Rettificazione:tuttoquello che avrei voluto sapere

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione delle elettroniche
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Nuovo anno, nuovi dubbi.

Ho sempre trovato pochissime info, sulle riviste di autocostruzione HiFi, relativamente alla rettificazione delle valvole (finali).
Sugli 80 numeri di CHF (salvo dimenticanze mie) un solo accenno alla sua esistenza molti anni fa e recentemente la promessa di un articolo da parte di Chiappetta.
Aloia poi ne ha fatto una cosa 'misteriosissima', dicendo che si sarebbe portato nella tomba il segreto del perchè il suo MSB con 6C33-B forniva al banco quasi 30Wrms anzichè i soliti 15-18 (... per sua fortuna non era un gran segreto).
Nei pochi accenni fatti sulla rettificazione, i ''grandi progettisti'' se la sono sempre tirata nei confronti dei poveri ''amatori''.

Sulla rettificazione ho qualche dubbio; ve lo giro sperando in qualche link o in qualche chiarimento.

1) gli effetti della rettificazione dipendono dall' asimmetria delle curve IV (un tubo poco lineare rettifica poco) , dal punto di lavoro a riposo scelto e dall' ampiezza P-P del segnale. Fatte queste scelte, i ''grandi progettisti'' possono intervenire in qualche altro modo sull' entità dell' effetto (aumentandone o diminuendone l' effetto), o semplicemente anche loro si tengono quello che risulta?
2) come mi ha fatto osservare P. Lovati, la rettificazione è utilissima nelle misure con segnali sinusoidali, consentendo di scrivere un numero piu' alto alla voce Pout; in regime musicale l' effetto si perde. Mi domando: è proprio così, oppure al crescere della potenza media (livello sonoro in aumento ) ho comunque un effetto di spostamento verso l' alto del punto di lavoro?
3) se ( e solo se) il punto di lavoro si sposta anche con il crescere del livello medio del segnale musicale, l' autobias è in grado di tenernlo inchiodato ?
4) se al punto 3) la risposta è si, dal punto di vista sonoro ha senso cercare di tenere fermo il bias o è meglio lasciarlo andare secondo 'natura'?
5) domanda un poco OT: ma perchè i 'grandi progettisti' se la tirano così tanto? E' vero che l' orticello è molto piccolo, ma in migliaia di articoli letti nell' ambito del mio lavoro (chimica), scritti su riviste anche ultraprestigiose, non ho mai visto atteggiamenti simili.
Buona giornata
Mauro Baudino
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Messaggio da plovati »

Sul punto 5) credo sia necessario un 3D apposito, e forse non basterebbe. La mia idea in merito è che le le cose fossero spiegate in maniera accessibile, il già sovraffolato mercato della autocostruzione sarebbe invaso da una miriade di "costruttori fungo" di aloiana memoria.
Quei pochi professionisti che riescono a campare con questo lavoro non hanno nessun interesse a contribuire a che ciò si avveri, anche quando scrivono su riviste dedicate all'autocostruzione audio.
Forse se gli articoli venissero pagati come una piccola produzione artigianale di elettroniche, l'interesse a tenere sotto chiave i 'segreti' del mestiere non avrebbe più ragione di esistere, essendo molto più conveniente scrivere un solo ben documentato articolo che sopportarsi le paranoie di 100 audiofili e 10 probabili acquirenti.

Chissà che l'editoria on-demand non possa offrire una risposta a tutto questo. Ad esempio: un guru pubblica un articolo o un libro ordinabile online dietro pagamento di una certa somma. L'articolo in questione arriva stampato e rilegato a casa per posta.

