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Inviato: 13 dic 2007, 21:07
da malde3718
Mi è stato segnalato via e-mail della discussione nata intorno al mio blog, e mi permetto di aprire questo thread.

Prima di tutto vorrei ringraziarvi della attenzione e del tono estremamente costruttivo del discorso, decisamente infrequente nel campo audiofilo, molto affollato da "talebani", che mi fa pensare che aprire questo topic possa portare a uno scambio interessante di idee.

L'idea del blog (e della metodologia più attenta di valutazione) è derivata dall'esperienza (descritta) di tre di noi che hanno ascoltato un Oppo (200 euro) credendolo un Wadia (16000 euro). Questo ci ha portato a tentare di "depurare" i nostri giudizi ascoltando gli apparecchi non in doppio cieco (sarebbe un'altra cosa) ma "alla cieca", con risultati per noi molto interessanti.

Chi scrive viene dalla ricerca farmaceutica, e utilizzando meccanismi rigorosi di valutazione si possono quantificare con precisioni anche sintomi estremamente soggettivi, come l'ansia, la qualità della vita, il panico. Basta utilizzare i giusti controlli e, nel campo farmaceutico, basta utilizzare il "doppio cieco". Il che significa che nè il paziente, nè il medico che lo visita sanno se si sta prendendo un farmaco o il placebo. Molte persone raccontano dei benefici dei medicinali omeopatici, e nessuno mette in dubbio che stiano meglio. Quello che è vero è che quando si è tentati di dimostrare che questi miglioramenti erano dovuti al principio contenuto nei farmaci, non ci si è riusciti.

Quello che colpisce un totale ignorante di elettronica come me è la totale soggettività in un campo che io immagino ipertecnologico. Leggendo i giudizi dei recensori sembra di essere davanti alla recensione di un ristorante, e non di un componente elettronico. Con il fatto che non esiste un minimo rigore di prova, tutti possono dire tutto ed il contrario di tutto: ed infatti lo dicono. A noi è venuta la semplice curiosità di provare (in maniera semplicissima, ma è l'unica possibile) se alcune differenze che eravamo convinti di sentire erano reali o generate dalle nostre aspettative psicologiche. Lo abbiamo fatto semplicemente giudicando senza sapere cosa stavamo ascoltando. In alcuni casi le differenze le abbiamo sentite, in altri casi no. In quasi tutti i casi comunque il giudizio delle cinque persone che hanno partecipato al "test" sono stati simili, a riprova che quando differenze ci sono, si sentono.

Qualcuno giustamente dice che una prova alla cieca non è adeguata a giudicare un apparecchio audio. La posizione è rispettabile, ma in campo scientifico se si critica una metodologia bisogna contestualmente proporne un'altra. Quale pensate che potrebbe essere un modo di giudicare un impianto senza farsi influenzare dai pregiudizi o dalla preferenza preconcetta per una soluzione piuttosto che un'altra (esempio valvole o transistor)? Nessuno può pensare di autodefinirsi "ascoltatore obiettivo", deve prima dimostrare di esserlo. Nel campo scientifico nulla può essere dato per scontato.

Le critiche alla metodologia sono tutte giuste. Il pannello è non rappresentativo, troppo poco numeroso, gli ascolti troppo brevi. Ma nella pratica scientifica tutti sanno che un esperimento perfetto non esiste, e che qualunque risultato è parziale. Però può servire per una conoscenza temporanea, e comunque può guidare ulteriori ricerche.

Nel nostro caso quello che è certo è che un gruppo di appassionati, nelle condizioni descritte, non ha trovato differenze apprezzabili tra due cavi, o tra due lettori CD. Uno può dire "chissenefrega, sono sordi", oppure affermare "io le sento, e questo basta". Ma la mancanza assoluta di dati oggettivi e condivisibili lascia aperta la porta a qualcosa di molto simile alla truffa.

Ho espresso questo concetto sul forum di Videohifi, senza ricevere alcuna risposta che non fosse un insulto, e riporto qui quanto scritto:

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Ho il forstissimo sospetto che nell'audiofilia High End ci sia chi vende un sasso comune dicendo che si tratta di una pietra lunare, e facendolo pagare di conseguenza.

Se gli si chiede di dimostrare che non è un sasso, ribatte seccato che se io non capisco che viene dalla luna, il problema è mio.

Se gli chiedo di potrerlo analizzare, mi dice che le analisi non sono affidabili, e che mi devo fidare di quello che lui prova toccandolo con mano, e se io gli dico che non provo niente toccandolo quello mi risponde che è solo perché la mia mano non è ancora troppo sensibile e non sa riconoscere le pietre lunari da quelle comuni e mi dice che ci sono tante persone che ci riescono senza problemi. Però se io gli chiedo di farlo ad occhi bendati e senza sapere se è un sasso o una pietra lunare, allora non si può, perché in quel caso non si può giudicare.

Così tutti sono felici.

Chi compra il sasso comune pagandolo come se arrivasse dalla luna, sicuro di avere fatto un ottimo acquisto.

Gli amici dell'acquirente, che glielo invidiano e lo vedono esposto in una teca con il bigliettino "pietra lunare" e si convincono di quanto sia magnifico il reperto.

E più di tutti il venditore, che è riuscito a trovare uno che gli ha comprato un semplice sasso ad un prezzo esorbitante, permettendogli un legittimo ma inaspettato guadagno.

Ovvio che, se uno in un forum pone il problema se il sasso è o meno lunare, i suddetti si possano arrabbiare. L'acquirente, che farebbe la figura dello scemo e si ritroverebbe in mano qualcosa che non vale nulla; naturalmente il venditore, che perderebbe la possibilità di fare il colpo; magari anche gli amici, che stanno pensando o di comprare un sasso anche loro, o di rivenderlo.

Tutto questo è comprensibile.

Ma anche se tutti si sprecano in insulti e grida, il sasso non diventa una pietra lunare.

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Quanto alla scommessa, è molto semplice: nessuno l'ha accettata. Visto che non volevano si parlasse di soldi, io ho accettato, nel caso di una mia vittoria, che la cifra venisse devoluta in beneficenza, ma niente. Tutti dicono di sentire grandissime differenze tra i cavi, ma se devono scommettere dei soldi allora diventano molto più indecisi e titubanti.

Grazie ancora per l'attenzione.

Venanzio

Inviato: 13 dic 2007, 22:01
da plovati
Benvenuto Venanzio e grazie per le precisazioni e sopratutto la pacata dialettica.

Circa le diverse attitudini dei forum, è vero ed è comprensibile che un forum dedicato al faidate come il nostro sia frequentato da persone con attitudini e conoscenze diverse da quelle che frequentano altri lidi.

Il fatto che audiofaidate non abbia interessi economici (se non del tutto tangenti e marginali come per esempio consigliare un fornitore o un componente piuttosto che l'altro sulla base dell'esperienza fatta) aiuta parecchio nell'evitare certi fenomeni.

Comunque, mi è parso che le critiche alla composizione del panel fossero più dettate dall'invidia per la 29enne che altro :D .

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Piergiorgio

Inviato: 13 dic 2007, 22:04
da Luc1gnol0
in campo scientifico se si critica una metodologia bisogna contestualmente proporne un'altra
Originariamente inviato da malde3718 - 13/12/2007 : 15:07:12
Scusi se mi permetto, sig. Venanzio, ci tengo solo a dire che la singola frase sopra estrapolata non risulta vera in nessun consesso scientifico, sociale o semplicemente umano: un qualsiasi qualcosa può essere giusto, ovvero sbagliato, funzionare bene o meno in riferimento a dei presupposti, ma non mai alle (esistenza o meno di) contro-proposte alternative.
In campo scientifico è vero il contrario: chi afferma qualcosa in più ha l'onere di dimostrare la necessarietà e/o la verità di questo quid pluris (che poi è anche uno dei motivi per cui ha proposto la sua sfida, no?).

OH! (© by gluca) E benvenuto, perdonate se lo dico solo in ultimo.

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Ciao, Luca

Inviato: 13 dic 2007, 22:21
da malde3718
in campo scientifico se si critica una metodologia bisogna contestualmente proporne un'altra
Originariamente inviato da malde3718 - 13/12/2007 : 15:07:12
Scusi se mi permetto, sig. Venanzio, ci tengo solo a dire che la singola frase sopra estrapolata non risulta vera in nessun consesso scientifico, sociale o semplicemente umano: un qualsiasi qualcosa può essere giusto, ovvero sbagliato, funzionare bene o meno in riferimento a dei presupposti, ma non mai alle (esistenza o meno di) contro-proposte alternative.
In campo scientifico è vero il contrario: chi afferma qualcosa in più ha l'onere di dimostrare la necessarietà e/o la verità di questo quid pluris (che poi è anche uno dei motivi per cui ha proposto la sua sfida, no?).

OH! (© by gluca) E benvenuto, perdonate se lo dico solo in ultimo.

Grazie per il benvenuto e grazie per il tono amichevolissimo, che dovrebbe essere scontato ma che altrove non lo è.

Intendevo che in campo scientifico o si propone una metodologia diversa di indagine o, se si afferma che non è applicabile al fenomeno un metodo scientifico, significa (sempre scientificamente) che non è possibile alcuna conoscenza.

Nella fattispecie (rifacendosi a Popper) qualunque affermazione scientifica deve essere falsificabile da un esperimento, oppure non è una affermazione scientifica.

In altre parole, io posso dire che un quadro è bello o brutto, e una prova alla cieca non ha senso, proprio perchè la bellezza di un quadro è inconoscibile scientificamente.

Inviato: 13 dic 2007, 23:02
da plovati
Le critiche alla metodologia sono tutte giuste. Il pannello è non rappresentativo, troppo poco numeroso, gli ascolti troppo brevi.
Originally posted by malde3718 - 13/12/2007 :  15:07:12
Ho chiesto ad un(a) conoscente che lavora in campo statistico-farmacologico parere circa il metodo (o protocollo se preferisci) utilizzato. Mi ha fatto notare che rispetto a quanto generalmente utilizzato in campo professionale (dove peraltro la disponibilità di ‘cavie’ e sperimentatori si paga moltissimo) il protocollo del galileo audiofilo punta su un panel piuttosto omogeneo per età e (immagino) cultura e classe sociale (=abitudini, = reciproche influenze inconscie).

Un'altra critica alla metodologia adottata risiede nella mancanza di un gruppo di controllo, di un gruppo di ascoltatori cioè al quale sia stato fatto credere di avere stravolto il loro impianto abituale con modifiche speciali dal costo improponibile e dall’estetica suprema, ma che in realtà è lo stesso di prima.

L’altro aspetto forse degno di attenzione, aggiungo a mio parere, è la sequenza con la quale i brani vengono ascoltati. Andrebbero in effetti randomizzati anche loro, in modo da evitare ‘polarizzazioni’ nell’attenzione all’ascolto. Un esempio di tale meccanismo molto semplice è (tanto per rimanere in tema del citato VHF) la provocazione lanciata da Bolduc con il test dei 4 brani a differente compressione ( http://www.videohifi.com/forum/topic.as ... C_ID=61969 ). A me sembrano tutti uguali, con una leggera preferenza per il secondo se ascolto nella sequenza 1,2,3,4. Se invece la sequenza è 2,1, 3,4 la preferenza sempre molto leggera cambia. Ovviamente il tutto con impianto poco rivelatore, sordità audiofila del sottoscritto etc.. Ma il meccanismo di memorizzazione inconscia della sequenza precedente resta valido in generale.

PS e OT
Relativamente al test di Audiophile Sound mi sembra interessante notare come quelli che per loro stessa definizione hanno le orecchie si siano ben guardati dal dare il loro parere su 4 brani proposti e la loro qualità.

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Piergiorgio

Inviato: 14 dic 2007, 00:21
da Luc1gnol0
io posso dire che un quadro è bello o brutto, e una prova alla cieca non ha senso, proprio perchè la bellezza di un quadro è inconoscibile scientificamente.
Originariamente inviato da malde3718 - 13/12/2007 : 16:21:00
Senza giungere ad affermazioni dal sapore filosofico (il problema della gnoseologia in senso lato, rectius dell'ermeneutica, è tutt'ora aperto, nonostante la strada percorsa dopo Hegel e fino ad Heidegger, ed ai buoni e volenterosi posso forse suggerire il ponderoso "Verità e metodo", di Gadamer) sull'inconoscibilità, mi limito a rilevare quanto segue.

