SUONO: Realtà o Percezione?

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:Uhm... All'inizio della discussione avevi parlato di una certa preminenza nella localizzazione, avevo messo invece l'accento sul fatto che la cosa dipendeva da come ci si poneva davanti ad un evento, sia esso prodotto in prima istanza o riprodotto, mi pare che alla luce di queste ultime righe, abbiamo bisogno di approfondire la differenza fra una sollecitazione con risposta istintiva ed una con una particolare disposizione attenzionele da parte nostra.

Mi riferivo alle condizioni di "osservazione" che possono condurre a risultati percettivi diversi in funzione della posizione occupata dallo stesso osservatore nello spazio in rapporto all'evento fenomenologico reale.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

nullo ha scritto:
La lettura della realtà, può costare più o meno fatica in funzione di modi e ambiti diversi?..
la lettura della realtà al di fuori delle aspettative, può costare più o meno fatica in funzione di quali variabili?...
Non è detto che la problematica si debba/possa affrontare/considerare in questi termini...
Il "suono" è della stessa natura del "rumore": tutte le possibili differenze sono di tipo qualitativo!

La qualità,quindi, e la sua possibile scala rappresentativa,inerente anche stabilire una linea di demarcazione "suono/rumore", è considerabile come oggettivabile !?
Almeno nel valutare il fenomeno reale, percepibile con alcuni limiti, direi di "no"!!!
Il mascheramento "naturale" (intrinseco alla fenomenologia), inoltre, sarebbe errato considerarlo alla stessa stregua del rumore (come fonte estranea al fenomeno) nel senso stretto del termine.
nullo ha scritto: Il costrutto della nostra mente per interpretare e interagire con la realtà deve rispettare determinate regole, o siamo noi in grado di adattarci seguendo metodo e/o esperienze ed educazione?
Come si potrebbero stabilire delle regole interpretative nel caos del libero arbitrio !?
Ciascuno è libero di correlare come crede e ciò che vuole ... il DELIRIO sta nel credere di poter stabilire delle regole :lol:
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

stereosound ha scritto:
Il mascheramento "naturale" (intrinseco alla fenomenologia), inoltre, sarebbe errato considerarlo alla stessa stregua del rumore (come fonte estranea al fenomeno) nel senso stretto del termine.
La percezione e la sua storia:
Dunque è stata introdotta una condizione definibile "di impoverimento percettivo" (mascheramento naturale) deducibile dal mascheramento intrinseco a causa della fenomenologia relativa ad un evento che viene percepito come risultante e sintetizzato da un osservatore , come attinente al musicale, in un determinato posto nello spazio occupato.

Lo stesso osservatore avrà la percezione di un diverso mascheramento e quindi di una diversa risultante se cambierà,a parità di condizioni,posizione nello spazio rispetto all’osservato.

Vorrei ricordare che la definizione di "suono"in tutte le sue possibili accezioni esce da qualsiasi contemplazione di tipo "Fisico",per cui la scienza fisica, che può solo misurare grandezze dello stesso tipo,non ha nessuna rapporto di congruenza ,in quanto accidente, alla risultante percettiva e quindi alla sua sintesi.

La sintesi inoltre non tiene conto del solo evento “real time” e dei suoi effetti ,ma si avvale delle esperienze pregresse senza le quali non sarebbe in grado di elaborare i giudizi di valore.
Tant’è vero che le correlazioni analisi-temporanea/confronto memoria sono legate a variabili complesse dipendenti da fattori non prevedibili e non inquadrabili.

Quindi ciò che sintetizziamo in un dato posto ed in un certo momento non è relativo a quel solo evento... ma la sua sintesi porta con sé un po' di memoria/storia degli eventi precedenti.


Riaffermo all'uopo quanto brevemente anticipato:

""C'è una differenza tra suono percettivo e sua propagazione/trasmissione .Il suono propriamente detto( come sintesi percettiva) può essere considerato come " sostanza", mentre il mezzo fisico con cui si propaga/trasmette nelle varie forme è "accidente".""

Anche uno scolaretto riconoscerebbe questa sostanziale differenza pur non conoscendo Aristotele ,il suo pensiero e… la fisica.

Questo è uno degli errori più madornali che si continuano ancora a commettere... :lol:
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da UnixMan »

realtà.jpg
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Divertente e significativo Unix!!! :smile:
A proposito di attenzione...oltre all'importanza del "posto" occupato nello spazio.
Vi è ancora una moltitudine di operatori professionali nel settore “audio”che continuano ancora ad assimilare e/o confondere un semplice microfono con la funzione uditiva dell’essere umano come se quest’ultima si potesse sostituire con uno o più trasduttori.
Lo stesso microfono non ha nessuna facoltà "attenzionale" e non può filtrare,nemmeno in maniera limitata,alcuni aspetti della ripresa/realtà fisica.
L’importanza dell’attenzione nella percezione risulta chiaramente anche dalle cosiddette “figure alternanti”, di cui allego due delle più note. In queste figure, a seconda che dirigiamo la nostra attenzione verso il bianco o verso il nero, noi vediamo cose differenti (vaso o due profili e pesci o
uccelli, rispettivamente). :wink:
La caratteristica fondamentale dell’attenzione è infatti quella di focalizzarsi selettivamente, cioè di rendere presente, di far giungere a livello di coscienza, di volta in volta solo una parte della enorme quantità di informazione che proviene dalla interazione fisica fra i nostri sensi e l’ambiente.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

Francamente (anche se stereosound ben può leggere "seccamente"), ancora non si capisce (tra qui-pro-quo percettivi, chiacchiere sull'attenzione, che - semplificando - influenza la percezione, ma non è la percezione, ovvero sort of gossip sui "tecnici" del suono) dove stiate (chi?) andando a parare...

