La stereofonia esiste?

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Piercarlo
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Messaggio da Piercarlo »

La domanda del titolo probabilmente suonerà per alcuni come simile a "ma sei sicuro del sesso di tua moglie?": una domanda che non avrebbe neppure senso porsi e che il solo fatto di averla indirettamente posta in un forum di yahoo (dicendo: "secondo me ambienza, profondità, scena sonora di un impianto stereo... sono tutte balle") mi è già costato uno "scontrino" :D .

Premessa: per problemi fisiologici legati a una sordità parziale acquisita da bambino e aggravatasi negli ultimi anni, sono costretto, per ragioni di convivenza civile, ad ascoltare in cuffia gran parte della musica che mi interessa. In realtà senza cuffie, il volume da me richiesto non è maggiore di quello degli impianti che suonavano a Vimercate 12 giorni fa ma i vicini sono i vicini.. e li devo sopporrtare come tutti.

La cosa che mi ha sempre colpito è che in cuffia la cosiddetta "ambienza" della registrazione stereofonica semplicemente non esiste: i suoni appaiono registrati sul canale deztro o sinistro che non sono la destra o la sinistra di un "ambiente" ma semplicemente la MIA destra e sinistra. A quel che mi consta la loro unica possibilità di apparire realistici non è tanto l'essere registrati in maniera più o meno fluida tra i due canali, ma semplicemente l'essere registrati in maniera completa di tutte le informazioni di inviluppo sonoro senza manipolazioni di sorta. Cosa che, se fatta correttamente, rende realistica anche una registrazione monofonica perché, alla fine dei conti, l'unica cosa che si riesce realmente a discriminare dalle informazioni "ambientali" è se la registrazione è ripresa grenuinamente dal vivo oppure è stata "limata" e "addomesticata" in sede di editing. E questa discriminazione avviene quasi interamente attraverso la valutazione inconscia dei tempi di decadimento dei suoni registrati. Se vengono alterati il suono riprodotto suonerà quasi inevitabilmente falso e, appunto, "riprodotto-manipolato".

La mia impressione è che le cosiddette "informazioni di ambienza" di una rstrazione stereofonica, se genuine e non inserite ad arte, più che costituire effettivamente una sorta di ricostruzione della tridimensionalità dell'ambiente originale in cui la registrazione è avvenuta, sia al più uno stimolo che sollecita in maniera più o meno intensa la nostra immaginazione, evocando i vari possibili "deja-vu" presenti in memoria relativi a esperienze acustiche e musicale vissute in prima persona e non solo ascoltate riprodotte.

Detto in altro modo, senza questo vissuto mnemonico (o "cultura acustica"), la stereofonia intesa come ricostruzione di un ambiente acustico di fatto non esiste. Così come, per fare un paragone, non esiste alcun significato in un libro se non si possiede preventivamente la capacità di leggerlo.

Di tutta questa faccenda, pur avendone un sospetto inconscio da tempo, ne ho preso veramente coscienza solo ascoltando i tipoli a Vimercate: l''ambiente "riprodotto" da QUALSIASI incisione non è affatto l'ambiente in cui è avvenuta la ripresa dell'eventto ma è SOLTANTO l'ambiente in cui sono posizionati i diffusori e che, nei limiti delle informazioni trasmissibili con due soli canali, consente solo di ricostruire la scena sonora "come se" l'esecuzione avvenisse in quel momento NELL'AMBIENTE IN CUI I DIFFUSORI STANNO LAVORANDO, punto.
Detto in altro modo gli esecutori diventano comunque i diffusori e l'unica cosa che si può veramente ottenere con sistemazioni studiate, stratagemmi di vario genere ecc. è soltanto che essi, acusticamente, siano meno localizzabili come diffusori (in altre parole che, anziché suonare i diffusori E la stanza, suoni SOLO la stanza). Per il resto suona sempre la stanza del "qui e ora" e non la stanza in cui è avvenuta davvero la registrazione originale (che in una registrazione bicanale esiste, imho, in forma troppo appiattita per poter essere ricostruita realmente in qualcosa di più dettagliato di una distribuzione "destra sinistra" - che pure, nella maggioranza dei casi, riesco a cogliere solo molto raramente, sia in cuffia che a "orecchie aperte").

