LM317 saga

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plovati
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LM317 saga

Messaggio da plovati »

parte 1 (e forse unica)

Sono molto contento di Audiofaidate: mi sorprende sempre. Periodicamente, riceviamo donazioni a supporto del forum senza che vi sia da anni alcun sollecito. Significa che il contenuto accumulato e mantenuto a disposizione dal forum (con crescenti spese, data la mole di dati accumulata) è veramente apprezzato. Inoltre audiofaidate per me è sempre fonte di spunti, anche quando pensavo di aver visto passare di tutto e di piu' su queste pagine.

Per esempio, Trini con la seguente discussione:
viewtopic.php?f=1&t=12653&hilit=LM317

mi ha sollecitato a riguardare questo bistrattato, venerando componete LM317 e, complice il lockdown, sperimentare alcune sue applicazioni a prima vista assurde. Considerato che si tratta di assemblare una manciata di componenti dal costo irrisorio e richiedono alimentazioni a 12 o al massimo 24V, ampiamente sicure e disponibili (1), mi sono detto: perché no?

Scrivo ora la presente perché credo che quello speso finora attorno alle variazioni circuitali non-canoniche dell'LM317 sia stato un tempo (o meglio una collezione di ritagli di tempo) ben speso, che potrebbe divertire e istruire altri. Divertire istruendo o istruire divertendo credo sia d'altra parte il DNA di audiofaidate, attitudine sempre attuale specie in tempi di Didattica A Distanza.

Concluso il cappellotto, veniamo a noi. Presentero' tempo e voglia permettendo una serie di applicazione dell'LM317 di sofisticazione e livello crescente, per ciascuna delle quali forniro' i dati misurati e poche considerazioni soggettive.
Per diverse ragioni, il campo applicativo migliore per i circuiti che verranno presentati è quello dei preamplificatori o amplificatori di bassa potenza. Perfetto esempio un amplificatore cuffia, applicazione per la quale il nostro chippettino ha qualcosa di dire. Qualcosa da dire significa non il miglior discorso possibile, neppure l'unica voce, ma piuttosto un invito all'ascolto anche voci particolari, fuori dal coro e sussurranti.

Cominciamo con un buffer.
Se guardiamo come è fatto internamente LM317, noteremo che ha tutto quanto ci serve per fare un amplificatore:
lm317-schema-a-blocchi.jpg
nello stesso contenitore abbiamo infatti:
  • un operazionale
    un riferimento di tensione (che tornerà utile)
    Uno stadio di potenza NPN
    Una protezione termica e da sovracorrente
    Tre semplici pin, cosa che aiuta a costruire prototipi veloci da costruire e facili da capire alla prima occhiata ("Zen-stile")
Le due versioni che ho indicato sono le due che useremo. Una vale l'altra, fino a che si resta nelle applicazioni di piccola potenza. Se si vuole ottimizzare lo spazio la versione in TO92 fa per noi, per avere qualcosa di unico e adatto anche a usi un po' piu' impegnativi, andiamo di TO220, cui accoppieremo un dissipatore.

La cosa interessante dell' LM317 è che si trovano già fatti disponibili in pochi giorni su molti siti di commercio elettronico dei circuiti completi, che costano meno degli stessi componenti e ci permettono di realizzare un prototipo professionale a minimo sforzo. Per esempio io ho preso questi:
LM317_modulo-esempio1jpg.jpg
LM317_modulo-esempio2jpg.jpg
a partire da questi modulini si potranno a scelta dissaldare i componenti e rimontarli in una millefori o tagliare le piste e riconnetterle, secondo lo schema voluto, mantenendo l'aspetto originale.
Comunque, il vantaggio dell'LM317 è che resta facile da trovare anche nei superstiti negozietti di elettronica, cosa che non si puo' dire dei chip equivalenti piu' recenti.

Il fatto che si usi un regolatore di tensione come amplificatore potrebbe apparire a prima vista impossibile. Per comprendere come possa un regolatore di tensione, cioè un aggeggio fatto per mantenere costante la tensione di uscita, amplificare un segnale audio, vale a dire fare muovere proprio quella tensione di uscita seguendo un segnale variabile di ingresso, dobbiamo partire dalla applicazione canonica e comprenderla in dettaglio. Vediamo l'applicazione LM317 come stabilizzatore di tensione, da datasheet (2):
LM317voltageReg.jpg
Ho riportato già alcuni valori utili direttamente sullo schema applicativo. Partiamo da R1: connessa in quella maniera, se si ricorda lo schema a blocchi, vede ai sui capi una tensione Vref (pari a 1,25V), che l'integrato tramite l'amplificatore operazionale interno manterrà costante a costo di suicidarsi (se non ci fossero le protezioni indiate nel riquadro rettangolare). Sulla Resistenza R1 circolerà quindi una corrente Vref/R1, che si infilerà tutta in R2.
Su R2 in realtà scorre anche la corrente di bias dell' LM317 imposta dal generatore di corrente che alimenta il riferimento di tensione interno, Iadj (typ, 50uA, max100uA).

