Inviato: 13 dic 2007, 21:07
Mi è stato segnalato via e-mail della discussione nata intorno al mio blog, e mi permetto di aprire questo thread.
Prima di tutto vorrei ringraziarvi della attenzione e del tono estremamente costruttivo del discorso, decisamente infrequente nel campo audiofilo, molto affollato da "talebani", che mi fa pensare che aprire questo topic possa portare a uno scambio interessante di idee.
L'idea del blog (e della metodologia più attenta di valutazione) è derivata dall'esperienza (descritta) di tre di noi che hanno ascoltato un Oppo (200 euro) credendolo un Wadia (16000 euro). Questo ci ha portato a tentare di "depurare" i nostri giudizi ascoltando gli apparecchi non in doppio cieco (sarebbe un'altra cosa) ma "alla cieca", con risultati per noi molto interessanti.
Chi scrive viene dalla ricerca farmaceutica, e utilizzando meccanismi rigorosi di valutazione si possono quantificare con precisioni anche sintomi estremamente soggettivi, come l'ansia, la qualità della vita, il panico. Basta utilizzare i giusti controlli e, nel campo farmaceutico, basta utilizzare il "doppio cieco". Il che significa che nè il paziente, nè il medico che lo visita sanno se si sta prendendo un farmaco o il placebo. Molte persone raccontano dei benefici dei medicinali omeopatici, e nessuno mette in dubbio che stiano meglio. Quello che è vero è che quando si è tentati di dimostrare che questi miglioramenti erano dovuti al principio contenuto nei farmaci, non ci si è riusciti.
Quello che colpisce un totale ignorante di elettronica come me è la totale soggettività in un campo che io immagino ipertecnologico. Leggendo i giudizi dei recensori sembra di essere davanti alla recensione di un ristorante, e non di un componente elettronico. Con il fatto che non esiste un minimo rigore di prova, tutti possono dire tutto ed il contrario di tutto: ed infatti lo dicono. A noi è venuta la semplice curiosità di provare (in maniera semplicissima, ma è l'unica possibile) se alcune differenze che eravamo convinti di sentire erano reali o generate dalle nostre aspettative psicologiche. Lo abbiamo fatto semplicemente giudicando senza sapere cosa stavamo ascoltando. In alcuni casi le differenze le abbiamo sentite, in altri casi no. In quasi tutti i casi comunque il giudizio delle cinque persone che hanno partecipato al "test" sono stati simili, a riprova che quando differenze ci sono, si sentono.
Qualcuno giustamente dice che una prova alla cieca non è adeguata a giudicare un apparecchio audio. La posizione è rispettabile, ma in campo scientifico se si critica una metodologia bisogna contestualmente proporne un'altra. Quale pensate che potrebbe essere un modo di giudicare un impianto senza farsi influenzare dai pregiudizi o dalla preferenza preconcetta per una soluzione piuttosto che un'altra (esempio valvole o transistor)? Nessuno può pensare di autodefinirsi "ascoltatore obiettivo", deve prima dimostrare di esserlo. Nel campo scientifico nulla può essere dato per scontato.
Le critiche alla metodologia sono tutte giuste. Il pannello è non rappresentativo, troppo poco numeroso, gli ascolti troppo brevi. Ma nella pratica scientifica tutti sanno che un esperimento perfetto non esiste, e che qualunque risultato è parziale. Però può servire per una conoscenza temporanea, e comunque può guidare ulteriori ricerche.
Nel nostro caso quello che è certo è che un gruppo di appassionati, nelle condizioni descritte, non ha trovato differenze apprezzabili tra due cavi, o tra due lettori CD. Uno può dire "chissenefrega, sono sordi", oppure affermare "io le sento, e questo basta". Ma la mancanza assoluta di dati oggettivi e condivisibili lascia aperta la porta a qualcosa di molto simile alla truffa.
Ho espresso questo concetto sul forum di Videohifi, senza ricevere alcuna risposta che non fosse un insulto, e riporto qui quanto scritto:
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Ho il forstissimo sospetto che nell'audiofilia High End ci sia chi vende un sasso comune dicendo che si tratta di una pietra lunare, e facendolo pagare di conseguenza.