Tutto imho ovviamente, questa volta forse un po' più "imho" del solito ma su cui mi piacerebbe che si esprimessero altri soprattutto *con le proprie impressioni dirette*, facendo finta, per un momento, di non aver mai sentito parlare di stereofonia e dei presupposti teorici che la sostengono o che dovrebbero sostenerla.
Al momento, per quel che mi riguarda, nei confronti della stereofonia mi sento come una specie di cuoco pieno di ricette per cucinare le uova che, all'ultimo momento, scopre che in cucina mancano proprio le uova! :(

Ciao
Piercarlo
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nullo
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Messaggio da nullo »

.....io comincerei così.... esiste anche un orecchi esterno che ha una sua funzione specifica, con la cuffia non lo usi, come pensi di poter realizzare se un suono proviene da davanti o da dietro se lo inietti direttamente nell'orecchio interno?

Prova a tormentare il padiglione allargandolo, tirandolo in alto, in basso e all'indietro, mentre ascolti la musica e mi dici cosa succede...

L'ambienza, con tutto quello che si è scritto in questi mesi ( ..per niente ?! ) è sì, il prodotto dell'ambiente in cui suoni..se non prendi tutta una serie di misure atte ad eliminare le influenze dello stesso e sopratutto se la ripresa è fatta a 5cm. da ogni strumento.

Ovviamente, bisognerebbe avere qualche dato sulle registrazioni ascoltate nei test, altrimenti non si capisce di cosa stiamo parlando..

I dati di ambienza si collocano a diversi dB sotto il segnale musicale primario...devi mettere un sacco di ordine nell'impianto e nella stanza, per farle venire fuori come si converrebbe. Con impianti banali la cosa è praticamente impossibile, quelle grandezze sono inquinabili con poco, tanto da divenire un impasto confuso ed difficile da interpretare.

Ciao, Roberto
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Piercarlo
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Messaggio da Piercarlo »

.....io comincerei così.... , tanto da divenire un impasto confuso ed difficile da interpretare.

Ciao, Roberto


Originariamente inviato da nullo - 10/05/2007 :  14:17:29
Ma al di là di tutti i panegirici... le TUE esperienze come e quali sono? Racconta un po'! :)

Ciao
Piercarlo
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Messaggio da mr2a3 »


cut!

"secondo me ambienza, profondità, scena sonora di un impianto stereo... sono tutte balle")

cut!

La cosa che mi ha sempre colpito è che in cuffia la cosiddetta "ambienza" della registrazione stereofonica semplicemente non esiste: i suoni appaiono registrati sul canale deztro o sinistro che non sono la destra o la sinistra di un "ambiente" ma semplicemente la MIA destra e sinistra. A quel che mi consta la loro unica possibilità di apparire realistici non è tanto l'essere registrati in maniera più o meno fluida tra i due canali, ma semplicemente l'essere registrati in maniera completa di tutte le informazioni di inviluppo sonoro senza manipolazioni di sorta. Cosa che, se fatta correttamente, rende realistica anche una registrazione monofonica

cut!

La mia impressione è che le cosiddette "informazioni di ambienza" di una rstrazione stereofonica, se genuine e non inserite ad arte, più che costituire effettivamente una sorta di ricostruzione della tridimensionalità dell'ambiente originale in cui la registrazione è avvenuta, sia al più uno stimolo che sollecita in maniera più o meno intensa la nostra immaginazione, evocando

cut!

la stereofonia intesa come ricostruzione di un ambiente acustico di fatto non esiste

cut!

l''ambiente "riprodotto" da QUALSIASI incisione non è affatto l'ambiente in cui è avvenuta la ripresa dell'eventto ma è SOLTANTO l'ambiente in cui sono posizionati i diffusori e che, nei limiti delle informazioni trasmissibili con due soli canali, consente solo di ricostruire la scena sonora "come se" l'esecuzione avvenisse in quel momento NELL'AMBIENTE IN CUI I DIFFUSORI STANNO LAVORANDO, punto.

cut!



Originariamente inviato da Piercarlo - 10/05/2007 :  06:44:12
Ciao Piercarlo, ho brutalmente "ritagliato" il tuo lungo intervento estraendo i punti sui quali intervenire, spero senza snaturarlo.

