Sospensioni Moss

Discussioni relative alla componentistica ed accessoristica per autocostruzione audio. Dove trovare materie prime a buon prezzo. Come impiegare i componenti al meglio.
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nullo
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Messaggio da nullo »

Avete idea di come siano costruite?..... del perchè usino serbatoi apparentemente grandi e separati per ciascuna sospensione?....del perchè siano considerate così efficaci?

Inoltre, sono replicabili in maniera autarchica?

Ciao, Roberto
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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nullo
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Messaggio da nullo »

.. per chi non le conoscesse...

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Ciao, Roberto
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Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
mrjam
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Messaggio da mrjam »

Ciao!

Tempo fa in un forum si parlava dell'ing. Moss. Un partecipante affermava di conoscere il padre delle sospensioni dell'Eldorado, il giradischi da nababbi.
Diceva che il suo laboratorio è il garage di casa (niente contro i garage di casa adibiti a laboratorio ..o meglio a covo del diyer! ..ma per tirar fuori un prodotto da 250 milioni - non so il prezzo attuale :o )
...il mezzo tecnologico che gli ha visto usare per riparare un piedino era - udite udite: un martello sferrato con vigore ed esperienza! (niente contro i martelli ..ma sempre pensando ai 250 milioni.. :o )
Mi sa che è uno dei soliti venditori di fumo, che col prezzo stratosferico si spacciano per produttori di space shuttles ..purtroppo molti sono abbagliati dall'aspetto economico dei loro gingilli e su questo qualcun'altro fa leva. ..e un pò come con le automobili (vedi la mania suv), mi ricorda quando fra ragazzini "il_chi_ce_l'ha_più_lungo"... ;)

Va bè, finito! Lo so che volevi solo riprodurre i piedini...

I serbatoi così grandi sembrano delle bombolette di gas o aria compressa come quelle usate per l'aerografo. Ipotizzo che tengano in pressione le semisfere di gomma su cui poggiano gli apparecchi.

Li puoi riprodurre usando un cilindro basso con un'estremità chiusa, nell'altra incolli una semisfera di gomma ricavata da una pallina da gioco divisa in due. Sul lato fai un foro, lo filetti e avviti un attacco per tubicini in gomma (entrambi li trovi nei negozi di modellismo dinamico).
Colleghi la bombola con una valvola, dai pressione e ..fatto! Il piedino da 100milabucks è pronto!

A mio avviso è meglio una sospensione morbida e leggermente cedevole. Io ho usato le palline da racchettoni, rimangono un po' sgonfie ..ottime smorzatrici!

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Se poi il peso non è grosso:
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Ti saluto ...mi arrivato ora il pacco RS ..esperimenti in corso!!


Buon AudioFaidate!

Ciao
Roberto
-
Buon AudioFaidate!

Ciao
Roberto
drpaolo
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Messaggio da drpaolo »

Colleghi la bombola con una valvola, dai pressione e ..fatto! Il piedino da 100milabucks è pronto!
Beata ingenuità....

Se solo fosse possibile realizzare basi sismiche con le mezze palline di gomma e le bombolette dell'aerografo, pensate che mercato ci potrebbe essere con tutti gli strumenti di misura di precisione che esistono al mondo (bilance da laboratorio, microscopi elettronici, banchi ottici..).

Le molle Moss sono costuite così perchè il loro scopo è quello di isolare il sistema a frequenze ben fuori dalla banda audio (0,5-1 Hz).

Se questo sia un bene lo potete provare da voi, realizzando una economicissima sospensione elastica con i criteri che troverete qui:
(non a caso questo è un sito che tratta dell'autocostruzione di un microscopio elettronico..).

Funzionerà ? Vi dico solo che io sto provando ora a sospendere così anche il giradischi e il braccio (due sospensioni separate, ovviamente, e non sto scherzando !).

I post di Russo (Moss) sul funzionamento delle sospensioni ad aria e sul confinamento inerziale si trovano su altri forum (trovo il cross-posting inelegante e non vi posterò i link senza permesso dei moderatori).

Vorrei solo raccomandare più laicità nei giudizi e vorrei solo chiedervi -se troverete il pensiero di Russo un po' "differente" e "anomalo" - se siete veramente contenti del vostro impianto, nonostante tutti gli sforzi che profondete per il suo miglioramento, o se non ritenete che tutta la teoria e la prassi della riproduzione dei suoni sia da rifondare su differenti basi ?

Un'ultima considerazione: ma chi considera l'Eldorado un'esercitazione di lattoneria ("...aggiustato a martellate...") l'ha mai visto ?

Se l'ha visto mi può per favore spiegare come fa un normale tubo di alluminio lungo 400 mm (il "braccio") galleggiante ad un'estremità in una vaschetta di liquido antigelo e senza alcuna apparente articolazione tranne un cordino che lo vincola ad una lunghezza definita, ad estrarre dal disco tutte le informazioni che l'Eldorado estrae ?

