Un classico push pull di EL34

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enzo.
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Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

“La mattina semina il tuo seme e la sera non dar riposo alle tue mani, perché non sai quale lavoro riuscirà, se questo o quello o se saranno buoni tutt'e due”.

Salve carissimi, mentre mi sto godendo l’ampli da poco terminato, vorrei in un prossimo futuro portare a termine un altro progetto, o meglio audiocostruzione, lasciato in sospeso tanti anni fa e mai definitivamente completato, se non come prototipo suonante ma non pienamente soddisfacente.

Si tratta di un amplificatore integrato push pull di EL34 a pentodo. Per quest’ampli avrei già le valvole (quattro EL34, due 6SN7 e due 6SL7), i due TU progettati e realizzati seguendo i calcoli di Callegari, il materiale per costruire TA e induttanza e qualche idea per mettere insieme uno schema che possa funzionare.

Ai tempi avvolsi i due TU senza prese intermedie perché volevo usare propriamente i pentodi, avendo ascoltato con attenzione diversi amplificatori push pull a valvole ed essendomi convinto, forse senza sufficiente esperienza, che preferivo la configurazione a pentodo a quella ultralineare.
In ogni caso, avendo questo materiale, dovrò costruire con ciò che mi ritrovo. E così, quando sarò riuscito a terminare anche questo, avrò definitivamente liberato l’armadio di servizio da un sacco di ferraglia e vecchie valvole, per la gioia della consorte e delle nostre orecchie.

Se volete partecipare, mi farà senz’altro piacere ricevere i vostri consigli e i vostri commenti sulle scelte progettuali e l’andamento della costruzione.
Partiamo?
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

enzo. ha scritto:Ai tempi avvolsi i due TU senza prese intermedie perché volevo usare propriamente i pentodi, avendo ascoltato con attenzione diversi amplificatori push pull a valvole ed essendomi convinto, forse senza sufficiente esperienza, che preferivo la configurazione a pentodo a quella ultralineare.
In ogni caso, avendo questo materiale, dovrò costruire con ciò che mi ritrovo.
puoi usare la configurazione "Schadeode" e/o mettere del NFB locale "incrociato" sul driver...
enzo. ha scritto:Partiamo?
comincia col mettere lo schema di massima che avevi in mente...
Ciao, Paolo.

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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da hobbit »

.... oppure andare di triodo, ma che impedenza hanno i TU?
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Sì, se non fossi riuscito ad utilizzare i pentodi in modo sonicamente soddisfacente, avevo pensato che sarei sempre potuto andare a pseudo-triodo. Le configurazioni da provare per lo stadio finale a quanto pare non mancheranno :smile:
Non ricordo bene per quale impedenza calcolai i TU, forse intorno ai 5K. Purtroppo il vecchio quaderno di appunti, se ancora esiste, si trova giù in Puglia, insieme con i ferri e le valvole. Ma prima o poi dovrei raggiungerli…

Ricordo che all’inizio provai a realizzare un tre stadi, con un srpp di 6SN7 all’ingresso, poi il finale con uno sfasatore di 6SL7 che pilotava le EL34 a pentodo, simile al Cary SLA-70 (https://pdfslide.net/documents/cary-aud ... matic.html), ma con un’alimentazione più semplice a diodi al silicio. Suonava, ma non mi entusiasmava granché.
Un netto miglioramento della timbrica e della dinamica lo ebbi quando cambiai configurazione e sistema di polarizzazione per le finali: lasciando al suo posto la stessa valvola 6SL7, passai ad un coda lunga (https://www.aikenamps.com/index.php/des ... e-approach); tolsi infine la polarizzazione catodica e misi una semplice negativa fissa, stabilizzandola con uno zener e regolando singolarmente con quattro trimmer la corrente di ciascuna finale. Questa è la configurazione con cui suonavo qualche anno fa sul tavolaccio.

Oggi, per realizzare un integrato, credo che scambierei innanzitutto la posizione delle due valvole, usando la 6SN7 come invertitore-pilota e la 6SL7 per lo stadio di ingresso. Volendo tenere il coda lunga di 6SN7 al secondo stadio (classico tra i classici), avevo pensato a due possibilità per un primo stadio ad accoppiamento diretto con l’invertitore: mu-follover oppure srpp.

