Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

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Messaggio da EF80 »

pipla ha scritto:scusa , Gizmo
ma secondo te la struttura del triodo o pentodo o quello che che è , non conta niente?
cioè la meccanica costruttiva ,i materiali, lo spessore del vetro non fanno un ciufolo?
Gli elettroni non hanno gli occhi, quando hai una determinata caratteristica anodica, capacita' parassite etc e microfonicita' hai finito, il suono non cambia di certo per il colore del vetro e la forma del bulbo.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

mariovalvola ha scritto:P.s. spiega a Coleman come accendere correttamente una 2A3. Hai molto da insegnargli. :)
ah quello che parti da 24 volt per alimentare 5 volt di una 300b e devi buttare 46 watt per alimentare 2 valvole, gia' il radiatore che ho montato scalda bene con i 13 che dissipa. Aspetta potrei andare alla lasa metalli a comprare un profilato d'alluminio di 1 metro per raffreddarli, va bene che andiamo verso l'inverno ma... piuttosto le alimento in AC.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

E' tempo perso. Stai scrivendo quantità industriali di "inesattezze".
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

plovati ha scritto:A quando la sfida? Parma é terreno neutrale.. '-)
A Parma ci vengo volentieri. Le sfide, in questi termini, non m'interessano. Il viaggio vale solo se all'arrivo trovo gente stimolante.
La sfida non è neppure traducibile in pratica. Prima sembrava che ci fosse una supremazia a prescindere del circuito sui componenti. Poi il nostro giovinetto, si accorge che qualcosa bisogna pur cucire addosso al tubo. Il problema è che continua a discutere di cose che conosce poco o niente. Spiegare i colori a un cieco, è impossibile. Scardinare convinzioni così radicate, è un'impresa improba.
Non cerco conversioni.
A leggere il suo argomentare, mi vengono in mente molti articoli degli anni '50 su "alta fedeltà". C'è lo stesso approccio che, ex-post, non ha portato a nulla. Lo stesso approccio che ha, alla lunga, ucciso l'alta fedeltà.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da plovati »

mariovalvola ha scritto: A leggere il suo argomentare, mi vengono in mente molti articoli degli anni '50 su "alta fedeltà". C'è lo stesso approccio che, ex-post, non ha portato a nulla. Lo stesso approccio che ha, alla lunga, ucciso l'alta fedeltà.
Così, un po' per curiosità e un po' per acculturare i giovinetti, puoi postare lo scan di qualcuno di questi articoli?
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

mariovalvola ha scritto:
plovati ha scritto:A quando la sfida? Parma é terreno neutrale.. '-)
A Parma ci vengo volentieri. Le sfide, in questi termini, non m'interessano. Il viaggio vale solo se all'arrivo trovo gente stimolante.
La sfida non è neppure traducibile in pratica. Prima sembrava che ci fosse una supremazia a prescindere del circuito sui componenti. Poi il nostro giovinetto, si accorge che qualcosa bisogna pur cucire addosso al tubo. Il problema è che continua a discutere di cose che conosce poco o niente. Spiegare i colori a un cieco, è impossibile. Scardinare convinzioni così radicate, è un'impresa improba.
Non cerco conversioni.
A leggere il suo argomentare, mi vengono in mente molti articoli degli anni '50 su "alta fedeltà". C'è lo stesso approccio che, ex-post, non ha portato a nulla. Lo stesso approccio che ha, alla lunga, ucciso l'alta fedeltà.

Potro' anche aver sbagliato qualche nome, anche se a sentir parlare te non si capisce quale dovrebbe essere la roba buona e quella schifida. Gli amplificatori audio research fanno schifo ? non ho capito.