Le tue prime frasi che ho quotato si riferiuscono insistentemente ad ambienza, tridimensionalità, profondità ecc. tutte cose che saranno anche "magiche" ma che secondo me nulla hanno a che vedere con l'ascolto vero della musica, che avvenga in teatro, allo stadio o in un'atrio di metropolitana.
Semplicemente questi paramentri dal vivo non esistono e quindi li trovo irrilevantio anche se lo ammetto affascinanti e piacevoli quando presenti.

Se è questo della musica che ti interessa concordo che con la cuffia forse è impossibilie ottenerlo (almeno non ho mai letto di nessuno che lo dichiarasse) e anche con i diffusori è davvero difficile (sarà un caso ma i due o tre impianti in cui "potevi fare il giro intorno al sassofonista" che ho sentito costavano, ciascuno, come un'automobile di lusso).

Quando invece dici che anche una registrazione mono può essere realistica (e godibilissima) cominciamo ad andare d'accordo.
In pratica "l'ambienza" secondo me è solo un modo come un'altro per dire che la musica riprodotta suona coinvolgente e "naturale", se mi passi il paradosso, punto.

Quando invece, proseguendo, scrivi che l'ambiente riprodotto è sempre solo qullo della stanza di ascolto proprio non ti seguo.

Credo che anche su un modesto impianto una registrazione di jazz effettuata in un tipico ambiente piccolo (club) vero o riprodotto artificialmente (non ho idea come) suoni molto diversa da un'orchestra sinfonica comunque registrata.
Con questo ovviamente non intendo che la tua stanza possa diventare grande come un auditorium :D ma solo che le due musiche non suonanano allo stesso modo, e questo personalmente mi basta.

Se posso darti un suggerimento circa l'ascolto in cuffia, ti consiglio di provare un filtro crossfeed.
Ce ne sono di semplicissimi (due C e 4 R + un buffer) e secondo me avvicinano molto l'ascolto in cuffia a quello con i diffusori, perdendo qualcosa di oguno naturalmente ma "nel modo giusto".

Ciao
Massimo
Ciao, Massimo
Piercarlo
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Messaggio da Piercarlo »

Ciao Piercarlo, ho brutalmente "ritagliato" il tuo lungo intervento estraendo i punti sui quali intervenire, spero senza snaturarlo.

(cut)

Ciao
Massimo


Originariamente inviato da mr2a3 - 10/05/2007 :  17:54:12
Ciao Massimo. Il tuo modo di ascoltare musica è esattamente il mio: un modo che in realtà, una volta "entrato dentro" la musica, dell'impianto e delle sue "rese tecniche", se ne frega altamente. L'unica cosa che conta per me nell'ascoltare musica è l'emozione che mi trasmette: tutto il resto sono DAVVERO... balle! ;) .

Ho aperto il thread non per cambiare il mio modo di ascoltare musica che, dal punto di vista tecnico è flessibile almeno quanto lo è il mio modo di leggere: semplicemente se una cosa mi interessa la leggo anche se è stampata sulla carta igienica. Non è il contenitore o il "supporto" che conta ma sempre e solo il *contenuto*. Il thread l'ho aperto invece perché, a furia di sentire parlare gli altri di questo gran "realismo" e di "capacità di ricostruzione scenica" e a furia di non sentire MAI niente né in cuffia ne all'aperto (e intendo, per "niente", proprio NIENTE che sia genuinamente connaturato con le informazioni ambientali in cui è stata tenuta la sessione di registrazione), ho provato a verificare, non appena ne ho avuto una possibilità seria, se ero io un po' troppo "insensibile" o se erano gli altri un po' troppo "sensibili" e facili, per così dire, a entrare in "motorboating"... ;) .

A parte la tua risposta, l'unica altra è quella di Roberto (nullo) che, in buona sostanza, non ha trovato di meglio che mettere in discussione la mia "perizia" nell'usare LE MIE orecchie! :twisted: :D .
E la cosa mi insospettisce un po'... non tanto su nullo quanto sul fatto che quanto ho detto circa la possibile inconsistenza delle pretese di ricostruzione ambientale che si attribuiscono alla stereofonia (che, a mio avviso, sarebbe più corretto chiamare "riproduzione bicanale" che ha comunque, sulla riproduzione monofonica, l'indubbio vantaggio di poter riprodurre lo stesso quantitativo totale di materlale musicale con una minor distorsione complessiva, distribuendo meglio gli sforzi richiesti ai componenti dell'impianto per la sua riproduzione) non solo potrebbe essere più fondato di quanto io stesso pensassi ma anche, inconsciamente, già noto e risaputo da tutti. Nel caso fosse così... mi pare di capire, alla fine i "tutti" se ne sbattono abbastanza... e hanno francamente tutta la mia comprensione.

