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Inviato: 18 ott 2005, 21:19
da titano
Questa discussione nasce come diretta evoluzione del 3D sugli attenuatori a scatti. L’idea è quella di ampliare gli orizzonti e valutare in generale la sezione di guadagno in tensione e il corretto posizionamento del controllo di volume.

Parto con alcune considerazioni personali di carattere assolutamente generale sugli stadi pre.

Le fonti moderne offrono ormai una capacità di pilotaggio e di erogazione di corrente molto diverse da quello che poteva esser fornito un tempo dalle sorgenti analogiche. Gli stadi ad alto guadagno con sorgenti digitali non hanno più alcun senso e quindi credo che gli obiettivi cui un preamplificatore moderno debbano esser rivalutati.

Personalmente credo che un guadagno intorno ai 15/18dB sia già più che sufficiente, se non addirittura eccessivo. I punti su cui focalizzare l'attenzione a mio avviso sono altri.
Vista la sporcizia che spesso si trova in uscita dalle sorgenti digitali l'idea di attuare un isolamento galvanico è allettante ma va valutata con attenzione.
Sono convinto che un buon pre debba essere quanto più lineare possibile e garantire una banda passante ben oltre quella audio.
Dovrebbe permettere la gestione del volume senza influire sulle sue caratteristiche funzionali.
Sono convinto che sia fondamentale importanza studiare circuitazione e layout in modo tale da ottenere la più elevata reiezione ai disturbi dell'alimentazione possibile.
L'unica vera funzione di un pre moderno, a mio avviso, dovrebbe essere quella di permettere il miglior interfacciamento tra sorgente e finale, con l'aggiunta del controllo volume, mantenendo la più totale neutralità sul segnale elaborato.
Dovrebbe permettere il pilotaggio di cavi di segnale anche lunghi, in modo tale da lasciare il finale o i finali a ridosso dei diffusori.

Credo che le soluzioni siano diverse e dipendano in gran parte dalla tecnologia scelta oltre che dalle condizioni al contorno.

Si potrebbe cominciare pensare a come fare un fratellino per il My_ref, contando sull’aiuto di un valido tecnico come Mauro Penasa.

Valuterei anche l’idea ad uno stadio buffer da integrare direttamente nella sorgente digitale, in modo da garantire una capacità di erogazione di corrente ed una impedenza d’uscita tali da poter pilotare anche un potenziometro da 10K senza problemi.
Mi sono scaricato i datasheet del buf364 della Burr Brown, sembra interessante…


Marco

Inviato: 18 ott 2005, 21:57
da mauropenasa
Ottima introduzione di argomento, Marco.
Condivido le basi di partenza, in fondo proprio quello che deve fare un pre, esoterico o non...

Io posso dare qualche "imbeccata", giusto per incasinare meglio le cose... :D

Aggiungerei alla tua descrizione di intenti anche un ruolo sempre sottovalutato negli ambienti "high", cioè una proprietà di "smistamento" adeguata, nel senso di un adeguato numero di ingressi ed uscite, possibilmente senza "interazioni" negative (avete mai pensato, ad esempio, che anche molto "esoterici" hanno l' uscita tape direttamente collegata al selettore di ingressi, per cui vi trovate a "caricare" la sorgente con il tape, anche quando non lo usate ?)

Riguardo alle necessità di "gain", condivido, in genere con lettori digitali il discorso è superfluo, basta un attenuatore o al limite un gain di pochi dB...
Ma si può sempre pensare ad un circuito "multi_gain", o guadagno attivo, a seconda delle scelte. No manetta, no gain (attenuazione).

Forse "bufferare" una sorgente digitale può essere una "contraddizione di termini", nel senso che è una delle poche fonti "già" abbondantemente bufferata. In genere le fonti sono molto vicine al pre...

Rumore e adattamento (disacoppiamento)... Mah, secondo me sono due cose diverse. Il rumore digitale è un segnale che si può gestire solo con la filtratura, mentre le problematiche di ronzii e altro possono avere giovamento dal uso di trasformatori o altri gruppi di adattamento (vedi bilanciato)... Io, non amo i componenti reattivi più di tanto (trafo), proprio perchè credo che si entri nell' ambito della gioielleria, quando si parla di trafo per stadi linea (bilanciamenti di materiali magnetici etc...).

Sinergia. Io posso dire che non ci credo ma può essere cosi.

Non ci credo nel senso che in elettronica c'è una spiegazione a tutto, e se si creano delle "sinergie" significa che esiste un nesso "strumentale", da qualche parte. Altro punto è che io sono stato vittima molte volte di "equalizzazioni" pre-finale, per cui "capisco".

A scanso di equivoci, il mio pre ideale è quello che "non senti", tipo collego direttamente un CDpl al finale e commuto sul il pre e non riesco a sentire differenze...

ciao


Mauro

Inviato: 18 ott 2005, 23:50
da titano
Ottima introduzione di argomento, Marco.
Condivido le basi di partenza, in fondo proprio quello che deve fare un pre, esoterico o non...
Ehehehe...beh viste le tue conoscenze tecniche e la generale assenza di peli sulla lingua che caratterizza i tuoi post non poso che essere lusingato
Io posso dare qualche "imbeccata", giusto per incasinare meglio le cose... :D
Le imbeccate di qualcuno che ha più esperienza e competenza a me non possono fare che piacere.
Aggiungerei alla tua descrizione di intenti anche un ruolo sempre sottovalutato negli ambienti "high", cioè una proprietà di "smistamento" adeguata, nel senso di un adeguato numero di ingressi ed uscite, possibilmente senza "interazioni" negative (avete mai pensato, ad esempio, che anche molto "esoterici" hanno l' uscita tape direttamente collegata al selettore di ingressi, per cui vi trovate a "caricare" la sorgente con il tape, anche quando non lo usate ?)
Certo, quando parlavo di interfacciamento tenevo inconsciamente conto anche di questo parametro. Mi ricollego qui al discorso sinergia.
L'aspetto più bello e che maggiormente differenzia il percorso di ricerca e sviluppo della catena audio personale di un autocostruttore è, a mio avviso, la possibilità di pensare e in caso modificare i singoli componenti senza limitazioni tecniche o legami commerciali. Per sinergia io intendevo questo, la possibilità di lavorare e studiare una catena pensata e sviluppata senza soluzione di continuità. Insomma sinergia nel senso che tutti i componenti sul percorso audio lavorano concorrendo al risultato finale, senza colli di bottiglia.
Riguardo alle necessità di "gain", condivido, in genere con lettori digitali il discorso è superfluo, basta un attenuatore o al limite un gain di pochi dB...
Ma si può sempre pensare ad un circuito "multi_gain", o guadagno attivo, a seconda delle scelte. No manetta, no gain (attenuazione).
Beh avere più guadagno di quanto necessario potrebbe essere anche positivo. Si può sempre recuperare con un qualche tipo di controreazione linearizzando risposta, allargando la banda ecc.
Tu come vedi la condizione multi-gain? Come implementarla?
Forse "bufferare" una sorgente digitale può essere una "contraddizione di termini", nel senso che è una delle poche fonti "già" abbondantemente bufferata. In genere le fonti sono molto vicine al pre...
Vero se i buffer fossero di qualità sufficiente. Spesso piccoli interventi sugli stadi d'uscita dii lettori economici causano salti di prestazioni difficilmente immaginabili. Io pensavo di lavorare dentro lo stadio d'uscita non a monte.
Comunque mi sono spiegato male. Io stavo pensando effettivamente al my_ref , alla possibilità di usare solamente un controllo passivo di volume permettendo con qualche modifica alla sorgente (anche economica) di pilotare agevolmente l'amplificatore senza andare in crisi.
Rumore e adattamento (disacoppiamento)... Mah, secondo me sono due cose diverse. Il rumore digitale è un segnale che si può gestire solo con la filtratura, mentre le problematiche di ronzii e altro possono avere giovamento dal uso di trasformatori o altri gruppi di adattamento (vedi bilanciato)... Io, non amo i componenti reattivi più di tanto (trafo), proprio perchè credo che si entri nell' ambito della gioielleria, quando si parla di trafo per stadi linea (bilanciamenti di materiali magnetici etc...).
Sinceramente non parlavo di rumore digitale ma di disturbi spesso non trascurabili provenienti da sorgenti digitali. In particolare in prodotti di fascia media dove spesso lo studio del layout non è ottimale e i disturbi in RF o common mode captati dalle masse analogiche sporcano il segnale in uscita. In questo caso i miglioramenti possono farsi sentire.

Capisco bene la tua posizione sugli elementi reattivi, sono perfettamente d'accordo. Sinceramente i vari accoppiamenti a trasformatore negli stadi SE delle elettroniche a tubi non mi hanno mai convinto fino in fondo.
Ho specificato SE perchè invece nel caso di circuitazioni totalmente bilanciate la cosa potrebbe risultare più interessante.
La mia idea di catena audio a tubi, che sto studiando da qualche mese, è legata ad una soluzione del tipo. Dac con uscita bilanciata+stadio di guadagno e buffer. Integrato con ingresso a trasformatore e tre stadi differenziali con sorgenti di corrente costante ad alta impedenza (ccs..) nei punti focali, trafo di uscita. Tutte alimentazioni stabilizzate shunt.
Un lavoraccio...per ora mi sto facendo il my_ref :D

A scanso di equivoci, il mio pre ideale è quello che "non senti", tipo collego direttamente un CDpl al finale e commuto sul il pre e non riesco a sentire differenze...
Mi pare che qui siamo in perfetta sintonia.


Marco

Inviato: 19 ott 2005, 00:18
da mr2a3
A scanso di equivoci, il mio pre ideale è quello che "non senti", tipo collego direttamente un CDpl al finale e commuto sul il pre e non riesco a sentire differenze...
Eppure se migliora l'interfacciamento tra sorgente e utilizzatore il pre dovrebbe poter migliorare il risultato.
Mah, secondo me sono due cose diverse. Il rumore digitale è un segnale che si può gestire solo con la filtratura, mentre le problematiche di ronzii e altro possono avere giovamento dal uso di trasformatori o altri gruppi di adattamento (vedi bilanciato)...
Qui non sono sicuro di capire.
Intendi che il trafo lascia passare il rumore digitale?
Semplicisticamente credevo che un trafo fosse sempre un filtro passa basso e che la capacità tra gli avvolgimente cominciasse ad avere effetto a f davvero molto alte.
E quì denuncio i limiti dell'approssimazione, quale f di passa basso (50kHz?) e a che f gli accoppiamenti capacitativi entrano in gioco (quì non provo neppure a spararla)?.
Al limite con l'aiuto di piccolo C . . . . no? :D

Grazie e ciao.
Massimo

Inviato: 19 ott 2005, 00:56
da gluca
@ Titano: interessante ... sto più o meno facendo lo stesso partendo dal DAC (che farò per ultimo se i neuroni mi assisteranno) ... per i tubi però sto modificando l'attuale amp IN-PP-IT-PP-OUT e provo ad andare ad induttanze e parafeed SE negli stadi in/driver e PP nell'output.