Circa il punto 1), la rettificazione non è altro che l'aumento della corrente di polarizzazione continua dovuta alla diversa amplificazione delle semionde positive e negative del segnale applicato. se infatti la curva di trasferimento ingresso e uscita fosse parabolica, le semionde positive sarebbero più amplificate che quelle negative e IN MEDIA il segnale presenterebbe quindi una componente CONTINUA che si somma alla corrente del punto di lavoro scelto.
L'effetto della rettificazione è quindi tanto più marcato quanto meno lineari sono i tubi (un dispositivo perfettamente lineare non rettifica).
La rettificazione dipende solo dalla nonlinearità di ordine pari, tipicamente di seconda armonica e pertanto è tipica dei grossi triodi.

Riguardo al punto 2) mi resta questa perplessità: affinchè l'aumento di corrente continua avvenga, poichè si tratta di una MEDIA è necessario un certo tempo di integrazione del segnale. In regime sinusoidale non ci sono problemi, il segnale è costante e c'è tutto il tempo di far muovere il punto di lavoro. Ora: per ottenere la massima potenza avrò probabilmente piazzato il punto di lavoro sulla iperbole di massima dissipazione. La rettificazione sposterà quindi questo punto molto probailmente fuori dai limiti di dissipazione. Quindi si tratta di un metodo che puo' reggere solo per segnali non troppo corti (necessità di mediare) ma neanche troppo lunghi (limiti di dissipazione).
C'è effettivamente un vantaggio ad operare così, a parte il poter dichiarare una potenza a regime (ma non di durata indefinita) più alta?

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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Messaggio da titano »

Aggiungo alcune note a margine a quanto detto da Piergiorgio.
Il fenomeno della rettificazione è più marcato quando intervengono altri fattori "esterni" alle caratteristiche di non linearità del tubo. In particolare la deriva del punto di lavoro può essere causa dalla variazione della tensione sulle armature dei condensatori di accoppiamento e di bypass catodico nel caso di polarizzazione automatica.
Nel caso di accoppiamento RC con tubi finali che hanno la tendenza ad assorbire corrente di griglia la variazione di differenza di potenziale sulle armature del condensatore di accoppiamento può far variare la polarizzazione di griglia con conseguente aumento della corrente di bias. Questo fenomeno è tanto maggiore quanto più ci si trova in prossimità di un "overload" (o sovraccarico dello stadio se volete). Tanto più è elevato il valore del condensatore di accoppiamento tanto più il tempo di recupero da questa situazione di sovraccarico sarà lungo.

Simile il discorso per i condensatori di baypass catodico, in caso di stadi finali di potenza. Se il condensatore scelto non è in grado di sopportare la variazione di corrente che lo attraversa tende ad accumulare carica sulle armature spostando cosi il punto di lavoro. Anche in questo caso il tempo di recupero dipende dalla costante di tempo introdotta dalla rete RC.
Un trucchetto che funziona bene è quello di mettere in parallelo alla rete RC catodica uno zener che funga da "limitatore di overvoltaggio". In pratica si sceglie un valore di guardia, se il catodo non lo supera lo zener resta chiuso ...quindi non preoccupatevi del rumore. Ottimo per stadi finali in classe AB.

Per sua natura quindi l'autobias non solo non è in grado di tener a bada il fenomeno della rettificazione ma anzi, a causa del classico condensatore di bypass, può essere una causa concorrente al problema.
I vantaggi di tale tipo di polarizzazione sono piuttosto legati al problema della massima dissipazione del tubo al variare della tensione di alimentazione. Col bias fisso ed una alimentazione non stabilizzata c'è il rischio che il punto di lavoro finisca in zone in cui la dissipazione sia eccessiva.
Inoltre la deriva del bias può anche essere causa di un non perfetto funzionamento dei nostri costosi trasformatori d'uscita. Se la corrente varia, la possibilità di scegliere accuratamente il gap nei trasformatori diviene inutile. La saturazione del nucleo è sempre dietro l'angolo…

La mia personale opinione è che il parametro da fissare nel bias sia la corrente non la tensione di griglia. Credo che se si vuole tener a bada il problema, la soluzione migliore sia quella di cercare di fissare la corrente di bias usando un servo che gestisca il negativo di griglia.