Se gli si chiede di dimostrare che non è un sasso, ribatte seccato che se io non capisco che viene dalla luna, il problema è mio.
Se gli chiedo di potrerlo analizzare, mi dice che le analisi non sono affidabili, e che mi devo fidare di quello che lui prova toccandolo con mano, e se io gli dico che non provo niente toccandolo quello mi risponde che è solo perché la mia mano non è ancora troppo sensibile e non sa riconoscere le pietre lunari da quelle comuni e mi dice che ci sono tante persone che ci riescono senza problemi. Però se io gli chiedo di farlo ad occhi bendati e senza sapere se è un sasso o una pietra lunare, allora non si può, perché in quel caso non si può giudicare.
Così tutti sono felici.
Chi compra il sasso comune pagandolo come se arrivasse dalla luna, sicuro di avere fatto un ottimo acquisto.
Gli amici dell'acquirente, che glielo invidiano e lo vedono esposto in una teca con il bigliettino "pietra lunare" e si convincono di quanto sia magnifico il reperto.
E più di tutti il venditore, che è riuscito a trovare uno che gli ha comprato un semplice sasso ad un prezzo esorbitante, permettendogli un legittimo ma inaspettato guadagno.
Ovvio che, se uno in un forum pone il problema se il sasso è o meno lunare, i suddetti si possano arrabbiare. L'acquirente, che farebbe la figura dello scemo e si ritroverebbe in mano qualcosa che non vale nulla; naturalmente il venditore, che perderebbe la possibilità di fare il colpo; magari anche gli amici, che stanno pensando o di comprare un sasso anche loro, o di rivenderlo.
Tutto questo è comprensibile.
Ma anche se tutti si sprecano in insulti e grida, il sasso non diventa una pietra lunare.
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Quanto alla scommessa, è molto semplice: nessuno l'ha accettata. Visto che non volevano si parlasse di soldi, io ho accettato, nel caso di una mia vittoria, che la cifra venisse devoluta in beneficenza, ma niente. Tutti dicono di sentire grandissime differenze tra i cavi, ma se devono scommettere dei soldi allora diventano molto più indecisi e titubanti.
Grazie ancora per l'attenzione.
Venanzio
Prima di tutto vorrei ringraziarvi della attenzione e del tono estremamente costruttivo del discorso, decisamente infrequente nel campo audiofilo, molto affollato da "talebani", che mi fa pensare che aprire questo topic possa portare a uno scambio interessante di idee.
L'idea del blog (e della metodologia più attenta di valutazione) è derivata dall'esperienza (descritta) di tre di noi che hanno ascoltato un Oppo (200 euro) credendolo un Wadia (16000 euro). Questo ci ha portato a tentare di "depurare" i nostri giudizi ascoltando gli apparecchi non in doppio cieco (sarebbe un'altra cosa) ma "alla cieca", con risultati per noi molto interessanti.
Chi scrive viene dalla ricerca farmaceutica, e utilizzando meccanismi rigorosi di valutazione si possono quantificare con precisioni anche sintomi estremamente soggettivi, come l'ansia, la qualità della vita, il panico. Basta utilizzare i giusti controlli e, nel campo farmaceutico, basta utilizzare il "doppio cieco". Il che significa che nè il paziente, nè il medico che lo visita sanno se si sta prendendo un farmaco o il placebo. Molte persone raccontano dei benefici dei medicinali omeopatici, e nessuno mette in dubbio che stiano meglio. Quello che è vero è che quando si è tentati di dimostrare che questi miglioramenti erano dovuti al principio contenuto nei farmaci, non ci si è riusciti.
Quello che colpisce un totale ignorante di elettronica come me è la totale soggettività in un campo che io immagino ipertecnologico. Leggendo i giudizi dei recensori sembra di essere davanti alla recensione di un ristorante, e non di un componente elettronico. Con il fatto che non esiste un minimo rigore di prova, tutti possono dire tutto ed il contrario di tutto: ed infatti lo dicono. A noi è venuta la semplice curiosità di provare (in maniera semplicissima, ma è l'unica possibile) se alcune differenze che eravamo convinti di sentire erano reali o generate dalle nostre aspettative psicologiche. Lo abbiamo fatto semplicemente giudicando senza sapere cosa stavamo ascoltando. In alcuni casi le differenze le abbiamo sentite, in altri casi no. In quasi tutti i casi comunque il giudizio delle cinque persone che hanno partecipato al "test" sono stati simili, a riprova che quando differenze ci sono, si sentono.