La tensione di uscità sarà quindi pari a

Vout = R2*(Iadj+Vref/R1) + Vref = Vref *(1+R2/R1) + Iadj*R2

che è la formula riportata in datasheet.

Per quanto riguarda gli altri componenti e valori riportati sullo schema applicativo canonico, c'è solo da notare che C1 (un buon ceramico da 100nF messo vicino all'integrato) serve ad evitare possibili oscillazioni quando ci siano di mezzo cavi lunghi tra sorgente di potenza di ingresso e il regolatore, mentre i 5mA indicati sono il carico minimo che serve a LM317 per operare. Infatti la particolarità di questo integrato è di essere "sospeso" rispetto a massa e utilizzare di conseguenza la stessa corrente di carico per polarizzare i sui stadi interni. Per questa ragione, della corrente minima, in molti schemi si vede R1=240 Ohm, perchè assicura una corrente superiore a 5mA (1,25V/240Ohm = 5,2mA).
Se si usa una R1 maggiore senza altri carichi che assorbono corrente LM317 funzionerà sempre ma con una tensione superiore al previsto e non garantirà le specifiche (specie in funzione di Temperatura e Vin-Vo).
Ricapitolando: R1 puo' aver un valore piu' alto di 240Ohm, basta che il carico assorba almeno 5mA e mettiamo sempre un 100nF all'ingresso.

Bene, ora abbiamo un regolatore che fornisce in uscita una tensione fissa, diciamo poco meno di 12V se uso R1=560 Ohm e R2=4700 Ohm. Come si farà quindi a far variare la tensione di Vout ? Se Vref resta costante, si dovrà cambiare per forza la caduta di tensione su R2 e questo si puo' fare i due modi:

1. sommando una tensione a R2 o al nodo del pin ADJ
2. modulando la corrente che attraversa R2

il metodo 1 è utilizzato per esempio quando si vuole modificare la tensione fornita da un regolatore fisso (parente di LM317), cosa che i valvolisti conoscono bene per alimentazione filamento a 6,3V con un TL7805 con due diodi in serie.
heatersupply.jpg
Analogamente quindi, se vado a sommare un segnale di tensione alla caduta su R2, mi trovo a muovere il pin Adj nella stessa misura. Dal momento che il pin Adj è all'ingresso dell'operazionale la sua tensione viene replicata e amplificata in corrente all'uscita.

Se quindi collego un condensatore al pin Adj e inietto un segnale, ottengo un buffer (amplificatore a guadagno unitario di tensione, detto anche non a caso inseguitore di tensione) semplicissimo.
LM317.BufferCanonical.jpg
Unica aggiunta rispetto al caso datasheet, oltre agli ovvi condensatiori di ingresso e di uscita, è R3 che fa da carico in continua e assolve due funzioni importanti:
  • 1. assicura il carico minimo al regolatore, senza dover abbassare troppo R2, che costituisce anche la resistenza di ingresso del nostro amplificatore risultante
    2. permette di regolare il bias in classe A per adattarlo al carico (carico "Zavorra"). Se devo alimentare un carico da 600ohm, non serve far tirare troppa corrente, perchè sarebbe sprecata una volta garantita la max I = Vmax/Rload. Quindi usero' nei test seguenti R3=1,8kOhm. Ma se voglio pilotare ad esempio 32ohm sarà meglio metterci un 100Ohm.
Quanto è buono questo buffer? Che ci posso fare?
Una misura velocissima intanto ci dice che posso applicare in ingresso fino a 20Vpp per ottenere piu' di 6 volt in uscita.

