filamenti, in ogni caso nella versione che verra' presentata su Audio ci sra' ce ne sara' uno solo; da molto tempo adotto questo modo di separare il trafo dei filamenti da quello dell alta tensione.

A presto per ulteriori considerazioni

Saluti

Walter Gentilucci

Qualcuno è in grado di ri-postare le immagini di cui ai link sopra ora non più funzionanti p.f.?

Grazie,

Giupo.

Re: Diaccatì

Inviato: 06 feb 2010, 11:36
da plovati
Mi sono imbattuto in un articolo di MJ che propone un single ended con una 2A3 Sovtek capace di 7W.
In quel caso, per garantire la bassa impedenza del driver si è ricorsi ad un trasformatore interstadio da 5kohm.

Questo è lo schema:
2A3SE7WMJ.jpg
e queste le misure:

Re: Diaccatì

Inviato: 06 feb 2010, 17:07
da gluca
plovati ha scritto:Mi sono imbattuto in un articolo di MJ che propone un single ended con una 2A3 Sovtek capace di 7W.
Plo' ... quel robo lì non lo farei mai così per diversi motivi neanche sotto tortura o per grosse cifre di frusciante danaro ma non capisco perchè tu dica che il driver è a bassa impedenza per il trafo interstadio? Non mi pare che sia un trafo a scendere e quindi la 2A3 vede la placca della 6W6 come impedenza sorgente, diciamo 1600ohm da datasheet. Impedenza che è bassa in ambito valvolare ma non fa certamente gridare al miracolo ... anzi.

Re: Diaccatì

Inviato: 08 feb 2010, 22:42
da plovati
Impedenze del genere in griglia sono dei cortocircuiti!!

Re: Diaccatì

Inviato: 09 feb 2010, 00:54
da gluca
plovati ha scritto:Impedenze del genere in griglia sono dei cortocircuiti!!
plo' ma quanto è l'impedenza della griglia in A2? non credo che sia molto lontana da 1.6k.

Re: Diaccatì

Inviato: 03 ago 2010, 08:52
da mrttg
plovati ha scritto:
Immagine
Ciao Plo,
forse qualcuno lo aveva notato i condensatori elettrolitici per il negativo di griglia devono essere da almeno 350V... con 220Vac abbiamo circa 310Vdc

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 11:34
da mrttg
E88C avete qualche indicazioni dove reperirle facilmente?

Grazie

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 12:45
da PPoli
Nella mia libreria.

Se ti bastano due pezzi della JJ.

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 13:12
da mrttg
PPoli ha scritto:Nella mia libreria.

Se ti bastano due pezzi della JJ.
Grazie Paolo,
me ne servono 4 pz.

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 18:10
da plovati
Sicuro che siano E88C e non ECC88? Mi pare strano che le faccia la JJ..

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 18:21
da PPoli
Boh....
Dovrebbero essere queste
http://www.jj-electronic.com/pdf/E88CC.pdf
Sulle mie però, a differenza della foto del pdf, sul vetro c'è scritto e88cc.
Ne ho due nuove in un cassetto, ma non ricordo nemmeno perchè le avevo prese.
Ripensandoci forse mi viene in mente qualcosa sull'ambiguità della sigla. Ma non saprei dire di più.

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 19:02
da same
PPoli ha scritto:Boh....
Dovrebbero essere queste
http://www.jj-electronic.com/pdf/E88CC.pdf
Sulle mie però, a differenza della foto del pdf, sul vetro c'è scritto e88cc.
Ne ho due nuove in un cassetto, ma non ricordo nemmeno perchè le avevo prese.
Ripensandoci forse mi viene in mente qualcosa sull'ambiguità della sigla. Ma non saprei dire di più.
non c'entrano nulla sono tubi completamente diversi.
Le E88C sono triodi singoli

Re: Diaccatì

Inviato: 18 gen 2011, 19:35
da PPoli
Ah...ecco. Mi sembrava troppo facile.

Re: Diaccatì

Inviato: 24 gen 2011, 12:16
da sintesy
Le E88C che ho le recuperai sul catalogo distrelec, magari le hanno ancora anche se ha alzato i prezzi da paura

Re: Diaccatì

Inviato: 24 gen 2011, 13:29
da mrttg
sintesy ha scritto:Le E88C che ho le recuperai sul catalogo distrelec, magari le hanno ancora anche se ha alzato i prezzi da paura
:wink: Grazie

Re: Diaccatì

Inviato: 24 gen 2011, 19:47
da vince
le EC88 sono tutt'altra cosa?

Re: Diaccatì

Inviato: 24 gen 2011, 20:08
da EF80
vince ha scritto:le EC88 sono tutt'altra cosa?
http://www.r-type.org/exhib/aaa0220.htm

No sono uguali, ottimi triodini, ne ho usati diverse volte e ne ho ancora almeno una decina NOS, pero' la sorella 86 e' molto piu' lineare.

