QUELLO CHE SERVE: EXPO 2015

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riccardo
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QUELLO CHE SERVE: EXPO 2015

Messaggio da riccardo »

non si tratta della EXPO 2015 fisico geografica (alla quale non credo possa essere dedicato il nostro interesse), ma dello sforzo di incontro e produzione documentale iniziato, grazie da e per il tema di EXPO, Nutrire il Pianeta.
Mi riferisco al lavoro di incotro e confronto generato da cd. Il Protoccolo di Milano, che in questi giorni, ha dato i natali ufficali alla CARTA DI MILANO, il cui valore è quello di una dichiarazione di intenti, un riferimento culturale, quindi non vincolante, e tuttavia, in un certo senso, così come expo2015, un documento di valore storico.
il CIBO e L'ACQUA sono la vita del genere umano.
la si può leggereQUI
Questoil bellissimo preambolo:
Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale.
Il rapporto dell'uomo con il cibo si può riassumuere grezzamente come produzione e ACCESSO allo stesso.
Infatti, nel testo della Carta, è definitio INACCETTABILE che le risorse naturali, inclusa la terra, possano essere utilizzate in contrasto con i fabbisogni e le aspettative delle popolazioni locali;
Tuttavia, riflettere sul nostro semplice gesto di comperare il pane, sul suo costo e sulla scarsa proporzionalità di questo,
con il prezzo particolarmente basso che i nostri (solo i nostri?) contadini spuntano sulla vendita dei cereali da loro prodotti.
Prendiamola larga: il contadino di aree aride o disagevoli del mondo,spende molte, enormi,risorse per coltivare il suo prodotto. Il prezzo spuntato non può essere basso, ma deve essere proporzionale al sostentamente della attività produttiva.
Ma invece vediamo in un mondo così grande, dove si coltiva in milioni di appezzamenti ogni sorta di cereale, destinato alla alimentazione LOCALE, chi e cosa determina i prezzi.
prendiamone uno a caso:
Cargill
e prendiamo una dinamica tipica:
fra multinazionali cerealicole
Ora il discorso è che mediante l'acquisizione di grandi estensioni di terreni agricoli, grandi soggetti speculativi controllano il traffico cerealicolo che viene poi quotato in borsa:
http://finanza-mercati.ilsole24ore.com/ ... &refresh_c
e usato per la ideazione di prodotti finanziari derivati.
Ma la massa di granaglia che attraverso le dinamiche del commercio internazionale, della quotazione borsistica del prodotto e dell'Oligopolista settoriale che lo muove forma il prezzo UNIVERSALMENTE APPLICATO, non è che una quota, di tutto il cereale che serve all' UOMO per VIVERE.
Perchè dico questo: perchè per avere il cibo è necessario il primario sostentamento di chi lo produce.
E il prezzo del principale cibo umano non può essere determinato da variabili sideralmente lontane dalla vita, quali la speculazione finanziaria e borsistica che nulla hanno a che vedere con il necessario intento di continuare a PRODURRE CIBO in ogni angolo del mondo.
per capirci, un CARGILL qualunque può avere interesse a intercettare il cereale che gli occorre a un prezzo ridicolmente basso, rispetto al sostentamente stesso del contadino che lo produce. Ma il prezzo che quel contadino riceverà è falsamente e inammissibilmente determinato dalle manovre di una city qualunque, di un oligopolista qualunque.
In questo, La Carta di Milano aiuta, non dirime, non indirizza, nonostante questo sia il ganglio vitale su cui intervenire per permettere il sostestamento sufficiente del genere umano
Riccardo
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"We must believe in free will. We've got no choice.''

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riccardo
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Re: QUELLO CHE SERVE: EXPO 2015

Messaggio da riccardo »

Capita, a volte, che di fronte a qualcosa di nuovo, a una informazione ulteriore, dato che spesso il nostro ragionamento matura per relazione, ci si trovi inprovvisamente a darci una pacca sulla fronte, e dire AH!
Spero succeda.
Quello che ho scritto sopra, - ribadisco che le cose che io scrivo non hanno altro valore che quello del mio ragionamento impreciso e erroneo, e insufficiente- non è che l'ennesimo comportamento distorto, ma forse fatalmente congruo, in buona fede, privo di qualunque riprovazione morale nei confronti degli individui - questo sono, singoli uomini- che mettono in atto artifici capaci di generale miseria, miserabile esistenza,miserabile offesa alla natura, miserabile bruttezza di tutti i luoghi toccati.

Il nocciolo duro e controverso sta nell'attribuire questo collasso morale non all'ignoranza o alla malvagità degli uomini, incapaci di far proprie le antiche verità morali, ma all'inadeguatezza di queste stesse verità morali intese come norme o criteri di giudizio su ciò che gli uomini sono ormai in grado di fare.
La generalità del collasso, la generalità del cambiamento che ha travolto tutto ciò che la nostra lunga tradizione di pensiero ha sempre considerato sacrosanto.

Questo brano sopra l'ho preso dalla sinossi di una opera di Hanna Arendt, Responsabilità e Giudizio.
Ma andando per piccoli passi, può bastare il "giornalistico" La banalità del male. Della stessa Autrice.
Riccardo
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