La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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stereosound
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

Echo ha scritto:
stereosound ha scritto:
Echo ha scritto:
Scusami, per capire, secondo te non è possibile percepire un suono con la sensazione che venga da un punto più lontano delle pareti della stanza dove viene riprodotto?
Se ho capito bene quello che chiedi ,la cosa è possibile...la lontananza rispetto ad una condizione di suono ravvicinato si serve di un livello più basso di emissione con una riverberazione aggiunta di solito(se non è naturale). Comunque io non sono certo esperto di tecniche di ripresa.
ma se è possibile percepire un suono come se provenisse da fuori le pareti della stanza di ascolto che te ne fai del riferimento visivo dei diffusori?
Se permetti la tua osservazione non la trovo pertinente ! :lol: Se ti rileggi tutti i miei precedenti post vi puoi trovare la risposta più corretta alla tua domanda!!! :smile:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Dunque, sono a teatro o in una cattedrale, se io aggiusto i dati in arrivo con la percezione della sequenza sonora a livello di orecchio, con quanto vedono gli occhi, mi costruisco un ambito spazio temporale, assegnando valori e dando priorità. Scarto ciò che è dubbio o incongruente.

No! non funziona così...l'incongruenza consiste prevalentemente in una diseguaglianza tra rapporti dei percepiti ed i modelli di riferimenti che utilizziamo di volta in volta per analizzare e riconoscere una sequenza conosciuta o nota soprattutto in una riproduzione incisa !
In una esecuzione dal vivo, invece,con occhi ed orecchi abbiamo tutti i dati di cui abbiamo bisogno per esercitare correttamente quella percezione!
Max, che vuol dire non funziona così? Se io ascolto una voce in una cattedrale vuota, so senza incertezze da dove proviene anche se le eco mi ubriacano? Certo che se vedo uno che parla, le problematiche si riducono..... Sappiamo che ci sono suoni musicali, cui è difficile attribuire una collocazione precisa, il fatto di vedere un esecutore, mi spinge a considerare maggiormente ciò che appare come congruente a livello di comparazione fra il messaggio ricevuto dai due sensi e il mio pregresso.

Se non ho un pregresso a cui rifarmi, sto facendo una esperienza nuova, e la posso fare anche durante un ascolto dal vivo.

Le direzioni da cui provengono i suoni in un ambiente con quel tipo di riverbero, non sono affatto univoche, devo scegliere cosa considerare giusto o sbagliato.

I sensi sono del resto facilmente ingannabili:

http://www.youtube.com/watch?v=ORMmNFRa ... re=related

Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.

stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Ma se devo attribuire una collocazione in un spazio che non posso vedere perché mi trovo altrove, cioè quello dell'ambiente in cui è avvenuta la registrazione, che me ne faccio di vedere quello di ascolto? In questo caso, se ascolto un brano registrato in una cattedrale, guardando un salottino, posso solo introdurre una ulteriore ed insanabile incongruenza.
Siamo alle solite! quello che dici non può essere realizzato,sei fuori binario! Credo tu stia confondendo le cose...
Tu vedi quello che ascolti solo in una esecuzione dal vivo...quando si riproduce attraverso due diffusori la stessa esecuzione (simile ma non uguale)vedi la collocazione degli stessi nell'ambiente servendoti dell'apparto visivo ...o forse noo!
?

Tutte le volte che ascolto un disco ove, ad es., suona un'orchestra sinfonica ripresa a dovere, o un coro ripreso in una grande cattedrale, posso aprire gli occhi e guardare due diffusori, un muro, oppure posso chiuderli e lasciarmi cullare da una bella illusione. Non mi interessa tener d'occhio i diffusori durante un ascolto e non mi interessa percepire la loro presenza, anzi....

Se chiudo gli occhi, posso invece collocare idealmente i vari esecutori nello spazio di loro pertinenza (e l'insieme in uno spazio abbastanza grande per contenerli e con peculiari caratteristiche sonore) , questo se l'impianto funziona a dovere e il fonico non era un fesso.

Percepire le eco appartenenti a un grande spazio chiuso, guardando un ambiente piccolo, rappresenta per me un grande problema, come sentire gli applausi di altre persone attorno a me e non poterle vedere.

Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.
stereosound ha scritto: Non cerchi forse di triangolare geometricamente i diffusori nello spazio rispetto alla tua persona affinchè le condizioni di ascolto siano ottimizzate e per far questo ti servi della vista!
Quindi hai bisogno anche della vista...non ti pare? :lol:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Max, che vuol dire non funziona così? Se io ascolto una voce in una cattedrale vuota, so senza incertezze da dove proviene anche se le eco mi ubriacano? Certo che se vedo uno che parla, le problematiche si riducono..... Sappiamo che ci sono suoni musicali, cui è difficile attribuire una collocazione precisa, il fatto di vedere un esecutore, mi spinge a considerare maggiormente ciò che appare come congruente a livello di comparazione fra il messaggio ricevuto dai due sensi e il mio pregresso.
Se non ho un pregresso a cui rifarmi, sto facendo una esperienza nuova, e la posso fare anche durante un ascolto dal vivo.
Se torni indietro sui miei precedenti post potrai verificare quanto detto!
E' necessaria una distinzione tra evento dal vivo e riproduzione attraverso un sistema di diffusori !
Durante una percezione auditiva dal vivo ti servi anche della vista per dare un posto nello spazio all'evento...è una cosa che viene fatta in modo automatico! Allo stesso tempo l'organo uditivo continua la sua normale percezione con i presupposti già espressi.
L'esempio che mi fai sulla cattedrale mette in risalto ancora di più il problema...infatti se ,per pura ipotesi, tu non avessi la vista e senti una persona che ti chiama una sola breve volta come fai ad individuarla? ti basta l'udito per dare una collocazione nello spazio a quell'evento di breve durata?..direi di no!
Devi pensare ad una continuità dell'evento nel tempo per dare un preciso posto nello spazio alla fenomenologia servendoti solo dell'uditivo!
Quello che bisogna comprendere è che l'attivazione della percezione visiva è istintuale!...se senti passare improvvisamente un'aereo in cielo ti viene quasi spontaneo alzare gli occhi per individuarne la collocazione...oppure se senti un rumore improvviso cerchi subito di localizzarne il posto nello spazio.
L'attività percettiva funziona anche in questo modo...l'attenzione può essere richiamata/attivata in vari modi.
nullo ha scritto:
Le direzioni da cui provengono i suoni in un ambiente con quel tipo di riverbero, non sono affatto univoche, devo scegliere cosa considerare giusto o sbagliato.
I sensi sono del resto facilmente ingannabili
Devi cercare con percezioni ripetute nel tempo, se ti servi solo dell'apparato uditivo specie in presenza di echi o riverbero ...non scegliere !? Se non individui subito la collocazione con una percezione visiva rimani sempre col dubbio e con una sensazione di vuoto!!!
nullo ha scritto:
Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.
Se ascolti un evento dal vivo questo aspetto diventa secondario in quanto puoi prendere come buona quella fenomenologia indipendentemente da ciò che hai acquisito precedentemente...anche se ciò che è pregresso può servire a dare prevalentemente delle conferme !
nullo ha scritto:
Tutte le volte che ascolto un disco ove, ad es., suona un'orchestra sinfonica ripresa a dovere, o un coro ripreso in una grande cattedrale, posso aprire gli occhi e guardare due diffusori, un muro, oppure posso chiuderli e lasciarmi cullare da una bella illusione. Non mi interessa tener d'occhio i diffusori durante un ascolto e non mi interessa percepire la loro presenza, anzi....
Questo è vero! Ma la posizione dei diffusori la vedi costantemente anche senza rendertene conto, e ciò ti dà la sicurezza della loro corretta collocazione in quanto sai che sono lì al loro posto...!
nullo ha scritto:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.
...come detto prima...la certezza della posizione non può mancarti in quanto avvengono sempre e sistematicamente brevissime percezioni visive per avere conferma dello stesso posto nello spazio dei tuoi diffusori... percezioni automatiche

Se per ipotesi qualcuno li spostasse a tua insaputa te ne accorgeresti prima di ascoltare un po' di musica?
Oppure se qualcuno ti ruotasse un diffusore di 90° durante l'ascolto(ad occhi chiusi) non ti accorgeresti che qualcosa non va e cercheresti di capire anche visivamente quello che succede? :lol:
Max
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto: E' necessaria una distinzione tra evento dal vivo e riproduzione attraverso un sistema di diffusori !
Durante una percezione auditiva dal vivo ti servi anche della vista per dare un posto nello spazio all'evento...è una cosa che viene fatta in modo automatico! Allo stesso tempo l'organo uditivo continua la sua normale percezione con i presupposti già espressi.
L'esempio che mi fai sulla cattedrale mette in risalto ancora di più il problema...infatti se ,per pura ipotesi, tu non avessi la vista e senti una persona che ti chiama una sola breve volta come fai ad individuarla? ti basta l'udito per dare una collocazione nello spazio a quell'evento di breve durata?..direi di no!
Devi pensare ad una continuità dell'evento nel tempo per dare un preciso posto nello spazio alla fenomenologia servendoti solo dell'uditivo!
Quello che bisogna comprendere è che l'attivazione della percezione visiva è istintuale!...se senti passare improvvisamente un'aereo in cielo ti viene quasi spontaneo alzare gli occhi per individuarne la collocazione..
Certo , in quel che dici si può trovare un riscontro, e hai giustamente sottolineato degli aspetti interessanti, non intervengo per contestare o con affermazioni assolute, mi piace allargare la visione e stimolare gli interventi. :smile:

Poter attingere con continuità ad uno stimolo e osservare come si ruoti il capo per aiutare gli occhi, le orecchie o entrambi, a seconda di ciò che riteniamo più rilevante per individuare lo stimolo, è interessante. Sarebbe interessante anche potere fare dei paralleli fra le due situazioni, 1° evento, 2° evento.
stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
Quello che ci interessa ai fini della congruenza, è che ciò che ascoltiamo sia plausibile e che ricalchi gran parte di ciò che abbiamo acquisito come possibile e opportuno, dopo di che, diventa digeribilissimo. Ma dipende anche dalle aspettative.
Se ascolti un evento dal vivo questo aspetto diventa secondario in quanto puoi prendere come buona quella fenomenologia indipendentemente da ciò che hai acquisito precedentemente...anche se ciò che è pregresso può servire a dare prevalentemente delle conferme !
Max, ci capiamo, ma alcune cose potrebbero apparire scontate e invece non lo sono del tutto.

Banale esempio, ce ne saranno di più centrati, ma tanto per capire cosa c'entri l'esperienza acquisita.

Ieri sera volevo farti al riguardo un esempio, riportandoti le assurde sensazioni che avevo provato davanti alla esecuzione di un concerto di Danilo Rea e Marco Tamburini, sulla spiaggia all'alba.

Il tutto era molto suggestivo, ma vederli davanti a me, e sentire il suono provenire da una posizione fortemente decentrata per via della dabbenaggine di chi aveva collocato i diffusori, era fonte di imbarazzo. La cosa era comunque risolvibile in qualche modo, ma pensa ad uno che non sappia cosa sia un impianto di amplificazione e diffusione.


stereosound ha scritto:
nullo ha scritto:
La poltrona è più o meno a posto, una volta seduto, la posizione che mi interessa la trovo a orecchio ( aperto) e, al solito, a occhi chiusi.
...come detto prima...la certezza della posizione non può mancarti in quanto avvengono sempre piccole percezioni visive per confermare un posto nello spazio
dei tuoi diffusori... percezioni automatiche
Se per ipotesi qualcuno li spostasse a tua insaputa te ne accorgeresti prima di ascoltare un po' di musica? :lol:
Me ne accorgerei anche a occhi chiusi durante l'ascolto :grin:

Ora torno a citare Megamind, perché corre più di noi, nonostante sia arrivato da tempo:
Russo ha scritto:Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.
nullo
http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... 392#p89392



ecco la prova che il suo impianto non funziona ad emissione di sequenze a verifica di congruenza,

non starò certo a digli il perchè.

in quelle condizioni si sbomballa il cervello e poi ci va sul forum dei saldatorini a mostrarlo a quelli più sbomballati di lui.
In pratica si mette l'accento sulla possibilità di poter sovrapporre i due eventi con la tranquilla accettazione delle due distinte percezioni ambientali.

Se ne può ovviamente parlare, se ne può doverosamente parlare... eravamo già pronti per parlarne? In ogni caso: <<.. la cosa è di una semplicità bambinesca...>> citando in maniera letterale.

......spero che sia chiaro.
Groucho: Certo, lo capirebbe anche un bambino di 5 anni.
... Vammi a cercare un bambino di 5 anni, perché io non ci capisco nulla!
Dalla geniale guerra lampo dei fratelli Marx, es.:

http://www.youtube.com/watch?v=iFYPwDV2vTk

Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.

domandina per gli esercizi a casa:

come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?

A proposito di occhi chiusi, tanto per divagare e uscendo dal discorso riportato che in questo caso non c'entra, perché chi suona li chiude?.. e perché chi ascolta non dovrebbe sentire lo stesso bisogno?

