Ricordando il Volks....

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione delle elettroniche
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plovati
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Messaggio da plovati »

Ad esempio, io sostengo la grande importanza della linearità di risposta della impedenza interna di uscita dell ampli di potenza, ed attendo smentite in tale senso in nome "del suono".
Originariamente inviato da mauropenasa - 21/11/2006 :  11:28:31
Smentita in nome del suono:
MyRef A e C. Io e a quanto ne so anche altri preferiscono nel loro sistema (e si tratta di sistemi molto diversi) la rev.A, quella meno lineare e con DF meno costante in frequenza.

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Messaggio da mauropenasa »

quote:
Ad esempio, io sostengo la grande importanza della linearità di risposta della impedenza interna di uscita dell ampli di potenza, ed attendo smentite in tale senso in nome "del suono".
Originariamente inviato da mauropenasa - 21/11/2006 : 11:28:31



Smentita in nome del suono:
MyRef A e C. Io e a quanto ne so anche altri preferiscono nel loro sistema (e si tratta di sistemi molto diversi) la rev.A, quella meno lineare e con DF meno costante in frequenza.
Appunto, quel esempio calza a pennello.

In primo luogo perchè dimostra che se ci si deve regolare con i gusti non si va da nessuna parte, perchè a fronte di appassionati di revA trovi comunque una ampia maggioranza (o minoranza, non è importante) che sostiene il contrario.
Nei miei panni, che filone seguiresti ?
Io non ho dubbi, vado per la mia strada (analitica), in barba agli incidenti di percorso.
Quando tutti saranno d' accordo su un "suono assoluto", me lo fate sapere, e dimostro senza problemi che ve lo faccio con i miei chipsamp. In attesa che vi mettiate d'accordo però, lasciatemi lavorare su l' unico piano che io conosca, quello tecnico.... :oops:

In secondo luogo, a me pare, sotto un profilo puramente analitico, di avere dimostrato che lo stesso circuito può dare sensazioni diverse legate al suono modificando semplicemente non la THD, non il rumore, o la larghezza di banda o altri elementi usati come clava sia dai detrattori che dai sostenitori, ma semplicemente dal diverso andamento di DF versus frequenza, almeno come prevalenza di parametro.

Tu sostieni di prediligere un sistema con una certa curva di DF (a parità di circuito), altri sostengono il contrario, questo diventa il piano soggettivo, ma la piattaforma di analisi resta la medesima, non si va a parlare di aria fritta. Usando IL MIO metro posso plasmare, a partire dal comportamento di DF, un suono che può piacere a te o a altri, cosa che non è possibile fare ragionando su elementi diversi. Questi sono i terreni di ragionamento, non la polarizzazione di un dispositivo o le filosofie.

"linearità" può significare anche che il sistema ampli si accordi perfettamente con la risposta in fase (inversa) del sistema altoparlanti. Con le mie Dynaudio questo accade con una revC, con sistemi a nastro questo accade con la revC, con sistemi Kef questo accade con la revC, con altro non lo so....
Questo dimostra le mie parole citate in relazione alla "mutualità" delle condizioni che ho previsto da progetto. Di certo la revC nella condizione peggiore non genera problematiche tipiche dei sistemi fortemente caratterizzati, ma si comporta come un "normale ampli SS" (un poco freddo, mi dicono).

Ma su questo terreno si può discutere, semplicemente in nome di un mio studio in proposito, e come tutti gli studi e le teorie sono al contempo piattaforma e arma a doppio taglio, ma almeno sono cose tangibili, sia sotto il profilo soggettivo che quello oggettivo.

In attesa.... :D

ciao

Mauro
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Davide
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Messaggio da Davide »

Mauro, devo riconoscerti delle doti dialettiche indubbiamente superiori. Hai una capacità notevole di muoverti sulla linea di confine fra due posizioni apparentemente contrastanti, alternando minuziosamente un passo da una parte ed uno dall'altra, senza mai scivolare.....