Saluti.

Paolo Caviglia
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nullo
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Messaggio da nullo »

...non ho mai capito e forse non riuscirò mai a capire, la mancanza di eleganza legata al cross-postinng, ma sono una zucca.

Non si parla di diversi argomenti, con più persone, nello stesso salotto (nel medesimo istante), ma di uno stesso argomento in due salotti diversi e con persone diverse...mah, sarà questine di sensibilità.

Ti ringrazio molto Paolo, per avermi stuzzicato...ho attivato la ricerca su un noto forum :D , e mi sono venuti fuori diversi interventi del mitico Russo.

Sto leggendo da un paio d'ore ( ... sono ancora lontano dal finire), ci sono un sacco di cosine interessantissime ( inoltre l'ingegnere è un vero spasso, ho avuto le lacrime agli occhi diverse volte :D :D :D ).

Alcuni particolari li avevo già focalizzati, su/con altri è arrivata la luce :) ...ma di molle ancora non se ne parla, torno al leggere.

Ciao, Roberto
Ciao, Roberto

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drpaolo
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Messaggio da drpaolo »

Ti ho mandato il link !

L'intuizione più interessante di Russo è quella relativa alla necessità della rifondazione di una corretta metodologia di valutazione dei sistemi audio nati per la riproduzione del suono, che sono cosa differente dai sistemi elettroacustici in generale, come l'acustica tecnica (secondo lui) non ha nulla a che fare con lo studio del modo più corretto di riprodurre registrazioni sonore in ambito domestico.
L'introduzione di un errore sistematico "da mascheramento" tendente ad infinito rende impossibile la corretta valutazione del risultato e non porta alla realizzazione di una scala di valori necessaria alla bisogna.

Ritrovo in questo un'eco delle teorie di Watkinson, che sono state una delle mie letture preferite su Electronic World una decina di anni fà.

Russo ha però realizzato dei sistemi commerciali, basati su queste teorie, che funzionano.

Il bello è che quello che Russo dice -depurato dai molti giri di parole- ha una valenza tecnica e scientifica (sono andato a rispolverarmi i vecchi manuali di fisica) e non ha nulla a che fare con quel rumore di fondo pseudotecnico che infesta i forum audio italiani (escluso questo, ovviamente ! :D )

In ogni caso, chi ha realizzato un braccio come quello dell'Eldorado ha molto da insegnare al mondo dell'alta fedeltà, credo.

Per fare la prova basta comunque poco: qualche euro di elastici da merceria; giudicherete con le vostre orecchie.

Cordialmente.

Paolo Caviglia
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plovati
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Messaggio da plovati »

Ritrovo in questo un'eco delle teorie di Watkinson, che sono state una delle mie letture preferite su Electronic World una decina di anni fà.

Originariamente inviato da drpaolo - 11/11/2006 :  07:17:14
Sarebbe utile metterle in biblioteca se le ritrovi.

Sapevo che saremmo arrivati a discutere di Moss e delle sue teorie. Che tra l'altro non sono molto diverse da quelle di altri progettisti, per quanto riguarda la lotta alle vibrazione delle elettroniche (vedasi il Relaxa della SAP e il LT di Ambrosini).

Direi di accantonare del tutto il costo dei prodotti Moss, del quale non ci frega nulla, essendo un forum di autocostruttori. Lascerei da parte anche le considerazioni sulla persona (che non è il massimo della simpatia e dell'umiltà), al fine di approfondire solo i concetti tecnici e di psicoacustica, che sono l'unica cosa che ci interessa.

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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Messaggio da nullo »

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Ora se non ho capito male, la molla funziona grazie alla lenta fuoriuscita dall'aria dalla camera della molla, al vaso di espansione e viceversa.

Regolando il flusso (tramite una valvola ad es.), si dovrebbe poter variare la risonanza del sistema.

La pellicola elastica, è sottilissima, tanto che lascia "traspirare" aria, occorre ricaricare le molle circa una volta la settimana.

Credo che la scelta sia stata concepita, per minimizzare gli effetti del suo intervento nell'ammortizzatore. Che tipo di materiale si può usare?

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Alcuni hanno ravvisato miglioramenti con l'utilizzo di questi "piedoni" dal catalogo RS:

Immagine

Credo che non ci sia niente di più lontano da ciò che intendesse fare Moss....


Ciao, Roberto

PSquasi dimenticavo, :D spero in un giudizio un pò migliore sul disegno(da parte di Baudino), giuro che ci ho messo più impegno stavolta :D
Ciao, Roberto

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Messaggio da riccardo »

Le sospensioni della citroen DS Pallas erano fatte nello stesso modo.

Saluti

R.R.
Riccardo
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"We must believe in free will. We've got no choice.''

