Un classico push pull di EL34

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UnixMan
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

giupo ha scritto:[...] ho scoperto una cosa, ascoltando i tre pezzi in sequenza casuale non preferisco mai il primo indipendente da quale dei 3 sia.
hai scoperto uno dei tanti effetti psicoacustici... avresti ottenuto lo stesso risultato anche se tutti i files fossero stati perfettamente identici (ma ti era stato detto che erano diversi). :wink:
Ciao, Paolo.

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trini
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da trini »

enzo. ha scritto:anche se non credo siano propriamente attendibili in quanto non ho potuto mettere il circuito con i diodi nelle stesse condizioni di lavoro della sola raddrizzatrice (255v x 60mA vs 300v x 70mA).
Puoi sempre inserire delle resistenze di adeguata potenza e valore fra il secondario del trasformatore e i diodi fino ad ottenere il valore di 255V in uscita dall'alimentatore. :wink:
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

Vi ringrazio per le impressioni che mi state dicendo e i consigli che mi state dando. Purtroppo non potevo rimediare alla diversità dei punti di lavoro ma ho voluto lo stesso condividere con voi queste mie impressioni perché in due casi su tre, ossia il secondo e il terzo, le condizioni sono molto simili (entro i 10v) mentre le differenze soniche (e anche elettroniche, da quello che posso capire) mi sembrano piuttosto evidenti. Ovviamente queste differenze dal vivo sono più accentuate, soprattutto in gamma media, e forse un posizionamento più accurato dei microfoni e la scelta di un volume d’ascolto più oculato avrebbe aiutato ad evidenziare meglio sia la timbrica che la microdinamica. Prossimamente valuterò in questo senso se è meglio usare una coppia di mic a diaframma grande che mi è rimasta dalla passata attività di musicista.

Innanzitutto, mentre collegavo e scollegavo i componenti o notato che elettricamente con i soli UF4007 il rumore (anche quello meccanico dei ferri) aumentava abbastanza e l’induttanza da 3H non mi sembrava più sufficiente ad ottenere un filtraggio accettabile.
Con la raddrizzatrice inserita ho avuto qualche volt in meno ma sia il rumore dei ferri che quello in uscita dal wf era simile a quello che ottenevo con la sola 5U4G, che alla fine era la configurazione più silenziosa.

Sonicamente dal vivo, tenendo l’ampli a circa mezzo watt, le differenze tra le tre configurazioni sono ovviamente più evidenti rispetto alla registrazione, sia dal punto di vista timbrico, che dinamico, che della scena sonora. La sola valvola mi sembra dare un senso di matericità maggiore al suono, con più profondità di scena, ma anche con più rilassatezza (o lentezza) della dinamica, rilevabile più o meno su tutto lo spettro di frequenze. Concordo con Paolo sul fatto che questo suono, almeno in quest’ampli, possa definirsi in un certo senso piacevolmente “colorato”.
Al contrario, con i soli diodi UF4007 aumenta la velocità dei transienti e l’estensione in frequenza, ma si appiattisce un po’ la scena e si inasprisce la timbrica delle medie e alte frequenze. Almeno questo è quello che dal vivo, nel mio sistema, ho percepito con maggiore evidenza.

Il sistema ibrido è forse quello che mi è piaciuto di più su quest’ampli, in quanto, non spreca energia e sembra unire sonicamente il meglio delle due tecnologie, ossia dolcezza e tridimensionalità ma anche estensione e velocità.
Certamente sono solo impressioni soggettive, non suffragate da sufficienti prove e conoscenze tecniche. Tuttavia, visto che queste impressioni sul sistema ibrido le hanno avute anche altri, mi è sembrato interessante condividerle.

La curiosità ora aumenta con la prossima introduzione dei SiC ;-)


P.S. Una cosa conveniente riguardo all’innalzamento della tensione di alimentazione è che, se volessi, potrei usare in futuro delle 2A3-40, arrivando ad una potenza di uscita simile a quella di una 300B. Con le mie valvole ho potuto fare queste prove perché le 2A3 Sovtek sopportano anche quella dissipazione. Ho notato perciò che, insieme alla capacità e alla timbrica dell’alimentatore ibrido, la potenza d’uscita era udibilmente aumentata e il piccoletto picchiava decisamente più forte.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

UnixMan ha scritto: BTW, una curiosità: i microfoni e gli "shock-mount" che hai usato cosa sono? :? (simpatica anche l'asta con l'attacco ad entrambe le estremità... che roba è?)
I due mic sono dei Behringer B5, economici ma con ottima qualità di ripresa. Li avrò pagati usati su ebay 40 euro la coppia spedita. In certe condizioni alcuni sembra non riescano a distinguerli dai Neumann KM184, di cui ne ho solo uno.
I supporti elastici sono dei Monacor, di cui non ricordo la sigla, anch’essi da pochi euro. Però sono un po' larghi per i B5.
L’asta è una semplice Proel con braccio telescopico. Ma all’altra estremità ho fatto due piccoli fori filettati per bulloncini M3, che bastando a tenere in posizione l’adattatore per il secondo supporto elastico. In questo modo posso usare un’asta sola per la tecnica stereo spaziata A-B e risparmiare tempo e peso.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