Piccola parentesi, forse qualcuno si chiederà: “Ma come? Ti sei appena fatto un monotriodo NFB free ispirato all’Audio Note con la sublime 2A3 e adesso passi alle EL34 a pentodo, con tanto di controreazione? Il fatto è che tra questi due classici estremi ho ascoltato musica molto ben riprodotta da entrambi i tipi e col tempo ho notato di essere in numerosa compagnia, tra cui anche quella di un insospettabile produttore https://www.audionote.co.jp/en/products ... -pm2i.html. Proprio reperendo informazioni su questo integrato mi è venuta l’idea di portare a termine il mio apparecchio. Il produttore ha affermato di aver voluto in quest’ampli coniugare tradizione e innovazione tecnologica alla ricerca del miglior suono possibile, per un sistema facile da usare e abbastanza potente per la maggior parte delle esigenze domestiche. In effetti, con un buon 30w a valvole si fanno suonare i più comuni sistemi dinamici anche in ambienti piuttosto grandi.

E veniamo a noi. Spinto dalla curiosità e da una certa fiducia personale nel buon gusto sonoro di AN ho cercato info sul circuito ma non sono riuscito a trovare lo schema di questo apparecchio on-line. Se fosse già stato pubblicato e qualcuno lo avesse, mi farebbe una cortesia ad inviarmelo.

Quello che ho potuto trovare in rete, oltre a ciò che si legge sul sito del produttore, è qualche recensione in cui si mostra l’interno dell’apparecchio e si spiegano per sommi capi le scelte adottate (https://www.bemax-audio.de/assets/PDF-4 ... -Kopie.pdf). I recensori affermano che il primo stadio, a bassa impedenza per ottenere un suono trasparente e diretto, è composto da una 12AY7 accoppiata direttamente a una 12BH7 che funge da invertitore di fase e pilota delle EL34 finali.
Osservando le immagini pubblicate e cercando di vedere come sono disposti i componenti mi sembra di aver capito qualcosa di questo circuito:
- all’ingresso vi è un potenziometro Alps HQPRO da 50k che va direttamente alla griglia della prima valvola;
- la 12AY7 è configurata, se non vedo male, in mu-follower, tipo M77, con il catodo della sezione inferiore non disaccoppiato ma riferito a massa tramite due resistenze, al centro delle quali arriva la NFB. Il catodo della superiore ha anch’esso due resistenze che vanno verso massa al centro delle quali avviene l’accoppiamento diretto con la griglia della 12BH7;
- l’invertitore, se non erro, dovrebbe essere un coda lunga simile al Marantz 8 e ad altre decine di apparecchi similari. Il condensatore che sta a massa della sezione invertente è un polipropilene metallizzato da 1 uf della ASC, mentre dagli anodi della stessa valvola partono i due condensatori AN a lamina d’argento da 0,22 uf che vanno sulle griglie delle EL34;
- il negativo di griglia è ottenuto attraverso un circuito originale chiamato CCB (polarizzazione a corrente costante) e ciascuna finale ha un potenziometro per la regolazione del bias;
- le finali, configurate in ultralineare, lavorano a 22w (404v/55 mA);
- i secondari del TU sono riferiti a massa e subito collegati al telaio con pochi centimetri di cavetto;
- il cablaggio è ben serrato da fascette in alcuni punti, mentre è più lasco in altri e non è attorcigliato per i filamenti delle valvole, le quali mi sembrano tutte alimentate in alternata e con due resistenze a formare il riferimento centrale per la massa; interessante il fatto che, sebbene vi sia un solo secondario per le valvole di segnale, ciascuna valvola abbia i propri cavetti indipendenti, forse per ridurre ulteriormente il ronzio.
- si dichiara per l’ampli una potenza d’uscita di 32w all’1%.