A parte questo a sentir parlare te invece pare che se usi componenti buone secondo certi inspiegabili esoteristi anche il circuito piu' improbabile, ennessimo clone dell'insulto finale possa far miracoli. Io invece dico che lo schema pome dei severi limiti, ad esempio il fattore di smorzamento non potra' mai essere superiore a certi livelli in un circuito totalmente privo di nfb, un tale amplificatore sara' sempre in balia dell'inerzia delle casse e potenzialmente andra' a impastare il suono quando la scena diventa complessa o la dinamica elevata, esattamente come fa il triodino che ha i suoi severi limiti, mettici pure le valvole e i trasformatori che vuoi ma un'ape 50cc fatta in fibra di carbonio ha dei limiti progettuali tali che se anche la fai di carbonio piu' di tanto non puoi guadagnare.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da plovati »

L'insulto finale (o se vuoi un primo, le cui caratteristiche anoiche sono più simili) e un SE per 45 alla fin fine sono lo stesso circuito, la stessa topologia circuitale.
Ma non sono la stessa cosa, l'impostazione sonora varia molto di più, a parità di classe dei componenti) tra un 45 e un PCL86 single ended che tra differenti PCL86 SE, con polarizzazioni e curve di placca molto diverse tra loro.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

plovati ha scritto:L'insulto finale (o se vuoi un primo, le cui caratteristiche anoiche sono più simili) e un SE per 45 alla fin fine sono lo stesso circuito, la stessa topologia circuitale.
Ma non sono la stessa cosa, l'impostazione sonora varia molto di più, a parità di classe dei componenti) tra un 45 e un PCL86 single ended che tra differenti PCL86 SE, con polarizzazioni e curve di placca molto diverse tra loro.
Certo ma il circuito e' quello non puoi andare oltre i limiti del circuito, ad esempio senza nfb hai solo lo smorzamento del tu+finale che cambiera' in base alla finale e al TU ma poi ti fermi li, non puoi andare oltre quello che e' possibile avere. Se usi selfbias hai una reattanza sotto al catodo della finale che introduce un comportamento non lineare rispetto la frequenza e infila nel segnale i difetti del condensatore piu' una memoria della storia del segnale, girala come ti pare ma ti resta. Io i selfbias li riconosco ad orecchio ormai. Cambia pure componenti come ti pare queste cose le puoi modificare ma non le elimini. In un bias fisso il catodo sta a massa, non puo' materialmente introdurre niente di suo. Cosi' come un moderato nfb locale in un circuito tutto accoppiato DC dove i ritardi di fase sono irrilevanti puo', anche con finali lineari (perche' come il finale e' lineare l'antoparlante non lo e'), puo' migliorare rispetto i limiti di un circuito piu' semplice.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da sinuko »

GizMo ha scritto: Certo ma il circuito e' quello non puoi andare oltre i limiti del circuito, ad esempio senza nfb hai solo lo smorzamento del tu+finale che cambiera' in base alla finale e al TU ma poi ti fermi li, non puoi andare oltre quello che e' possibile avere. Se usi selfbias hai una reattanza sotto al catodo della finale che introduce un comportamento non lineare rispetto la frequenza e infila nel segnale i difetti del condensatore piu' una memoria della storia del segnale, girala come ti pare ma ti resta. Io i selfbias li riconosco ad orecchio ormai. Cambia pure componenti come ti pare queste cose le puoi modificare ma non le elimini. In un bias fisso il catodo sta a massa, non puo' materialmente introdurre niente di suo. Cosi' come un moderato nfb locale in un circuito tutto accoppiato DC dove i ritardi di fase sono irrilevanti puo', anche con finali lineari (perche' come il finale e' lineare l'antoparlante non lo e'), puo' migliorare rispetto i limiti di un circuito piu' semplice.
Hai ragione , il mio Zaika, è un SE di 300B semplicissimo (2 stadi) nessuna controreazionee la finale ha polarizzazione automatica IBBBBO con DF bassissimo , effettivamente i bassi che vengono fuori dai padelloni che ho da 38 cm sono inascoltabili, sulla grande Orchestra e sul piano uno schifo totale...molti di quelli che li hanno ascoltati condividono la tua analisi. Anche con altri sistemi hanno (anche da Berga con altri padelloni da 38 veramente un disastro) sempre deluso uno schifo.
Ciao Paolo
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