...d'altronde non è il primo thread ondivago, qui, sull'argomento (perlomeno negli ultimi sei anni)... bah.
--- --- ---
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:Francamente (anche se stereosound ben può leggere "seccamente"), ancora non si capisce (tra qui-pro-quo percettivi, chiacchiere sull'attenzione, che - semplificando - influenza la percezione, ma non è la percezione, ovvero sort of gossip sui "tecnici" del suono) dove stiate (chi?) andando a parare...
Non sono seccato assolutamente! la tua è solo una "opinione"e per me tale resta...inoltre il (tuo) dissentire,almeno secondo il mio personalissimo parere,non porta nessun contributo ma tende, forse come unica finalità,a screditare teorie che non sono "solo" mie...siam qui per discutere mi pare!
Luc1gnol0 ha scritto: ...d'altronde non è il primo thread ondivago, qui, sull'argomento (perlomeno negli ultimi sei anni)... bah.
qui mi astengo dal dare risposte...mi aspetto però un(tuo) contributo per appianare i dislivelli.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

stereosound ha scritto:Non sono seccato assolutamente!

QED: l'avverbio è riferito al mio dire, non a te, qualifica lo stesso, non te.

stereosound ha scritto:inoltre il (tuo) dissentire,almeno secondo il mio personalissimo parere,non porta nessun contributo

Ti è stato detto varie volte, da almeno due persone che non sono io, che parli "per affermazioni", frasi già fatte: ed il cd. rasoio di Occam si applica anche all'Aristotele.

Dissentire su cosa? Io non ho espresso una frase assimilabile a: "Dissento su questa argomentazione/concetto/quaqquaraqua!".
E si dovrebbe portare un contributo - da parte di chicchessia - a che cosa? Da quel che vedo, il titolo del thread, l'argomento, non aiuta, non più, perché in buona sostanza una risposta è stata data: delle tue "frasi già fatte", l'unica su cui hai raccolto un certo qual consenso, seppure variamente articolato, magari a posteriori, m'è parso sia la seguente:
stereosound ad un certo punto ha scritto:...personalmente ritengo che l'errore storico ,che viene spesso commesso (senza nessuna pretesa da parte mia di voler sconfinare nell'assolutismo dialettico),è quello di NON considerare i due aspetti distinti e diversi della Realtà: quella esterna e quella conoscibile...


Oltre questa, per mio conto ho visto solo una sorta di "parlarsi addosso".
Se hai qualcosa di meglio da voler condividere, esprimila sotto forma di un post che abbia un capo ed una coda, compiuto, non spezzettato in frammenti distanti, scevro da domande rettoriche, esche, sondaggi, tentativi di irretimento, o di irreggimentamento dell'alveo della "discussione", e di una certa terminologia anni settanta non (previamente) condivisa.
Altrimenti accade, come già detto, che non si capisca dove tu voglia andare a parare (ed in conseguenza - repetita juvant, spero - non si può né "dissentire", né "contribuire", ma al più solo esprimere - volendo - uno stanco "bah").
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Ciao, Luca

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:
Ti è stato detto varie volte, da almeno due persone che non sono io, che parli "per affermazioni", frasi già fatte: ed il cd. rasoio di Occam si applica anche all'Aristotele.
Parli come chi ,rivestendosi gratuitamente di autorità,crede di poter giudicare...
Non vorrei sembrare ripetitivo e noioso...ritengo che la mia semplice trattazione sulla grande importanza della PERCEZIONE ,pur se non approfondita nei minimi dettagli,sia più che comprensibile a tutti. A tale scopo ho indicato vari riferimenti utili per ulteriori approfondimenti.
Il chiedersi dove si voglia arrivare e cosa si voglia dimostrare rappresenta,almeno per me , un "ritornello"fazioso che impedisce di fatto,a chi si ostina in tale atteggiamento, di cogliere gli aspetti più salienti e le relative note semantiche: non mi riferisco ovviamente alle due persone di cui parlavi che stimo ed apprezzo...rifletti e deduci!
...inoltre se non fosse per Aristotele,oggi,la nostra logica sarebbe fallace.
Luc1gnol0 ha scritto: Dissentire su cosa? Io non ho espresso una frase assimilabile a: "Dissento su questa argomentazione/concetto/quaqquaraqua!".
Luc1gnol0 ha scritto:
nullo ha scritto:La discussione sta diventando surreale

Anche tu contribuisci: e quando te ne stuferai (domanda retorica)?
Se questo non è dissentire come lo definiresti!?
Si critica ciò che non si condivide anche usando il "transfert"!