Per quanto riguarda l’alimentatore:
- una tensione duale 320-70-0-70-320 viene raddrizzata da un paio di diodi non identificati in contenitore sod-57, positiva per l’anodica (320) e negativa per le griglie delle finali (70);
- la tensione raddrizzata per l’anodica incontra subito una resistenza RB57 da 1 ohm (?) e poi un condensatore assiale Unicon da 47u/500v; viene quindi filtrata da un’induttanza (3H?) che finisce su un grosso Unicon da 100+100u/500v; da qui credo si vada a due condensatori da 47u, uno per canale, posti nei pressi dei TU e, infine, nei TU stessi;
- una cella RC si occupa di filtrare l’anodica per il secondo stadio, con altri condensatori da 47u, uno per canale, posti nei pressi della valvola;
- altra cella RC per l’anodica del primo stadio, stavolta con un parallelo di tre elettrolitici, per un totale di 500u per canale, “al fine di ottenere la dinamica e larghezza di banda più ampie possibili” (sito Kondo);
- un’ultima RC con un partitore resistivo serve forse per la tensione che eleva i filamenti delle valvole di segnale;
- tutti i condensatori finali sono bipassati da un polipropilene di piccola taglia (0,22-0,47u);
- si dichiara un consumo complessivo di 180w. Il TA dovrebbe essere un EI 120/40-60 della Tango e non mi sembra di vedere una presa per schermo elettrostatico tra primario e secondari.

Caspita che papiro che è venuto fuori!
Quando sarà finita la Pasqua, prometto di fare per questo adeguata penitenza :oops:
Ultima modifica di enzo. il 13 apr 2020, 16:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Per tornare a noi, ecco i due circuiti che mi erano venuti in mente. Il primo è appunto un srpp di 6SL7 accoppiato direttamente ad un coda lunga di 6SN7 (disegno che da qualche parte, al momento non ricordo dove, si trova anche in rete). Il secondo è un mu-follower, tipo quello che credo stia sull'AN, ma fatto con le valvole di cui dispongo.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da hobbit »

Per lo sfasamento ti affidi alla resistenza da 18k? (vedo che hai parificato i guadagni)
Con le stesse valvole, 6sl7 e poi 6sn7, non ti conviene il classico catodo comune + sfasatore a carico ripartito fatto con la 6sl7 e poi la 6sn7 che pilota le finali?
Sulla falsa riga del Williamson.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Il funzionamento di quello sfasatore è descritto in diversi luoghi, tra cui http://www.angelfire.com/electronic/fun ... Heart.html . Io non riuscirei a spiegarlo senza dire eresie elettroniche :wink: Se non ho capito male, la resistenza da 18k serve principalmente a settare la corrente che deve circolare nel tubo, tenendo presente che sul catodo si avranno circa 145 v, a motivo dell'accoppiamento diretto con lo stadio precedente ad srpp. Nello sfasatore il secondo tubo deve guadagnare un po' più del primo, infatti ha una resistenza anodica di 39k vs 33k, che i più "perfetti" bilanciano alla fine con potenziometro e oscilloscopio...
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Ho ritrovato l'immagine del circuito prima citato.
Ho inoltre notato che gran parte dei push pull Yaqin utilizzano oggi quella tipologia circuitale (vd. MC-10L, MC-100...).
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da mariovalvola »

Normalmente, chi usa questo tipo di invertitore tende a mettere un reostato in serie alle resistenze anodiche per raggiungere il miglior equilibrio dinamico possibile. (minor distorisione ad anello aperto)
Ci sono soluzioni tanto care a Gluca e Unixman con CCS catodici che potrebbero aiutarti e rendere più versatile l'ampli.
Manca la possibilità di regolare separatamente le correnti delle finali.
hai già deciso la classe di funzionamento?
.
Mario
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da hobbit »

enzo. ha scritto:Il funzionamento di quello sfasatore è descritto in diversi luoghi, tra cui http://www.angelfire.com/electronic/fun ... Heart.html . Io non riuscirei a spiegarlo senza dire eresie elettroniche :wink: Se non ho capito male, la resistenza da 18k serve principalmente a settare la corrente che deve circolare nel tubo, tenendo presente che sul catodo si avranno circa 145 v, a motivo dell'accoppiamento diretto con lo stadio precedente ad srpp. Nello sfasatore il secondo tubo deve guadagnare un po' più del primo, infatti ha una resistenza anodica di 39k vs 33k, che i più "perfetti" bilanciano alla fine con potenziometro e oscilloscopio...
La resistenza da 18k setta la corrente, ma crea anche la caduta di tensione che accoppia i due tubi in maniera che lavorino in controfase.
Come dice giustamente Mario per bilanciare bene i due rami si usa di solito un reostato, anche perché il bilanciamento potrebbe variare nel tempo. Sì, il 2* tubo deve guadagnare un po' di più, perché accoppi i due tubi mediante la resistenza al catodo, se la sostituisci con un generatore di corrente i due rami dovrebbero essere pari.
Qui il Williamson a cui mi riferivo: http://www.r-type.org/pdfs/dtnw-amp.pdf
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Eh, purtroppo so che attualmente non dispongo dell'attrezzatura per il bilanciamento dinamico dei due rami, oltre al fatto che nel caso l'acquistassi dovrei pure imparare ad usarla... :shake: :?: :nod: L'unica (magra) consolazione è che l'ampli, se ben realizzato, funzionerà discretamente lo stesso, come del resto tanti altri ampli similari, incluso l'AN di sopra, che quel potenziometro non ce l'ha e si dice che suoni in modo sublime...
E questo io non stento a crederlo. Molto meno invece credo a quei recensori che si divertono sempre in quell'apparecchio a sostituire le valvole a casaccio, perfino con altre completamente diverse (!), dicendo poi di avvertire notevoli miglioramenti (!!) Non sto scherzando, l'ho letto veramente :lol:

Alla fine, comunque, vedremo quali dritte saprete darmi per bilanciare quell'invertitore nel modo più semplice ed economico possibile :wink:

Per quanto riguarda invece la corrente che scorrerà nelle finali prevedo un circuito per il negativo di griglia stabilizzato con uno zener e quattro potenziometri, uno per ciascuna EL34. Dato il carico da 5k dei TU e il punto di lavoro, intorno ai 400v, credo che sarà in classe AB.

Grazie comunque per l'articolo sul Williamson, sarà una lettura interessante. Visivamente, però, io vedo uno stadio in più in quel circuito, con relativi condensatori di accoppiamento...
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

A partire da queste idee, quello che potrei fare in questo momento è calcolarmi e realizzarmi il TA e l'induttanza. Devo tuttavia fare una scelta tecnologica per l'anodica: valvola raddrizzatrice o diodi al silicio. Nel primo caso l'ampli consumerà a riposo poco meno di 200w mentre nell'altro circa 180.
Io ho a disposizione lamirino EI120 M6 per una bobina con colonna da 40 e altezza del pacco fino a 70 mm (racimolando tutto il ferro che ho). In campo elettromagnetico forse una sezione 40-60 o 40-70 non è il massimo della vita ma la mia priorità è quella di svuotare l'armadio :smile: per cui potrei usare la 40-60 per l'alimentazione al silicio (come mi sembra faccia l'AN per il PM-2) e la 40-70 per quella a valvola, se ritenete anche voi che il pacco sia sufficiente al nostro caso.
Per quanto riguarda il tipo di raddrizzatore invece, in casa mi ritrovo una seconda 5U4G, che il mio ebayer russo forniva solo in coppia. Questa sarebbe al limite ma riuscirebbe ancora a gestire da sola l'alimentazione dell'ampli, che assorbirebbe circa 240 mA per 420v. Certo l'anodica sarebbe "altina", soprattutto con l'ampli non ancora a regime, e dovrei usare in questo caso elettrolitici da 550-600v, che attualmente mi sembra si trovino anche come snap-in.
Se invece optassi per i diodi al silicio potrei usare l'alimentazione dell'AN che potete vedere sotto in figura, con un consumo di qualche decina di watt in meno e l'uso di elettrolitici fino a 500v.
Che ne dite? Vantaggi e svantaggi?

Nel caso dei diodi, cosa saranno quelli in figura e a che serve quella resistenza da 1ohm prima del condensatore di testa?
Osservando il TA in figura inoltre non mi sembra di vedere un avvolgimento per lo schermo elettrostatico, nè capisco come potrebbe averlo altrimenti. Esclusi motivi di costo per un apparecchio del genere, perchè secondo voi in questo TA non c'è lo schermo?
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Cercando informazioni sul tipo di diodo raddrizzatore usato dalla Kondo in questo alimentatore mi sono imbattuto in una immagine interessante, che mostra il sistema ibrido attualmente usato da questo costruttore in alcuni dei suoi amplificatori.
Secondo voi che diodo è questo?
Sapreste spiegare quali vantaggi tecnici e soprattutto sonori comporta mettere in parallelo al tubo due diodi del genere?
Come si regola la tensione in uscita al tubo?
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

Come diodi, ti conviene utilizzare degli Schottky per HV in SiC (carburo di silicio).

