audiofanatic ha scritto:mah, vediamo di ragionarci sopra...
simulando una resistenza in serie prima di tutto il diffusore, si ha certamente una alterazione della risposta in funzione del modulo di impedenza, ma il problema è quello dell'attenuazione, che in realtà non esiste (con 2,83V ai morsetti la sensibilità è la stessa, quale che sia il damping factor, a parte le alterazioni in frequenza)
e che ti frega dell'attenuazione? l'importante è ottenere la risposta desiderata in termini relativi, la scala può tranquillamente essere arbitraria.
audiofanatic ha scritto:ma, soprattutto, la resistenza non va poi certamente fisicamente messa in serie al crossover.
se hai progettato un diffusore per lavorare con un ampli a basso DF e vuoi collegarlo ad un ampli ad alto DF la resistenza va aggiunta eccome, altrimenti il diffusore ti darà una risposta completamente diversa da quella prevista!
IMHO, uno degli errori più catastrofici che siano mai stati fatti nella storia della riproduzione audio è stato quello di separare i diffusori dagli amplificatori. Ampli e diffusori interagiscono tra di loro (in entrambe le direzioni: le caratteristiche dell'ampli influenzano i diffusori e viceversa) e pertanto costituiscono un sistema unico ed inscindibile. Non li si può separare e considerare come sistemi isolati ed indipendenti. I risultati che si ottengono così facendo sono privi di significato fisico. Ampli e diffusori andrebbero sempre
progettati insieme, l'uno in funzione dell'altro, mai separatamente.
Laddove -seguendo la
errata prassi consolidata- si progetti un diffusore "generico" indipendentemente dall'ampli che lo piloterà, tenere conto quantomeno del modulo dell'impedenza degli ampli a cui sarà collegato (e compensare le differenze quando si utilizzano ampli con caratteristiche sensibilmente diverse da quelle previste) è veramente il minimo che si possa fare.
audiofanatic ha scritto:Inoltre la resistenza simulata andrebbe inserita in tutte le celle proprio perchè l'attenuazione (che non c'è) va portata su tutte le vie, altrimenti si sballa la simulazione di tutto il sistema
ovvio.
In linea di principio dovrebbe essere il programma di simulazione a permettere di inserire i parametri del generatore (in particolare almeno la sua impedenza di uscita); in mancanza di meglio, ci si arrangia inserendola a mano.
audiofanatic ha scritto:ma, ancor di più, una resistenza in serie "reale", come ipotizzi tu per utilizzare un sistema pensato per un ampli con elevata impedenza di uscita anche con altri apparecchi, è un po' un abominio, perché in questo caso sì che si ha una attenuazione, e la cosa non mi piace per nulla... magari il sistema suona più o meno allo stesso modo, ma certamente suona più piano...
cos'è peggio, sprecare potenza o ottenere una risposta completamente sballata?
Tra l'altro, gli ampli ad alto DF di solito hanno anche potenza da vendere (almeno rispetto ad un diffusore con efficienza medio/alta), per cui sprecare potenza in quei casi non è poi un grosso problema.
Inoltre, la maggior parte degli ampli a SS funzionano meglio (leggi maggiore linearità, ecc) quando erogano potenze elevate piuttosto che quando lavorano nell'intorno dello zero. Non per caso molto spesso questi suonano decisamente meglio quando suonano a volumi elevati e/o con sistemi a bassa efficienza piuttosto che a basso volume e/o con sistemi ad efficienza medio/alta. Per cui in quei casi "sprecare" potenza può risultare addirittura vantaggioso!
audiofanatic ha scritto:detto questo, l'inserimento di una resistenza in fase di simulazione va bene solo per trovare il miglior accordo in base alla variazione dei parametri e solo nella simulazione del carico in bassa frequenza
Impazzire dietro a questa problematica nella realizzazione del crossover è inutile,
Secondo me invece è fondamentale. Non sono dettagli: cambia completamente tutto, inclusa la risposta del cross-over! (e degli stessi AP)
audiofanatic ha scritto:si tratterebbe di equalizzare puntualmente ogni variazione della risposta oppure spianare a livello resistivo il modulo
in teoria sarebbe cosa sacrosanta, anzi addirittura obbligatoria per un diffusore che dovrebbe poter funzionare con qualsiasi ampli. Ma in pratica purtroppo le cose sono diverse.
Per cominciare, così facendo finisci per sprecare un mucchio di potenza nelle reti di compensazione/linearizzazione. Quel che è peggio è che lo fai SEMPRE, anche (o addirittura soprattutto) quando utilizzi ampli a basso DF! Così, anziché sprecare potenza solo con gli ampli ad alto DF (che di solito ne hanno in abbondanza) finisci per sprecarla anche (o addirittura soprattutto) quando la potenza è invece limitata e preziosa! (ampli a tubi).
Questo senza contare il fatto che qualsiasi rete passiva (cross-over e compensazioni varie) NON è mai indifferente alla impedenza della sorgente (così come a quella del carico). Se anche riesci ad ottimizzare perfettamente tutto per Zi=0, ottenendo una risposta piatta ed un modulo perfettamente resistivo su tutta la banda, non è affatto detto (anzi, in generale non è proprio vero) che tale condizione resti verificata anche per Zi =/= 0.
Sfortunatamente, così come quella del carico (dei carichi), anche l'impedenza della sorgente fa' parte a tutti gli effetti della rete di cross-over.
Tra parentesi, con Zi =/= 0 (cioè in tutti i casi pratici, ed in modo particolare con gli ampli a tubi) simulare separatamente le varie vie ha ben poco senso, perché queste interagiscono tra di loro!
(solo nel caso *esclusivamente teorico* di Zi=0 le reti delle varie vie possono essere considerate indipendenti)
BTW: a meno che non ci siano software specifici che permettano di tenere conto correttamente di *TUTTE* le interazioni (tra xover e sorgente reale e tra le vie), il modo migliore (ancorché tutt'altro che banale...) di fare simulazioni sensate è utilizzare SPICE, sostituendo ad altoparlanti e BOX i rispettivi modelli elettrici.
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»