La butto là ... supponendo di avere una sorgente ad 1-2Vrms tipo un DAC con I/V mediante R e trafo ... cosa ne direste di un cathode follower seguito da un trafo alla S&B/Sowter multipresa per attenuare il segnale? Magari il CF seduto su un pentodo CCS ... il Jones ne parla molto nel suo libro ... sicuramente avete seguito anche il 3D di SY su diyaudio.

Dovrebbe avere impedenza di uscita ridicolmente bassa e distorsione altrettanto trascurabile.

Ciao
Gianluca

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 19 ott 2005, 01:40
da titano
Se trovi l'argomento interessante apri una nuova discussione...cosi mi spieghi per quale malsana idea stai tornando verso il parafeed SE. 8)

Beh, dal punto di vista topologico sembra interessante l’idea del cathode follower attivo con volume a trasformatore, anche se credo che sarebbe meglio trovare una soluzione che non richieda i trasformatori, visto il loro prezzo tutt'altro che trascurabile. I soldi son soldi giusto? :D

L'idea del pentodo come ccs è ovviamente buona visto l'alta impedenza di placca di tale dispositivo.

Un cathode follower distorce quasi proporzionalmente all'entità della variazione di corrente sulla linea di carico in regime dinamico. Inchiodare la corrente di funzionamento con un "gate" ad alta impedenza mi pare cosa comprensibile. Sinceramente io non userei un pentodo ma andrei sul silicio in questo caso. Se vuoi il non plus ultra io direi di indirizzarsi verso i lavori di Gary Pimm, in particolare questo:

http://home.pacifier.com/~gpimm/self_bias.htm

Ho disegnato gli stampati se a qualcuno interessa li posto.
Le prestazioni sono eccellenti.

Una cosa interessante è la possibilità di usarli come carico anodico e sfruttare l'uscita in mu-follower ibrido. Per capire come funziona direi che la giusta lettura sono i lavori di Alan Kimmel:

http://www7.taosnet.com/f10/mustage.html

Io vorrei provare a fare uno stadio pre semplice usando una 6005 connessa triodo con carico attivo.
La 6005 è l'equivalente noval di una 6V6. Un bel tubo, le curve sono molto lineari. Essendo un tubo di potenza non ha problemi a funzionare con correnti di polarizzazione intorno ai 40/50mA cosa che permetterebbe di non aver problemi a gestire carichi ostici. Penso sarebbe un eccellente driver, anzi forse funzionerebbe anche meglio visto il guadagno di tale stadio vicino al mu della valvola (circa 20).

Con un carico attivo la curva di carico risulta praticamente piatta (attenzione...lo stadio funziona a corrente costante solo con l'uscita in mufollower...) e la distorsione minima. Altro vantaggio è che l'erogazione di corrente per lo stadio a valle viene gestita dal cascode di irf820, compito col quale vanno a nozze. L'impedenza di uscita è di circa 60ohm.
Visto il funzionamento a corrente costante si può evitare di bypassare il resistore di catodo, eliminando il nefasto condensatore catodico, che ricordiamo è in serie al segnale...come l'ultimo di alimentazione. A tal proposito userò un regolatore shunt, che ha un comportamento eccellente in frequenza (angolo e modulo di fase praticamente piatti ben oltre la banda audio.)

Questa potrebbe essere un'altra idea. Ma non esistono solo le valvole...

Marco

Inviato: 19 ott 2005, 01:59
da nullo
1)Mauro hai ragione sui costi dei trafo...ma con un pò di attenzione nell'acquisto...

Non sò che dire ma dopo aver messo un trafo fra CDP e Pre del mio impianto e in quello di qualche amico, non c'era storia , tutti hanno avvertito un miglioramento: grana, scena e che altro...

L'unica volta che non abbiamo sentito una drastica differenza è statoinserendo il trafo tra un Meridian con uscita bilanciata ad un Gryfon con ing. bilanciato.

2)Si può ragionare di fare un Pre con guadagno regolabile?

Mi è capitato di poter avvertire la necessità di un guadagno più spinto con casse più dure e minore con casse più efficenti, badate non sto parlando di avere più o meno potenza.

Il fatto è che con quelle da circa 90 dB il tutto sembrava a posto con quelle da 98 circa il suono sembrava..."dopato", l'equilibrio si ristabilito togliendo uno stadio.

Ciao,Roberto

Inviato: 19 ott 2005, 02:01
da gluca
Ho già i ferri ...... quindi i soldi me li sono già spesi!?!? :D

Cmq appena che finisco con ste modifiche posto sicuramente lo schema + risultati per commenti e suggerimenti. La roba di Pymm è bella assai ma per forma mentis preferisco stare sul minimo possibile di parti ... anzi anche meno.

Bel link mmm ... credo che il mu vada in crisi prima del CF con carichi ostici ... si potrebbe usare la stessa valvola come cathode follower ...

Cmq il controllo di volume? Davanti alla griglia dello stadio?

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 19 ott 2005, 17:10
da mauropenasa
Ok, Molti quesiti molte risposte, cerco di dire la mia senza dilungarmi:

Questione Rumore Digitale e non:
E' chiaro che il trafo può essere considerato un elemento "filtrante", ma (giustamente, per altri motivi che forse toccheremo) normalmente la banda passante raggiunge molto tranquillamente i 100Khz. Bisogna ricordare che i residui (potenziali, dipende dalla qualità della sorgente) di campionamento possono essere attivi già da 44Khz in su...
Da solo un elemento induttivo non ha un' efficacia filtrante elevata, e casomai si deve associare ad altri elementi, come una capacità, per formare una cella risonante. In questo caso siamo davanti ad una vera filtratura, ma il dimensionamento non è "elementare"...
Va poi considerato l' effetto che una presenza RF, descritta da Marco, ha sugli elementi magnetici, perchè un trafo non è un " buco nero".
Riguardo alla parte RF presente sulle masse, ecco che eventualmente ha un senso l' uscita bilanciata del lettore (<isolamento massa digitale dal segnale), che a volte è gestita anche con trafo....

Bella questione quella del "ma un pre non dovrebbe migliorare le prestazioni di un collegamento diretto..." di Massimo.
Diciamo che questo tipo di test va considerato in condizioni estremamente controllate, magari con fonti assolutamente "al di sopra di ogni sospetto", tipo un buon lettore con un ottimo buffer a bassissima impedenza di uscita e controllo del livello digitale interno, perche se alllinei il tutto con delle resistenze (o pot passivi), "casca il palco"...
In pratica io ho scoperto che più che "migliorare" il suono una catena dovrebbe limitarsi a "non peggiorare" che purtroppo è un concetto abbastanza diverso. L' errore più comune che si fa in fase di sviluppo è di non prescindere dalle prestazioni di quello che si ha, pensando di "migliorare" a priori. Il progettista più bravo è quello che riesce a mantenere un certo "distacco" dal suo lavoro, e usa i test comparativi con un criterio "relativo" e non assoluto. Mi spiego: Uso un amp che voglio emulare od eguagliare come campione; Lo uso a casa mia, per cui non è detto che suoni come "potrebbe", ma non mi interessa, ipotizziamo che da me il suono faccia "schifo". Il mio obbiettivo è di emulare quel suono, e cerco di farlo riproducendo le stesse caratteristiche...
Nel caso nostro (il pre) costruirne uno che "non senti" si scoprirà che è tuttaltro che "facile" (per cui divertente... :) )

Ho notato che si scalpita già per "scegliere" le topologie e altro, ma andrei per gradi.

Fase 1: Grandezze e limiti dei sistemi "passivi" (potenziometro o scatti senza buffer intorno)

Si leggono dibattiti sulle composizioni del regolatore di volume (ladder e non ecc...) composizione chimica delle resistenze e loro numero, ma colgo una "scarsa" conoscenza delle prestazioni generali di questi sistemi.

Sappiamo tutti che un controllo del volume passivo ha 2 elementi chiave che devono essere dimensionati: Zin e Zout. (impedenza di ingresso ed uscita). Esse sono inprescindibilmente legate tra loro, con modalità dipendenti dalla topologia di attennuatore usata.

In teoria la Zin elevata garantisce un ottimo accoppiamento con la sorgente, ma a noi serve un bassa o bassissima Zout, per cui ci tocca mediare.
Perchè ci serve una bassa Zout ?
Se osservate i grafici di impedenza che trovate nel link che ho postato l' altro giorno "switch attenuator network", (http://www.vaneijndhoven.net/jos/switchr/index.html sezione RISORSE n.d.r.)trovate, diviso per categorie di connessione (vedremo più avanti) la curva fucsia (Zout) ha sempre un valore finito e legato in vario modo al valore (globale e sempre maggiore) di Zin. Dato che sappiamo che l' uscita del volume si deve interfacciare sempre con un altro stadio (finale), andiamo a scoprire cosa succede quando questo valore diventa relativamente alto:

- Zout si compone con le capacità parassite e non presenti a valle del volume, e crea un filtro passa-basso, con frequenza di taglio legata ai valori Zout e C ( 1/(2pigrecoRC) scusate la sintassi). Nel caso il controllo sia esterno al finale i cavi di segnale e la loro lunghezza la fanno da padrone, ma praticamente tutti i finali hanno loro RC interne di filtro.
Per fare un' esempio un volume che presenta in uscita 10Kohm, collegato a 1m di cavo con 200pF/m di capacità forma un filtro passa basso del primo ordine (20dB/decade) a circa 80Khz. Ma se questo si combina con un filtro interno al finale, questo filtro arriva facilmente in banda audio, limitando da una parte la risposta in frequenza, ma anche creando altri fenomeni dannosi, come una variazione di fase tra 1Khz e 20Khz molto elevata. (un filtro passivo influisce sulla fase del segnale già con Ft dell' ordine di 100Khz e più...)
In base alla topologia usata (vedi link) questo fenomeno deviante può essere "non costante", ma dipendente dalla posizione del volume, e qui arriviamo a giustificare molte affermazioni lette anche in questo 3D...