Il raddrizzatore ibrido consente di realizzare un raddrizzatore a ponte impiegando la metà dei tubi altrimenti necessari, pur mantenendo alcune delle caratteristiche dei raddrizzatori a vuoto (quali l'elevata impedenza ed il modo in cui questa varia dinamicamente). Per ampli in classe AB, l'uso di raddrizzatori a tubi (o ibridi) IMHO è controproducente.
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

UnixMan ha scritto:Come diodi, ti conviene utilizzare degli Schottky per HV in SiC (carburo di silicio).

Il raddrizzatore ibrido consente di realizzare un raddrizzatore a ponte impiegando la metà dei tubi altrimenti necessari, pur mantenendo alcune delle caratteristiche dei raddrizzatori a vuoto (quali l'elevata impedenza ed il modo in cui questa varia dinamicamente). Per ampli in classe AB, l'uso di raddrizzatori a tubi (o ibridi) IMHO è controproducente.
Se con i diodi al silicio potessi raggiungere risultati sonici similari e togliere infine la raddrizzatrice sarei ben contento, non ho velleità "filologiche" e preferisco risparmiare peso, complicazione e calore. Certo che due di questi: https://www.mouser.it/datasheet/2/90/c5 ... 795235.pdf costano quanto una raddrizzatrice, ma si comprerebbero una volta sola. Se poi hai altri consigli per gli acquisti...

Avrai certamente fatto delle prove con i SiC, quali sono le tue impressioni soniche rispetto all'uso di una valvola raddrizzatrice, magari implementata con i diodi in parallelo?

Perchè secondo te è controproducente usare una raddrizzatrice in un PP di questo tipo? Credi che lo sarebbe dal punto di vista sonico anche se l'ampli dovesse funzionare quasi sempre entro un range limitato di potenza d'uscita?
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

enzo. ha scritto:Se con i diodi al silicio potessi raggiungere risultati sonici similari
questo dipende da cosa intendi per “risultati sonici similari”. Di fatto non esistono due diversi componenti che "suonino" allo stesso modo, anche se della stessa tipologia... figuriamoci tra dispositivi che impiegano tecnologie completamente diverse.

I risultati poi cambiano a seconda del circuito complessivo in cui li impieghi, ed un componente che offre risultati ottimali in un dato circuito non è detto che sia altrettanto valido in un altro. Per quel che vale, posso dirti che diodi SiC sono stati impiagati sia da me che da amici in diversi apparecchi di diverse tipologie, sempre con risultati eccellenti.
enzo. ha scritto:Certo che due di questi: https://www.mouser.it/datasheet/2/90/c5 ... 795235.pdf costano quanto una raddrizzatrice,
ottimi i Cree... ma non stai facendo un ampli con le 211 o le 845, :lol: non hai bisogno di diodi da 1.7KV di tensione inversa. Scegli un modello con max tensione inversa più bassa, che costano meno. :wink:
enzo. ha scritto:Avrai certamente fatto delle prove con i SiC, quali sono le tue impressioni soniche rispetto all'uso di una valvola raddrizzatrice
questo non posso dirtelo con certezza, perché di confronti diretti nello stesso circuito personalmente non ho mai avuto occasione di farne. Da esperienze indirette, l'impressione è che (se il resto lo consente...) i diodi Schottky in SiC riuniscono le migliori qualità dei raddrizzatori a tubo e di quelli al silicio, senza avere i difetti di nessuno dei due. YMMV.

Quanto detto vale se cerchi un risultato improntato alla massima fedeltà di riproduzione (e, per altro, rispecchia considerazioni oggettive sul piano tecnico).

Se al contrario ricerchi risultati più "di effetto" (con una resa che magari per certi aspetti può essere "più accattivante" ma -inevitabilmente- meno fedele), le cose possono cambiare sensibilmente... perché in tal caso (ed in talune circostanze) quelli che sono i difetti dei raddrizzatori a vuoto (o a gas) possono diventare caratteristiche indispensabili per ottenere un determinato risultato "sonoro" (sebbene in taluni casi sia possibile ottenere risultati simili collegando in serie a ciascun diodo Schottky un resistore di valore opportuno). D'altro canto, di solito chi insegue quel tipo di risultati non li cerca in un PP a pentodi... :wasntme:
enzo. ha scritto:Perchè secondo te è controproducente usare una raddrizzatrice in un PP di questo tipo? Credi che lo sarebbe dal punto di vista sonico anche se l'ampli dovesse funzionare quasi sempre entro un range limitato di potenza d'uscita?
in un ampli che lavora in classe AB la corrente assorbita varia continuamente con l'intensità del segnale, in modo anche relativamente brusco quando avviene il passaggio dal funzionamento in classe A (con entrambi i dispositivi in conduzione) alla classe B (laddove solo uno dei dispositivi conduce, mentre l'altro è completamente interdetto). Pertanto, un ampli in classe AB ha bisogno di una alimentazione molto stabile e "robusta", che risenta il meno possibile delle variazioni della corrente assorbita. Cioè un alimentatore che abbia una impedenza bassa.