trini ha scritto:
enzo. ha scritto:anche se non credo siano propriamente attendibili in quanto non ho potuto mettere il circuito con i diodi nelle stesse condizioni di lavoro della sola raddrizzatrice (255v x 60mA vs 300v x 70mA).
Puoi sempre inserire delle resistenze di adeguata potenza e valore fra il secondario del trasformatore e i diodi fino ad ottenere il valore di 255V in uscita dall'alimentatore. :wink:
Ciao, Trini
Ci avevo pensato e forse ho fatto male a non togliermi lo sfizio di provare pure quello :wink:
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

trini ha scritto:Non so se valga la pena di mettere in parallelo i due diodi( vuoto e SS). Se invece fai una configurazione a ponte, allora il mix ha più possibilità;
in effetti anche io stavo pensando alla configurazione a "ponte ibrido" (e quindi ai raddrizzatori a vuoto ed a SS che sono di fatto in serie tra loro), che consente di realizzare un raddrizzatore a ponte usando la metà dei diodi a vuoto altrimenti necessari (mantenendo alcune delle caratteristiche peculiari dei raddrizzatori a vuoto, in particolare l'elevata impedenza interna che limita e "smussa" i picchi di corrente nei condensatori di filtro) e non alla "strana" idea del parallelo... che, però, pensandoci, forse potrebbe non essere del tutto balzana (sebbene dubito che ne valga la pena). :?:

Confrontiamo alcune delle caratteristiche delle diverse tipologie di diodi raddrizzatori:
  • diodi a giunzione (sia PN "tradizionali" che i vari fast, stealth, fred, ecc):
    - tensione di soglia > 0
    - bassa impedenza
    - presenza di reverse-recovery
  • diodi a barriera Schottky (per tensioni relativamente elevate, necessariamente in SiC):
    - tensione di soglia > 0
    - bassa impedenza
    - assenza di reverse-recovery
  • diodi a vuoto:
    - tensione di soglia = 0
    - impedenza elevata
    - max corrente diretta limitata
    - assenza di reverse-recovery
Oltre a non avere il problema del "reverse recovery" tipico di tutti diodi a giunzione (ma non di quelli a barriera Schottky), un raddrizzatore a vuoto ha il vantaggio di non avere una tensione di soglia (comincia a condurre non appena la tensione attraversa lo zero), cosa che fa sì che la transizione sia un po' meno brusca (e di conseguenza il rumore di rettificazione abbia uno spettro un po' meno esteso verso le alte frequenze). Collegando in parallelo un diodo a vuoto con uno a SS si ottiene un ibrido che mantiene tale caratteristica.

Nel caso siano impiegati diodi a giunzione, la presenza del tubo potrebbe anche contribuire ad "assorbire" le correnti di recovery (ma ci sono soluzioni più semplici ed economiche per ottenere un risultato analogo, mentre l'uso di diodi Schottky evita completamente il problema).

Penso sia superfluo aggiungere che, in tali condizioni, il tubo a vuoto "lavorerebbe" esclusivamente nell'intorno dello zero: non appena si supera la soglia del diodo a SS, la bassa impedenza di questo (in parallelo con quella enormemente più alta del tubo) di fatto "esclude" il diodo a vuoto dal circuito. Di conseguenza è evidente che, in una simile configurazione, non avrebbe alcun senso usare rettificatrici potenti, capaci di erogare molta corrente... è sufficiente che il tubo scelto sia in grado di erogare le minuscole correnti che circolano quando la tensione ai suoi capi è inferiore a quella di soglia del diodo a stato solido. Potrebbe essere un modo per impiegare le piccole raddrizzatrici di cui oggi nessuno sa cosa farsene.

Ovviamente, la domanda è: ne vale la pena? mah... :wasntme:
Ciao, Paolo.

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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da mr2a3 »

Ciao,
innanzitutto grazie Enzo per aver messo a disposizione i file, è interessante ascoltare qualcosa cercando eventuali differenze che, suggestione a parte, mi sono sembrate decisamente troppo evidenti.
Come dice Paolo immagino che il grosso (concordo con "definizione contro ambienza" dei due estremi) dipenda dai diversi punti di lavoro per le diverse tensioni, non posso credere che un semplice cambio di raddrizzatori possa fare tanta differenza (tra l'altro passando da un microfono ecc.).
Comunque molto divertente (anche perché i pezzi mi piacevano)!
Ciao, Massimo
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da UnixMan »

mr2a3 ha scritto:(anche perché i pezzi mi piacevano)!
sì, belli... puoi darci i riferimenti? (autore/album/titolo) Tnx.

BTW: osservando lo spettrogramma, tra i 6 ed i 10 KHz circa (o giù di lì) si nota una banda piuttosto sospetta, pare esserci una esaltazione piuttosto netta in quel range. Sarebbe da capire da dove viene (non facile, potrebbe essere qualsiasi cosa: i mic, l'ambiente, i diffusori, ecc...).
Screenshot_20200504_221211.png
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Ciao, Paolo.