Ritengo sia meglio che la piccola diatriba finisca qui...siamo abbastanza maturi per capire che non ha senso continuare su questa strada.
La pura retorica ed i soliloqui li lasciamo agli altri...
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:
Ti è stato detto varie volte, da almeno due persone che non sono io, che parli "per affermazioni", frasi già fatte: ed il cd. rasoio di Occam si applica anche all'Aristotele.

Parli come chi ,rivestendosi gratuitamente di autorità,crede di poter giudicare...

Ed il "giudicare" non fa parte della "percezione"?

Incipit a parte, tu fino ad oggi non mi sei risultato granché simpatico, nel senso che non hai suscitato la mia simpatia (e naturalmente sarà vero il contrario, come per molti altri), ma non per questo io "credo di poterti giudicare" o "ti voglio giudicare", non nel senso di attribuire un valore di "verità" o "falsità" alle tue asserzioni, ovvero di "misurarle" come un metro campione fa ad una lunghezza.
Se non ti basta tale affermazione esplicita e preferisci fidarti della tua "percezione", de gustibus non est sputazzella.

E dicendoti che altre persone ti han fatto notare che il tuo modo di esprimerti assomiglia più ad un libro stampato che ad un (tentativo di) confronto, ho voluto rimarcare che più di un interlocutore si è trovato (se non male, perlomeno) spiazzato dal tuo modo di porti: tutto qui.

E` dai tempi dei troppi e verbosissimi thread sulla cd. scienza dei suoni musicali propalata dall'ing. Lorenzo Russo (MOSS) che intervieni sull'argomento "percezione del suono", senza tuttavia delineare una organicità, o dare una (efficace) unità d'intenti ai tuoi interventi, checché ne sembri a te.
Dico di più, senza apparentemente nemmeno cercare una base comune agli altri nel ragionare, al punto che spesso, leggendo gli scambi tra te e nullo (per limitarci a quest'ultimo thread, ma è capitato con diversi soggetti, da dueeffe al sottoscritto passando per altri meno portati alla vis polemica), mi è parsa riecheggiare la storiella del tizio che chiede "che ore siano", e dell'altro che gli risponde "giovedì".

Per cui (fino ad ora) non sono le tue affermazioni a venire contestate da una soi-disant autorité (il sottoscritto), è il discorso risultante, complessivo, ad apparire privo (o povero) di costrutto, ANCHE per tua responsabilità, ad un osservatore (il sottoscritto).

stereosound ha scritto:Non vorrei sembrare ripetitivo e noioso...ritengo che la mia semplice trattazione sulla grande importanza della PERCEZIONE ,pur se non approfondita nei minimi dettagli,sia più che comprensibile a tutti.

Tu non ascolti, pardon non leggi: "comprensibile a tutti"? E chi sarebbero questi tutti? In questo thread mi pare che siamo in quattro, se non erro: da parte di ognuno io vedo scantonamenti, svicolamenti, tangenti che partono, equivoci che restano, senza mai un momento di intesa solida, ampia. Francamente io non vedo "comprensione", tanto meno reciproca.

FORSE quella che tu percepisci come una tua "semplice trattazione" (aridajje col libro stampato) non è stata percepita come tale, finora. Può questa ipotesi essere, se non vera, verosimile? E se lo fosse, verosimile, vuoi porti - caxxo - il problema di verificarlo, invece di andare avanti come farebbe un mulo su di un'erta alpina, dando per scontato quello che - finora - è un cumulo di fraintendimenti?

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:
nullo ha scritto:La discussione sta diventando surreale

Anche tu contribuisci: e quando te ne stuferai (domanda retorica)?
Se questo non è dissentire come lo definiresti!?

E quale sarebbe, di grazia, il concetto/argomento su cui quella frase esprimerebbe dissenso?

Io ho detto a Roberto quello che ho detto pure a te: vi parlate addosso, uno intende (dire) una cosa, l'altro un'altra ancora. Uno considera importanti degli aspetti, l'altro degli ulteriori, differenti altri. E nessuno che pare prendersi la briga di addivenire ad una sorta di "massimo comune denominatore", almeno per verificare se quest'ultimo possa essere funzionale allo sviluppo (finalmente) *costruttivo* della discussione stessa.
Ciò non dimostra un dissenso: dimostra soltanto che non sei il solo a contribuire alla presente (sempiterna?) confusione generale.

Ed in definitiva, io non ti ho certo intimato un "fatti più in là, somaro". Ti ho chiesto di raccogliere le tue idee ed esporle in una maniera unitaria, più organica e consequenziale di quanto fatto sino ad adesso, senza tralasciare premesse, senza battute, argomentandole tutte senza troppe semplificazioni, senza note a piè di pagina o rimandi, della serie, parto da A per arrivare a Z, senza rimandare a dopo la B e la C, senza parlare della E prima della D, dichiarando se del caso che la F e la G non c'entrano col problema che vuoi trattare e perché, et c.