Quanto al presunto vantaggio del funzionamento “in rettificazione”…a parte una miglior efficienza dello stadio finale io non vedo altri vantaggi. Più che altro mi pare che ci sarebbero molti parametri che rischiano di finire fuori controllo.

Marco
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

<<C'è effettivamente un vantaggio ad operare così, a parte il poter dichiarare una potenza a regime
(ma non di durata indefinita) più alta?>>
Un mio dubbio è proprio questo: attraverso tecniche e ragionamenti a me sconosciuti, si puo'
VOLONTARIAMENTE operare così ( o scegliere di non operare così) oppure quello che viene viene????
Mi spiego meglio:

Fase 1: scelgo il punto di lavoro ed i carichi in base a considerazioni opportune e 'progetto' gli
stadi precedenti per avere lo swing voluto sulla griglia della finale. Ipotizziamo il p.to di lavoro
sull' iperbole, ma credo che sia ininfluente.

Fase 2: se il triodo usato è ideale, non ho nessun fenomeno di rettificazione in regime sinusoidale.
Se il triodo è molto lineare per lo swing applicato (es2A3), la rettificazione è minima. Se il
triodo è poco lineare (6C33C) e lo swing è grande (vd. MSB di Aloia, con VgK 105v, e swing fino ad
una piena A2) la rettificazione interviene in maniera decisa.
Ma in pratica ( scelto il tubo,Vbias e swing ) non mi sembra esista alcuna possibilità di
controllare in qualche modo la rettificazione: con quello swing quel tubo e quella polarizzazione il
fenomeno sarà dell' entità imposta dalle curve IV. Oppure c'è una tecnica che non conosco.

Fase 3: monto il tutto e verifico le specifiche. Con un triodo poco lineare, in regime sinusoidale
potrò aumentare lo swing all' ingresso del finale la potenza ( ottenendo anche meno distorsione)
di quanto sia possibile ragionando solo sulle curve IV senza pensare al rettificazione

Fase 4: riproduco della musica.Il segnale non sarà piu' una sinusoide ma avrà sempre una semionda
negativa ed na positiva. Se la valvola rettifica, continuerà a farlo anche adesso, in maniera
proporzionale al livello del segnale. Ad ogni ciclo (come mia ipotesi, ma è appunto un dubbio) il
punto 'medio' dello swing di corrente si sposterà in continuazione (di quanto dipenderà -fissato il
circuito- dalla forma e dall' intensità del segnale). Lo spostamento dovrebbe essere in ogni caso
tanto piu' evidente quanto maggiore sia il livello medio del segnale (es. con musica ''disco'')

Ma allora:
- è dannoso questo spostamento del punto di lavoro ( Supponendo che in qualche maniera il fenomeno
sia isolabile dal contesto, e quindi misurabile strumentalmente o all' ascolto)? Non penso tanto
alla possibilità di danni fisici alla valvola ( anche per bias prossimi alla Pmax) quanto a
ripercussioni sonore. Come impressione personale ritengo che (laddove il tubo non sia più lineare)
per fortuna interviene la rettificazione a mitigare le non linearità.

- indipendentemente che il fenomeno sia dannoso o positivo, l' autobias è in grado di ridurlo ?
Ovviamente l' autobias risponde al singolo ciclo segnale musicale, ma se ascolto i
''Carmina Burana'' e passo dal sussurrato al fortissimo mi aspetto una variazione del punto di
lavoro anche su tempi di integrazione del secondo.

In sintesi, le mia sensazioni sono che:
- il fenomeno sia positivo sul comportamento dell' ampli ad alti volumi.
- Sicuramente consenta di dichiarare piu Wrms di quelli desumibili dalla semplice interpolazione
delle curve IV (sempre se il driver è adeguato).
- l' incremento della Pout max si abbia anche in regime non sinusoidale
- l' autobias non intervenga sui singoli cicli del segnale musicale, ma intervenga invece al
crescere del livello medio del segnale applicato
- dal punto di vista dell alimentatore, lo stadio non assorba piu' corrente costante. La variazione è probabilmente ininfluente, ma non nulla.
- i 'grandi progettisti' ci marcino su questo ed altri argomenti


Non penso inoltre che per la maggior parte dei tubi il superamento temporaneo della Pmax sia un
grosso problema ( ovviamente invece è opportuno che alcuni tubi lavorino al di sotto della Pmax, ad
es. sempre la 6C33C).