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Giaime
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Messaggio da Giaime »

Se può essere d'interesse, vi segnalo anche la soluzione di questo signore, che sebbene non è ad aria compressa è interessante ugualmente:
http://www.audiocostruzioni.com/a_d/ele ... ccardo.htm


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org
Giaime Ugliano
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Messaggio da nullo »

Quando un cervello è bacato finisce per pensare cose assurde...

Con calma pensavo di replicare le sospensioni, pur senza uno straccio di documentazione a supporto ( un amico ha portato a casa un tornio ed in qualche maniera si dovrà pur usarlo :D ).

Diamo per scontato che il disegno postato precedentemente non sia del tutto sbagliato.

Il problema sorge nel centrare l'obbiettivo della risonanza fuori banda audio; un fonorivelatore può essere usato come accelerometro dei poveri?

Intendo dire, se esso viene appoggiato alla superfice sostenuta dalle molle e sollecitata la stessa, questo non "rivela" un bel niente, possiamo dire di avere una risonanza del sistema fuori banda?

Chiaramente occorrerà almeno un'un oscilloscopio, questo dovrebbe visualizzare anche le minime variazioni nella banda passante del fonorivelatore.

Ciao, Roberto
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Capsule e microfoni hanno la loro banda passante, funzione anche delle sospensioni utilizzate. Poichè le sospensioni di Moss devono essere tarate a circa 1Hz, dubito che tu possa cavarci qualche cosa di utile, probabilmente però una forte risonanza la potresti comunque vedere anche in caso di non linearità del sensore.
Un alternativa potrebbe essere un pick-up da giradischi, appoggiato senza puntina. O il gruppo magnetico di un microamperometro ad ago (IMHO).
Mauro
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Messaggio da nullo »

..ehi Muro, ma parlo in maniera tanto antica? :D

...ai miei tempi un fonorivelatore era la maniera di chiamare il pick-up di un giradischi!

Mi riferivo a quello ( perchè senza puntina?), appoggiato sul piano, qualcosa dovrebbe pur rilavare, se debitamente amplificato.

Se trovassimo qualcosa entro il limite inferiore della banda del pick-up, variando un solo parametro della sospensione alla volta, dovremmo avere un indirizzo su come muoverci.

Intendo dire che se un parametro varia la risposta in una direzione tale da peggiorare la situazione, basterà seguire la strada opposta..

Per esempio se l'elasticità della membrana diminuisce, e questo aumenta il livello prodotto dal pick-up, non si farà altro che andare nella direzione contraria.

Con la velocità di trasferimento dell'aria, pure, con l'aumento della capacità del serbatoio idem.


Ciao, Roberto
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

..ehi Muro, ma parlo in maniera tanto antica? :D
Ciao, Roberto


Originariamente inviato da nullo - 28/12/2006 :  00:07:14
:( :( :( :?
No, mi è solo andato in pappa il cervello. L' ultimo neurone si è affogato nel Traminer aromatico. Ho letto 'fonorivelatore' ed ho pensato al microfono !!!! Sarò imbecille...
I miei tempi sono piu' antichi dei tuoi (penso) ed il pickup si chiamava fonorivelatore......
Il regionamento sulla puntina è questo (sperando di non sbagliarlo). Il vinile è inciso lungo gli assi XY e quindi il fonorivelatore dovrebbe nascere come accelerometro XY, cioè essere meno sensibile alle variazioni di posizione della puntina lungo l' asse Z, che sono quelle che probabilmente interessano di piu' le molle di Moss. Se è così, forse sarebbe meglio posizionare a 90° la testina, con il cantilever inglobato su una capocchia di bluetack appiccicata su un piccolo perno, a sua volta posizionato con il blue tack sulla membrana. Non c'è in effetti alcun bisogno di far saltare la puntina.

Nei miei scarsi ragionamenti sulle molle di Moss, mi è chiaro come lavorano sull' asse Z, anche se non ho ancora capito come si calcola la risonanza di un volume di aria (che sarà a sensazione effettivamente molto bassa).
Non mi è invece chiaro come lavorano le molle sugli assi XY; da ignorante direi che non lavorano per nulla, o meglio lavora solo la membrana tesa. Sempre a sensazione, la risonanza XY di una membrana tesa è molto alta, butto lì 1000 Hz.
Quindi l' isolamento del sistema si avrebbe IMHO solo per le vibrazioni lungo Z. Il tutto sulla base dei ricordi di quando, da boy scout, usavo il materassino gonfiabile; appoggiando l' orecchio al materassino, tutti i suoni risultavano privi di bassi, ma ben presenti.
Tu come la pensi??? Ma quali sono le componenti XYZ delle vibrazioni verso un elettronica, trasmesse attraverso pavimento e supporto? Presumo che il pavimento vibri essenzialmente Z, essendo l' asse meno vincolato, ma il tavolino - investito dalla pressione sonora- dovrebbe vibrare essenzialmente XY. Boh!
Mauro
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plovati
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Messaggio da plovati »

http://www.emsdiasum.com/microscopy/pro ... aspx#67110

la serie Vibration Isolation Platform - VIP Series 300 ;)
come saranno fatti?