Soluzione: Ridurre al massimo la Zout, in modo che le capacità di collegamento, i filtri del finale e quantaltro creino dei filtri passa basso a frequenze >> banda audio, diciamo di un fattore 10 (200Khz), per limitare in modo drastico l' ascoltabilità del fenomeno.... Per essere tranquilli , conviene ipotizzare alte capacità, come nel mio esempio, e prevedere un a Zout non maggiore di 2 o 3Kohm, ovviamente nelle condizioni di massima Zout che la topologia scelta propone....

Ora vien da se che la nostra Zin non potrà essere molto alta, dipende in parte dalla topologia costruttiva del attenuatore, ma al massimo può essere ci circa 4 volte la Zout(max), come nel caso del potenziometro ordinario.
Osservando la regoletta di cui sopra, non riusciamo ad usare elementi con Zin > di circa 10Kohm, molto adatta per fonti digitali e bufferate, ma non per tutte le fonti in generale (è un buon compromesso).

Passivo fase 2; i problemi di variazione di Z vs posizione volume:

alcune dinamiche di non linearità di risposta causata dalla Zout le abbiamo già viste, ora si deve prendere in considerazione una dinamica simile anche per la Zin. Essa rappresenta il carico per la sorgente, ma non tutte la configurazioni mantengono costante questo carico.
Nel caso del classico pot logaritmico (o rete resistiva con switch), a variare è solo la Zout, per cui il vero limite sta nel dimensionamento a bassa Zout (classico 10Kohm buon compromesso). Le reti "ladder" fanno praticamente l' inverso, cambia la Zin vs posizione volume e rimane (relativamente) costante la Zout.

Quale rete conviene usare ? dipende da quale elemento (fonte o finale) è il più "immune" dalle variazioni.
Nel caso di un pre passivo, conviene dare per scontato che "il peggio" viene dalla fonte, per cui conviene la soluzione a Zin costante. Un basso valore di Zout garantirà un buon accoppiamento con i finali.

Altro elemento da ricordare, un elevato valore resistivo, sia inZin che Zout aumenta le dinamiche di diafonia tra i collegamenti. Le capacità parassite sono nel ordine dei pF, (un ottimo contatto di relay, aperto, ha circa 1pF ) e se la resistenza del circuito ha un valore elevato ci possono essere diafonie interstadio del ordine di parecchi dB...

Fine prima parte del corso da "saputo"....

Per fortuna sono stato "breve"...
Spero che da questo malloppo si evincano alcuni elementi che portano a costruire degli interstadi attivi per "isolare" meglio la regolazione del volume, dando per assodato che comunque vada un pre passivo interferirà SEMPRE sia con la sorgente ma sopra tutto con i finali o interstadi a valle, modificando alcune caratteristiche perculiari di quegli stadi...

ciao






Mauro

Inviato: 19 ott 2005, 18:45
da nullo
GRANDE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ho capito molto ( con due disegni, forse avrei capito anche di più, ma come si fa a chiederti di più!), bellissimo il link segnalato, quei grafici sono più espliciti di tante parole.

Aspetto i prossimi interventi con impazienza.

Grazie, Roberto

Inviato: 19 ott 2005, 20:25
da mauropenasa
Grafici ? come questi? :D

Scherzi a parte, allego un semplice schema di pot. passivo, con simulazione di risposta in frequenza e fase per vari punti di intervento del pot.
La cosa che si nota è che per tutti i valori intermedi di resistenza (i punti di massima Zout del Pot) gli effetti del filtro indesiderato si vedono anche in banda audio.

Ho ipotizzato un filtro PB nel ampli tarato a circa 700Khz, che non è certo un valore "impiccato". La curva corretta (dell' ampli) è quella relativa a 0dB di attenuazione, cioè quando il potenziometro non "parzializza" il livello.

Ovviamente il generatore ha una Zout di 600ohm, che interagisce anche essa con il filtro (indipendentemente dal pot.), ma rappresenta una "media" delle impedenze di uscita che si trovano su apparecchi commerciali...

Ricordate che normalmente si ascolta con il pot a circa -30 -10db, verificate dove è la curva di filtro indesiderato a quei livelli e "soffrite"...

Stesso discorso per la fase. Verificate gli sfasamenti pesanti che il pot introduce anche quando la Ft non lavora molto in ampiezza, in zona audio...

Un' ultimo appunto, molti finali tendono a modificare il DF vs frequenza al variare della resistenza che vedono all' ingresso, e anche il rapporto S/N.

Avete scoperto che "cambiate amplificatore" ogni volta che toccate il volume (passivo) del vostro impianto....

Ma questo alla prossima puntata....

Meditate...Meditate....

Ciao
Immagine

Immagine

Mauro

Inviato: 19 ott 2005, 22:28
da mr2a3
Gulp!
Buco madornale (tipico da autodidatta senza vere basi).

Semplicisticamente avevo sempre pensato che un pot. avesse in uscita la stessa impedenza che ha in entrata!
Con la scusa che il segnale è in AC pensavo che "vedere" la R metà sopra e metà sotto o tutta da una parte alla fine fosse lo stesso.

Vedo invece dal tuo link che l'impedenza di uscita è addirittura più bassa di quella di entrata (ero convinto che per questo tipo di risultato occorresse qualcosa di attivo).

Per favore potresti aggiungere qualche parola "terra terra" su "come" Zin e Zout possono essere (sono) diverse, e addirittura la seconda, continuo ad essere stupito, inferiore alla prima?

Pizza e birra pagate se passi da Arcore :)

Ciao
Massimo

Inviato: 19 ott 2005, 23:16
da plovati
Se te lo spiego io la pizza&birra la paghi a me?


Al di là del tipo di potenziometro, la cosa fondamentale è una semplice applicazione dei concetti di circuito equivalente AC e dellla serie parallelo di resistenze.
Con riferimento al disegno seguente:

Immagine

la resistenza 'che si vede' dal punto A è R1+R2

Guardando dal punto B, in alternata il generatore di segnale (in tensione) è un corto e quindi è come se il punto A fosse A GND
Guardando in B allora vedrò le due resistenze R1 e R2 in parallelo (supponiamo che l'amplificatore abbia resistenza ingresso infinita per semplicità). Il valore del parallelo è dato dalla nota formula (R1*R2)/(R1+R2).

Poichè R1+R2 è diverso da R1*R2)/(R1+R2), la resistenza di ingresso del partitore (vista da A) è diversa da quella di uscita (vista da B) e segnatamente la prima maggiore della seconda, tranne che per le posizioni estrema del cursore, dove R1 o R2 si annullano.

Pizza e birra, please!

Tra l'altro una evidenza sperimentale che la resistenza vista da B cambia al variare della posizione del cursore è il ben noto fatto che il ronzio di un amplificatore in genere è minimo in una posizione precisa del potenziometro di ingresso.

e anche caffè, grazie!

_________
Piergiorgio

Inviato: 19 ott 2005, 23:17
da mauropenasa
Non facciamo scherzi, il primo della lista sono io... :grin:

Molto semplice, tu devi considerare che la fonte di tensione per definizione ha una impedenza interna 0. (noi abbiamo i 600ohm da sommare a Rx, ma non cambia il concetto di calcolo).
Se guardi il circuito equivalente che ne consegue, capisci tutto, ti ritrovi con 2 resistenze in parallelo, perchè la Rout la "vedi" tra il nodo B e massa.
Diverso per l' ingresso, (o generatore di tensione) che "vede" sempre la somma di resistenza Rx+Ry, ovvero la resistenza nominale del pot.

Se usi una rete di resistenze più complessa, come il "ladder" il circuito equivalente di uscita e ingresso cambia, ma il principio di analisi rimane lo stesso...

spero di essere stato sufficientemente chiaro, perchè non sono molto bravo a fare "l' insegnante"...

OOppsss, Piergiorgio mi ha anticipato....scusate il doppione....

(però, abbiamo dato una spiegazione simile...) :D



ciao
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Mauro

Inviato: 20 ott 2005, 02:11
da nullo
Ricordate che normalmente si ascolta con il pot a circa -30 -10db, verificate dove è la curva di filtro indesiderato a quei livelli e "soffrite"...
Sono una zucca e ho bisogno di qualche spinta ancora prima che le rotelle trovino sincronismo....

Filtro...

Dunque, se non ho capito male diminuendo il valore del pot.( generatore permettendo) la risposta migiorerebbe?

Un ampli come reagisce normalmente se vede una impedenza bassa al suo ingresso? Diciamo con un pot. da 5/10K, sempre generatore permettendo.

Pizze... dobbiamo sistemare il mondo combattendo a mani nude contro i giganti dello hifi consumer e voi parlate di pizze... :D

Ciao, Roberto

Inviato: 20 ott 2005, 02:37
da mr2a3
Pizze... dobbiamo sistemare il mondo combattendo a mani nude contro i giganti dello hifi consumer e voi parlate di pizze...
Parlarne? Mi sà che questi hanno già le posate in tasca :)
Dunque, se non ho capito male diminuendo il valore del pot.( generatore permettendo) la risposta migiorerebbe?
A questo, anche per non aumentare troppo il nostro debito, provo a risponderti io.

Se riguardi il primo grafico di Mauro (lo schema) vedi che la sorgente pilota un carico che è sempre in parte capacitativo.
Quindi l'impedenza del generatore, più le altre eventuali in serie, forma sempre un filtro RC (passa basso) il cui taglio cala di f al crescere dell'impedenza della sorgente, che quindi è meglio sia bassa (entro certi limiti naturalmente).

Ciao
Massimo

P.S. (caffè finale) Ma allora quando si ascolta a basso volume l'impedenza del pot., per il carico, è sempre molto bassa, per cui con un pot. da 50k a volume (molto) basso si riesce a pilotare anche un mosfet!?!

Inviato: 20 ott 2005, 15:59
da mauropenasa
Dunque, mi rendo conto che molti concetti elementari (per me) non sono sempre di "pronta comprensione", ma chiaramente io cerco di "sparare nel mucchio", in modo che chi "sa" non si annoi e chi "non sa" non capisca nulla.