Purtroppo queste sono solo sensazioni, non suffragate da alcuna rigorosa valutazione tecnica (non ne sarei capace) e neppure da prove pratiche. Per questo mi aspetto contributi da parte vostra.
Mi rendo conto che per altro che, fra tutti i problemi tecnici legati alla riproduzione, questo è probabilmente uno dei piu' marginali.

L' editoria 'on demand' (o comunque molto specialistica) è molto diffusa in altre discipline tecniche (immagino che il settore elettronico sia pieno di titoli sui piu' strani argomenti di nicchia) . Il settore HighEnd mi sembra purtroppo stranamente sguarnito (come eccezione conosco solo A. Wright).
Ciao
Mauro
MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Aggiungo alcune note a margine a quanto detto da Piergiorgio.
Scusa, ma mentre scrivevo la risposta non mi sono accorto dell' arrivo del tuo post.

<<La mia personale opinione è che il parametro da fissare nel bias sia la corrente non la tensione di griglia. Credo che se si vuole tener a bada il problema, la soluzione migliore sia quella di cercare di fissare la corrente di bias usando un servo che gestisca il negativo di griglia.>>

Il problema ( probabilmente trascurabile) potrebbe proprio essere questo: i servo leggono la corrente anodica ed adeguano ( ovviamente se il fenomeno perdura oltre il tempo di integrazione) la tensione di friglia. Ma questo è un bene o un male?
Mi sembra di capire che non esista una diversa possibilità di intervenire sulla rettificazione: se quel tubo in quelle condizioni rettifica, non posso fare nulla ne per esaltare ne per ridurre il fenomeno (se non eventualmente un servo bias - do per scontato che il driver fornisca tutta la corrente necessaria alla griglia, che rimane incollata al suo valore. Presuppongo che il catodo sia direttamente a massa). Le variazioni di corrente da rettificazione sono minime (quello del MSB di Aloia è un caso limite), quindi non si modifica sensibilmente Rint o il mu del tubo: non variando l' amplificazione mantengo la linearità dinamica dello stadio ma ho il grosso vantaggio che (a scelta) diminuisco un poco la distorsione (la retta di carico si sposta parallelamente a se stessa verso l' alto) o posso aumentare ancora il segnale in ingresso e quindi la Pout. In pratica, nei casi in cui il fenomeno si verifichi, allora è vantaggioso ( sempre solo un pensiero e non una teoria).

Mi puoi spiegare cosa intendi con : <<Per sua natura quindi l'autobias non solo non è in grado di tener a bada il fenomeno della rettificazione ma anzi, a causa del classico condensatore di bypass, può essere una causa concorrente al problema.>> Perchè l' autobias (che io immagino derivi il segnale da una resistenza anodica) peggiora il problema? Non riesco a capire.

Naturalmente, all' aumento della corrente, diminuisce l' induttanza anodica: supponendo che sia significativo bisogna tenerne conto.