Ciao
Piercarlo
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Io non so se ho capito.
Quindi, scusandomi fin d'ora se avessi preso la classica lucciola...racconto quel poco di mio che mi pare attinente.
Ambienza, vabbeh.

(non parlo della cuffia, perchè per me - per me e basta- è compare del giradischi, mi sta sui cabasisi, mi rende cieco-sordo., la odio)

Insomma, a me è capitato di notare che qualunque impianto di mediolivello che abbia una resa decente, è in grado di fornire una arbitraria e insignificante collocazione logistica dei suoni messi lì dentro al disco.
Al salire di livello, e per brevità diciamo al livello ottimale e conseguibile in un ambiente ancora "normale" e con cautele diciamo "normali" a questo simulacro di sparpagliamento senza vita si sostituisce una certa quantità di informazioni che popolano un palcoscenico diverso. Nel senso che la riferibilità strumentale E ambientale della musica col luogo originale inizia a collimare, e e a quel punto l'ambiente di ascolto diviene, diciamo, una superficie olografica, nella quale si appalesano echi e informazioni spaziali che esprimono, con tempi e intensità avulse dalla stanza fisica, un "altro posto", molto più fedele, perchè estraneo e sconosciuto, quindi "altro, al luogo originale ove ogni strumento è stato registrato. E, sempre secondo me, questo fenomeno, è apprezzabile anche con meno dei soldi necessari a un auto sportiva, e anche PRIMA di intervenire con le cure e le metodologie sperimentate da Roberto. Certo, si può migliorare ancora e ancora, ma per capire serve un percorso culturale, un rapporto coi suoni costruito piano piano.

Saluti

R.R.
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Luc1gnol0
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Messaggio da Luc1gnol0 »

"secondo me ambienza, profondità, scena sonora di un impianto stereo... sono tutte balle"
...snip...
i suoni appaiono registrati sul canale deztro o sinistro che non sono la destra o la sinistra di un "ambiente" ma semplicemente la MIA destra e sinistra.
Originariamente inviato da Piercarlo - 10/05/2007 : 06:44:12
Piercarlo, personalmente non ho risposto perché non ho trovato una domanda rispondibile, o meglio, non ho capito dove volevi andare a parare. Poi però ti "insospettisci" e, anche se non so dove vuoi andare a parare, una noticina mia la lascio.

Io credo che il mero fatto che le sorgenti sonore appaiano come provenienti da destra, da dietro, in mezzo o a destra (per es.), ti dice che la tecnica della stereofonia riesce a ricreare (o a suggerire al cervello) una sorta di "olografia", una ricostruzione di un qualcosa.

Che per l'estro, o l' ignoranza, o l'incapacità dei tecnici di ripresa (come ad es. sostiene l'ing. Russo, ma non è il solo) tutto ciò non corrisponda affatto (o meno) alla ricostruzione (virtuale, olografica, suggestiva, scegli l'aggettivo che ti aggrada) di un determinato ambiente, ma solo a ciò che sta alla tua destra, alla tua sinistra, proprio davanti o un poco più indietro, non toglie nulla al fatto che non tutte le registrazioni hanno le "sorgenti sonore" piazzate nello stesso punto dello spazio davanti a chi ascolta, come secondo me dovrebbe avvenire in assenza di indicazioni in tal senso al cervello già presenti nel materiale registrato stereofonicamente.

Ergo, come sottoprodotti, come genio di A.D.B, come quello che ti pare, informazioni che il nostro cervello interpreta come di "disposizione spaziale" (di sorgenti che fisicamente non ci sono, sono nella registrazione) ci sono, eccome. Tu non l'hai mai sperimentato?

Non sono un monofonista come mariovalvola, o forse anche mr2a3, per cui relativamente alle riprese mono nulla posso e mi sento di dire.