sinuko ha scritto:
GizMo ha scritto: Certo ma il circuito e' quello non puoi andare oltre i limiti del circuito, ad esempio senza nfb hai solo lo smorzamento del tu+finale che cambiera' in base alla finale e al TU ma poi ti fermi li, non puoi andare oltre quello che e' possibile avere. Se usi selfbias hai una reattanza sotto al catodo della finale che introduce un comportamento non lineare rispetto la frequenza e infila nel segnale i difetti del condensatore piu' una memoria della storia del segnale, girala come ti pare ma ti resta. Io i selfbias li riconosco ad orecchio ormai. Cambia pure componenti come ti pare queste cose le puoi modificare ma non le elimini. In un bias fisso il catodo sta a massa, non puo' materialmente introdurre niente di suo. Cosi' come un moderato nfb locale in un circuito tutto accoppiato DC dove i ritardi di fase sono irrilevanti puo', anche con finali lineari (perche' come il finale e' lineare l'antoparlante non lo e'), puo' migliorare rispetto i limiti di un circuito piu' semplice.
Hai ragione , il mio Zaika, è un SE di 300B semplicissimo (2 stadi) nessuna controreazionee la finale ha polarizzazione automatica IBBBBO con DF bassissimo , effettivamente i bassi che vengono fuori dai padelloni che ho da 38 cm sono inascoltabili, sulla grande Orchestra e sul piano uno schifo totale...molti di quelli che li hanno ascoltati condividono la tua analisi. Anche con altri sistemi hanno (anche da Berga con altri padelloni da 38 veramente un disastro) sempre deluso uno schifo.
Azz... e non non gli hai scritto che usi i trasformatori ISO-Tango XE-20S :) :), non gli hai scritto che va male da parecchi anni e che non sei riuscito a trovare altri ampli che andavano peggio.
Un'amante della musica masochista votato al martirio. Sei talmente autolesionista che hai, poi, acquistato altri ferri Tango per soffrire anche con i prossimi ampli.
:rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :lol: :lol: :lol: :grin: :grin: :grin: :grin: :rofl: :rofl: :rofl:
Quando Gizmo era ancora in divenire, ( forse per questo motivo il mondo era popolato da idioti suggestionabili con marcate ipoacusie) quello stupido ampli, pomposamente chiamato Legend da un gruppo di sordi che stampava anche una rivista per onanisti, veniva pubblicamente fatto ascoltare in impianti da sogno (sogno di sordi ovviamente.... non dominavano la nfb locale :) e non sapevano nulla delle malizie circuitali che sono il pane quotidiano del nostro novello italico Crowhurst. ). Certo, non sapevano gestire il punto di lavoro di un ampli, non conoscevano molti tubi, non sapevano accendere un DHT, non comprendevano i limiti degli schemi banali, non sapevano usare un analizzatore di spettro e un tracciacurve.
Per fortuna è arrivato Gizmo a fare chiarezza. E' proprio ora di voltare pagina. Si sta aprendo un nuovo mondo.
Tenete in vetrinette o nelle radio d'epoca i tubi antichi gioiello . Con i suoi schemi, qualunque tubo funzionerà magicamente meglio. Un uso accorto della nfb locale, un'accensione ponderata del filamento, un'alimentazione rocciosa faranno la differenza. Gli elettroni sono imparziali. Se non apprezziamo, siamo noi patologicamente deviati, sordi, suggestionabili, vogliosi solo di spendere inutilmente i nostri soldi.