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Certo , in quel che dici si può trovare un riscontro, e hai giustamente sottolineato degli aspetti interessanti, non intervengo per contestare o con affermazioni assolute, mi piace allargare la visione e stimolare gli interventi.
Vorrei ricordarti che qui stiamo parlando di PERCEZIONE! Gli organi percettivi sappiamo quali sono. Un atto percettivo può riguardare uno o più organi simultaneamente : solo l'attività attenzionale si può dividere!..ci siamo!
Durante una ascolto di un evento live sono impegnati in primis l'attività uditiva e quella visiva (a meno che non si è ciechi!!!)
Usare solo l'attività uditiva ,pur avendo la possibilità di usare anche quella visiva,può essere anche una scelta possibile (stiamo sempre parlando di un evento live) ma andremo a rendere questa percezione ( che riguarda tutta la fenomenologia) non completa di tutti i dettagli!
Nell'ascolto della musica riprodotta ti fingi ,se vuoi anche ad occhi chiusi,la scena riprodotta attraverso la presenza dei diffusori. Questa presenza visiva ti aiuta a....mettici il termine che vuoi...la riproduzione! Questa attività si deve servire necessariamente dei dati pregressi(memoria storica), come detto più volte...altrimenti non senti musica ma ... :x (qualcosa che non sapresti identificare...)
nullo ha scritto:
Max, ci capiamo, ma alcune cose potrebbero apparire scontate e invece non lo sono del tutto.

Non ho capito bene quali cose potrebbero apparire scontate!
nullo ha scritto:

Russo ha scritto:Ho per questo la necessità del buio e di assoluto silenzio.

Se si riferisce all'ascoltare una riproduzione, ciascuno è libero di farlo come meglio crede...anche ad occhi chiusi (un certo silenzio però è d'obbligo) magari immaginando di rappresentarsi mentalmente un palco dove sono collocati tutti gli esecutori!
nullo ha scritto:
Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.
domandina per gli esercizi a casa:
come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?
Dovresti chiedere a loro cosa intendono con l'uso di questi termini.
nullo ha scritto:
A proposito di occhi chiusi, tanto per divagare e uscendo dal discorso riportato che in questo caso non c'entra, perché chi suona li chiude?.. e perché chi ascolta non dovrebbe sentire lo stesso bisogno?

...qualsiasi esecutore che chiude gli occhi non lo fa certamente per realizzare ed ottimizzare la percezione di una precisa fenomenologia... egli già conosce perfettamente ciò che sta cercando di replicare ... probabilmente è solo una questione di pathos...e possibile simbiosi con lo strumento che si sta suonando!
Un immagine senza suono è come un suono senza immagine!!! :sad:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

stereosound ha scritto:Vorrei ricordarti che qui stiamo parlando di PERCEZIONE! Gli organi percettivi sappiamo quali sono. Un atto atto percettivo può riguardare uno o più organi simultaneamente : solo l'attività attenzionale si deve dividere!..ci siamo!
Durante una ascolto di un evento live sono impegnati in primis l'attività uditiva e quella visiva (a meno che non si è ciechi!!!)
Sarà... In ogni caso, per me, anche se dovesse essere per me solo nulla cambia, se vedo presto meno attenzione agli aspetti qualitativi del suono.

Si può usare un monitor mentre si ascolta, e se il regista non mi stacca continuamente da una inquadratura all'altra, la necessità mia di qualità minima, si abbassa e di molto.
sterosound ha scritto: Usare solo l'attività uditiva ,pur avendo la possibilità di usare anche quella visiva,può essere anche possibile possibile(stiamo sempre parlando di un evento live) ma andremo a rendere questa percezione ( riguarda tutta la fenomenologia) non completa di tutti i dettagli!
Nell'ascolto della musica riprodotta ti fingi ,se vuoi anche ad occhi chiusi,la scema riprodotta attraverso la presenza dei diffusori. La presenza visiva del diffusore ti aiuta a....mettici il termine che vuoi...la riproduzione! Questa attività si deve servire necessariamente dei dati pregressi, come detto più volte...altrimenti non senti musica ma senti... :x
Che dirti, conosco persone che usano ascoltare ad occhi aperti, e di norma, mi sconcertano.

Posso però confermare, per quanto mi consta, che dopo un grosso balzo qualitativo in avanti, l'esigenza pare venir meno, ma appena mi abituo a tale livello, torno a trovare conforto nel buio.