Il problema è che in questo modo imbastisci una serie di piccole contraddizioni, talmente sottili che per sviscerarle e controbatterle sarebbe necessario spulciarle accuratamente una per una e sviluppare un discorso molto più lungo dei tuoi - già mediamente lunghi - interventi.
Io ovviamente non ho il tempo, la voglia e probabilmente neanche la capacità dialettica necessaria; oltretutto credo che ne verrebbe fuori un discorso assolutamente inutile per la maggior parte degli utenti del forum.
Mi limito pertanto a rispondere puntualmente ad alcune tue questioni:
MI si dice spesso: L' obbiettivo finale è il suono. Vero.
Ma qualcuno degli eruditi interlocutori ha mai individuato "un suono" univoco su cui lavorare ?
A me risulta che moltissime persone convivono con sistemi agli antipodi, tutti molto felici del loro sistema.
Mi fa piacere che tu riconosca nel suono l'obiettivo finale.
Non so come la pensino gli interlocutori eruditi, ma in effetti, secondo me per fortuna, non esiste un suono univoco.
Questo però non deve essere un pretesto per buttare tutto all'aria; se la buttiamo sul "tutto è soggettivo" e magari ci includiamo pure il folklore del soggetto strampalato che ascolta la musica con lo stetoscopio perche "quello è il suo suono", è chiaro che non andiamo da nessuna parte.
Io direi che possono essere individuate un certo numero di categorie, di tipi, di "suono giusto" come lo chiama qualcuno, riconosciuti e condivisi da un numero sufficientemente elevato di soggetti da poter essere considerate "quasi-oggettive".
Quindi, un suono univoco no, ma un certo numero di "suoni di riferimento" si; l'importante è aver capito che alla fine la prova del nove la faccio con un suono e non con una misura....

D'altronde, per fare un paragone, non esiste mica un modo univoco di dirigere un'orchestra, ma - indipendentemente dai gusti personali - ..... nessuno sano di mente può non riconoscere che Toscanini sia un "riferimento".....

Per esempio, Il nostro Davide o Piercarlo, alla luce delle loro filosofie, in base a che parametri progetterebbero un loro ampli ?

Che curva di trasferimento si definisce basandosi sul puro "suono percepito" ?

Si fa un harmonyzer, un compressore, o un sistema di traslazione lineare ?
Ho detto: ....innanzitutto un buon progettista elettrico....

E' chiaro quindi che, per un ampli, un certo grado di linearità, anche grossolanamente definita, è il punto di partenza.
Quanto però spingere su questo parametro, anche in relazione al "come" ed al "dove" viene caratterizzato, tenenuto conto che ogni misura racconta solo una piccola parte della storia, è la questione fondamentale....

Lo chiedo perchè se uno mi dice che una certa armonica serve, per esempio il passo successivo è stabilire in che termini, in base a quale studio.
Se uno invece mi chiede perchè una certa armonica "non deve esserci", io posso rispondere "perchè essa non è presente nel segnale originale e quindi sarebbe una manipolazione del tutto artificiosa"....

Insomma, facile parlare "in nome del suono", ma un circuito elettronico "non suona" ma "trasla segnali elettrici".
Meglio l' alta efficienza, la bassa, ecc... L' unico "meglio" che esiste è perseguire la massima linearità di un sistema, ma questo sta alla base di qualsiasi progettazione, non esiste "un' approccio alternativo" alla progettazione, esiste solo una diversa valutazione dei parametri definiti come "linearità" (ossia linearità di insieme, di anello, di gruppo ecc...).
Di certo questo complica le cose, ma sono in un sistema chiuso qualcuno può dimostrare che una catena di anelli non lineari può dare luogo ad un sistema lineare (per compensazione), mentre a priori questo non è possibile.
Quindi io scelgo una linea progmatica: anello molto od abbastanza lineare che abbia "un' occhio" di riguardo per il resto del sistema, in modo che in casi positivi le prestazioni possano migliorare ed in casi infelici almeno il mi o anello possa almeno garantire una discreta "neutralità".
Se fai un sistema con vari parametri palesemente degradati, probabilmente non incide per nulla, ma non da garanzie di coerenza in tutte le condizioni.
Si, si, tutto corretto, tutto condivisibile se inteso come metodo di sintesi, come strumento di sviluppo.
L'importante è che poi, alla fine, se il "suono" non convince si sia pronti a..... ricominciare tutto da capo.
Perchè sarebbe abbastanza "umano" quanto errato, dopo tutto 'sto lavoro alla ricerca della linearità, di fronte a risultati discutibili, farsi prendere dalla tentazione di dire: "...va be, il sistema è superlineare, c'ho le prove, le misure, se poi la media delle registrazioni.... la media degli ambienti di ascolto.... la media dei tecnici del suono.... gli elementi soggettivi...."

