Fase 1; perchè il doc sul damping da cui parte l' assunto non ha nessuna valenza pratica:
Mi sono preso la briga di leggere a fondo la causa della "fulminalzione" di Paolo. In sostanza si afferma che al variare della resistenza interna del ampli varia il "damping" (smorzamento) nei driver, specie a bassa frequenza.
Fi qui nulla di nuovo, le mie simulazioni in questo 3D dimostrano agevolmente questo concetto, cosi come ci ho messo almeno 10 post (senza esito) per tentare di convincere i miei interlocutori che una elevata impedenza di uscita dell' ampli determina un' eccesso di livello a bassa frequenza per "under-dumping" (sotto smorzamento).
Analizzando le mie simulazioni si vede chiaramente che il driver è un sistema oscillante smorzato in parte dalle sospensioni e dall' aria, e una "chiusura del circuito" su Re, ossia un corto circuito del circuito elettrico, simile a quello che accade con ampli ad elevato damping, ha un' effetto smorzante sul sistema meccanico.
Mi gratifica il fatto che almeno chi non crede alle mie affermazioni (legate alla intollerabile sovraelongazione di Qts provocato da pilotaggi misti o ad alta impedenza di uscita, come in corrente) almeno creda ai grafici espliciti presenti nel doc postato da Paolo, meglio tardi che mai....
Veniamo alle critiche esplicite ai contenuti:
Si provano dei driver degli anni 50, montati su baffle, e si dimostra che esiste un damping in grado di dare un allineamento di Qts ( chi progetta casse è a casa sua, in questo momento....
), uno che lo eleva a valori non adatti (sovraelongazione data da un Q maggiore di .7-1 circa, mentre un generatore di tensione a bassa impedenza sviluppa un Q troppo basso (circa 0.2- .5) !?!?:o
Signori, ora o cominciamo a ragionare e coinvolgiamo i progettisti di casse (e le loro formulette) o insultiamo la nostra intelligenza.
Il Q definito "troppo smorzato" è esattamente la curva di risposta di quel driver su baffle che i moderni progettisti usano nei loro calcoli !!!
Quel testo dimostra solo come si fa a recuperare Qts usando l' impedenza positiva (pilotaggio in corrente).
Quando si definisce il Qts di un sistema meccanico lo si fa sempre partendo da un' assunto preciso, ossia la risposta del altoparlante su baffle, poi si determina quanto Q si deve recuperare (c' è sempre del Q in gamma di transizione da recuperare, e si definisce il carico acustico per determinarlo (accordo in frequenza dei reflex o alrtre diavolerie), infarcendo tutto con la giusta dose di assorbente acustico...
Risulta a qualcuno che in questa fase si tenga conto della resistenza di uscita dell' ampli ? No, non è possibile. I parametri di calcolo usati per gli altoparlanti sono rilevati "in tensione, le simulazioni anche, i test anche....
Risultato: Se prendi un diffusore messo a punto in camera anecoica per un certo Q in zona di transizione bassa, frutto di lavoro certosino da parte del suo proggettista, e rigorosamente misurato, simulato e definito con pilotaggio ad elevato DF (io non conosco test di rilevamento di risposta in frequenza che preveda impedenze mediamente elevate di pilotaggio....), e lo piloti con un basso damping, la risultante è quella di elevare il Q in modo proporzionale, assolutamente mandando in fumo le stime del progettista....
Il contenuto del doc va bene se si considera di pilotare un' altoparlante a bassissimo Q, per esempio un sub in cassa chiusa di piccole dimensioni, dove la Fs sia abbastanza elevata ed il Q molto smorzato. Ecco che determinando la giusta impedenza di damping è possibile (miracolo miracolo....
) recuperare il Q, e con un piccolo adattamento di risposta in frequenza si recupera di conseguenza pure anche la risposta in frequenza bassa....
Insomma, sostenere che un diffusore a larga diffusione abbia un Q troppo smorzato se pilotato da un ampli in tensione è semplicemente una sciocchezza, perchè va contro i coefficienti di calcolo che tutti i progettisti di casse usano. Attendo di vedere un test qualsiasi (esempio di audioreview, che testa la risposta in frequenza con mostri dello stato solido ad elevato DF da almeno 20 anni....) su un diffusore generico che dimostri un Qts inferiore a 0,7 in zona di transizione.... Ma per piacere....
Se non sta in piedi questa tesi, non sta in piedi manco la ricerca del "CDF ideale", spero che questo venga compreso senza tanti "ma e se".
In caso contrario, posto tutti i test di risposta in frequenza di Audioreview dal 86 (Giussani) ad oggi (Matarazzo), e sfido a trovare (compreso le pro AC, caro Paolo) un diffusore sovrasmorzato quando pilotato da un "normale " ampli in tensione...
Semplicemente negli anni 50 non esistevano ne sistemi di diffusori molto più avanzati del "open baffle", ne altoparlanti in grado di esibire un Q elevato già su baffle.... (Poi per la "storia delle innovazioni del diffusore" rimando la parola a gente come Filippo, e altri, molto più esperti di me su questo tema....). Naturale che si cercasse un "CDF" decente, in presenza di sistemi fortemente sovrasmorzati a partire dalle stesse sospensioni....
Attualmente questi concetti sono assolutamente anacronistici, cosi come non capisco come non si dia fede ai "miei sermoni" in cui dico da mesi che già con un DF=1 il Qts della maggioranza delle casse in circolazione va a "farsi benedire", con conseguente percezione di maggiore potenza in gamma bassa ed equalizzazione "a sella" tanto gradevole per molti aspetti (ma non prevista eventualmente dal progettista del diffusore).
Boh.... probabilmente lo deve dire qualche doc anni 50.....
ciao
Mauro
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