Vai comunque avanti nella descrizione del tuo modo di vedere, che l'interesse, almeno da parte mia, c'è.


nullo ha scritto:
Abbiamo anche i compiti:
Russo ha scritto:p.s.
domandina per gli esercizi a casa:
come si ortogonalizza il rumore nell'evento dal vivo?
Dovresti chiedere cosa intendono con l'uso di questo termine!!!
Nella discussione linkata in precedenza e che avevi ritenuto interessante, si parla di digerire rumori avulsi, appartenenti ad un ambiente o l'altro, non dovrebbe fare differenza.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

Scusami se nel mio post precedente,che poi ho corretto,ho commesso qualche errore di battuta (scema anzichè scena) e qualche ripetizione di termine. Quando scrivo di getto tendo a non rileggere.

Vi sono comunque alcuni aspetti che andrebbero valutati meglio... una certa terminologia usata andrebbe anche chiarita. :smile:
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

Credo si stia tornando inconsciamente a commettere il solito errore: la nostra ri-produzione non può e mai potrà riprodurre nemmeno parzialmente l'evento originale ma solo un nuovo evento solo "verosimile" come ho più volte affermato.

Quindi, se da un lato Max ha ragione a sostenere, in generale e molto semplificando, che la nostra percezione della realtà non può prescindere dall'utilizzare tutti i sensi a nostra disposizione credo sia altrettanto vero che nel caso "dell'ascolto" di un sistema che è nato solo ed esclusivamente per emettere suoni (e non immagini o odori) queste percezioni "aggiunte" non contribuiscano affatto alla costruzione di "verosimiglianza" dell'evento e che anzi nel caso specifico siano assolutamente di disturbo.

Se ascolto un'orchestra sinfonica la sua immagine l'ho nella mia testa, non ho bisogno, "fisicamente" di vederla, so perfettamente che i primi violini (e anche i secondi, ma non sempre) sono all'estrema sinistra distribuiti su tutta l'altezza, che, da sinistra a destra, sulle file inferiori ci sono le viole, su quelle intermedie i legni (flauto, clarino, oboe, fagotto e controfagotto) e poi gli ottoni (trombe, tromboni, corni, tuba, ecc.) e all'estrema destra in basso i violoncelli ed in alto i contrabbassi con le percussioni (triangolo,timpani, grancassa, ecc.) sulla fila in alto variamente distribuiti sull'intero fronte.

Senza bisogno di vederlo so perfettamente che l'ottavino è uno strumentino lungo una ventina di centimetri mentre un contrabbasso è un "armadio" alto un metro e mezzo: il buio ed il basso rumore di fondo mi consentono non solo di individuare nello spazio la posizione fisica "virtuale" di ciascuno strumento o gruppo di strumenti ma anche, e soprattutto direi, di "intuirne" la/le dimensioni.

Che utilità c'è a guardare la parete di fondo della mia stanza in tutto questo?

Per inciso è proprio durante ascolti di questo genere che mi "inca**o come una bestia" quando ad un certo punto, in un assolo di flauto, me lo ritrovo davanti alla scena, al posto del direttore d'orchestra e che suona uno strumento lungo due metri, perchè solo con una dimensione simile, fiato permettendo, riuscirebbe ad emettere un simile livello e poi quando ha finito la sua parte se ne ritorna velocemente al suo posto, quasi avesse ai piedi i pattini a rotelle... certi cosiddetti "tecnici del suono" (?) sarebbero da appendere per i genitali all'albero di maestra a perenne ludibrio delle genti...!

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

mau749 ha scritto:Credo si stia tornando inconsciamente a commettere il solito errore: la nostra ri-produzione non può e mai potrà riprodurre nemmeno parzialmente l'evento originale ma solo un nuovo evento solo "verosimile" come ho più volte affermato.
Non credo si sia detto il contrario!
mau749 ha scritto: Quindi, se da un lato Max ha ragione a sostenere, in generale e molto semplificando, che la nostra percezione della realtà non può prescindere dall'utilizzare tutti i sensi a nostra disposizione credo sia altrettanto vero che nel caso "dell'ascolto" di un sistema che è nato solo ed esclusivamente per emettere suoni (e non immagini o odori) queste percezioni "aggiunte" non contribuiscano affatto alla costruzione di "verosimiglianza" dell'evento e che anzi nel caso specifico siano assolutamente di disturbo.
La mia semplificazione era solo finalizzata a ribadire che non solo l'udito prende parte alla percezione di un evento live,ma anche la vista ...altrimenti tutto ciò che riesci a ri-costruire con la memoria storica(anche gli aspetti visivi come la corretta collocazione nello spazio dei vari strumenti/esecutori) nell'ascolto ri-prodotto non sarebbe affatto possibile.
Non so se hai letto qualche mio post precedente riguardo la percezione dello spazio...questa peculiarità è dipendente dalla percezione : visiva;visiva+uditiva ; solo uditiva. La percezione completa dello spazio intorno ad un evento musicale live è solo possibile dalla combinazione di queste due capacità!
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
Nella discussione linkata in precedenza e che avevi ritenuto interessante, si parla di digerire rumori avulsi, appartenenti ad un ambiente o l'altro, non dovrebbe fare differenza.
Fammi capire ,dato che ti stai interessando delle "dottrine ultime" ,cosa s' intende per rumore avulso e come si farebbe a digerirlo od eliminarlo..! poi l'ortogonalizzare... quali operazioni(mentali) contemplerebbe!?
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