Naturalmente tutti tendono ad avere ricette migliori degli altri (anche io), ma questo una persona esterna lo deve capire a modo suo. Non tanto in base al famigerato "suono", ma in base alle "regole di progetto" che uno pone.
Ad esempio, io sostengo la grande importanza della linearità di risposta
della impedenza interna di uscita dell ampli di potenza, ed attendo smentite in tale senso in nome "del suono".
Io do grande importanza al valore effettivo di tale resistenza (il Damping factor), valore che in base al quale si ha un vissuto molto diverso del suono di quasi tutti i diffusori, attendo smentite in nome del "suono".
IO do grande importanza alla dinamica di applicazione della NFB globale e locale, attendo smentite in nome del "suono".
Perchè dovresti essere smentito? E' probabile ed auspicabile che i parametri da te considerati siano assolutamente comatibili e determinanti per l'ottenimento di un buon suono; è che questo per mia esperienza va sempre verificato, purtroppo caso per caso, con "la prova del nove" dell' ascolto.
Se un sistema che ottimizza tutti questi parametri raggiunge il fine che mi ero preposto, benissimo, non c'è niente da smentire.

Io posso solo riferire, se la cosa può esserti di qualche utilità, di aver ascoltato molti componenti e sistemi messi a punto in maniera da massimizzare all'estremo alcuni dei parametri da te citati, che rispetto alla funzione di (ri)produzione dei suoni e della musica lasciavano abbastanza a desiderare...

Insomma, esiste un solo approccio, empirico o meno che sia, che deve per forza passare attraverso una concretizzazione tecnica della percezione, il resto sono chiacchiere.
Fino ad un certo livello è sicuramente cosi, oltre un certo livello di ottimizzazione (che è poi quello di cui stiamo parlando) "la concretizzazione tecnica della percezione" può non essere più tanto vantaggiosa per il mio scopo. Anzi può essere un intralcio, introducendo delle complicazioni e delle approssimazioni più grandi dei problemi che deve risolvere.
Insomma se lo sviluppo del modello teorico mi deve costare di più, ed essere comunque abbastanza impreciso.. tanto vale che costruisco direttamente il bread-board e lavoro su quello... questo sempre in un ottica pragmatica, di sintesi...

Che poi alla fine la particolarità più "nobile" del lavoro del progettista di un certo tipo di sistemi di (ri)produzione audio (professionista o dilettante che sia) è proprio questa; altrimenti sarebbe come detto, con tutto il rispetto, "elettronica spicciola".

Invece di parlare di "suono" bisognerebbe parlare di "rapporto tra la percezione e alcuni parametri tecnici". Questo è il mio unico elemento di interesse.
E questo è un aspetto sicuramente importantissimo. Però quando trovo affermazioni, come quella che hai fatto tu di recente in altro 3D a proposito di jitter, del tipo: Qualche maligno potrebbe far notare che nella maggior parte dei sistemi di demodulazione analogica usati per il TDA, ma anche nel TDA stesso esistono dinamiche distorsive spesso maggiori anche di un ordine di grandezza rispetto a quelle del jiitter.,
mi viene il sospetto che spesso il problema venga risolto a tavolino sulla base di "presunzioni" di natura teorico/tecnica.....