Le condizioni di validità (e le proprietà) di una procedura di controllo a doppio cieco (dunque non è già il test d'ascolto ad essere "doppiociecato", è il controllo di validità dello stesso, argomento misconosciuto sia dai sostenitori dello stesso, che dai detrattori "pour cause") non sono e - ritengo e sostengo - non possano essere verificate per tutto ciò che, negli ultimi vent'anni, è stato definito a vario titolo "ascolto in doppio cieco".
Per cui, se si applica la metodologia del test di controllo in doppio cieco ad una prova di ascolto, non si otterrà una certificazione (conferendogli una realtà obiettiva) dei relativi risultati, si realizzerà un'aporia scientifica (espressione avversata da mr2a3 ma a lui simpatica).

Per razionalizzare questo concetto non ci vogliono sostenitori o relatori, basta semplicemente sapere quali ragioni serva, ed in che cosa consista tale metodologia. Circostanza non verificata nel 99% degli audiofili intenzionati a discorrerne.

Se si vuole chiamare qualcos'altro "doppio cieco", pour parler mi può stare ancora bene (ma le condizioni del test devono essere necessariamente essere ancora pensate e validate) ma, come ho scritto con simpatia giorni fa all'indirizzo di MBaudino, se potete lecitamente chiamare "scarpa" il vostro "orologio da polso", non trovo però sia consigliabile mettere un Blancpain ultrapiatto sotto la pianta del piede per camminarci.

Di più non ho intenzione di discuterne, perché alla fine è come cercare di far diventare un ultras di curva sud un laziale, ovvero un ultras di curva nord un romanista (a seconda se si è a favore o contro il cd. "ascolto in doppio cieco"). Buon prosieguo.

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Ciao, Luca

Inviato: 14 dic 2007, 00:50
da MBaudino
Giusto per fare due nomi, fortuna che Edison, Marconi ecc. non conoscessero tutti questi tizi che citi.

Aho, fa luce o non fa luce?. Fa piu' luce o fa meno luce? Dura de piu' oddura de meno? E pecchè fa luce? I fotoche? A fra', chettefrega: dimme solo se fa piu' luce o meno luce. Come nun ce vedi, eddimmelo prima che sei mezzo cecato (pessima imitazione del sordo by VHF)



E che dire di bell/Meucci: si saranno posto il problema del rectius dell'ermeneutica. Faccio una telefonata e cerco di capire.
Ciao Mauro

Inviato: 14 dic 2007, 01:03
da Giaime
Luca/Luc1gnol0 è un personaggio surreale 8)

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 14 dic 2007, 01:18
da mr2a3
Luca/Luc1gnol0 è un personaggio surreale 8)

Ciao!
Giaime Ugliano



Originally posted by Giaime - 13/12/2007 :  19:03:13
Più che altro direi con la tendenza a "buttarla in filosofia".
Mi sembra che a disturbarlo non siano le considerazioni che prevalgono (MBaudino per tutti) ma che si definisca la verifica "doppio cieco".
Insomma se ho capito bene la questione per lui è nominale, non di sostanza.

Chiaramente qui (non a caso siamo autocostruttori) tendiamo di più a "buttarla in pratica" :D

Ciao
Massimo

Inviato: 14 dic 2007, 01:32
da audiofanatic

Di più non ho intenzione di discuterne, perché alla fine è come cercare di far diventare un ultras di curva sud un laziale, ovvero un ultras di curva nord un romanista (a seconda se si è a favore o contro il cd. "ascolto in doppio cieco"). Buon prosieguo.

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Ciao, Luca


Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 13/12/2007 : 18:21:59
sempre che non si metta in dubbio dove stia il nord e dove il sud, ...osservando l'universo, ovviamente :D

Filippo

Inviato: 14 dic 2007, 01:41
da MBaudino
..le considerazioni che prevalgono (MBaudino per tutti) ma che si definisca la verifica "doppio cieco".

Originally posted by mr2a3 - 13/12/2007 :  19:18:35
??? A me francamente pare di essere in una posizione minoritaria.
Non è un problema di essere autocostruttori. Ho da qualche parte scritto che la definizione del protocollo e l' elaborazione statistica dei risultati sono la componente principale di un test di quel tipo. Ho anche scritto che è uno dei sistemi possibili, attribuendogli comunque una funzione primaria di 'taratura' e verifica della qualità degli osservatori del fenomeno: altresì se ogni osservazione richiedesse un doppio o singolo cieco, converrebbe passare ad altro.....
Nello specifico degli autocostruttori, ogni cosa va riportata nel suo contesto. Ad esempio tutte, ripeto tutte le mie FFT (per quello che valgono) non sarebbero eseguite con modalità accettabili per la pubblicazione in un articolo scientifico. Non per questo sono da scartare nell' uso fra appassioanti; non saranno perfette ed ineccepibili, ma neppure troppo sballate. Fermo restando che le misure non danno informazioni sulla qualità del suono e blah blah tutta la solita tiritera. Certo che dicono se un diffusore è equilibrato dal punto di vista della timbrica, ma ormai il verbo è che la timbrica è ininfluente.... è sufficiente che consenta di distinguere fra un violoncello ed un contrabbasso.
L'amico Malde ( spero che sia un amico) non avrà centrato il protocollo o l' elaborazione dei risultati? Echissenefraga. Si potrà fare di piu' e di meglio. Non ha mai spacciato la sua prova per il test del nuovo millennio.
Il doppio cieco fatto in redazione da AR sulla fase elettrica aveva per caso qualche difetto? Direi di no, per quanto noto. Il tizio che asseriva di sentire variazioni di fase elettrica dell' alimentazione in una sola delle apparecchiature ha toppato completamente. Poi ha fatto una patetica arrampicata sugli specchi per giustificare il suo mediocre risultato nel riconoscimento. Risultato facilmente raggiungibile tirando a caso. Mi ero messo due formule su un foglio di excel, basate sulla funzione +casuale(), dopodichè ho simulato circa duecento sedute di ascolto in ognuna delle quali veniva indovinata una serie di 20 successioni casuali di riconoscimenti si/no. Arrivare al 65%-70% dei riconoscimenti (su una serie di 20 ascolti simulati) è estremamente probabile. Oltre diventa veramente improbabile (non ho voglia di rispolverare la statistica e non voglio chiedere alla mia responsabile della qualità). Mai superato l' 80% in 200 sedute di ascolto simulate, e mai raggiunto il 90% ne tantomeno il 95% che sarebbe la percentuale logica di riconoscimento di un evento definito dal cazzaro di turno come ben avvertibile ( Piergiorgio, scusa se ho usato il termine 'di turno'. Il correttore etico corrigerà).
Insomma, un pagliaccio in meno. Lo facessero una volta ogni tanto anche i recensori, ci sarebbero vantaggi per tutti.
Mauro

Inviato: 14 dic 2007, 03:01
da Luc1gnol0
Più che altro direi con la tendenza a "buttarla in filosofia".
Cosa già detta da qualche tuo collega: il problema è che se non usi termini "adeguati" alla fine ti ritrovi con gli Uberto Morroni a buttarla sul versante dell'anima, ed avranno pure ragione.
Mi sembra che a disturbarlo non siano le considerazioni che prevalgono (MBaudino per tutti) ma che si definisca la verifica "doppio cieco".
Insomma se ho capito bene la questione per lui è nominale, non di sostanza.
Chiaramente hai capito male.
Ce l'ho (anche, per es, in parte) con quell'ala definibile forse "tecnico-oltranzista" (oggi, in Italia, Montanucci&Co) e chiunque usi definizioni secondo ciò che più gli conviene.
Ho bisogno di spingere sull'oggettività della prova d'ascolto (magari per scalzare in redazione i vari marcobenedettimichelangeli dalla loro posizione di... "opinion leader")? Bene, ho bisogno di qualcosa che me ne "validi" i risultati (qualsiasi essi siano), e cominciamo dal nome "doppio cieco", metodologia scientifica rispettata per l'obiettività dei risultati che certifica... troppo comodo. Dici di no? Cicerone diceva che la moglie di Cesare sarà pure onesta, ma lo deve anche sembrare (la citazione ha almeno due possibili interpretazioni applicabili a quanto sopra ipotizzato).
E' la vittoria del preconcetto sulla ragione, come i tribunali iraniani che impiccano un giovane perché quando aveva tredici anni qualcuno l'accusò di omosessualità (iperbole, ma nemmeno troppo).
Se si abbandona la querelle sul nome che ammanterebbe di scientificità (agli occhi dei pigri, degli allocchi e dei praticoni), e si passa alla "sostanza" della supposta metodologia, ecco che ha ben poca consistenza, perché basata (appunto) ancora su preconcetti.
A che pro l'ascoltatore non deve sapere cosa ascolta? Banalizzando, si dice per garantir(si) dagli aspetti perniciosi della soggettività dello stesso. Consideriamo il caso della buona fede dell'ascoltatore: se non vede, non si autosuggestiona, si dice in sintesi. Obiezioni possibili d'acchito. Uno, chi ha detto che ci si autosuggestiona sempre e comunque e nello stesso modo/grado? Due, se ci si autosuggestiona in un determinato - solo uno? - senso "vedendo" o "sapendo", chi ci dice che non ci si autosuggestioni in un altro - solo uno? - senso, non "vedendo" o "non sapendo" (e la valutazione in doppio cieco di un diffusore come la si farebbe?)? Tre... etc.
Ed alla fine, qual è il risultato di un ipotetico generico test? Una valutazione soggettiva: dunque il tutto si ridurrebbe a privare dei soggetti di parte della propria soggettività, orribile gioco di parole, per ottenere una valutazione ancora soggettiva che poi "dichiaro" obbiettivata "per sottrazione preventiva". E se io, ascoltatore concreto che ho preso per buono un test siffatto ma da altri, poi dal vivo "sentissi" un'altra cosa? Mi devo sentir dire cosa devo sentire a dispetto dei santi, pardon, dei timpani? Molto scientifico, parecchio utile...

Massimo, di obiezioni concrete ce ne sono e ne ho a migliaia da fare, a livello concettuale, logico e fisiologico, man mano che si scenda nel dettaglio dei meccanismi conoscitivi ed interpretativi di cervello ed orecchio (di cui ovviamente non so tutto, ma che grazie a persone come d_oris ho potuto anche approfondire di recente), e l'unico motivo per cui non me ne sto astenendo come preannunciato è che certi toni li considero insolenti.
Chiaramente qui (non a caso siamo autocostruttori) tendiamo di più a "buttarla in pratica"
Originariamente inviato da mr2a3 - 13/12/2007 : 19:18:35
O in caciara e pinzillacchere.

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Ciao, Luca

Inviato: 14 dic 2007, 04:08
da MBaudino
Pur capendo le tue perplessità, comincio a pensare che la traduzione in italiano di <<caciara e pinzillacchere>> sia << non gradito a Luca>>.
In ogni prova elettrica, fisica, chimica, organolettica uno dei requisiti primari è la garanzia di indipendenza dell' esecutore della prova. Laddove non sia possibile garantire l' anonimato del 'campione' in esame, bisogna cercare di individuare qualche accorgimento opportuno (procedurale, organizzativo o quanto altro). Se proprio non si può fare, pazienza. Tendenzialmente però non si chiede all' oste se il suo vino è buono.

Il secondo requisito è la competenza, che potremmo estendere genericamente all' idoneità psico fisico attitudinale a svolgere una certa mansione o prova o verifica o quanto altro. Questo vuol dire formazione, vuol dire verifiche. Tendenzialmente quindi non si chiede a me di valutare le opere in un concorso letterario.

Certamente non ha senso la verifica di un diffusore dietro la tenda, neppure è possibile farla al buio o ad occhi chiusi o bendati: non ritieni però opportuno almeno valutare preliminarmente se l' ascoltatore ha delle caratteristiche minime psico-fisico-attitudinali-sindacl-politico-religiose? Magari con un bel test cieco (singolo, doppio, triplocarpiato). Oppure l' unica cosa importante è che l' ascoltatore sappia poi citare in bella prosa poeti-pittori-scrittori-filosofi. E' obbligatorio (anche se economicamente conveniente) che chi valuta sappia poi scrivere un bell' articolo o un bel 3d?

Il problema della suggestione quando non ''si sà'' è ininfluente: non tutti sono adatti a fare i collaudatori di biciclette o l' assaggiatore di Nutella. ''Pazienza, egregio signore. Lei è scartato'' Molto piu insidioso il problema della suggestione quando si sà.
Imho, nulla è perfetto. Questo non impedisce, in una scala da 1 a 100, che 10 sia meglio di zero. Basta non fidarsi troppo; come giustamente dici il doppiocieco non può essere perfetto, come in qualunque misura o analisi sensoriale sono possibili errori che escano da qualunque valutazione di incertezza.