Elementi base:

1. tutti i generatori di tensione sono idealizzati con resistenza interna 0. Questo significa che dal punto di vista della corrente circolante essi rappresentano un corto circuito. per capire il concetto pensate ad una pila, e al fatto che essa va sempre "caricata" su una resistenza per gestire una corrente "di lavoro". se chiudede il circuito con un filo nasce una corrente enorme, a causa della resistenza interna "tendente a 0". Il vostro lettore di CD (su schema teorico) vedetelo sempre come una batteria, che ha bisogno di "lavorare" su una resistenza "adeguata" (>10Kohm) per funzionare.

2. dal punto 1 si evince che tutti gli stadi che fanno da amplificazione o adattamento di segnale sono progettati per essere collegati a queste fonti di tensione, per cui lavorano al meglio se la resistenza del "generatore" è molto bassa (tendente a 0.)

3. non si deve confondere la resistenza di ingresso con i parametri teorici degli elementi in gioco (generatori e carichi ) un' accoppiamento ideale tra due stadi è formato da un generatore con 0 resistenza e un "carico" (stadio seguente) a resistenza infinita. Maggiore è la congruenza con questo concetto migliore sarà la qualità del collegamento.

4. Quando si ragiona su elementi in corrente alternata (o tensione) valgono gli stessi concetti che in CC, per quel che riguarda i fenomeni resistivi. Se nel circuito sono inseriti elementi "reattivi" (condensatori e induttanze) le dinamiche cambiano in funzione della frequenza del segnale e spesso si identificano le condizioni di carico "reale" dei nostri circuito come "impedenze" che sta ad identificare la condizione di carico effettivo dato dalla combinazione di tutti gli elementi in gioco.

5. Dal punto 4 si evince che anche quando si mettono in serie/ parallelo dei componenti reattivi, le condizioni di carico ideali sono le stesse, ma bisogna considerare sempre il range di frequenza in cui si lavora e la posizione/ valore dei componenti reattivi. Questo principio fa si che, per un circuito disaccoppiato in AC con un condensatore in serie al segnale, dal punto di vista del funzionamento teorico del circuito, l' impedenza "di accoppiamento" possa essere analoga ad un accoppiamento diretto...

Detto questo e visto il circuito equivalente, è chiaro che un potenziometro ha una resistenza di ingresso costante e una di uscita variabile in base alla formula di parallelo di res. che è massima quando le 2 semi-res. sono uguali.

Le condizioni di carico migliori, per un pot passivo come gestore di volume sono quelle di massimo livello e minimo livello. tutte le condizioni intermedie (quelle di uso ordinario) sono (proporzionalmente alla distanza dai punti di max e min) le più "disturbate"....

ciao

Mauro

Inviato: 20 ott 2005, 20:14
da mauropenasa
Non vorrei creare il "vuoto spinto" nel 3D a causa dei miei interventi...

(mi sono messo in cattedra da solo...)

Se ci sono perplessità in merito a questa prima disamina sui pot passivi, si possono discutere.
Alla base di tutta la "manfrina" sta la necessità di rimanere aderenti alla "realtà" progettuale, in pieno stile "professionale". Io sono sempre allergico alle tendenze del "così suona meglio", per cui mi piace studiare "perche".
Naturalmente questa mia natura non è vincolante per il forum o il 3D, ognuno tira le proprie conclusioni.

La seconda fase che mi piacerebbe discutere (con me stesso :D ) è quella delle soluzioni attive al problema, ed immagino che molti abbiano già il saldatore acceso, ma credo serva fare qualche ragionamento "teorico" anche su questi circuiti, prima di fare il PCB....

Se qualcuno ha materiale a riguardo....

ciao


Mauro

Inviato: 20 ott 2005, 20:50
da titano
Maledetto...mi hai fatto venir voglia di riguardare degli appunti che mi ero fatto qualche tempo fa...già che ho poco tempo e una valanga di altro materiale da studiare...e mi tocca pure rimettermi a studiare l'elettronica per colpa tua. Non so se odiardi o costruirti un capitello ahahaha :D .

Sto cercando di rendere comprensibile un paio di concetti avnzati sul rumore e la sua generazione, ma per evitare di scrivere un papiro sconclusionato ho bisogno di un po' di tempo...arrivo non ti preoccupare uahahahah.

Marco


PS. Tu che sei molto addentrato nella questione pcb...perchè non prepari un guida o apri una discussione in merito? Cosi si potrebbe avere delle linee guida che tutti gli utenti potrebbero seguire per condividere il loro lavoro. 8)

Inviato: 20 ott 2005, 21:34
da riccardo
Elimino il vuoto col vuoto.
:-)
Da anni,pur nella mia ignoranza tecnica (studi umanistici spinti) sono al corrente delle problematiche che tu così bene descrvi. Ma tutti lo possono essere, talchè le fluttuazioni di impedenza che influiscono sul suono è possibile vagliarle anche semplicemente passando da cd a cd, di uno stesso autore, dati i diversi livelli di volume di registrazione, e cnseguente differenza nei volumi settati sull'impianto per ottenere ascolti simili.
Dico di ricorrere a un autore perchè spesso uno stile musicale si traduce in sonorità strumentali simili e abituali, quindi la differenza si sente...e la si può toccare con orecchio...altrimenti si trovano cd con livelli + alti rispetto all'originale...
Per lo stesso motivo, so o sospetto, dallos tesso numenro di anni, che la mamma di tutti i regolatori di volume sia qualcosa a ZIN costante > regolazione variabile> Zout costante.
Sospetto che l'unica possibilità sia ricorrere a semiconduttori....e si, ho il saldatore pronto.
Cosa aspettate a approfondire l'argomento?
:-)
Non vorrei creare il "vuoto spinto" nel 3D a causa dei miei interventi...

(mi sono messo in cattedra da solo...)

Se ci sono perplessità in merito a questa prima disamina sui pot passivi, si possono discutere.
Se qualcuno ha materiale a riguardo....

ciao


Mauro


Originariamente inviato da mauropenasa - 20/10/2005 : 15:14:03
Saluti

R.R.

Inviato: 21 ott 2005, 14:39
da titano
Visto che come al solito mi sto allargando...tralascio per il momento il sunto (si fa per dire) che stavo preparando sulla generazione di Hummm e Buzzz, argomento molto interessante anche per una valutazione pratica dei propri prodotti ma troppo vasto e complesso per essere sintetizzato in un solo post. Cercherò di ricavarne qualcosa da mettere nelle risorse.


Ok andiamo avanti. Sui pre passivi e sulle dinamiche collegate alla loro impedenza direi che abbiamo detto quasi tutto.
Resta ora da valutare quali possano essere le soluzioni per farlo funzionare senza costruire un vero pre attivo prima di andare avanti.

Tanto per cominciare dove posizionarlo? Capita di vedere pre passivi, formati dal solo potenziometro, racchiusi in una bella scatoletta con ingressi ed uscite. Situazione alquanto nefasta e direi che basandoci sulle descrizioni di Mauro la motivazione è piuttosto chiara.
Si ha in questo caso una doppia mandata di cavi di collegamento senza dimenticare la possibile presenza di un deviatore e di più uscite.

Credo sia chiaro che il rischio più prossimo è quello di ritrovarsi con la sorgente saturata dal carico e con l'intervento del filtro passa basso che comincia a far sentire i suoi effetti in banda audio.

Credo che l'unico modo per far funzionare un pre passivo sia posizionare il partitore direttamente nell'amplificatore, con collegamenti corti e diretti verso il primo stadio, in modo tale che sia la sorgente a pilotare il carico più ostico.
L'idea che avevo proposto di un buffer di qualità a sostituire quelli integrati nelle sorgenti digitali aveva proprio lo scopo di gestire situazioni come quella descritta. Per buffer io intendo uno stadio che non sia solo ad alta impedenza ma che abbia la capacità di gestire abbastanza corrente da tener a bada anche i cavi più infami che un autocotruttore possa generare.

Resta il fatto che si vuole usare una soluzione del genere allora, forse, sarebbe meglio pensare ad un amplificatore "integrato" e valutare la presenza del controllo volume direttamente in sede di progetto.

A questo punto non resta che cominciare a valutare come risolvere questi problemi, valutare come creare un oggetto che si possa prendere cura dell'interfacciamento tra sorgente ed amplificatore integrando il controllo volume.

Uno stadio? Partitore in ingresso o in uscita? Oppure è meglio inserirlo tra due stadi col compito di isolarlo dal resto del mondo, mantenendo le caratteristiche di carico quanto più costanti possibile ai suoi capi?

Io qualche idea la ho...ma ragiono quasi solo a "vuoto", sentiamo intanto che ne pensate del punto dove siamo arrivati

Marco

Inviato: 21 ott 2005, 17:42
da fscarpa58
bando alle ciance Mauro,
ce lo proponi o no questo volume attivo?

sono certo che hai in mente qualcosa
e che ci vuoi tenere sulle spine.

Ciao
Federico

Inviato: 21 ott 2005, 19:40
da nullo
Tanto per cominciare dove posizionarlo? Capita di vedere pre passivi, formati dal solo potenziometro, racchiusi in una bella scatoletta con ingressi ed uscite. Situazione alquanto nefasta e direi che basandoci sulle descrizioni di Mauro la motivazione è piuttosto chiara.
Si ha in questo caso una doppia mandata di cavi di collegamento senza dimenticare la possibile presenza di un deviatore e di più uscite.

Credo sia chiaro che il rischio più prossimo è quello di ritrovarsi con la sorgente saturata dal carico e con l'intervento del filtro passa basso che comincia a far sentire i suoi effetti in banda audio.

Credo che l'unico modo per far funzionare un pre passivo sia posizionare il partitore direttamente nell'amplificatore, con collegamenti corti e diretti verso il primo stadio, in modo tale che sia la sorgente a pilotare il carico più ostico.
L'idea che avevo proposto di un buffer di qualità a sostituire quelli integrati nelle sorgenti digitali aveva proprio lo scopo di gestire situazioni come quella descritta. Per buffer io intendo uno stadio che non sia solo ad alta impedenza ma che abbia la capacità di gestire abbastanza corrente da tener a bada anche i cavi più infami che un autocotruttore possa generare.
Sarà veramente dura Marco!

certo che integrare elimina , o meglio riduce certi problemi, ma toglie anche le possibiltà di affinamenti...