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Ciao, Luca
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Messaggio da Ashareth »

Ciao a tutti,
da utente prima di impianti stereofonici e ora monofonista, vorrei intervenire sull'argomento.
Che in una registrazione (sempre che ben fatta, sia chiaro) le informazioni di ambienza siano presenti, credo possa essere considerato come un dato oggettivo.
Che queste informazioni, poi, una volta riprodotte dall'impianto, vadano ad interagire con l'ambiente in cui si ascolta e' altrettanto indubbio.
E' questa interazione che porta, alla fine, a risultati che non sono mai univoci, causando riproduzioni che risultano essere sempre IMHO delle "interpretazioni" di quanto effettivamente presente in una registrazione.
In ogni caso l'immagine olografica non e' solo un prodotto del suono dei diffusori in ambiente: vi posso assicurare che quando ascoltavo stereo, il palcoscenico si estendeva ben oltre i limiti fisici della stanza.

Sul fatto che, poi, sia il cervello dell'ascoltatore ad interpolare le informazioni della musica riprodotta riempiendo qualche vuoto, credo non si possa discutere; e' questo un altro fattore soggetto a parecchie variabili, dovute allo stato d'animo dell'ascoltatore o al grado di stress dello stesso (provate ad ascoltare musica dall'impianto dopo una giornata passata in un ambiente rumoroso.....).

Che poi, oggettivamente la fantomatica ricostruzione spaziale e l'immagine olografica siano effettivamente presenti nell'ascolto dal vivo, beh, quello la maggiorparte delle volte, no.
La riproduzione del palcoscenico virtuale ricreato mediante la stereofonia, pare essere il parametro piu' ricercato dagli audiofili di tutto il mondo, ma, a mio parere, distoglie in parte l'attenzione dell'ascoltatore da parametri come la timbrica, la dinamica, il ritmo della musica.

Un sistema mono, tutto sommato, sacrificando il parametro immagine, garantisce la medesima godibilita' dell'evento sonoro, secondo me, consentendo di apprezzare meglio l'effettiva bonta' della riproduzione: a mio parere, la stereofonia maschera i difetti di un sistema di riproduzione e abbellisce artatamente delle registrazioni che magari di loro non sono niente di speciale.

In ogni caso, pur se musicalmente appagato dalla monofonia, trovo che la fantomatica ricostruzione spaziale sia un gadget tutto sommato piacevole e coinvolgente: punta piu' alla spettacolarita' che non all'effettivo realismo.
Non trovo corretto fare un paragone dell'ascolto stereofonico sul piano dell'immagine tra cuffie e diffusori, comunque. Come dice Roberto, e' completamente differente il meccanismo percettivo.

Ciao,
Enrico
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Messaggio da Piercarlo »

Io credo che il mero fatto che le sorgenti sonore appaiano come provenienti da destra, da dietro, in mezzo o a destra (per es.), ti dice che la tecnica della stereofonia riesce a ricreare (o a suggerire al cervello) una sorta di "olografia", una ricostruzione di un qualcosa.
.

Il punto secondo me sta proprio in questo "suggerire un'olografia", non un proporla incorporata nel messaggio stereofonico. Cioè, detto in altro modo, per "riuscire nella magia" la stereofonia si appoggia in maniera determinante sulla memoria e sulla cultura sonora di chi ascolta. Questo assumendo per scontato che la rirpesa sia stata fatta a regola d'arte. E' chiaro che in caso di manipolazioni o "dabbenaggini" il discorso non si pone neppure, a prescindere dal fatto che l'effetto stereofonico sussista con le proprie gambe o solo in virtù della capacità del cervello di ricostruire l'olografia di cui sopra.