Ciao Mauro (che si prepara a fare un triplosordo domenica) :)

Inviato: 14 dic 2007, 04:38
da Luc1gnol0
Pur capendo le tue perplessità, comincio a pensare che la traduzione in italiano di <<caciara e pinzillacchere>> sia << non gradito a Luca>>.
Originariamente inviato da MBaudino - 13/12/2007 : 22:08:04
Carina, ma non vera (anche se forse son l'oste e non dovrei dirlo io).

Scrivendo "caciara" avevo in mente la tua chiusura precedente:
Insomma, un pagliaccio in meno. Lo facessero una volta ogni tanto anche i recensori, ci sarebbero vantaggi per tutti.
Originariamente inviato da MBaudino - 13/12/2007 : 19:41:59
Mentre scrivendo "pinzillacchere" mi raffiguravo gli sfottò (bonari spero) di Giaime e Massimo.

Con quella frase rilevavo solo ancora una volta come a mio avviso, principalmente per una serie di errori logici e metodologici oltre che per una serie di nodi non affrontati, i discorsi sull'individuazione di procedure di ascolto tendano ad avere un pessimo rapporto s/n, caratterizzandosi per l'essere in definitiva una specie di processo di popolo alla stampa specializzata, o ai suoi (certi) eccessi.

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Ciao, Luca

Inviato: 14 dic 2007, 04:57
da mr2a3
E' la vittoria del preconcetto sulla ragione, come i tribunali iraniani che impiccano un giovane perché quando aveva tredici anni qualcuno l'accusò di omosessualità (iperbole, ma nemmeno troppo).
Questa davvero non la capisco, a meno che non la si intenda in senso surreale, cosa che fatico a fare in quanto greve ed eccessiva (il surrealismo invece....).
Cosa mai possono avere in comune un giudizio assoluto (al punto di togliere la vita) con un approccio empirico che si limita a rilevare (o meno) che il 90% del gruppo di ascolto ha preferito il primo apparecchio provato (senza sapere quale fosse)?
A che pro l'ascoltatore non deve sapere cosa ascolta? Banalizzando, si dice per garantir(si) dagli aspetti perniciosi della soggettività dello stesso. Consideriamo il caso della buona fede dell'ascoltatore: se non vede, non si autosuggestiona, si dice in sintesi. Obiezioni possibili d'acchito. Uno, chi ha detto che ci si autosuggestiona sempre e comunque e nello stesso modo/grado? Due, se ci si autosuggestiona in un determinato - solo uno? - senso "vedendo" o "sapendo", chi ci dice che non ci si autosuggestioni in un altro - solo uno? - senso, non "vedendo" o "non sapendo" (e la valutazione in doppio cieco di un diffusore come la si farebbe?)? Tre... etc.
E se esisto solo io e quelle che prendo per altre persone non sono altro che disegni sul muro?
E siamo sicuri che nella scatola ci sia proprio un coleottero?
Continuo a dire che per me questa è filosofia.
E se io, ascoltatore concreto che ho preso per buono un test siffatto ma da altri, poi dal vivo "sentissi" un'altra cosa? Mi devo sentir dire cosa devo sentire a dispetto dei santi, pardon, dei timpani? Molto scientifico, parecchio utile...
Mai provato un grande vino di due produttori diversi?
Sicuro di sentire la differenza? E se non la senti cosa fai ironizzi sui somellier?
Massimo, di obiezioni concrete ce ne sono e ne ho a migliaia da fare, a livello concettuale, logico e fisiologico, man mano che si scenda nel dettaglio dei meccanismi conoscitivi ed interpretativi di cervello ed orecchio
Non ho dubbi che tu possa essere più preparato di me in tutti questi campi, semplicemente continuo a credere che non occorra aspettare di aver compreso definitivamente i meccanismi orecchio-cervello e le relative correlazioni con la qualità dell'ascolto per esprimere un giudizio.

Saranno anche solo caciara è pinzillacchere, e magari anche involontariamente suoneranno insolenti a causa della loro rozzezza ma finchè non proponi qualcosa di concreto continuo a ritenere la prova di ascolto (meglio se con qualche accorgimento) come l'unica possibile per evitare di sospendere il giudizio.

Ciao
Massimo

Inviato: 14 dic 2007, 05:22
da MBaudino
Carina, ma non vera. Specialmente nel mio caso. Compro raramente riviste audio,esclusa CHF che audio non è (in pratica compro solo AR ogni tanto) e non leggo mai (ripeto mai) le recensioni degli apparecchi. Mi limito agli articoli di tipo tecnico, ad esempio le misure sui driver ecc.

Personalmente pertanto gli eccessi dei ''giornalisti'' recensori non mi hanno mai toccato, non avendo mai comprato apparecchi commerciali. Tanto meno li ho mai prodotti.

Semplicemente ho la sensazione che vengano scritte sciocchezze, sia da giornalisti che da ascoltoni indipendenti. Ora, la confusione, quello che tu chiami rumore di fondo, fa bene al commercio ma fa male allo sviluppo. Alcuni nel forum (direi almeno due) sono rimasti entusiasti dell' impianto di quel piccolo produttore di Latina; non ricordo tutti i suoi nomi, ma tu sai di chi parlo. Concordo con lui che sia stato probabilmente fra i principali danneggiati di una informazione -anche non professionale- fatta alla strac**zzo (e mi ritocca usare il termine) su riviste, blog, siti, sitini, forum e quanto altro. Ho usato il termine ''sia stato'' perchè adesso si danneggia perfettamente da solo, ma sono scelte sue. Ritengo che una maggiore serietà, organizzazione, controllo e impostazione delle osservazioni fenomenologiche nel settore hi-end avrebbe consentito di ridurre il rumore di fondo che tanto ti preoccupa. Probabilmente proposte serie sarebbero emerse nel mercato in maniera diversa. Certamente esistono infiniti problemi annessi e conessi, ma nell' anarchia si sviluppano perfettamente i germi della corruzione e del mercanteggio ( ok, esagero, è un iperbole irrealistica). In questa prospettiva il doppio cieco è un piccolo tassello; non è uno strumento perfetto e si può applicare solo con parsimonia.Anche le analisi chimiche si fanno a campione ( e a campione è già un lusso; spesso è una tantum ed ancora piu' spesso 'mai'). Non parliamo di auto e motociclette; parliamo di sci. I test fatti da collaudatori ex atleti, amatori evoluti, sciatori saltuari ecc. sono difformi fra loro, oviamente. Tuttavia -per gruppi- individuano caratteristiche ben precise, mediando pareri individuali. Non sono fatti in doppio cieco (difficile, ma non impossibile sciare bendati: la neve la devi sentire, non vedere); tuttavia hanno un minimo di organicità e di verifica. Poco, ma meglio del casino immenso del nostro piccolo mondo.

Contrariamente a quanto detto da voi prima, sono un insignificante membro di una piccola minoranza che si è rotta le scatole di sentire o leggere di tutto ed il contrario di tutto, molto al di là di quello che è un problema di gusto. Mi sembra molto agguerrita invece la maggioranza di chi, per motivi assolutamente diversificati, ritiene che si debba procedere alla come viene.

Ciao, comunque è sempre un piacere leggere le tue considerazioni.
Mauro

Inviato: 14 dic 2007, 05:46
da PPoli
Benvenuto Venanzio!

Avevo seguito il tuo blog (e marginalmente la polemica si VHF) e mi fa piacere ritrovarti anche quì.

Ho apprezzato il tuo tono pacato e un linguaggio risoluto ma educato: merce non sempre disponibile in abbondanza nei forum.

Inviato: 14 dic 2007, 06:11
da sinuko
Venanzio, il tuo Blog mi piace è interessante.
Ora tralasciando il singolo, doppio triplo carpiato cieco, non sono un filosofo e a queste domande cerco una risposta scientifica non filosofica e per quanto mi riguarda la tua metodologia mi soddisfa (per natura credo alla legge di Ohm (ad alcune costanti fondamentali (1/137, C etc) e poco altro) e anche se un sasso ops cavo viene dalla luna rispetta questa legge pertanto se per il sasso ammesso che venga dalla luna può essere giusto pagarlo uno sproposito, per un cavo NO).
Paolo

Inviato: 14 dic 2007, 06:42
da Luc1gnol0
Questa davvero non la capisco, a meno che non la si intenda in senso surreale, cosa che fatico a fare in quanto greve ed eccessiva (il surrealismo invece....).
"Brazil" di Terry Gilliam è un'opera surrealista, ed al contempo un incubo, come tale per nulla lieve: dunque surreale e "pesante" non sono termini necessariamente antitetici.
Comunque volevo pure scrivere "pregiudizio", al posto di "preconcetto": quel povero giovane è stato giustiziato in nome di un pregiudizio di natura (o matrice) religiosa contro l'omosessualità. Chiedo venia del lapsus.
Cosa mai possono avere in comune un giudizio assoluto (al punto di togliere la vita) con un approccio empirico che si limita a rilevare (o meno) che il 90% del gruppo di ascolto ha preferito il primo apparecchio provato (senza sapere quale fosse)?
La prevalenza del pregiudizio sulla ragione è ritenere, imporre, tentare di far si che dal nome discenda la cosa, che lo schema astratto sia concretamente adattabile ad ogni situazione perché in altre, affatto diverse, ha dato buona prova.
E se esisto solo io e quelle che prendo per altre persone non sono altro che disegni sul muro?
E siamo sicuri che nella scatola ci sia proprio un coleottero?
Continuo a dire che per me questa è filosofia.
Perché hai capito ancora male.
Le tue domande sono palesemente sbagliate o non correlate con la realtà fenomenica socialmente accettata, quelle a cui obbiettavo io un po' meno, o meno evidentemente, perché le corrispondenti affermazioni sono sorrette (almeno) da un buon senso. Ma il buon senso non è scienza.
L'affermare che il sapere quale apparecchio si stia ascoltando ci influenzi, presuppone di poter dire prima qualcos'altro. La prova d'ascolto a cosa serve? A sentire se ci sono differenze e basta? Se si, di li parto a sviluppare il protocollo che oggi non c'è. Oppure devo poter descrivere le eventuali differenze? Se si, il protocollo sarà diverso. Rispetto a queste premesse, verbigrazia, sapere che sto ascoltando un finale a valvole o a stato solido, mi può influenzare? Probabilmente, se fossi un tipo minimamente e stolidamente "audiofilo", potrei ipotizzare di avere aspettative di un suono in qualche maniera "caldo e lento" (sto banalizzando) almeno per il caso dell'apparato valvolare. Ma se in ipotesi non avessi mai visto un finale a valvole, ovvero se dalla forma non si capisca che sia a valvole? Sarò influenzato? Allo stesso modo, per lo meno? Il buon senso ci dice che forse no, la scienza senza ulteriori premesse o indagini ci può dire solo "non lo so".
Questa non è filosofia, è porre le domande su cui sviluppare un metodo.
Io non vedo domande poste, né risposte cercate. E questo è vero pure con le misure in senso stretto (ricordati l'infinita querelle tra plo' e mauropenasa, per es., su quale misura effettuare e come).
Mai provato un grande vino di due produttori diversi?
Sicuro di sentire la differenza? E se non la senti cosa fai ironizzi sui somellier?
Non so dirti cosa sia un grande vino, ma differenze tra marche diverse di rosso di montalcino o di montepulciano d'abruzzo ne ho sentite, anche se probabilmente non saprei descriverle con metodo ed adeguatezza di termini.
Il problema semmai è al rovescio, è la vecchia favola del vestito nuovo dell'imperatore.
Non ho dubbi che tu possa essere più preparato di me in tutti questi campi, semplicemente continuo a credere che non occorra aspettare di aver compreso definitivamente i meccanismi orecchio-cervello e le relative correlazioni con la qualità dell'ascolto per esprimere un giudizio.
Originariamente inviato da mr2a3 - 13/12/2007 : 22:57:55
Non ho mai asserito di non esprimere giudizi d'ascolto, ovvero che non sia lecito o possibile farlo per gli altri.
Qui (in questo genere di discussioni) non si è mai partiti da proposte tipo: "sviluppiamo una metodica d'ascolto meno prona a certi difetti"; si è sempre partiti da esperienze storiche, concrete: "tizio ha fatto questa prova in doppio cieco e..."
E da questo si ritiene di doverne inferire qualcosa, se già non l'avesse fatto tizio.
E' sbagliato: se si considera la metodologia del test di controllo in doppio cieco in sé, è sbagliato concettualmente perché le domande a cui risponde, le domande di cui sopra che non sono filosofia, non possono avere una risposta corretta in una prova d'ascolto comunque strutturata; se si considerano i singoli, concreti test come storicamente realizzatisi ma soprattutto i loro risultati così come riportati, è sbagliato in quanto erano basati su assunti non controllati, o come preferisco dire, su veri e propri pregiudizi non sostenuti da ragioni scientifiche ma spesso da equivoche aspettative e mire (sono stati fatti alla membro di segugio), il che in definitiva è, nel migliore dei casi, un po' come guardare un multimetro analogico ad un metro di distanza da un angolo di 90°, e pretendere di leggere con sicurezza e precisione dove l'ago ballerino punti, nel caso di una grandezza rapidamente variabile nel tempo.

