iberton ha scritto: ↑27 lug 2022, 13:13
non ho capito una cosa, mi chiedi di usare configurazioni complesse con addirittura doppia alimentazione, ma poi mi mostri
No, no!
Ti mostravo soltanto la retta di carico della finale, da cui si deducono le esigenze di pilotaggio, nonché le informazioni riguardo alla corrente di griglia contenute nella descrizione di quel progetto.
Poi ti ho fornito istruzioni su come procedere per cominciare a definire il tuo
nuovo progetto. Quello di cui stavamo parlando... non quelli da cui era partito il topic!
Ribadisco:
UnixMan ha scritto: ↑24 lug 2022, 16:18
Per quanto riguarda il tubo, serve perciò un tipo che abbia bassa rp, transconduttanza (relativamente) elevata e lavori bene con correnti anodiche intorno ai 10mA o giù di lì (assurdo sprecare più potenza nel driver che nel finale...).
Prova a selezionare un certo numero di tipi "papabili", dai uno sguardo alle formule per calcolare l'impedenza di uscita nelle varie configurazioni (CF, WCF, SRPP) e calcola che impedenze di uscita puoi ottenere nelle diverse configurazioni con i diversi tubi che hai scelto... poi posta qui i risultati.
In altre parole: per cominciare devi scegliere un ventaglio di possibili candidati per il tubo/i driver con le caratteristiche adatte, e confrontare le impedenze di uscita che puoi ottenere nelle diverse configurazioni. A quel punto puoi decidere oculatamente quale tubo e quale configurazione adottare.
P.S.: nei data-sheet raramente è riportata la resistenza interna (rp), ma questa si può calcolare facilmente a partire da guadagno in tensione ("mu") e transconduttanza ("S"):
rp = mu/gm
(da ciò si capisce che per avere una rp bassa un tubo deve avere transconduttanza elevata e/o guadagno in tensione basso). Nel
SI la conduttanza e quindi anche la transconduttanza si misura in
Siemens (=1/Ohm) e relativi (sotto)multipli. Nei data-sheet dei tubi tipicamente la trovi espressa in mA/V o µmho, che equivalgono rispettivamente a mS e µS.
Come abbiamo visto, per pilotare a fondo la finale hai bisogno di circa 30V di picco sulla sua griglia. Ne consegue che, per avere una sensibilità adeguata in ingresso, a monte hai bisogno di un guadagno in tensione (effettivo) intorno a 15 (10 ... 20) se vuoi fare un finale puro, oppure intorno a 30 se vuoi fare un integrato.
Se vuoi tentare la via del due stadi con driver SRPP (che in realtà è comunque un "quasi tre stadi"), per ottenere un guadagno ed una impedenza di uscita adeguati servirebbero tubi con transconduttanza piuttosto alta (per poter avere una rp sufficientemente bassa nonostante il mu relativamente alto). Specie se vuoi fare un integrato.
Facendo un "SRPPP", cioè usando due doppi triodi con le sezioni in parallelo (come fa quasi sempre Aloia), forse te la puoi ancora cavare con le solite ECC88 o simili (in cui fai passare ~ 15 .. 20 mA complessivi). Dovresti riuscire ad ottenere una impedenza di uscita sui 100 Ohm circa. Non proprio ideale, ma ci può stare. Qualcosina di meno (quindi leggermente meglio), al prezzo di un minore guadagno (-> sensibilità di ingresso inferiore) dovresti riuscire ad ottenerlo usando le 6N6P (6Н6П) o le 6N30 (6Н30), sempre con le due sezioni in parallelo. Papabili anche le 5687, ecc.
La cosa non presenta invece alcuna difficoltà se fai un tre stadi "pieni", con quello di mezzo (driver) ad inseguitore. Con una banale ECC88 o simili (o ancora 6N6P, 5687, ecc.), anche qui con le sezioni in parallelo, e senza tante complicazioni (carico catodico resistivo) ottieni facilmente una impedenza di uscita più che adeguata alla bisogna (minore di 50 Ohm). A quel punto davanti a fare guadagno puoi metterci il tubo che preferisci (incluso uno dei tuoi bei tubi antichi...), in una semplice configurazione a catodo comune. Basta che abbia un "mu" adeguato per ottenere la sensibilità di ingresso desiderata:
SE_DC_amp_CF-R+VAS.png
Altro vantaggio del driver a CF è che, avendo guadagno unitario, il BIAS della finale risente meno "dei capricci" del tubo driver rispetto a quanto avviene con un driver dotato di guadagno (parliamo sempre di accoppiamento diretto: ovviamente nel caso di accoppiamento in AC con condensatore o trasformatore il punto di riposo del driver non influenza affatto quello della finale). Considerato che nel caso specifico la finale ha un guadagno relativamente elevato (e quindi piccole variazioni di Vgk producono variazioni sensibilmente più ampie della corrente anodica), la cosa non è da sottovalutare.