P.s. se confondi i rispettivi livelli di un costruttore di trasformatori come Tango e un costruttore di amplificatori come A.R., sei proprio su un altro pianeta.
In generale, i costruttori di ampli commerciali, soprattutto quelli americani, usano componenti ferro-magnetici eufemisticamente modesti. (sanno sistemare bene il tutto con nfb locale e globale ottenendo dignitosi fattori di smorzamento per controllare bene qualunque altoparlante). E' ovvio, pertanto, che riparando un A.R. ti ritrovi enormi ingenuità ed economie ( associate a inutili complicazioni).
Tango, ha saputo proporre, quando esisteva, una gamma amplissima di componenti ferromagnetici per tutte le tasche e per tutte le necessità. Questo, lo dobbiamo riconoscere.
Si deve elogiare tutta la produzione Tango? No. Nulla è dovuto. Bisognerebbe, però capire il ruolo di Tango nel mondo dell'audiocostruzione, comprendere che il prezzo è gravato da pesanti spese di spedizione e doganali, capire i prodotti, i decenni di presenza sul mercato e provare con molta umiltà e mente serena a usarli seriamente. Io, con i miei limiti, ho impiegato parecchio tempo per usarli in modo corretto. (non sto parlando di correnti e di altre amenità che rientrano più nella "ragioneria elettrotecnica")
Tango ha prodotto degli autentici riferimenti assoluti. Elenco i primi che mi vengono in mente e che ho provato (e che in parte possiedo ancora)
-EQ600P
-MCT-999
-X-10s
-XE-20s
-#10429
-U-808
-NP-206
-NP-216N
-NN-7 (e fratelli)
-NC-20
-NC-19s
Sono una sterile indicazione di numeri per fare a gara a chi ce l'ha più lungo?
NO!.
Possono anche non piacerti ma per criticarli, li devi prima provare per anni. Dopo, il tuo parere, anche se molto diverso dal mio, avrà un altro peso.
Se così non è, e le cose stanno attualmente in questi termini, non si capisce neppure di che si parla.
Se si critica Tango e si afferma che davvero è il circuito a fare la differenza e non i componenti, qualcosa nella logica complessiva mi sfugge.
Se con tubi modesti e ferri modesti, si ottiene con dedizione e maestria un determinato risultato curando il circuito e dosando sapientemente anelli di nfb locale/globale, segui esattamente la logica dei criticati A.R.!!!!
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da Echo »

mariovalvola ha scritto:
Azz... e non non gli hai scritto che usi i trasformatori ISO-Tango XE-20S :) :), non gli hai scritto che va male da parecchi anni e che non sei riuscito a trovare altri ampli che andavano peggio.
Un'amante della musica masochista votato al martirio. Sei talmente autolesionista che hai, poi, acquistato altri ferri Tango per soffrire anche con i prossimi ampli.
:rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :lol: :lol: :lol: :grin: :grin: :grin: :grin: :rofl: :rofl: :rofl:
Quando Gizmo era ancora in divenire, ( forse per questo motivo il mondo era popolato da idioti suggestionabili con marcate ipoacusie) quello stupido ampli, pomposamente chiamato Legend da un gruppo di sordi che stampava anche una rivista per onanisti, veniva pubblicamente fatto ascoltare in impianti da sogno (sogno di sordi ovviamente.... non dominavano la nfb locale :) e non sapevano nulla delle malizie circuitali che sono il pane quotidiano del nostro novello italico Crowhurst. ). Certo, non sapevano gestire il punto di lavoro di un ampli, non conoscevano molti tubi, non sapevano accendere un DHT, non comprendevano i limiti degli schemi banali, non sapevano usare un analizzatore di spettro e un tracciacurve.
Per fortuna è arrivato Gizmo a fare chiarezza. E' proprio ora di voltare pagina. Si sta aprendo un nuovo mondo.
Tenete in vetrinette o nelle radio d'epoca i tubi antichi gioiello . Con i suoi schemi, qualunque tubo funzionerà magicamente meglio. Un uso accorto della nfb locale, un'accensione ponderata del filamento, un'alimentazione rocciosa faranno la differenza. Gli elettroni sono imparziali. Se non apprezziamo, siamo noi patologicamente deviati, sordi, suggestionabili, vogliosi solo di spendere inutilmente i nostri soldi.

