La Scala, mostro mangiasoldi

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riccardo
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SCALA-MOSTRO MANGIASOLDI

ZEFFIRELLI E LISSNER, DUE PERSONAGGI PERICOLOSI: IL PRIMO NARCISISTA, IL SECONDO SCIALACQUATORE

Da un mese a questa parte sono iniziate le prove di "Aida", programmata alla Scala come opera di inaugurazione. Regista, scenografo e costumista è Franco Zeffirelli, il quale pretende il massimo dello sfarzo visivo, definibile - stavolta non metaforicamente - faraonico. Tutto ciò, come si sa, costerà milioni e milioni di euro (miliardi e miliardi delle vecchie lire). In questo momento difficile, in cui la precarietà nel lavoro è diventata una specie di piaga sociale, in cui la stragrande maggioranza delle famiglie non riesce ed arrivare alla fine del mese con i magri stipendi, l'opulenza ostentata di Zeffirelli appare cinica, provocatoria e offensiva. Il principale colpevole di questo scialacquio sconsiderato e inopportuno è ovviamente il sovrintendente Stephane Lissner, che ha approvato e finanziato il progetto di Zeffirelli. Colpevole, perché lo spreco di risorse economiche causerà alla Scala un ulteriore deficit di bilancio, che ricadrà sui cittadini/contribuenti. E' noto inoltre

che una spesa ingente non sempre corrisponde a un'estetica godibile; molte volte il lusso cade nel pacchiano e nel kitch. Infine bisogna domandarsi quante persone usufruiranno dello spettacolo scaligero, dato l'esiguo numero delle recite e il prezzo proibitivo del biglietto.
Una messa-in-scena così megalomane ha già dei costi pesanti, a cui bisogna aggiungere le centinaia di ore di lavoro straordinario, feriale e festivo, il personale extra, in gran parte superfluo, ingaggiato per raccomandazione di personaggi e partiti, il clientelismo degli appalti ecc.ecc. E' chiaro che poi le sovvenzioni sono insufficienti e che il resto della stagione si svolga su un basso profilo e con scarso pubblico. In poche parole: un disastro annunciato.
Si sarebbe potuto utilizzare, invece, uno dei tanti bellissimi allestimenti, che giacciono nei magazzini dei vari teatri italiani, dove vanno deteriorandosi perché non usati. Rimaneggiandolo, rinfrescandolo, si poteva riproporre uno di questi allestimenti con una spesa ragionevole. Il sig.Zeffirelli, viste le sue pretese scenografiche e il suo esoso cachet, lo si poteva scritturare in tempi migliori; nell'attuale periodo di crisi la scelta del suo nome fa vergogna al senso di responsabilità e alla corretta amministrazione.
Risparmiando sulle cose inutili o eccessive si sarebbero potute fare più recite, a prezzo di biglietto accessibile, per dare modo a più gente di fruire dello spettacolo. Sarebbe stato un vantaggio per la diffusione della cultura musicale, che oggi - si sa - la Scala riserva a una ristretta èlite di privilegiati. Spendere decine di miliardi a vantaggio di poche persone è già un fatto scandaloso, del quale il sovrintendente dovrebbe rispondere, invece se ne pavoneggia come una testa di cavolo.
Abbiamo informato di questa inaccettabile situazione il Ministro dei Beni Culturali, la Corte dei Conti, persino il Presidente della Repubblica, e - perché no? - anche la Finanza, con l'augurio di interrompere una vergogna nazionale.
La megalomania e il narcisismo puerile di Zeffirelli, coadiuvati dalla gestione irresponsabile di Lissner, sono i nemici della Scala. Il teatro sta già in bilico sull'orlo del precipizio; i due complici non fanno altro che spingerlo nell'abisso. Ciò significa che a questi signori non gliene frega niente della Scala. Per il regista conta solo mettersi in mostra sempre più, per il dirigente conta solo l'esaltazione di spendere il più possibile.
Alla inaugurazione della Scala spesso si assiste alla scena penosa, patetica e grottesca dei cittadini (esclusi dai privilegi) che si ammassano davanti agli ingressi per ammirare i ricconi che vanno a teatro con i loro abiti firmati e le auto di lusso, tutti compiaciuti di fare "passerella", di esibirsi per i meno fortunati. Ha ragione Torno, che sul Corriere della Sera ha scritto più volte:"La Scala è un giocattolo per ricchi, pagato con i soldi dei poveri". La "prima " della Scala non è un evento musicale, ma la kermesse dei miliardari, che se ne impipano altamente dell'opera lirica: il massimo dei loro pensieri è quello di farsi guardare, di divertirsi alla festa più costosa di Milano e di cenare al banchetto, offerto dal Comune ai VIP dopo lo spettacolo.
Sarebbe un sogno che il prossimo 7 dicembre quei cittadini poveri ed esclusi, che fanno ala agli ingressi, invece di sorridere e ammirare, fischiassero e sbeffeggiassero.
Se invece di intervenire per frenare lo spreco e ridurre l'esibizionismo, il Presidente della Repubblica, il Ministro dei Beni Culturali e la Finananza riempiranno il palco d'onore e i palchi in omaggio per plaudire, allora nel nostro Paese non c'è più alcuna speranza.

Giuseppe Zecchillo - Segretario SNAAL e già consigliere di amministrazione del Teatro alla Scale

Saluti

R.R.
Riccardo
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"We must believe in free will. We've got no choice.''

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