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 08:02
da berga12
Piergiorgio, Tiziano mi sta consigliando questo progetto per iniziare come primo valvolare, tu, che come altri sei stato a casa mia e hai ascoltato qualcosa, come lo vedi?

potrebbe essere il giusto compromesso Spesa/resa/prima esperienza?

ciao!

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 18:29
da Marcoiuri
Scusate la mia ignoranza (sono ancora un novellino) ma cos'è la classe a2?o meglio, come funziona la classe a2?

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 20:30
da plovati
berga12 ha scritto:Piergiorgio, Tiziano mi sta consigliando questo progetto per iniziare come primo valvolare, tu, che come altri sei stato a casa mia e hai ascoltato qualcosa, come lo vedi?

potrebbe essere il giusto compromesso Spesa/resa/prima esperienza?

ciao!
Come prima esperienza, nell'ottica di poca spesa e buona (se non ottima) resa, consiglio sempre il Primo. Che come é stato credo ampiamente dimostrato con una certa cura nella scelta dei componenti potrebbe diventare anche l'ultimo (anzi Ultimate, vedi progetto di dueeffe).

Nel tuo caso, vista l'alta efficienza dei tuoi diffusori e l'esperienza che comunque hai giá, mi sento di consigliarti o un diaccatí con la 45, degli ottimi ferri di uscita e una alimentazione molto curata (imho anche piú importante dei Tu, specie per l'impatto dei bassi) oppure (per ragioni di potenza, che ai tuoi volumi di ascolto serve comunque) un 300B alla Mariani (polarizzazione della finale a backbias e driver in totem asimmetrico).

In questo caso un poco piú di sforzo potrebbe essere ripagato da una soluzione che durerá piú a lungo. Di definitivo credo ci sia ben poco, ma di piacevole e utile molto (direi anche la 10Y, la 71A o la PX4, tutte rigorosamente in single ended).

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 21:05
da PPoli
Se sei curioso di provare un Primo ne ho uno costruito con i TUU. L'ho regalato a mia sorella, ma posso passare a prenderlo in prestito quando vuoi.

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 21:08
da UnixMan
Marcoiuri ha scritto:Scusate la mia ignoranza (sono ancora un novellino) ma cos'è la classe a2?o meglio, come funziona la classe a2?
in breve, il suffisso "2" (A2, AB2) indica lo sfruttamento del tubo anche in regime di griglia positiva.

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 21:16
da Marcoiuri
UnixMan ha scritto:
Marcoiuri ha scritto:Scusate la mia ignoranza (sono ancora un novellino) ma cos'è la classe a2?o meglio, come funziona la classe a2?
in breve, il suffisso "2" (A2, AB2) indica lo sfruttamento del tubo anche in regime di griglia positiva.
Grazie della risposta.
Che problemi comporta ( prima avevo letto di una corrente nella griglia)?

Re: Diaccatì

Inviato: 01 lug 2011, 21:44
da UnixMan
Difficile dirlo in due parole.

Se la griglia è positiva rispetto al catodo, attira gli elettroni anziché respingerli. Quindi ci sono correnti di griglia anche considerevoli. Il che, oltre a poter creare problemi di dissipazione alla griglia stessa (ed infatti non tutti i tubi possono essere utilizzati impunemente in griglia positiva), crea enormi problemi di pilotaggio.

Passando da Vgk<0 a Vgk>0 la corrente "in ingresso" allo stadio finale (quella che deve erogare il driver) cresce enormemente (decine di volte maggiore) ed anche piuttosto bruscamente.

In tali condizioni, per non introdurre distorsioni la tensione di pilotaggio dovrebbe restare indifferente al brusco cambiamento del carico. Cioè il driver dovrebbe avere impedenza interna praticamente nulla (molto minore di quella piuttosto bassa presentata dalla griglia della finale quando Vgk>0) ed ovviamente capacità di erogare senza sforzi tutta la corrente richiesta.

In pratica il driver deve quindi essere un piccolo finale, capace di erogare una cospicua potenza (e per vari motivi l'accoppiamento RC è praticamente fuori questione).

Come se non bastasse, tipicamente le stesse curve caratteristiche dei tubi finali cambiano sensibilmente nell'intorno di Vgk=0, il che di per se' porta inevitabilmente a maggiore distorsione (e tipicamente anche di ordine maggiore).

L'unico vantaggio è un (modesto) aumento dell'efficienza dello stadio, cioè la possibilità di spremere un briciolo di potenza in più.

Re: Diaccatì

Inviato: 02 lug 2011, 06:41
da Marcoiuri
Grazie della spiegazione dettagliata, penso di aver capito tutto.

