Echo ha scritto:...sarebbe come se mettessi avanti ad un cannone che spara bolle di sapone un secondo cannone per "far trovare la strada" giusta alle bolle sparate dal primo
...la vedo dura ..e poi alle bolle del secondo chi ci pensa?
come analogia mi sembra decisamente molto poco appropriata.
Le onde acustiche non si propagano affatto come bolle di sapone che lasciano un "cannone sparabolle". Casomai, al limite potresti immaginarle come una serie di bolle di sapone concentriche, una dentro l'altra, che si espandono intorno al punto di origine (l'altoparlante). Ma non vanno da nessuna parte, restano ferme! (il punto di origine, centro delle "bolle", è fisso, non si muove).
Ma anche questa sarebbe una analogia molto limitata, valida al limite solo per una sorgente singola (un unico altoparlante) che emette in uno spazio libero infinito (o una camera anecoica, completamente vuota).
Le bolle di sapone non sono soggette a riflessioni e rifrazioni, non vengono diffuse, non danno luogo a fenomeni di interferenza, onde stazionarie, ecc.
Se vuoi visualizzare un po' più realisticamente quello che accade, prendi una bacinella rettangolare con dentro del liquido (acqua, oppure olio, ecc). Quella è la tua stanza (vuota). Poi prendi un bastoncino (o una matita, una penna, un chiodo o qualcosa del genere) e appoggia una estremità verticalmente sulla superficie del liquido. Quello è il tuo altoparlante. Se lo muovi su e giù vedrai formarsi delle onde sulla superficie del liquido. Che vengono riflesse dalle pareti della bacinella. Quando le onde "dirette" e quelle "riflesse" si incontrano, queste interferiscono tra loro e vedrai formarsi delle onde stazionarie.
Quello che vedi sulla superficie del liquido è all'incirca ciò che accade su una qualsiasi sezione piana (bidimensionale) del campo acustico 3D in uno spazio chiuso.
Puoi giocare mettendo due o più "sorgenti" e facendole muovere indipendentemente l'una dall'altra oppure insieme all'unisono, aggiungendo dei batuffoli di ovatta per simulare l'ascoltatore e/o superfici assorbenti, solidi di fogge appropriate a simulare i mobili, ecc.
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Tornando in tema, provo a spiegare meglio la cosa, perché ho l'impressione che non ne siano state colte fino in fondo le implicazioni.
Se la loro analisi è corretta, si tratta di una svolta assolutamente rivoluzionaria. Che necessita di un cambiamento radicale di buona parte delle vecchie convinzioni e convenzioni. Perché, se hanno ragione, il problema principale che limita la qualità percepita della riproduzione è per certi versi
opposto a quanto in genere si crede(va)!
Per dirla con le tue parole, il problema NON è affatto la "mancanza di ordine" nella riproduzione ma, al contrario, è proprio "l'ordine eccessivo"!!!
Ordine eccessivo dovuto all'emissione di due soli altoparlanti che, inevitabilmente, costituiscono dei punti di emissione fissi ed immutabili per tutti i segnali e quindi non permettono di ricreare una configurazione di onde stazionarie realistica e credibile (se non forse per il caso particolare della riproduzione di due sole sorgenti la cui immagine virtuale coincide esattamente con la posizione degli AP).
L'uso di due sorgenti aggiuntive (debitamente pilotate con segnali opportunamente manipolati) consente invece di farlo, in quanto giocando con fasi e ritardi del segnale inviato ai diffusori supplementari si possono modificare i pattern di interferenza (e quindi le onde stazionarie) a proprio piacimento. Ed AFAIU questo è proprio quello che dicono di aver fatto (o cercato di fare) quelli di Dynavector.
Da notare che l'analisi in questione potrebbe anche spiegare diverse osservazioni empiriche difficilmente spiegabili altrimenti. Ad esempio perché in genere tendiamo a preferire un suono "arricchito" da livelli non trascurabili di distorsione armonica rispetto ad uno materialmente più "pulito" o perché, tra i tubi, quelli che di solito sembrano suonare meglio curiosamente sono quelli più microfonici. O ancora perché, spesso, nonostante tutti i suoi numerosi limiti e difetti, un giradischi analogico ci sembra più "naturale" di una sorgente digitale, ecc. Se partiamo dal presupposto che il suono riprodotto da un sistema stereo convenzionale è inevitabilmente "impoverito" e "semplificato" per la mancanza di "pattern" di onde stazionarie, risulta ovvio che qualsiasi alterazione del segnale che in qualche modo lo "arricchisce" e lo "complica" in un modo (sia pur vagamente) simile a "come dovrebbe essere" risulta gradevole all'ascolto e lo fa' sembrare più verosimile, più "naturale"!
Una vera rivoluzione, che demolisce e/o rovescia gran parte delle convinzioni preesistenti!
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»