L'amico più oltranzista che ho è arrivato ad abolire il selettore (sfilava e infilava i plug) ed il controllo di volume nei suoi Quad II.....

Il pre VTPAS di Aloia, linea con SRPP di 6922 308 volt di anodica, secondo il progettista,è in grado di pilotare cavi di qualsivoglia lunghezza e fattezza (compreso il cavo rosso e nero)

... rimane il fatto che quando si cambia il cavo si hanno colorazioni, differenze anche a parità di architettura del cavo cambiando che so, il conduttore da rame a rame argentato ecc.

Roberto

Inviato: 21 ott 2005, 20:01
da titano
Per ora ti rispondo al volo e ti consiglio di leggere l'articolo "SRPP Deconstructed" presentato su Tubecad:

http://www.tubecad.com/articles_2002/SR ... ructed.pdf

In particolare fai caso alla seguente frase:

"If the load impedance is not specified, as in the case in a line amplifier, do not use any type of SRPP circuit, as the SRPP should be designed around one specific load impedance."

Ne riparliamo questa sera...

Marco

Inviato: 21 ott 2005, 21:42
da mauropenasa
Perdonatemi, ma non ho nulla di pronto all' uso (e poco tempo di intervento).

Riguardo al discorso ampli integrato o meno. credo che sia evidente che in un ampli integrato ci sono i margini di manovra per minimizzare gli effetti negativi del pot. , come è altrettanto evidente che questo vale quando si dispone di tutti i margini di manovra (conoscenza e disponibilità del circuito).

Resta la necessità di pensare a un pre "a se stante", adatto anche per essere inserito in sistemi più complessi.

La soluzione può essere nel pensare ai vari "blocchi" elementari, per poi usarli in combinazioni più o meno complesse a seconda dell' applicazione, senza perderne il "carattere".

Se siamo ufficialmente nella "zona attiva" del discorso, vediamo il "da farsi":

controllo meccanico (potenziometro o switch meccanici):

a) mettiamo un pot meccanico da 50Kohm (Zinput adatta a tutto), e nello stesso "gruppo" un buffer (in uscita), a guadagno unitario, per ridurre al massimo i problemi di rumore e THD generato. Esso deve essere in grado di pilotare cavi e quant' altro, e dimensionato in modo da non risentire delle variazioni del Pot.

b) struttura a ma con guadagno fisso di qualche dB

c) come b ma con collegamento "baxandall", che manda il buffer tra guadagno e attenuazione in modo attivo (classico pre a "guadagno attivo"). Migliore prestazione possibile del gruppo pot + buffer (vedi DC e altri argomenti su qualità del pot), ma sezione attiva più complessa...

controllo elettronico:
(necessitano di una gestione digitale locale)

d) dac moltiplicatore + buffer. Prestazioni eccellenti (dipendenti praticamente dal "idealità" del buffer usato), no contatti, ma Zin tipica di circa 15Kohm, probabile necessità anche di buffer in ingresso.

e) chips dedicati (tipo CS3310 e PGA23xx). Fanno tutto loro ma quel che c'è c'è, niente possibilità di "lavorare" sugli elementi attivi. I PGA sembrano migliori, io ho provato il CS3310 ma non mi esalta. sono adatti ad usi per sistemi secondari, come multi-channel ecc... Alcune realizzazioni "esoteriche" ne fanno uso, ma spesso in forma differenziale (bilanciato), che io non ho testato...

f) gruppo di relay con reti resistive, + buffer di uscita. come soluzione a-b meccanica ma con relay al posto di pot meccanici... A parte la "manovrabilità" migliorata, niente di diverso da soluzione meccanica a switch...

d) gruppo di resistenze con commutatori analogici a stato solido. Un ibrido tra d e f. rispetto a relay ci sono più possibilità di THD, ma come nel caso d dipende tutto dalla configurazione del buffer usato. Ho visto che threshold ha usato qualcosa di simile, di recente...

Ovviamente ci possono essere delle varianti ibride, e la scelta dipende molto dalla topologia che si vuole usare...

ciao

Mauro



Mauro

Inviato: 21 ott 2005, 22:29
da plovati
Eh, ma mi sa che questo è un sondaggio pilotato...
E' diverso ad esempio chiedere
- è giusto che tutti paghino le tasse
oppure
-è giusto pagare le tasse che stai pagando

:)

_________
Piergiorgio

Inviato: 21 ott 2005, 22:32
da audiofanatic
Perdonatemi, ma non ho nulla di pronto all' uso (e poco tempo di intervento).


Resta la necessità di pensare a un pre "a se stante", adatto anche per essere inserito in sistemi più complessi.

La soluzione può essere nel pensare ai vari "blocchi" elementari, per poi usarli in combinazioni più o meno complesse a seconda dell' applicazione, senza perderne il "carattere".

controllo elettronico:
(necessitano di una gestione digitale locale)

d) dac moltiplicatore + buffer. Prestazioni eccellenti (dipendenti praticamente dal "idealità" del buffer usato), no contatti, ma Zin tipica di circa 15Kohm, probabile necessità anche di buffer in ingresso.


ciao

Mauro




Originariamente inviato da mauropenasa - 21/10/2005 :  16:42:18
Tenete conto che Luca Comi ha praticamente finito un pre a DAC con controllo a encoder che gli ho commissionato. Si tratta di un "sei canali" per sfruttare i lettori DVD con decoder on-board, al momento esce direttamente dai DAC, ma mi ha detto che lo si può bufferare per migliorare l'interfacciamento. Si potrebbe vedere che cosa ha combinato e se la circuitazione può ragionevolmente essere usata anche come pre stereo di alto livello

Filippo
www.audiofanatic.it

Inviato: 22 ott 2005, 00:26
da plovati
Tenete conto che Luca Comi ...
Originariamente inviato da audiofanatic - 21/10/2005 :  17:32:15
a proposito: cosa aspetta per farsi sentire?
Qua gli argomenti si stanno facendo caldi...

_________
Piergiorgio

Inviato: 22 ott 2005, 03:12
da nullo
Marco, 28 pg di elettronica ed in Inglese per giunta...farò i compiti ma permettimi un mugugno!

Sempre per capire, anche se può essere un pò out, lo SRPP in questione è caricato inuscita da un pot. in carbone di soli 5K .

Esso guadagna molto così praticamente l'ingresso dell'ampli si trova sempre in parallelo ad una piccola porzione del pot. logaritmico fra il centrale e la massa.

Questo non fa si che il carico dello SRPP subisca solo una piccola variazione?

Roberto

Inviato: 22 ott 2005, 15:44
da titano
Eh lo so...son 28 pagine ma comunque sono molto interessanti. Da leggere con calma. In particolare il fatto che a seconda del carico che deve pilotare lo stadio funziona o effettivamente come push pull oppure come stadio sigle ended con un ccs come carico. Dipende dalla corrente richiesta dal carico, quindi con carichi fino ad una decina di Kohm lo stadio funziona effettivamente ad alta corrente e in push pull, con carichi più alti la corrente da gestire in uscita è tale da non influenzare il tubo superiore che effettivamente tenta di funzionare come sorgente ad alta impedenza.
Nel caso di carichi ad alta impedenza pare sia allora una buona idea spostare l'uscita sull'anodo del tubo basso, permettendo così a quello superiore di emulare con miglior efficacia un ccs.

Ho visto su Bonavolta, mi pare, alcuni progetti di pre in srpp che contemplavano le due uscite in modo tale da poter adattarsi a diverse situazioni.

Il succo della questione è che l'srpp andrebbe pensato conoscendo il carico che dovrà pilotare.

Il potenziometro in uscita: un valore cosi basso, anche se in parallelo all'ingresso dell'ampli, è un carico non proprio di comodo.
Potrebbe essere stata una scelta voluta atta a far funzionare lo stadio nella maggioranza dei casi effettivamente in push pull. Solitamente l'impedenza di uscita di un srpp (che tubi usa a proposito?) dovrebbe essere abbastanza bassa da pilotare anche carichi di quel genere. Al più il problema potrebbe essere dato dalla corrente che il tubo superiore deve gestire.

Mettere il potenziometro in uscita permette sicuramente di avere un miglioramento nel rapporto S/N, soprattutto con valori di attenuazione elevati visto che non attenueresti solo il segnale ma anche il rumore di fondo...
Certo poi l'impedenza di uscita del pre è la stessa che si ha da un pre passivo con un potenziometro da 5k e quindi forse l'idea di poter pilotare cavi lunghi un Km è da valutare con giudizio.
A me i pre passivi non piacciono...come giustamente riporti i cavi cominciano a farsi sentire quando il rapporto imp d'uscita su imp d'entrata si abbassa troppo. Preferirei piuttosto usare lo stadio di guadagno liscio e mettere il potenziometro direttamente nel finale.
Opinione personale ovviamente...

Marco

Inviato: 22 ott 2005, 19:16
da nullo
Brevemente.. 2 X 6922 parallelate per canaleImmagine

Roberto

Inviato: 24 ott 2005, 15:36
da mauropenasa
Io direi che si potrebbe vedere le soluzioni scelte da Comi, per poterci "ragionare su", ammesso che la soluzione a DAC piaccia agli astanti...

ciao

Mauro

Inviato: 24 ott 2005, 23:57
da fscarpa58
Ciao a tutti

non sono sicuro che questo sia il thread giusto comunque...
stavo rileggendo un articolo di Boberly sui JFET è ho provato
qualche semplice circuito con MCap per passare il tempo.

ora nonsono certo che i JFET siano in genere ben modellizzati,
certo peggio dei bjt. Comunque ho trovato un buffer a simmetria
complementare che va in modo eccezionale.

Potrebbe servire come spunto per il volume attivo.
Impedenza d'ingresso altissima, di uscita intorno ai 20 Ohm.
Pilota perfettamente fino a carichi di 1k e anche meno.


ha distorsioni ridicole e prevaentemente di 2° armonica
(a causa della non perfetta simmetria dei dispositivi).

Si potrebbe anche pensare ad una alimentazione a batteria con
2 pile da 9V ricaricabili.

Cosa ne pensate? E' MC che sbaglia?

Costerebbe una manciata di euro.

Immagine

Federico

P.S. capovolgendo i FET migliora pure! (qualcuno sa il perchè?)