La banda passante è superiore ai limiti del'analizzatore (a 600ohm di carico è superiore a 270kHz):
LM317bufferinhigh600ohmFR.png
La distorsione :
LM317bufferinhigh600ohmTHD.png
LM317bufferinhigh600ohmTHDvsFreq.png
E qui si vede bene l'effetto del carico Zavorra da 100Ohmn nel caso di carico in ac da 32 Ohm (cuffia, per esempio):

Senza:
LM317bufferinhigh32ohm.png
Con:
LM317bufferinhigh32ohm100ohmDC.png
--continua-

(1) Ad esempio io ho due batterie da 12V da moto che mi ha regalato un elettrauto. Durano un'oretta o poco piu' ma tanto basta per qualche esperimento e soddisfacente ascolto.

(2) Il migliore datasheet è quello della National, ora ON:
https://www.onsemi.com/pub/Collateral/LM317-D.PDF
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Re: LM317 saga

Messaggio da docelektro »

arca vè si riuscisse a fare con dei trasfo si potrebbe parlare di classe A pura
A casa mia il loudness e i controlli di tono sono presenti,se serve si usa anche l'equalizzatore e l'effetto eco. Perchè il suono deve essere come lo si desidera e non come gli altri lo vogliono a casa nostra
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

sono già in "classe A pura". Con i trasfo, ci arriveremo, ma è un discorso che va svolto con calma.
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

parte 2 (LM317+LM317)

abbiamo visto quindi nella prima parte come modulare il pin ADJ di LM317 per ottenere una variazione del segnale di uscita in banda audio, vale a dire un amplificatore, nel caso esaminato a guadagno unitario (Buffer).

Ora, volendo ottenere anche una certa amplificazione, la possibilità piu' semplice è quella di ricorrere ad uno stadio a transimpedenza che moduli la corrente direttamente sul pin ADJ. Ma un amplificatore a transconduttanza si puo' ottenere semplicemente ancora con un LM317 ! Vediamo come:
LM317-LM317driver.jpg
(Nota: valori corretti)

in questo schema, si entra nel pin ADJ del prim LM317 (U2, il driver) per modulare la corrente che esso assorbe dal pin ADJ del secondo LM317, il vero e proprio stadio di potenza. Alzando il potenziale del pin ADJ del driver si alza quindi la tensione di uscita ai capi del carico costituita da R5 (390 Ohm), provocando una maggiore richiesta di corrente dal pin di ingresso di U2 e quindi modulando la corrente su R4, ingresso a sua volta del buffer LM317 che abbiamo visto nella prima parte. Il guadagno è facilmente calcolabile:

V0 = Vin/390Ohm (corrente modulata) * 2kOhm (R4) -> Vo/Vin = G= 200/390 = 5,128

il guadagno non è stato scelto a caso ma è quello che ritengo sensato sia per un preamplificatore di linea che per un amplificatore cuffia, da connettere a DAC da scrivania o uscite analogiche dei telefonini.

Si noti come R1 non compaia, essendo vista dal segnale come una alta impedenza in quanto messa tra due punti che si muovono allo stesso modo: ingresso e uscita di un booster a guadagno molto prossimo a 1.

Io ho usato due LM317 in package TO220 ma nulla vieta di usare per il primo LM317 la versione TO92.

Anche qui, come descritto, utilizzerò una resistenza zavorra DC ( "Ballast") R3 da 100Ohm nel caso di carico a 32Ohm, per poter provvedere la corrente necessaria al al basso carico. Con una carico di 600Ohm non serve aumentare la polarizzazione in classe A oltre a quella già fornita dal resto del circuito e dalla R3 di 1,8Kohm, a tutto vantaggio dell'assorbimento (per esempio: alimentazione a batteria..).

Queste le misure ottenute sul prototipo:
LM317bufferLM317in-32ohm-dist.png
a 600ohm di carico è molto simile, il clipping è dominato dal termine in tensione (driver) e non dalla corrente di polarizzazione
LM317bufferLM317in-32ohm-100DCload3Vrmsout.png
LM317bufferLM317in-32ohm-distvsFreq.png
LM317bufferLM317in-600ohm-freqresp.png
Ora guardando lo schema ci si rende conto che è una topologia molto simile al TOTEM (analoga al famoso SRPP, anche se non è un Simmetrical Push Pull). Sarebbe quindi uno stadio TOTEM se togliessimo del tutto la R4. Purtroppo non è così facile, perchè se non si dà una via di fuga alla differenza delle correnti DC imposte dai due LM317 non c'è modo di mantenere stabile la polarizzazione (vale a dire la tensione continua ai capi di R3).
Ma ci sono altri modi di "totemizzare" in nostro apparecchietto..

