Non servono celle di decouplage del alimentatore?
Originally posted by jorge toribio - 17/10/2009 : 19:39:34
non guasterebbero. Li ho omessi xche` tanto in simulazione la batteria e` un generatore ideale (Z=0).
BTW, data la presenza di quella particolare forma di NFB, probabilmente (forse) si potrebbero omettere anche in pratica.
Quale è il mosfet usato?
a dire il vero era un JFET, un banale BF245 o simili. Occhio pero` che tutto cio` va` bene con la 12AX7/ECC83. Con le 12BZ7 (che richiedono correnti doppie...) quei FET (e quella R sul source, che in una eventuale realizzazione pratica dovrebbe essere un trimmer) non andrebbero bene, ci vorrebbe qualcosa con una Idss piu` alta.
Ma ovviamente tu invece puoi metterci i tuoi "diodi"... io in simulazione ho messo un FET xche` non ho i modelli di quei dispositivi e volevo simulare con qualcosa di piu` realistico di un CCS ideale.
Ah, ovviamente, al posto della R da 1.2K sotto i catodi delle finali conviene mettere il "solito" circuitino con CCS, R di caduta e trimmer di bilanciamento. Anche in questo caso ho messo la R per semplicita` e per simulare un "caso peggiore".
24 stava per -24Vdc?
si`.
la resistenza di carico sono 2200 X 2 ?
Uh?
Se intendi le R tra gli anodi dei driver e l'alimentazione (chiamiamola x comodita` "Ra"), nello schema postato sono anche loro da 470K.
Ma occhio che quello NON e` il carico anodico visto dal tubo!
Il carico anodico e` (come sempre) l'impedenza equivalente "vista" dal tubo in DC (carico "statico") ed in AC (carico "dinamico").
In questo caso, il carico statico e` dato dal parallelo delle tre resistenze che ci sono collegate: quella verso l'alimentazione (Ra), quella verso l'anodo della finale (chiamiamola "Rf"*) e quella verso massa (res. di griglia della finale, chiamiamola "Rg").
(*) in realta` per la DC la Rf e` in serie alla Rdc del TU, che pero` di norma e` ampiamente trascurabile rispetto ad Rf.
Il carico dinamico invece e` piu` complesso, perche` da una parte (in parallelo ad Rg) si aggiunge l'imp. di ingresso della finale (che varia con la frequenza e non linearmente con l'ampiezza del segnale) mentre dall'altra in serie alla "Rf" compare il parallelo tra l'impedenza interna ("rp") della finale e l'impedenza "riflessa" del TU.
Varia anche la tensione su quel nodo, che ovviamente in regime dinamico non e` piu` ~= a quella di alimentazione, il che crea una sorta di "effetto bootstrap inverso" che poi potrebbe essere un altro modo di vedere il meccanismo di azione di questo tipo di NFB: in un certo senso il carico anodico dinamico del driver e quindi il guadagno dello stesso vengono "modulati" dalle variazioni di guadagno della finale, cosi` che ad una riduzione del guadagno della finale corrisponde un aumento di quello del driver che lo compensa... (ovviamente fin che puo`).
In prima approssimazione (ed entro certi limiti) il guadagno dello stadio finale diventa indipendente dalle caratteristiche delle finali ed invece ~= al rapporto tra la R "di nfb" (quella tra i due anodi) ed il parallelo tra le due R che sono a massa rispetto al segnale (cioe` quella verso l'alimentazione // la Rg della finale). In realta` le cose sono un po` piu` complesse perche` ovviamente nell'equazione compare anche la rp del driver (che e` anche lei connessa tra l'anodo del driver -che e` anche il "nodo di NFB"- e la massa ed e` quindi anche lei a tutti gli effetti in parallelo ad Ra ed Rg).
BTW, ho fatto qualche altra simulazione e direi che convenga ridurre il NFB, i.e. aumentare la R tra i due anodi e ridurre quella verso l'alimentazione. Nonche` ridurre la corrente nel driver (circa 800uA x tubo), portando a 1.5K la R sul source del FET.
Se non ricordo male (ora non ho sottomano il simulatore con il circuito) con Ra=390K e Rf=680K hai il clipping (sempre ad oltre 20Vpp sul carico) per ~ 500mVp di ingresso. Non male...
Ciao,
Paolo.
Ciao, Paolo.
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