<<Quanto al presunto vantaggio del funzionamento “in rettificazione”…a parte una miglior efficienza dello stadio finale io non vedo altri vantaggi. Più che altro mi pare che ci sarebbero molti parametri che rischiano di finire fuori controllo.>>
Non capisco se il fenomeno sia ulteriormente controllabile dal progettista o no? Per come riesco a capirla, scelto il tubo e le condizioni di lavoro, allora la rettificazione può essere significativa o meno (ovviamente esiste sempre) ma il progettista non può fare nulla se non riportarsi in diverse condizioni di bias o di swing o cambiare tubo, o parallelare piu tubi, o richiedere meno potenza.
Circa i vantaggi, sicuramente ottieni da quel tubo una potenza maggiore senza aumentare stabilmente la potenza dissipata al bias. Se rinunci all' invremento di potenza, a parità di Vin hai una distorsione piu' bassa (di poco) in quanto lavori in una zona delle curve IV un pelino piu' lineare. In pratica, mescolando i due effetti, aumenti leggermente la potanza e diminuisci leggermente la distorsione ( questo di certo in regime sinusoidale. Per il regime musicale non riesco a farmi un idea precisa)
Ciao
Mauro
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Messaggio da titano »

Scusa, ma mentre scrivevo la risposta non mi sono accorto dell' arrivo del tuo post.

<<La mia personale opinione è che il parametro da fissare nel bias sia la corrente non la tensione di griglia. Credo che se si vuole tener a bada il problema, la soluzione migliore sia quella di cercare di fissare la corrente di bias usando un servo che gestisca il negativo di griglia.>>

Il problema ( probabilmente trascurabile) potrebbe proprio essere questo: i servo leggono la corrente anodica ed adeguano ( ovviamente se il fenomeno perdura oltre il tempo di integrazione) la tensione di friglia. Ma questo è un bene o un male?


Mi sembra di capire che non esista una diversa possibilità di intervenire sulla rettificazione: se quel tubo in quelle condizioni rettifica, non posso fare nulla ne per esaltare ne per ridurre il fenomeno (se non eventualmente un servo bias - do per scontato che il driver fornisca tutta la corrente necessaria alla griglia, che rimane incollata al suo valore. Presuppongo che il catodo sia direttamente a massa). Le variazioni di corrente da rettificazione sono minime (quello del MSB di Aloia è un caso limite), quindi non si modifica sensibilmente Rint o il mu del tubo: non variando l' amplificazione mantengo la linearità dinamica dello stadio ma ho il grosso vantaggio che (a scelta) diminuisco un poco la distorsione (la retta di carico si sposta parallelamente a se stessa verso l' alto) o posso aumentare ancora il segnale in ingresso e quindi la Pout. In pratica, nei casi in cui il fenomeno si verifichi, allora è vantaggioso ( sempre solo un pensiero e non una teoria).
Secondo me un bene. Il problema non è solo la corrente in regime dinamico ma quella in regime statico. Intendo dire che la rettificazione può far variare la corrnete dc che attraversa il tubo, col rischio di saturare prematuramente il nucleo del trasformatore.
Se utilizzi accoppiamenti RC con lo stadio precedente e il tubo finale tende a causa della rettificazione ad assorbire corrente di griglia le armature si caricano e possono far spostare anche il punto di lavoro statico.
Stessa cosa nel caso di un eventuale bypass catodico. Se utilizzi un condesatore che non è in grado di gestire lo swing di corrente le armature tendono a caricarsi aumentando la differenza di potenziale...in entrambi i casi ti ritrovi con più corrente in dc. Non mi pare una gran cosa.

Se vuoi sfruttare la rettificazione per scopi prestazionaeli in AC allora eviteri la polarizzazione automatica e penserei ad un servo con una costante di tempo scelta ad hoc per non interferire col segnale audio.
Inoltre direi che la strada dell'accoppiamento diretto o a trasformatore con uno stadio pilota robusto potrebbe essere cosa gradita.
Mi puoi spiegare cosa intendi con : <<Per sua natura quindi l'autobias non solo non è in grado di tener a bada il fenomeno della rettificazione ma anzi, a causa del classico condensatore di bypass, può essere una causa concorrente al problema.>> Perchè l' autobias (che io immagino derivi il segnale da una resistenza anodica) peggiora il problema? Non riesco a capire.
Beh intendo dire che solitamente con la polarizzazione automatica si deve bypassare il catodo, con un elettrolitico di valore non trascurabile. Non ho dati strumentali ma ho l'impressione che questo sia la prima casa dello spostamento del punto di lavoro DC per quando già detto in precendenza.