In quanto al rumore: ascoltando questa variante il rumore bianco che è comunque sempre presente anche nel caso del buffer canonico precedentemente descritto si alza ancora di piu' e in caso di cuffie sensibili disturba i pianissimo.
Il rumore ad alta frequenza deriva sia dall'alimentazioone dell'amplificatore (nel caso delle misure riportare un alimentatore da laboratorio non particolarmente curato) sia dall'alimentazine switching del PC che pilota il DAC o l'uscita audio analogica collegata al'ingresso dell'amplificatore LM317. Questa seconda via di ingresso del rumore è piu' insidiosa e nel mio caso abbastanza consistente. Visto che c' una sovrabbondanza di banda passante, si puo' tagliarla in alto mettendo un opportuno condensatore in parallelo a R4. Con un polistirene da 3,9nF nominali (al 20% di tolleranza, misurati col multimetro danno poco meno di 5nF) ottengo una banda a -3dB di 20Khz, che per mio udito e preferenze musicali non fa una grossa differenza, ma riduce alla metà il rumore switching veicolato dall'ingresso:
LM317Buffer-LM317driver-moiseCap.png
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Re: LM317 saga

Messaggio da mariovalvola »

Molto divertente. :clap:
Ma le misure?
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UnixMan
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Re: LM317 saga

Messaggio da UnixMan »

plovati ha scritto:Anche qui, come descritto, utilizzerò una resistenza zavorra DC ( "Ballast") nel caso di carico a 32Ohm , per poter provvedere la corrente necessaria al al basso carico. Con una carico di 600Ohm non serve.
non è che volevi dire il contrario? :?
Ciao, Paolo.

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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

UnixMan ha scritto:
plovati ha scritto:Anche qui, come descritto, utilizzerò una resistenza zavorra DC ( "Ballast") nel caso di carico a 32Ohm , per poter provvedere la corrente necessaria al al basso carico. Con una carico di 600Ohm non serve.
non è che volevi dire il contrario? :?
Mi rispiego, se ho un carico ac di 32 ohm, con 2Vrms necessito di 93,7mA rms cioè 132mA di picco. Quindi devo polarizzare ad una corrente superiore, diciamo 150mA circa. Con 600 Ohm bastano 5mA rms, 7 di picco, che ci sono già.
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Re: LM317 saga

Messaggio da UnixMan »

plovati ha scritto:Mi rispiego, se ho un carico ac di 32 ohm, con 2Vrms necessito di 93,7mA rms cioè 132mA di picco. Quindi devo polarizzare ad una corrente superiore, diciamo 150mA circa. Con 600 Ohm bastano 5mA rms, 7 di picco, che ci sono già.
Ah, ok. Avevo frainteso quello che stavi dicendo... :oops:
Ciao, Paolo.

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Re: LM317 saga

Messaggio da UnixMan »

plovati ha scritto: Queste le misure ottenute sul prototipo:
LM317bufferLM317in-32ohm-dist.png
mmmh, solito problema di molti ampli a SS: quando l'ampiezza del segnale si riduce la distorsione, anziché diminuire, aumenta ... non è una buona cosa. :sad:
Ciao, Paolo.

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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

Non direi degli stato solido in generale (pensa agli ampli single ended- sinbgle MOS di Pass), quanto piuttosto dei sistemi reazionati (me anche qui non tutti, alcuni dei recenti Opamp sono piatti anche a livelli bassi).

Comunque la curva THD vs. livello espressa in % o dB in discesa inganna un po', perchè è chiaro che una distorsione piccolissima misurata in % su un segnale piccolo avrà un valore sicuramente maggiore della stessa THD assoluta ma rapportata ad un segnale molto maggiore. Se THD fosse costante con il livello la curva sarebbe una 1/X perfetta.
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

parte 3 (BJT vs. JFET)

Ora qualcosa di veloce e molto istruttivo. Il modulatore di corrente, che è la funzione del driver di questo circuito, puo' essere assolta da un altro LM317, come abbiamo visto, ma con limiti nella dinamica.

Il regolatore LM317 deve mantenere una tensione minima di 1,5-2V ai suoi capi + la caduta fissa di 1,25V da considerare. Questo limita la dinamica di uscita, per qualsiasi carico (limite in tensione) a 2,3V o poco piu'.

Per guadagnare dinamica dobbiamo tornare ai vecchi componenti discreti. Nel campo dello stato solido (che poi a ragione abbandoneremo) i componenti possibili piu' comuni sono di due classi: Transistor bipolari (BJT) e Fet a giunzione (JFET).