stereosound ha scritto: La mia semplificazione era solo finalizzata a ribadire che non solo l'udito prende parte alla percezione di un evento live,ma anche la vista ...altrimenti tutto ciò che riesci a ri-costruire con la memoria storica(anche gli aspetti visivi come la corretta collocazione nello spazio dei vari strumenti/esecutori) nell'ascolto ri-prodotto non sarebbe affatto possibile.
Non so se hai letto qualche mio post precedente riguardo la percezione dello spazio...questa peculiarità è dipendente dalla percezione : visiva;visiva+uditiva ; solo uditiva. La percezione completa dello spazio intorno ad un evento musicale live è solo possibile dalla combinazione di queste due capacità!
Intendevo che IO stavo semplificando i concetti da te espressi e mi trovi sempre d'accordo su quanto hai affermato: in un evento LIVE ho necessità di utilizzare tutti i miei sensi, vista ed udito nello specifico, per la completa percezione di quanto sta accadendo.

Il punto però è sempre lo stesso: con il mio sistema di riproduzione non cerco di ricreare l'evento live di partenza ( e come potrei ? ) ma solo una specie di "surrogato verosimile", possibilmente "piacevole" e, sarebbe il massimo, anche "emozionante" ma con emozioni certamente distanti anni luce da quelle provate o provabili (che brutto termine!) all'ascolto dal vivo.

Per questo motivo ho affermato, convinzione assolutamente personale, che nel caso di ri-produzione il guardare un ambiente assolutamente avulso da un "possibile contesto originale" è per me elemento di disturbo che elimino semplicemente facendo in modo da non aver nulla da guardare...

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da sinuko »

il cross-posting non è gradito questo vale anche per i moderatori (Nullo).
Ciao Paolo
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

mau749 ha scritto:

Intendevo che IO stavo semplificando i concetti da te espressi e mi trovi sempre d'accordo su quanto hai affermato: in un evento LIVE ho necessità di utilizzare tutti i miei sensi, vista ed udito nello specifico, per la completa percezione di quanto sta accadendo.
Scusami...in effetti ho letto non correttamente!
mau749 ha scritto:
Il punto però è sempre lo stesso: con il mio sistema di riproduzione non cerco di ricreare l'evento live di partenza ( e come potrei ? ) ma solo una specie di "surrogato verosimile", possibilmente "piacevole" e, sarebbe il massimo, anche "emozionante" ma con emozioni certamente distanti anni luce da quelle provate o provabili (che brutto termine!) all'ascolto dal vivo.
Per questo motivo ho affermato, convinzione assolutamente personale, che nel caso di ri-produzione il guardare un ambiente assolutamente avulso da un "possibile contesto originale" è per me elemento di disturbo che elimino semplicemente facendo in modo da non aver nulla da guardare...
Ciao
...si sa che ci si può concentrare meglio ad occhi chiusi o non guardando affatto l'ambiente per una possibile ricostruzione dell' evento.
Poi la ricostruzione può anche consistere in un semplice adattamento se non si hanno dati sufficienti.
Rimane il fatto che ci sono (di solito ) due diffusori collocati in un certo modo i quali "triangolati" con l'ascoltatore possono interagire con la sua facoltà mentale di ricostruire qualcosa di verosimile.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

Post cancellato! doppione per errore...
Ultima modifica di stereosound il 29 mar 2011, 14:45, modificato 2 volte in totale.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

Ragionavo sul termine "ortogonalizzare".

Se facciamo un parallelo con la geometria classica ed intendiamo con questo termine la proiezione di una entità geometrica tridimensionale su un piano ortogonale ad uno di riferimento ci rendiamo subito conto che questa operazione comporta sempre la riduzione di una dimensione.