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Messaggio da plovati »

Supponiamo un punto di lavoro ampiamente entro la massima dissipazione. Supponiamo ora di aver fatto conto su una rettificazione che sposta il punto di lavoro a regime con il massimo segnale proprio sulla curva di massima dissipazione ammessa per il dispositivo utilizzato.
A questo punto ottengo più potenza, ma anche più distorsione (la rettificazione presuppone che ci sia una forte componente di distorsione di seconda armonica).
Allora perchè non fisso direttamente il punto di lavoro sulla curva di massima dissipazione? Otterei lo stesso risultato con meno distorsione.


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Messaggio da MBaudino »

Secondo me un bene. Il problema non è solo la corrente in regime dinamico ma quella in regime statico. Intendo dire che la rettificazione può far variare la corrnete dc che attraversa il tubo, col rischio di saturare prematuramente il nucleo del trasformatore.
Concordo. Però, ragionando sui numeri:
- nel suo MSB Aloia polarizzava la 6C33C a -108V Vgk, 280Vak e 160mA di Ia. Una zona ancora meno lineare delle altre (di norma il tubo si usa a tensioni piu' basse e correnti maggiori, attorno ai 70-80 Vgk). Con un carico (non dichiarato, ma che ipotizzo in 600 ohm) l' aumento di corrente derivante dalla rettificazione è di circa 70 mA. L' aumento di potenza è enorme, arrivando ai 30w e senza andare in A2. Giustamente come dici tu, l' induttanza deve essere dimensionata per 230mA e non per 160.

- una 2A3 che lavori alla massima disspipazione, ma alle normali polarizzazioni, per rettificazione incrementa la sua corrente di circa 5mA. Praticamente la potenza incrementa di 300 mW e la corrente di 5 mA; valori entrambi trascurabili.


<<Se utilizzi accoppiamenti RC con lo stadio precedente e il tubo finale tende a causa della rettificazione ad assorbire corrente di griglia >>

Non credo di essere d' accordo: corrente di griglia e rettificazione sono due fenomeno slegati.

<<Stessa cosa nel caso di un eventuale bypass catodico. Se utilizzi un condesatore che non è in grado di gestire lo swing di corrente>>
Sicuramente; la mia preferenza va al catodo direttamente a massa.

Grazie per avermi chiarito
Mauro
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Messaggio da plovati »

Concordo. Però, ragionando sui numeri:
- nel suo MSB Aloia polarizzava la 6C33C a -108V Vgk, 280Vak e 160mA di Ia. Una zona ancora meno lineare delle altre (di norma il tubo si usa a tensioni piu' basse e correnti maggiori, attorno ai 70-80 Vgk). Con un carico (non dichiarato, ma che ipotizzo in 600 ohm) l' aumento di corrente derivante dalla rettificazione è di circa 70 mA. L' aumento di potenza è enorme, arrivando ai 30w e senza andare in A2.
Originariamente inviato da MBaudino - 02/01/2006 :  13:35:13
Molto interessante, nullo potrebbe divertirsi a fare qualche misura...

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Messaggio da titano »

Domanda: come varia però il comportamento dello stadio con modulazione di segnale inferiore a quello di massima potenza?

Intendo dire questo: se per il 90% dei segnali mi basta il 50% della massima potenza e solo per alcuni picchi arrivo in prossimità della massima dissipazione, allora forse mi conviene ottimizzare il punto di lavoro per questa potenza e tener conto della rettificazione in fase di progetto per non trovarmi con tutti iparametri fuori controllo durante i picchi.

Semplici illazioni...ovviamente

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Per quando riguarda l'amplificatore di Aloia ci sono una paio di cose di cui tener conto...trasformatore con avvolgimenti simmetrici e feedback catodico...per quest'ultimo lo swing di corrente è una manna...o sbaglio?