Inviato: 25 ott 2005, 00:11
da plovati
gli stessi componenti usati qui:

http://www.forsselltech.com/JFET%20Opamp.PDF

sarà un caso?

invertire il JFET credo che non sia più corrispondente alla realtà fisica perchè Spice non tiene conto della geometria del dispositivo. Per la distorsione, che succede se si dissimetrizzano ad esempio con resistenze di drain diverse, temperature diverse o altri mezzi?

Ricordo che l'Hiraga Le Monstre ha una distorsione fortemente dipendente dal layout e dalla dissimetria anche dei cavi di alimentazione + e -.



_________
Piergiorgio

Inviato: 25 ott 2005, 21:06
da mr2a3
Scusa Federico ma "sto buffer" è davvero costituito da 2 JFET e due batterie . . . . e basta? 6 pezzi in tutto se lo voglio fare stereo?

Se mi dici anche "quanto consuma" mi sà che provo ad aggiungerlo al mio convertitore ZOS che ne avrebbe tanto bisogno (che prima che mi faccia un pre . . . ).

Pensi che con 6+6V possa funzionare ugualmente bene (tenendo conto che lo swing del DAC è parecchio inferiore ai 2V standard)?
Lo chiedo perchè in questo modo potrei utilizzare il caricabatterie a 12V già all'interno del contenitore.

Ciao!
Massimo

Inviato: 25 ott 2005, 22:07
da fscarpa58
che ti devo dire...

funziona bene anche con 6V+6V... e anche con 7+5.
io metterei un pot da 20 Ohm sui source in modo da bilanciare
eventuali offset.
magari aggiungi una res da 0.5Meg all'ingresso e all'uscita per
tenerli a potenziale zero anche quando non è collegato.


consuma circa 6mA per dispositivo. Io fossi in te mi
svenerei e comprerei 4 batterie in modo da avere i 2 canali
completamente separati. in questo caso con pile da
diciamo 100mah avresti una buona autonomia (ore), ma se
comperi una batteria al gel da qualche Ah le ricarichi
quando sei vecchio.

ciao
fammi sapere

Federico

Inviato: 25 ott 2005, 22:11
da fscarpa58
funziona bene anche con 6V+6V... e anche con 7+5.
su microcap naturalmente.

ma non siete curiosi?
F

Inviato: 25 ott 2005, 22:30
da mr2a3
Così curioso da pensare di realizzarlo, e visto il (basso) consumo magari "il prototipo" lo alimento con due (o se mi voglio svenare 4) batt. normali da 9V!

Adesso piuttosto mi metto a cercare i transistor, purtroppo ho visto che RS non li tiene :(

Per i pot da 20 ohm credo che (a trovarli) basti anche la dissipazione dei trimmer.

A presto!
Massimo

Inviato: 25 ott 2005, 22:50
da plovati
questo è il bello, perchè i maledetti mosfet prediletti da Hiraga non si trovano più, inoltre ti servono avere accoppiati per la Idss se no distorsione e offset non sono certamente quelli che ti dice microcap.
Uno che gli ha è www.mcminone.com, anche
http://www.cricklewoodelectronics.com/C ... r/home.php
ma sopratutto http://www.donberg.ie/.

Quei maledetti FET ad alta transconduttanza sono selezionati in classi di diversa gm (transconduttanza), se vuoi la versione BL la devi cercare ancora di più. Dornberg se glilo chiedi te li puo' fornire selezionati.

Tieni conto che per trovarne due accoppiate al 5% probabilmente devi passartene una dozzina. Cmq schema iperminimalista e economico, chiama una prova.

Federico non è che va altrettanto bene con FET a catalogo RS ?


_________
Piergiorgio

Inviato: 25 ott 2005, 23:11
da mauropenasa
Avevo da qualche parte un circuito completo (anche di prestazioni rilevate) di buffer ultra-minimo con Jfet come quello, ma chissà dove...

Ad occhio credo che ci siano molti "distinguo", come sempre quando i circuiti sono molto semplici... Aspetta... Aspetta... Mi è venuto in mente dove ho il circuito completo !!!!

CHF "finestra sul cortile" !!!! (cavolo ho letto 3 CHF in tutta la mia vita e tu guarda..... :D )

Allego il scan....

Dicevo, i circuiti cosi io non li amo molto perchè "vanno in giro"(polarizzazione) per tante ragioni (termo, gain pilotaggio).
Le prestazioni sono mediamente "discrete" (THD tra 0.02% a 0.5% a seconda dei dispositivi usati e polarizzazione).

Per il resto credo che non sia una bruttissima soluzione, potrebbe "suonare bene", anche se bisogna risolvere il problema reperibilità....

ciao

Immagine

Mauro

Inviato: 26 ott 2005, 15:00
da fscarpa58
penso ci sia un errore nel circuito, così ha praticamente l'uscita a massa.

lo schema corretto dovrebbe essere questo

Immagine

e non è un buffer in quanto ha l'uscita sul drain (anodo).
a vuoto guadagna qualcosa di più di 30 dB.

F

Inviato: 26 ott 2005, 15:15
da plovati
Brevissimo OT: se qualcuno fosse abbonato o avesse numeri di MJ, mi contatti: ho chi puo' tradurre qualche articolo che reputiamo interessante e inedito in occidente.

_________
Piergiorgio

Inviato: 26 ott 2005, 16:12
da mauropenasa
Hai ragione, federico.
Probabilmente il circuito previsto è quello che hai ricostruito. Se a qualcuno interessa un linea con gain...

Evidentemente questa gente mette degli errori apposta per evitare copie non pensate...
Naturalmente "ambasciator non porta pena", nel senso che io mi sono limitato a "passare" la pagina....

Dato che noi siamo dei "fichi", decidiamo di fare diventare un buffer questo circuito, collegando i condensatori ai rispettivi source... (ed eventualmente riducendo o togliendo le res di drain...)
La polarizzazione dei dispositivi in quel circuito è più "realistica", nel senso che fissi in maniera accettabile il punto di lavoro dei fet (o mosfet), con una minore dipendenza dal carico della polarizzazione.

ciao

Mauro

Mauro

Inviato: 26 ott 2005, 16:18
da plovati
e se fosse così:
Immagine

_________
Piergiorgio

Inviato: 26 ott 2005, 16:35
da mauropenasa
Ti manca il riferimento a massa per la polarizzazione, per cui metti tutto sulle spalle dei gate e caratteristica di uscita dei dispositivi. Dato che queste cambiano, ti ritrovi delle situazioni strane (DC voltage shift, e relativo cambio di prestazioni dinamiche) e condizionate troppo dal carico...
Al limite quella config è utile se metti un partitore di reazione su source, tipo entrare con 2 resistenze di reazione direttamente sui rispettivi source e creando un rapporto di NFB tra la res di reazione e quelle di polarizzazione verso massa da 150 ohm....

ciao

Mauro

Mauro

Inviato: 26 ott 2005, 16:49
da plovati
Secondo me è quello che intendeva il giap progettista. I fet vanno certamente selezionati e la configurazione circuitale è una classica dei giapponesi. Per stabilizzare un po', usando un approccio più europeo si potrebbe mettere una resistenza tra il centrale del potenziometro e massa.

_________
Piergiorgio

Inviato: 26 ott 2005, 17:14
da fscarpa58
L'ultimo schema, così com'è,
non può funzionare (IMHO).

drain e source sono praticamente in corto.

F

Inviato: 26 ott 2005, 17:22
da mr2a3
Interessanti le "divagazioni" degli ultimi post, però tornerei al buffer di Federico che mi interessa davvero.

In particolare si potrebbe fare con qualcosa disponibile da RS?
E se invece di 4 batterie per ragioni di spazio se ne volesse usare due con 4 C, i C di che valore potrebbero essere?

Ultimo dubbio, un C di uscita è sempre meglio metterlo?

Grazie e ciao (chissà che durante il ponte . . . . !
Massimo

Inviato: 26 ott 2005, 17:27
da fscarpa58
E se invece di 4 batterie per ragioni di spazio se ne volesse usare due con 4 C,
intendi dire due batterie flottanti e condensatori di fuga?

potresti fare uno schemetto?

Inviato: 26 ott 2005, 17:43
da mr2a3
Uno schema non saprei come farlo, comunque io semplicemente intendevo: usare le due batt. per la tensione duale e un C vicino ad ogni componente (tot. 4) per disaccoppiare in qualche modo i due canali.

Ciao e grazie
Massimo

Inviato: 26 ott 2005, 18:05
da titano
Recupero il tempo perso negli ultimi giorni...

Il discorso legato al controllo di volume a dac mi pare interessante. Almeno, interess a me principalmente perchè non ne so nulla (sono un tipo curioso :D )

Mauro se hai qualcosa in mente o qualche schema a blocchi che spieghi il principio di funzionamento penso sia il caso di esplicitarlo.
Speriamo che Comi decida di patercipare, se Filippo potesse "punzonarlo" per farlo partecipare... 8)


Interessante la soluzione minimale proposta da Federico mi pare interessante. Al punto che si potrebbe aprire un'altra discussione in merito, magari col titolo: pre minimale...

I 2sk170 li consco bene. Sono impazzito per trovarli ( miservono per un pre su schema di Allen Wright). Sono dei componenti eccellenti, prodotti da Toshiba per uso audio, ultra low noise. Peccato che stanno usendo di produzione e che come quasi tutti i transisotr Giapponesi siano di difficile reperimento. Li ho scovati in giro per l'europa, il problema è trovare la giusta specifica, visto che spesso chi li ha non conosce la specifica dellìintera partita acquistata. Esistono in tre versioni con differente idss, da un minimo di 6mA fino a 30mA.

In Italia li ho tovati quì:

http://www.lelettronicaasti.it/

Io ne dovrò prendere un bel po' per selezionarne diverse coppie, si potrebbe organizzare un acquisto di gruppo in caso.

Per ultima aggiungo una proposta per una soluzione pre buffer tutto sommato interessante:

http://www.pha.inecnet.cz/macura/buffer_en.html

http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/buf634.pdf

http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/opa627.pdf

Marco

Inviato: 26 ott 2005, 19:27
da titano
Aggiungo qualche misura con diversi opamp usati in congiunzione col BUF634

http://web.telecom.cz/macura/spectra_oa.html

Marco

Inviato: 26 ott 2005, 19:36
da mauropenasa
Questo disegno applicativo è praticamente identico alla regolazione del volume del Mark Levinson n... boh, 38, non ricordo....

Per risalire a ciò mi sono fatto un "c...." di ricerca enorme, ecco perchè nessuno ne parla volentieri, di queste circuiterie "suonanti".