P.s. se confondi i rispettivi livelli di un costruttore di trasformatori come Tango e un costruttore di amplificatori come A.R., sei proprio su un altro pianeta.
In generale, i costruttori di ampli commerciali, soprattutto quelli americani, usano componenti ferro-magnetici eufemisticamente modesti. (sanno sistemare bene il tutto con nfb locale e globale ottenendo dignitosi fattori di smorzamento per controllare bene qualunque altoparlante). E' ovvio, pertanto, che riparando un A.R. ti ritrovi enormi ingenuità ed economie ( associate a inutili complicazioni).
Tango, ha saputo proporre, quando esisteva, una gamma amplissima di componenti ferromagnetici per tutte le tasche e per tutte le necessità. Questo, lo dobbiamo riconoscere.
Si deve elogiare tutta la produzione Tango? No. Nulla è dovuto. Bisognerebbe, però capire il ruolo di Tango nel mondo dell'audiocostruzione, comprendere che il prezzo è gravato da pesanti spese di spedizione e doganali, capire i prodotti, i decenni di presenza sul mercato e provare con molta umiltà e mente serena a usarli seriamente. Io, con i miei limiti, ho impiegato parecchio tempo per usarli in modo corretto. (non sto parlando di correnti e di altre amenità che rientrano più nella "ragioneria elettrotecnica")
Tango ha prodotto degli autentici riferimenti assoluti. Elenco i primi che mi vengono in mente e che ho provato (e che in parte possiedo ancora)
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-#10429
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-NP-206
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Sono una sterile indicazione di numeri per fare a gara a chi ce l'ha più lungo?
NO!!!!
Mario ...e basta co tutto questo zozzo made in Japan :-D
...sono sempre fili di rame avvolti su un pezzo di ferro e gli elettroni non sono razzisti non amano solo le Giapponesi!!!! ;-)
...siate affamati, siate folli!! S.J.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

In sintesi, per chiarire il mio punto di vista, negli ampli S.E. normali, semplici (ma spesso terribilmente efficaci) i componenti, tutti, svolgono un ruolo fondamentale che risulta autoevidente anche considerando la loro esiguità.
Nei Push-pull, le cose si complicano. Ovviamente i componenti pesano sempre ma il circuito (e la sua equilibratura anche in regime dinamico), fa la differenza. I tubi si sentono sempre ma in modo meno evidente rispetto ai S.E.
Ci sono poi configurazioni che livellano nel bene e nel male il peso e l'influenza dei componenti. I mitici Quad II, sentono, per esempio, molto poco gli squilibri delle finali (ma sentono moltissimo le caratteristiche reciproche dei tubi di segnale per ottenere la minore distorsione armonica).
Altri amplificatori, pure questi, fortemente controreazionati evidenziano meno le differenze tra i vari tubi pur non annullandole. Non è questo, però un grande pregio. Con questi amplificatori, pur avendo un buon controllo degli altoparlanti, ottieni un illusione di realismo spesso minore.
In sintesi, questi amplificatori restituiscono fedelmente in uscita il segnale che entra (il discorso in realtà è più complesso considerando la natura del segnale musicale ). Per molti, questa è l'alta fedeltà.
Personalmente non m'interessa. Per me un amplificatore inserito in un sistema audio è complessivamente fedele (o meglio, è fedele il sistema) quando si ricrea l'evento e la magia che percepisci dal vivo. Il risultato è sempre parziale ma la meta è questa. Che lo si faccia per somma di errori aggiunti o per altro, poco importa. Conta solo e unicamente la capacità di ricostruire almeno parzialmente questa magia. Certi amplificatori anche banali, inseriti nel giusto contesto, ci riescono meravigliosamente. Altri con più tecnica, con più consapevolezza, con più presunzione, si allontanano mostruosamente da tutto ciò che cerco.
Ho proprio l'impressione che ci si ostini a ricercare le risposte in ambiti comodi che si dominano facilmente ma che non ti portano molto lontano.
Ovviamente il discorso non è scindibile. A essere valutata è tutta la catena audio ambiente compreso. Questa valutazione non può che essere personalissima come personale è quello che si apprezza dal vivo in una chiesa o in un auditorium.
Molti aspetti nei materiali, nel modo in cui si inseriscono in un ambiente (leggasi isolamento da vibrazioni esterne e interne), nelle alimentazioni, vanno valutati nel loro insieme, soluzioni non convenzionali sono state privilegiate da alcuni con notevoli risultati. La vera difficoltà è proprio questa: sapere valutare l'effetto complessivo di ogni intervento che sulla carta secondo la nostra sensibilità e / o preso singolarmente, dovrebbe consentire un ovvio miglioramento del risultato. E' una guerra che non finirà mai perché non esiste un modello di riferimento a cui ispirarsi, non esiste una costanza delle tue preferenze nell'ascolto sia dal vivo che a casa, non esiste una costanza della persona stessa che cambia (spesso in peggio) nel tempo. L'unica cosa che conta è l'evento reale. Per molti si ricerca, invece, il modo migliore di riprodurre un determinato disco. Questi due approcci sono drammaticamente diversi.
Come entrano i trasformatori e le valvole doc in tutto questo?
Nei SE è facile comprenderlo. Nei push-pull semplici (per semplici intendo anche quelli tutt'altro che banali come quello di gluca con le VT52) il senso rimane.
Se invece ricerchi cose come l'ottimo fattore di smorzamento, alte potenze indistorte e altre amenità da audiofilo anni '80, ovviamente puoi godere anche con tubi russi moderni inseriti però in circuiti controreazionati ma, almeno, stabili. La bontà dei trasformatori risulta soprattutto orientata a questo: evitare che l'ampli diventi un oscillatore. Il circuito deve ovviamente gestire i limiti chiudendo in anticipo gli estremi di banda per evitare disastri sempre in agguato. Certo, anche in questi casi, negli anni d'oro, si usavano comunque ottimi trasformatori d'uscita (Peerless e UTC) con nuclei molto migliori di quelli utilizzati oggi da A.R, C.J.,V.T.L, ecc. Anche i tetrodi a fascio erano realizzati con ben altra dedizione.
Al tempo si cercava di usare il minimo per ottenere ottimi risultati. Oggi si mette il minimo per massimizzare i ricavi. Lo scopo è sempre e solo il margine con prestazioni oneste che sanno appagare l'orecchio dell'audiofilo normale viziato da troppe brutte abitudini acquisite in anni e anni di cattive frequentazioni, orridi luoghi comuni e pochi ascolti dal vivo: si ricerca una asettica e artificiale "perfezione" fine a sé stessa che non ha nulla a che vedere con la musica dal vivo.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