(cut)
Ergo, come sottoprodotti, come genio di A.D.B, come quello che ti pare, informazioni che il nostro cervello interpreta come di "disposizione spaziale" (di sorgenti che fisicamente non ci sono, sono nella registrazione) ci sono, eccome. Tu non l'hai mai sperimentato?
No, non nel senso di direttamente "letto" nel messaggio sonoro. Se invece intendi "letto, decodificato, mediato e interpretato sulla base della mia esperienza e cultura sonora precedente l'ascolto sì ovviamente... ma questo mi è accaduto anche con riproduzioni monofoniche in cui l'unica informazione che realmente mancava della "stereofonia" era anche l'unica che c'era davvero dentro ad essa, ciioè la distinzione tra destra e sinistra - sempreché fosse registrata naturalmente come tale e non artefatta o elaborata in sede successiva.
In questa evenienza mi sono trovato SPESSISSIMO a trovare una registrazione onestamente monofonica più gradevole e fruibile di quella (presunta equivalente ma non *davvero* equivalente) stereofonica. Vi è da dire, en passant che le registrazioni in cui l''effetto stereofonico e di ambiente sono artefatti ed elaborati a tavolino, la riproduzione risulta innaturale e affaticante sia in stereo che in mono (in cuffia almeno: in ambiente c'è sempre la stanza che molte volte salva misericordiosamente una riproduzione altrimenti falsa come una moneta da tre euro).

Il mio "insospettirmi" era legato al fatto che la stereofonia "ricostruita" dal cervello l'ho sperimentata anch'io come tutti ma che non c'entra nulla con la stereofonia vera: quando usi, di fatto, il cervello come un vero e proprio DSP, in un certo senso "ci pensì su" a come "deve venire" l'ambiente musicale; ovvero *ci metti del tuo*. Una riproduzione genuinamente stereofonica (probabilmente irraggiungibile da un sistema basato su due soli canali) dovresti "riconoscerlo" automaticamente senza neppure pensarci, cosa che del resto accade già, se non con il palcoscenico sonoro, almeno con la sensazione di realsmo o meno che la registrazione trasmette: una registrazione davvero dal vivo la riconosci senza indugi; di tuo non ci aggiungi niente, non ci stai proprio a "pensarci su". E la riconosci come "reale" anche se è monofonica.

Spero di essermi spiegato.

Ciao
Piercarlo
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Messaggio da mr2a3 »

Che poi, oggettivamente la fantomatica ricostruzione spaziale e l'immagine olografica siano effettivamente presenti nell'ascolto dal vivo, beh, quello la maggiorparte delle volte, no.
La riproduzione del palcoscenico virtuale ricreato mediante la stereofonia, pare essere il parametro piu' ricercato dagli audiofili di tutto il mondo, ma, a mio parere, distoglie in parte l'attenzione dell'ascoltatore da parametri come la timbrica, la dinamica, il ritmo della musica.

Un sistema mono, tutto sommato, sacrificando il parametro immagine, garantisce la medesima godibilita' dell'evento sonoro, secondo me, consentendo di apprezzare meglio l'effettiva bonta' della riproduzione

In ogni caso, pur se musicalmente appagato dalla monofonia, trovo che la fantomatica ricostruzione spaziale sia un gadget tutto sommato piacevole e coinvolgente: punta piu' alla spettacolarita' che non all'effettivo realismo.


Originariamente inviato da Ashareth - 10/05/2007 :  23:59:28
Sono abbastanza d'accordo con quello che ho quotato, sia pure con una significativa differenza.

Io non preferisco l'ascolto mono e trovo che alcuni contenuti della stereofonia siano utili e "naturali".
Quello che non cerco/non mi interessano sono cose come la riproduzione olografica e la tridimensionalità.

Detto questo il sentire i violini sulla destra e gli archi gravi sulla sinistra lo trovo estremamente naturale.

In pratica ciascuno credo metta a punto il suo impianto in base a quello che gli interessa, e in questo sono completamente d'accordo con Enrico quando parla di ritmo, timbro ecc. (vedi mio primo post).

Ciao
Massimo
P.S. Con la monofonia ho poi un grosso limite "culturale", cosa scelgo di ascoltare se il disco è stereo? L, R, L+R, filtro e decodifico . . . . . .
Ciao, Massimo
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Messaggio da MBaudino »

I risultati del mio percorso monofonico non mi stanno convincendo del tutto. Come diceva Mario si prest molta piu' attenzione ad altri aspetti, tuttavia sentire i tom sovrapposti alla bocca della cantante non è il massimo. Un minimo effetto tridimensionale si ricrea comunque anche in mono, presumo a causa di un acustica ambientale neppure tentativamente corretta.