Tu prendila, se vuoi, come un'offesa al tuo amor proprio (il notare che la tua "trattazione" per ora io non la ritenga proprio "tale"): ma sappi anche che avrei usato altre locuzioni, se avessi inteso proferirla (una tale offesa).
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Ciao, Luca

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da gluca »

evitate che la disputa sull'argomento degeneri in una rissa verbale ... thanks

sempre sugli stessi argomenti, poi.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

gluca ha scritto:evitate che la disputa sull'argomento degeneri in una rissa verbale ... thanks
Non arriverei mai ad esasperare la discussione.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:
Ed il "giudicare" non fa parte della "percezione"?
...ti piace giocare con le parole a quanto pare! si capisce da sé che non mi riferivo a questa tipologia di giudizio.
Luc1gnol0 ha scritto:
Incipit a parte, tu fino ad oggi non mi sei risultato granché simpatico, nel senso che non hai suscitato la mia simpatia (e naturalmente sarà vero il contrario, come per molti altri)
Anche la non simpatia è un sentimento...io, invece,cerco di non farmi mai coinvolgere: le mie convinzioni non le baratto mai con qualsivoglia sentimento.
Non confondo mai le idee con la persona...
Luc1gnol0 ha scritto:
E` dai tempi dei troppi e verbosissimi thread sulla cd. scienza dei suoni musicali propalata dall'ing. Lorenzo Russo (MOSS) che intervieni sull'argomento "percezione del suono", senza tuttavia delineare una organicità, o dare una (efficace) unità d'intenti ai tuoi interventi, checché ne sembri a te.
Ti sbagli se intendi ciò che sembra tu voglia dire con questa frase...i miei interessi sulla percezione partono da molto lontano ( primi anni 70) e non hanno nulla a che vedere con la scienza dei suoni musicali che citi. Ho ritenuto opportuno fare i miei interventi come meglio mi è parso di credere senza mancare di rispetto a nessuno (certamente non colpendo la "persona"). Non impongo a chicchessia le mie ideologie pur sentendomi libero di poterle esprimere come meglio mi aggrada:quello che a te non sta bene di ciò che dico e come lo esprimo è solo affar tuo(anche questo può essere visto come un dissentire).
Ritenendo quindi che i miei post siano scarni,poco articolati e disordinati ti invito ad approfondire,se veramente interessato all'argomento(ho qualche dubbio in merito),cercando in rete "Scuola Operativa Italiana".
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:Incipit a parte, tu fino ad oggi non mi sei risultato granché simpatico, nel senso che non hai suscitato la mia simpatia (e naturalmente sarà vero il contrario, come per molti altri)

Anche la non simpatia è un sentimento...io, invece,cerco di non farmi mai coinvolgere: le mie convinzioni non le baratto mai con qualsivoglia sentimento.
Non confondo mai le idee con la persona

Stai diventando noioso nel non accettare le risposte degli altri, "Max": la frase che hai quotato è una premessa privata però della proposizione principale.
Io non confondo niente: ho premesso una "verità" per poter esplicitare che quella "verità" non è causa diretta, principale o concomitante dei miei interventi, che mostrano del fastidio (intellettuale), tuttavia non riferito alla tua persona, e nemmeno alle idee (quindi figurarsi se confondo "le idee con la persona"), ma allo stato delle cose (assai confuso) dopo quattro pagine di messaggi. Se sei confuso tu al riguardo, se hai equivocato in prima battuta, te lo ribadisco quest'ultima volta (eventuali ed ulteriori ritengo sarebbero inutili): io non godo nell'infliggere umiliazione a nessun interlocutore (antipatico, simpatico, o "parasimpatico" che sia).

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:E` dai tempi dei troppi e verbosissimi thread sulla cd. scienza dei suoni musicali propalata dall'ing. Lorenzo Russo (MOSS) che intervieni sull'argomento "percezione del suono", senza tuttavia delineare una organicità, o dare una (efficace) unità d'intenti ai tuoi interventi, checché ne sembri a te.
Ti sbagli se intendi ciò che sembra tu voglia dire con questa frase
Ti sbagli tu, in questo caso (forse perché, come ti capita talvolta con me, confondi premessa e proposizione principale, ma se lo ripeto ancora una volta divento io noiosissimo).
Ti ho solo detto, come notazione storico-cronologica, che hai da circa 3 anni portato l'accento su determinati aspetti o temi della percezione (e del problema epistemologico in generale), con però interventi frammentari, poco organici (allora anche abbastanza fuori tema), così inficiando (a mio avviso di osservatore) la leggibilità delle informazioni in essi eventualmente contenute, e questa è la notazione sostanziale.

stereosound ha scritto:i miei interessi sulla percezione partono da molto lontano ( primi anni 70) e non hanno nulla a che vedere con la scienza dei suoni musicali che citi. Ho ritenuto opportuno fare i miei interventi come meglio mi è parso di credere senza mancare di rispetto a nessuno (certamente non colpendo la "persona"). Non impongo a chicchessia le mie ideologie pur sentendomi libero di poterle esprimere come meglio mi aggrada:quello che a te non sta bene di ciò che dico e come lo esprimo è solo affar tuo(anche questo può essere visto come un dissentire).