Si blablabla tutte cancie, storie e racconti mitologici che alla fine non recano mai nessuna spiegazione tecnica, dogmi de setta religiosa. Mentre io sperimento e cerco di spiegare le cose e di rendere replicabili i risultati qui ci si affida a dogmi senza trovare nessuna spiegazione tecnica plausbile. Io non ho mai detto che tango fa schifo, lo avete detto voi, ma che il tizio di modena che ne ha la collezione per quanto abbia provato schemi su schemi pubblicati su una marea di siti diversi dice che alla fine gli hanno sempre suonato da schifo ed e' rimasto allibito sentendo un mio amplificatore, sul perche' poi dovete rifletterci voi non io che tanto ho gia' ho la mia idea. Per la questione smorzamento uguale, hai un certo risultato ad anello aperto ma con un po' di nfb locale lo puoi accentuare senza introdurre altri difetti.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

mariovalvola ha scritto:Personalmente non m'interessa. Per me un amplificatore inserito in un sistema audio è complessivamente fedele (o meglio, è fedele il sistema) quando si ricrea l'evento e la magia che percepisci dal vivo.
La forte controreazione globale non aiuta un bel niente, infili nel segnale un mucchio di porcherie, la ricostruzione dell'evento la puoi avere solo con una registrazione all'altezza e un' amplificatore veramente fedele, diversamente quello che ascolti e' solo un'illusione artificiosa creata dall'amplificatore o una sensazione come quella che ottieni con un dsp con algoritmi per espandere la stereofonia e robe del genere. Solo che un dsp lo spegni se vuoi. Un'amplificatore che infila il suo "effetto" su qualunque cosa ascolti in modo incontrollabile non puo' riprodurre bene tutto, ci saranno pezzi che sembrano belli altri che potrebbero venir rovinati.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