Come polarizzare un BJT o un opamp o un tubo non è un problema che mi riguardi, lo so fare e ci sono montagne di documentazioni di persone competenti che indicano i metodi. La progettazione audio è altro....

ciao

Mauro
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Originally posted by mauropenasa - 21/11/2006 :  11:28:31
...e su questo, di fatto, sembrerebbe che siamo assolutamente d'accordo....!!!!

Vabbé, mobbasta..... andiamo a lavorare...!!

Ciao

Davide
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Luc1gnol0
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Messaggio da Luc1gnol0 »

Mauro, non essendo attrezzato alla bisogna, mi limiterò a puntualizzare alcuni aspetti (forse marginali)
Il termoionico ha una serie di limiti di fondo, in parte per i materiali passivi che esso spesso impone (trafo ed accoppiamenti vari) in parte perchè le prestazioni di linearità e di guadagno di trasferimento sono molto limitate (fino a prova contraria, che però deve essere "matematica", non "filosofica", od "estetica" come le affermazioni di Aloia in merito....).
Per quel che mi risulta Aloia non ha dato una spiegazione dell'apodittica affermazione. Però è vero che generalmente non racconta balle.
Per es. posto che una 845 sia lineare, mi insegni, mi fai vedere un dispositivo a ss comparabile che sia più lineare?
Il "fine" è definire una certa forma geometrica (volumetrica). Il mezzo sono i nostri mattoni. Un progettista moderno tenderà ad usare i materiali più "maleabili" per raggiungere un' obbiettivo, anche se nei secoli le case si sono costruite (e bene) anche con materiali molto difficile da gestire.
...
Il problema vero è che sembra che alcuni compromessi obbligati posti da qualche dispositivo vadano incontro ai gusti soggettivi di varie persone.
Da un punto di vista logico, sembrerebbe esserci una contraddizione tra l'esempio delle costruzioni antiche ed i compromessi del tubo da te evidenziati: no?
Io mi sono costruito delle cose che mi gratificano (e gratificano diverse centinaia di autocostruttori nel mondo), queste cose corrispondono al mio "protocollo di priorità tecnico/acustiche", che può essere corretto o sbagliato, come quello di tutti.

Altri fanno lo stesso, con risultati simili o diversi.

Quello che non è ammissibile è lo spacciare dei semplici limiti di sistema con scelte progettuali.
La scelta progettuale potrebbe essere meglio spiegata quali siano i vantaggi di accettare quelle limitazioni, dunque. Nel caso di sistemi il più possibile "aperti" mi pare di capire che tu non ne veda (riferendomi ai tubi termoionici).
Come noti di seguito:
Io sono disponibile a mettere in discussione la soglia di udibilità di una THD, di un certo tipo di rumore di fondo, di compressioni in potenza e degli "harmonics shape" che molti sistemi termoionici hanno, ma solo a fronte di qualcosa di tangibile, non ai gusti soggettivi opposti ai miei.
Pare una prova cd. diabolica.
Riferendomi solo alla soglia di udibilità di una THD: "Provami che esiste qualcosa di tangibile, ma che tu lo senta con le orecchie non lo è, tangibile".
A me sembrerebbe quasi il contrario, che il miglioramento della THD, visto che si parla di correlazioni tra percezione e parametri, non implichi affatto che si sia andati nella direzione giusta (cosa nota come l'acqua calda nella società occidentale, e non riferita ai tuoi oggetti).
Allo stesso modo di come tu (mi è parso) hai liquidato la questione che mi ponevo, della necessità di una efficienza alta o bassa come meramente accessoria o accidentale rispetto alla "linearità": se non è importante in sè che sia alta l'efficienza di un altoparlante, il cattivo suono (dato per presupposto) di ampli con THD bassa quanto basta, indica qualcosa di simile oppure no rispetto alla soglia della THD stessa?
Quindi io scelgo una linea progmatica: anello molto od abbastanza lineare che abbia "un' occhio" di riguardo per il resto del sistema, in modo che in casi positivi le prestazioni possano migliorare ed in casi infelici almeno il mi o anello possa almeno garantire una discreta "neutralità".
Albert Einstein ha sempre sostenuto che è la teoria a stabilire che cosa osservare, e non è un'ovvietà o un truismo.
Detto altrimenti, in un anello il concetto di "neutrale" non può non risentire dell'occhio di riguardo gettato agli altri anelli, ovvero, il cd. anello neutrale mi pare solo un caso particolare del caso più generale di sistema chiuso o "con vari parametri palesemente degradati"
IO do grande importanza alla dinamica di applicazione della NFB globale e locale, attendo smentite in nome del "suono".
Riferimenti da leggere (io)?
Invece di parlare di "suono" bisognerebbe parlare di "rapporto tra la percezione e alcuni parametri tecnici". Questo è il mio unico elemento di interesse
Hai raccolto correlazioni interessanti nel corso del tuo imparare la progettazione audio (oltre ai tre punti di cui prima)?
Grazie