Se è affar mio, io sono altrettanto libero di dirvi "ma che state addi'?". E magari di darti un suggerimento non richiesto sulla forma dell'esposizione per poter emendare il tutto del mio precedente, virgolettato, interrogativo. Altrimenti che parli a fare (tu)? Non ci sarebbe alcun bisogno di un thread pubblico.

stereosound ha scritto:Ritenendo quindi che i miei post siano scarni,poco articolati e disordinati ti invito ad approfondire,se veramente interessato all'argomento(ho qualche dubbio in merito),cercando in rete "Scuola Operativa Italiana".

Per fare cosa? Sono le loro idee, non le tue, le tue ancora non le capisco. Io non mi pongo come "autorità" nei tuoi confronti, tu cerca di sgombrare il terreno da ogni ombra di "principio di autorità".

Personalmente non ho letto i Ceccato (o i Piaget), né al momento mi interessa farlo, ma conosco un po' i cibernetici degli anni '70, ho letto gente come von Glasersfeld, e se davvero tu ti interessi di cose come (i.e. vicine, affini, collegate, coeve, et c.) il costruttivismo, potresti/dovresti forse riflettere che il tuo comportamento (non le tue lagnanze nei confronti di inesistenti attacchi alla tua persona da parte del sottoscritto: mi riferisco alla dinamica dei tuoi interventi in tema complessivamente considerata *agli occhi di un osservatore che non sia tu*) pare esemplificare abbastanza bene quelle "considerazioni di posizione" che Stolzenberg descrisse alla base dei processi di intrappolamento intellettuale in un suo noto articolo degli anni che piacciono a te (sempre i '70).

Francamente (seccamente), io non credo che mi capirai, o meglio, che riuscirai ad accettare le mie parole per quel che sono, ma almeno un ultimo tentativo di provare a mettere fuori gioco la tua suscettibilità lo dovevo fare: auguri.
--- --- ---
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:
Francamente (seccamente), io non credo che mi capirai, o meglio, che riuscirai ad accettare le mie parole per quel che sono, ma almeno un ultimo tentativo di provare a mettere fuori gioco la tua suscettibilità lo dovevo fare: auguri.
Comprendo il tuo discorso anche se ovviamente la penso diversamente.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da UnixMan »

Oltre che all'audio ed a tante altre cose, questo si applica anche alle incompresioni tra le persone... ;)
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Ciao, Paolo.

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

UnixMan ha scritto:Oltre che all'audio ed a tante altre cose, questo si applica anche alle incompresioni tra le persone... ;)
Avevo esordito,aprendo questo thread,affermando :
stereosound ha scritto:Apro questo nuovo argomento col tentativo di provare,possibilmente con la vostra collaborazione, ad approfondire la problematica che affligge questo dibattuto quanto contorto argomento, cercando,entro limiti accettabili/condivisibili,di sviscerarne i molteplici aspetti.
Ribadisco quindi che il mio voleva essere un "tentativo" (termine non usato affatto a caso)...per provare a dibattere sull'argomento.

Tornando per un istante al tuo post mi viene da chiedere:
"E' possibile separare la fenomenologia dall'uomo che osserva?"
"Esiste una scienza dell'osservazione?"
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

stereosound ha scritto:Tornando per un istante al tuo post mi viene da chiedere:
"E' possibile separare la fenomenologia dall'uomo che osserva?"


(Come detto da molti) No, ma questa apparentemente semplice negazione si articola (i.e. deve essere articolata) sotto differenti, molteplici prospettive.

L'apparente, ingannevole semplicità di tali domanda e risposta riguarda anche il tuo interrogativo iniziale:
stereosound ha scritto:E' corretto parlare,secondo voi, di suono fisico distinguendolo da quello percettivo?
Se non altro perché (vedi "considerazioni di posizione"), si può dire in maniera assai imperfetta, almeno gli aggettivi "fisico" e "percettivo" non sono elementi dati, ma abbisognano di una una elaborazione (dimostrazione).

stereosound ha scritto:"Esiste una scienza dell'osservazione?"


Questa domanda la capisco ancor meno (cioè per nulla).
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Ciao, Luca

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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da stereosound »

Luc1gnol0 ha scritto:
(Come detto da molti) No, ma questa apparentemente semplice negazione si articola (i.e. deve essere articolata) sotto differenti, molteplici prospettive.
Intendevo affermare che l'osservato,come tale,necessita dell'osservatore: questo è un principio che ritengo sia applicabile a quasi tutte le condizioni valutative. Il fenomeno in sé ,indipendentemente da chi lo osserva,
può considerarsi slegato all'osservatore solo come "esistente"ma non può assumere certamente carattere di "confrontato" in assenza dell'osservatore...(non è una tautologia)
Luc1gnol0 ha scritto: L'apparente, ingannevole semplicità di tali domanda e risposta riguarda anche il tuo interrogativo iniziale:
stereosound ha scritto:E' corretto parlare,secondo voi, di suono fisico distinguendolo da quello percettivo?
Se non altro perché (vedi "considerazioni di posizione"), si può dire in maniera assai imperfetta, almeno gli aggettivi "fisico" e "percettivo" non sono elementi dati, ma abbisognano di una una elaborazione (dimostrazione).
Non mi pare che la domanda sia apparentemente ingannevole! Ritengo di essere stato sufficientemente chiaro, date le premesse, cosa voglia intendere per "fisico" e "percettivo". E' sufficiente ribadire ,come condizione assiomatica , che è necessario considerare la dualità " mondo/persona ": al mondo appartiene il "fisico" alla persona il "percettivo".
Da qui poi si possono ulteriormente esaminare,anche in dettaglio,i vari aspetti del fisico contrapposti a quelli percettivi.
Luc1gnol0 ha scritto:
stereosound ha scritto:"Esiste una scienza dell'osservazione?"


