berga12 ha scritto:Colpa di Unix che non risponde più e abbiamo divagato.
eccomi...
http://www.youtube.com/watch?v=4pYY-ipjYo4
[youtube]4pYY-ipjYo4[/youtube]
...riprendo da dove avevo lasciato:
berga12 ha scritto:prendere alcune metrate di Solid core in argento e teflon Militare e farsi una sorta di "Kimber"?(anche per l'interno)...
potrebbe senz'altro essere un ottimo materiale di partenza. Non è necessario che il conduttore sia in argento: anche il rame puro, argentato o meno che sia, dovrebbe andare bene; invece l'isolamento in teflon sembra sia fondamentale.
Per quanto riguarda la geometria... non saprei dire se quella che suggerisci sia veramente ottimale. Tanto più che alcuni dei parametri importanti dal punto di vista del risultato finale sono senz'altro le caratteristiche (elettro)meccaniche (a dir poco discutibili in una configurazione tipo "Kimber", specie se "fatta in casa", laddove i diversi conduttori sono di fatto piuttosto liberi di muoversi/vibrare gli uni rispetto agli altri) nonché l'uniformità delle caratteristiche fisiche/geometriche (difficile se non impossibile da ottenere con una simile configurazione fatta in casa).
IMHO è senz'altro preferibile (perché sicuramente molto più semplice e forse va anche meglio) un banale "doppino" (twisted pair) o una analoga configurazione a quattro conduttori "in croce", aggiustando sperimentalmente il "passo" di avvolgimento per ottimizzare il risultato all'ascolto: IME di solito si ottiene una risposta tanto più "aperta" e "brillante" tanto più il passo di avvolgimento è lungo (cioè tanto più i conduttori della coppia sono "sciolti") e viceversa, con il suono che diventa più "liscio" e "rotondo" (fino a "chiudersi" e diventare cupo se si eccede) tanto più il passo è corto (avvolgimento "stretto").
berga12 ha scritto:ma il tubo in teflon? vanno bene i "rilsan" da aria compressa?
ne dubito. Ne esistono anche in teflon, ma sono rari (e costosi), per applicazioni particolari. È più probabile che siano fatti con qualche altro polimero (PU, PE, PA, ...).
plovati ha scritto:Oh, ravanando nella cassetta dei cavi, cercando altro, mi sono tornate in mano tre matassine di cavetto schermato usato in passato per parte del cablaggio interno degli ampli. A vederlo così sembra un RG400:
difficile dirlo. Ci sono una infinità di cavi molto simili (ma che non suonano affatto in modo simile...). Se è RG400 deve avere il conduttore centrale in treccia di rame argentato (molto compatta: finché non lo separi, a vederlo sembra un unico conduttore solido) e la doppia calza sovrapposta, sempre in rame argentato ed anche questa estremamente "fitta" e compatta. Sia il dielettrico interno che la guaina esterna sono in teflon compatto, molto denso. L'imp. è di 50ohm.
plovati ha scritto:Un altro poi ha anche il conduttore interno solid core in rame non placcato.
questo sicuramente non è RG400... e neanche RG142. Al più forse è un qualche loro lontano "antenato".
plovati ha scritto:L'ho abbandonato perchè è un incubo da spelare:
perché? è semplicissimo, basta usare la "tecnica" e gli strumenti giusti...
Strumenti:
a) un bisturi o un taglierino molto affilato;
b) pinze sottili da elettronica;
c) una punta arrotondata (ad es. un chiodo, un punteruolo smussato, la punta delle pinzette, ecc).
Procedimento:
1) usando il bisturi o il taglierino, alla distanza dall'estremità che ti serve, fai una prima incisione perpendicolare all'asse del cavo, lungo tutta la sua circonferenza; cerca di incidere quanto più a fondo possibile la guaina, stando però attento a non intaccare il rame sottostante (meglio non tagliare del tutto la guaina che rischiare di incidere e tagliare anche la calza);
2) fai una seconda incisione in senso longitudinale (parallela all'asse del cavo), partendo dall'incisione precedente fino all'estremità del cavo. Agisci con decisione, appoggiandoti su un tavolo ed applicando tutta la pressione necessaria: questa incisione deve essere profonda e tagliare completamente la guaina (assicurati di arrivare fino al rame. Senza esagerare, ma in questo caso se finisci per incidere leggermente anche la calza, poco male).
3) aiutandoti con il taglierino e le pinzette, "apri" la guaina lungo il taglio longitudinale, partendo dall'estremità del cavo, quindi tirala via "srotolandola".
4) utilizza una punta smussata/arrotondata (non deve avere spigoli vivi!) per "sciogliere" la calza. Parti sempre dall'estremità del cavo, agendo in più punti lungo la circonferenza, e procedi per gradi all'indietro, maglia per maglia. Sembra una cosa lunga e noiosa ma, se la punta è adatta (deve scorrere facilmente, senza "incepparsi" incastrandosi nei fili della calza) ci vuole un attimo.
5) ripeti i passi 1), 2) e 3) per l'isolante del conduttore centrale.