Rispetto ad un raddrizzatore a stato solido, un tubo ha inevitabilmente una impedenza interna enormemente più alta ed una corrente di picco molto più limitata... per cui, impiegando una raddrizzatrice, ben difficilmente si possono ottenere prestazioni tecniche ottimali per un ampli in classe AB.

Il discorso cambia notevolmente nel caso di ampli in Classe A (*), laddove la corrente assorbita dall'alimentatore è quasi(**) costante ed indipendente dal segnale.

(*) SE o PP che siano, purché - se si tratta di un PP - l'ampli sia progettato in modo da non consentire mai la transizione verso la classe B, cioè la completa interdizione di uno dei due dispositivi.

(**) l'assorbimento sarebbe perfettamente costante ed indipendente dal segnale se tutti i dispositivi fossero perfettamente lineari (e perfettamente identici tra loro, nel caso di un PP). Cosa che ovviamente non esiste nel mondo reale. Laddove invece le distorsioni di ordine pari producono un "effetto di raddrizzamento" che causa una modulazione dipendente dal segnale della corrente di alimentazione.
Ciao, Paolo.

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Re: Un classico push pull di EL34

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Salve gente audiofila e buona domenica a tutti.
Innanzitutto un grande grazie a Paolo per la completezza delle risposte. Le mediterò lentamente e andrò a provare certamente i SiC che mi hai consigliato. Anzi, se non vi sono controindicazioni elettroniche, penso che potrei provare entrambe le tecnologie con un solo trasformatore per questo PP.

Dico questo perché stamattina mi è venuta la curiosità di mettere due diodi UF4007 in parallelo alla raddrizzatrice del mio SE di 2A3 per verificarne il funzionamento e i risultati sonori. Ora quello che ho ottenuto non è estensibile allo stesso modo al nostro discorso sul PP di EL 34 per le troppe diversità dei due ampli, ma varrebbe la pena condividere con voi qualche osservazione da inesperto.

Sul piano elettrico ho notato che il diodo predomina e bypassa quasi del tutto la placca della 5U4G portando la tensione ad essere elevata quasi come se il tubo non ci fosse, mentre dal punto di vista sonico i risultati sul mio SE sembrerebbero coerenti con ciò che si racconta a proposito, anche se non credo siano propriamente attendibili in quanto non ho potuto mettere il circuito con i diodi nelle stesse condizioni di lavoro della sola raddrizzatrice (255v x 60mA vs 300v x 70mA).
Quello che sono riuscito a sentire, comunque, mi è sembrato piuttosto interessante, ossia… no, forse è meglio che mi diciate prima le vostre impressioni e le vostre preferenze.

Non vi propongo un improbabile “doppio cieco”, che in questo caso non sarebbe fattibile sia perché le condizioni elettriche non sono simili sia perché si tratta di una registrazione fatta alla svelta e alla buona. L’unica condizione che ho potuto rispettare, oltre al posizionamento dei microfoni (vd foto), è stata l’equiparazione della potenza di uscita, regolata preventivamente ad ogni cambio di configurazione con un segnale sinusoidale.
In allegato vi sono 12 file “grezzi”, così come sono usciti dal registratore: 4 con la sola 5U4G, 4 con 5U4G+UF4007 e 4 con due soli diodi UF4007.
Buon divertimento

1. https://www.dropbox.com/s/o2paii606uuo5 ... 5U4G_1.wav
2. https://www.dropbox.com/s/0je94dfm1joh9 ... 5U4G_2.wav
3. https://www.dropbox.com/s/4j175rihypj3h ... 5U4G_3.wav
4. https://www.dropbox.com/s/869pawf8t6kqg ... 5U4G_4.wav

5. https://www.dropbox.com/s/erbiujucf4odz ... 5U4G_1.wav
6. https://www.dropbox.com/s/l17avvtvr0zpn ... 5U4G_2.wav
7. https://www.dropbox.com/s/ggxecgr4p5k49 ... 5U4G_3.wav
8. https://www.dropbox.com/s/mwndz0jvimizr ... 5U4G_4.wav