Questa domanda la capisco ancor meno (cioè per nulla).
Intendevo sottolineare che non esiste una scienza dell' "osservazione" vera e propria...non si è sviluppata,almeno così sembrerebbe, nessuna metodologia(riconosciuta come scienza) capace di esaminare ed approfondire sistematicamente i vari aspetti dell'osservazione. Per osservazione s'intende chiaramente tutta quella (complessa) attività che parte dalla semplice percezione alla cosiddetta sintesi di cui più volte,
seppur in maniera sintetica,ho parlato.
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Re: SUONO: Realtà o Percezione?

Messaggio da Luc1gnol0 »

stereosound ha scritto:Intendevo affermare che l'osservato,come tale,necessita dell'osservatore

Questa affermazione ritengo che sia - come ho già detto - in linea di principio (quella) corretta: afferrato il principio, è necessario però non darne poi delle spiegazioni semplicistiche, occorre almeno tentare di precisarlo, per es. ed in particolar modo con riferimento all'osservatore (chi sia, come si "comporti" nell'atto di percepire, et c.).

Sempre per es., una volta introdotta la figura dello sperimentatore o osservatore, in quali e quanti modi la corrispondenza biunivoca tra fenomeno ed osservatore si sostanzia?

Se mi rifaccio alle cose dette in questo thread principalmente da te e da nullo, mi verrebbe da dire che tali modi siano "minimo" due (ecco perché in un altro post dicevo che uno parla di qualcosa, l'altro di qualcos'altro): e ritengo sia necessario precisarlo non per stabilire "a priori" un modo corretto ed uno meno corretto di intendere la questione, ma per addivenire innanzitutto ad un comune terreno di dialogo, anche se a taluno la cosa può apparire superflua (in realtà è da questo genere di fraintendimenti che nasce una gran parte dei problemi di comprensione, sia sui termini della questione, sia circa i reciproci approcci).

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:L'apparente, ingannevole semplicità di tali domanda e risposta riguarda anche il tuo interrogativo iniziale:
stereosound ha scritto:E' corretto parlare,secondo voi, di suono fisico distinguendolo da quello percettivo?
Se non altro perché (vedi "considerazioni di posizione"), si può dire in maniera assai imperfetta, almeno gli aggettivi "fisico" e "percettivo" non sono elementi dati, ma abbisognano di una una elaborazione (dimostrazione).
Perchè la domanda dovrebbe essere ingannevole!

Potrebbe ingannare chi la pone e chi la intende perché - almeno all'apparenza - non ti poni il problema della definizione (logica e terminologica) dei termini (vedi sopra): quando io dico "fisico" e "percettivo", sto qualificando implicitamente come "esistenti" questi due aggettivi e, parafrasando (liberamente & impropriamente) Saussure, i lemmi sono diacritici, operano solo in virtù di una diversità, di uno scarto che li differenzi dagli altri lemmi, e non evocando dall'inizio una significazione "positiva" (i.e. che pone).

Se per ora tutti sembriamo convenire grossomodo che non "esista" un suono se non c'è chi lo percepisca (ma magari poi interverrà qualcuno che non la pensa così), di certo non sembriamo d'acchito altrettanto convintamente concordi su cosa possa essere un suono quando invece c'è qualcuno che lo percepisca.

Il fenomeno fisico alla base del suono, una variazione di pressione, è rilevabile con un microfono (o, visto che ci piacciono i tubi, con un catodofono), per cui, se non altro in virtù di quello che (mi pare) von Glasersfeld definiva "realismo metafisico", è anche ricostruibile almeno un perché tra quelli per cui c'è confusione sul tema (se esista un suono fisico in opposizione a qualcos'altro): se odo un suono in presenza di certe onde di pressione, dico quel suono esiste "realmente", "fisicamente", ed *è* proprio quelle onde che, dati certi presupposti, posso anche misurare esattamente, cioè "conoscere" realmente, veramente (per molti versi è un errore ritenere ciò, sia chiaro, ma è pure un qualcosa che per molti altri versi "funziona" abbastanza bene da circa centomila anni).

Un problema interpretativo maggiore pare porsi già col termine "percepito": che cosa vuol dire "suono percepito"? D'acchito tu sembreresti dare per scontato una sorta di comune conoscenza della "percezione", che un "suono percepito" da un osservatore sia tale e non altro, e che ciascuno possa riconoscere questa particolare "essenza" del "suono percepito".

