stereosound ha scritto:mariovalvola ha scritto:Soprattutto con i S.E., cosa possono offrire in più molti trasformatori giapponesi? cosa paghi quando compri questi ferri?
Chi può vantare un'esperienza del genere? (ripeto si parla di amplificatori single ended)
Mi sembra alquanto strano però che questa cultura dei TU,specie dei SE,sia così sfacciatamente a favore del popolo del sol levante...noi europei siamo proprio così lontani? E in italia è possibile che non ci siano costruttori capaci di imitare chi sa fare meglio ? E' pur vero che l'esperienza conta moltissimo...ma non credo che sia il solo ed unico elemento importante... non è forse anche il NOME che diventa,col tempo,un elemento eccessivamente "mitizzato"!?
Liberissimo di crederlo.
In Europa qualcosa c'è. Partridge (si veda il TK 4519), Sowter oltre ai citati in precedenza.
Storicamente, però, siamo sempre stati più orientati al push-pull e/o ad alti tassi di controreazione.
Vai a vedere le riviste degli anni '50.
In Europa e in Italia, imperavano i solidi tetrodi/pentodi di potenza in configurazioni smaccatamente classiche (al limite ci si avvicinava al leak o al Marantz)
Quando si pensava ai SE, si proponevano soluzioni di ripiego alquanto economiche oppure un attimino più nobilitate come il PYE MOZART ma sempre orientati all'economia complessiva.
In U.S.A, qualche bel push-pull senza feedback con dei bei DHT, si osava ancora proporre .
La produzione giapponese ha saputo offrire da anni ottime cose per ogni applicazione.
Per capirci: La UTC americana, proponeva qualche ferro per S.E. ma solo nelle serie economiche.
Qualcosa in Italia, ora si fa. Solo che si fa pagare anche più dei ferri giapponesi che sono gravati da oneri doganali e di spedizione non indifferenti. C'è , in più, la solita storia. La roba italiana la comperi a scatola chiusa. Non hai tutta una serie di specifiche che sarebbero gradite anche solo per capire dove stai buttando i soldi.
Sono ancora in attesa di qualche italiano in grado di realizzare una discreta copia del tango X-10S. Per ora, tanto nero. (intendo finti imprenditori) tanta aria fritta, e pochi dati. Forse Bartolucci (quando è in buona) fa qualcosa di decente. Rimane il problema del prezzo e delle specifiche.
Bisogna riconoscere ai giapponesi il merito di aver riscoperto nella giusta ottica i triodi antichi utilizzati al meglio con ottimi trasformatori. Anche i francesi sono arrivati tardi. (gli italiani, fanno quasi fatica ad arrivarci ora).
La storia, è questa. Non la si può negare.