Utilizziamo quindi questi due componenti discreti in un piccolo esperimento molto istruttivo, mettendoli a confronto diretto.

1. Variante BJT:
LM317-ZTX653JPG.jpg
Lo ZTX653 è un onestissimo e diffuso componente, di recente generazione e ottime prestazioni in qualsiasi circuito di uso generale (nei datasheet general purpose). In ogni modo puo' essere sostituito da un qualsiasi NPN per usi generici con un beta di almeno 120-150 alla corrente di lavoro (circa 5mA). Visto il risultato finale, qui un componente audiofilo sarebbe sprecato (spoiler).

2. Variante JFET
LM317-DN2540.jpg
In questo caso abbiamo bisogno di un JFET con elevata Idss, buona transconduttanza e ottima reputazione audiofila.
Dopo aver provato senza successo 2SK170 e J210 (Idss tropo bassa e dispersione enorme dei parametri), ho pensato di usare un DN2540, visto il costo e la facile reperibilità (io ho usato RS) che se anche non andasse bene in questa applicazione potrebbe essere usato in molte altra applicazioni audio.

Misure variante 1 (BJT):
LM317bufferZTX653driver-THD32ohm.png
LM317bufferZTX653driver-THD600ohm.png
LM317bufferZTX653driver-THDshape.png
LM317bufferZTX653driver-THDshape600ohm.png

Misure variante 2 (JFET):
LM317bufferDN2540driver-THD32ohm.png
LM317bufferDN2540driver-THD600ohm.png
LM317bufferDN2540driver-THD32ohm.png
LM317bufferDN2540driver-THD600ohmshape.png
Per non appesantire, evito di caricare altre immagini, che comunque sono molto simili tra tutti i casi considerati. Per esempio la risposta in frequenza è piu' o meno sempre la stessa:
LM317bufferDN2540driver-THD32ohmfreq.png
di fatto coincidente con la risposta in frequenza dello strumento usato (QA401 a 192kHz)

Ascolto: (in cuffia sia a 32 Ohm che a 600Ohm delle due varianti). Non vi rovino la suspense ma invito a provare. in un paio d'ore si fa tutto..
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Re: LM317 saga

Messaggio da gluca »

OT: come ti trovi con il QA401?
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

gluca ha scritto:OT: come ti trovi con il QA401?
Molto bene. Se sai programare (non è il mo caso) poi con tractor e le DLL si puo' customizzare a piacere. Vorrei solo un livello di uscita in grado di raggiungere i 10V rms su 600 ohm, ma si puo' fare con uno scatolino aggiuntivo (schemi sono sul sito Quantalyzer).
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

intermezzo 1: come funziona realmente LM317

Per chi non avesse ancora chiaro il meccanismo di base, ricopio per intero un intervento apparso a questo link che è di una chiarezza ed eleganza espositiva che non saprei neppure imitare lontanamente.

https://electronics.stackexchange.com/q ... ense-to-me

Purtroppo è in inglese. Google translator rende il senso, ma si perde molto dell'efficacia originale. E' anche un preziosissimo saggio per "capire come capire" un circuito.
HOW LM317 really works.pdf
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Re: LM317 saga

Messaggio da m_b »

ciao piergiorgio! qua ci lasci con l'acquolina in bocca ... :wink:
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

m_b ha scritto:ciao piergiorgio! qua ci lasci con l'acquolina in bocca ... :wink:
Eh, hai ragione ma ci vuole un sacco di tempo a mettere a punto cose da presentare.. specie se non sono proprio del tutto ortodosse. Giusto per dirne una: mi sono preso una schicchera potente da un circuitino stupido a 12V, che alla fine tanto stupido non è..
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Piergiorgio
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Re: LM317 saga

Messaggio da Maxxx »

Ti seguo , non mi sono defilato, sono solo troppo occupato con il lavoro e il poco tempo che ho lo devo dedicare a cose più "familiari" , ma in quei pochi minuti che ho cerco sempre di dare un occhiata e ti leggo sempre con molto interesse !!! Ottimo lavoro direi, molto interessante !