Qualcuno giustamente dice che una prova alla cieca non è adeguata a giudicare un apparecchio audio. La posizione è rispettabile, ma in campo scientifico se si critica una metodologia bisogna contestualmente proporne un'altra. Quale pensate che potrebbe essere un modo di giudicare un impianto senza farsi influenzare dai pregiudizi o dalla preferenza preconcetta per una soluzione piuttosto che un'altra (esempio valvole o transistor)? Nessuno può pensare di autodefinirsi "ascoltatore obiettivo", deve prima dimostrare di esserlo. Nel campo scientifico nulla può essere dato per scontato.
Le critiche alla metodologia sono tutte giuste. Il pannello è non rappresentativo, troppo poco numeroso, gli ascolti troppo brevi. Ma nella pratica scientifica tutti sanno che un esperimento perfetto non esiste, e che qualunque risultato è parziale. Però può servire per una conoscenza temporanea, e comunque può guidare ulteriori ricerche.
Nel nostro caso quello che è certo è che un gruppo di appassionati, nelle condizioni descritte, non ha trovato differenze apprezzabili tra due cavi, o tra due lettori CD. Uno può dire "chissenefrega, sono sordi", oppure affermare "io le sento, e questo basta". Ma la mancanza assoluta di dati oggettivi e condivisibili lascia aperta la porta a qualcosa di molto simile alla truffa.
Ho espresso questo concetto sul forum di Videohifi, senza ricevere alcuna risposta che non fosse un insulto, e riporto qui quanto scritto:
-------------------------
Ho il forstissimo sospetto che nell'audiofilia High End ci sia chi vende un sasso comune dicendo che si tratta di una pietra lunare, e facendolo pagare di conseguenza.
Se gli si chiede di dimostrare che non è un sasso, ribatte seccato che se io non capisco che viene dalla luna, il problema è mio.
Se gli chiedo di potrerlo analizzare, mi dice che le analisi non sono affidabili, e che mi devo fidare di quello che lui prova toccandolo con mano, e se io gli dico che non provo niente toccandolo quello mi risponde che è solo perché la mia mano non è ancora troppo sensibile e non sa riconoscere le pietre lunari da quelle comuni e mi dice che ci sono tante persone che ci riescono senza problemi. Però se io gli chiedo di farlo ad occhi bendati e senza sapere se è un sasso o una pietra lunare, allora non si può, perché in quel caso non si può giudicare.
Così tutti sono felici.
Chi compra il sasso comune pagandolo come se arrivasse dalla luna, sicuro di avere fatto un ottimo acquisto.
Gli amici dell'acquirente, che glielo invidiano e lo vedono esposto in una teca con il bigliettino "pietra lunare" e si convincono di quanto sia magnifico il reperto.
E più di tutti il venditore, che è riuscito a trovare uno che gli ha comprato un semplice sasso ad un prezzo esorbitante, permettendogli un legittimo ma inaspettato guadagno.
Ovvio che, se uno in un forum pone il problema se il sasso è o meno lunare, i suddetti si possano arrabbiare. L'acquirente, che farebbe la figura dello scemo e si ritroverebbe in mano qualcosa che non vale nulla; naturalmente il venditore, che perderebbe la possibilità di fare il colpo; magari anche gli amici, che stanno pensando o di comprare un sasso anche loro, o di rivenderlo.
Tutto questo è comprensibile.
Ma anche se tutti si sprecano in insulti e grida, il sasso non diventa una pietra lunare.
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Quanto alla scommessa, è molto semplice: nessuno l'ha accettata. Visto che non volevano si parlasse di soldi, io ho accettato, nel caso di una mia vittoria, che la cifra venisse devoluta in beneficenza, ma niente. Tutti dicono di sentire grandissime differenze tra i cavi, ma se devono scommettere dei soldi allora diventano molto più indecisi e titubanti.
Grazie ancora per l'attenzione.
Venanzio