Un'occhiata anche al brevetto US 5,197,707 potrebbe valere la pena.

Recentemente, alla Maison de L'Audiophile ho visto degli isolatori furbi e molto efficaci, sono due tazze poco curvate in ottone o bronzo con interposta una biglia dello stesso materiale. Sono di un'altra azienda di cui non ricordo il nome... il tempo di fare un disegnino e magari verrà in mente a qualcuno. Niente aria, ma interessanti.
EDIT: sono simili a questi:
http://www.fimpression.com/images/misc/ ... rm_Kit.pdf
ma di materiale apparentemente diverso, almeno nel colore.

queste invece sono italianissime, ad aria e si regolano proprio modificando la pressione in base al carico:
http://www.vibrostop.it/products/pneumofix_it.html
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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Messaggio da ungern »

http://www.emsdiasum.com/microscopy/pro ... aspx#67110

la serie Vibration Isolation Platform - VIP Series 300 ;)
come saranno fatti?

Un'occhiata anche al brevetto US 5,197,707 potrebbe valere la pena.

Recentemente, alla Maison de L'Audiophile ho visto degli isolatori furbi e molto efficaci, sono due tazze poco curvate in ottone o bronzo con interposta una biglia dello stesso materiale. Sono di un'altra azienda di cui non ricordo il nome... il tempo di fare un disegnino e magari verrà in mente a qualcuno. Niente aria, ma interessanti.
EDIT: sono simili a questi:
http://www.fimpression.com/images/misc/ ... rm_Kit.pdf
ma di materiale apparentemente diverso, almeno nel colore.

queste invece sono italianissime, ad aria e si regolano proprio modificando la pressione in base al carico:
http://www.vibrostop.it/products/pneumofix_it.html
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Piergiorgio


Originally posted by plovati - 31/12/2006 :  18:03:21
Ma una volgarissima camera d'aria, magari da camion, caricata da un centinaio di kg, vi fa proprio schifo?
Vi dovrebbe essere una equazione che mette in relazione massa, pressione dell'aria e freq di risonanza, o sbaglio?
Bentornato Pier.
Buon 2007 a tutti.
Armando
FMF

Messaggio da FMF »

Mi permetto di inserirmi nella discussione benché (alcuni di voi lo sanno già) non sia ancora pronto il mio piano organico di intervento. Per chi, invece, non avesse letto quell'unica traccia finora lasciata nel forum, invito a leggere il mio profilo.
Mi accorgo, però, che le curiosità sono tali e tante che un “piano organico di intervento” potrebbe apparire presuntuoso e cattedratico, è proprio quello che non desidero.
Mi piacerebbe che rimanessero intatte la scorrevolezza e la spontaneità del Forum stesso.
Un grazie speciale mi è d'obbligo porgere a Nullo, MBaudino e Riccardo Romagnoli per il garbo con il quale mi hanno invitato a partecipare alla discussione dopo aver letto il mio annuncio e il mio profilo.
Desidero premettere che mi dispiacerebbe essere sopravvalutato, sono un umile architetto il cui destino professionale sarebbe stato quello di disegnare “bagnetti” per ricche signore e che invece, le vicissitudini e/o opportunità della vita, hanno portato a costruire una piccola esperienza nel campo della movimentazione meccanica pesante idraulica e pneumatica in un ambito stimolante del quale molto difficilmente si leggerà in giro.
Mettiamola così: chi dice che la vita sia quella cosa che ti accade mentre sei intento a fare tutt'altro genere di programmi, nel mio caso ha quasi completamente ragione.
Non sono un ingegnere, non sono un fisico ma prevalemtemente di ingegneria e fisica mi sono occupato e mi occupo, per risolvere problemi a volte più grandi di me, di un ingegnere e di un fisico. Qualche volta ci sono riuscito. Di tanto in tanto disegno anche “bagnetti” per ricche signore.

Il tema di questa discussione (le molle ad aria) è quanto mai caro per almeno tre ragioni:
1 E' stato il mio primo contatto con il "MOSS/Russo Pensiero" (come lo definisce Nullo) ormai più di dieci anni fa ed è a causa loro che sono rimasto folgorato, in casa di Russo, dall’Eldorado (prima maniera) e non solo da quello;
2 I motori dei Boeing Jumbo 747 vengono smontati, manutenuti e rimontati lavorando su un dispositivo di movimentazione una cui parte di funzionamento ha qualcosa in comune con loro e al quale ho lavorato.
3 Rappresentano il mio primo esperimento alla ricerca di una falla in quella che fino a dieci anni fa reputavo una bufala: Il "Russo Pensiero".