Se si abbandona quest'impostazione del "si è fatto così e da ciò abbiamo visto che...", adottando viceversa l'approccio "proviamo ad elaborare dei criteri scientifici per sapere cosa si dovrebbe fare...", le mie obiezioni di forma e di sostanza non avrebbero più molta ragione d'essere (a parte l'invito a non chiamare "doppio cieco" ciò che "doppio cieco" non sia).

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Ciao, Luca

Inviato: 14 dic 2007, 14:13
da Luc1gnol0
Mi sembra molto agguerrita invece la maggioranza di chi, per motivi assolutamente diversificati, ritiene che si debba procedere alla come viene.
Originariamente inviato da MBaudino - 13/12/2007 : 23:22:01
Che io (che non sono la maggioranza) ritenga questo, nel caso tu lo pensassi, è un errore.

Io ritengo semplicemente che gli ascolti in doppio cieco (come storicamente realizzati) non hanno reale possibilità di verifica, al di là del bene, del male o della buona fede di chi li abbia concretamente effettuati. Far passare che sia comunque un passo avanti, servirà eventualmente solo a certificare (in senso oggettivo o comunque positivo) future mistificazioni e manipolazioni o, per dirla alla francese, "plus ça change, plus c'est la même chose".

Buon weekend a tutti.

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Ciao, Luca

Inviato: 14 dic 2007, 16:13
da malde3718
Prima di tutto ancora grazie per l'accoglienza, per i complimenti e soprattutto per il tono civile del discorso.

Fatico talvolta (ma è un mio problema) a seguire gli interessanti discorsi di Luca. Le nostre prove non sono in "doppio cieco", che non avrebbe senso in campo audiofilo. Sono semplicemente "alla cieca". In altre parole non tolgono nulla al giudizio che segue ad un ascolto "tradizionale" in chiaro, se non l'ovvia suggestione che può essere indotta nell'ascoltatore dal sapere di avere davanti un apparecchio da duecento o da ventimila euro. Questa influenza psicologica è ovvia, possiamo dire che non ci interessa, che tutto sommato a noi quello che importa è ascoltare bene e se il buon suono deriva dal sapere di avere speso molto va bene lo stesso. A me non va bene, e tento di giudicare semplicemente "depurando" lil giudizio di un componente che non voglio.

Giustamente Luca dice che il giudizio, alla fine, è soggettivo, e che nessuno deve dirgli cosa sentire, perché lui sente da solo. Questo è per eccellenza un giudizio non scientifico. Legittimo più che mai, ma non scientifico. La conoscenza scientifica deve essere, per sua definizione, condivisibile, verificabile e soprattutto falsificabile. I test che noi descriviamo nel galileo audiofilo saranno fatti male, migliorabili, inutili e sciocchi, ma hanno la caratteristica di essere ripetibili. Cinque altre persone possono venire nella nostra stanza, ascoltare gli stessi brani, trovare o meno le differenze che abbiamo trovato noi. Quando invece leggiamo ispirate recensioni sulla "apertura del suono" sul "calore degli strumenti" e sull'"altezza della scena sonora" (che in trenta anni di concerti dal vivo non ho mai sentito, se non quando un cantante veniva alzato sul palco da delle corde) sono parole bellissime, ma che non possono essere nè confermate, nè smentite.

Quello che dice Luca, sulla fondamentale ed intrinseca soggettività del giudizio "audiofilo" è una posizione comprensibile, ma è fondamentalmente una resa e l'affermazione dell'inutilità di qualunque recensione. Come dice Antonin Artaud " je suis l'absolu et rien", ovvero sono l'assoluto ed il nulla, proprio come l'assoluto (per chi lo emette) ed il nulla (per tutti gli altri) è un giudizio squisitamente soggettivo.

Il nostro test ha migliaia di difetti. Chi scrive si occupa di sperimentazioni cliniche per professione (e facendosi pagare profumatamente), e comprendo benissimo quanti fattori confondenti possano esserci. Il galileo audiofilo è poco più di un gioco, ma è un gioco - nel suo piccolo - condotto con rigore scientifico. Sappiamo, ad esempio, che dal punto di vista statistico azzeccare sedici volte su venti è significativo, diciassette altamente significativo, diciotto quasi certo. La verità è che, nelle nostre prove, ci siamo sempre trovati di fronte a quadri molto chiari. In alcuni casi la differenza si sentiva, e i numeri lo confermavano, sempre e comunque. In altri casi non si sentiva, e non si sentiva mai, e i numeri lo confermavano sempre e comunque.

Nessuno può dire che un altro pannello di ascoltatori, con un altro impianto, con altre orecchie, in un altra stanza non avrebbe colto differenze. Questo è possibile. Ma non è certo, almeno fino a quando qualcuno non l'ha dimostrato, in modo giocoso ma rigoroso almeno quanto il nostro.

la scienza va avanti così. Con verità parziali, e spesso smentite. Ma da quando - dopo Galieo - ci si accontenta di questo si sono fatti grandi passi avanti. Prima, quando ci si rifiguava nell'ipse dixit aristotelico, si tentava di spiegare tutto in una volta con leggi generali, ma alla fine non si capiva proprio niente.

Inviato: 14 dic 2007, 17:05
da mr2a3
Premetto che questo è un intervento OT, giusto per alleggerire il discorso.

Che questo sistema "rivelatore di emozioni" possa aiutarci nelle valutazioni (in fondo la musica cos'altro è se non emozione)?
Tra l'altro il modo di rilevazione dei dati ne garantirebbe anche la sincerità (credo :o ).

http://scienceblogs.com/neurophilosophy ... edium=link

Più che al testo mi riferisco al video.

Ciao!
Massimo

Inviato: 17 dic 2007, 23:20
da malde3718
Segnalo l'uscita di nuove prove sul forum.

Grazie per l'attenzione e per lo spazio.

Inviato: 17 dic 2007, 23:50
da Luc1gnol0
se non l'ovvia suggestione che può essere indotta nell'ascoltatore dal sapere di avere davanti un apparecchio da duecento o da ventimila euro. Questa influenza psicologica è ovvia
Perdonate la pedanteria, Venanzio, ma "ovvia" per chi?
Astrattamente non è ovvia, e comunque questa particolare "stupidità media" dell'uomo non è a mio parere sufficiente ad includerla nelle "vere" e "necessarie" condizioni al contorno (tutte da studiare ed individuare).
I test che noi descriviamo nel galileo audiofilo saranno fatti male, migliorabili, inutili e sciocchi, ma hanno la caratteristica di essere ripetibili.
Il problema che sollevo attiene proprio alla ripetibilità delle esperienze.
E', a mio avviso, un pregiudizio il ritenere che il solo aver dichiarato alcune condizioni dell'esperimento renda quest'ultimo ripetibile (neanche se si riunisse lo stesso panel di ascoltatori).
Quando invece leggiamo ispirate recensioni sulla "apertura del suono" sul "calore degli strumenti" e sull'"altezza della scena sonora" (che in trenta anni di concerti dal vivo non ho mai sentito, se non quando un cantante veniva alzato sul palco da delle corde) sono parole bellissime, ma che non possono essere nè confermate, nè smentite.
Ugualmente, per quanto molto più oneste di certe "ispirate recensioni" (basterebbe sapere da cosa ispirate, e si capirebbero meglio, n'est çe pas?), come verificare o smentire le vostre impressioni o esperienze?
Se, in ipotesi, un ascoltatore arrivasse a risultati contraddicenti quelli passati, che cosa se ne potrebbe inferire, coeteris paribus? Che il suo orecchio forse (non potendo parlare di impianto, che sarebbe lo stesso), non sia abbastanza "rivelatore"? Mi perdonerete quest'ultima battuta, voleva essere solo una facezia, e non un'espressione sardonica (MBaudino ed altri capiranno che mi sto riferendo ad un altro thread, sui cd. "condensatori hi-end").

Pur dicendo così, riconosco senza tema di pelosa indulgenza, che le vostre esperienze abbiano un valore "oggettivo", ad un livello "personalistico" (come ho consigliato ad un frequentatore di questo forum, se proprio vuoi spendere tanti soldi in componentistica, almeno non spendere sulla base del sentito dire ma su quello che a te possa derivarne da una concreta esperienza d'ascolto).
Per chiunque altro, non credo abbia una assai maggiore oggettività delle "ispirate recensioni" di cui sopra, per quanto diversi siano i canoni ispiratori: l'ascoltatore non può essere omesso dal gioco delle condizioni.
Il galileo audiofilo è poco più di un gioco, ma è un gioco - nel suo piccolo - condotto con rigore scientifico. Sappiamo, ad esempio, che dal punto di vista statistico azzeccare sedici volte su venti è significativo, diciassette altamente significativo, diciotto quasi certo. La verità è che, nelle nostre prove, ci siamo sempre trovati di fronte a quadri molto chiari. In alcuni casi la differenza si sentiva, e i numeri lo confermavano, sempre e comunque. In altri casi non si sentiva, e non si sentiva mai, e i numeri lo confermavano sempre e comunque.
Questo può stare bene nell'ottica di un gioco, e per il gioco, buon divertimento.
Può stare bene anche (se non l'ho frainteso) nell'ottica di un Massimo, ma con la fondamentale precisazione che è una semplificazione arbitraria (e non "scientifica", neanche in senso lato): e sono semplificazioni arbitrarie anche le ispirate recensioni della stampa, a cominciare dall'assunto pearsoniano che unico riferimento sia la cd. "live unamplified acoustic music".
Anche gli scacchi, o il bridge, hanno regole "esatte" e sono giochi: nessuno pretende che siano scientifici (sebbene scientificamente sia anche possibile studiarli).
Questo è possibile. Ma non è certo, almeno fino a quando qualcuno non l'ha dimostrato, in modo giocoso ma rigoroso almeno quanto il nostro.

la scienza va avanti così. Con verità parziali, e spesso smentite. Ma da quando - dopo Galieo - ci si accontenta di questo si sono fatti grandi passi avanti. Prima, quando ci si rifiguava nell'ipse dixit aristotelico, si tentava di spiegare tutto in una volta con leggi generali, ma alla fine non si capiva proprio niente.
Originariamente inviato da malde3718 - 14/12/2007 : 10:13:56
Venanzio, su questo punto non concordo, scientificamente.
Per citare un ns. accolito, Fabio "Teslacoil", che citava Albert Einstein:
"La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!
".

Il fatto che una legge generale non aiuti la comprensione o fallisca nel descrivere "tutto" attesta solo l'imperfezione della modellizzazione rispetto alla complessità del fenomeno.
L'ascolto di musica riprodotta è un fenomeno complesso, ed il semplice fattore "conoscenza del prezzo" ha un'importanza relativamente marginale, a mio avviso.
Il fatto che nessuno si metta a confutare nel vostro modo i vostri risultati non lo giudico ugualmente un elemento importante o decisivo, perché nel vostro caso per me è l'ipotesi stessa ad essere un pregiudizio, e non una ipotesi falsificabile (forse è un problema di definizioni, tuttavia per me nel metodo scientifico o galileiano, è l'ipotesi a dover/poter essere falsificabile - dall'esperimento - e non l'esperimento).

Detto questo, mi ripeto ancora: ben vengano i vostri "giochi" (ed omaggi alla vostra "graziosissima valletta"!), a fronte di almeno vent'anni di mistificazioni concertate. Purché qualcuno (non voi) poi non salti fuori a dire: "Loro hanno fatto questo test e si è visto che...". No, non si è visto niente (all'infuori di quel che "Loro" hanno sperimentato a quelle condizioni, in quel momento, e per sè stessi, i.e. esperienza non ripetibile).

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Ciao, Luca

Inviato: 18 dic 2007, 01:15
da Giaime
Meno male che Galileo non ha avuto il Lucignolo di turno.