Re: Diaccatì

Inviato: 02 lug 2011, 07:37
da mariovalvola
... mi sono riletto tutta la discussione. Eravamo, davvero, in ottime condizioni. Spiccava un plovati molto fertile e creativo.
:)

Re: Diaccatì

Inviato: 18 dic 2011, 09:15
da mrttg
Sono partito quindi con una serie di simulazioni spice per trovare una condizione di polarizzazione che rappresentasse un buon compromesso in termini di potenza, distorsione, forma della stessa, tensione di pilotaggio e damping factor. Va detto che le simulazioni per quanto sofisticate possano essere (e quelle attuali lo sono) non ci azzeccano troppo con quanto succede per grandi escursioni di tensione e sopratutto per tubi pilotati profondamente in classe A2.

Provando diversi punti di lavoro con i due rapporti di trasformazione più vicini a quanto permesso dal trasformatore universale e nelle condizioni di carico 8 ohm e 6 ohm, si può vedere come un carico attorno ai 4.2 Kohm e una polarizzazione di 330V 52mA sia ragionevolmente centrata rispetto agli obiettivi prefissi:

Immagine
Plo hai il modello spice della 2A3 usato per queste simulazioni?

Re: Diaccatì

Inviato: 18 dic 2011, 12:30
da plovati
Ho usato quello di Norman Koren, disponibile in rete.

Re: Diaccatì

Inviato: 14 mar 2012, 07:58
da mrttg
plovati ha scritto:
Provando diversi punti di lavoro con i due rapporti di trasformazione più vicini a quanto permesso dal trasformatore universale e nelle condizioni di carico 8 ohm e 6 ohm, si può vedere come un carico attorno ai 4.2 Kohm e una polarizzazione di 330V 52mA sia ragionevolmente centrata rispetto agli obiettivi prefissi:

Immagine
Plo questa tabella è stata ricavata con uno spice oppure con SECAD?

Re: Diaccatì

Inviato: 16 mar 2012, 11:27
da berga12
RItornando quí, a circa un anno di distanza, Ora é in funzione il primo come da te suggerito, e un pre in prestito di Tiziano. Ora, la cosa é giá molto soddisfacente, ma la voglia di realizzare qualcosa con le mie mani é troppo forte.

questo progetto mi aveva giá incuriosito, c´é qualcosa di realizzato tanto per capire come si comporta?

gli schemi del 300B mariani erano poi saltati fuori o non piú? non mi ricordo...

Re: Diaccatì

Inviato: 16 apr 2016, 20:44
da frank58
Così per esercizio, ho provato a simulare il circuito in oggetto.
Ho subito un problema.
Lo SRPP è polarizzato a 17mA quando a progetto dovrebbe essere 7mA.
Ho provato anche qualche altro modello (quello utilizzato è quello della 6DJ8 in Koren Tube97.lib presente in rete) ma nisba.
Le curve tracciate del modello si discostano un pò da quelle reali.
Farò qualche conticino.
Allego il file per LTspice e immagine dello schema.

Per il momento il trasformatore è molto semplificato, oltre al rapporto di trasformazione ho solo previsto la resistenza del primario a circa 200 Ohm.

Se qualcuno mi può aiutare a risolvere il primo problema, poi aggiungerò distorsione etc. etc. lo ringrazio anticipatamente.

Saluti

Re: Diaccatì

Inviato: 13 apr 2021, 13:07
da frank58
Sarebbe possibile ripristinare le immagini nel post iniziale ?

Re: Diaccatì

Inviato: 13 apr 2021, 21:25
da UnixMan
frank58 ha scritto:Sarebbe possibile ripristinare le immagini nel post iniziale ?
fatto. In molti vecchi post ("pre-migrazione") c'è stato un problema a causa del passaggio dalla vecchia piattaforma, che era "case-insensitive", a quella nuova che al contrario è "case-sensitive". Per cui immagini o altri allegati i cui files si chiamano ad es. "immagine.jpg" ma erano stati inseriti come "immagine.jpg" o simili sono "sparite" dal forum (sebbene siano sempre state al loro posto nel file system del server).

Se per caso notate altre immagini / allegati mancanti, p.f. segnalatecelo, grazie! :oops:

Re: Diaccatì

Inviato: 14 apr 2021, 06:08
da plovati
frank58 ha scritto:Così per esercizio, ho provato a simulare il circuito in oggetto.
Ho subito un problema.
Lo SRPP è polarizzato a 17mA quando a progetto dovrebbe essere 7mA.
Ho provato anche qualche altro modello (quello utilizzato è quello della 6DJ8 in Koren Tube97.lib presente in rete) ma nisba
semplicemente perchè Diaccatì usa E88C che NON E' la ECC88. E' piu' simile a una 12AT7 con le due sezioni in parallelo.