Mauro
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Messaggio da nullo »

Che poi, oggettivamente la fantomatica ricostruzione spaziale e l'immagine olografica siano effettivamente presenti nell'ascolto dal vivo, beh, quello la maggiorparte delle volte, no.
La riproduzione del palcoscenico virtuale ricreato mediante la stereofonia, pare essere il parametro piu' ricercato dagli audiofili di tutto il mondo, ma, a mio parere, distoglie in parte l'attenzione dell'ascoltatore da parametri come la timbrica, la dinamica, il ritmo della musica.


...attenzione, ricordiamoci sempre che doobiamo interpretare la visione del tecnico e del microfono!..non sempre esse coincidono con il proprio posto a teatro, o nel club.

Certo che un piccolo gruppo, trio jazz, o quartetto d'archi, ha problematiche ben diverse, dai grandi gruppi, inclusi anche i parametri del ritmo e della dinamica.

Non sono d'accordo però che una cosa debba escludere le altre, se esiste il piacere della crescità, nel propio hobby, una continua attenzione, farà progredire in maniera organica, tutti quei parametri.

Se la logica è quella del...mi accontento di ascoltare ciò che sento allora è diverso, ma....

Piercarlo, sappi che anche questa sarebbe una interpretazione soggettiva che usa il cervello, in maniera ben diversa da come lo si userebbe ad un concerto, ovvero analizza ed elabori qualcosa che NON esiste nella realtà.

Comunque ascoltare un cospiquo coro ( od una bella orchestra) in mono, oppure tramite una registrazione fatta con due bei microfoni davanti, ad almeno un paio di metri da terra, con un impianto messo in condizioni di esprimere la stereofonia ai massimi livelli..beh, credo che sia una difficile non raccogliere differenti emozioni ed entusiasmi...vabbè, sono di parte , lo ammetto.

Ciao, Roberto
Ciao, Roberto

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Piercarlo
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Messaggio da Piercarlo »

Se la logica è quella del...mi accontento di ascoltare ciò che sento allora è diverso, ma....
Potrebbe anche darsi che sia un "accontentarsi" dovuto al fatto che, quanto di si propone di ottenere, non è possibile ottenerlo con i mezzi dati, NON che non sia possibile.

Per come la vedo io, pretendere di ottenere da un impianto stereofonico la stessa resa possibile solo a un impianto ad ALMENO quattro o più canali, è come cercare di andare a New York in un volo normale e pretendere di ottenere la velocità che puoi (potevi!) ottenere con un Concorde.

Il mio accontentarmi è tutto qui...

E' ovvio che il "prelievo" è diverso: con un volo normale puoi farti un A/R con 500/600 euro, con il concorde, con tutte le agevolazioni possibili, non venivi via a meno di 3.000... Lo stesso vale per la riproduzione a quattro canali (che è sempre stereofonia visto che "stereo" significa, a quel che ne so, "solido e tridimensionale")

Ciao
Piercarlo
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Messaggio da Luc1gnol0 »

No, non nel senso di direttamente "letto" nel messaggio sonoro.
Originariamente inviato da Piercarlo - 11/05/2007 : 00:17:19
Piercarlo, la questione a me appare di finissima lana caprina.
Quale qualsivoglia accadimento della tua vita esiste in sè, ontologicamente, e non viceversa nella mediata interpretazione che tu medesimo ne trai?

--- --- ---
Ciao, Luca
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Messaggio da Piercarlo »

Piercarlo, la questione a me appare di finissima lana caprina.
Quale qualsivoglia accadimento della tua vita esiste in sè, ontologicamente, e non viceversa nella mediata interpretazione che tu medesimo ne trai?


Una botta è una cosa interpretabile o si subisce così com'è? Lo stesso vale per gli eventi sonori, con la sola differenza che ci sono, per così dire, "botte riprodotte" che puoi anche "limitarti" a interpretare, visto che fortunatamene non c'è da subir nulla.

Quando ascolto un evento sonoro reale o registrato realisticamente (e può essere benissimo il registrare i rumori della propria stanza su una cassetta, non c'è bisogno degli studi della BMG) non interpreto proprio niente, mi prendo l'evento così com'è. Quando invece mi spingono o "impongono" di trovare qualcosa che non c'è ma che è "deducibile" da quanto c'è, allora interpreto e decodifico quel che c'è, con tutte le conseguenze del caso (anche il possibile prendere fischi per fiaschi).