Ah no, c'era la Chiesa, giusto :grin: :twisted:

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 18 dic 2007, 01:41
da Luc1gnol0
Meno male che Galileo non ha avuto il Lucignolo di turno.

Ah no, c'era la Chiesa, giusto :grin: :twisted:
Originariamente inviato da Giaime - 17/12/2007 : 19:15:45
Adesso capisco come hai fatto ad accumulare tutti i post a te ascrivibili in tutti i forum che frequenti... :grin:

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Ciao, Luca

Inviato: 18 dic 2007, 21:26
da malde3718
Carissimo Luca,

prima di tutto ti ringrazio per il tono amichevole e rispettoso, che mi permette agevolmente (e piacevolmente) di risponderti per continuare a dibattere con te. Non sono quasi per niente d'accordo con quanto scrivi, e ti spiego il perché. (mi scuso se non quoto, ma non sono certo di saperlo fare bene).

La mia prima affermazione, sulla influenza che avrebbe la conoscenza di qualcosa sul giudizio di una persona, è ovvia. Almeno è ovvia per chi, come me, essendo medico, sa quanto "l'effetto placebo" sia determinante. Si parva cum magnis communere licet, ti ricordo che per valutare in maniera affidabile il beneficio apportato dai by pass coronarici (una arteria chiusa che viene sturata), è stato necessario sottoporre dei pazienti a delle "sham operation". In altre parole si è finto di operarli (con anestesia, cicatrice e via dicendo) proprio per eliminare il fattore psicologico dal loro giudizio. Sempre in medicina il medico che giudica un paziente "in doppio cieco" non sa - ad esempio - se il paziente è stato operato per davvero o no, proprio per eliminare un eventuale mancato equilibrio (tecnicamente si chiama bias, come quello delle valvole che non so cosa sia) di chi giudica. L'affermare che quello che è vero in un campo (la medicina) non è vero nell'altro (l'audiofilia) è senz'altro - a mio giudizio - molto ardito.

Il secondo punto riguarda la ripetibilità delle esperienze.

In parte su questo sono d'accordo con te. Ognuno di noi potrebbe, in un momento diverso, avere giudizi diversi. Altre persone potrebbero vederla in modo diverso. E' singolare che le critiche degli aristotelici al metodo galileiano erano essenzialmente identiche alle tue.

Infatti dimentichi un aspetto importantissimo. Gli esperimenti perfetti, nella scienza reale, non esistono. Esistono solo gli esperimenti che possono essere falsificati (cfr. Popper), ed il nostro lo è. Un diverso panel si può riunire, o qualcuno può riunire lo stesso panel e riprovare, e dire se quanto abbiamo visto è ripetuto o meno. La "non ripetibilità" di qualcosa non è definibile a priori, come stai facendo tu erroneamente. La "non ripetibilità" deve essere dimostrata, e nel nostro caso questo è possibile. Basta riunire lo stesso panel nelle stesse condizioni dichiarate, e provare che i giudizi cambiano. Però, fino a quando tu non lo fai, la ripetibilità non può essere rifiutata a priori. Nella scienza funziona così.

Il fatto che altri ascoltatori possano giungere a risultati diversi dai nostri, potrebbe essere dovuto a due eventualità. La prima è che il giudizio sul suono di un componente audio è completamente soggettivo, un poco come quello su di un quadro. In questo caso sbagliamo noi ad adottare un metodo scientifico a qualcosa che scientifico non è. Questo è possibile, ma affermarlo significa, come ho detto prima, ammettere che la conoscenza in questo campo non è condivisibile. Se accettiamo che possa essere vero qualcosa ed il suo contrario, vuole dire che parlare di impianti che "suonano bene" o "suonano male" non ha alcun senso. Possiamo solo parlare di cose che "ci piacciono" o "non ci piacciono", come succede quando ci troviamo davanti ad un'opera d'arte.

La battuta di Einstein, è - per l'appunto - una battuta. Il computer nel quale io e te stiamo scrivendo, l'antibiotico che ti permette di non morire di polmonite come moriva il tuo bisnonno, il motore dell'auto che si accende e ti porta dove vuoi sono solo alcune delle situazioni in cui esiste una teoria (il più corretta possibile) alla base di una partica (che funziona al meglio possibile). Non vuole dire che non ci siano nuove teorie e nuovi funzionamenti tali da rendere obsoleti quelli vecchi. Il caso di Einsten è esemplificativo per il fatto che le sue teorie hanno superato quelle di Newton. Dire che queste ultime siano state inutili, è sicuramente una sciocchezza.

Le tue ultime affermazioni dimostrano, senza offesa, la tua totale lontananza dal mondo e dal pensare scientifico (non c'è nulla di male, anzi...!). Nei nostri esperimenti (ripetibili e falsificabili), condotti in condizioni dichiarate (e riproducibili concretamente) noi arriviamo ad un giudizio. Fino ad ora abbiamo ripetuto diverse volte le nostre prove (almeno quattro per ogni "esperimento", ed in un caso - i cavi - in due condizioni diverse) ed in nessun caso i risultati di una prova sono stati in contrasto con quelle precedenti.

Ritengo, forse immodestamente, che i nostri umili giochetti siano più utili agli appassionati delle ispirate recensioni. Che non si sia visto niente, lo dici tu. Che non sia ripetibile, di nuovo lo dici tu, e nella scienza se non dimostri quello che dici, non hai detto niente. Fino ad ora le nostre prove sono state ripetute e perfettamente ripetibili.

Che questo sia niente, è una opinione personale, legittima e rispettabile. Ma se io ho un cesto di pere, le peso con una bilancia e dico che pesano tre chili, tu puoi anche pensare che la mia misura del peso sia insignificante, perché secondo te il peso delle pere è variabile o perché la bilancia che uso è rotta. Però devi dimostrarlo, altrimenti (in questo caso è proprio vero) non hai detto proprio niente.

Noi con i nostri esperimenti diciamo poco, tu con le tue opinioni (dal punto di vista scientifico) non dici niente.

La differenza sembra minima, ma (di nuovo si parva cum magnis...) grazie a tante piccole differenze di questo tipo, da Galileo in poi, si è arrivati a quello che siamo oggi, computer compreso.

Con amicizia, cordialità e rispetto

Gualtiero

Inviato: 19 dic 2007, 00:41
da Luc1gnol0
Carissimo Gualtiero,

innanzitutto mi fa piacere (soprattutto per te :oops: ) sapere che non ti chiami davvero Venanzio, nome troppo desueto per esser portato con tranquillità oggi.
La mia prima affermazione, sulla influenza che avrebbe la conoscenza di qualcosa sul giudizio di una persona, è ovvia.
E' ovvio che la conoscenza di qualcosa sul giudizio influenzi in qualche misura il giudizio stesso. Ma in quale misura? Alcuni condizionamenti sono necessari, per esempio pensiamo ad un concorso pianistico in cui i giudici devono conoscere i pezzi interpretati dai musici.

E', in ogni caso, altrettanto ovvio che la conoscenza del fattore prezzo influenzi? Direi, quasi tautologicamente, se e solo se la conoscenza del fattore prezzo influenza il giudizio, ed a spanne sembra logico rispondere affermativamente (che lo influenzi).

Tuttavia ritengo sia relativamente facile argomentare come questa condizione non sia vera sempre, e per qualsiasi soggetto.

Per quanto mi riguarda, ma solo a titolo di mero esempio, da quando appurai - fatture alla mano, almeno una decina d'anni fa - che i woofer installati su dei diffusori del prezzo di circa 1500 euro, prodotti da un grande costruttore inglese, avevano un costo industriale di circa 3 euro l'uno, credo di essere relativamente poco influenzato dal fattore prezzo (in positivo almeno).

Altri esempi possono spingerci a dare un peso non così decisivo al semplice listino al pubblico in Italia (ah, come nota: e negli USA? Si deve cambiare peso che so, per Sonus Faber in un senso, e per VTL nell'altro?).
Un esempio più vicino temporalmente ad oggi riguarda il sig. Mark Levinson: era (e forse è) possibile acquistare in Cina copia dei valvolari Red Rose per poche centinaia di euro (mentre l'impianto base veniva offerto in Italia a ventimila e più, con dei mini-diffusori simil-Caterham...).
Quasi identicamente si può dire circa certi "cloni" delle ProAc, e mi fermo qui ma ovviamente si può continuare (no, le Quad non le ho ancora viste clonate, e credo che la Quad stessa abbia rinunciato ad andare a produrre in Cina, come il recente cambio di management dovrebbe testimoniare, ma non sono molto al corrente).

In sostanza per alcuni, non so dire quanti, è vera la conoscenza del fatto che sul costo di un'apparecchiatura incidono tante e diverse variabili, non correlate con la o le qualità del prodotto come volgarmente intese, dalla rarità alle politiche di distribuzione, quasi mai la reale ricerca.
Dunque per questi "alcuni" l'influenza del fattore prezzo non può essere assunta nello stesso modo in cui è stata descritta qui. L'influenza del prezzo non è stata oggetto di alcuna speculazione, tanto meno di una dimostrazione, ma viene assunta come dato di partenza nella vostra costruzione, perchè per voi è (stata) ovvia sulla base delle vostre proprie personali esperienze (comprese forse alcune ovvie deformazioni professionali?), anche se oggi non credo che personalmente vi impressioni più di tanto il prezzo di listino di un qualsiasi oggetto audio. Qui custodiet custodes?
Almeno è ovvia per chi, come me, essendo medico, sa quanto "l'effetto placebo" sia determinante.
Solo in linea di principio si, è vero, tuttavia, visto che non si sta parlando di di una metodologia in "doppio cieco" propriamente intesa e rettamente realizzata, ritengo che l'effetto placebo si possa accantonare per un momento, per riprenderne la discussione nel caso serva, a tuo giudizio, approfondire.
L'affermare che quello che è vero in un campo (la medicina) non è vero nell'altro (l'audiofilia) è senz'altro - a mio giudizio - molto ardito.
Probabilmente sbaglio io, tuttavia è chi afferma qualcosa (questa cosa è valida per x, dunque è valida anche per y) a dover dimostrare o mostrare la non manifesta infondatezza della tesi, del "dunque".
Ma, ancora, vorrei prescindere dalla questione del "doppio cieco", se ci si vuole limitare alla discussione delle vostre esperienze concrete.
E' singolare che le critiche degli aristotelici al metodo galileiano erano essenzialmente identiche alle tue.
In tutta onestà, le mie intenzioni erano tutt'altro che aristoteliche (nell'accezione deteriore del termine, come credo intesa forse da te, Giaime, Massimo, Filippo, etc), ma si vede che le ho espresse molto male.

Quando parlo di ripetibilità di un esperimento mi riferisco alla ripetibilità dei risultati dell'esperimento stesso.
Oggi la teoria della relatività è accettata perché chiunque ripeta gli esperimenti sulle contrazioni di Lorenz arriva, salvo le necessarie approssimazioni, agli stessi risultati di tutti i fisici di tutto il mondo da circa un secolo in qua: lo spazio si contrae, il tempo si contrae, indipendentemente se l'esperimento sia condotto dal sig. Gualtiero, ovvero dal sig. Luca, a Roma, come a New York, e per tornare al setup utilizzato nelle vostre prove, con delle Quad, ovvero con un sistema monofonico con tromba in cemento a soffitto da 118dB di efficienza in un salone di 150mq.

Se i risultati non fossero in accordo con quelli precedenti... ritengo ci sarebbero da fare delle valutazioni, delle considerazioni.

Ripetere l'esperimento come procedura, perfetta o non perfetta che sia, per poi magari arrivare a dei risultati non in accordo con quelli originari, non significa appunto aver appurato la "ripetibilità" in senso scientifico dell'esperimento, ma magari mi sono ancora espresso male.