Marco
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Supponiamo un punto di lavoro ampiamente entro la massima dissipazione. Supponiamo ora di aver fatto conto su una rettificazione che sposta il punto di lavoro a regime con il massimo segnale proprio sulla curva di massima dissipazione ammessa per il dispositivo utilizzato.
A questo punto ottengo più potenza, ma anche più distorsione (la rettificazione presuppone che ci sia una forte componente di distorsione di seconda armonica).
Allora perchè non fisso direttamente il punto di lavoro sulla curva di massima dissipazione? Otterei lo stesso risultato con meno distorsione.
Ottieni ( o almeno penso che dovresti ottenere) meno distorsione che in assenza dello spostamento del bias dovuto alla rettificazione. In pratica trasli verso l' alto la tua curva di carico, in una zona che è sempre piu' lineare che in basso.
Tanto vale fissare il punto di bias piu' in alto? Ma se è come ipotizzo ( e cioè che la rettificazione non si controlla ma si subisce - magari con effetti positivi), fissato il nuovo bias avrai (all' aumentare del segnale in ingresso) nuovamente il manifestarsi della rettificazione, che ti sposterà ancora piu' in alto il punto di lavoro.
Non tutte le valvole gradiscono lavorare alla Pmax, magari anche solo per non limitarne le ore di vita.
La rettificazione (in triodi poco lineari o usati in zone poco lineari) obbliga la valvola a dissipare di piu' in regime dinamico ( parlo sempre di sinusoidale e non considero autobias) ma non varia la potenza dissipata a riposo. Volendo, se la valvola rettifica in maniera significativa, si può aumentare lo swing e quindi la Pout (oppure accontentarsi di una minore distorsione a potenza sostanzialmente invariata).
(sempre per driver dimensionato, accoppiamento corretto, induttanza calcolata per la Imax effettiva, catodo a terra ecc)
Mauro Baudino
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Messaggio da MBaudino »

avvolgimenti simmetrici e feedback catodico...per quest'ultimo lo swing di corrente è una manna...o sbaglio?
Su questo (feedback catodico) ho bisogno di consigli e pareri specifici e volevo oggi aprire un thead specifico: mi sembra una grande cosa, ma non lo so calcolare. Apro quanto prima il 3d.

Non capisco a cosa ti riferisci con avvolgimenti simmetrici: non so come Aloia avesse fatto i ferri. Mi dai qualche info in proposito?
Ciao
Mauro
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Messaggio da MBaudino »

Domanda: come varia però il comportamento dello stadio con modulazione di segnale inferiore a quello di massima potenza?

Intendo dire questo: se per il 90% dei segnali mi basta il 50% della massima potenza e solo per alcuni picchi arrivo in prossimità della massima dissipazione, allora forse mi conviene ottimizzare il punto di lavoro per questa potenza e tener conto della rettificazione in fase di progetto per non trovarmi con tutti iparametri fuori controllo durante i picchi.
Sono assolutamente d' accordo con te.
Forse nel 90% del tempo hai solo il 10-20% della potenza: non ho elementi, ma chiarirmelo sarebbe un elemento fondamentale (soprattutto pensando all' A2).
Quando hai segnale 'basso' in ingresso (che sia dal brano musicale o che sia per effetto del pot di volume), hai poco swing alla finale, e quindi la rettificazione è trascurabile ( il triodo è quasi perfettamente lineare sui piccoli segnali).
Aumenta lo swing ed aumenta la rettificazione (la cui intensità varierà da triodo a triodo, dalla configurazione e dalla polarizzazione ecc.).
Tutto il mio discorso si può riassumere nella domanda: <<il grande progettista>> può intervenire direttamente sull' entità di tale fenomen per modificarlo o può solo prendere atto che esiste e pensare di sfruttarlo (se lo ritiene positivo, adeguando ovviamente la componentistica) o di cambiare configurazione (tipo di triodo, bias, potenza richiesta, numero dei tubi ecc.) se lo ritiene dannoso???