PS : occhio !! la 12 volt è pericolosa !! :grin: :grin: :grin:
PS: mi hai fatto venire in mente quando da ragazzo stavo trafficando con l impianto in auto e per sbaglio , perchè riposto malamente nel bagagliaio, un condensatore da forse 0,5 Farad !! si è scaricato su una chiave :grin: :grin: una legnata fotonica che ancora ricordo :grin: :grin:
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

parte 4 (Current Driven)

Lo spunto per questa variante nasce dalla lettura dall'interessante libro "Current-Driving of Loudspeakers by Esa Meriläinen", del quale si trovano degli estratti a questo link:

https://www.current-drive.info/

A differenza di molti altri libri su amplificatori o diffusori, in questo notevole lavoro si riparte dalla fisica di base, cercando la migliore possibile risposta acustica (minor distorsione, miglior risposta in transitorio) e si conclude (la faccio molto breve e semplificata) che l'ottimo è il pilotaggio in corrente dei diffusori lascondo il lavoro di smorzamento al fattore di merito meccanico degli speakers. Come regola del pollice, l'amplificatore dovrebbe avere 10-20 volte l'impedenza dello speaker che va a pilotare e il fattore di qualità meccanico Qm dello stesso dovrebbe essere sotto 1, idealmente attorno a 0,7.

Se per gli altoparlanti un Qm di 0,7 è praticamente impossibile da trovare in componenti comunemente disponibili, per le cuffie la cosa di inverte: molte cuffie con driver da 30 o 40mm presentano smorzamento meccanico compatibile con il pilotaggio in corrente. La cosa piu' difficile è dimostrarlo.. se infatti tutti i maggiori produttori di cuffie forniscono dati quali impedenza, efficienza, risposta in frequenza, magari anche distorsione, pochi (io non ne ho trovato nessuno) forniscono i parametri di Thiele e Small dei driver. E si guardano bene dal citare anche solo per sbaglio marca/modello/caratteristiche del driver (spesso supereconomico cinese) impiegato.

Non resta quindi che misurarsi da sè il Qm di un certo numero di cuffie, e questa è la ragione per cui ho ritardato la pubblicazione di questo capitolo: come spesso succede quello che sembra banale alla fine non lo è del tutto e richiede un certo impiego non preventivato di tempo.

In sintesi la misura del Qm, fattore di merito meccanico di un driver, si ricava dalla misura del'impedenza in funzione della frequenza. Tutti i driver presentano a bassa frequenza una risonanza meccanica che si traduce in un aumento a campana del'impedenza. Tanto più la campana è bassa e larga tanto piu' basso è il Qm.

Ci sono diverse formule impiegabili, una della quali è qui descritta:
Measuring_driver_Q-values.pdf
In pratica, però, il valore ottenuto è molto dipendente dalla precisione della misura di alcuni punti estrapolati a posteriori dalla curva misurata, sempre ammesso che sia misurata con una sufficiente risoluzione in frequenza ed un adeguato livello di pilotaggio e resistenza serie (per la misura della corrente). Alla fine dopo aver perso un irragionevole numero di ore con generatori, oscilloscopio e calcolatrici logaritmiche ho scoperto che il mio QuantAsylum QA401 ha la funzione di misura impedenza speaker e che questa si puo' adattare al caso.

In realtà il SW del QA401 in questa misura ha un baco che dà letture assolutamente inaffidabili e impredicibili se usato a 192kHz. Scoperto l'inghippo, basta settare 48kHz prima di usare la funzione SPKR Impedance per ottenere la misura del grafico di impedenza e direttamente il valore misurato del Qm:
Impedenza Cuffia Grado SR60-LR.png
En passant, per avere un valore decente e affidabile, bisogna fare qualche prova variando la resistenza di sensing e il livello di pilotaggio. Una Rsensing pari a 1/10 della resitenza che si vuole misurare e un livello che va da -10dBV a -3dBV in genre sono delle buone scelte di partenza. Per esempio, l'effetto del valore della tensione di prova è il seguente:
Impedenza Cuffia Grado SR60.png
Ci sono altre cuffie con Qm ancora piu' favorevole, per esempio, quella che uso per le telco:
Impedenza Cuffia SennHeadsetPC3.png
O la best-buy Sennheiser HD202:
Impedenza Cuffia HD202.png
Per concludere la carrellata ecco la DT880 600Ohm:
Impedenza Cuffia DT880.png
Per inciso si noti come la Grado matcha perfettamente i due canali (se non ricordo male era un vanto di John Grado, questa selezione), a differenza di Beyer, pure nella diversa classe di driver. Un'ultima ma importante nota sulla curva di impedenza del carico che un qualsiasi amplificatore in corrente è chiamato a pilotare: a corrente costante la tensione sviluppata sul carico è proporzionale all'impedenza dello stesso. Ad alte frequenze, in particolare, l'impedenza degli speaker elettrodinamici (piu' induttore di carico) cresce velocemente, portando quindi facilmente in saturazione a partire dai 10kHz in su. Il rimedio è quello di mettere in parallelo una cella di compensazione RC per abbattere induttanza agli estremi superiori della banda audio. Tale compensazione deve essere adattata al carico considerato e pertanto è piu' difficile avere un amplificatore current-driven universale, come invece nel caso di amplificatori in tensione.