Negli ultimi dieci anni ho dedicato buona parte del mio tempo libero, come si dice a Roma, a "fare gli occhi alle pulci" all'Eldorado di Russo.
Quella che all'inizio reputavo una bufala, lentamente mi si è dimostrata la macchina più geniale e meccanicamente nonché fisicamente più coerente e più valida che mi sia capitato di incontrare e non solo in ambito acustico. Colui che inizialmente ho ritenuto un cantastorie mi si è dimostrato un eccezionale progettista. Ho avuto modo di incontrare l'Ing. Russo una sola volta dieci anni fa e, sorvolando sull'aneddoto e le impressioni del momento, (magari vi racconterò in un'altra occasione) vi dirò che sono rimasto decisamente colpito e interdetto, disarmato davanti ad una logica e ad una coerenza progettuale che rende i suoi progetti nel contempo “Semplici, Lineari, Complessi” . La semplicità è il risultato di una capacità sintetica introvabile, ed è il punto di arrivo di una ricerca spinta all’estremo ma di una coerenza e un’impietosità uniche. La complessità è nella straordinaria quantità di leggi fisiche compresenti e armonizzate nello stesso dispositivo.
Non posso dire di conoscere l’uomo Russo ma posso dire di aver imparato ad apprezzare senza riserve il “metodo” dell’Ing. Russo. Se poi l’uomo presentasse anche, come mi sembra di aver capito dalle opinioni altrui, qualche “spigolosità”, beh! Chi di noi è senza peccato, scagli la prima pietra.

Qualcuno ha definito il braccio “Inertial” solo un “Tubo di alluminio appoggiato su un pezzo di polistirolo che galleggia in una vaschetta di plastica”. A prescindere dalla ben più corretta definizione dei materiali utilizzati, penso che anche una Ferrari sia tutto sommato “solo” un ammasso di pezzi di ferro alluminio e plastica tenuti insieme da qualche bullone. Il punto è saperli dimensionare e mettere insieme perché non siano, appunto, solo questo. Ci riesce solo chi l’intuizione sa averla e i calcoli sa farli.

Conclusione: oggi penso di lui che sia un progettista fuori dal comune poiché alla straordinaria competenza tecnica (proprio in termini fisico ingegneristici) unisce una dote non comune nel campo, la visionarietà. Si, penso sia un visionario nel senso più nobile e positivo del termine, capace di smembrare un problema complesso in sottoproblemi più semplici e di trovare "La" soluzione (il dispositivo) che armonicamente li risolva tutti contemporaneamente senza necessità di aggiustamenti o correzioni successive. Capace di svincolarsi completamente, dopo aver studiato a fondo tutto quanto detto e scritto sull’argomento, dalle altrui soluzioni, per affermare con forza, tenacia e caparbietà che la sua è la vera idea. Reputo che fino ad ora sia davvero così.
Questa è la differenza tra un "buon progetto" e un "progetto": quello buono è un prodotto finito, non ulteriormente upgradabile poiché concluso in sé e rispondente con assoluta coerenza a tutti i parametri iniziali. E' un progetto chiuso.
Si produce un Progetto con queste caratteristiche solo quando si possiede un "metodo" che può anche prescindere dalla competenza in senso stretto e in Russo ci sono sia il metodo che la competenza.
La mia pur relativa esperienza mi insegna che molto spesso l'intuizione e il metodo rappresentano il 90% del progetto, il resto è tempo e calcoli. Ma se mancano l'intuizione e il metodo puoi calcolare tutta la vita senza trovare una soluzione.
Concluderò questo noioso preambolo scrivendovi che vorrei evitare ogni tipo di sterile polemica fatta di punti di vista, affezioni, simpatie o antipatie per questo o quel prodotto/sistema. Semplicemente vorrei invitare i più scettici a seguire passo passo il filo del buon senso del quale cercherò di permeare i miei interventi evitando, per quanto possibile, di scivolare nei calcoli astrusi dei quali sono piene alcune riviste tecniche, che inevitabilmente tarpano le ali ai più essendo leggibili solo dagli specialisti. Oltretutto, siccome non sono uno specialista, vorrei rimanere dalla mia parte di affezionato autocostruttore in compagnia di autocostruttori.
Come ho già avuto modo di accennare agli amici citati in precedenza, non ci si aspetti da me il prodotto finito e preconfezionato completo di manuale di istruzioni. In questo come nel campo nel quale mi muovo per lavoro, molti dispositivi sono brevettati, molti altri brevettabili e l'etica (oltreché la normativa) mi impedirà di scrivere in modo tale che i dispositivi stessi possano essere copiati. Quello che potrò fare e che farò con piacere, se da parte del Forum ci sarà interesse, sarà:
1 Cercare di impostare un metodo di lavoro e di ricerca basato innanzi tutto sul buon senso.
2 Seguire con attenzione e passo passo (se mi verrà richiesto) l'evoluzione di un'intuizione che diventa idea e poi progetto
3 Trasferire a chi si mostrerà interessato quelle poche conoscenze che ho con esempi pratici e concreti.