E laddove il fenomeno sia importante, l' alimentatore come si comporta (la Idc non sarà piu' costante) ??
Ciao
Mauro
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Messaggio da titano »

avvolgimenti simmetrici e feedback catodico...per quest'ultimo lo swing di corrente è una manna...o sbaglio?
Su questo (feedback catodico) ho bisogno di consigli e pareri specifici e volevo oggi aprire un thead specifico: mi sembra una grande cosa, ma non lo so calcolare. Apro quanto prima il 3d.

Non capisco a cosa ti riferisci con avvolgimenti simmetrici: non so come Aloia avesse fatto i ferri. Mi dai qualche info in proposito?
Ciao
Mauro


Originariamente inviato da MBaudino - 02/01/2006 : 13:53:59
Non vorrei ricordar male ma mi pare che il trasformatore fosse avvolto in modo tale da neutralizzare almeno una parte del flusso disperso.
Si tratta del solito avvolgimento in controfase...

Per il carico ripartito o feedback catodico cerca nel forum dovrebbe esserci qualcosa e soprattutto guarda nella documentazione di "primo":

http://www.audiofaidate.org/materiale/2 ... atives.pdf
http://www.audiofaidate.org/materiale/2 ... 1_Koch.pdf

Se il trasformatore è ben progettato reputo questa soluzione a dir poco eccellente

Marco
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Messaggio da fscarpa58 »

Ciao tutti

per quanto riguarda lo shift dinamico del punto di lavoro
dovuto all'effetto rettificante, una buona spiegazione
la trovate su "Theory and application of Electron Tubes" di Reich,
paragrafi 4.19 e 4.23 ad esempio, anche con riferimento ai transienti.

Tale testo è inserito nella biblioteca del sito ma il link è errato.
prego i responsabili di correggere il rinvio.

E' ovviamente possibile scaricarlo direttamentre da qui
http://www.pmillett.com/Books/reich.pdf


ciao Federico
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Messaggio da MBaudino »

http://www.audiofaidate.org/materiale/2 ... atives.pdf
http://www.audiofaidate.org/materiale/2 ... 1_Koch.pdf


Se il trasformatore è ben progettato reputo questa soluzione a dir poco eccellente
Si, anche io penso che sia una bellissima idea.
Le domande che volevo fare erano le seguenti (tanto vale farla qui):
- le formule di calcolo indicate nel primo link, valgono anche quando si usa il secondario come avvolgimento, collegandone un capo a massa e l' altro al catodo??
- usare un avvolgimento separato consente di dosare il fenomeno. Mi porro' praticamente il problema quando sarò in grado di avvolgermi i TU, ma tanto per anticipare:"come si intercala'' il nuovo secondario rispetto al primario ed all' altro secondario??
- usando l' avvolgimento del secondario dei diffusori come CR, si pone il problema della tensione continua sul woofer . Aloia disse a suo tempo che quello sollevato era un falso problema, che con secondari a bassa resistenza sono poche centinaia di mV ( ancora meno per valvole a bassa Ia) ecc. ecc. Siete d' accordo sul fatto che questi mV di DC sul woofer siano ininfluenti??

Ciao
Mauro
danilo
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Messaggio da danilo »

per quanto riguarda lo shift dinamico del punto di lavoro
dovuto all'effetto rettificante, una buona spiegazione
la trovate su "Theory and application of Electron Tubes" di Reich,
paragrafi 4.19 e 4.23 ad esempio, anche con riferimento ai transienti.

Tale testo è inserito nella biblioteca del sito ma il link è errato.
prego i responsabili di correggere il rinvio.
Federico grazie per la segnalazione, correggo
Ciao


Danilo
Danilo
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plovati
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Messaggio da plovati »

Grazie danilo, sempre tempestivo.

Per la discussiuone sul cathode feedback, apriamo un nuovo 3D, per mantenere un certo ordine logico. I post stanno diventando tanti e trovare un argomento non è più immediato.

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Piergiorgio
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Piergiorgio
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