Cosa che, all'evidenza mia, per ora non è: un australopiteco come Lucy percepirebbe un suono, tipo quello risultante dal battere tra loro due legnetti cavi, così come lo percepisci tu (od io)? E se così - in ipotesi - non fosse, la differenza nella percezione risiederebbe nelle differenze fisiologiche tra sapiens ed australopiteco, risiederebbe nell'esperienza personale tua, mia o di Lucy, ovvero nell'evoluzione sociale degli ultimi quattro milioni di anni, ancora in qualcos'altro, o magari in tutte queste cose (e, nel caso, in che misura)?

Se togli dal discorso l'iperbole di Lucy, due osservatori della stessa specie ma diversi hanno una "stessa" percezione?
Al principio del discorso, nulla ci autorizza ad escluderlo, ed ancora meno a ritenere una simile, eventuale assunzione come fondata: per questo mi sembra necessaria una elaborazione, una dimostrazione, attraverso la quale (cioè dai perché o percome si possa ritenere o meno tra i due osservatori l'equivalenza della percezione) si potrebbe provare ad individuare quei fatti o proprietà che servono a qualificare come "percepito" un "suono" (e che tu invece ora sembri quasi dare per sottintesi ma certi, per comunque esistenti).

Ed una simile elaborazione non mi pare che possa prescindere da una definizione del termine "percepito" (o di percezione, se preferisci): quando dici «al mondo appartiene il fisico, alla persona il percettivo» sembri (innanzitutto) dimenticare che la persona fa parte del mondo, e se è plausibile che l'osservatore "crei" il suono, quello (o una parte di quello) che "crea" il suono è ancora una parte di "mondo" (l'apparato fisiologico stesso: per cui, ad un livello ulteriore, davvero "fisico" e "percepito" sono sempre antitetici? Non dipenderà - pure - l'antitesi dall'accezione - più o meno lata - con cui intendiamo i termini?).
Per cui, come anche nullo ti ha chiesto (con altre intenzioni suppongo) più volte, che cos'è un "suono percepito" (per poterlo contrapporre al "suono fisico")? E` una nozione davvero da considerare ai nostri fini alla stregua di un "dato di fatto"?

Mi rendo benissimo conto che le mie parole possono suonare (è proprio il caso di dirlo) come l'ennesimo "parlarsi addosso", il mio stavolta, in parte perché, come anche Wittgenstein insegna, definire cose come le parole non è mai affatto banale, in parte perché non ho provato ad impostare (pour cause) un ragionamento deduttivo.

A che cosa reagisce il soggetto che osserva, tu, io (o Lucy)? Quando si parla di "suono percepito" si da per scontato questo: a che cosa reagiamo, che cosa osserviamo? Se non ce ne occupiamo, semplifichiamo forse alcuni termini della questione, ma molto probabilmente rischieremmo di prendere delle cantonate.
A me sembra, se non certamente ovvio, senz'altro abbastanza plausibile che, se ci limitassimo a considerare "solo" l'osservatore (visto che in ipotesi è quest'ultimo che "crea" il suono), se solo la sede dell'elaborazione *è* (diventa) il "suono" (specularmente alla contrapposta ipotesi in cui solo il campo fisico è il suono), porremmo implicitamente l'indifferenza di questo "suono" allo stimolo, all'origine ed alle caratteristiche di quest'ultimo. Così facendo però, quello che abbiamo messo fuori la porta (l'equivalenza tra campo fisico e "suono"), rischia di rientrare dalla finestra: se il campo fisico (banalizzando, le variazioni di pressione) non "crea" il suono, se non apporta "informazione", o meglio, se esaurisce tutto ciò che a livello di informazioni lo stimolo apporta al soggetto, allora non è tanto scontato che non esista un "suono fisico", che il sistema non sia descrivibile (almeno parzialmente) in termini di campo fisico. Di più, l'ipotesi contraria può condurre alla constatazione dell'arbitrarietà di questo "suono percettivo", quando non all'inconoscibilità "tout court" (cosa che, perlomeno la storia della musica dimostra come falsa).

Faccio un esempio legato alla visione che, come spesso accade, è più precipua alla nostra esperienza sensoriale, e comunque (forse per questo) meglio indagata dalla "scienza".