Detto questo (ma vorrei dirvi molto altro e piano piano ve lo dirò) passiamo alle molle.
In dieci anni ho letto che si tratta di molle; ammortizzatori; smorzatori; isolatori; cuscini ad aria modello "Overcraft". Ho letto essere pericolose in quanto "potrebbero esplodere data la pressione di precarica"; ho letto già prima di entrare in questo Forum delle "Sapienti martellate". Nessuno le ha mai descritte nella loro sconvolgente semplicità ed efficacia. Alcuni recensori di blasonate riviste le hanno descritte, non avendo strumenti tecnici dalla loro, col solito fare poetico che tende a fare di un’impressione acustica un’esperienza tattile o visiva ma mai, dico mai, nessuno che le abbia spiegate con quattro parole chiare. Ci provo io.

Vi prego di minirvi di un elastichetto circolare da pacchetti lungo circa 20cm e di una forbice:
tagliate l’elastichetto in un punto in modo da ottenere un filo elastico.
Afferrate con le dita i due estremi e tirate allontanandoli reciprocamente senza romperlo.
Dai circa 20cm di partenza arriverete grosso modo ad un metro di allungamento.
Ora dallo stesso elastico tagliatene un pezzetto lungo circa 2cm e ripetete l’allungamento. Arriverete a circa 10cm. Il “circa” è riferito soprattutto al fatto che in entrambe le prove le vostre dita afferreranno la stessa quantità (lunghezza dei tratti necessari per afferrare) di elastichetto. Quella quantità non risulterà quindi posta in trazione e si tratta di una quantità percentualmente ridicola nell’elastichetto lungo 20cm, molto più percentualmente incidente nell’elastichetto lungo 2cm.
Questa semplice prova serve a dimostrare due cose:
1 che l’allungamento che si può ottenere è percentuale della dimensione originaria e
2 che tale percentuale è “costante” per lo stesso materiale.
Non buttate via gli elastichetti!
Ad ogni materiale testabile secondo prove che mettano in relazione una tensione applicata (trazione o compressione che sia) con una deformazione di conseguenza ottenuta, attribuiamo una caratteristica di elasticità chiamata “modulo di elasticità”. Possiamo definirlo come “misura della rigidezza” di quel materiale e si ottiene dalla divisione aritmetica tra il valore della tensione applicata e il valore della deformazione ottenuta. Tutto entro i limiti di risposta elastica del materiale e, dunque, ben al di sotto del punto di rottura.
Recuperate gli elastichetti e fatevi prestare da mogli, madri o compagne (non chiedete nulla a nessuno se siete single) lo stendi biancheria di casa. Procuratevi due pacchi di sale, zucchero, pasta o di quello che vi pare (meglio caffè in confezione da 1hg) purché siano nominalmente dello stesso peso e, siccome siete autocostruttori, trovate il modo di appendere i due pacchi allo stendi biancheria utilizzando i due elastichetti di prima: quello ormai da 18cm e quello da 2cm, facendo sì di utilizzarne la minor lunghezza possibile per gli ancoraggi alla struttura e ai pacchi.
Con una leggera trazione verso il basso provocate l’oscillazione quanto più possibile solo verticale di questi due (in fisica si definiscono così) “pendoli elastici”. Osserverete che il periodo di oscillazione (frequenza di oscillazione) dei due pendoli è sostanzialmente diverso: quello lungo oscillerà con spostamenti lunghi e lenti, quello corto con spostamenti brevi e veloci.

Questa seconda prova suggerisce una riflessione: se il materiale elastico è lo stesso in entrambi i casi (dunque lo stesso è anche il modulo di elasticità) e il carico applicato per deformare i due campioni di elastico è equivalente, non sarà che la frequenza di oscillazione dipende dalla lunghezza dell’elastico ovvero dalla sua quantità? I due elastici possiedono, per quanto detto prima, lo stesso “modulo di elasticità” che è costante nello stesso materiale ma anche sostanzialmente diverso da un materiale all’altro: immaginate di ripetere la prova sostituendo agli elastichetti due pezzetti di pari lunghezza di filo di ferro mantenendo invariato il carico!

Gli elastichetti hanno rappresentato nelle due prove eseguite due “Molle” a costo zero. Le molle oscillano e risuonano. Fanno entrambe le cose e si tratta di due cose profondamente diverse da non confondere mai! MAI!
Non è un caso che finora io abbia parlato di frequenza di oscillazione e non di frequenza di risonanza. Di quella di risonanza parleremo in seguito.