A questo riguardo, della ripetibilità come accordo dei risultati, e' altresì vero che non intendo nemmeno contestare per partito preso, come a qualche giovane goliardico può sembrare.
Mettendo per un momento da parte le obiezioni di logica (non di buon senso), riconosco, o tengo nel debito conto che finora nessuno ha replicato il setup proposto, e poi con un diverso panel ha contraddetto i risultati già da voi registrati.
A questo onesto convincimento aggiungo tuttavia che, a meno che non si volesse "limitare" i risultati raggiunti ad una connotazione relativa, valida solo in un determinato contesto (magari in un altro i "dual connect" potrebbero suonare meglio dei "quad", anche se a sentimento ne dubito abbastanza), rendendo non "condivisibili" tout court i vostri risultati, la prova d'assenza non è assenza di prove (lo "eppur si muove"): a livello strettamente personale devo tener conto per es. di precedenti esperienze, simili ma diverse come setup, musica, panel, etc in cui ho riscontrato valutazioni non così univoche come quelli riportate sul blog del Galileo Audiofilo.
Il fatto che altri ascoltatori possano giungere a risultati diversi dai nostri, potrebbe essere dovuto a due eventualità. La prima è che il giudizio sul suono di un componente audio è completamente soggettivo
Scusami, mi sono perso: quella accennata sopra è la prima eventualità. E la seconda quale sarebbe?
Le tue ultime affermazioni dimostrano, senza offesa, la tua totale lontananza dal mondo e dal pensare scientifico (non c'è nulla di male, anzi...!).
Veramente, senza nemmeno citarle, queste ultime mie affermazioni, tale asserzione andrebbe un poco circostanziata, argomentata. Secondo me.
Nei nostri esperimenti (ripetibili e falsificabili), condotti in condizioni dichiarate (e riproducibili concretamente) noi arriviamo ad un giudizio. Fino ad ora abbiamo ripetuto diverse volte le nostre prove (almeno quattro per ogni "esperimento", ed in un caso - i cavi - in due condizioni diverse) ed in nessun caso i risultati di una prova sono stati in contrasto con quelle precedenti.
E questo dimostra, fino a prova contraria, che avete replicato delle sequenze di atti e fatti, dati ed influenze, tra loro non contraddicenti.
Non dice, per es, se siano affette da un qualche errore sistematico. Non sto dicendo, o peggio insinuando nulla: solo che, il fatto che io ripeta gli stessi gesti, abbia le medesime o quasi influenze interne ed esterne, ha di per sé una discreta probabilità di portarmi a trovare dei risultati in accordo tra di loro, ma nulla dice (nè in un senso, nè in un altro) circa l'accordo con una possibile verità.

Per esempio, come notato da plovati giorni fa, la sequenza di ascolto influisce sulla percezione, diverse sequenze - la scienza dimostra che - conducono a risultati diversi, non accordabili (semplicemente) tra loro. Così come anche la conoscenza quantitativa e qualitativa dei materiali utilizzati.

O anche, per fare un altro esempio di cose da tenere forse in considerazione, esiste un paper dell'AES, ormai anche risalente, che discute del fatto come CD numericamente identici possano suonare diversamente nello stesso setup.

Non sto ponendo delle obiezioni concrete e rilevanti, le mie specifiche ed attuali obiezioni alla vostra esperienza, esperienza che ho definito "ludica" nel senso migliore del termine (per citare dal film Bagger Vance, Dio è più felice quando i suoi figli giocano).

Sto dicendo, a braccio, quale genere di considerazioni avrei indagato io piuttosto che il "mettiamo una tendina davanti all'impianto".
Forse ce l'avrei messa anche io, alla fine, la tendina davanti all'impianto, non fosse altro perché spesso mi comporto in maniera simile nei miei ascolti in privato (mi son anche bendato), tuttavia non l'avrei considerata il cardine del discorso inerente una possibile, maggiore oggettività di una prova d'ascolto.
Che questo sia niente, è una opinione personale, legittima e rispettabile.
Mi spiace, ma credo di esser stato frainteso: non ho mai affermato che le esperienze riportate sul blog siano "niente", ho affermato che hanno un valore oggettivo ma personalistico per coloro che vi hanno preso parte in quel contesto.

Il che - e l'ho già scritto - per me è "abbastanza", e non "niente", il che - e l'ho pure ripetuto diverse volte - in ogni caso vale (almeno per voi stessi) molto più delle chiacchiere scritte dall'emulo di Harry Pearson di turno, e vale ancor più del conseguente - alle chiacchiere -, classico discorso dell'audiofilo mevio (che all'incirca suona sempre simile a: "tizio - ispirato recensore - ha scritto che X a casa sua è "caldo", se l'abbino ad Y, che secondo caio - altro ispirato recensore - nel suo ufficio è "freddo", otterrò quel suono "neutro", come definito da sempronio - direttore di una rivista online - all'ultima fiera - a cui non ho partecipato ma di cui ho letto -, e che secondo me è proprio il suono giusto da ricercare").
Ma se io ho un cesto di pere, le peso con una bilancia e dico che pesano tre chili, tu puoi anche pensare che la mia misura del peso sia insignificante, perché secondo te il peso delle pere è variabile o perché la bilancia che uso è rotta. Però devi dimostrarlo, altrimenti (in questo caso è proprio vero) non hai detto proprio niente.
Anche qui, forse dovreste mostrarmi dove e quando abbia sostenuto un argomento assimilabile: il fatto che la bilancia possa essere fallata lasciamolo da parte, ma in ogni caso non affermerei mai che voi non avete 3kg di pere PERCHE' esistono le equazioni che discendono da Newton (e su cui si basa la bilancia), e milioni di esperimenti in trecento anni che hanno validato quelle equazioni. Nel caso delle prove d'ascolto da voi condotte, non ci sono equazioni o un quadro teorico di riferimento (a parte la "tendina", perché non sono state esplicitate le *domande*, tipo quella di Newton: perché questa benedetta mela cade sempre verso il basso?), non ci sono nemmeno i trecento anni di esperimenti di cui prima a fiancheggiare detti assunti iniziali, ma soprattutto non c'è un numero oggettivo, una grandezza quantitativa misurabile fisicamente, ci sono delle opinioni soggettive, seppur elaborate statisticamente. E questo, scientificamente, marca una differenza, a meno che non affermiate ora che l'accordo statistico da voi rilevato ha la stessa oggettiva pregnanza dell'ago della bilancia che mostra al mondo il peso delle pere comprate oggi.
Il che (l'affermarlo) in definitiva sarebbe pure lecito, ed ancor prima assai rispettabile, ma - perdonatemi, Gualtiero - ancora tutt'altro che "dimostrato" (cosa che non devo essere io a fare, mi pare).
Noi con i nostri esperimenti diciamo poco, tu con le tue opinioni (dal punto di vista scientifico) non dici niente.
Originariamente inviato da malde3718 - 18/12/2007 : 15:26:31
Se intendete che io aggiunga qualcosa alla conoscibilità e descrivibilità dell'evento "riproduzione di un segnale musicale inciso su di un supporto di plastica in codifica stereofonica" si, avete ampiamente ragione, riguardo a ciò qui nulla dico o aggiungo: ma, perdonate, non era questo il mio punto o il mio intento.

Il mio punto è diverso, seppur connesso: io non intendo far cambiare idea a chi pensi che una prova d'ascolto *canonica*, sia pure condotta in modalità "cieca", sia rappresentativa di un qualcosa di universalmente condivisibile.
Personalmente ritengo che c'è la necessità inderogabile di una metodica e di condizioni diverse, da mettere bene a punto, ed in mancanza delle quali tutto quello che si dovrebbe poter dire delle vostre (pur pregevoli) iniziative è che: YMMV (your mileage may vary)

Inviato: 21 dic 2007, 19:51
da malde3718
Carissimo Luca,

su molti punti c'è poco da discutere visto che la pensiamo in maniera identica. Per cui penso che possa essere utile dividere la questione in alcune, precise, domande.

1) tu pensi che in campo audiofilo ci siano prodotti il cui prezzo esagerato è del tutto ingiustificato sia per i loro costi di produzioni, sia per la loro innovatività, sia per il loro suono?

2) esiste l'esigenza dell'introduzione di un minimo di oggettività nella valutazione degli apparecchi sonori, proprio per evitare di cadere in quelle sopra descritte, che se truffe non sono ci vanno vicino?

3) esistono misure che, seppur non perfette, possano essere utili nella valutazione di come suona un apparecchio? Se queste non ci sono, come possiamo fare per tentare di produrre, seppure con fatica, un giudizio su qualunque cosa che possa essere non dico oggettivo, ma quanto meno più oggettivo delle "recensioni ispirate" che si leggono sui giornali?

4) possiamo aspettarci che questa esigenza venga soddisfatta da riviste, recensori, negozianti, importatori che sarebbero i primi a rimetterci da un mutamento dello status quo?

Con amicizia e stima,

Inviato: 21 dic 2007, 22:32
da Luc1gnol0
Sarò abbastanza telegrafico.
tu pensi che in campo audiofilo ci siano prodotti il cui prezzo esagerato è del tutto ingiustificato sia per i loro costi di produzioni, sia per la loro innovatività, sia per il loro suono?
Si.
esiste l'esigenza dell'introduzione di un minimo di oggettività nella valutazione degli apparecchi sonori
Si.
esistono misure che, seppur non perfette, possano essere utili nella valutazione di come suona un apparecchio?
Si (perché funzionare è suonare, come da scuola Aloia-Nardi, qui molto conosciuta), ma seppur utili non sono esaustive, né decisive, per tutta una serie di ragioni attinenti principalmente al fatto che la fisica non è in grado di misurare altro che un certo tipo di "grandezze" (lineari e tempo invarianti, dunque ripetibili). Tralascio la questione se sia possibile indagare o pensare misure diverse da quelle comunemente utilizzate.
Se queste non ci sono, come possiamo fare per tentare di produrre, seppure con fatica, un giudizio su qualunque cosa che possa essere non dico oggettivo, ma quanto me,no più oggettivo delle "recensioni ispirate" che si leggono sui giornali?
Per essere più oggettivi di certa stampa basta sapere che l'imperatore cavalca nudo.
Per ogni avanzamento da questo punto in poi, occorre ridurre gli errori sistematici (che riguardano in massima parte la relazione trilaterale diffusori-ambiente-orecchio/cervello), e sviluppare sulla base di un siffatto setup nuovi concetti o valori condivisi, o meglio, condivisibili perché basati sull'utilizzo di un setup come sopra in via generalissima indicato.
possiamo aspettarci che questa esigenza venga soddisfatta da riviste, recensori, negozianti, importatori che sarebbero i primi a rimetterci da un mutamento dello status quo?
Originariamente inviato da malde3718 - 21/12/2007 : 13:51:18
Vedi sopra (il re è nudo).

Nota: da domenica in poi difficilmente avrò modo di discutere qui con chicchessia, per cui buon Natale e felice anno nuovo!

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Ciao, Luca

Inviato: 22 dic 2007, 02:41
da malde3718
Per ora buon Natale a tutti, ed in particolare a Luca.

Riprenderemo il discorso, per me interessantissimo, nell'anno nuovo.

Auguri a tutti.

Inviato: 22 dic 2007, 04:03
da sinuko
la fisica non è in grado di misurare altro che un certo tipo di "grandezze" (lineari e tempo invarianti, dunque ripetibili)
e perchè se non sono lineari non sono riproducibili? Non capisco cosa centra la linearità (principio di sovraposizione) con la ripetibilità.

Paolo

Inviato: 22 dic 2007, 17:27
da Luc1gnol0
Non capisco cosa centra la linearità (principio di sovraposizione) con la ripetibilità.
Originariamente inviato da sinuko - 21/12/2007 : 22:03:12
Non importa e non c'è tempo.
In estrema sintesi, per quanto atteneva alla domanda di Gualtiero, si parla di modelli percettivi non descrivibili (in maniera ripetibile come sopra accennata) con gli strumenti di misura (né con le eq.) propri della fisica (princ. acustica ed elettromagnetismo).

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Ciao, Luca

Inviato: 22 dic 2007, 17:39
da sinuko
Non importa e non c'è tempo.
Il tempo sicuramente non basterebbe, sono daccordo visto che è un affermazione sbagliata..sul non importa potrei non essere daccordo.

Ciao Paolo

Inviato: 22 dic 2007, 23:33
da malde3718
Non capisco cosa centra la linearità (principio di sovraposizione) con la ripetibilità.
Originariamente inviato da sinuko - 21/12/2007 : 22:03:12
Non importa e non c'è tempo.
In estrema sintesi, per quanto atteneva alla domanda di Gualtiero, si parla di modelli percettivi non descrivibili (in maniera ripetibile come sopra accennata) con gli strumenti di misura (né con le eq.) propri della fisica (princ. acustica ed elettromagnetismo).

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Ciao, Luca


Originally posted by Luc1gnol0 - 22/12/2007 :  11:27:03
Se qualcosa non è descrivibile, non è.

Se qualcosa non è ripetibile, non è.

Se qualcosa non è misurabile, non è.


Tertium non datur, almeno nel campo della scienza.

Potresti essere più preciso? Le tue affermazioni sono per me interessanti ma difficili da comprendere.