GizMo ha scritto:Si blablabla tutte cancie, storie e racconti mitologici che alla fine non recano mai nessuna spiegazione tecnica, dogmi de setta religiosa. Mentre io sperimento e cerco di spiegare le cose e di rendere replicabili i risultati qui ci si affida a dogmi senza trovare nessuna spiegazione tecnica plausbile. Io non ho mai detto che tango fa schifo, lo avete detto voi, ma che il tizio di modena che ne ha la collezione per quanto abbia provato schemi su schemi pubblicati su una marea di siti diversi dice che alla fine gli hanno sempre suonato da schifo ed e' rimasto allibito sentendo un mio amplificatore, sul perche' poi dovete rifletterci voi non io che tanto ho gia' ho la mia idea. Per la questione smorzamento uguale, hai un certo risultato ad anello aperto ma con un po' di nfb locale lo puoi accentuare senza introdurre altri difetti.
Ragazzino! :devil: :devil: :devil:
Cresci e cerca di capire.
Ti sei mai chiesto perché dall'avvento del sonoro cinematografico, nessuno ha certezze in campo audio?
Ti sei mai chiesto perché ci sono mille risposte diverse al medesimo problema?
Non è che, forse, non esiste un'unica risposta valida in tutti i contesti? Che minchia di spiegazione tecnica vuoi? se ci fosse, il problema sarebbe risolto. Mi pare così ovvio che ci dovresti arrivare da solo tu con la tua efficace "sperimentazione".
Non sei l'unico a "sperimentare". In questi decenni c'è stata moltissima gente ben più strutturata di me e di te che ha dato il suo contributo pur non arrivando a nulla che si possa definire inequivocabilmente universale.
Tieniti , per carità, le tue idee. Non confondere il gioco con la sperimentazione e smettila di scrivere cazzate su cose che conosci solo per sentito dire.
Anche con Tango, Tamura, Hashimoto e Partridge, riesci a fare, con difficoltà, dei cessi a pedali. Cosa vuol dire questo? Personalmente ritengo che con questi componenti ci voglia una diligenza sopra la norma per fare le cose male. Leggendoti, mi accorgo che non c'è limite al peggio pertanto, in linea teorica, posso anche concepire certi fiaschi. Meno presunzione, più umiltà e sopratutto passione vera che significa anche sapersi confrontare con chi la pensa diversamente da te.
Per confrontarsi veramente bisogna, per prima cosa, parlare del nostro vero vissuto e delle nostre esperienze reali.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da plovati »

GizMo ha scritto: La forte controreazione globale non aiuta un bel niente, infili nel segnale un mucchio di porcherie,
GizMo ha scritto: Si blablabla tutte cancie, storie e racconti mitologici che alla fine non recano mai nessuna spiegazione tecnica, dogmi de setta religiosa
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

mariovalvola ha scritto:Non sei l'unico a "sperimentare". In questi decenni c'è stata moltissima gente ben più strutturata di me e di te che ha dato il suo contributo pur non arrivando a nulla che si possa definire inequivocabilmente universale.
Gia', e ti racconto una storia: Un'audiofilo che se la menava con le valvole antiche costosissime, i condensatori carta olio, circuiti un po' creativi, che a detta di tutti suonava in maniera pazzesca... Poi arriva mister X con aria di sfida, gli chiede l'amplificatore in prestito, si fa un po' di misure sulle armoniche... sulla dinamica del segnale e sul comportamento generale che esce da questo amplificatore. Poi passa un po' di tempo a far dei conti e qualche prova in laboratorio e mette assieme un'amplificatore con valvolacce da TV che suona esattamente come quello con le valvole antiche, cambiando per sempre l'idea dell'audiofilo convinto nella magia.