Insomma sarà anche lana caprina ma niente affatto fina, anzi bella spessa! :)

Ciao
Piercarlo
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Messaggio da mr2a3 »

Quale qualsivoglia accadimento della tua vita esiste in sè, ontologicamente, e non viceversa nella mediata interpretazione che tu medesimo ne trai?

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Ciao, Luca


Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 11/05/2007 :  17:35:42
Miii luca,
occhio che per questa via arrivi direttamente a negare l'esistenza dell'universo, il che lasciando solo te come elemento certo rischia direttamente l'eresia . . . . non ricordo più quale (davvero).

Ciao e buon week-end (qualunque significato darai ai questi segni grafici di incerta provenienza e natura :D )
Massimo
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Quale qualsivoglia accadimento della tua vita esiste in sè, ontologicamente, e non viceversa nella mediata interpretazione che tu medesimo ne trai?

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Ciao, Luca


Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 11/05/2007 : 17:35:42
Miii luca,
occhio che per questa via arrivi direttamente a negare l'esistenza dell'universo, i
perchè, l'universo esiste davvero? Ossia, è effettivamente come lo vedo io (noi) oppure è soggettivo per ciascun essere che lo vede, o lo "sente"..?
(più giusto)
:-)



Saluti

R.R.
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Messaggio da Piercarlo »

perchè, l'universo esiste davvero? Ossia, è effettivamente come lo vedo io (noi) oppure è soggettivo per ciascun essere che lo vede, o lo "sente"..?
(più giusto)
:-)

Saluti

R.R.
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Originariamente inviato da riccardo - 11/05/2007 :  18:54:20
Pare proprio di sì.. L'universo è in grado di esistere e vivere anche senza soggetti che lo osservino o lo "interpretino" perché di fatto in grado di "osservarsi" da solo olre che ovviamente di "interpretarsi" da solo (attraverso le sue stesse leggi fisiche). I tempi di un famoso gatto che non si sapeva se era vivo o morto finché non lo guardavi sono finiti più di trent'anni fa! :) . Del resto la versione classica di questo concetto (il principio di Berkeley: una cosa esiste solo se la si guarda) faceva acqua da un po'! :D

Ciao
Piercarlo


NOTA - Per quel che ne so io, i fisici ritengono che ciò che ha veramente importanza non sia un osservatore ma il processo di osservazione in quanto tale (cioè l'interazione tra chi/che cosa osserva e il chi/che cosa è osservato).
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Ma si, andiamo Ot.
é vero il processo di osservazione sottintende l'intero rapporto. Osservatore, osservato (e questo dovrebbe suggerire parecchio).
Per esempio, giudicare il comportamento di una donna moderna da parte della Santa Inquisizione Spagnola.
Hai notato che nella mia firma c'è una frase alquanto sciocca, Atomo e Vuoto sono in noi. Se l'osservatore può osservare a frequenze "atomiche" l'universo apparirebbe come sostanzialmente e pneumaticamente vuoto.
E quel che è peggio, vuoto, te e me compresi, ma il vuoto è la sua vera forma, in termini di quantità di materia...



Saluti

R.R.
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nullo
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Messaggio da nullo »

Per come la vedo io, pretendere di ottenere da un impianto stereofonico la stessa resa possibile solo a un impianto ad ALMENO quattro o più canali, è come cercare di andare a New York in un volo normale e pretendere di ottenere la velocità che puoi (potevi!) ottenere con un Concorde.

:D ..anche questa è una visione decisamente soggettiva. Da dove arriva? Quale storia personale ti ha forgiato in questo modo?...ma è inutile, sei partito col pregiudizio, e si vede..non sei interessato ad approfondire, sei solo interessato a difendere un'idea.

Non sei invece interessato a metterti in gioco, lo ribadisci ad ogni intervento, non sei interessato a far progredire il tuo impianto, per capire se quello fosse eventualmente un limite, ma allora, a cosa serve chiedere agli altri cosa pensino?..per raccontargli che sbagliano anche se ci avessero sbattuto il naso e che tu sei invece arrivato a dama, per via induttiva?

Strano modo di confrontarsi....

Ciao, Roberto
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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