Inviato: 24 dic 2007, 00:43
da plovati
Non importa e non c'è tempo.
Il tempo sicuramente non basterebbe, sono daccordo visto che è un affermazione sbagliata..sul non importa potrei non essere daccordo.

Ciao Paolo


Originally posted by sinuko - 22/12/2007 :  11:39:11
Quello che Luca (Luc1gnol0) sostiene - l'inapplicabilità delle leggi fisiche e della ripetibilità galileiana nel caso delle prove di ascolto- non è causato dalla nonlinearità del sistema, ma dalla sua tempovarianza.

Più estesamente, il sistema audio nella sua interezza, compresa l'elaborazione intellettivo-emozionale da parte dell'ascoltatore si caratterizza come un sistema nonlineare, tempovariante, con memoria. Quindi non vale il principio di sovrapposizione degli effetti, non c'è un legame proporzionale tra stimolo e percezione, non c'è una risposta univoca, immutabile, dell'ascoltatore ma questa dipende dalla storia passata e dalle condizioni del momento.

Ciò non toglie che un sistema siffatto non sia analizzabile, solo che vanno utilizzati gli strumenti giusti. E uno strumento giusto è la statistica. Ci sono esempi di tali sistemi correttamente descritti da algoritmi statistici, che funzionano benissimo anche se non possono garantire una misura affidabile al 100% di un singolo caso.

Nelle telecomunicazioni, nessuno ad esempio può sapere se telefonando ad un numero a caso si troverà la linea libera, ma l'esperienza e la statiscca poissoniana ci dice che è abbastanza probabile trovarla libera provando la selezione per un certo tempo, funzione del numero di utenti del sistema e del tasso medio di occupazione della linea.

Un altro sistema nonlineare tempovariante con memoria ben noto nella pratica è costituito ad esempio dalla risposta dell'organismo di un paziente alla somministrazione di un certo farmaco. Nessuno può garantirmi che l'aspirina abbia effetto ora, in uno stato del mio organismo che dipende da quanto il mio corpo ha fatto fino al momengo della somministrazione. Ma da studi eseguiti precedentemente su persone simili a me si è visto che è abbastanza probabile che il farmaco funzioni nelle dosi consigliate e senza controindicazioni.

Per le prove di ascolto vale una considerazione simile: nessuno può garantirmi che la (non)differenza tra i cavi provati da malde e amici in un impianto simile sia verificata dagli stessi fra un mese o da un panel differente fra un anno. E niente è meno interessante per un autocostruttore del giudizio di un ascolto che non sia il suo.
Ma se ripeto la stessa prova di ascolto più volte con persone diverse e conferma sempre lo stesso risultato in media (potranno variare le risposte singole, ma la sigificatività complessiva sarà alla stesso livello) è abbastanza probabile che un altra persona in condizioni simili riporti impressioni somiglianti piuttosto che il contrario.
Quindi se eseguo prove di ascolto multiple in tempi ragionevolmente lunghi e su campioni di ascoltatori significativi posso oggettivamente sostenere un dato percettivo.

E l'autocostruttore può ragionevolmente basarsi su dati di ascolto che con una certa probabilità saranno quelli che riscontrerà egli stesso, se appartiene alla stessa classe di ascoltatori che hanno eseguito il test (età, cultura, etc..), .
Tale probabilità sarà tanto più alta quanto più simile il nostro soggetto sarà rispetto al panel di confronto con il quale sono state eseguite le prove ripetute. E questo si può affermare solo tramite la conoscenza di molti dati personali. Chiunque sa infatti che pesa le opinioni di ascolto degli amici con la conoscenza dei loro gusti, storia e esperienza passata.

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Piergiorgio

Inviato: 27 dic 2007, 14:13
da sinuko
Grazie Piergiorgio,
chiaro e conciso, inappuntabile.

Ciao Paolo

Inviato: 04 gen 2008, 03:41
da malde3718
Grazie Piergiorgio per la precisissima e lucida esposizione.

La mia sensazione che nei forum audiofili si parli molto di come mettere a punto l'impianto e molto poco di come verificare questa messa a punto è perfettamente descritta nel tuo discorso.

Buon anno a tutti,

Inviato: 04 gen 2008, 04:11
da plovati
La mia sensazione che nei forum audiofili si parli molto di come mettere a punto l'impianto e molto poco di come verificare questa messa a punto ...

Originally posted by malde3718 - 03/01/2008 :  21:41:51
In realtà anche in questo, che è un forum tecnofilo più che audiofilo, non c'è accordo su come (e cosa) verificare... Al dilà di ogni altra considerazione tutti sanno che a fare una modifica ci si mette un minuto, a verificare che sia meglio non basta un mese. Questo se vuoi garantisce che tutti abbiano ragione e nessuno in particolare :) .

E' un po' come la storia dell'halting problem in informatica, il fatto che non sia possibile verificare un algoritmo se non con un altro algorimo di complessità superiore garantisce lavoro assicurato agli informatici.
:D

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Piergiorgio

Inviato: 19 gen 2008, 22:43
da meraxx
Carissimo Gualtiero,

innanzitutto mi fa piacere (soprattutto per te :oops: ) sapere che non ti chiami davvero Venanzio, nome troppo desueto per esser portato con tranquillità oggi.
In realta' Gualtiero Malde' e' il falso nome con cui, in Rigoletto, si spaccia il Duca di Mantova...

scusate l'OT, e complimenti per la "trasmissione": in particolare l'intervento di Piergiorgio poco sopra che ho trovato illuminato ed illuminante.

Saluti

Vincenzo

Inviato: 19 gen 2008, 23:29
da Giaime
Ciao Vincenzo,

benvenuto nel forum :)

Ciao!
Giaime Ugliano

Inviato: 21 gen 2008, 20:54
da plovati
In realta' Gualtiero Malde' e' il falso nome con cui, in Rigoletto, si spaccia il Duca di Mantova...

Originally posted by meraxx - 19/01/2008 :  16:43:03
Hai capito che ignorantoni che siamo? :) Ma a quanto pare nemmeno in VHF lo hanno sgamato.

Comunque sulla questione del cieco, influenza del costo sui giudizi, doppio cieco ABX etc, c'è una lunga discussione di grossi papaveri QUI

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Piergiorgio

Inviato: 21 gen 2008, 21:01
da plovati
E un po' di matematica del doppio cieco QUI

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Piergiorgio

Inviato: 22 gen 2008, 17:15
da meraxx
Ciao Vincenzo,

benvenuto nel forum :)

Ciao!
Giaime Ugliano



Originariamente inviato da Giaime - 19/01/2008 :  17:29:22
Ciao Giaime,

grazie del benvenuto e BENTROVATO!
chiedo venia se il mio primo post non e' stato di presentazione e saluto al forum.

un caro saluto a tutti

Vincenzo

Inviato: 22 gen 2008, 19:41
da meraxx
Salve,

sono iscritto anche al forum di VideoHiFi (faccio outing :oops: ; ) :D ), dove si e' molto discusso (ne parlava anche Venanzio/Gualtiero/Malde) del famigerato doppio cieco.
Come ho scritto piu' sopra ho trovato molto chiaro l'intervento di Piergiorgio e mi sono permesso di copia-incollarlo su VHF integralmente e con l'indicazione dell'URL di provenienza.
Qualora l'autore o gli amministratori di questo forum non ritenessero corretto questo mio comportamento sono naturalmente pronto a rimuovere il tutto.
La mia unica intenzione era quella di portare il contributo di Piergiorgio (che io ho ritenuto valido) alla discussione in materia.

Saluti

Vincenzo

Inviato: 22 gen 2008, 20:24
da plovati
A me non piace quel forum, dove molti personaggi reali sono peggio di quelli virtuali, gli interessi più dell’interesse, la libertà solo di facciata. Questo non vuol dire che facciamo ostracismo a chi frequenta VHF, ovviamente. Non vogliamo però trasformare il nostro forum in un campo di ping-pong con continui cross-posting.
In quanto all’intervento postato, ha poco senso estrapolato dal contesto, comunque non vedo problemi a lasciarlo. Sono argomentazioni comunque già portate (specie il paragone con il GPS) in precedenza da drpaolo sullo stesso forum. Se avessero voluto veramente approfondire questi aspetti, non avrebbero bannato malde.


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Piergiorgio

Inviato: 31 gen 2008, 23:30
da plovati
A quanto pare c'è un sito gemello del Galileo Audiofilo, stavolta spagnolo:

http://www.matrixhifi.com/ENG_marco.htm


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Piergiorgio

Inviato: 05 feb 2008, 07:00
da plovati
Visto che nel suo blog malde/venanzio fa tesoro dei suggerimenti, mi sento di consigliargli di procurarsi Electronics World del Maggio 2000. Troverà a pag. 388 un interessante articolo di John Watkinson (Room fot Improvement II), che descrive con riferimneto a delle Quad ESL63, come verificare il contributo del campo sonoro riverberato, dovuto all'ambiente.
Mettere dei cuscini assorbenti davanti e dietro i pannelli, posizionarsi lungo la linea congiungente i pannelli (campo nullo dovuto ai dipoli), ascoltare da un'altra stanza etc.. sono tutti mezzi per evidenziare il contributo ricevuto da altre sorgenti secondarie.

Che c'entra questo con le prove in cieco del galileo audiofilo, la ripetibiltà, etc? L'obiezione più grande (e sensata) che si può muovere alla rappresentatività generale e alla ripetibilità di prove condotte in un determinato ambiente, specie con dei pannelli elettrostatici, risiede nella constatazione di quanta influenza abbiano le riflessioni del retro del diffusore e della stanza sul risultato complessivo.

Sarà il campo riverberato dell'impianto preso a riferimento simile a quello di altre situazioni (diffusore-posizione-ambiente)? Watkinson non dà risposte a questo, ma gli sperimentatori del galileo audiofilo dovrebbero almeno porsi la stessa domanda.

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Piergiorgio

Inviato: 20 feb 2008, 16:29
da plovati
Un altro piccolo suggerimento. La vera prova alla cieca?
Fatevi tenere un registro da qualcuno dei CD o vinili che ascoltate più spesso e di quanto ascoltate ogni giorno. Per chi ascolta da PC la cosa è pressochè automatica, con un SW opportuno. Fatelo per diversi mesi, in modo da mediare le occasioni, gli umori, le visite degli amici etc..
Prendete nota.
Cambiato cavo, o componente o quello che volete. Ripetete lo stesso procedimento per analogo (lungo!) tempo.
Confrontate i risultati con quelli precedenti.

Se avete ascotato più musica, la modifica è migliorativa. Se notate un incremento nell'ascolto di musica classica la pulizia è migliorata, se notate un incremento di brani operistici e vocali la resa sulle voci è migliore con il nuovo componente, se avete incrementato il rock i bassi sono più materici etc..

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Piergiorgio

Inviato: 22 feb 2008, 21:48
da malde3718
La nostra battaglia in favore di una maggiore oggettività e di un superiore rigore scientifico nella valutazione di apparecchi per la riproduzione del suono ha avuto un successo travolgente, che ha per appunto travolto il nostro blog dove non era più possibile stare dietro ai commenti.

Proprio per questo è stato attivato un forum, aperto a tutti, dove tutti gli interessati sono invitati.

Vorrei sottolineare che sono i benvenuti anche coloro che sono convinti della inutilità delle prove alla cieca o comunque più rigorose.

L'indirizzo del forum è

http://ilgalileoaudiofilo.forumup.it

Vi aspetto tutti, grazie per l'ospitalità.

Inviato: 22 feb 2008, 22:00
da plovati
Bene, auguri per la nuova avventura.

Lascerei aperto questo thread per permettere la prosecuzione di alcuni scambi di idee che non è bello troncare.
Chi fosse interessato ad approfondire i temi collegati a questa discussione potrà trovare da ora un intero forum a sua disposizione.


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Piergiorgio

Inviato: 25 feb 2008, 23:49
da Luc1gnol0
Lascerei aperto questo thread per permettere la prosecuzione di alcuni scambi di idee che non è bello troncare.
Originariamente inviato da plovati - 22/02/2008 : 16:00:09
Che ti stessi riferendo a me?

Innanzitutto ben rivisti a tutti quanti.

In realtà pur in qualche modo dovendo alcune risposte a Venanzio/Gualtiero ed accoliti o simpatizzanti, personalmente credo che buona parte di quello che potrei dire lo si ritrovi pregnante e chiaro, per chi legga "cum grano salis", sul blog originario del nostro professore universitario (chissà per quanto lo manterrà).