P.S.: non è tardi, ma non ho esposto concetti migliori in modo migliore. Si vede che è solo questione di crassa ignoranza (mia) :)

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Ciao, Luca
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Ciao, Luca

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Messaggio da mauropenasa »

inizio OT
A chiosa dell'intervento di Davide, poi lascio libero lo spazio per il circuito....

Mi dispiace che tu debba vedere per forza le cose come uno scontro dialettico. Io ho un mia dialettica particolare, ma non provo astio o particolari moti contro la gente, espongo solo le mie idee.
Di contraddizioni, specie in questo contesto discorsivo, ne espongono un poco tutti, semplicemente perchè non esiste una verità assoluta.

Io non contrappongo la gente con i compattoni agli audiofili intransigenti, io contrappongo audiofili intransigenti ad audiofili intransigenti, almeno che tu non possa dimostrare che il "bel suono" stia solo in qualche piccola nicchia esoterica. Per la precisione, se come dici tu esiste un suono "oggettivamente definibile" per media di orientamento, quel suono verte verso sistemi a bassa distorsione e spesso concepiti con tecnologie recenti, non verso non meglio definiti ampli "costruiti ad orecchio".

Per il resto, credevo di essere stato chiaro:
Per quello che mi riguarda, le misure vertono per un buon 80% al rilevamento di parametri chiave legati alla percezione, come il rumore, il DF e mille altri parametri, non a "dormire" davanti ad un FFT di THD a 1Khz con vanto di certi ambienti. Dati questi presupposti di misura, io posso ragionare su cosa determini un suono più o meno accattivante. La questione di ripartire ecc...., se si ragiona in questo modo, non si pone. Io non sono mai arrivato, e non ho bisogno di ripartire. Io non stabilisco obbiettivi soggettivi a tavolino (al contrario di molti altri, mi pare) mi limito a studiare i fenomeni a mio uso e consumo, peraltro, a detta di molti, con ottimi risultati....
Ovviamente dopo 15anni di test qualche piccolo elemento analitico io nel cassetto ce l'ho.
Quello che non capisco è tutto questo turbinare intorno a "finalità empiriche" , fine ultimo ecc.... Questi ragionamenti vagono per gente che non conosce gli amplificatori, non per esperti sia di elettronica che di audio. Anche io ho l' arroganza di ritenermi audiofilo almeno tanto quanto qualsiasi altro frequentatore di forum, per cui credo che anche i miei, di vissuti, ancor più mediati da analisi precise, abbiano un valore aggiunto.
I miei vissuti mi dicono che il suono migliora al migliorare delle prestazione tecniche (quelle vere e mirate), l' ho confrontato con altre centinia di persone che confermano questo, ho elementi strumentali che confermano a loro volta. Credo che sarebbe il caso che siano altre le persone che sono chiamate a "dimostrare" le loro tesi, specie se fumose e retoriche....

Fine OT

ciao


Mauro
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Messaggio da mauropenasa »

Finalmente faccio un intervento costruttivo (spero sia vissuto cosi) per il volks, dopo 2 pagine di miei ragionamenti inutili.

Il PCB layout per questo genere (ma per tutti gli ampli di potenza) ha problemi, sicura causa di ronzii e rumore percepito o meno che sia.