Dato un oggetto, la sua cd. "luminanza" si determina essenzialmente dalla luce che vi cade sopra, da quella che la sua superficie riflette, e dalla trasparenza dello spazio che insiste tra l'oggetto e l'osservatore. La percezione della luminanza di un oggetto da parte di un osservatore è detta "brillanza" e non c'è una corrispondenza semplice tra luminanza e brillanza: innanzitutto basta che vari uno qualsiasi dei fattori indicati, per alterare la brillanza percepita. Classico è il caso dei due oggetti identici, con identica luminanza, posti l'uno a fianco all'altro ma uno su sfondo scuro, l'altro su sfondo chiaro: nel primo caso la brillanza sarà percepita come maggiore. In pratica si osserva, nel caso della visione, che non c'è una relazione fissa tra la sorgente di uno stimolo visivo e gli elementi che si combinano per produrre quello stimolo, ed allo stesso modo il nostro sistema visivo non è in grado di percepire come questi elementi si combinino per produrre i valori di luminanza dell'immagine che si imprime sulla retina dell'osservatore. Alcuni studiosi (Purves-Lotto, Duke University) hanno affermato che l'origine di un simile sistema di visione ha probabilmente radici di tipo funzional-evolutive: un comportamento di successo richiede risposte compatibili con l'origine dello stimolo, e non con le proprietà misurabili dello stimolo stesso, e questa compatibilità la si può desumere solo dall'esperienza passata (singolare o collettiva) dell'osservatore.
Se questa idea è corretta (e se io non l'ho capita male!), allora nella misura in cui lo stimolo è coerente con superfici bersaglio dotate di riflessione simile sotto una stessa fonte di luce, i bersagli dovranno tendere ad apparire all'osservatore come dotati di uguale "brillanza": tuttavia, per quanto lo stimolo sia coerente con l'esperienza passata che il sistema visivo ha di oggetti con differente proprietà riflettente e differenti livelli di illuminazione, gli oggetti bersaglio tenderanno ad apparire di brillantezza diversa, e questo sembra suggerire l'esistenza di meccanismi interni al soggetto sperimentatore - in parte innati e comunque automatici - di una sorta di controllo di "compatibilità" (qualcuno forse direbbe di "congruenza") tra la sorgente dello stimolo, lo stimolo e la brillanza percepita.

E - domanda mia a te - se la frequenza, o l'ampiezza, o altre proprietà misurabili di una onda di pressione non sono le caratteristiche prese in considerazione dall'udito, così come la luminanza di un oggetto non è la sua brillanza percepita da parte della visione, quali sono le caratteristiche degli stimoli esterni che sono invece rilevanti? Ce ne sono? E se del caso, come rilevano?

stereosound ha scritto:
Luc1gnol0 ha scritto:
stereosound ha scritto:"Esiste una scienza dell'osservazione?"


Questa domanda la capisco ancor meno (cioè per nulla).
Intendevo sottolineare che non esiste una scienza dell' "osservazione" vera e propria...non si è sviluppata,almeno così sembrerebbe, nessuna metodologia(riconosciuta come scienza) capace di esaminare ed approfondire sistematicamente i vari aspetti dell'osservazione.

Mi sembra che, per poter dire che «non esiste una scienza dell' "osservazione" vera e propria...», prima occorra che siano acclarati i concetti (ed i termini) di "scienza" e di "osservazione".

Per esempio, anche se non tronco la tua frase dopo "vera e propria...", mi pare plausibile poter affermare che proprio la scienza *è* la metodologia dell'osservazione, salvo poi dover precisare "scienza" con l'aggettivo "moderna" (per vari motivi, a cominciare da quello che ai tempi di Aristotele la scienza sfumava nella filosofia e nella religione), e successivamente dover magari parafrasare la locuzione "scienza moderna" con "metodo galileiano", per avere infine una espressione che suoni (pun intended!) all'incirca così: "il metodo galileiano *è* la metodologia dell'osservazione".

A questa espressione apparentemente un filo più soddisfacente (per aver tentato di spiegare/precisare/definire almeno il termine "scienza") si può però immediatamente contrapporre quanto detto (in altre forme) da tutti i partecipanti a questo thread, ben esemplificato dalla critica di Popper nel suo "Logica della scoperta scientifica" del 1959, e cioè che «noi possiamo vedere solo ciò che la nostra mente produce: una teoria può essere sottoposta a controlli efficaci e dirsi scientifica solo se formulata a priori in forma deduttiva. La peculiarità del metodo scientifico consiste nella possibilità di falsificarla, non nella presunzione di "verificarla"».

Questa, come altre critiche o come i dibattiti sulla nozione di "metodo scientifico" (se sia induttivo, deduttivo, et c.) le ritrovi in Wikipedia (da cui l'ho copia-incollata), istituzione benemerita che ha senz'altro il pregio di stabilire in maniera facilmente accessibile un idem sentire, o meglio, di riportare nozioni relativamente verificate e comuni ai più, e che mi interessa proprio per questo (visto che avverto innanzitutto la mancanza di un terreno comune di dialogo).

A livello di conoscenze comunemente diffuse (e non palesemente false) mi pare che possiamo dire che non ci sia una definizione unitaria (o meglio, inattaccabile) di metodo galileiano o scientifico, e nemmeno di "metodologia di osservazione": per cui, anche se retoricamente, trovo difficile domandare (rispondere) se esista qualcosa che non è stato definito (e che "normalmente" non si riesce a definire in maniera pacifica nell'universo mondo).

A livello personale mi viene comunque da rispondere (anche se la tua domanda è dichiaratamente retorica) che probabilmente, spesso e volentieri, non si è correttamente applicata né logica formale, né arte della deduzione, né il metodo galileiano alle osservazioni, per colpa di errori sistematici, per colpa del "realismo metafisico", ed anche per quelle che Stolzenberg definiva "considerazioni di posizione", e da tutto ciò se ne è tratta la conclusione che non può esistere un qualcosa chiamato "corretta metodologia delle osservazioni" (o quella equivalente che un fenomeno non fosse "scientificamente osservabile"). :wink:

Ok, ho scritto abbastanza cazzàte, vado a riveder le stelle...
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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
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