P.S.: ovviamente, con un apposito utensile per la "spelatura" dei coassiali (del tipo e della misura giusti) sarebbe ancora più facile e si farebbe molto prima... ma quelli buoni costano (e sono specifici per un solo tipo di cavo, o quasi).
stereosound ha scritto:"Quantità e qualità" nella riproduzione audio dovrebbero essere parametri distinti anche se possono (anzi dovrebbero) tranquillamente convivere(sistema permettendo)!
Può succedere però che si preferisca l'uno o l'altro...
sottoscrivo.
Purtroppo finora non mi è mai capitato di ascoltare un sistema di diffusori "grande" che fosse capace di avere le stesse prestazioni di uno "piccolo" in termini di coerenza e ricostruzione spaziale. Parametri questi che, per quanto mi riguarda, sono assolutamente fondamentali ed imprescindibili: senza quelli la musica riprodotta non riesce a coinvolgermi neanche un po'.
Al contrario rinuncio più che volentieri alla "quantità": se le armoniche sono riprodotte correttamente (e coerentemente) i meccanismi percettivi dell'udito umano sono perfettamente in grado di ricostruire tutte le fondamentali mancanti, per cui "i bassi"
si sentono perfettamente anche se... non ci sono.
(certo, ovviamente se le fondamentali non ci sono viene a mancare la "fisicità", l'impatto fisico, le vibrazioni percepite "con la pancia". Ma se per avere quello devo compromettere il resto... no, grazie).
Senza contare che negli ambienti domestici quasi sempre esistono vincoli e limiti fisici che pregiudicano una corretta riproduzione delle frequenze più basse... immettendole in ambiente spesso si finisce per ottenere più danni che benefici.
Inoltre personalmente non tollero le pressioni sonore elevate: di solito ascolto non oltre una 70ina di dB; oltre gli 80dB comincio ad essere a disagio, mentre oltre una 90ina diventa del tutto intollerabile (non a caso non frequento quasi mai concerti amplificati e, quando mi capita, sono costretto ad indossare i tappi per le orecchie...).
Insomma, per quanto mi riguarda, viva minidiffusori e affini.
berga12 ha scritto:Ho ascoltato meglio a tanti concerti che a casa di audiofili con pseudo citofoni a parlarmi di "sound stage" immagine fuoco profondità..... My god!
immaginavo... siamo letteralmente agli antipodi.
Il mio riferimento sono i concerti di musica classica (ovviamente NON amplificati) che frequento assiduamente e gli strumenti acustici in generale, che ascolto di continuo (ho una figlia che studia al conservatorio, ed io stesso un tempo strimpellavo la chitarra).
Gli eventi "live" amplificati al contrario non li reggo proprio: nel 99% dei casi il suono è a dir poco indecente ed inascoltabile, nel restante 1% appena tollerabile. I casi in cui è appena decente sono più unici che rari.
Ovvio che se invece il tuo "riferimento" sono quelli... non parliamo neanche la stessa lingua. Ma tutto sommato sei fortunato: purché tu disponga di un locale sufficientemente ampio, ti basta metterti in casa un buon sistema "pro", ottimizzarlo a dovere con l'aiuto di un bravo professionista ed hai risolto una volta per tutte ogni problema di eguagliare e perfino superare il tuo riferimento.
Con i miei riferimenti purtroppo è molto più dura... la "realtà" del suono naturale è irriproducibile, ed anche solo creare una imitazione (illusione) appena convincente è purtroppo una impresa titanica.
berga12 ha scritto:Suona piccolo e piano un concerto non amplificato?
suona
vero. Che è una qualità inestimabile (ed irraggiungibile).
Per quanto riguarda la "quantità"... sì, rispetto alle abitudini di ascolto di molta gente senza dubbio suona... "piano", addirittura pianissimo. Anche in prima fila, in media raramente si superano una 70ina di dB o poco più (se non nei "fortissimo", soprattutto con la grande orchestra; poi ci sono anche i "pianissimo", che sono appena udibili nel silenzio più assoluto. Chiamasi dinamica... inarrivabile).
Non di meno il suono è tutt'altro che "piccolo". Sempre, anche nei "pianissimo" appena percettibili. È vero, reale, concreto. Punto e basta, non servono aggettivi. Poi può essere più o meno "bello" a seconda della bravura degli esecutori, della qualità degli strumenti, dell'acustica della sala, ecc... ma resta sempre "vero". Tutt'altra cosa da qualsiasi suono (ri)prodotto artificialmente.
nastro in rame da schermature... se è buono costa uno sproposito, ma è un materiale fantastico per una infinità di impieghi. Tra i tanti, parlando di cavi, ci avevo realizzato le (due) schermature dei miei "triassiali" fatti in casa (su base RG62 o RG71, di cui restava ben poco). Complicati e laboriosissimi da realizzare, avevano però raggiunto o superato le prestazioni di fior di costosissimi cavi commerciali (per dire, se la sono battuta alla pari con i "crescendo" di segnale). Sono rimasti nel mio impianto fino all'arrivo degli RG142 ed RG400... che li hanno superati.
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»