Re: Diaccatì

Inviato: 14 apr 2021, 19:31
da frank58
Grazie!

Re: Diaccatì

Inviato: 22 gen 2022, 00:29
da mandello
Ho idea di cambiare i diffusori dell'impianto valvolare e la potenza dell'Ultimate non sarà piu sufficiente, quindi...si va di Diaccatì, o almeno credo...
Sarei propenso alla versione integrato, quindi niente pre, sorgente con uscita 2.5V, partiamo dal driver, mi piacerebbe realizzarlo con quel che ho già in casa, cosa ne pensate se utilizzassi appunto l'Ultimate
Immagine
oppure un Aloia?
Immagine

A seguire poi la scelta del resto dei "componenti"

Re: Diaccatì

Inviato: 23 gen 2022, 19:17
da samhorn
Il tu puoi riutilizzarlo e il ta anche se userai diodi a stato solido

Re: Diaccatì

Inviato: 24 gen 2022, 23:01
da mandello
In realtà vorrei utilizzare l'insieme come driver ed aggiungere lo stadio finale di 2a3 con ovvia alimentazione dedicata, sto dicendo una sciocchezza?!?!? |(

Re: Diaccatì

Inviato: 26 gen 2022, 08:47
da plovati
Ciao,

Diaccatì (vale a dire un 2A3SE capace di andare abbastanza in classe A) necessita di 50Vrms a bassa impedenza. Un SRPP di ECC88 (6DJ8) guadagnerà circa 15 (mu/2) e credo quindi non sia sufficiente con una sorgente a 2,5V rms a 0dB (tieni conto che andrai verosimilmente sui 300-400mV rms di media con la maggior parte dei brani musicali, anche meno con crest factor di 20dB.

Inoltre la ECC88 è limitata in tensione di alimentazione a 90V (180V per un SRPP), quindi non la migliore scelta se deve avere ampio swing di tensione in uscita (50Vrms sono 70V troppo vicini ai 90V massimi).

Ti tocca interporre almeno un altro stadio, che potrebbe essere una 6V6 o EL84 a triodo caricata con resistenza anodica di pochi kOhm, ma a questo punto va riprogettato gran parte dell'ampli e diventa uno nuovo e diverso.

Per alimentatore, la 83 a mercurio aveva il suo perchè..

Re: Diaccatì

Inviato: 01 feb 2022, 21:48
da mandello
Scuaste il ritardo, grazie Plovati per la disamina chiara e concisa!
La mia necessità deriva da una questione meramente di spazio ed economica, vorrei risparmiare lo stadio di ingresso ed evitare di lasciare gli altri apparecchi inutilizzati, ovviamente il terzo stadio è fuori discussione per i suddetti motivi oltre allo snaturare ulteriormente il progetto originale.
Quindi la strada percorribile sarebbe quella del Primo come stadio driver? Leggo che è spesso usato con le con 300B...
Anche la 83 mi affascina, ma verrà implementata in un secondo tempo per diluire la spesa...

Re: Diaccatì

Inviato: 02 feb 2022, 07:58
da plovati
Si primo come driver (con carico induttivo, vale a dire tenendo il TU e prendendo oil segnale al primario) è validissimo. Anche meglio con un trasformatore interstadio 7k:7k tipo quelli di AE Europe. In tutti i casi devi regolare condensatori e resistenze di carico per evitare oscillazioni e ci vuole un minimo di controllo con oscilloscopio.

Se usi il Primo as-is puoi anche regolare il carico al secondario per influenzare la risposta del primario, col vantaggio di usare componenti a bassa tensione e che puoi cambiare al volo.

Re: Diaccatì

Inviato: 02 feb 2022, 08:33
da UnixMan
plovati ha scritto: 02 feb 2022, 07:58 Si primo come driver (con carico induttivo, vale a dire tenendo il TU e prendendo oil segnale al primario) è validissimo.
facendo così potrebbe anche lasciare la doppia uscita... dal TU della 2A3 o direttamente dal TU sulla 6EM7 (lasciando la 2A3 spenta). Fun stuff. :smile:

Re: Diaccatì

Inviato: 02 feb 2022, 12:42
da mandello
Si, l'uscita del tu del primo rimane come uscita cuffia...

Re: Diaccatì

Inviato: 13 feb 2022, 16:45
da mandello
Ahimè causa spese improvvise i lavori andranno per le lunghe, intanto sto organizzando la lista della spesa, per i TU vorrei esplorare il mondo dei toroidali, avete esperienze?
Di questi che ne dite?

https://sklep.toroidy.pl/en_US/p/TTG-EL ... 6V6-SE/572