Voglio invitarvi ad una prova di diverso tipo: per quelli “ginnici” tra di voi sarà uno scherzo ma troveranno il loro limite, per gli altri suggerisco di fermare la prova un po’ prima della conclusione.
Sarà comunque capitato a tutti di fare una flessione a terra almeno una volta nella vita. Riprovateci: palmo delle mani e torace a terra, tronco e gambe in linea, provate a sollevarvi. Facile rimanere in posizione una volta saliti, no? Interrogate le palme delle mani: stanno bene?
Senza scendere fino alla posizione di partenza, con attenzione e una mano alla volta spostate e piegate le dita in modo che non sia più il palmo a toccare terra ma solo le punte delle dita stesse e interrogatele. Come stanno? Ora lentamente diminuite il numero delle dita di appoggio simmetricamente e per entrambe le mani cominciando col ripiegare i mignoli, poi gli anulari poi entrambi i medi e se riuscite anche gli indici.
Vi accorgete di come a parità di peso (il vostro corpo è sempre lo stesso) vari il carico sulla superficie di appoggio? Il palmo è una superficie vasta, cinque polpastrelli rappresentano nella loro somma una superficie molto più ristretta, i soli pollici e indici saranno per molti intollerabili per più di qualche secondo.
E’ la dimostrazione di come si trasmettono le forze agenti secondo la direttrice verticale (gravità) dal carico al vincolo lungo e attraverso la superficie di appoggio. Ad una superficie maggiore corrisponde, per così dire e a parità di carico, uno sforzo più diluito e facilmente tollerabile.

Possiamo dire allora che C=P:S ovvero che il Carico unitario sulla reagente (in questo caso il pavimento inteso come massa reagente) è pari al Peso del grave ripartito sulla Superficie totale di appoggio. Il valore di C allora è un valore unitario poiché riferito all’unità di superficie.
Spero che Nullo mi perdoni ma a questo punto copierò, adattandolo alla bisogna, un passo di un post privato che ho già inviato a lui.

“In Meccanica, Fisica Statica, Scienza e Tecnica delle Costruzioni un carico (di qualunque entità esso sia) si definisce carico quando il grave che lo determina cessa di essere sospeso teoricamente nello spazio e si appoggia su una superficie (di qualunque entità essa sia) sulla quale e attraverso la qualle possa "scaricare". Per il momento occupiamoci solo della direttrice "Gravità" che è verticale. I concetti di carico e peso sono legati alla compresenza di una forza agente (gravità) e di una reagente (reazione vincolare).
In assenza di una delle due non sussiste il problema e non si può parlare di "carico" né di "peso". Cessa di esistere l'applicabilità dei concetti stessi.
Un carico, dunque, si scarica sul vincolo lungo e attraverso una superficie di contatto (di qualunque entità essa sia). Le entità in gioco si misurano in P (peso), S (superficie).
La forza esercitata sul vincolo dal grave che su di esso scarica è, dunque, F=P:S.
Ha poca importanza quale sia la forma di S, è importante solo che attraverso S il vincolo sia a sua volta in grado di esercitare una forza uguale e contraria (reazione) R= -P:S o, se preferisci -R=P:S.
In questa semplice formuletta è racchiuso il principio di funzionamento generale delle molle MOSS, questa formuletta spiega perché la molla è in grado di sostenere un grave.
In virtù della stessa formuletta diventa intuitiva la comprensione del fatto che se un grave scarica su un punto, tutto il suo peso sarà scaricato su quel punto essendo S, in questo caso, adimensionale.
Come si fa, allora, nella molla ad aria, a fornire la reazione -R=P:S?
La risposta a questa domanda è banale e sotto gli occhi di tutti ogni volta che dal benzinaio gonfiamo i pneumatici delle nostre auto. Si esercita una pressione (confinata all'interno del dispositivo per definizione elastico) in grado di contrastare il carico dato dal grave lungo e attraverso una superficie di contatto reciproco.”

Allora, come funzionano le molle ad aria? (Le quattro parole semplici finalmente).
Le molle ad aria funzionano fondamentalmente a compressione, il contrario della trazione degli elastichetti ma sono molti i materiali che si comportano in modo simmetrico sia alla trazione che alla compressione e va detto anche che i gas, tutti i gas, sono comprimibili e decomprimibili (o espandibili per decompressione) e che possiedono una caratteristica di elasticità che, al cessare della sollecitazione di compressione o decompressione li riporta al loro volume originario pari al volume interno del contenitore nel quale sono confinati. Si comportano quindi come molle o come elastic
MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Naturalmente ti ringrazio per l' intervento e ti invito a proseguire.


Prima di arrivare ai calcoli e agli approfondimenti (credo che in diversi scalpitiamo per sapere come si calcola la Fs, perchè deve essere < 1Hz e non piuttosto <3 o <0,1 Hz ecc.) mi sarebbero utili due chiarimenti:

1)
<<Mi raccomando: non si confonda mai la frequenza di oscillazione meccanica con la frequenza di risonanza.>>
Personalmente li confondo: hai voglia di chiarirci? Un peso lasciato libero su una molla oscilla (previa spinta iniziale): io pensavo fosse alla Fs.