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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da enzo. »

UnixMan ha scritto:
mr2a3 ha scritto:(anche perché i pezzi mi piacevano)!
sì, belli... puoi darci i riferimenti? (autore/album/titolo) Tnx.

BTW: osservando lo spettrogramma, tra i 6 ed i 10 KHz circa (o giù di lì) si nota una banda piuttosto sospetta, pare esserci una esaltazione piuttosto netta in quel range. Sarebbe da capire da dove viene (non facile, potrebbe essere qualsiasi cosa: i mic, l'ambiente, i diffusori, ecc...).
Screenshot_20200504_221211.png
Certo, sono contento che vi siano piaciuti. Eccoli, tutti presi da YouTube. Purtroppo la mia discoteca si trova a 800 km di distanza e al momento mi accontento di ascoltare file dal Mac.
1. https://www.youtube.com/watch?v=79ctTJ5Psv0
2. https://www.youtube.com/watch?v=w8WWWAW1RTo
3. https://www.youtube.com/watch?v=rDl5rwT5XmE
4. https://www.youtube.com/watch?v=sJR8VBv8-y4

Per quanto riguarda l'esaltazione della gamma alta che avete rilevato, per me più evidente da vivo che in registrazione, la cosa curiosa è stato notare il passaggio dall'ibrido al solo diodo UF4007, che non avevano condizioni di lavoro diverse, tranne pochi volt in più per l'UF. Con l'ibrido il suono in gamma medioalta assomigliava per certi versi molto di più al tubo. Con il solo diodo a SS molto di più al mio gainclone, non solo aumentava leggermente di livello ma anche si inaspriva un po', indipendentemente dal volume di ascolto.
Per questo penso che sarà interessante fare qualche altra prova con i diodi consigliati e riflettere insieme sui risultati d'ascolto.
giupo ha scritto:Per quello che può valere, ascoltati con le cuffiette dell’iPhone sono indistinguibili.
Però ho scoperto una cosa, ascoltando i tre pezzi in sequenza casuale non preferisco mai il primo indipendente da quale dei 3 sia.
Guarda, come ti capisco a proposito di quelle cuffiette! Ce le ho anch'io e per iniziare a sentire certe differenze, senza spendere troppo, ho dovuto procurarmi qualche mese fa delle DT880, in offerta su Amazon a 120. Con queste ultime le sfumature si percepiscono più chiaramente, anche se posso capire che l'entità di questa percezione può essere soggettiva. Massimo, ad esempio, l'avverte molto, anche forse tenendo presente i limiti di una registrazione casalinga. Infatti, dal vivo, anzichè essere nell'ordine del mezzo punto decimale - valutando grossolanamente così le "sfumature" tra le diverse registrazioni - aumentano secondo me ad almeno un punto decimale, risultando (penso) chiaramente udibili da tutti.
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da plovati »

Si ma Massimo è un cuffiofilo da diversi decenni. L'abitudine fa.. :-)
_________
Piergiorgio
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da mr2a3 »

Ciao Piergiorgio,
purtroppo è vero, ma complice questa clausura ho inventariato i pezzi in giro e mi sto facendo un piccolo PP di EL84 (russe) per vedere se riesco a trovare un ascolto soddisfacente anche a basso volume (obbligato da logistica familiare).
Questi file comunque li ho ascoltati direttamente dal PC con un Dragonfly red e inizialmente delle AKG economiche (non cuffiette però) perché non pensavo di sentire l'effetto di un semplice cambio di raddrizzatore, e anche per l'ascolto "definitivo" ho semplicemente sostituito le cuffie con le hifiman 400i.
Prova ad ascoltare con attenzione i due estremi (non ho considerato troppo la configurazione intermedia perché l'ho capita poco) mi sembra impossibile non sentire differenze, che penso dipendano dai diversi punti di lavoro derivanti dalla maggiore tensione con il raddrizzamento a stato solido, se riesco, e non sono troppo arrugginito, dopo provo a fare due calcoli :?
Ciao, Massimo
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da giupo »

No, ho provato anche sull'impianto principale, ma no, io non sono capace di rilevare differenze.
Se ascolto sapendo cosa ascolto ci sento quello che ci voglio sentire, se ascolto senza sapere cosa ascolto per me sono tutte uguali.
Sarà per questo che tutte queste differenze cambiando valvole, compoenti, ecc... io non sono mai stato capace di coglierle...
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Re: Un classico push pull di EL34

Messaggio da mr2a3 »

giupo ha scritto:No, ho provato anche sull'impianto principale, ma no, io non sono capace di rilevare differenze.
Come diceva Piergiorgio io, in parte mio malgrado, sono diventato un "cuffiofilo" e in questo modo è molto più facile sentire differenze.
Però almeno il piano non lo senti più definito (qualcuno potrebbe dire "duro") con gli SS che con la 5U4?
Ciao, Massimo
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