Non ricordo chi diceva che fare la cosa giusta per le ragioni sbagliate non rende l'azione meritoria, tuttavia auguro - con plovati - al neonato forum di avere, come fattore di denuncia, un'impronta maggiore di quella che sia lecito aspettarsi ricordando le parole del Gattopardo: bisogna che tutto cambi perchè niente cambi.

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Ciao, Luca

Inviato: 27 feb 2008, 20:14
da plovati
In effetti intendevo lasciare spazio ad alcune precisazioni e controargomentazioni tue, magari un poco meno ermetiche dell'ultimo tuo messaggio.

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Piergiorgio

Inviato: 28 feb 2008, 03:50
da Luc1gnol0
In effetti intendevo lasciare spazio ad alcune precisazioni e controargomentazioni tue, magari un poco meno ermetiche dell'ultimo tuo messaggio.
Originariamente inviato da plovati - 27/02/2008 : 14:14:26
Ma le posizioni non sono negoziabili, per cui a che pro?
Il prof. Maldè sostiene l'evidenza delle sue prove sperimentali. Perché dovrebbe revocarle in dubbio?
Io sono convinto della non utilizzabilità delle stesse nella ricerca di un valore oggettivo, e del valore personalistico o soggettivo delle indicazioni colà ottenute.

Credo di averlo già scritto, ma se andiamo a trarre delle indicazioni generali si ha un impianto qualunque, in un ambiente qualunque, con quattro o cinque giudici qualunque, che esprimono le loro valutazioni soggettive, sia pure poi elaborate statisticamente e le raffrontano ad altre esperienze, se vuoi meno trasparenti in ipotesi, ma del tutto analoghe. Tutto questo non fa una bilancia. Certo poi non posso nemmeno non tener conto del fatto che la sedia su cui mi siedo, indipendentemente dal saperne la portata o il mio peso, si rompe quando lo faccio: e di fatti non disconosco l'importanza che hanno per il prof. Maldè ed i suoi accoliti le riportate esperienze.

Non è propriamente ermetismo il mio, è qualcosa di più simile ad una sorta di pragmatismo.
Se ti aspetti indicazioni a superare l'impasse, quest'aspettativa è superiore alla mia attuale forza e volontà.

EDIT: Aggiungo qualcosa circa il grano salis.

Rimanendo alla superficie opaca delle cose ho detto che bastano le stesse parole del prof. Maldè a chiarire alcune cose. Quando si legge (es.) che (prova Rega - Oppo) su cinque persone una preferisce A, un'altra B e le altre non riescono a distinguere, cosa bisogna inferirne circa l'oggettività della prova? Sia per il mancato accordo delle rilevazioni, sia per la preferenza netta di chi invece ha distinto gli apparecchi. E' meglio A o è meglio B? Non si può dire. E quando il padrone di casa riferisce brevemente della sua esperienza americana: dagli USA ha riportato apparecchi magnifici, che suonavano magnificamente e lo soddisfacevano, lì. Giunto in Italia non gli piacciono più. Io rimango perplesso: se trasloca gli piacerà ancora il Nagra? Il prof. Maldè indica le Quad come le uniche casse per lui. Perché, che cosa hanno rispetto ad altre? Perché non hanno tutti delle Quad? Non si sa. Lasciamo perdere la porta aperta della prova in cieco di diffusori, che per sua ammissione è alquanto problematica, ma ricordo come è accaduto sovente di sentire di episodi in cui gente non si è accorta di tweeter bruciati, mono scambiati per stereo, fasi caotiche o invertite, etc. E si può continuare nel porsi interrogativi sull'oggettività e la qualità.

L'audiofilia è un fenomeno umano, non tecnico. In questo fenomeno umano si inserisce l'esperienza del gruppo milanese, e non ne esce, non se ne distacca. Tant'è che la sua forza comunicativa è nel passa parola. Guarda caso la stessa forza trainante di VHF. E come per le riviste "canoniche", abbiamo i primi esempi di rivenditori che gli affidano apparecchi da provare (ma forse ho capito male). Dunque abbiamo sostituito ai vecchi Re dei democratici Presidenti? C'è davvero differenza? Io una ne trovo, nella denuncia dell'insopportabilità del vecchio assetto. Ma è nel sistema, non fuori. Non si esce dall'ambito della pura soggettività. Ha dei pregi. Per es. nell'indicare a ciascuno di scegliere ciò che si preferisce hic et nunc e non quello che gli viene descritto altrove come "migliore". Ma ugualmente non sa dire cosa sia migliore e perché. Dunque, cui prodest?

Mi scuso dell'aggiunta posticcia e raffazzonata, in primis col prof. Maldè.

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Ciao, Luca

Inviato: 29 feb 2008, 01:16
da malde3718
Carissimo,

nel rinnovare il mio invito a partecipare con le tue idee alle discussioni sul nostro forum, mi permetto di rispondere ad alcune tue critiche.

E' ovvio che i gusti in audiofilia giocano un ruolo fondamentale. Ed è ovvio che quello che a me piace possa essere insopportabile per un altro. Per esempio, io odio le aragoste ed amo il tartufo. Ovvio che se io giudico i piatti di un ristorante, li giudicherò secondo i miei gusti, ed ovvio che se chi mi legge ama le aragoste ed odia il tartufo, non troverà per nulla affidabile il mio giudizio.

In questo senso, tu hai perfettamente ragione. Non solo ognuno di noi ha i propri gusti, ma ognuno di noi ha la propria stanza ed i propri dischi, che possono fare risaltare diversamente pregi e difetti dei singoli apparecchi.

Ma qui, se ci pensi bene, siamo ad un altro livello. Qui non si tratta di un ristorante dove c'è l'aragosta o il tartufo sul piatto; qui si tratta di un bicchiere di acqua che ci viene venduto facendoci credere che si tratta di acqua magica!

Se tu hai notato, noi nelle nostre prove del galileo audiofilo non sottolineiamo cosa suona meglio o cosa suona peggio: per quello ci sono i gusti di ognuno, e ognuno deve giudicare per conto proprio.

Qui parliamo di apparecchi che semplicemente NON POSSONO ESSERE DISTINTI, pur costando uno la frazione dell'altro. Io non dico che in assoluto non possano essere distinti. Altri, in altre stanze, con altre orecchie, con altri dischi, con altri impianti possono essere in grado di distinguerli perfettamente. Ma nel momento in cui noi, con i nostri limiti, diciamo che non siamo riusciti a distinguere un impianto al quale è collegato un cavo di alimentazione da un euro dallo stesso impianto al quale è collegato un cavo di alimentazione che costa mille euro, raccontiamo la nostra esperienza. Che, come tutte le esperienze scientifiche ha un limite, e può essere falsificata.

Altri ascoltatori, con altri mezzi ed altre orecchie, possono trovare che i due cavi sono facilissimi da distinguere. Ma, qui casca l'asino, devono farlo. Tu puoi avere tutti i gusti che vuoi, ma se io vengo a casa tua, nel tuo impianto, con i tuoi dischi e tu non riesci a distinguere i due cavi, i due cavi suonano in modo identico. Quindi non puoi preferirne uno all'altro, i gusti qui non c'entrano, perchè i gusti possono essere importanti quando il suono (o i piatti, o i quadri) sono diversi, ma non quando sono identici.

Su videohifi io ho scommesso duemila euro con chiunque potesse distinguere alla cieca due cavi uno buono, l'altro fantastico. Nessuno ha accettato la scommessa.

Le nostre esperienze hanno mille difetti, ma un pregio. Che possono essere ripetute. Diciamo quali cavi abbiamo usato, quale impianto, quali dischi. E cosa abbiamo trovato.

Quando non troviamo nessuna differenza tra un cavo e l'altro possiamo certamente sbagliarci. Ma a questo punto l'onere della prova ricade su chi pensa che quei due cavi suonino diversi. E' sufficiente che chi è convinto di questo dimostri che è vero (ovvero che li sa distinguere alla cieca) ed il discorso è chiuso: noi sbagliamo e lui è nel giusto.

Fino a quel momento, abbiamo ragione noi.

Capisco che è poco, quasi nulla. Ma a mio giudizio è un passo gigantesco che ci allontana da quell'insulso soggettivismo che, sono convinto ogni giorno di più, viene spesso utilizzato per promuovere qualcosa di molto vicino a delle vere e proprie truffe.


Vi aspetto nel forum.

Gualtiero

http://ilgalileoaudiofilo.forumup.it/

Inviato: 29 feb 2008, 05:22
da Luc1gnol0
Caro Gualtiero,

ti ringrazio delle gentili parole.
Per ora seguo, come tanti, in modalità "read only" la vostra iniziativa: non credo di dare contributi, in quanto diverso e per diversi aspetti non correlato è l'approccio, il giuoco, di un "saldatore" da quello di un audiofilo. Per esemplificare con una banalità, diventa piuttosto difficile eseguire una prova in cieco di - ipotesi - due condensatori, diversi o per tecnologia o per valore, all'interno dello stesso apparecchio.
Se tu hai notato, noi nelle nostre prove del galileo audiofilo non sottolineiamo cosa suona meglio o cosa suona peggio: per quello ci sono i gusti di ognuno, e ognuno deve giudicare per conto proprio.
Questo mi pare possa esporre ad alcuni problemi, nel senso che non sembra salvaguardare dalla circolarità dei giudizi, né si presta a confronti multilaterali con la stessa efficienza dei confronti bilaterali: confronto A con B. Preferisco B ad A, lo compro. Confronto B con C. Preferisco C, vendo B, prendo C. Confronto C con A, non li so distinguere, o non so quale preferisco, o preferisco A. O anche: preferisco B ad A. Preferisco C ad A. Poi non so distinguere B da C, o li distinguo ma non ho preferenze. Etc. Capita, altro che se capita, specie se A, B, C sono apparecchi tutti validi, specie se magari nel frattempo ho cambiato qualcos'altro nell'impianto, o il software di prova, o si sono affinati tramite l'esperienza i miei gusti musicali, specie se è passato del tempo, se ho divorziato, se mi sono sposato, etc. Questo proprio perché alla fine scelgo quello che mi piace sul momento, cosa che va bene con l'aragosta (che mi piace), va bene con il tartufo (che pure mi piace), ma forse in questi casi va bene perché nel loro alternarsi è il piacere di mangiar "bene".
Capisco che è poco, quasi nulla. Ma a mio giudizio è un passo gigantesco che ci allontana da quell'insulso soggettivismo che, sono convinto ogni giorno di più, viene spesso utilizzato per promuovere qualcosa di molto vicino a delle vere e proprie truffe.
Originariamente inviato da malde3718 - 28/02/2008 : 19:16:44
Sul soggettivismo ho maggiori riserve in via di principio, o perlomeno, per ora non vedo come si possa autoriformare (o definire una parte di se come insulsa).

Se gentilmente mi passi l'iperbole espositiva, è in quell'insulso soggettivismo che trova humus pure l'iniziativa meritoria di denuncia di cui sei promotore. L'abominio dell'audiofilia come da molta dell'offerta intesa si nutre, trova sbocco grazie all'opera di mistificazione che ha imperversato sulle pagine patinate (e in rete) nell'ultimo quarto di secolo. Questa è la denuncia. Ma un effetto del volano della promozione recensoria è anche la moltiplicazione dell'offerta. Se non ci fosse un mercato dei gonzi forse mai gli eredi Kudelski avrebbero sconfinato dal lucroso mondo del "professionale" a quello hi-end. Idem forse per la famiglia Manley. Se c'è una grande offerta è perché nessuno ha chiesto conto di ragioni oggettive diverse dall'esistenza del mercato dei gonzi. Al punto che se non ci fosse il mercato dei gonzi, sempre meno (si chiama "adverse selection") andrebbero ad offrire quello che offrono. Ma minore offerta oltre che minore quantità importa - nel tempo - una minore varietà. Il soggettivismo cosa o come potrebbe selezionare di quest'offerta ridotta? O meglio, il tuo soggettivismo trova la possibilità di un migliore soddisfacimento grazie all'esistenza del soggettivismo cd. "insulso", al mercato dei gonzi. Non per nulla hai potuto rivendere il tuo costoso lettore digitale Wadia ad un "matto", tua definizione, e col ricavato finanziare (anche se non credo ti manchino disponibilità a prescindere dallo stesso) l'acquisto del nuovo campione (il Nagra, credo), pure questo "figlio" del soggettivismo cd. "insulso". O no?

Chiedo scusa se i toni del mio intervento possan risultare un poco "banalotti", e rinnovo il sentimento di cordialità e l'apprezzamento.

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Ciao, Luca