La tecnica è "base", trattasi del classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico (binario). La tensione di uscita è una conseguenza della corrente di ingresso (pin invertente di LT1112) generata dal ladder R2R interno, che a sua volta è proporzionale alla tensione presente sul ingresso Vref.
In sintesi (nel caso di questo dac a 12bit):

Vout = -Vref (4095/4096)

Quindi l' uscita può andare da 0 a -Vref a seconda della combinazione R2R impostata....

ciao Immagine

Mauro

Inviato: 28 ott 2005, 23:23
da riccardo
Sarebbe ben grave lasciar cadere questo 3d per la difficoltà initrinseca di implementare questo circuito.
A scorrere il datasheet del dac se ne intuiscono,per un non tecnico come me, una miriade di possibili impieghi.
Ovvio che approcciarsi a un elemento come questo per dei valvolaristi e componentisti "discreti" è difficile,ma è proprio questa la direzione della elettronica "alta".
Delle cose quasi All in One, (pensate al vecchio LM3886 e famiglia) che possono essere implementate con pochissimi componenti esterni, a costo molto basso. Pur di approfondirne le caratterstiche intrinseche.
Lancio quindi un appello accorato alla prosecuzione del 3D.
:-)



Saluti

R.R.

Inviato: 29 ott 2005, 18:32
da mauropenasa
mhmm, noto dal silenzio assordante che nessuno ha intenzione di "pensare" un circuito basato su unità a controllo digitale.
E pensare che per mè si comincia a "divertirsi" solo quando si entra nel digitale "vero" (elaborazione DSP).
Per farvi riprendere dallo "shock" vi pongo un circuito "completo" da cui estrapolare una configurazione "Baxandall". Il lavoro è estraplato da un mio post sempre su DIYaudio, legato al "banale" inverting GC.
La parte che ci interessa è quella di NE5532, sostituibile con tutti i "compensati" mono o duali che si trovano, oppure da buffer tosti a discreti.
U1a bufferizza il segnale da elaborare, per rendere il lavoro del potenziometro scorporato dalle caratteristiche della sorgente, e U1b esegue il "guadagno attivo". Nel caso del circuito non c'è guadagno, e il pot esegue una attenuazione, ma cambiando il rapporto tra R3 e R4 si può avere anche un guadagno. Ovviamente il pin 5 deve essere a massa, se si usa solo la parte pre del circuito del disegno.

Caratteristiche:
Questa configurazione permette di usare un pot lineare, e la funzione logaritmica è svolta dal carico (R3//R4) del pot. Le differenze di tracciamento del pot. sono mimimizzate al massimo...
Las configurazione del opamp di uscita può avere guadagno o attenuazione continua, e questo permette al rapporto S/N dei essere proporzionale alla posizione del pot. Quando il pot è al minimo, anche il rumore di U1b viene attenuato dalla rete di reazione...

Unico limite, le prestazioni di U1, anche se in questa config. NE5532 ha già una prestazione molto più "dignitosa" che in altre condizioni. Una soluzione molto simile è stata usata da J. Self in alcune sue pubblicazione su EW...

Questo pre "base" ha da se prestazioni tecniche eccellenti, va solo "accordato" ad un uso "audiofilo" (selezionando gli op adatti), ed ha il limite di non essere "telecomandabile" facilmente...

Forse ora qualcuno si riprende dallo "shock"....

ciao
Immagine

Mauro

Inviato: 30 ott 2005, 16:44
da plovati
Digitale? Parola orribile...
un contributo da valutare per progettare un controllo volume mediante DAC multiplying è la seguente AN di Maxim:

APPLICATION NOTE 1844
A Precision Audio Attenuator Using the MAX502

notare i grafici Audioprecision, che mostarno distorsioni realativamente alte per segnali piccoli e minori per grandi segnali, il contrario di quanto è ritenuto conforme al naturale andamento delal distorsione (monotona crescente con il segnale).

Inoltre: con un DAC integrato è meglio operare in reazione tenendo basso il segnale che scorre nelel resistenze integrate o farlo lavorare in attenuazione diretta, amplificando poi successivamente?


_________
Piergiorgio

Inviato: 30 ott 2005, 20:52
da riccardo
http://sound.westhost.com/project01.htm

In questa pagina web un progetto corispondente un controllo di volume NON digitale, con un opamp con maggiore slope.

A questo preciso proposito mi chiedo se in uno schema del genere sia possibile usare l'
AD746 di analog device.

Saluti

R.R.

Inviato: 30 ott 2005, 21:18
da riccardo
Domanda:
saresti in grado di mettere insieme un kit acquistabile, contenente, per esempio, la pcb, l'encoder rotativo e i collegamenti, e il microprocessore già programmato per far funzionare completamente il Linear come controllo di volume plug in?
So che è una domanda strana, ma credo sia l'unica soluzione "semplice" per poter saggiare dal vero le possibilità di questo titpo di periferiche digitali...


La tecnica è "base", trattasi del classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico (binario). La tensione di uscita è una conseguenza della corrente di ingresso (pin invertente di LT1112) generata dal ladder R2R interno, che a sua volta è proporzionale alla tensione presente sul ingresso Vref.
In sintesi (nel caso di questo dac a 12bit):

Vout = -Vref (4095/4096)

Quindi l' uscita può andare da 0 a -Vref a seconda della combinazione R2R impostata....

ciao Immagine

Mauro


Originally posted by mauropenasa - 26/10/2005 : 14:36:35
Saluti

R.R.

Inviato: 30 ott 2005, 22:31
da mauropenasa
Alcune delucidazioni:

Piergiorgio:
Hai fatto bene a tirare in campo quella applicazione Maxim, che è il motivo per cui non è diffusa nel mondo audio quella tecnica.
Quella configurazione, con rete di polarizzazione in tensione (MAX427) è un esempio di come NON FARE un attenuatore con dac moltiplicatore. Maxim si è arrampicata sui vetri a causa del uso di un dac con buffer interno, assolutamente non ottimizzato per prestazioni audio. Dico subito che io un pre con quelle prestazioni (a basso livello) non lo farei mai....

La tecnica classica (Linear tech. esempio) ha 2 vantaggi enormi:

1. Buffer convertitore corrente / tensione esterno, e possibilità di usare un modello adatto allo scopo

2. Funzionamento "in corrente" della rete R2R.

L' unica causa di THD nei dac moltiplicatori (usati in questo modo) è la non linearità degli switch interni. Essa è funzionale alla tensione a cui essi sono sottoposti. Maggiore swing di tensione (rispetto al loro riferimento di massa) c'è, maggiore sarà la non linearità (THD). Quando i nodi interni fanno riferimento ad una uscita "virtual GND" (come nel caso classico) tutti i nodi lavorano per flussi di corrente, senza differenze di potenziale rilevanti. Un sistema di quel tipo diventa estremamente lineare. A quel punto conta solo la "idealità" del opamp di uscita, che ne determina di fatto le prestazioni finali.

Nota: Le prestazioni che io ho rilevato su sistemi simili al circuito base che ho mostrato hanno un andamento di bassissima THD ad andamento leggermente crescente al crescere della ampiezza del segnale, e costante per tutte le frequenze audio (dipende tutto dal opamp di uscita). Praticamente il contrario del applicazione Maxim...
A bassi livelli esiste esclusivamente il rumore del opamp di uscita. Con una scelta oculata, questa tecnica permette di fare un circuito "di riferimento", con THD+N > -120dB e linearità di tracciamento entro 0.1dB da 0 a -100dB di lavoro. Non conosco niente di più preciso, in assoluto....

Riccardo:
Il tuo link evidenzia una semplice variante del mio circuito "Baxandall", ed è utile per studiare il punto migliore per il buffer attivo (in ingresso nel mio caso, dopo il pot nel caso del link...)

Certo che sono in grado di costruire questi circuiti in modo autonomo e "riproducibile" da altri (tutto quel che concepisce la mia mente è riproducibile dalla stessa.....
Resta il dubbio sul fatto che questa scelta sia "costruttiva" per gli appassionati, tipo Titano, che ama sbattere il cranio nei problemi di progettazione elettronica. Altra cosa è che una volta tanto, seguire passo passo l' iter di sviluppo di un circuito, potrebbe formare una "coscienza critica", specie per quegli insopportabili "grilli" che sanno sempre come modificare i circuiti (ma solo dopo che qualcuno ha speso tempo per studiarli e proporli. mi viene in mente "ma se lo dicevi prima... ormai...")

Vedremo. Dipende molto dal coinvolgimento dei membri del forum in questa idea (compresa la storia di altri progettisti con delle cosa già pronte in tasca... Non ha senso reinvetarsi l' acqua calda se qualcuno ha già pronto il boiler...).

ciao



Mauro

Inviato: 30 ott 2005, 23:59
da plovati
. Altra cosa è che una volta tanto, seguire passo passo l' iter di sviluppo di un circuito, potrebbe formare una "coscienza critica", specie per quegli insopportabili "grilli" che sanno sempre come modificare i circuiti (ma solo dopo che qualcuno ha speso tempo per studiarli e proporli. mi viene in mente "ma se lo dicevi prima... ormai...")

Originariamente inviato da mauropenasa - 30/10/2005 :  16:31:43
Penso che questo tipo di approccio sia quello giusto, un vero progetto non solo open source ma anche cooperativo. Apprezzo molto questa impostazione. E' evidente che Mauro ha la sua soluzione semi-pronta ma credo che uno sviluppo passo passo il più possibile seguito e partecipato sia un notevole contributo alla crescita tecnica e al divertimento di ciascuno.

Se avete bisogno di fare PCB, saldare SMD, procurare campioni sono a disposizione, basta che mi lasciate fuori dalla parte micro, la sola parola 'processore' mi fa un effetto strano..

_________
Piergiorgio

Inviato: 02 nov 2005, 06:31
da riccardo
Just for curiosity: la scheda PCB tulipath di Filippo, sarebbe utile per questo lavoro?


Saluti

R.R.

Inviato: 04 nov 2005, 03:15
da titano
Ah però...mi allontano per qualche giorno e già mi tocca sbattere la testa a destra ed a manca. E pensare che speravo di godermi un po' il My_ref, appena finito...

Ok, vediamo di mettere un po' di ordine. Come detto da Mauro mi piace colpire di testa il cemento e quà di cose da capire ce ne sono parecchie, almeno per me.