A proposito di BIAS della finale, come avrai intuito questo si regola agendo sul driver. Variando la tensione DC presente a riposo sul catodo di U2 (che ovviamente corrisponde a quella presente sulla griglia della finale, U3). Per farlo si può agire sia sul valore di Rk2a (cioè direttamente sul BIAS di U2) che su quello di Rk2b, oppure su quello di Rf. Nella realizzazione pratica una di queste resistenze in realtà dovrà essere composta da una resistenza fissa (di valore più basso di quello previsto) in serie a un trimmer (o potenziometro) di valore opportuno, in modo da consentire la regolazione della tensione di BIAS della finale entro i margini necessari. Ancora un'altra possibilità è agire sulla tensione di alimentazione V1 (anche qui inserendo un filtro R-C, in cui R è regolabile); ovviamente si creano un mucchio di interazioni con tutto il resto, ed il circuito va leggermente modificato quanto meno per evitare di interferire anche con il primo stadio.
Posizionare il trimmer "sotto" Rk2b (come indicato nello schema qui sopra) ha il vantaggio che il "cursore" ed uno degli estremi del trimmer sono a massa, e la max tensione presente all'altro estremo è più bassa (rispetto alle altre opzioni), e quindi in linea di principio è una soluzione migliore dal punto di vista della sicurezza. Ma, dato che il potenziometro per la regolazione del BIAS sarà collocato all'interno dell'apparecchio, regolabile con un cacciavite isolato da sotto o eventualmente attraverso un foro praticato nel contenitore, in pratica il problema non si pone.
Posizionarlo invece in serie ad Rf offre il vantaggio che questa è a monte del condensatore di filtro/by-pass (Cf), e quindi il potenziometro non è direttamente in serie al segnale (idem agendo su V1). Per contro, proprio la (inevitabile) presenza di Cf rende un po' più difficoltosa la regolazione (in quanto introduce un ritardo legato alla costante di tempo del filtro Rf-Cf tra la regolazione del potenziometro e l'assestamento della tensione su Cf, e quindi di Vgk nel nuovo punto di riposo). Ma non è la fine del mondo: ci vuole solo un po' più di tempo, e non è certo un'operazione che devi ripetere troppo spesso. Altro problema (minore, e facilmente eliminabile) è che, con lo schema qui sopra, agendo su Rf si andrebbe ad influire anche sul primo stadio, variandone la tensione di alimentazione. Ma questo si può risolvere banalmente, collegando l'alimentazione del primo stadio a monte del potenziometro (è necessario soltanto aggiungere un altro condensatore di filtro in quel punto):
SE_DC_amp_CF-R+VAS2.png
A parte ciò, la scelta di dove inserire il trimmer/potenziometro di regolazione del BIAS della finale influenza anche la "sensibilità" di tale regolazione (presumibilmente massima su Rk2a e minima su Rf), anche rispetto alle variazioni del punto di lavoro di U2 (driver). Va da sé che, idealmente, vorremmo che la regolazione del BIAS della finale influenzasse solo questa e nient'altro. Sfortunatamente, in un circuito con accoppiamento diretto questo ovviamente non è possibile. Al più ci si potrebbe complicare oltremodo la vita con regolazioni multiple, agendo su più punti per cercare di mantenere il driver in un punto di lavoro ottimale mentre si varia la Vgk della finale... ma ogni regolazione sarebbe un delirio. Visto che il punto di lavoro del driver non è poi così critico, IMHO non ne vale la pena.
È invece opportuno
scegliere oculatamente dove inserire la regolazione, verificando che il driver si mantenga su punti di lavoro accettabili entro tutto il range di regolazione della Vgk della finale che si ritiene necessario (in funzione delle differenze individuali tra i tubi e del loro invecchiamento). Per capire come reagisce il circuito, cioè come e quanto si sposta il punto di lavoro di U2 rispetto alle variazioni della tensione sulla griglia di U3 agendo nei vari punti possibili, torna comodo il simulatore... fai delle prove, valuta, e decidi di conseguenza.
P.S.: se non vuoi ridisegnare lo schema, allego quello che ho fatto io. Ovviamente devi inserirci valori, modelli, ecc.
Quindi 11.5K, se non vedo male. Se le caratteristiche della RS242 (che non sono riuscito a trovare) non sono troppo diverse da quelle della RS241, direi che possa andare bene.
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Ciao, Paolo.
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