Come abbiamo detto, il circuito non gode di elevatissime immunità dai residui di alimentazione, per cui a maggior ragione va curato il PSU ed ogni collegamento ad esso.

Un miglioramento di PCB layout a parità di circuito credo che può migliorare agevolmente le prestazioni di THD e di suono generali.

Il problema più grossolano che io sistemerei immediatamente è quelle delle masse. Le regole del "centro stella" nelle bozze che ho visto non sono rispettate:

Il centro stella virtuale è formato dal meno di C12 (il caps di livellamento) e solo il reoforo di quel componente è il punto di minore impedenza virtuale disponibile. tutto il resto (cablaggi filari, piani o piste di massa) non ha nessuna valenza funzionale. E' determinante che tutti i cablaggi che devono andare a massa si incontrino su quel reoforo e da nessuna altra parte.

Le ragioni sono varie. Vediamo il problema del circuito postato:

abbiamo un centro stella fatto secondo le regole correnti. Solo che esso si connette a C12 attraverso una pista singola (o un filo, stessa cosa).
Vediamo il percorso delle correnti di carica scarica dei caps di bypass di tensione: escono da C12, vanno al caps, escono dal caps vanno al centro stella e tornano a C12 attraverso il cablaggio comune.
Vediamo il segnale di potenza: prende energia dal + si scarica sul uscita e rientra nel centro stella, poi torna a C12 dal cablaggio comune
Vediamo il segnale di ingresso: entra e si va a riferire al centro stella, che a sua volta si riferisce al cablaggio comune

Quale è il comune denominatore potenzialmente critico del sistema ?
Il cablaggio comune .
In quel percorso, breve o lungo che sia, si sommano tutte le correnti, formando il classico "modo comune".
Le conseguenze primarie sono che eventuali modulazioni di corrente generate dai caps di bypass (che fanno il loro lavoro livellando la tensione assorbendo più o meno corrente alternata) generano cadute di tensione sul percorso comune, modulando i riferimenti di ingresso dell' ampli e generando quindi una amplificazione di esse.

Quelle poco note sono delle forme di NFB generato dalla corrente di ritorno del carico che modula sia il segnale di ingresso che i riferimenti di PSU attraverso il percorso comune.
In pratica un centro stella collegato a quel modo è dinamicamente un punto flottante in balia delle correnti che confluiscono forzatamente in un percorso comune....

Quindi rumore di rettificazione amplificato, performance di NFB locale e globale potenzialmente compromesse, oltre a generazione (molto comune in questi casi) di THD aggiunta. Alla THD aggiunta spesso si sommano problemi di induzione tra le piste di potenza di PSU e il circuito di segnale, specie quando hanno un percorso attiguo (perpendicolare), ma questo è difficile definirlo con una osservazione veloce di un disegno di Layout.....

Stesso problema in caso di uso di 2 PCB e un solo trafo. Il percorso comune di cui sopra diventano 2 percorsi comuni, messi in parallelo, volenti o nolenti dai connettori di ingresso. A quel punto si instaurano una caterba di correnti di riflusso che fanno a gara per cercare il percorso migliore per scaricarsi, passando da un PSU all' altro e da un cablaggio di segnale all' altro....

Spero di essere stato utile

ciao



Mauro
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Re: Ricordando il Volks....

Messaggio da JJT »

Vecchio ma interessante argomento.
Alcune prove fatte con LTSpice sembrano indicare (parlando del Volks originale, fonte singola, uscita condensatore), che semplicemente, con gli stessi transistori, cambiando lo schema di uscita da darlington a CFP, comporti un miglioramento netto di un ordine di grandezza su la THD,
oppure, la stessa THD con metá degli essageratissimi 500mA di bias..
se qualcuno vuole fare la prova e confermare, o smentire, sarebbe grandissima cosa.
In ambedue i casi si mantiene il profilo dell fft, e l'onda quadra, con 1uF attaccato all' uscita, non gli fá un baffo, come l'originale.
Ciao, J.
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