OK, avendo concluso quindi che le cuffie sono adatte, a differenza dei normali altoparlanti al pilotaggio in corrente, che c'entra il nostro LM317? L'autore citato in apertura del presente capitolo fornisce nel suo sito anche un cenno all'uso di regolatori di tensione a tre terminali come amplificatori a transimpedenza, ed eccoci quindi arrivati al nostro LM317:
sources.gif
sources.gif
Sempre nel libro citato, si fornisce uno schema di un piccolo amplificatore single ended con LM350 (variante a maggior corrente del nostro 317), nel quale si utilizza come carico anodico un induttore. Lo schema e la descrizione del progetto è visibile al link:
https://www.current-drive.info/projects/11567
SERTamp.gif
Con qualche calcolo di dimensionamento e un certo numero di prove, sono giunto al seguente schema, che è piuttosto soddisfacente come dinamica, pulizia e articolazione del suono.
LM317-CurrDriver.jpg
La gamma media in particolare con il pilotaggio in corrente diventa tridimensionale e l'ambienza delle (buone) registrazioni si impone all'attenzione, senza però affaticare. Di contro, visto che tale pilotaggio lascia esprimere del tutto naturalmente (nel bene e nel male) il trasduttore acustico, potrebbe esserci un rigonfiamento nei bassi. Questo aspetto è molto meno marcato con le cuffie e in specie con quelle aperte, come la Grado SR60, cuffia per la quale ho cercato di ottimizzare l'amplificatore.
Considerata la scelta dell'induttore, diventa naturale cercare di mantenere bassa la tensione di alimentazione, sfruttando l'effetto volano dell'induttore per ottenere una buona dinamica sul carico. Bisogna quindi orientarsi su un induttore con bassa resistenza in continua, per non mangiarsi tutta la tensione di alimentazione. L'induttore è quindi l'elemento piu' critico e costoso, ma fortunatamente si trova a catalogo Hammond ed è piuttosto economico (se non ricordo male su 12-15 euro cadauno).

Vediamo qualche misura di questo amplificatore per cuffia a bassa impedenza Current Driven.
FreqResp-carichiresistivi.png
LM317bufferCurrDriver-FreqRespCuffie.png
Si noti come con la Grado si abbia un boost delle basse, la cosa si percepisce ma non spiace. Di suo, comunque non sono certamente le cuffie preferite dai fanatici della linearità e della correttezza timbrica ..

Il comportamento al clipping (circa 1,6Vrms) su 32 Ohm
THD320ohm.png
Come note conclusive, dopo qualche tempo speso con questo giocattolo, mi sento di dare un paio di consigli. Il primo: saldate tutto, niente coccodrilli volanti e non staccate mai l'induttore con alimentazione connessa. Io l'ho fatto e mi sono preso una balla schicchera di qualche centinaio di volt (non si interrompe impunemente una corrente che fluisce in un induttore).
Il secondo consiglio: non accantonate subito questo esperimento se non vi soddisfa alla prima. Il circuito deve essere ottimizzato sulla cuffia utilizzata (non è un circuito per niente universale) e serve un certo adattamento all'ascolto, perchè il pilotaggio in corrente è piuttosto diverso da quanto siamo assuefatti a riconoscere come il "suono giusto".