Belle le tecniche di base, peccato che bisogna conoscerle perchè lo siano veramente. Il classico moltiplicatore 2 quadranti a controllo numerico è talmente classico da non dirmi nulla. Per me Opamp e dac sono degli sconosciuti, se non per qualche nozione di base tutt'altro che sufficiente per una discussione del genere.

Quindi nei prossimi giorni vedrò di cominciare a guardare un po' di materiale a riguardo.

A mauro e a tutti proporrei di cercare e postare materiale di supporto che potrebbe rendere la discussione un po' più viva. Io farò lo stesso cercando di trovare qualcosa che possa collegarsi al discorso.

OK mi metto in caccia, fate lo stesso e vediamo di provare ad analizzare il principio di funzionamento.

Se c'è poi qualcuno che ha voglia di modellare qualcosa di semplice con Microcap a scopo didattico...tanto meglio.

Marco

Inviato: 06 nov 2005, 08:30
da titano
Posto qualche link che ho trovato interessante nel caso ci sia qualcun altro che ha voglia di dar zuccate... :p

http://rocky.digikey.com/WebLib/Linear% ... TC1590.pdf

http://www.national.com/appinfo/adc/files/ms101157.pdf

http://pdfserv.maxim-ic.com/en/an/AN1844.pdf

http://www.analog.com/UploadedFiles/Dat ... 8222_c.pdf

http://www.edn.com/archives/1995/051195/10df3.htm

http://www.mhennessy.f9.co.uk/preamp/an ... search.htm

...qualche sant'uomo che mi da una mano a trovare qualcosa di più "diretto" e mirato?

Marco

Inviato: 06 nov 2005, 23:12
da mrttg


Ciao a tutti,
3D assai interessante che ne direste di raccogliere le idee in merito e magari "Provare" a fare un progetto di pre modulare e flessibile con dispositivi moderni.

Che sia funzionale ai nostri scopi come flessibilità
Fatevi un giro panoramico su questo catalogo TI:

http://www-s.ti.com/sc/techlit/szzb002.pdf

PS: Se si implementa con telecomando c'è qualcuno che mi può aiutare a programmare un microprocessore?.
GRAZIE

Saluti Mrttg

Sei il benvenuto nel forum, ma ti invito ad usare un linguaggio più rispettoso. non è questo il modo per cercare la collaborazione di qualcuno....per una "carabattola"
Quindi ti ammonisco e correggo il msg.

saluti
RR

Inviato: 07 nov 2005, 21:41
da danilo

Ciao a tutti,
3D assai interessante che ne direste di raccogliere le idee in merito e magari "Provare" a fare un progetto di pre modulare e flessibile con dispositivi moderni.

Che sia funzionale ai nostri scopi come flessibilità
Fatevi un giro panoramico su questo catalogo TI:

http://www-s.ti.com/sc/techlit/szzb002.pdf

PS: Se si implementa con telecomando c'è qualcuno che mi può aiutare a programmare un microprocessore?.
GRAZIE

Saluti Mrttg

Originariamente inviato da mrttg - 06/11/2005 :  17:12:11
L'idea di Mrttg è interessante e credo che l'obiettivo di questo 3D sia proprio quello di creare quantomeno le basi per un progetto di questo tipo.
Ciao

Danilo

Inviato: 07 nov 2005, 23:42
da mauropenasa
Dato il mio tempo disponibile non faccio promesse, ma se vi serve un kit valutativo di partenza, senza "sfronzoli" tipo display o remote (per quelli serve una valutazione più articolata...), io posso fornire la piattaforma digitale per trasformare la posizione di un normale pot singolo in codice binario per "testare" i dac seriali o le famiglie CS3310 o PGA2xxx, tanto per farsi un' idea...

In realtà non ho problemi neanche per fare una unità universale a moduli, ma il "giochino" diventa più costoso e dispersivo...

ciao

Mauro

Inviato: 08 nov 2005, 01:18
da danilo
ogni contributo è prezioso, credo saranno tutti contenti....
grazie
ciao

Danilo

Inviato: 16 nov 2005, 20:22
da titano
Passo a volo radente giusto per lasciare in dono un link molto interessante, riguardantei un progettino che usa il pga2311...c'è tutto, compresi stampati e file hex...

http://www.dh3ben.de/html/electronics/p ... eamp.shtml

http://www.audioxpress.com/magsdirx/ax/ ... hs-pt1.pdf

Marco

Inviato: 17 nov 2005, 02:45
da mrttg


Ciao a tutti,
per il momento ho procacciato il seguente chip e appena arriva lo provo:

http://www.wolfsonmicro.com/products/di ... ol/WM8816/

Ciao Mrttg

Inviato: 17 nov 2005, 19:36
da mauropenasa
Hey, mrttg, dove lo hai scovato, sto chips ?

Mi pare un chips ideale su cui impostare un pre a controllo digitale, perchè da un sacco di margini di lavoro esterno, alla stregua dei DAc moltiplicatori.

DEVO provarlo, mi incuriosisce molto.

Ti risulta che sia reperibile, a costi accettabili, come distribuzione Italiana ?

ciao

Mauro

Mauro

Inviato: 17 nov 2005, 20:04
da titano
Sul sito della Wolfson ho trovato nominato questo distributore per l'Italia...

Silicon Solution Stream
Via XXIV Maggio 6
Bollate
20021, Milan
Italy

t: +39 02 3830 3138
f: +39 02 3830 5396
e: info@siliconsolutionstream.it
w: www.siliconsolutionstream.it


Marco

Inviato: 17 nov 2005, 20:07
da titano
Dovrebbero avere materiale della Wolfson anche da LAserelectronics...

http://www.laser-electronics.ch/

Li ho contattati un paio di volte per i 2SK170, molto disponibili.

Marco

Inviato: 18 nov 2005, 01:14
da titano
Bene bene...prime foto del pre "Baxandall style" in fase di assemblaggio.

Il pre sta funzionando e devo dire che solo ora sto sentendo quello di cui è veramente capace il My_ref, rev A.

Notevole...mi pareva strano di esser diventato sordo :D

Marco

Immagine

Inviato: 18 nov 2005, 01:19
da titano
Per la serie...cosa si può fare con una stampante laser, un foglio di carta fotografica e il ferro da stiro della mamma/moglie...

Uhahahaha :D

Marco

Immagine

Inviato: 18 nov 2005, 01:23
da audiofanatic
Sul sito della Wolfson ho trovato nominato questo distributore per l'Italia...

Silicon Solution Stream
Via XXIV Maggio 6
Bollate
20021, Milan
Italy

t: +39 02 3830 3138
f: +39 02 3830 5396
e: info@siliconsolutionstream.it
w: www.siliconsolutionstream.it


Marco


Originariamente inviato da titano - 17/11/2005 :  14:04:32
SSS è il pusher di Luca Comi, volendo si può chiedere roba Wolfson, Sanken, Tripath e Morel

Filippo

Inviato: 18 nov 2005, 01:56
da mrttg

Ciao a Tutti,
i chip wolfson gli ho trovati ravanando in DYIAUDIO.... oggi ho chiesto dei fet duali e singoli a basso rumore negli US... adesso non ricordo il nominativo per la stanchezza... e stò meditando come usare il tutto... esporrò le mie idee nel week.

Saluti Mrttg

Inviato: 18 nov 2005, 21:47
da PPoli
Notevole...mi pareva strano di esser diventato sordo
??? Qualcuno ha tirato un sasso nel mio stagno ???

Il mio My_Ref (ver.C) funziona da integrato, con un pot 10K in ingresso. Mi sono perso qualcosa?
Per la serie...cosa si può fare con una stampante laser, un foglio di carta fotografica e il ferro da stiro della mamma/moglie...
Avrai usato anche la bacinella con l'acido o sono rimasto indietro anche quì?

Scherzi a parte, potresti spiegare meglio a uno abituato a cablare tutto in aria e che se potesse userebbe i bulloni per connettere i condensatori (per mancanza di esperienza, non per convinzione).

Il ferro da stiro per trasferire l'immagine al posto del lucido o la basetta non è una normale fotosensibile?

Inviato: 18 nov 2005, 22:10
da titano
Quanto alla prima domanda quoto quanto detto das Mauro nella discussione sul My_ref...

"revA:
è più sensibile al impedenza della sorgente della revC. Questa versione è una prima evoluzione del "mio vecchio approccio" che stava all inizio del 3D (stessa struttura diversi punti di lavoro).
Io consiglio di usare un buon pre attivo, quando possibile, oppure usare un potenziometro con valore non superiore ai 10K in ingresso (la res di ingresso interagisce con la compensazione ad alta frequenza di questo tipo di circuito...). Io non ho mai ottimizzato questa revisione per un uso con potenziometro passivo, per cui i risultati possono essere soggettivi."

Tieni conto che lui non l'ha mai ascoltato senza pre...per quello che mi riguarda la rev A nella mia e nelle altre tre catene in cui l'ho ascoltata, col pre passivo è piuttosto mediocre...col pre...beh, il salto mi ha spiazzato.
Mauro, nella descrizione che ho fatto del suono, ha ritrovato le sensazioni che perseguiva come risultato.

Per la rev C vedremo, domenica vado a confrontare la rev A con la C.

Per la questione stampati. Tralasciando la questione cloruro ferrico...c'è da dire che di metodi per produrre in casa gli stampati che ne sono diversi.
Io non ho perseguito la via "fotografica" ma un metodo che si pasa sulla trasposizione sul rame dell'immagine dello stampato usando il toner da stampante laser. Tale toner è principalmente a base plastica quindi rimane inerte all'attacco del cloruro.

Come procedere. Beh stampi il negativo dello stampato su un foglio che resista alle alte temperature e poi lo stiri...

Mi risparmio la spiegazione e aggiungo qualche link:

http://www.fullnet.com/u/tomg/gooteepc.htm

http://www.baronerosso.net/mod-subjects ... eno-2.html

http://homepage.tinet.ie/%7Eei9gq/pcb.html

http://max8888.orcon.net.nz/pcbs.htm

Si possono usare diversi supporti, a partire da costosi fogli appositi (non consigliati) fino ad utilizzare fogli per stampa fotografica "extra glossy"...quest'ultimo è il metodo che mi da i migliori risultati.
Sono riuscito anche a trasferire la serigrafia sul lato componeti, con questo metodo.

Marco