Se proiettiamo un cubo (3D) su un piano ortogonale ad una delle sue facce (ma non è strettamente necessaria questa condizione) otterremo come risultato un quadrato (2D), se proiettiamo quel quadrato su un piano ortogonale a quello che lo contiene otteniamo un segmento (1D) infine se proiettiamo questo segmento su un piano ortogonale alla sua direzione otteniamo un punto, ovvero dimensione zero.

Traslando questo concetto si potrebbe allora affermare che nel campo della riproduzione audio la "ortogonalizzazione" tende a ridurre di importanza (dimensione) uno o più elementi di disturbo "avulsi" dal contesto.

E' un po' l'operazione contraria e cosciente di quanto affermavo nella similitudine con la fotografia: il palo della luce che spunta dietro la testa del soggetto non è "visto" pur essendo presente perché essendo non necessario alla intelligibilità del soggetto il nostro cervello semplicemente lo "nasconde" alla vista.

La similitudine geometrica però mi fa pensare al fatto che questa non sia un'operazione "semplice" ma che richieda diversi passaggi per essere completamente attuata: devo ragionarci su...

Poi in fondo una sorta di ortogonalizzazione (semplice) non la effettuiamo quando ascoltiamo (seriamente) un LP del quale , se concentrati sul solo messaggio sonoro, non sentiamo più i tic, i toc ed il rumore di fondo?

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

mau749 ha scritto:Ragionavo sul termine "ortogonalizzare". CUT.....

E' un po' l'operazione contraria e cosciente di quanto affermavo nella similitudine con la fotografia: il palo della luce che spunta dietro la testa del soggetto non è "visto" pur essendo presente perché essendo non necessario alla intelligibilità del soggetto il nostro cervello semplicemente lo "nasconde" alla vista.

La similitudine geometrica però mi fa pensare al fatto che questa non sia un'operazione "semplice" ma che richieda diversi passaggi per essere completamente attuata: devo ragionarci su...

Poi in fondo una sorta di ortogonalizzazione (semplice) non la effettuiamo quando ascoltiamo (seriamente) un LP del quale , se concentrati sul solo messaggio sonoro, non sentiamo più i tic, i toc ed il rumore di fondo?

Ciao
A prescindere da una esatta definizione del termine, abbiamo tic nello LP, abbiamo un colpo di tosse registrato nel brano.

Sono due rumori riconoscibili come non appartenenti al linguaggio musicale, impulsivi e, se non tropo ripetuti, la nostra concentrazione non ne è troppo disturbata, così come la capacità di lettura del significato.

Possiamo anche tranquillamente capire che uno appartiene ad un contesto ed uno all'altro, per la rappresentazione ai nostri sensi, che deriva dalle loro caratteristiche, uno reca con sé una storia appartenente ad uno spazio diverso da quello di ascolto, ed uno ne descrive un'altra nello spazio in cui viene creato, cioè quello di ascolto.

Questo a partire da un certo livello complessivo della qualità del sistema, ovviamente.

Se passa questo, e passano gli eventuali paralleli possibili, si può cominciare a parlare di ciò che invece ha aspetti in comune fra i due ambienti e di come possa essere possibile distinguere in ciò che ci arriva alle orecchie, quello che fa parte di un ambiente, e ciò che fa parte dell'altro. Inoltre dovremmo trovare il modo che tali sovrapposizioni, possano convivere senza configgere e limitare l'interpretazione.
Ciao, Roberto

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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da mau749 »

Farei una distinzione fra i due esempi che hai citato, il tic nell'LP ed il colpo di tosse nella registrazione.

Il primo è decisamente estraneo alla riproduzione, è un rumore aggiunto arbitrariamente e casualmente alla riproduzione dal sistema, è realmente un "disturbo" che non dovrebbe esistere "in natura" perché è la tua "conoscenza", la tua "esperienza", la tua "cultura" ad insegnartelo mentre il secondo, il colpo di tosse, è parte integrante della registrazione stessa, è un'ulteriore informazione "plausibile e congruente" che contribuisce alla verosimiglianza della riproduzione.

Immagina di essere bendato e trasportato ad ascoltare in un ambiente che non sai essere una sala d'incisione o un teatro aperto al pubblico.

Se qualcuno durante l'esecuzione tossisce e tu, pur non potendo vedere (ricorda che sei bendato), riesci a localizzare la provenienza di quel colpo di tosse e realizzi che proviene da una direzione diversa rispetto a quella che tu hai individuato (immaginato) essere la posizione degli esecutori allora concludi certamente che sei in un teatro con pubblico presente; non è un'informazione di poco conto, questa...!