9. https://www.dropbox.com/s/ghwoaut4kmno8 ... 4007_1.wav
10. https://www.dropbox.com/s/byr5v9ywjvfvv ... 4007_2.wav
11. https://www.dropbox.com/s/z5kqn7dx8znnr ... 4007_3.wav
12. https://www.dropbox.com/s/5fe4grhfh737o ... 4007_4.wav
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da giupo »

Per quello che può valere, ascoltati con le cuffiette dell’iPhone sono indistinguibili.
Però ho scoperto una cosa, ascoltando i tre pezzi in sequenza casuale non preferisco mai il primo indipendente da quale dei 3 sia.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da trini »

enzo. ha scritto:....Dico questo perché stamattina mi è venuta la curiosità di mettere due diodi UF4007 in parallelo alla raddrizzatrice del mio SE di 2A3 per verificarne il funzionamento e i risultati sonori. Ora quello che ho ottenuto non è estensibile allo stesso modo al nostro discorso sul PP di EL 34 per le troppe diversità dei due ampli, ma varrebbe la pena condividere con voi qualche osservazione da inesperto.
Non so se valga la pena di mettere in parallelo i due diodi( vuoto e SS). Se invece fai una configurazione a ponte, allora il mix ha più possibilità; d'altra parte è stato provato dall'Ing. Chiappetta in alcune sue realizzazioni con quantomeno buoni risultati.
Comunque personalmente mi intrigano più i risultati della raddrizatrice sola e con gli SS. Gli SS da soli..uhm...
Dato che non conosco sorgente, pre e diffusori, microfoni etc. etc. e, invece, conosco bene le mie cuffie, i "difettucci" di riproduzione del mediobasso li cataloghiamo: da approfondire. :wink:
Premesso che quoto totalmente quanto detto da Paolo e che sei nella fase di voicing dell'ampli, direi che, oltre i SIC( che vanno benissimo), dovresti provare anche i diodi "Stealth" della Fairchild e gli STTH 506 della STM( di questi ultimi ne userai 2 in serie per ramo, se la tensione di funzionamento è oltre 300V e inferiore a 500V). Li trovi tutti da Mouser.
Lo so, si tratta di spendere qualche euro in più a fondo (quasi) perduto, ma ne vale veramente la pena, se cerchi il miglior risultato sonoro. Anche perchè ti fai una bella esperienza di "mago" del suono. Comunque se non usi il raddrizzamento a ponte, credo sia meglio utilizzare gli SS da soli.
Anche se si tratta di diodi 'veloci', un cap da 1000 pf/800-1000V in parallelo ad ognuno ce lo metterei lo stesso.
enzo. ha scritto:Secondo voi che diodo è questo
Dovrebbe essere un BYV *** Li usava Manley nei suoi amp.

I mei 2 cent.
Ciao, Trini
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UnixMan
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

enzo. ha scritto:non ho potuto mettere il circuito con i diodi nelle stesse condizioni di lavoro della sola raddrizzatrice (255v x 60mA vs 300v x 70mA).
purtroppo, dal momento che cambiano i punti di lavoro, il risultato ha ben poco senso... quante delle eventuali differenze percepite dipendono dai diversi punti di lavoro piuttosto che dai diversi raddrizzatori, ed in che misura? Disgraziatamente è un problema pressoché inevitabile, a meno di non avere un TA con prese diverse progettate per ottenere la stessa tensione nei due casi, o di usare un Variac a monte (da tenere inserito in entrambi i casi, cambiando solo la regolazione, altrimenti anche la sua presenza o meno può facilmente inficiare il risultato dei test di ascolto).
enzo. ha scritto:Quello che sono riuscito a sentire, comunque, mi è sembrato piuttosto interessante, ossia… no, forse è meglio che mi diciate prima le vostre impressioni e le vostre preferenze.
poi ascolto... anche se non so quanto possa essere attendibile un ascolto "a distanza" (rispetto a quello che senti tu lì, dal vero, ci sono troppe altre variabili che si vanno a sovrapporre...).

BTW, una curiosità: i microfoni e gli "shock-mount" che hai usato cosa sono? :? (simpatica anche l'asta con l'attacco ad entrambe le estremità... che roba è?)
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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