2)
non esiste una seconda domanda. O meglio, ce ne sarebbero troppe. Aspetto i prossimi interventi

Buon anno
Mauro
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nullo
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Messaggio da nullo »

Mauro, sei incontentabile... :D

Un grazie sentito e ovviamente un :) BENVENUTO :) a Ferdinando, è doveroso....

Col, tuo primo intervento, hai già sintetizzato molti concetti, credo che ci sia abbastanza per far lavorare le rotelle per un pò, certamente, rimaniamo in attesa di una seconda puntata, appena i tuoi impegni ti renderanno disponibile...

A presto, Roberto
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
FMF

Messaggio da FMF »

Al volo e simpaticamente solo perché sono ancora connesso per Mauro Baudino. Sono ancora appesi i sacchetti di caffé? Si? Se provi a pizzicare appena l'elastichetto più lungo come la corda di un contrabbasso il suono che avvertirai sarà la frequenza di risonanza di quell'elemento elastico appartenente a quel sistema elastico. Se aumenterai il peso di caffé suonerà diversamente? Se toglierai completamente il caffé suonerà?

Immagina di avere a disposizione una molla d'acciaio di guelle per gli ammortizzatori di una macchina e di poggiarla a terra su una delle due teste tenendola scarica. Se la perquoti delicatamente con un corpo metallico emette un suono che è la sua frequenza di risonanza. Ora immagina di caricarla con un grave diciamo di cento chili di peso. Se sollecitata oscilla alla stessa frequenza del suono che hai udito, o non sarà magari più lenta? e se percossa di nuovo delicatamente con un oggetto metallico suona come prima?

In merito alla frequenza di 1Hz (chi ha mai detto che sia un obbligo?): quella è la frequenza di oscillazione meccanica dell'intero sistema "Eldorado" che è un sistema contenente sia elementi elastici che anelastici ma che, nel suo complesso, è caratterizzato da una massa somma delle masse dei singoli componenti e il cui baricentro (delle masse e non quello geometrico) risultante è posizionato ad un'altezza tale da collaborare in maniera determinante all'oscillazione, alla frequenza di 1Hz, dell'intero sistema in una verosimile ma non pregiudizievole ipotesi di membrane dalla risposta elastica trascurabile, e di una pressione di carica delle molle pari ad 1Kgcm2. Se disgraziatamente la suddetta frequenza di 1Hz diventasse 1,5 o 0,5Hz ma fossero anche 3Hz, non te ne accorgeresti nemmeno.
Secondo alcuni le molle non sono adatte alle elettroniche: se fossero correttamente calcolate per quel carico (mi riferisco alla superficie di appoggio) e le elettroniche presentassero una distribuzione delle masse al loro interno tale da porre il baricentro delle masse alla corretta altezza rispetto al piano di appoggio sulle molle, anche le elettroniche così come i giradischi convenzionali oscillerebbero a quella frequenza di 1Hz. Il punto è che normalmente le elettroniche sono larghe. piatte e profonde e quindi il loro baricentro delle masse risulta relativamente basso e comunque troppo vicino al piano di appoggio contenente le tre membrane.
Ne deriva che per massimizzare la somiglianza di comportamento con il comportamento dell'Eldorado, occorrerebbe avvicinare notevolmente le molle tra di loro in modo che il baricentro geometrico del triangolo equilatero formato dalle posizioni delle molle sul piano, venga a trovarsi sulla verticale del baricentro delle masse dell'oggetto sospeso, così da mantenere l'equilibrio orizzontale dell'oggetto stesso mentre viene ripristinato quanto più possibile il rapporto che c'è tra il lato del triangolo equilatero formato dalle molle e l'altezza del baricentro delle masse nell'Eldorado.
Ne deriva anche che ogni elettronica fa caso a sé perché non tutte presentano le masse distribuite allo stesso modo e non tutte hanno lo stesso peso e le stesse dimensioni. Le molle andrebbero (ma solo per pignoleria) ricalcolate e ridimensionate ogni volta. Nella produzione di Moss le molle ad aria vengono vendute con limiti di peso specifici applicabili per un uso che, se anche non ottimale perché non a misura esatta, sia ragionevolmente prossimo a quello che davvero servirebbe per ogni elettronica.
Non credo sia opportuno fissarsi proprio sulla frequenza di 1Hz in parte per quello che ho appena scritto, in altra parte per quello che scriverò. Ma se proprio la volete proverò a dirvi come cercarla. Ma non è così indispensabile trovarla.

Credo sia urgente una spolverata sugli elementi elastici e sui sistemi elastici.

Spero di essere risultato comprensibile.
Presto ulteriori nuove, nel frattempo vi invito a provare.

Un cordiale saluto a tutti e a Nullo per il suo "Benvenuto".
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