L'udiofilo in questione e' sconosciuto, mister X ha compiuto 78 anni un paio di settimane fa' ed e' piu' strutturato di noi 2 sicuramente e visto che io sono di modena dovresti intere chi e'. La storia risale ai primi anni 90. Mister X mi insegna che niente e' inspiegabile e se sei capace riproduci quello che vuoi. Io sinceramente non saprei da dove partire per misurare un circuito e poi partire a riprodurne uno diverso che da gli stessi risultati con componenti tanto diversi, a quanto capisco nemmeno tu, o magari non ti sei mai posto il problema di provare a fare una cosa del genere eprche' semplicemente la ritieni impossibile. Io invece la penso come mister X, e anche se non sono cosi' tanto anni che costruisco robe preferisco affrontare le cose in maniera piu' razionale. Che di amplificatori creativi fatti da altre persone ne ho sentiti, ma spesso non erano per niente versatili, suonavano bene con un genere musicale e si comportavano male con uno diverso, oppure eccellevano in un'aspetto particolare ma poi erano pesantemente penalizzati in un'altro etc.
mariovalvola
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da mariovalvola »

... Ci rinuncio. E' "de coccio"!
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

plovati ha scritto:
GizMo ha scritto: La forte controreazione globale non aiuta un bel niente, infili nel segnale un mucchio di porcherie,
GizMo ha scritto: Si blablabla tutte cancie, storie e racconti mitologici che alla fine non recano mai nessuna spiegazione tecnica, dogmi de setta religiosa
L'nfb globale in un valvolare con trasformatore d'uscita, che per quanto buono sia non e' mai perfetto e introduce problemi causati dai ritardi di fase che non sono mai nulli, i ritardi di fase sul segnale di nfb causano vari problemi, visualizzabili con un'analisi di sprettro dove noti che sposti la THD dal basso della gamma e la porti in alto, magari anche in gamma non udibile ma poi queste frequenze spurie possono causare battimenti e intermodulazioni di varia natura, intermodulazioni transienti e un sacco di altre cose, problemi che diventa difficile correggere, forse non impossibile ma difficile.

Con gli nfb locali questi problemi non si verificano, escludendo il TU dall'anello, all'interno del circuito, sopratutto se accoppiato DC, i ritardi di fase sono talmente piccoli da essere irrilevanti, nell'analisi di spettro al massivo vedi un pochino di seconda armonica e un pochino di terza, con tassi sotto l'1% e niente in alto, il segnale e' pulito. Con l'nfb globale riesci ad ottenere tassi di controreazione maggiori, ma non riesco a vedere l'utlita' di fare un circuito che guadagna di piu' per retroazionarli di piu' con tutti i problemi che introduce quando ho gia' visto che con nfb locali riesco ad ottenere distorsioni attorno allo 0,2%.
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Re: Il suono lo fanno i componenti o il circuito?

Messaggio da EF80 »

mariovalvola ha scritto:... Ci rinuncio. E' "de coccio"!

Quando misuri la 2A3 monoplacca e la biplacca e mi dici dove sta la differenza nel segnale ti ascolto. Perche' se la senti con le orecchie la si puo' anche misurare con uno strumento, che poi tu non abbia voglia o non sia capace e' un'altro discorso. Io non mi abbandono ai dogmi, nella tua situazione la prima cosa che farei sarebbe provare a misurare e spiegare perche' una suona diversa dall'altra... Quando sai il perche' di un qualcosa dopo ti si apre un mondo di possibilita'... E questo non ha niente a che vedere con l'hifi anni 80, periodo nel quale hanno prodotto la maggioranza dei peggio apparecchi mai visti, a me interessano questi fenomeni so anche io che a volte cambi una valvola e cambia il suono, ma per me e' tutto razionale e misurabile e potenzialmente replicabile. Se hai scoperto che un certo circuito con una certa valvola da un certo risultato sei a meta' dell'opera, e' imperativo capire perche'. Dicendo e' la valvola magica non fai altro che evitare la fatica successiva, sai produrre qualcosa empricamente senza sapergli sare una spiegazione e non lasci nessun dato utile ai posteri che non avranno modo di replicare certi risultati il giorno che la data valvola NOS non sara' piu' reperibile.
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