EDIT: Aggiungo un ultimo suggerimento, dopo aver cumulato diverse ore di ascolto in current mode: si può sempre ridurre ad un amplificatore in tensione sostituendo l'induttore con una resistenza dal valore compreso tra 2.72 e 68 Ohm, in base all'impedenza della cuffia che si va a pilotare, piu' alta per le 600Ohm, bassa per le 32 Ohm piu' sensibili. Con la resistenza, la rete di Zobel R5 C5 non serve piu'.
Che differenza c'è rispetto ad un normale amplificatore in tensione ? Principalmente l'isolamento dall'alimentazione (in particolare dalla massa di alimentazione) e l'assoluta linearità e controllabilità dell'impedenza d'uscita che è nient'altro che la resistenza messa al posto dell'induttore. Vale la pena provare pure questa configurazione, specie in alternativa ad un amplificatore cuffia ad operazionali tipo Cmoy etc.
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Re: LM317 saga

Messaggio da m_b »

....il pilotaggio in corrente è un concetto che avevo certamente visto in qualche libro "a scuola", ma nulla più ... ho dato una occhiata al sito che hai linkato, mi ha incuriosito parecchio e così mi sono comprato il libro. Grazie per la segnalazione!
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Re: LM317 saga

Messaggio da plovati »

Parte 5: le valvole, finalmente !

Chiaramente non potevo non sperimentare con le valvole, dopo aver provato un po' tutti i metodi di modulazione della tensione di riferimento del LM317 (=di ingresso dell'amplificatore risultante). Ne avevo già accennato qui:
viewtopic.php?t=12882&hilit=12AL8&start=20

La prima idea infatti è di utilizzare un tubo che abbia una corrente sufficiente anche a bassa tensione, per poter fornire tutta la corrente richiesta ai 32 Ohm del carico. Avendo 12 o 24 V massimi, il campo dei tubi adatti si restringe molto e la 12AL8 è una scelta pressochè obbligata. Nello schema che ho postato nella discussione precedentemente citata compare anche un ulteriore LM317 utilizzato come buffer di ingresso. La ragione di tale scelta risiede nel fatto che senza tale buffere la distorsione è molto più alta e ha un clipping piuttosto duro. Una seconda alternativa è quella di utilizzare come buffer il primo triodo della 12AL8 (che fa capo ai pin 1, 8 e 9), cosa che fa ottenere un clipping ancora più morbido, mantenendo la distorsione ad un valore comparabile a quella che si ottiene col buffer LM317 (in questo caso una resistenza catodica di 750Ohm polarizza adeguatamente il cathode follower di ingresso)
LM317-12AE8simple.png
LM317-12AL8-LM317buf.png
Un ulteriore variante di questo schema, sfruttando le caratteristiche di space charge del tetrodo 12AL8 controllato dalla griglia G1, è quella di modulare tale griglia con una replica del segnale. Infatti la conducibilità del triodo a carica spaziale dipende dal potenziale applicato a G1, più questo è alti piu' cresce la corrente di placca, a parità di tensione di griglia. Di seguito un estratto dal datasheet 12AL8, che riporta la modulazione della corrente
12AL8-controlGrid.jpg
Quindi viene naturale pensare che a maggior segnale il tubo debba essere aiutato a spremere di più aumentando di conseguenza la tensione di G2. Notare che il valore massimo di G2 ammesso dalla 12AL8, come molte valvole a bassa tensione, è di 16V abbiamo quindi un margine di tensione dello stesso ordine del segnale di uscita, come fosse fatto apposta. Giusto per distinguere questa versione dalle altre ho chiamato tale configurazione (molto impropriamente) superpentodo.
LM317-12AL8-LM317bufSuperpentodo.png
Si nota come LM317 funziona benissimo in questo schema perchè fornisce un pilotaggio in continua e a bassa impedenza, insieme a quello in alternata necessario per pilotare la griglia, nel modo convenzionale. Tale collegamento configura quindi una reazione positiva, ma essendo al massimo il segnale G1 pari a quello in griglia ed avendo la G1 una transconduttanza circa la metà di quanto si ha con la modulazione di griglia no si entra mai in instabilità. Uno schema semplicissimo in realtà assolve a molte funzioni e "tutto si regge da sè", cosa che è bella e molto zen.

La G2 si puo' anche modulare in senso contrario, vale a dire far scendere quando il segnale sale, creando una reazione stavolta negativa. Il metoto più semplice è quello di utilizzare un buffer a transistor (con un ottimo Beta e una capacità di corrente adeguata, ad esempio ZTX653):
LM317-12AL8-LM317bufSuperpentodoBJT.png
In questo caso, la distorsione è abbastanza simile alla configurazione precedente, nonostante il guadagno circa dimezzi. Per questo mi aspettavo in realtà una significativa diminuzione della distorsione (metà guadagno - metà distorsione). Non ho pertanto sperimentato oltre.

-- continua (tempo permettendo), scritto di fretta qualche errore ci sarà di sicuro --
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Piergiorgio
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