Ti confesso un piccolo segreto: una quindicina d'anni fa ho avuto la possibilità e l'occasione di effettuare una decina di registrazioni di alcuni eventi musicali con un DAT professionale TEAC ed una coppia di microfoni Neumann utilizzando la tecnica "binaurale".

Tutte le registrazioni sono state effettuate in tre diverse chiese con diverse caratteristiche dimensionali ed acustiche.

Orbene, quattro di queste (pianoforte solo, quartetto d'archi, violoncello solo, voce (baritono) e pianoforte) le ho rimasterizzate in CD e le uso come riferimento qualitativo per il mio impianto non tanto perché siano di loro registrazioni eccezionali, tutt'altro, quanto perché sono assolutamente "naturali" e perché conosco perfettamente le esecuzioni, gli artisti ed i luoghi in cui l'evento ha avuto luogo.

Ad ogni modifica significativa dell'impianto ascolto per prima quella con il pianoforte solo.

Quando sono passato dai "cassoni" ai fullrange al primo ascolto sono letteralmente sobbalzato sul mio comodo divano nel percepire ora "distintamente" il leggero scricchiolìo dello sgabello su cui Gilda (Buttà) era seduta eseguendo le sei danze argentine di Ginastera...!

Ciao
Maurizio
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

Certo Maurizio, avevo infatti scritto che uno appartiene ad un luogo ed un ad un altro, potevo parlare di una qualsiasi cosa che cade ed il cui rumore, veiniva registrato, alposto del colpo di tosse.

Se hai ascoltato Harvest di N. Young in gioventù, ne hai un esempio.
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da stereosound »

Quanto detto non mi sembra siano considerazioni così nuove!!! Già 30 anni fa circa si parlava della "decantazione del suono" : non è la terminologia che cambia la percezione della fenomenologia. I problemi sono sempre gli stessi...
Io avrei parlato di flocculazione del rumore attraverso l'attività depurativa e flocculante della mente!
Infatti ,a parte gli aspetti prettamente qualitativi della musica riprodotta , andrebbe educata la "mente"( non uso volutamente "cervello"in quanto non è assolutamente la stessa cosa) affinchè possa riuscire a discernere ciò che vuole!
Questo bisogna cercare di fare... :lol:
Nulla di nuovo è stato inventato...
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Re: La sequenza, l'uomo e i giusti diffusori

Messaggio da nullo »

La pretesa, non è l' innovazione, ma capire meglio alcuni meccanismi.
Anche Filippo ha proposto documenti molto vecchi, in cui si parlava di queste cose.

Max, quello di cui andiamo parlando riguarda la percezione dell'uomo, quanto meno, sarà vecchio quanto lui il problema della percezione, quello di far collimare info registrate con altre, è un poco meno vecchio, ma parliamo sempre di decenni :smile:

Porre una attenzione particolare su questi meccanismi, da parte di noi comuni mortali, ci propone premesse che sono diverse dalle problematiche legate alle sole prerogative del suono inteso come indagato attraverso le sole caratteristiche fisiche, tra l'altro spesso misurate e considerate in maniera selettiva e non a livello di compendio.

Giunti a questo punto, vorrei tornare al motivo di queta discussione, ovvero di cosa si sovrappone al messaggio e ne inficia la qualità, cioè un disturbo caratterizzato da caratteristiche attinenti al suono originario.

A me piaccio esempi banali:

Bam .... Bam .... Bam ....

Il tempo di intervallo fra i colpi su un timpano, sono una finestra che ci permette di vedere cosa succeda fra un colpo e l'altro. Se il Bam è tropo forte, il tempo si accorcia, perché il nostro orecchio, rimane "abbagliato", se il livello e opportuno, ma il nostro woofer non è smorzato e va per i fatti suoi idem e così via.

Se la finestra è più stretta noi "vediamo" cose diverse da quello che dovremmo, questo esempio lo si deve estendere in lungo ed in largo, ovviamente.

Non si tratta solo di vedere in maniera spicciola e grossolana, ma di cogliere quei dettagli apparentemente insignificanti, che invece sono assolutamente necessari al nostro sistema. Parliamo di grandezze molto contenute, che sono elaborate da noi e che donano al suono caratteristiche molto più naturali e attinenti a quanto ci aspettiamo come uomini.
Ciao, Roberto

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